Fossi fra i cultori del giornalismo spettacolo, quello che pensa suo dovere raccontare le liti e non le cose, dovrei gridare al successo per questo blog, piccola cosa per il mio ruolo di direttore del traffico ma grande per la qualità quasi tutta alta degli interventi. E invece mi rattrista, fino a chiedermi dove abbia sbagliato, veder scorrere tanto astio e rancore. Che portino sfiga gli inviti alla pacatezza?
Di certo c'è che qualcuno, soprattutto se anonimo, scambia la serenità del ragionare con l'uso di sottili strutture semantiche prive di aggettivi, ma dense di allusioni che, essendo tutti abbastanza colti, non ingannano sulla volontà di ferire. E se un raffinato intellettuale come Pietro Murru, alla fine sbotta con “chi se ne frega”, forse qualche ragione c'è. Cerco di rintracciarla attraverso una considerazione molto personale.
Da un po' di tempo a questa parte, i sardi stanno riscoprendo una dimensione storica e preistorica del loro essere che molto a lungo è stata negata. Il barone Manno, il canonico Spano e numerosi loro epigoni hanno figliato e gran parte della loro prole si è specializzata nella damnatio memoriae. Sul perché dovrei ripetere quanto scritto da Franz Fanon e da Jean Paul Sartre nella splendida prefazione di “I dannati della terra”. Ce lo possiamo risparmiare. Non c'è cattiveria, né alterigia nel considerare questa terra e il suo popolo. C'è, semmai, l'innato provincialismo della cultura sarda e l'utilizzo appropriato di esso da parte di chi sa che unu bentu dae levante ne sa di più.
A questo si accompagna un moto, molto umano, di chi trova molto più comodo e rassicurante “scavare” in senso letterale e in senso figurato, linguistico, antropologico, degli istituti giuridici, storico, etc, il già scavato. Consentendosi e consentendo piccoli aggiustamenti, purché non sconvolgano il conosciuto. E nel caso lo sconvolgano badando a due cose: il pedigree accademico di chi osa e la possibilità di passare sotto silenzio. Due esempi che hanno per protagonista il mio amico Massimo Pittau: la sua teoria sulle interconnessioni fra sardo e etrusco e i bellissimi articoli scritti su questo blog sulla non-fenicità di Neapolis, di Cornus, di Othoca e sul fatto che Amsicora non fosse un carteginese come la vulgata afferma.
Di Pittau – ne sono testimoni gli interventi su questo blog – nessuno dice che non sia titolato a dire quel che dice: semplicemente lo si ignora e i conti tornano: si può onorare il professore emerito e, allo stesso tempo, ignorarlo. Fosse solo invidia, si potrebbe ancora ancora comprendere. Il fatto è che Pittau pretende di riscrivere il conosciuto, mettere in crisi certezze e carriere accademiche e non solo. C'è la costruzione del mito di Roma in gioco, il suo ridimensionamento a grande potenza economica e militare. “Che schiava di Roma / Iddio la creò”, ricordate?
Ed ecco che spunta uno (anzi due, con Gianni Atzori) che dice di aver scoperto che i nuragici scrivevano, anzi, come dice un personaggio di un mio noir archeologico, erano dei grafomani. Produce documenti, ci scrive tre libri, molto documentati e densi di bibliografie imponenti. Ho perso il conto, non ricordo se sono 52 o 53 i documenti esaminati. La reazione vaga fra il silenzio assoluto, la derisione (a cui risponde con le sue asperità), la contrapposizione di uno – dico uno – studio su uno dei documenti, sia pure quello che egli ritiene eccezionale. Non è nuragico, è medioevale, si dice.
Dal pozzo della mia ignoranza in materia, posso solo dire che spesso a una tesi si contrappone una antitesi, in archeologia come in tutti gli altri campi dello scibile. Ma quando mai l'antitesi va bevuta come vera solo perché opposta a una tesi? Va naturalmente considerata e verificata come la tesi. Né al tempo dei nuraghi né in epoca bizantina si riusciva a capire se una cosa fosse stata fatta ieri o dieci secoli prima. Oggi sì. Perché, dunque, non buttarsi a scoprire se è vera la tesi o l'antitesi? Gigi Sanna, credo, resterebbe male se prove chimiche ed altro appurassero che la Tavoletta di Tzricotu è davvero bizantina.
Questo, però, non inficerebbe la scoperta di altre iscrizioni nuragiche. In fondo una sbagliata su oltre cinquanta sarebbe una percentuale accettabile. Ma accetterebbero con disivoltura il contrario quanti hanno giurato che la scrittura ce l'hanno portata i fenici nel X-IX secolo avanti Cristo? E su questo hanno costruito cattedre e carriere, impieghi e fortune editoriali, finanziamenti e, anche, sovrastrutture istituzionali?
Ecco perché continuo a pensare che, al di là del bisticcio fra di loro, vale la pena di investire passione e intelligenza su gente come Gigi Sanna e Massimo Pittau. E vale la pena, invece. di dubitare del silenzio che li circonda. Il problema, lo si sarà capito, non è tanto se Sanna o Pittau sopporterebbero la sconfessione di una o più loro tesi. E' se l'intreccio dei poteri cultural-politici sopporterebbe l'acclaramento di una o più tesi loro.
22 commenti:
Oh....finalmente!Eccolo qua il vero Pintore,quasi non la riconoscevo più!
Quindi chi è ci guadagnerebbe dallo scrivere sulla scrittura nuragica?Non ho capito bene sa!Chi è che ha pubblicato libri e oltretutto utilizza questo suo blog come spazio pubblicitario per promuoverli?
Poi,perché vuole far scadere questa diatriba seria così nel ridicolo?Non vede chi è che sbeffeggia per primo,chi è che insulta,chi è che non risponde,chi è che ripsonde "clic-clic"?De vo continuare o basta così?Stamperò tutto sa...nero su bianco.
Sanna o Pittau?Ma perché bisogna scegliere?Caspita non lo sapevo, pensavo che farsi delle proprie idee fosse ancora una possibilità accettaile alle soglie del 2010.
Comunque le sue "amnesie" sono francamente poco convincenti,me lo lasci dire,vada a rispolverarsi i miei commenti sulla questione di Othoca non fenicia.Vada Vada.Guardi che forse lei è abituato a schierarsi per forza.Io continuo a badare ai contenuti.Quando Pittau ha detto e dirà cose da me condivisibili bene,altrimenti cosa facciamo come i bambini?Quello è amico mio quindi mi va bene tutto,e i tuoi "nemici" sono anche i miei.
E poi,Pintore,mi spiega perché continua con la solita solfa?SI E' GIA' OBIETTATO AL SANNA!Senza che nessuna cattedra corresse il rischio di traballare.I miei commenti dove li lascia?Crede che non capisco che con questo suo post vorrebbe indurmi a gettare la spugna?Anzi no,l'obiettivo è quello di minimizzare come sempre,ancora che sta a chiedere che si contrappongano studi seri a quello del Sanna!MA ALLORA NON CAPISCE??!!Già fatto!
Ma io non ho capito,se uno porta molti esempi di fibule identiche a quelle presentate,poi uno dei massimi studiosi di altomedioevo sardo dice la sua,poi tanti altri si aggiungono,titolati che le piaccia o no a dire la loro.Questo non basta?Quale dovrebbe essere la prova?Vuole che le porti l'artigiano che le ha confezionate??O utilizzerà questo del tutto ragionevole margine di dubbio per dire che quindi rimane in piedi anche la teoria del Sanna?Le sembrerebbe corretto?????
Poi tutto questo rigore per controbattere alle tesi del Sanna,mentre perché non richiede lo stesso rigore per le teorie del Sanna stesso?Non l'ha letto Stiglitz?Le ha pure suggerito di fare sue le mie e le altrui domande,e rivolgerle lei al Sanna,sperando in una qualche risposta!E lei che fa?se ne esce con questo post?Volendo nuovamente rimettere tutto in forse?
Ahi ahi ahi Pintore...nel suo intimo,pensa forse che qualsiasi documento anche incontrovertibile potrà farle cambiare idea?Ce lo dica,in tutta sincerità,così eviteremo di perdere tempo.
Tanto,guardi,se lei non li cancellerà,e non ho motivo di dubitarne vista la sua professionalità -seppure palesemente di parte-,i post e le domande che io e altri abbiamo avanzato rimarranno lì,nero su bianco!
Con grande delusione
PHOINIX
@ Phoinix
Ma le pare che per dare una risposta a un anonimo, avrei scomodato le buonanime di Sartre e Fanon? Presuntuosetto, non le sembra?
Tentavo un discorso generale e delle due una: o non sono stato chiaro o lei non ha capito. Mi lasci essere presuntuoso: propendo per la seconda ipotesi.
PS - Quanto allo schierarsi, senti chi parla.
Beati coloro che leggono lo "scontro" che per me è un "incontro" fra intellettuali. Mi ricorda la battaglia fra Maga Magò e Merlino nel film di Walt Disney "La spada nella roccia" con i due contendenti che prendevano le sembianze ora del drago ora del virus. Un duello spettacolare, così come appassionante è questa vicenda, certamente più aspra ma altrettanto valida dal punto di vista squisitamente editoriale. Due illustri studiosi sardi, con decenni di ricerca sulle spalle, ognuno specializzato in alcuni settori e ambedue accesi duellanti che regalano a noi lettori un approfondimento delle loro tesi con relatori e controrelatori che non risparmiano critiche per l'uno o per l'altro. E' un vero peccato che i due cervelli sardi stiano affannosamente cercando di affondare le tesi del "rivale-amico" e giochino al rispondo e non rispondo inanellando una serie di frasi che stuzzicano l'appetito dei curiosi. La retorica vince quasi sempre e personalmente provo sentimenti contrastanti: godimento nel percepire la passione con la quale scrivono e tristezza nel pensare che il loro stato d'animo è certamente agitato. Complimenti a Sanna e Pittau e continuate pure...è piacevole questo confronto fra professori davanti ai quali mi tolgo il cappello e cerco di imparare qualcosa.
Sono in sintonia con Pintore. Semplicemente perché la questione non è Sanna o Pittau, bensì l'assoluta arretratezza dello stato dell'arte dell'archeologia sarda.
La recente riunione scientifica di storia e protostoria, dopo 30 anni dalla precedente, tempo siderale per la conoscenza in ogni disciplina, è un capolavoro da culi di pietra.
Fatti salvi alcuni spunti, precisazioni, aggiustamenti, nulla di nuovo. Accanimento su cocci, cocci e cocci. Mentre, con difficoltà ed ostilità, ovvia, sono partiti fuori dall'accademia studi importanti sulla destinazione dei nuraghi, sull'epigrafia, sull'archeoastronomia, sulla storia, sulla geografia mediterranea. Obbligo, a parer mio, da parte dell'accademia, almeno di prendere posizione e dichiarare con logica e scientificità, gli errori degli outsider. C'è, al contrario la congiura del silenzio.
Vorrei che Pintore, visto che da qui non si può fare, pubblicasse, senza alcuna didascalia, la foto che gli mando per e-mail. E' il profilo di un nuraghe. Ne ho, ma ora non li trovo, di migliori, come l'Oes (Torralba) e vorrei che ci chiedessimo molto semplicemente: chi è stato capace di realizzare con conci appena sbozzati, una tal retta che punta dritta al cielo, non ha forse una mente in grado di confrontarsi con la scrittura, con l'astronomia, con il sacro e divino, con la scienza? Quando, ahimé!, mi presi la cotta per le costruzioni nuragiche, me la presi perchè capii lo straordinario stato di coazione orizzontale, che sfruttando la gravità, riusciva a realizzare gli anelli continui sovrapponibili per realizzare la cupola del nuraghe senza centina, quando capii che la rampa per trasportare il massi in alto era congelata nello stesso nuraghe, o quando ammirai emozionato lo stupendo raccordo dell'entrata dell'Is Paras o del Priscu, o del Mannu di Ozieri con la cupola. O -ma innumerevoli sono gli esempi- dell'emozione che ogni essere umano prova nello scendere la scala del Pozzo di S. Cristina, ora spiegato con lucida documentazione astronomica dall'eccezionale Lebeuf o dallo stravolgimento intellettuale che provocano alcune osservazioni di Mauro Zedda sulle due finestrelle del nuraghe Zurru. I resti della civiltà nuragica ci parlano con un linguaggio che si potrà decifrare alzando il culo dalle rendite di posizione e osando, soffrendo, nell'avanzare ipotesi che mettono in crisi la miseria archeologica sarda.
So che Gigi, Massimo, Mauro e tanti altri, e mi ci metto anch'io, non vivono l'avventura dei loro studi con serenità, ma con dolore. Che non è il dolore di non veder riconosciuto il proprio impegno, ma di veder strappazzato un patrimonio culturale ed anche economico, perché non è valorizzato, sentito.
Per di più ci si mette anche l'anonimo phoioso. Che non è più per me anonimo, ma è uno di quei vigliacchi che hanno firmato contro Frau. In quel caso si è firmato, perché era un atto di vigliaccheria intellettuale. Cosa ha fatto costui per la Sardegna oltre ai continui odiosi attacchi verso chi ha gettato il cuore e la mente oltre gli ostacoli che la sua disciplina si è oscurantisticamente data? Non osi, costui, rispondermi, perché dal nulla non può e non deve venire alcunché. Il nulla è lui, non i libri che ha letto. Il nulla è la sua anonimia foisa.
Il blog è seducente. Presume tempo. Purtroppo qualcuno deve lavorare e sodo. Mi aspettano ore di lezione in altra università, devo prepararmi su argomenti nuovi. Lo spazio per l'ozio è per me limitato e mi scuso se il poco tempo mi rende forse troppo sintetico e poco chiaro.
Ma so che i sardi capiscono anche i silenzi!
Adiosu
Franco
Che bella coincidenza, gentile Aba!
Non credo che lei abbia visto il mio commento, considerando la stessa ora..ma ogni tanto è bello trovare sintonia di intenti!
La maggior parte degli archeologi non ama il proprio mestiere. E nulla potrà mai uscire da chi non ha passione, da chi è occupato a difendere il suo ruolo o far la gara ad essere più ossequiente, a firmare contro chi da fastidio. Lo stesso Pittau, che dissente da Frau, l'ha sfidato ad un confronto televisivo. L'unico che ha vagamente espresso e motivato il suo dissenso con un articolo su Archeologia Viva è stato Stigliz, che però prima ha firmato coi vigliacchi.
Franco
Cara Losi
Il tofet di Tharros si trova sopra un villaggio nuragico non sopra un nuraghe.
Ripassi bene e parli solo di ciò che conosce
PHOINIX
Caro Laner,
ad affrontare Frau non è stato solo Stiglitz,avrebbe potuto citare,ad esempio,sempre su Archeologia Viva(n.134-Aprile2009,p.2)Mauro Perra.
Le fantasie del Frau sono esattamente sullo stesso piano delle fantasie del Sanna.
Se solo conosceste un minimo di elementi di geologia e stratificazione archeologica,diventereste "paonazzi" anche solo a ipotizzarne un briciolo di credibilità.
Ancora una volta,se ne siete capaci,provate a contraddire questo.La prova provata c'è già.Gli strati di fango ipotetico che sovrasterebbero i nuraghi,sono invece strati di vita superposti tra loro e che vanno dalle ultime fasi di vita nuragiche fino alla piena età romana.Questo perché quegli strati sono stati scavati e questi sono i dati che hanno restituito.Posso capire il vostro imbarazzo ad accettare questi dati proprio perché non avete intenzione di ragionarsci su e di capire che cosa è una stratificazione archeologica.Però ne parlate lo stesso!E appoggiate ipotesi sbagliate.Per cui,molto semplicemente qualcuno dimostri che non è così.E poi,dopo l'immane catastrofe...improvviso tsunami...dove sarebbero i deceduti?Li avremmo o no dovuti trovare dentro quegli stessi strati dove invece si ritrovano dal basso verso l'alto,livelli di vita nuragica,fenicia,punica,romana (a seconda dei monumenti ben inteso).
Ma se siete tutti così intellettualmente raffinati perché non ci riflettete un pò sopra?
PHOINIX
P.S.:mi rendo molto bene conto che IO non le vostre supposte teorie sto dando fastidio a qualcuno,e molto per giunta.Se questo non vi piace,che ci sia qualcuno che vi ricordi con che genere di argomenti state discutendo,mettete su una setta misterica così vi darete ragione senza "disturbi esterni"
Che bello quell'IO maiuscolo, lapsus freudiano di onnipotenza.
Già che c'è ci metta anche la D!
Dove ho scritto, povero foioso, che sono daccordo con Frau su tutte le sue teorie? A Nuoro, tre anni fa, lui presente, ho contestato proprio lo tzunami e la stratigrafia, le quote di Barumini. Abbiamo discusso, siamo amici, su molte cose andiamo daccordo. Ha ristretto ora di molto il cerchio del suo anonimato e penso che ormai sia chiaro il suo nome e cognome. Sarà divertente incrociarla, archeologo piccolo, piccolo. Quando finalmente entrerà nell'accademia che tanto agogna e che la tiene fuori? Risponda lei a questa domanda! Quando entra nel blog, si tolga la puzza e mostri la faccia!
Franco Laner
La questione è maledettamente politica, carissimi Pierluigi, Franco e Aba, anche se so che questa parola non è fra le più condivise. Politica non politicante, va da sé, ma culturale e istituzionale. Non per nulla, nell'articolo cui si riferiscono i vostri e il mio commento evocavo Franz Fanon e Sartre che si occupano del rapporto strettissimo fra colonizzatori e autocolonizzati. Questi ultimi, spesso, più realisti del re.
Faccio un esempio. Lo Stato italiano, anche perché costretto dal Consiglio d'Europa, ha stanziato circa 800 mila euro a favore delle università sarde perché fossero utilizzati per la valorizzazione della lingua sarda. Ne hanno speso una quantità ridicola (lo zero, zero e cinque per cento per l'attività veicolare, per esempio) e il resto lo hanno dovuto restituire. In master sul sardo, c'è chi agli studenti ha detto: “Chiedetemi di parlare in inglese, francese o tedesco, ma non in sardo”. Ci sono solo due docenti, Ugas e Loi, che usano il sardo nelle loro lezioni e la cosa, che dovrebbe essere normale come l'insegnamento in francese a Lione e in italiano a Parma, è vista dai colleghi come una bizzarria, per fortuna non contagiosa.
Sempre all'Università nel piano di studi per la laurea in archeologia di Cagliari, fra le discipline c'è l'archeologia fenicio-punica, medioevale, cristiana, delle province romane, dell'arte romana, dell'arte greca, delle origini dell'età romana. Di archeologia nuragica (nella terra dei nuraghi) neppure l'ombra, pur se con uno sforzo la si potrebbe intravedere in “preistoria e protostoria della Sardegna”. Se andate nel sito della Soprintendenza archeologica di Cagliari/Oristano, potrete vedere che le uniche due “aree archologiche” segnalate sono quella di Su nuraxi di Barumini e quella della necropoli romana e grotta della Vipera. Più “completo” il sito della Soprintendenza di Sassari/Nuoro con ben quattro aree archeologiche: Palmavera, Anghelu Ruju, Serra Orrios e Santu Antine.
La politica culturale ha questi effetti non solo per i processi mentali del “nero colonizzato”, ma anche perché a questi processi mentali conduce la politica istituzionale: quella dello Stato che, essendo fondato sulla grandezza di Roma anche se non solo, mal tollera civiltà non riconducibili a Roma e, in genere, al classicismo. Qui in Sardegna la fanno da padroni i fenicio-punici perché colleghi di Roma nel debellare, secondo la vulgata, la Barbarìa. Trovarono normale, i costituenti, attribuire competenza primaria dello Stato sui beni culturali che, infatti, sono suo patrimonio. Essendo, non a caso, uno dei principi fondamentali della Costituzione, questa illogica e antistorica attribuzione, difficilmente potrà essere cambiato se non attraverso una profonda revisione della Carta che tenga conto, per esempio, dei trattati dell'Onu sul diritto dei popoli alla autodeterminazione.
Ma se la competenza sui beni culturali della Sardegna non sarà restituita alla Sardegna, l'Università e la Soprintendenza non avranno alcuno stimolo ad abbandonare la cultura del “nero colonizzato”. E certo non si faranno in quattro né per prendere atto che il sardo è la seconda lingua della Repubblica né nel esaminare con l'attenzione dovuta l'ipotesi (per molti di noi la certezza) che i sardi dell'antichità scrivessero. Chi glielo fa fare, quando la Regione si comporta da organo dello Stato e non istituzione ad esso equiordinata (art. 114 della Costituzione) e, dietro pressanti richieste dei fenicisti, forse approverà il Parco dei fenici nel Golfo dei fenici in questa terra che ha avuto luce solo con l'arrivo dei fenici?
Avrete letto, forse, lo sfottò, in un'altra discussione, del pinguino nipponico. Batsumanu è solo un prodotto dell'autocolonialismo. Non è solo ed è bene che continuino a scrivere i loro paradigma: non è possibile che i sardi antichi scrivessero e quindi non scrivevano.
Caro Laner,
l'IO maiuscolo era in realtà contrapposto al LUI che non risponde...so di essere molto piccolo, non si preoccupi per me, e se sa, come dice, il mio nome ed il mio cognome, bene sono contento per lei che ha sprecato tempo ad indagare sulla mia identità anziché sui dubbi che ho sollevato.
Pensa che la cosa mi dispiaccia?Tutt'altro!Non creda affatto di intimidirmi, chi si intimidisce qua è chi non vuole vedere l'evidenza dei fatti. I fatti, Laner, solo quelli, le altre sono chiacchere. E se voi tutti chiaccherate, chiacchero anche io se non le spiace. Che poi il mondo accademico mi tenga fuori, come dice lei, la cosa non ha una benché minima importanza rispetto a ciò di cui si parla. Sarà divertente quindi incontrarmi archeologo piccolo piccolo?! Bene, incontriamoci allora, le farò vedere con mano e sulla carta ciò di cui si parla. E a quattr'occhi si discute anche molto meglio. Tanto che io mi chiami in un modo o in un altro, quello che ho scritto è lì, se lo vada a leggere. E ci sono anche le risposte clic-clic. Poi ne riparleremo, naturalmente se non prende l'esempio di Sanna che tutto fa, tranne rispondere alle domande.
PHOINIX
scusi signor Phoinix.
non ho capito perchè nel calderone ha infilato (credo non appropriatamente) anche la balla dello tzunami.
può chiarimelo prego
MP Zedda
Qualche post più su si parla di quello, per dire che come Frau è stato "bollato" stessa sorte starebbe capitando al Sanna tutto qui. Fosse per me di una teoria come quella dello tsunami non parlerei affatto....ma visto che ancora qualcuno ci vuole credere...
Tutto qua
PHOINIX
Dove sarebbero le vettime dello tzunami?!! Questa è una delle più grandi scemenze che si sono sentite provenire dal mondo archeologico ufficialissimo e satelliti vari in questi ultimi anni!Il bello è che viene tirata fuori come se fosse l'obiezione del secolo! Ma questa gente ha una vaga idea delle condizioni necessarie perché un cadavere possa conservarsi intatto, o anche soltanto in resti ossei, per più di tremila anni? Con il sole che abbiamo in Sardegna poi... Ora non ricordo bene, ma mi pare che questa sciocchezza colossale fosse pure tra i punti di quell’appello pieno di altre fesserie (quelle si) che fanno diventare paonazzi, altro che “ribadire il primato scienza”! Io non ho la minima idea se ci sia stato o no quello tzunami, bisogna comunque dire se anche non ci fosse stato le tesi di Frau rimarrebbero tesi sostenibilissime! In ogni caso sono veramente stanco dell’inondazione di baggianate a cui siamo sottoposti da anni e anni da parte di gente che scrive libri copiando da altri libri e che ripete a pappardella il compitino giusto giusto come lo ha imparato a scuola. Sarebbe proprio una ricerca divertente, scovare nei libri e negli articoli dei nostri “dotti” tutte le frescacce e farne un bella pubblicazione in tre tomi tutta da ridere.
Poi, del fatto che il patrimonio archeologico sardo (soprattutto quello di epoca nuragica) versi in uno stato da vergognarsi (e infatti ce ne vergogniamo) occorrerà pure cominciare a chiederne conto con forza a chi lo gestisce...che poi sono gli stessi del compitino....
Saluti
Pietro Murru
@ Murru
Solo tre tomi? Forse, purché giganteschi.
Bene, Bene, attendiamo allora?Pensa davvero di riuscire scientificamente a "smontare" come vorrebbe articoli di grandi professoroni?Faccia, poi vedremo il riusltato.
Secondo punto:lei sa cosaè uno scavo archeologico?ha mai sentito parlare di quelle che gli archeologi chiamano "necropoli"?Le dice qualcosa?Poveri resti umani, sepolti nel fango per 3000 anni e non resterbbe più nulla!Mamma mia...si vede che davvero non avete neanche un'idea di cosa sia l'archeologia...ripeto...un quadro desolante, tanto più perché si vorrebbe argomentare con inesattezze clamorose.Ma chi glielo ha detto a lei che dopo 3000 anni non rimane niente di un corpo umano?????per di più sepolto sotto metri di Fango!!!!!!!Ma si rende conto di quel che dice????pensa che tutte le necropoli scavate nel mondo -anche più antiche- e anche solo poste a meno di un metro dall'attuale piano del terreno non abbiano restituito alcuno scheletro?????
E' così che si controbatte alla questione degli strati????Uno sull'altro e non COLATA UNITARIA DI FANGO?????Aggrappandosi con le unghie alla questione, detta di sfuggita tra l'altra, degli ipotetici cadaveri che si sarebbero dovuti trovare. Sbagliando di grosso per giunta!!!
Quindi è in base a questo scientifico modo di obiettare che le tesi di Sergio Frau sarebbero ancora valide?????????????????????????????????????????????
Noto invece che sulla questione della sovrapposizione diacronica degli strati "di fango" evita, molto intelligentemente ma forse un pò ingenuamente perché non sono uno sciocco, di discutere....quindi, ancora una volta la conferma, confondendo le carte.Io le carte ve le sto mettendo davanti agli occhi e se vi intravede presunzione vi sbagliate, quella la lascio al Sanna.
Cordialmente
PHOINIX
PIETRO MURRU SCRIVE:
"Ma questa gente ha una vaga idea delle condizioni necessarie perché un cadavere possa conservarsi intatto, o anche soltanto in resti ossei, per più di tremila anni?"
Ma chi crede di convincere????? Guardi che questa è grossa!! Questa gente....solo vaga idea... ma si faccia un bel giro in qualche scavo archeologico e vada a raccontarle lì queste sue idee...vada vada...non si spaventi se vedrà qualche scheletro!
PHOINIX
Leggo tutto. Ammetto che trovo qua e là interventi interi - o anche alcuni concetti e frasi - molto interessanti per me. Capisco come ci sia grande interesse in tutti: non giustifico la grande conflittualità.
Sono certissimo che questo Blog (in tuttti gli argomenti che tratta) si gioverebbe molto di più pacatezza da parte di tutti.
E - come ebbi a dire di persona al padrone di casa - dell'eliminazione della "maschera" dell'anonimato... In via subordinata, ammetterei che ciascuno sveli almeno al gestore del blog la propria identità. Questo, io credo, servirebbe assai.
Bene o male, siamo tutti appassionati alle questioni sarde, siano esse archeologiche o d'altra natura.
Va bene: alcuni sono più interessati di altri, per vari motivi che tutti conosciamo e che è inutile andare ad elencare. E come dice Gianfranco, è vero che c'è una questione "politica". Ma potremmo tutti attenerci ad un comportamento più dignitoso, davvero.
In fondo, saremmo tutti contenti se si dimostrasse che - davvero! - i "Nuragici" scrivevano. Saremmo tutti terribilmente soddisfatti che lo scrigno chiuso tenacemente da millenni finalmente si aprisse e vi trovassimo dentro le risposte su che cosa fosse la destinazione del Nuraghe, quale fosse la data del bronzetto sardo, quanti fossero i "nuragici" e dove esattamente viaggiassero per commerciare e con chi.
Abbiamo tutti - in fondo - le stesse speranze: anche se per realizzarle percorriamo strade differenti, dettate dalle singole preparazione differenti. Basterebbe dircelo, l'uno con l'altro, serenamente...
Perché siano benedetti i Sanna, con il loro testardo "suchende" che li spinge a formulare ipotesi su ipotesi, anche rischiando. Anche rischiando, fuori dagli schemi, una figuraccia. E' con il tentativo e l'errore che si arriva a risultati: essere messi alla berlina non si dovrebbe, neanche se le proprie ricerche servissero solamente a dimostrare errata una strada o un'ipotesi... Ammetto che la simmetria della Stele mi ha sorpreso. Per il momento non capisco e non concludo alcunché (non oso). Ma - anche se parrebbe essere un'altra infinita discussione come quella sul Sator - potrebbe in realtà essere davvero un piccolo passo avanti.
Non riesco ad uscire dall'agnosticismo (cosa per cui sono stato in passato molto criticato): ma credo che dovremmo utilizzare toni reciprocamente più rispettosi. Specialmente se tutti vogliamo bene davvero all'oggetto del nostro interesse.
Maurizio Feo
Caro Pheinix,
la conservazione naturale di materiali organici avviene soltanto in condizioni estreme (ad esempio in ambienti particolarmente freddi o secchi), o in condizioni molto “fortunate”(che possono crearsi all’interno delle grotte, ad esempio). Condizioni “fortunate” possono verificarsi anche in seguito a disastri naturali come le eruzioni vulcaniche (siti come Pompei sono, comunque, piuttosto rari) ma in seguito a tzunami è molto più complicato, a meno che il sito non rimanga, diciamo, in ammollo fino al momento dello scavo, anche in questo caso, però, molti altri fattori, come, ad esempio, le caratteristiche fisico-chimiche dei suoli, continuano a giocare un ruolo decisivo.
Guardi che se fosse semplice come dice lei le campagne e i boschi sarebbero dei giganteschi ossari, pensi soltanto a quanti tra uomini e altri animali sono morti, che so, negli ultimi diecimila anni.
Nelle necropoli? Certo, le tombe sono i luoghi in cui gli uomini hanno cercato di ricreare le condizioni per la conservazione dei morti, di questa pratica molti popoli hanno fatto un’arte altissima, proprio perché avevano ben compreso quanto quella sfida fosse complessa.
Se ha preso in prestito questa argomentazione da quel famoso appello, lasci stare, cambi fonte d’ispirazione.
Buona domenica a tutti!
Pietro Murru
ops...ho sbagliato...Phoinix, naturalmente...il fatto è che ogni volta, chissà perchè, mi viene in mente il fumetto di Sullivan: Felix the cat...
No no caro Murru,
Prima la spara grossa poi corre ai ripari? Non funziona così. Ripeto: vada a farsi un giro in qualche necropoli. ha vosto troppi documentari sull'Egitto faraonico! E ha visto poche ma molto poche necropoli. Non mi insegni quali sono le condizioni necessarie per la conservazione dei reperti organici.E' con grande piacere che la informo le tombe sono nella maggiorparte dei casi semplici buche nella terra riempite con la stessa terra risparmiata durante l'escavazione. Per cui un ipotetico "fango" avrebbe conservato le ossa ancora meglio. E comunque si discute di questo, senza che lei ne abbia molto di più che qualche vaga idea, perché Lei ha sostenuto che non sarebbe un motivo valido per escludere lo tsunami. Ebbene la pensa ancora così?
PHOINIX
Caro Phoinix,
lei ogni tanto si avvita sui suoi ragionamenti e da l’impressione di “piantarsi” come un computer che riceve troppi input contemporaneamente, ogni tanto provi a riavviarsi!
Lei continua a citare delle eccezioni che io avevo (chiaramente) messo in conto alla voce –circostanze “fortunate”- (se vuole all’esempio grotte posso aggiungere quello dei terreni particolarmente alcalini). Comunque l’argomento è anche interessante, se ha voglia faccia le sue verifiche, se no continui pure ad avvitarsi.
Saluti
Pietro Murru
PS
Non si offenda se le ho dato del computer!
Io dovrei fare le mie verifiche???
Ma le faccia lei le verifiche, che ne ha bisogno per poter parlare di archeologia.
Io non mi avvito proprio su nulla, tutt'al più cerco si srotolare l'immane matassa di fesserie che tentate ogni giorno di ingarbugliare sempre più.
PHOINIX
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