sabato 27 febbraio 2010

Rivolta popolare friulana del giovedì grasso, 499 anni fa

Oggi si ricorda in Friuli la rivolta popolare del 27 febbraio 1511. Ho chiesto allo studioso Carli Pup, coautore del bellissimo "Venezia Giulia, la regione inventata" (*), un articolo su quell'avvenimento.



di Carli Pup

A cavallo tra Quattrocento e Cinquecento, la nobiltà friulana è organizzata in due grosse fazioni: gli strumieri e gli zamberlani. I primi raggruppano la maggioranza dei nobili della Patria del Friuli: si tratta di veri e propri clan che spesso hanno possedimenti, parentele, nonché legami ideologici con l’Impero d’Austria, dove trovano quelle possibilità di “fare carriera” che, invece, Venezia preclude loro, riservandole all’oligarchia lagunare. I secondi, che fanno capo alla famiglia Savorgnan, la più potente del Friuli e l’unica iscritta alla nobilità veneziana, godono invece di appoggi e legami con le autorità della Repubblica. Gli strumieri controllano il Parlamento della Patria, mentre gli zamberlani esercitano la propria influenza sull’Arengo di Udine, hanno il comando delle Cernide (le milizie contadine) e sostengono le comunità rurali negli scontri con la nobiltà locale.
Il momento più violento della faida coincide però con l’avvento di Antonio Savorgnan alla guida della fazione zamberlana. È lui, infatti, che da un lato rafforza il sostegno alle comunità rurali impegnate in scontri sempre più violenti per difendersi dagli usurpi nobiliari e, dall’altro, avvia una politica sempre più autonoma da Venezia, forse con l’obiettivo di trasformare tutta la Patria in una signoria sotto il suo controllo.
A rendere ancora più ingarbugliato questo quadro contribuisce, inoltre, il conflitto in atto tra Venezia e l’Impero, con i soldati ed i mercenari dei due stati che si rincorrono per tutto il Friuli uccidendo, bruciando e saccheggiando. Si tratta di una guerra in cui il Friuli è la vittima principale. In questa situazione Venezia è obbligata ad appoggiarsi ancor di più ai Savorgnan per contenere gli strumieri, apertamente filoimperiali, ma anche nel tentativo di non alienarsi le simpatie dei contadini e l’appoggio delle Cernide.
Il 27 febbraio 1511 il Carnevale è al culmine. È giovedì grasso e la città di Udine è affollata di gente giunta anche dai villaggi vicini. Una colonna di contadini delle Cernide, tornata da una perlustrazione fuori città in seguito alla segnalazione di truppe imperiali nelle vicinanze, si ritrova al centro di uno scontro tra i partigiani delle due fazioni nobiliari...

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(*) Roberta Michieli e Giuliano Zelco (a cura di), "Venezia Giulia, la Regione inventata", Kappa Vu, Udine, 2008

1 commento:

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Fortza paris CARLO,

una curiosità lei, pensa che la sua regione dopo il 1918 sia stata conquistata o liberata?

con stima

uno dei tanti discendenti dei tanti (eroi? senz'altro vittime!) sardi morti per liberarvi o conquistarvi!