giovedì 18 febbraio 2010

"La difesa della razza", Stiglitz e gli Shardana

Vi segnalo l'articolo dell'archeologo Alfonso Stiglitz su Il Manifesto sardo dal titolo "Sardi ariani". Interessante per le notizie che dà sull'interesse del fascismo (e della sua rivista "La difesa della razza") a definire ariani i sardi del periodo nuragico. Decisamente sopra le righe, mi pare l'accostamento che Stiglitz fa fra le scempiaggini di allora e le tesi avanzate ai nostri giorni su Atlandide e gli Shardana "come elementi costitutivi della rivendicazione del primato sardo contro la volontà occultatrice dell’archeologia ufficiale".

78 commenti:

DedaloNur ha detto...

Stiglitz è una brava persona. ma a proposito di "demonizzazione dell'archeologia" questi temi certo non gioveranno.

Quella certa pubblicistica che parla di shardana affonda, le se radici nelle anteriori ipotesi di numerosi studiosi.
la si può criticare dal punto di vista scientifico quanto si vuole, ma accostarla a certi movimenti razzisti è francamente una scempiaggine.

è offensivo verso noi sardi, e temo pure per chi un certo razzismo lo subì..visto che accostando la situazione d'allora e quella attuale implicitamente si equipara un olocausto e un semplice movimento di opinione, che non proclama in alcun modo di voler gettare amare i non sardi e men che meno la superiorità della razza sarda...

Le teorie di Frau su Atlantide, sopratutto per quanto riguarda lo spostamento delle colonne d'Ercole fu considerato plausibile e ragionevole da grandi studiosi tra cui Luis Godart, che certo non è favorevole all'identificazione sardi-shardana.
c'è da chiedersi se pure tali odierni studiosi si siano fatti fascinare dalla purezza razziale sarda, o se piuttosto abbiano intravisto una certa dose di ragione in Frau. anche se a molti proprio questo non garba.

Tra l'altro, Stiglitz dovrebbe ricordarsi come Frau riconosce alle sue teorie il merito di sbeffeggiare proprio l'antico mito della Sardegna romana italica ed ariana, perchè dice "l'italia e l'europa non furono solo romane e greche ma pure nuragica..."

Dunque esattamente il medesimo risultato delle zanzare di Lussu.
Allora di che si scrive?! contro cosa ci si scaglia?

la critica di stiglitz giova all'attuale dibattito?

secondo me polarizzerà ancora di più le discussioni rendendo evidente anche nell'archeologia e nei suoi esponenti una vena antinazionalista volta a negare plausibilità a quelle che tutt'ora sono legittime posizioni.

Per aumentare in credibilità e non essere demonizzata l'archeologia sarda, deve a sua volta evitare accuratamente l'ideoogia e di demonizzare.

questa regola ancora non la si è capita...pertanto la demonizzazione contnuerà...

Andrea Brundu ha detto...

Forse l'autore confonde troppo la Sardegna Nuragica con la Sardegna odierna.Non è l'unico a pensarla così,e ritengo che si debba capire che noi,ognuno per quel che può, abbiamo voglia di comprendere cosa fosse la Sardegna nel periodo Nuragico.
Non credo che con il Mix di popolazioni odierne si possa fare un raffronto.Sapere però delle verità mai indagate,può aiutarci a chiarire cosa fossero i Nuraghi,e le motivazioni che spinsero la popolazione che li costruì,a diffonderli per tutta l'isola in cosi grande quantità.
Lo scopo è sicuramente più nobile di quanto creduto sinora.La scrittura è uno degli aspetti che conferma questo.Nuraghi usati nel tempo per gli scopi più astrusi e vari,testimoniano che il significato di nuraghe è rimasto forse,solo nel suo nome,tutto il resto è andato perso.Questo si vorrebbe fare,cioè,recuperare,il quadro storico dell'antichità. Quadro troppo spesso realizzato senza aver posseduto dati sufficienti.
Si è passati dal Nuragico arroccato nella sua fortezza fautore di guerre cantonali, razziatore del suo simile,a realizzare,in primis con Pittau,ed altri l'idea che il Nuragico,non fosse tutto ciò.Oggi si parla di Shardana,ma anche questi si immagginano in tutte le salse;chi li vuole con armi di ferro ad incutere nell'età del ferro terrore in tutta Europa e oltre, c'è chi invece li porta più indietro dell'età del ferro sino al bronzo e oltre.Chi in Sardegna li vuole alloctoni,chi li vuole autoctoni.Chi pensa fossero i Pelasgi e i Tirreni,e chi invece no.Altri li vogliono Ebrei della tribù di Dan,altri negano questo e parlano di fantasia.C'è chi dice che Shardan e Sardi non ci azzecchi proprio.Molti tirano in ballo i Longobardi,tendenzialmente più nodici nei tratti,chissà con quale idea astrusa.E così,senza citare le altre molteplici proposte si può discutere quasi all'infinito.
Una cosa certa sinora sono:gli stessi Nuraghi,sempre li(la maggior parte,in balia di chiunque);gli scavi fatti con criterio;la scrittura ritrovata;e molti,anzi moltissimi dubbi.
L'archeologia ci veicola in idee di Nuraghi-magazzini,mentre la scrittura ci parla di Nuraghi templi di un Dio unico.Chissà che le cose,alla fine,mettendo da parte le ostilità e ragionandoci bene,non ci appaiano più chiare di quanto non sembrino ora.Credo questo avverrà,e molto presto.

Andrea Brundu

shardanaleo ha detto...

Un giorno l'Unione Sarda pubblicò un'intervista all'archeobuono Stiglitz. Gli chiese :Ma i shardana sono stati in sardinia?" Sti8glitz rispose "in sardinia sono passaati filistei ammorrei, assiri, ammoniti ebrei ecc...ma NON i shardana!"... Al che il giornalista cambiò tono alle domande e gli chiese, ma lei che dice di consocere la storia dei sardi, non si sente almeno un poco SHARDANA?" Risposta. "Shardna? No grazie, io sono SARDO"
L'articolo finì in un forum di archeologia e !qualcuno" disse a Stiglitz: "ma quel sardo! Tuo padr era di apssaggio qui... caso mai sei austriaco!"
Credo che il buon Stilgitz non l'abbia digerita... e se ne è venuto fuori con questo nuovo articolo DELIRANTE.
Ma quando la finiscono sos istrajos di fare i PADRONI nella nostra casa e raccontarci la storia distorta?
I sardi sono famosi per l'Ospitalità. ma non lo sono per la pazienza verso chi da OSPITE diventa PADRONE in casa loro!
Non me ne volgia Stiglitz (che magari è bvrava persona), ma pare se le vada a cercare!
Kum salude
leonardo

sardopator ha detto...
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zuannefrantziscu ha detto...

@ sardopator
Non so perché, ma il mio amico Stiglitz non sarà molto contento del suo osanna

alberto areddu ha detto...
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alberto areddu ha detto...

Quando si parla di razzismo bisogna stare molto attenti, solitamente a seguito della Shoah lo associamo all'idea di distruzione di altre etnie, facenti o no parte del nostro territorio, il razzismo in origine era tutt'altra cosa: era lo studio delle caratteristiche per cui alcuni popoli risultavano sviluppati e altri no. Gli ebrei, o meglio una certa loro elite si era da secoli insediata nei gangli del potere economico, scientifico e finanziario e da lì lo dirigeva. Ora che senso ha dirsi germanici, se gran parte dell'intelighentzia nostra è ebrea? E' la domanda che i tedeschi che scelsero Hitler si posero, non intravvedendo le conseguenze. Il razzismo italiano era molto meno cattivo e molto più bugiardo: definire italiani quel mezzo milione e passa di siciliani, chiaramente arabi d'Africa, era una vera pacchia del ridicolo. Ogni popolo, per ragioni varie, deve darsi un'entità "spirituale" (pensate al culto della bandiera e degli inni, del sangue del re).Tutte cazzate, come è una cazzata prepararsi il funerale. Eppure l'appartenere a qualcosa, al sapere da dove io vengo e dove sto andando è una necessità di molti. Poi a partire dal '700 i Francesi e gli Americani hanno dato una valenza
nuova all'idea della nazione: "noi siamo i paesi della libertà". Oggi quasi tutti al mondo civilizzato hanno costituzioni libere e libere elezioni, e allora si rivaluta la lingua "noi siamo italiani, perché parliamo italiano". Ci si rigira,ci si rigira per trovare qualcosa che ci differenzi e ci dia la nostra amata identità. Ma a Stiglitz andrebbe chiesto: quel che in realtà non dici è che se hai una buona famiglia, con delle buone conoscenze, che investe su di te, se hai qualche passionaccia che non sia l'ubriacarti nei tzilleri, le città sarde dove affluiscono i borghesi continentali e di fuori, per i lavori degli uffici, hanno molte più possibilità di far sì che tu acceda a ruoli di potere, diversamente se sei un figlio del popolo, che vive a centinaia di km dai centri residenziali,che non ha possibilità di accesso a biblioteche complesse,a contatti illuminanti, ti rimane il poetare, il fantasticare di cose mai viste, come si narra che nella Oristano felliniana, ancora oggidì succeda.

Mauro Peppino Zedda ha detto...

In primis direi che l'articolo di Leo Melis è di una cafonaggine assoluta che bisognerebbe cassare!
Alfonzo Stiglitz hai tutta la mia solidarietà a prescindere che condivida o meno quanto scrivi.


Una cosa per Dedalonur, Godart non dice che gli shardana non erano sardi, dice che gli shardana non erano nuragici.

I nuragici erano tre etnie Ilienses, balari e Corsi. poi nel XIII sec arrivarono gli Shardana, occuparono i luoghi che diventeranno fenici (i veri sardi!), poi in conseguenza del fatto che nel mediterraneo viaggiavano i sardi (cioè i fenici -sardi) l'Isola divenne l'isola dei Sardi e dunque sardinia e poi anche i discendenti dei nuragici iniziarono a definirsi come sardi. Ne più ne meno come i galli divennero Franchi, ecc. ecc.
per maggiori dettagli leggettevi il cap 19 di Archeologia del Paesaggio Nuragico, sto ancora aspettando le vostre critiche.

Mauro

avviso per i cagliaritani, oggi alle 19 presso la sede dell'associazione Itzokor presento il libro.

Alessandro. ha detto...

Mr. Mauro Peppino...
Il tuo libro è introvabile, dopo posso trovarlo?

sardopator ha detto...
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Adriano ha detto...

Io sono nazionalista Sardo, delle parole di Stiglitz non capisco cosa c'entri l'accostamento di quella forma esasperata di nazionalismo dell'epoca fascista con la democrazia del 2010: Non capisco infatti cosa possa c'entrare la libertà dei nostri studiosi di confrontare teorie diverse con i crismi di un regime che tendeva a creare una sola verità ufficiale mettendo all'indice tutte le altre. Mi pare all'evidenza un paragone infelice, forse figlio di un fondamentalismo ideologico AL ROVESCIO...lo stesso che spinse i nazisti al famoso rogo dei libri giudicati "apocrifi"...Come i "cristiani" che oggi urlano agli islamici di essere troppo fondamentalisti e minacciano di cacciarli via...O come i lacisti (non i laici) che oggi vorrebbero staccare la spina ai cristiani in coma, i quali magari in salute si erano espressi diversamente....Anchio sono convinto che certe dichiarazioni serviranno solo a polarizzare di più le posizioni impedendo un cordiale confronto. A prescindere da chi abbia o non abbia ragione. A. Bomboi

zuannefrantziscu ha detto...

@ sardopator
Io non l'ho mai definita un ignorante. Non me ne pento, ma la sua supponenza e un certo vizio di attribuire a me cosa detta da altri è molto peggio dell'ignoranza, perché non ha giustificazioni.
Ora, però, so il perché della sua esaltazione dell'infelice tesi di Alfonso Stiglitz

Sisaia ha detto...

@ Mauro Peppino

@ Mauro Peppino

"I nuragici erano tre etnie Ilienses, balari e Corsi. "

Questa frase mi risulta di oscuro significato.
Puoi esplicarti un pò di più?
Grazie
Sisaia

Mauro Peppino Zedda ha detto...

per Lessa,
sicuramente da Canu a Oristano, da Novecento a Nuoro, da Koinè a Sassari, da Cocco a Cagliari e moltissime altre

Mauro Peppino Zedda ha detto...

per sisaia
leggi cap 6 e cap 19

DedaloNur ha detto...

Sbaglio o Sardopator, riportando una mia frase m'ha definito addirittura un incendiario?

direi che si sta davvero esagerando..

sardopator ha detto...
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Andrea Brundu ha detto...

@sardopator
Quello che più mi colpisce della faccenda Nazismo è il fatto che, questi signori,e non erano pochi,non si resero mai conto che proprio Hitler (e molti dei suoi collaboratori)non fosse proprio il prototipo di arianità a cui tanto la propaganda si riferiva.
Una fregatura,anzi una fregatura multipla.
Inverta la cosa:facciamo che in quei tempi venisse uno alto,biondo con gli occhi azzurri in Sardegna a fare propaganda per una "razza sarda Pura".Ed essa prescrivesse,capelli neri,occhi scuri,altezza media.Mi sa che qua gli avrebbero risposto come minimo:"Ma itte est nande custu?Ma bene s'est miradu?"
Questo come minimo,come massimo lo lascio alla sua fantasia.
Saludu

Andrea Brundu

DedaloNur ha detto...

la storia del nazismo (spero) la conosciamo tutti. ma la Sardegna con quella sciagura e con quel razzismo triviale cosa c'entra?
cosa c'entrano gli shardana e atlantide?

sarò incendiario ma credo che a incendiare di più sarà questo paragone infelice

Andrea Brundu ha detto...

@Dedalonur
Tranquillo Dedalo,il paragone tende ad evidenziare che in Sardegna c'è stata (e c'è)ben altra mentalità, rispetto ad altri luoghi.
E volevo rimarcare che davanti ad evidenze palesi i Sardi non si sarebbero lasciati infinocchiare.
Praticamente,una dittatura come il Nazismo in Sardegna non sarebbe mai attecchita,ne mai attecchirebbe.
In parole povere,difficilmente i sardi si lasciano abbindolare.
Questo è il motto.
In quanto a te,ti reputo persona intelligente,che non è affatto "incendiaria".Ce ne fossero di più persone come te,forse capiremmo meglio tante cose.
Chiedo scusa per eventuali equivoci.

Andrea Brundu

kisinedda ha detto...

C'è qualcuno, mi pare, che legge interventi, interviste e commenti un rigo sì e uno no. Non saprei in che altro modo comprendere certe affermazioni,o meglio interpretazioni qui presenti,del lavoro di Stiglitz. E oltre alle improvvide dichiarazioni circa il razzismo italiano "meno cattivo"...beh, lasciamo perdere! leggete le leggi razziste tedesche e quelle italiane e mettetele a confronto, poi ne riparliamo (con cognizione di causa). Quanto all'essere "ospiti", grazie,Leo: il mio sangue non è purissimo sardo, mio nonno era di razza istranza, che faccio? mi purifico recitando 10 volte "Nanneddu meu", o ti basta l'inno di F.I.Mannu? le so a memoria tutte e due, le insegno perfino...o mi devo aspettare un licenziamento dalla scuola sarda perchè non sono abbastanza pura come, immagino, sei tu?

shardanaleo ha detto...

X KISINEDHA: non è mia abitudine farmi trascinare in diatribe infinite... ma ti rispondo perchè mi pare tu abbia semplicemente frainteso. Ripeto: "I sardi sono famosi per l'Ospitalità. ma non lo sono per la pazienza verso chi da OSPITE diventa PADRONE in casa loro!"
Non mi pare sia difficile da capire. Se tu sei persona che sa cosa significa ospitalità e la sai apprezzare, di cosa ti preoccupi? Sapessi quanti TERRAMNNESI sono ospiti del mio forum e dei miei libri e delle mie conferenze e di... casa mia! ma non vengono a casa a dirmi "Voi Sardi siete una razza BASTARDA"... si perchè questo è il succo dell'intervento del Buon Stiglitz... Lungi da me il vller fare a,mia volta del razzismo.
Kum Salude.
leonardo

zuannefrantziscu ha detto...

Per carità, ben venga una discussione sul razzismo. Non se ne discute mai abbastanza. Ma la segnalazione dell'articolo di Alfonso Stiglitz (a proposito a "La difesa della razza" non collaborò solo il prof Businco, ma anche Spadolini, esaltato dai progressisti di ogni genia, e Amintore Fanfani più altri) aveva un altro scopo. Pochissimi se ne sono resi conto. Ed è un occasione persa.

batsumaru ha detto...

Mi è molto piaciuto l'articolo di Stiglitz, studioso intelligente e colto, secondo me per niente sopra le righe. Mi pare innegabile che dietro il pensiero di molti paraintellettuali archeofili sardi moderni ci sia la stortura della costruzione dell'identità.
Sommessamente, consiglio a chi è troppo affezionato all'idea dell'identità dei sardi - specie se intesa come conservazione di tratti prototipici - di farsi spiegare da un bravo antropologo (io ne ho uno di fiducia) il valore del meticciato, che è poi il vero antidoto al razzismo.
Saluti, Batsumaru

Unknown ha detto...

@ shardaneleo
"Voi Sardi siete una razza BASTARDA..." Certo che lo siamo!
Perché pensava forse di essere un purosangue?
Per fortuna siamo tutti dei meticci e l'unica razza che si conosca, come diceva Einstein, è quella umana.
Stiglitz forse un po' esagera, ma non si può negare che in alcuni casi (Atlantide Shardana) si sia utilizzato in maniera cinica e spregiudicata il sentimento nazionalistico dei sardi per combattere battaglie personali che niente hanno a che fare con le legittime aspirazioni di un popolo.
Razzismo è pensare in "virtù" del proprio pedigree di classificare ospite uno Stiglitz, a mio avviso, molto più sardo dell'indigeno shardanaleo, se utilizziamo come indice di sardismo, il proprio operare quotidiano nell'interesse della comunità sarda.
salludi a tottusu

zuannefrantziscu ha detto...

@ batsumaru
Non avevo dubbi che l'articolo di Alfonso Stiglitz (amico di tante battaglie per la lingua sarda e dunque per l'identità) sia stato di suo gradimento. Probabilmente per le stesse ragioni per cui a me non è piaciuto. Già nella sua definizione degli intellettuali sardi non a convenzione ("paraintellettuali archeofili sardi moderni") c'è il segno del suo disprezzo per un fenomeno che lei immagina solo di conoscere.
Gli intellettuali identitari che conosco e frequento non sono pervasi dalla folle idea che lei attribuisce loro (identità "intesa come conservazione di tratti prototipici"), hanno della identità un'idea dinamica e conoscono il valore del meticciato. Io temo che il suo amico antropologo sia piuttosto un antropofago (mi perdoni la battuta un po' grossière); ne conosco anch'io di tale fatta. Le potrei raccontare di una mia amica (anche essa "paraintellettuale") che svolse un'indagine oggettiva ma conflittuale con l'ipotesi della antropologa sua relatrice e che si beccò, per una tesi straordinaria, un voto bassissimo. Anche quella docente pensava che l'identità fosse una merce da buttare via. C'era il "sole dell'avvenire" - quello che sogna il sito cui Stiglitz ha affidato le sue riflessioni - alle viste e menarla con le questioni delle società reali era "deviante". Io conserverò, se lui vuole, una sincera amicizia per Stiglitz, ma le questioni da lui sollevate mi paiono più dovute allo spazio che lo ospita che a una seria disamina del problema che solleva.
Spero proprio che Stiglitz, che so ci legge, prenda la parola e dica se davvero la sua idea dell'identità sarda è quella condannata da Batsumaru.

batsumaru ha detto...

Forse ho fatto del meticciato... sintattico e non mi sono spiegato bene.
Stiglitz - se vorrà darmi più importanza di quella che merito - potrà dire casomai se la sua idea dell'identità è quella difesa da Batsumaru: cioè quella dell'identità come somma di identità non conflittuali, insomma, come meticciato (che è poi la negazione di una certa idea dell'identità cara a qualche saltimbanco della politica e che nella storia qualche disastro l'ha combinato).
Con quel "paraintellettuali archeofili sardi moderni" intendevo dire semplicemente 1) che esiste una categoria siffatta, e 2) che al suo interno "molti" coltivano una visione dell'identità secondo me distorta.
Se lei vuole negare che questa categoria esista, nessun problema, beninteso: ma non ho mai pensato che Stiglitz condivida l'idea dell'identità sarda da me condannata.
Batsumaru

Andrea Brundu ha detto...

Partire dall'idea preconcetta che dalla Sardegna non può venire niente di buono,non è in se una velata forma di "razzismo"?Io sono sardo e cittadino del mondo,e mi vanto di questo.Forse la cosa neccessiterebbe di un analisi più profonda,onde capire perchè vige una così bassa considerazione della Sardegna,tanto da pensare,e dichiarare apertamente che si abbia neccessità,per poter "essere",del nazionalismo e dell'identitarismo.
Non credo che si abbia bisognio di una storia illustre,ne questo si cerca.Si vuole,e questo io credo,averla una storia;questo mi si conceda,è il minimo per un popolo civile.Storia di cui non per nostra volontà siamo stati privati.
Credo che la Sardegna cerchi questo,niente di più.Allora si consenta agli studiosi,di poter disporre dei reperti,perchè se si ha la stoffa di dire che si cerca un utopia,ebbene si dimostri che ciò che si cerca è effettivamente tale.

Andrea Brundu

francu ha detto...

Andrea Brundu scrive che "...averla una storia;questo mi si conceda,è il minimo per un popolo civile".
Ci sono, a mio modesto parere, due errori in quello che dice. Il primo sta tutto in quel "civile", che mi pare di troppo; il secondo, non esplicito ma sottinteso, sta nel credere che ci sia un "popolo sardo" che avrebbe diritto ...
Dà dà per scontato che ci sia, e lo dà quasi privo di storia.
Se si mette dall'altra parte, quella dirimpetto ai "molti paraintellettuali archeofili sardi moderni", la questione non si pone, perché noi siamo confusi (nel senso di "fusi insieme" e come paraintellettuali anche "spaesati", in ogni senso possibile e immaginabile) noi sardi siamo confusi, dicevo, nel "popolo italiano" e come tale abbiamo la luminosa storia di Roma, faro di civiltà.
Che poi a qualcuno questa storia paia oggi apologia di reato, è cosa che non riesco a "confondere", nel senso di mettere insieme. Come si fa ad essere contro il fascismo dell'esaltazione dei fasti di Roma, di cui i sardi subirono l'onta, e nello stesso tempo contro un'identità del popolo sardo?
Già, è vero, l'identità, il concetto di identità, è politicamente corretta se la esprime Batsumaru, Stiglitz, persino ZFP (per rispetto all'ospite?), ma è incendiaria quella altrui.
E Sardopator (ma non sarà Sardopatior, nel senso che "soffre il sardo"? perché a ben vedere l'italiano lo soffre eccome!) dice che "La gran massa del popolo tedesco non ha mai (neanche oggi) capito il ruolo degli ebrei tedeschi per la cultura tedesca" e, di conseguenza, non ebbe neppure sentore di ciò che si combinava qua e là per l'impero sulla pelle degli ebrei, tedeschi e non.
Sigh!, dicono nei fumetti. Alla faccia di chi pensa che i tedeschi, anche quelli non ebrei, siano persone intelligenti!
Pensate: ancora non lo hanno capito!
Non vi sovviene che giustificazioni di tal fatta risuonarono nell'aula del tribunale di Norimberga? e non le pronunciarono certo gli ebrei dall'oltretomba.
In conclusione, volevo solo dire che a me è sembrato che a Stiglitz premesse dire solo quanto ha detto riguardo all'attualità sarda: questa è la bistecca che ha cucinato, tutto l'altro è contorno.
Perché non interviene?
Beh, avendo scoperto di avere un supporter come Sardopatior, capisco le sue perplessità.

sardopator ha detto...
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daniele ha detto...

Tutto sta nel fatto che non siamo indipendente. Tutti i stati valorizzano la loro storia (possono
perfino inventarsela), e nessuno vi troverà mai nulla da ridire.

Qualunque cosa possiamo dire su
noi stessi, sarà sempre valutato
all'auna dello stato al quale ci tocca appartenere.

Fin quando servivamo ad accertare
o confutare tesi che riguardavano
altri popoli, tutto andava liscio.
Ma da quando, per precisi reperti
scoperti, ci troviamo di fronte a
esiti insospettabili, ecco che viene a mancare una volontà politica.

Lo stato, lo sapiamo bene, influisce in modo determinante sul
andare delle ricerche, come sulle
analisi che si fanno sulle scoperte.

sardopator ha detto...
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Anonimo ha detto...

Ma di cosa si discute?

All'ombra del fascio littorio molti studiosi, scienziati, letterati italiani hanno, sbagliando, cavalcato l'onda nera della razza superiore, del superuomo, dell'arianesimo, e altre infami nefandezze pseudoscientifiche.
Tra questi vi erano anche studiosi sardi.
Vero, verissimo. Al rogo!!
Essere sardi non rende immuni dall'idiozia !!
Ma che c'azzecca questo, direbbe qualcuno, con questi nuovi autori sardi. Con i loro studi , più o meno condivisibili e convincenti, che nell'ultimo decennio hanno rispolverato TEORIE risapute ormai da tempo(e un pò omesse o occultate dalla scienza ufficiale!)aggiungendovi nuovi dati e nuove scoperte.
Perchè di questo stiamo parlando:
TEORIE.
Talvolte sconclusionate, ma mai, io credo maliziose e violente.
Mi pare veramente assurdo proporre ingiuriosi paragoni e prodursi in improbabili e calunniose accuse di apologia del razzismo.
ADG

alberto areddu ha detto...

Per Chisinedda et alii
Riguardo al "razzismo" italiano fu essenzialmente paradossale: ripeto far passare per autentici italiani di razza italiana il mezzo milione di siciliani, di schiatta araba, era un vero prodigio di ipocrisia, congiunto però colle leggi filotedesche, antiebraiche, quando gli ebrei (specie quelli romani) da almeno duemila anni stavano in Italia (e avevano sicuramente perso l'identità originaria). Ritornando allo scritto di Stiglitz, osservo: da un articolo su un giornale di sinistra ci si aspettava che dicesse che per quanto riguarda la Sardegna il vero "razzismo" è la perifericità del centro rispetto ai grossi centri, dove afferiscono certo anche sardi, ma sopratutto i borghesi del continente e financo esteri (per fare qualche nome: Stiglitz è austroungarico; Guirguis è egiziano (credo), Gramsci è italo-albanese, Montalbano è agrigentino; ma prendiamo le elites: Devoto, Cellino, Cappellacci ecc.), da ciò vediamo, che in modo percentualmente superiore al numero totale degli istranzos tra i Sardi genuini, persone di ceto borghese continentale sono riusciti a imporsi in Sardegna.

alberto areddu ha detto...

parte II
Leo in modo convulso ha espresso questo dissapore: una minoranza coi soldi che si fa sarda per giuste ragioni di opportunità, qui detta legge. Non perché sia più intelligente ma perchè la borghesia, quella dello stato e quella dell'imprenditoria, si insedia nei gangli del potere, nei centri direzionali e fa (se ne hanno voglia) studiare i suoi figli, magari mandandoli in collegi privati o gesuitici, dove studiano con tranquillità. Agli altri ragazzi che stanno nella periferia (che in Sardegna è il centro dell'isola) non rimane che farsi il mazzo di ore e ore di corriera per andare e tornare. O son dei martiri o smettono di studiare. E molti si stanno iniziando a incazzare (statistiche di ieri: il 45 % degli studenti e dei giovani è xenofobo). Riguardo al meticciato, io guardo al Giappone, paese integro razzialmente, e mi pare uno dei paesi più ricchi e progrediti al mondo (Batsumaru pour cause converrà). Se mi metto a guardare al Brasile, da quel che so e vedo, non mi pare che oltre a produrre buoni giocatori e belle figliole il tanto decantato meticciato, abbia prodotto una completa uguaglianza degli individui, e un miglioramento dell'esistente: laggiù comandano le elite portoghesi, tedesche, italiane, il ceto operaio è fatto di meticci, più sotto stanno i mulatti e al fondo delle classi sociali ci sono i negri delle baraccopoli e gli indios. Chi ci parla di meticciato come evento positivo dovrebbe portare esempi sociali e intellettuali (alto tasso di produzione di uomini di scienza) e non solo la figa.

P.S. spero che dopo questo post non si incazzi nessuno

Pierluigi Montalbano ha detto...

Io sono di Vicata!

batsumaru ha detto...

Beh, che dire? Complimenti: dal meticciato (dal contesto si evince: culturale) siamo finiti a parlare di "integrità razziale" e di "figa".
Ci saranno pure dei modi più sani della scrittura (scripta manent) per sfogare le proprie personali frustrazioni.
Batsumaru

alberto areddu ha detto...

@ Batzumaru

se ha qualche indicazione bibliografica da offrimi tra le sue molteplici opere, vedrò di leggermela con molto scrupolo(escluse quelle in giapponese però) e chissà che non riesca a tirarmelo un po' su (l'umore, ovviamente)

Andrea Brundu ha detto...

Secondo me il succo del'articolo sta qua:"........A qualcuno sicuramente darà la sensazione di aver già sentito tutto questo, perché sono elementi che attraversano l’immagine della storia della Sardegna secondo i più vieti luoghi comuni, ancora duri da morire: la continuità e immodificabilità dei caratteri attraverso i millenni, il secolare isolamento dell’isola e l’arcaicità dei costumi, la luminosa civiltà dei Nuraghi superiore a qualsiasi altra come elemento costitutivo unico dell’identità sarda, Atlantide e gli Shardana come elementi costitutivi della rivendicazione del primato sardo contro la volontà occultatrice dell’archeologia ufficiale. Tutti temi oggi di nuovo alla ribalta in molta pubblicistica, ma su questo torneremo un’altra volta....."
Preso Da :
http://www.manifestosardo.org/?p=2778
Sembra che questo sia un articolo,solo introduttivo ad altre pubblicazioni in merito.
In pratica l'autore vorrebbe riferisi,a mio parere,ad argomenti oggi vivi in Sardegna,rivangando e abbinandoli a cose passate.
Quindi gli argomenti discussi, (anche su questo blog e su altri),tenderebbero a riproporre cose vecchie,gia sentite in epoche passate e le quali hanno fomentato solo malessere sociale.
In realtà il discorso dell'"unicità" e della "sardità",è assai mal interpretato dall'autore.
Oggi non credo si badi più tanto alla "costante resistenziale",che molti proponevano e che è valida in maniera assai limitata,se è valida(ma ho i miei dubbi).
Qui non si parla di "unicità" e di primato,ma semplicemente di verità da aquisire.
La costante resistenziale è piuttosto quella adottata nei confronti di determinati reperti(in particolare quelli scritti),che non vengono adeguatamente valutati e considerati.Il discorso sulla "Sardità"e "unicità" viene considerato come spregevole,ed appiopato come scopo unico e fine ultimo di ricerca a chi fa determinate richieste e valutazioni.
La realtà è però assai diversa,da come si vuole presentarla,studiosi e appassionati chiedono chiarezza.
Su reperti,ad esempio,come quelli di Monte Prama,tenuti anni e anni ad "invecchiare",in cantina.O altri irreperibili,che dovrebbero trovarsi,invece,nelle mani di esperti.
Mi riferisco tanto per fare alcuni esempi:all'anfora vinaria nuragica di Huelva,o il coccio di Villanovafranca,al sigillo cilindrico di San Sperate,ai cocci di Orani,etc..
Così,magari,si potrebbe ricostruire la storia, quella, anch'essa nascosta, che sinora manca.

Andrea Brundu

DedaloNur ha detto...

Io vorrei che si ritornasse sui temi intimi dell'articolo di Stiglietz. L'esordio parla di "identità reali o inventate comunque nefaste".

Sarò incediario (nuovo mio titolo onorifico), ma non capendo più di tanto l'italiano, mi sfugge ancora perchè dovremmo anzitutto ritenere nefasta una identità "reale" e quali esse siano.
è identità reale quella nuragica. perchè è nefasta? per un greco è nefasta la sua identità miceneo-ellenica? per un Ebreo è nefasta la sua identità giudaica, solo perchè altri decisero che così doveva essere, ma in sè quell'identità non è nefasta, anzi è ricchezza.
Ma l'aerticolo ha sopratutto nel mirino le "identità inventate". Senza dubbio l'autore colloca tra queste la questione shardana, e pure la questione atlantidea.
Io della seconda non sono mai stato un fervente appassionato. Semplicemente ritengo possibile che le c.d. colonne d'ercole, ossia il confine tra mondo noto e ignoto non fu per i greci sempre il medesimo. Godart trovò assai ragionevole questo punto.

Magari pure lui è nel torto, ma perchè non si può ragionare serenamente sul punto senza agitare lo spettro del razzismo e del nazionalismo Atlantideo virulento dietro questa ipotesi? Perchè mai si vuol gettare una così truculenta luce su argomenti che altri sanno discutere sul mero piano culturale?

Stesso discorso sui Shardana. Personalmente non credo affatto anche qualora venisse definitivamente dimostrata l'identità nuragici shardana, che essi fossero il primo popolo del mediterraneo, i più potenti..ecc..
Cmq sia queste son tutte fandonie.

Anche qual'ora i pirati nuragici di cui parla Strabone furono i medesimi a far da mercenari a egizi, cananei, libi, non m'esalterei più di tanto. ne certo brandirei il manganello contro chi non possa vantare ascendenze shardana.

L'agitare queste paure e timori sembra più che altro volto volto a ostacolare il dialogo, e la ricerca. Chi voleva che l'accelleratore del CNR non fosse mai messo in fnzione parlava di distruzione del mondo.

chi non vuole che si parli di shardana e "colonne d'ercole" paventa la distruzione del vivere civile in Sardegna?

Come giustamente Daniele (se ricordo bene) tutte queste assurde fisime, nascono dal fatto che noi siamo nazione che ci piaccia o no ma non abbiamo stato (che ci piaccia o no), e che abbiamo un identità protostorica e preistorica da riconoscere e indagare.

a questo mix micidiale, si aggiungono taluni ignoranti sulla distinzione tra il concetto di Nazione e quello di Nazionalismo. Fenomeni totalmente diversi, anche da punto di vista cronologico, dell'umano sentire. Ma la distinzione ignorata porta ad armarsi ideologicamente contro qualsiasi ipotesi dietro cui si scorgano i mostri nezianalistici, con il meticciato archeologico.
ossia si utilizza o si desidererebbe utilizzare quest'ultimo strumentalmente. Ma costororo non si rendono conto che , ne più ne meno, si pongono allo stesso scriteriato livello pseudo-scientifico dei nazionalisti ?

sembra di assitere ad una diatriba tra archeologia politically correct, e archeologia-bastarda dentro...o incendiaria...non andremo da nessuna parte così..

Alfonso Stiglitz ha detto...

Caro Gianfranco
Ti ringrazio per l’evidenza che hai dato al mio articolo sul Manifesto Sardo on line su un tema che a me sta abbastanza a cuore quello delle molte identità che ci fanno essere Sardi e quello di mantenere viva la memoria di fatti che troppo velocemente abbiamo rimosso. Fatti, fascismo, che ha significato la deportazione di oltre 12000 sardi nei campi di concentramento, dai quali molti non hanno fatto ritorno (chi vuole può leggersi un mio precedente articolo nella stessa rivista: Sardi deportati http://www.manifestosardo.org/?m=201002&paged=3).
Voglio dare qualche risposta ai partecipanti al blog, come mi stato richiesto da vari di loro. Ovviamente non commenterò i “deliranti” (permettimi di usare un termine forte, ancorché tra virgolette) post di Shardanaleo e Illiricheddu, che confermano la necessità di tenere desta l’attenzione sui modelli del pensiero razzista e su quanto ancora circolino. Allo stesso tempo ringrazio quanti sono intervenuti in mia difesa rispetto a queste scempiaggini; va detto che il problema non è (o per meglio dire non è solo) la presunta provenienza austriaca di mio padre (chissà, poi, perchè dall’Austria? mah) ma il pensiero che sta dietro a quei post, pensiero che non è raro. Suggerisco a questo proposito la lettura di un bel libro (i libri come le zanzare sono un ottimo antidoto) di Giuseppe Faso, Lessico del razzismo democratico, Roma, DeriveApprodi, 2008, magari alla voce “ospite”.
Ma veniamo al mio articolo, anche perchè mi pare che ci siano vari equivoci e letture direi molto frettolose; nella foga di ribattere si rischia di leggere cose che non esistono. Parto dal post di Dedalonur (19/2/2010 ore 21.30), che mi stima e, quindi, penso non possa equivocare il senso delle mie osservazioni.
Caro Dedalo tu inizi riportando tra virgolette l’incipit (presunto) del mio pezzo: “identità reali o inventate comunque nefaste”. Sarei curioso di sapere da dove hai tratto questa frase, visto che il mio incipit (reale) recita: “Tra le tante identità reali o inventate che compongono l’universo mondo di noi sardi ve ne sono anche di nefaste”, dopo di che inizio a parlare dell’identità nefasta (ariana) che Lino Businco si inventa per noi Sardi. Che c’entra l’identità nuragica? E dove mai avrei detto che questa è inventata o nefasta? Criticami pure, anche duramente, ma su cose che dico e penso, non su qualcosa che non sta né in cielo né in terra (e neanche sulla carta).
Allarghiamo l’orizzonte. Intanto il contesto di nascita del mio intervento. Si è tenuto l’altra settimana, nell’ambito dei lavori sulla giornata della memoria, un convegno internazionale organizzato dall’Università di Cagliari sul tema del razzismo e dell’influsso di questo sulle ricerche scientifiche e non solo. A me è stato affidato il compito di analizzare il caso sardo e il rapporto tra il pensiero razzista e l’archeologia. Questo è il tema. E ho avuto modo di mostrare come all’epoca il discorso razzista, che inizia nel tardo ottocento (Niceforo, Lombroso ecc.), ma che ha una decisa sterzata con le leggi razziali del 1938, non incide nella ricerca archeologica ufficiale, neanche in studiosi dichiaratamente fascisti come Taramelli. Motivo per cui con quello studioso possiamo ancora confrontarci senza necessità di depurarlo dai modelli razzisti. E va anche detto che questo avvenne i periodi non facili, nei quali un articolo come quello di Lussu poteva costargli la pelle.
Invece nella pubblicistica più marcatamente razzista (La rivista La difesa della razza in primis) questi temi ebbero ampia eco, con ricostruzioni para (o fanta) archeologiche.

Alfonso Stiglitz ha detto...

Atlantide e Shardana. Sono temi che non introduco io, surrettiziamente, sono invece presenti in quegli articoli e nella propaganda razzista, soprattutto Atlantide. È il mito preferito dai nazisti che organizzano spedizioni scientifiche alla sua ricerca; si ha notizia anche di indagini in Sardegna. Atlantide è il mito della civiltà superiore, del superuomo, della casta. Sarà un archeologo tedesco, nazista, Herman Wirth, che creerà quel modello di Atlantide come patria degli Iperborei che da lì si sono diffusi nel Nord Europa, nelle isole del Mediterraneo, in Egitto, a fondare le dinastie faraoniche, nel Vicino Oriente, sino in Oceania. Ed è lo stesso Wirth (ripreso dalle riviste fasciste) a proporre i Thuata de Danaa come elemento cardine dell’età del Bronzo. Questo è il modello in voga, probabilmente inconsapevolmente, in vari libri parascientifici sugli Shardana; modello che non trovi nelle centinaia di studi scientifici sugli Shardana. La differenza sta lì.
Studiare Atlantide e gli Shardana, certo, sicuramente, ma sapendo maneggiare gli strumenti dello storico, che non sono strumenti asettici.
Su Atlantide potrei, ancora, ricordare che Spyridon Marinatos, l’archeologo di Thera/Santorini, era sodale di Hitler e Himmler e dei Colonelli Greci. Ecc. ecc. Ma questo non significa che non si possa studiare Atlantide o gli Shardana, che c’entra? E soprattutto che c’entrano i nuragici? Anche io sto studiando gli Shardana (spero entro l’anno di presentare qualcosa), e così fanno fior di scienziati in tutto il mondo. Il problema non sta nell’argomento dello studio ma nei modelli che si utilizzano; se ci si improvvisa esperti non si hanno gli strumenti per essere consapevoli dei modelli che si utilizzano, non si è in grado di decostruirli, contestualizzarli e ribaltarli. Il che significa veicolare visioni di supremazia culturale con tutto quello che ne consegue.
Non ho mai accusato di razzismo Frau, semmai ho criticato la sua non conoscenza dei dati archeologici, compresi quelli sulle Colonne, il suo grecocentrismo e, soprattutto, il fatto che la sua mi sembra un’operazione colonialista, ma non l’ho mai inserito nel filone atlantideo di cui stiamo discorrendo. Però, in Sardegna oggi sono cinque, ben cinque (se non me ne sfuggito qualcuno) i libri che parlano di Sardegna-Atlantide e in qualcuno si parla di civiltà superiore, di casta ecc.
Infine, non volendo occupare troppo spazio, una osservazione sull’identità sarda (con le iniziali minuscole). Io sono sardo e credo che esista un’identità sarda ma che questa non sia un’Identità (con l’iniziale maiuscola) nata una volta per tutte, diciamo in età nuragica, e rimasta tale, semper fidelis. Credo che la nostra sia un’identità plurale, fatta di tante identità che si sono incontrate e che hanno formato quello straordinario mix costituito da noi sardi. Credo, tornando al campo archeologico, che Nispeni, la nostra antenata, di probabile origine iliense, che in piena età imperiale romana, seppellisce suo marito Urseti tra Borore e Macomer, affidandolo agli dei mani, non sia meno importante e cara dell’anonima donna che ebbe l’onore di essere sepolta nella prima tomba di Monte Prama. Le sento entrambe nostre antenate, come anche Eleonora che di cognome paterno faceva Bas-Serra e materno Rocabertì; una perfida catalana. Comunque se vi interessa sapere di più sulla mia idea di meticciato antico, sempre sul Manifesto Sardo potete trovare un altro mio pezzo: http://www.manifestosardo.org/?p=2085

Due brevissime notazioni di chiusura: mai rilasciato una intervista sugli Shardana. E, per Andrea Brundu, l’anfora di Huelva e le altre centinaia di reperti nuragici trovati in Spagna sono tutti regolarmente pubblicati e non nascosti ma conservati nei Musei.

shardanaleo ha detto...

L'intervista sui SHARDANA esiste nell'archivio dell'UNione Sarda e si tratta di una intera pagina ... perchè negare quanto è facilmente dimostrabile?
Ma si sa... questo è il classico giocchetto di chi
- nega in certi ambienti che i sardi navigassero e
- afferma magari ancora che le brachette bronzee siano LAMPADE A OLIO e
- che gli SHARDANA non esistono. Salvo poi rimangiarsi tutto quando ci si trova in un contesto ove qualcuno può rimarcare queste affermazioni. Come in questo blog.
L'INTERVISTA C'E' e l'affermazione
<<"SHARDANA, NO GRAZIE IO SONO SARDO!">> è scritta e indelebile nella pagina della cultura dell'Unione Sarda...
KUM SALUDE
SHARD

alberto areddu ha detto...

Sig. Stiglitz ,

il mio ragionare sarà delirante, ma il Suo se mi concede è il tipico ragionare di una certa sinistra globalista e radical-chic, (che ha perso e continuerà a perdere le lezioni) che ha la sola prospettiva (perché a questo mira il Suo gran dire) di una Italia meticciata, in cui la classe borghese (alla quale Lei appartiene), possa continuare dai suoi salotti ben riscaldati in centro, giovandosi dei servigi della serva foranea di turno, a esercitare il potere sugli servi culturali, stanziali e accudidos. Lei fa l'archeologo, ma non si ricorda dello sfruttamento miliardario degli schiavi fatti da Roma, o dei berberi che vennero precipitati con la violenza qui in Sardegna. Lei fa passare secoli di schiavismo come secoli di amore, attraverso la favoletta dell'amore di Nispeni e della sua dolce amante. E questa la chiama archeologia? Si vergogni!!!

DedaloNur ha detto...

Scusa Alfonso ma non ho fatto una lettura troppo frettolosa (nel limite del tempo disponibile..l'altro giorno). Comunque ho riletto e se dovessi aver sbagliato,forse l'errore è stato indotto da questo tuo periodo:
A qualcuno sicuramente darà la sensazione di aver già sentito tutto questo, perché sono elementi che attraversano l’immagine della storia della Sardegna secondo i più vieti luoghi comuni, ancora duri da morire: la continuità e immodificabilità dei caratteri attraverso i millenni, il secolare isolamento dell’isola e l’arcaicità dei costumi, la luminosa civiltà dei Nuraghi superiore a qualsiasi altra come elemento costitutivo unico dell’identità sarda, Atlantide e gli Shardana come elementi costitutivi della rivendicazione del primato sardo contro la volontà occultatrice dell’archeologia ufficiale.

Come pure dal fatto che appresso al tuo incipit, nomini in successione, le teorie razziste del 900 su: Nuragici,Shardana, Atlantide.

Conosco pure io (per averli studiati) certi filoni del pensiero nazista. L'Atlantide Thule, il Super-uomo del filo-semita e anti-nazionalista Nitzsche piegato alla retorica nazionalsocialista.

Cmq credo che il tuo brano generi troppi equivoci; per es, non era meglio distinguere il libro di Frau da quelli di altri? chi legge Atlantide-sardegna non può che tradurre: Frau. Gli altri nell'immaginario collettivo non contano; non sono così conosciuti.

Mettere tutto in un unico calderone senza un minimo di distinguo, pregiudica a questo punto, pure il messaggio che vuoi far passare.

Anche la questione esaltazione della civiltà nuragia, meriterebbe varie puntualizzazioni. nessuno la esalta a fini razziali; quindi quando poi soggiungi A qualcuno sicuramente darà la sensazione di aver già sentito tutto questo nominando appresso la civltà nuragica offri precisamente l'idea che l'identità reale ma nefasta (perchè esaltata) sia quella nuragica.

Il nazionalismo ispirato dal Nuraghe è un danno e un male, ma credo senza rimedio visto che (se permetti), è naturale che esso sia avvertito come simbolo della nazione, piuttosto che il tophet, il ponte romano, od altro.

Tu legittimamente poni l'accento sull'imperversare del nazionalismo in archeologia. Io son preoccupato dall'imperverare dell'ideologia in genere; di quella nazionalista tendente all'esaltazione, di quella anti-nazionalista tendente all'annichilimento e all'interpretazione depressiva di cui si parla meno.
Si tratta per me di due gemelli diversi..

Phoinix ha detto...

Io credo che l'analisi di Alfonso Stiglitz sia assolutamente pertinente e molto più profonda di quanto si possa pensare.Come si può negare l'esistenza di un nazionalismo nuragico(e forse la "moda")?Se vogliamo rimanere ad un livello superficiale possiamo anche mischiare insieme le legittime aspirazioni di tanti sardi che vorrebbero uno studio e una divulgazione più consona alla grande civiltà nuragica,con le meno legittime e poco velate propagande dalle quali emerge un chiaro sentimento di nazionalismo esasperato che tende a porre su un piedistallo la Grande Civiltà Nuragica,dalla quale i Sardi discenderebbero per linea diretta (?mah!).Esiste un fenomeno e anche l'altro,mischiarli insieme certo diluisce e stempera il giudizio complessivo ma non permette di negare l'esistenza di queste due "anime".
Il problema,poi,ad un secondo livello di analisi è ancora più grave e investe il campo metodologico.Non è tipico della scienza e neanche della scienza archeologica,infatti,quella di far partire ogni studio,ogni analisi,ogni decifrazione di una nuova scoperta da un sostrato ideologico che vorrebbe esaltare tutto quel che fuoriesce da questa cultura.Non è passato inosservato a nessuno,in effetti,che su questo blog ma anche dall'aria che si respira più in generale in sardegna,vengono continuamente introdotti nuovi primati dei quali i nuragici sarebbero i protagonisti indiscussi.La statuaria più antica,le costruzioni più possenti,la metallurgia più raffinata e,ultima,l'adozione della scrittura in tempi antichissimi.In questo quadro si capisce bene quanto sia funzionale a questa visione l'accusa rivolta alla ricerca scientifica seria di non prendere troppo in considerazione queste apporti.Forse sarebbe opportuno mettere il naso un pò fuori dalla nostra terra e guardare un pò in giro.O è per caso un tabù dire,ad es.,che mentre i nuragici vivevano accorpati in villaggi di capanne circolari in altre aree del Mediterraneo nasceva la polis?O che mentre in Sardegna si facevano rozzi tegami in impasto in altre aree vedevano la luce raffinatissime produzioni ceramiche realizzate al tornio veloce?Devo avere paura a dirlo? E' così che dovrebbe procedere la ricerca seria facendo attenzione a non urtare la sensibilità di qualcuno, forse perchè troppo accentuata ed esasperata?La realtà è la realtà,difficile da negare. Ma mi direte:ecco,tu non sei sardo,tu non ami la tua terra,a te non ti vengono gli occhi lucidi ed altre fesserie romantico-nazionalistiche.Intendiamoci,può anche essere vero tutto quel che si sostiene sul "primato nuragico",ma dovrebbe nascere da una visione e da uno studio più sereno e meno ideologicizzato.In ultimo mi si permetta una risposta a Illiricheddu che critica e accusa una certa sinistra "borghese e radical-chic" come la chiama lui(invero con poca originalità).Mi pareva che fossero finiti i tempi in cui per dichiararsi di sinistra si dovesse essere sub-salariati o non acculturati o dei pezzenti insomma.Troppo facile sarebbe in questo modo fare il gioco della destra,la quale,per nostra fortuna,ancora non può giovarsi, almeno come "etichetta",di una destra proletaria.In secondo luogo per chi vuole affrontare questi argomenti con cognizione di causa non sarebbe male una bella ripassatina a qaulche manuale(anche scolastico)di educazione civica.E magari dare uno sguardo alle differenze tra "sentimento nazionale" e "sentimento nazionalistico".Per chi volesse approfondire questo campo di studio applicato all'archeologia segnalo solo un terreno di ricerca interessante.Informatevi bene su cosa ha prodotto in Spagna l'archeologia di stampo nazionalista.Da che mondo è mondo l'archeologia è stato uno strumento utilizzato per conferire primati,delegittimare,esaltare,sconfessare etc.Come per la storia e la filosofia(e la strumentazlizzazione di Nietzsche ne è un esempio eloquente).
In sostanza se c'è un primato che va difeso è quello del dato scientifico sull'ideologia.

Pietro Murru ha detto...
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Pietro Murru ha detto...

Piegare un tema così importante, come quello dell’esigenza di ricordare gli orrori che hanno travolto il secolo scorso, per colpire un certo dilettantismo di appassionati di storia antica e di storia di Sardegna con insinuazioni inquietanti ma mai ben circostanziate, anziché, magari, spendersi per sottolineare il fatto che anche oggi, in molte parti del mondo, gli uomini si macchiano di quegli stessi orrori (sottolineatura scontata, forse banale, ma l’unica veramente significativa), mi sembra un’operazione povera, espressione di tutta la pochezza del dibattito che si svolge all’interno degli ambienti cultural-archeologici isolani, dibattito del quale il dott. Stiglitz è uno dei protagonisti.
L’archeologia isolana dovrebbe smettere di esercitarsi in strane acrobazie per vedere mostri ideologici dentro a teorie, più o meno condivisibili, di semplici appassionati di storia antica, e cominciare a chiedersi con impegno come mai sempre più persone, provenienti dai settori più diversi della cultura isolana e non, mandano al loro indirizzo critiche serie e profondamente argomentate sul metodo dell’indagine archeologica e nel merito delle pubblicazioni.

P.S.
Si aspettano ancora, ad esempio, delle risposte all’articolo di Francu Pilloni, qui a fianco su questo blog, dove è denunciata una gravissima e imperdonabile assenza di attenzione per dei documenti di scrittura evidenti: perché ancora nessuno si è preso la briga di spiegare le ragioni di una tale manchevolezza?

P.S. (2)
Illiricheddu ha scritto:
“certa sinistra globalista e radical-chic, (che ha perso e continuerà a perdere le lezioni) che ha la sola prospettiva (perché a questo mira il Suo gran dire) di una Italia meticciata, in cui la classe borghese...”

Sarei tentato di chiedere una definizione di “Italia meticciata” o magari, meglio, di “Italia NON meticciata”, ma credo che prenderò in prestito da dott. Stiglitz l’aggettivo “delirante”, mai più appropriato, per questo commento, e passerò oltre, per evitare di farmi il sangue amaro anche di domenica mattina.

Phoinix ha detto...

Murru, quando si parla di nazionalismo in archeologia ci si riferisce a commenti e posizioni proprio come le sue. Non dovrà cercare altrove, si guardi dentro. E ci avverta se dentro troverà qualcosa di diverso da quello che riversa fuori, su questo blog, con i suoi commenti.

batsumaru ha detto...

Gent.mo dr. Stiglitz,
ho letto con piacere anche il suo articolo sul meticciato antico in Sardegna: mi trovo d'accordo su tutto, e mi complimento per la chiarezza. Certe volte mi pare assurdo che certe posizioni non siano la base condivisa di un confronto.
Se mi concede una battuta, la differenza fra lei e certi suoi interlocutori emerge già dall'uso della lingua italiana...
Un'ultima cosa, una lettura piccola piccola che può essere utile a tutti (me compreso):
http://www.disp.let.uniroma1.it/kuma/narrativa/
kuma15lamri.pdf
Cordialmente, Batsumaru

alberto areddu ha detto...

@ Murru

Glielo spiego io cosa significa "meticciata": un'Italia zeppa di etnie, povere di cultura, oltre che di identità (sì anche l'ebreo Stiglitz è destinato a perdere la sua identità), e pronte a offrirsi sul mercato del lavoro a stracco baratto per la borghesia imprenditoriale. Se lei ciò non ha capito, e perché anche le mi sa che sia un borghese (non è un'offesa : è un modo di essere e... di abitare)

Phoinix ha detto...

Illiricheddu,
si ritiri. L'ignoranza non è ben accetta. Se ne vuole abusare, lo faccia in casa sua. Dove potrà evitare, in tutta serenità, qualsiasi forma di meticciato. Faccia attenzione, piuttosto, di trovare sempre il sangue giusto, altrimenti si è a rischio estinzione.

Gigi Sanna ha detto...

Come, come? La favoletta di Nispeni e Urseti? Ce la vuole spiegare scientificamente, dal punto di vista archeologico ed epigrafico, la scritta di cui parla? E' quella di Aidomaggiore?Voglio capirla bene la storiellina romantica imperiale sardo-romana. L'attendiamo.

Pierluigi Montalbano ha detto...

@ Phoenix che scrive:

E' per caso un tabù dire che mentre i nuragici vivevano accorpati in villaggi di capanne circolari in altre aree del Mediterraneo nasceva la polis? O che mentre in Sardegna si facevano rozzi tegami in impasto in altre aree vedevano la luce raffinatissime produzioni ceramiche realizzate al tornio veloce?Devo avere paura a dirlo?

Non devi avere paura...ci mancherebbe, ma non puoi evitare che si risponda con decisione.
La polis in Sardegna non poteva funzionare perché la società nuragica aveva un sistema di vita (le famose facies che tanto vengono spiegate all'Università) differente rispetto alle civiltà orientali, soggette a continui tentativi di invasione, spesso povere di risorse proprie (infatti le guerre sono la caratteristica più evidente di questo problema), organizzate in grandi pianure disseminate di popolazioni seminomadi che vagano e con una gerarchizzazione fra sovrani, sacerdoti e popolo in condizione servile...ormai sedimentata.
Per quanto riguarda la ceramica d'impasto sono esterrefatto! Non mi aspettavo una così poca attenzione all'economia. Non commento ulteriormente perché è talmente banale il motivo per il quale i sardi producevano quelle ceramiche che non vale la pena di discutere.
No ti da pighisi amico phoenix, sai bene che ti leggo sempre con piacere, ma quando si affronta il tema "ceramiche" bisogna aprire bene occhi e orecchie e saper leggere nelle dinamiche sociali. Gli archeologi spesso sono talmente impegnati nel comparare i reperti che si perdono in un bicchier d'acqua (faccina sorridente).

DedaloNur ha detto...

Chi nega il "nazionalismo nuragico"?

ma più che altro si dovrebbe riconoscere e rassegnarsi sul fatto che la nazione sarda è fondata sul nuraghe, e sarà sempre così. Che portare argomenti logici, contro uno dei sentimenti più profondi dei sardi, ottiene questo duplice risultato:
1) offende..
2) non confuta l'ideologia nazionalista ma l'aizza ulteriormente..cosa che aizzerà di riflesso l'opposto antinazionalismo..
bel risultato mi vien da dire..

Noi possiamo imbastire tutti i più fini e convincenti argomenti contro questa identità: i pre-nuragici, i fenici, i romani, i vandali, i bizantini; ma questa identità rimarrà salda e non verrà confutata almeno per il tempo in cui continueremo ancora a godere del "tipico paesaggio sardo".
il motivo è molto semplice: la nazionalità non è un argomento logico, ma un sentimento e come tale non può essere confutato.

Il nazionalismo è ideologia ed è cosa diversa. ma il caro Stiglitz non pare cogliere questa differenza, almeno in quell'articolo getta alla rinfusa un sacco di questioni.
Del resto i "primati" nuragici le torri più alte, le statue, non si possono neppure mettere in sordina. E neppure possiamo farci zittire su certe "ipotesi di grandezza" perchè così vorrebbe il meticciato universale, l'antinazionalismo politically correct. nel ragionare sul "da dove veniamo" ci stanno pure queste ipotesi..o no?

O dovremmo astenercene perchè qualche mente malata potrebbe farne cattivo uso così come a suo tempo si fece per il filosofo tedesco? Il Tedesco ce lo siamo tenuti passata la buriana, non abbiamo bruciato persino il mein kampf..perchè non ci siamo abbassati al livello di chi pretendeva di scegliere ciò che si poteva dire e leggere da ciò che non si può.
Se fosse possibile vorrei che si continuasse così, senza mettere all'indice alcun libro, pure quelli inneggianti gli atlantideo-shardanico ariani costruttori dei nuraghi, superiori alle altre civiltà, che io francamente, cmq non vedo più di tanto entro il panorama sardo.

più efficace la divulgazione piuttosto di questi attacchi frontali, e spropositati.

Andrea Brundu ha detto...

Gentili signori,credo sia inutile approfondire polemicamente sul "meticciato".Ciò che si sbaglia,e mi rincresce dirlo,è paragonare il "fermento" dato da nuove scoperte, in particolare quelle scritte,a malessere sociale,o causa di malessere sociale.Le scoperte in questione si riferiscono ad un periodo molto antico della sardegna ed i "nuragici" vengono visti,come la Sardegna odierna stessa viene vista.In pratica i nuragici furono secondo molti,una "cozzaglia" di trogloditi,pronti a sgozzarsi per una pecora.Adoratori di pietre ed alberi.Ma se i nuragici non fossero tutto questo? Se la civiltà(e ve lo metto senza virgolette)nuragica fosse qualcosa di diverso?Non se ne dovrebbe prendere atto?
Noto che l'idea del sardo buzzurro troglodita vive ancora dentro la mente di chi sardo non è.
Che mai può essere stata la Sardegna in passato,se ora è quel che è?Questo è il marcio pensiero che aleggia nelle menti offuscate di molti.Forse perchè ho vissuto la mia vita dentro una famiglia patriarcale,e ho visto e toccato con mano il patriarcato.Ho visto le donne spingere verso i padri,e i padri rispettare ed amare le mogli.Un ordine sociale schietto, pulito.Forse perchè ho visto l'onestà dei padri insegnata ai figli.L'amicizia sicura e fraterna,senza tradimenti,animata da un vivere civile,vero.
Forse è per questo che mi viene difficile credere che la gente estranea pensi ciò;senza conoscere,senza sapere.
Oggi la Sardegna conserva ancora quei valori.Valori che da altre parti sono andati perduti,o non si sono mai posseduti.
Ebbene io credo che le genti nuragiche non siano antenati miei, ma genti che semplicemente abitarono la Sardegna prima di me.
Pertanto furono Sardi prima di me,per questo ritengo che la loro storia debba essere chiarita sviscerata,scritta.
Chi nega di volere questo,nega il fondamento stesso dell'archeologia.

Andrea Brundu

zuannefrantziscu ha detto...

Il nazionalismo delle "eccellenze sarde" è la faccia opposta della medaglia del nazionalismo statalista del "nessuna eccellenza in Sardegna". Risposta, che non condivido, tutto sommato pacata, se si confronta con altre risposte che dalla Bretagna, all'Egitto dei colonnelli, alla Corsica si dettero ai nazionalismi francese e inglese.
Ritengo entrambi nazionalismi volgari, ma non mi sfugge che il primo è suscitato e provocato da un cieco disprezzo che accomuna la cultura nazionalista italiana e non pochi sardi in crisi di autostima. Le vicende che ci stanno appassionando, quelle sulle iscrizioni nuragiche, sono esemplari, non certo perché che se ne contesta l'esistenza, ci mancherebbe altro.
Un minimo di stima (per chi sardo non è) e di autostima (per chi sardo è) avrebbe colto i circa 60 reperti di cui parla Sanna con la curiosità che la materia merita, sperando che sia vero e temendo che non lo sia e comunque laicamente andando a vedere. Qualcuno lo fa, ma la gran parte è purtroppo arroccata su una posizione clericale: con l'eresia non si discute, è eresia e basta. Di qui le categorie più usate: il falso, l'inganno, l'errore, la devianza. Non è un caso, credo, che sulle pietre iscritte pubblicate da Francu Pilloni, non ci siano commenti. Nascono anche per questo i sospetti che, nottetempo, qualcuno vi passi accanto facendosi un metaforico segno della croce pregando che il Maligno e le sue creature spariscano e ci lascino con le nostre certezze: i nuragici non avevano città né stato e dunque...

Phoinix ha detto...

Pintore chi è che ha mai detto "nessuna eccellenza in Sardegna"? Visto che parla di vittimismo e autostima mi indica dove ha mai letto qualcosa di simile?
Grazie

P.S. Non la sua interpretazione, ben inteso, che può e deve essere libera, ma l'esplicita affermazione, vorrei sapere dove è stata scritta o da chi è stata detta.

zuannefrantziscu ha detto...

@ Phoinix
Non è una persona, è una intera genia di persone. Così, a caso
- chi ha scritto che furono architetti fenici a costruire, nel 1000, Santu Antine;
- chi dice che il sardo è una lingua di falce, buona per l'arcaico mondo dei pastori;
- chi ha detto che il Regno di Sardegna fu dato ai Savoia per punizione;
- chi ha scritto che le regioni interne della Sardegna sono una "zona delinquenziale";
- chi "sbatteva in Sardegna" quelli che riteneva feccia incompatibile con la civiltà italiana;
- chi, con oltre duecento romanzi in sardo, parla di letteratura dialettale;
- chi parla della cultura sarda come "cultura dell'olio buono";
. chi nega ai credenti sardi di poter pregare nella loro lingua e, poi, si gloria di aver partecipato a messe in friulano;
- chi ha deciso di seppellire il nuraghe Crocores e di salvare, con una operazione di anastilosi, la chiesa romanica di Zuri;

Vuole che continui?

francu ha detto...

Posso dire uno sproposito?
So bene che ognuno ha il diritto di pensarla come vuole; so anche che nessuno ha la verità in tasca, meno che mai chi pensa di averla.
Detto questo, e tacendo gli altri assiomi più o meno banali, mi pongo una domanda: perché gli archeologi sardi sono (mostrano di essere) sempre e comunque d'accordo fra loro su tutto, anche quando si parla del tempo?
S'io fossi archeologo, mi preoccuperei e non poco.

alberto areddu ha detto...

la posizione di Stiglitz assunta nell'ormai celebre articolo, è questa: c'è in opera in Sardegna un tentativo scientificamente privo di alcuna base, di glorificare il passato nuragico; detto ciò (che sarebbe anche condivisibile) il Nostro passa lui paradossalmente, nel secondo articolo, a glorificare le grazie di quello che lui chiama civiltà meticcia, cioè la, a suo dire,discreta valenza culturale di una Sardegna postnuragica, sulla scorta di quei pochi casi offertigli dall'epigrafia. Insomma se ciò che non è conosciuto non è storicizzabile e quindi invalutabile, ciò che è minimamente conoscibile diviene proprio perché frutto di contatti improvvisamente "meravigliosamente nostro", e meravigliosa diventa la sovrastruttura del "meticciato", fatto a paradigma di civiltà anche per i nostri giorni (dove sappiamo invece si tratta di accogliere non elites che ci insegnino, ma disperati che si assommano ad altri nostri disperati). La domanda è quindi: ma davvero la condizione sociale dei PaleoSardi migliorò dal contatto colle popolazioni successive? Io penso che ci fu un miglioramento di alcune elites, ma come sempre accade, tutto questo produsse ANCHE e PERLOPIU'schiavitù e miserie. Tradotto in altre parole: esistono delle condizioni per cui una popolazione possa migliorare a seguito dei contatti con altre più progredite, senza perdere il senso del suo essere? Sì ed è accettare con il contagocce la loro presenza, e far sì contemporanemante che i suoi figli possano andare altrove per studiare i frutti del progredire (come la Cina e il Giappone hanno fatto negli ultimi secoli prima di aprirsi al mondo, senza far venir meno la loro identità originaria).

federica ha detto...

eh gianfrà a 'ustos non li basta mai! mancari 'i l'iscrias un'elencu 'i partidi dae Bosa finzas' a Nora...
A fazze 'i tenene! Nana i nois allegamos de vitimismo, autostima, ma po piaghere! sunis tottus istudiaos, tottu lissini e sunis in cue cri'ande virgolas e puntos, catalogande cada allega no sia 'i carcunu li potha ponnere sos pedes in conca. Est troppu azzettere i sor mannos nostros podiana istudiare, prozettare, fravi'avare, ite pessare 'i un d'unu puntorzu podiana dimandare a deus bisos e annadas bonas.
Giammai! S'istoria incominzada in su 1000 puntu e basta, anzis punto e virgola e non t'azardes a narrere i no est gai... nazionalista, fascista, razzista...atteru puru.
Tottus podene tennere un'istoria, sos sardos.... puite non provana... li bo'amos derettu i puru sos tedescos nande i issos urini menzus de sos atteros, vidu it'ana cumbinau! A corazzu i tenene ZF...nois umiliaos, sottomittios, 'enza un'istadu nostru, 'enza sa limba nostra, ma ite 'erene galu? Ite sun timende?
Po si la pi'are gai.... non bada 'essere carchi cosa de importu mannu? carchi cosa i nois non depimus'issire?
No nos lassana prus mancu bisare! E mi parede 'i a nos pi'are galu e a pezzas de pedes, carcunu non de pode prusu!
Iscusa si non so istada meda "diplomatica" o 'omente si na' omo -political corret- o ite bruvula este, ma deo so istra'a de 'ustu zo'u, chissai i nenzi sos mannois e sas mannais nostra tenzana unu pa'u 'e pa'e e mancari siene andande e torrande 'omente navada su biadu....passavamo sulla terra leggeri.....

Unknown ha detto...

Vorrei fare delle osservazioni miste venutemi in mente dopo aver letto alcuni interventi: L'esplosione del nazionalismo a seguito dell'illuminismo in occidente ha determinato una variazione del concetto di jus sanguinis, nel senso che se prima "lo stato" e "l'ordine costituito" nella grande Europa era rappresentato dalla continuità dinastica (di padre in figlio per "volere" divino), una volta messo in discussione il concetto stesso di monarchia, questo jus sanguinis si trasla in termini astratti verso il passato del proprio territorio e quindi verso la ricerca di una propria specificità "popolare" che dovrebbe giustificare nel presente una determinata politica o un determinato ordine sociale. Lo stato non è più il solo sovrano ma anche il Popolo, titolare di diritti, che discenderebbe da antenati più o meno identificabili (nel vecchio nazionalismo). Se pertanto l'insieme di peculiarità differenti determina il concetto moderno di nazione, l'interesse ed il sentimento verso questa è rappresentato dal nazionalismo. Il nazionalismo tuttavia, proprio per sua stessa natura, essendo un contenitore entro il quale l'individuo riversa i crismi del suo sentimento verso la propria terra, può assumere diverse connotazioni. Come ci insegnano le scienze sociali e non solo la moderna politologia, nel concetto di identità, proprio per i motivi suddetti, spesso ci finisce anche (ma non necessariamente) la storia. Può accadere quindi che le vestigia di civilità antiche (laddove presenti) vengano esaltate dai contemporanei dello stesso territorio, ma anche che il nazionalismo non abbia alcun collegamento storico col passato: E' il caso degli USA dal 1776 fino alla guerra civile gestita da Lincoln. George Washington non stava lottando per una nazione pre-esistente o per chissà quale mito passato (che non c'era), stava lottando per uno stato nel quale riversare gli ideali e gli interessi degli uomini che presero parte all'impresa. La Nazione arrivò in seguito con la conferma e con pubblico consenso di quei principi e di quegli interessi. In altri nazionalismi invece è assente il fattore linguistico: Pensiamo a quello scozzese (ad esempio) nel cui territorio la lingua inglese è l'idioma di riferimento. Nazionalismo e nazione dunque (a differenza di quanto ci insegnano manuali scolastici influenzati dalla cultura post-resistenziale italiana) sono sentimenti immateriali e materiali contigui l'uno all'altro: > >

Unknown ha detto...
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Unknown ha detto...

>> Il nazionalismo è dunque il manico della tazza (che è la nazione) da cui attingiamo quegli elementi in cui psicologicamente e sociologicamente riteniamo di riconoscerci. Che poi questi multiformi elementi assumano carattere politico prevalicatore oppure sereno dipende esclusivamente da una serie di fattori individuali, sociali ed economici contingenti. Non è vero dunque che sentimento nazionale e ideologia nazionalista siano concetti diversi: il nazionalismo E' il sentimento. Senza nazionalismo non ci sarebbe Nazione. La tazza cadrebbe a terra per poi essere dispersa assieme a tanti altri elementi. Il nazionalismo è la lente che ci permette di mettere a fuoco una nazione (o di crearla se non parte da elementi pre-esisitenti). Il paragone di Stiglitz mi pare infelice non solo per l'aver posto sullo stesso piano concetti diversi, ma anche perché lo trovo fortemente inquinato da una visione ideologizzata e parziale del nazionalismo. Cui retoricamente nel corso degli anni si è dato spago (specie in Italia per note ragioni) e per la quale il nazionalismo è sempre visto come esaltazione di qualcosa e/o come vero e proprio concetto eversivo rispetto all'ordine esistente (se si scontra con il nazionalismo di uno stato-nazione). Insomma, ben vengano i nazionalisti Sardi con le loro ricerche e teorie, purché ogni parte non tenti di porsi come esclusiva...ma senza di esse, non ci sarebbe alcuna concorrenza tra teorie opposte e, come ci insegna il concetto del libero mercato...senza concorrenza ci sarebbe il monopolio di un solo prodotto, incapace di rinnovarsi e di approfondire le sue potenzialità nell'interesse degli utenti...in questo caso i cittadini. Per essere nazionalisti insomma non c'è bisogno di creare a tutti i costi i miti anche quando non ci sono. Ma se ci sono, meglio. Perché non indagare? E quì mi trovo d'accordo con Dedalonur: La polarizzazione eccessiva di posizioni non serve ad un sereno dibattito tra argomentazioni diverse, allora si che si farebbe un torto alla ricerca ed alla giustizia storica di un territorio. - Bomboi Adriano (SANATZIONE.EU)

Su Teraccu ha detto...

Adriano ha scritto:
(...)...O come i laicisti (non i laici) che oggi vorrebbero staccare la spina ai cristiani in coma, i quali magari in salute si erano espressi diversamente....(...)

Premetto che apprezzo e condivido in toto le parole e il senso degli articoli di Stiglitz.

Visto che non l'ha fatto nessuno, non posso non stigmatizzare la faziosità di Adriano che scrive frasi totalmente false evidentemente frutto del suo pensare da "nazionalista".

Dichiarazioni come la sua servono solo a fomentare astio e oidio, in perfetto stile fascista, gettando fango e discredito su chi non la pensa come lui.

Bona chistionada.

shardanaleo ha detto...

Nel 2001 ci fu a Oristano, nella sala comunale, un covegno dal tema: "SHARDANA, il popolo dei Nuraghi?". partecipavano uno scrittore di romanzi di fantasxienza, un archlogo e il direttore dei Beni archeo di Ca-Or, oltre a LEONARDO MELIS.
L'entusiasmo della gente che si complimentò con melis per aver parlato di SARDI-SHARDANA-POPOLIDELMARE dovette dare molto fastidio all'ARCHEOBUONO TITOLATO, che fece aggiungere (scorrettamente) al testo scritto nella pubblicazione degli Atti: "le Teorie di Leonardo Melis: FANTARCHEOLOGIA DI STAMPO SARDISTA CON PULSIONI INDIPENDENTISTE".
Allora sarei io il razzista? Questo atteggiamento i miei amici archobuoni, compresi i presenti, non l'hanno mai perso.
Ma cosa accade di tanto tragico che fa indiavolare questi signori padroni della nostra cultura per INSVESTITURA spesso politica?
- fino a dieci anni fa la storia la scrivevano loro, curandosi di annullare ogni identità dei METTICI SARDI.
- Trattandosi per il 90% dei casi di personaggi NON Sardi, il minimo che potevano fare era di DIMENTICARE trenta staue giganti negli scantinati. Nonper cattiveria...ma che poteva fregargliene?
- Circa dieci anni fa qualco9sa si mnosse, grazie anche a due libri di NONADETTIAILAVORI. Uno parlava di Sardegna-atlantide e l'altro di sardi-shardana.
- Gli ARCHEOBUONI reagirono con la schiuma alla bocca, bollando con un documento firmato da 250 fra ARCHEOBUONICATTEDRATICI e ARCHEOBIMBI/coscritti 8altrimenti niente voto in pagella!)... bollando, si diceva il giornalista atlantideo.
successivamente, spento l'eco di atlantide, volsero i loro attacchi (web, stampa...) all'eretico shardanide che parlava di "fantastici soldati di tribu ebraiche dominatrici del mondo" (frase detta a Santa cristina da un ARCHEOBUONO non meno arrogante del famoso direttore del convegno di oristano).
- nel frattempo QUALCUNO che in pasasato si era occupato di scrittura shardano/nuragica possibile, comincia a far clamore... e allora la MUTA comincia a ringhiare contro la NON scrittura dei sardie contro questo scellerato che purtroppo stavolta non è un NON ADETTO ai lavori, ma un loro ex collega (cattedratico), che però ha pensato bene di fare buon uso del cervello che Il Buon Dio ci ha fornito.
- la gente comincia a interessarsi agli scritti di questi ERETICI e comincia a porsi domande... pericolose. Questo non deve accadere. E allora vediamo di bollare Il giornalista come fantasioso e arrogante scribacchino. Lo scrittore fantashardanico è senza dubbio un politicante di stampo sardista con pulsioni indipendentiste e anche un poco NAZISTA... (fa rima con sardista).
- Confrontarsi sullo scritto e sulle teorie ? MAI! "NOI SIAMO LA VERITA'" (NOI sarebbero loro, gli ARCHEOBUONI). E se qualcuno, come Melis, si lamenta del fatto che la storia VORREMM,O SCRIVERCELA Noi, visti i risultati fino ad ora... XENOFOBO e RAZZISTA... con pulsioni NAZISTE...
E noi dobbiamo ancora sopportare questi "OSPITI" che voglio ancora comandare sui nostri tesori storico/archeo mettendoli sottochiave e . Sotto il silenzio generale di autorità e stampa.
--
Adesso, una rivista nazionale di archeologia pubblicherà una scoperta archeo di valore unico e rivluzionario fatta in sardinia da uno di questi ERETICI. Con a fianco una SCRITTA ancora più sensazionale... sarà tutta una cosa NAZI/SARDO/FASCISTA XENOFOBA?
KUM SALUDE.
SHARD

Adriano ha detto...

Se su Teraccu (alias A.M. di IRS e Manifesto Sardo, noto nazionalista della bandiera giudicale e contemporaneamente non-nazionalista)...volesse argomentare qualcosa invece di fare retorica, sono a disposizione... Per quanto riguarda i "fascisti", penso invece che siano quelli che non vogliono far parlare gli altri. - Bomboi Adriano

Su Teraccu ha detto...

Non credo che interessino a qualcuno le tue delazioni, se non a confermare certi vizi fascisti, visto che c'eri potevi anche spifferare il fatto che sono un laicista e socio dell'UAAR.

Io contesto il senso e il merito di quel che scrivi a prescindere da come ti chiami poiché non puoi impunemente permetterti di fare dichiarazioni così offensive oltreché totalmente estranee all'oggetto della discussione.

Chiedo scusa per l'O.T. all'ospite di questo blog che seguo con interesse e discrezione, ma certe farneticanti dichiarazioni sono inaccettabili e offensive per chi ha il massimo rispetto delle persone.

DedaloNur ha detto...

Per carità,la discussione è tanto più interessante quanto più è dotta; ma le nozioni dotte rischiano di farci perdere di vista la questione centrale.

devo però rispondere a Bomboi Adriano, del quale non mi convince affatto quello che dice su Nazione e nazionalismo.

nazione è il sentimento
Nazionalismo è l'idelogia che manipola il sentimento.
Lo dimostra la storia del pensiero. Il nazionalismo nacque con la nascita degli stati moderni ed aveva un significato (idelogico) diversissimo da quello a cui siamo abituati oggi.

Il fine del nazionalismo era la liberazione dei popoli dalla sarvitù (cioè da feudalesimo) e dalla superstizione. in questo sens il nazionalismo, era di matrice razionale, illuminista, e paradossalmente universale: intendeva realizzare la fraternità tra i popoli!. Si tenga presente Kant.

Dopo le guerre napoleoniche nacque il nazionalismo a cui oggi siamo abituati e che critichiamo, cioè, il nazionalismo romantico. Quello ch proprio Nietzsche definiva una sciocchezza e una barbarie..e per il quale litigò con Wagner. Il nazionalismo razzista è ancora diverso.

proprio questa variabilità dottrinale porta a parlare di Nazionalismo come ideologia perchè inserita nella storia del pensiero umano come una varietà di dottrine ( di nazionalismi ne esitono diversi)distinto dal semplice sentimento patrio,il quale esiste benissimo senza alcuna elaborazione dottrinaria ideologica.

Tutto questo discorso, spero non annoi, e non risulti solo lezioso, ma una critica come quella di Stiglitz, dovrebbe meglio precisare alcuni aspetti del nazionalismo sardo attuale , e non giustapporlo semplicisticamente al nazionalismo degli anni 30 del 900.Scherziamo?!

Questo è il punto.
Ricordiamoci che il nazionalismo ed il razzismo del 900 in modo esplicito annunciava tutto ciò che di lì a un poco sarebbe purtroppo accaduto.
l'ideologia infatti rende assoluti alcuni valori e poi crea un programma per difenderli.

A me non pare, che il nazionalismo sardo contenuto negli scritti dei c.d. outsider, sia pervaso di idee e valori prevaricatori o razzisti.

Chi mi sa dire quale sia il programma del nazionalismo sardo attuale?

e poi, nel nazionalismo sardo, circolano discorsi razzisti prevaricatori o solo deliquenziali?
Se si rispnde sì, allora il paragone e l'accostamento reggono,
altrimenti la discussione diventerà quasi puramente teorica ed oziosa; la si potrebbe lasciar perdere se non fosse che rischia di creare un partito del meticciato politically correct e un partito dei shardano ariani da mandare al rogo con tutto quel che dice.

Adriano ha detto...

Per Dedalonur: Hai ripetuto in parte quello che avevo già detto sull'illuminismo per quanto riguarda l'estensione dei diritti dalla monarchia al Popolo e quindi (per ciò che dicevo) del fenomeno di "discendenza" tipico in vari nazionalismi. Non abbiamo detto cose molto diverse. Ma sul fatto che la Nazione sia solo un sentimento e che il nazionalismo sia l'ideologia che la manipoli è un discorso più articolato: La Nazione non è solo un concetto astratto o un sentimento ma la somma di caratteri (anche materiali) che sono appunto tangibili: possono essere l'uso omogeneo (in un territorio) di costumi, usi, ecc. A partire dalle cose più complesse fino alle più elementari, come ad esempio il fatto di fare una "forma di cucito" diversa da altri territori. Non si tratta quindi solo di sentimento ma di elementi materiali pre-esistenti o che si possono inventare. Ma questo dipende dall'attribuzione che (partendo dagli individui) viene data a quegli elementi. E' infatti il Nazionalismo che con la sua ideologia e la sua carica emotiva tende a fare (o promuovere) la nazione, perché se non ci sono dei cittadini che si attivano per la difesa di quegli elementi materiali (e li tengono in vita, o li creano) allora non c'è più nazione ma solo sassi e pietre, oppure semplici tradizioni a rischio estinzione da omologazione (ed importazione) esterna al territorio. La Sardegna è uno di questi casi: Ci sono diverse caratteristiche per definirci Nazione ma non c'è coscienza natzionale diffusa, né quindi valida traduzione politica di tale coscienza. Non c'è nazionalismo diffuso e pertanto la maggiorparte di quei caratteri non sono tutelati. Per essere sentimento la Nazione ha bisogno di chi gli da quell'attributo, ecco perché la Nazione come concetto in se non può essere solo un sentimento, dipende insomma da caso a caso. Su alcuni aspetti la vedo in maniera similare agli studi di Walker Connor. Quì il natzionalismo locale spesso si aggrappa su elementi solidi come lingua e archeologia perché -nel mondo contemporaneo- questi tratti nell'isola sono unici (a prescinderne dall'origine passata) ma non per forza puntano a deformarli o estremizzarli. Anchio chiederei a Stiglitz quale sarebbe il programma del nazionalismo Sardo e dove siano le derive massimaliste che suffragherebbero il suo parallelo. Il nazionalismo romantico è invece l'evoluzione della fase illuminista nell'800 ed in questa dottrina gli individui che provengono da tratti analoghi (anche di razza) dovrebbero costituire uno stato-nazione omogeneo (processo che si condenserà dopo il primo conflitto mondiale). Ma il nazionalismo moderno non punta necessariamente a questa soluzione e non contempla la razza come elemento costitutivo della sua azione, basta guardare la politica di partiti come l'SNP in Scozia o del DPP di Taiwan per averne la prova (che sono anche inclusivi rispetto ad altri gruppi sociali). E per questo andrebbe distinto il nazionalismo degli stati-nazione (o presunti tali come l'Italia) dall'etnonazionalismo e/o delle minoranze che si battono per una qualche forma di riconoscimento. La materia è molto complessa ed è ancora oggetto di studi a livello internazionale, soprattutto ora con l'avanzare di alcuni movimenti indipendentisti a livello mondiale. Nel complesso sono d'accordo con te. - Bomboi Adriano

Pietro Murru ha detto...

Phoinix ha detto...
Murru, quando si parla di nazionalismo in archeologia ci si riferisce a commenti e posizioni proprio come le sue.

Bene! É cominciata la fase in cui si screditano persone e opinioni applicandoci sopra l’etichetta: nazionalisti obnubilati.
Non è un’operazione originale, in Italia squalificare le opinioni non allineate come espressione di bieco furore ideologico è il principale strumento della macchina di propaganda di certo potere politico: si è rievocato lo spettro comunista, anche Montanelli diventò comunista a un certo punto, oggi si vocifera che Fini lo stia pian piano diventando, ricordo che qualcuno, ai tempi, cominciò a dare del comunista anche a Falcone e poi... hanno fatto la loro comparsa i “fondamentalisti dell’ambiente” che in genere si accompagnano con i catastrofisti, fratellini dei buonisti e dei terzomondisti...
Dunque alcuni nostri archeologi, epigoni in tutto, evidentemente, si provano in questo esercizio ignobile, buono per ogni occasione e di facile applicazione. Così si possono accantonare tutte le nuove teorie sulla Sardegna antica, comprese quelle che provengono dall’interno del mondo accademico, bollandole come teorie di impronta sardista, o addirittura agitandoci sopra insinuazioni più gravi con incredibili e molto infelici accostamenti, si possono ignorare le critiche di metodo, si possono saltare senza un briciolo di pudore articoli denuncia come quello di Francu Pilloni di qualche giorno fa, in definitiva si può non vedere tutto ciò che non si vuol vedere.

Phoinix ha detto...

Ma Murru, fa ancora una volta un errore, applica quello che ho detto solo a lei ad altri, o almeno ci prova. Io mi riferivo a molti dei suoi commenti. Non si cerchi compagnia. E non la accuso di niente, anzi, non ci vedo proprio nulla di male, semplicemente constato.
Cordialmente.

DedaloNur ha detto...

@ Adriano
Leto d'essere in lieve disaccordo con Lei sulla parte "filosofica" e in totale accordo sui rilievi e le richieste di ulteriori precisazioni da pretendere ad Alfonso.

Intanto il partito dell'Archeo meticciato, politically correct, prende piede. Ci sono gia primi tesseramenti: ecco un commento dal Manifesto Sardo.

# Desi Satta scrive:
20 febbraio 2010 alle 15:59

Bella riflessione. Il virus del razzismo si cela spesso sotto mentite spoglie e quelle dei cialtroni che sfruttano l’”Identità Sarda” per veicolare miseri interessi personali, solleticando in fondo la vena razzista che alberga in tutti noi, sono particolarmente ributtanti. Resta il mistero dei loro epigoni (questo sì un mistero, altro che Atlantide e i Nuraghi) perché se i cialtroni si muovono per interesse, gli altri lo fanno per stupidità e, come dicevano gli antichi greci, contro di essa neppure gli dei possono nulla.

http://www.manifestosardo.org/?p=2778

ad Alfonso vorrei adesso chiedere: è questo il tuo risultato sperato?

Arruolare gente che taccia come cialtroni, razzisti, stupidi chi non la pensa al suo modo?

Adriano ha detto...

Per Dedalonur: Preciso che le mie posizioni non sono solo "mie" o frutto di filosofia ma in uso in parte della più attuale letteratura politologica anglosassone in materia e (nella pratica) in diversi nazionalismi internazionali. Ad esempio in oriente il DPP del Taiwan viene definito come "progressismo nazionalista", categoria quì sconosciuta. Mentre la classificazione di nazione è tutt'ora controversa e contempla sia elementi materiali che immateriali. Un saluto, B. Adriano.

Pietro Murru ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Pietro Murru ha detto...

Nessun errore, Phoinix. Io credo che la maggior parte degli studiosi di archeologia, avendo una formazione culturale umanistica, non abbia ben presente cosa significhi metodo scientifico. Questo è un problema che si fa grande soprattutto quando dalla raccolta dei dati sul campo si passa a tracciare i quadri storici. In Sardegna esiste anche un’altro problema legato a fattori culturali più generali, alcuni anche di complessa individuazione, che rendono ancor più tortuoso discutere le sovrastrutture scolastiche dall’interno del mondo accademico. Qui da noi, insomma , le zavorre sono più pesanti. Nei miei commenti cerco sempre di argomentare in modo preciso questa tesi, lei, semplicemente, non condivide le mie analisi e le riconduce a una visione distorta dall’ideologia. Le potrei dire che sono quelle che lei considera (sue) constatazioni ad essere viziate da partigianeria, ma so bene che mettere in discussione le proprie certezze non è una capacità che si acquisisce studiando archeologia, soprattutto in Sardegna, e d’altra parte, anche considerando alcuni tratti puerili dei suoi commenti, non mi pare che in lei sia una capacità innata.

Phoinix ha detto...

Murru, ma lei è la stessa persona che diceva che nelle antiche necropoli non si trovano cadaveri? neanche sotto 30 metri di fango, si ricorda?
Come pretende di volermi insegnare il metodo scientifico? Quello applicato e applicabile all'archeologia per giunta?
E meno male che gli archeologi sono più umanisti che tecnici, glielo assicuro. Ai tecnici, semmai, le analisi, all'umanista la storicizzazione dei dati, che a ben vedere è il fine ultimo di tutta la ricerca che facciamo sul nostro passato (archeologica, epigrafica, storica, filologica che sia).
Dal di fuori, come dice lei, queste cose potranno anche suonarle come infantili. Se non le spiace nel frattempo continuo ad occuparmene da adulto.