giovedì 17 dicembre 2009

Buon Natale da Teti: NuR Hē ’AK Hē ’ABa Hē


di Gigi Sanna

Non è certo bella da vedersi ma è… bellissima. Conta poco la forma grezza ed il ‘vile’ materiale. E’ anche commovente, se si vuole, perché ha perso il pennone, il disco solare e la colombella, parte delle fiancate, la protome del toro o del cervide. Quasi tutto. Un ‘relitto’ e basta, dunque. Eppure nel terribile naufragio almeno lo scafo, malconcio, corroso dal tempo e quasi irriconoscibile, ha resistito abbastanza bene; per quel tanto che basta per offrirci, sebbene non subito visibile (a distanza di 3300 anni circa!), un dono straordinario: un aspetto archeologico - documentario incredibile per il valore che esso assume, soprattutto per la cultura di tutti noi Sardi (ma anche, ovviamente, di quelli che Sardi non sono).
Potrei dire, senza tema di sbagliare, che le stesse superbe e nobilissime ‘sorelle’ bronzee, anche le più raffinate ma difficilissime da riportare con dei segni o dei grafemi simbolici fonetici, mai hanno dato così tanto. Né credo mai, io ritengo, lo daranno per quante nel futuro ancora se ne scopriranno.
Di cosa parliamo? Di un oggetto di cui, praticamente, non si sa nulla. Parliamo della navicella nuragica in ceramica rinvenuta in Teti (in S’Urbale?) diversi anni fa (quanti?), quella di cui mi avevano parlato (con sussurri e con circospezione), non poche volte, certe persone (anche in una conferenza tenuta ad Abbasanta nel 2005) e della quale hanno preso, quasi subito, a girare non poche fotografie. In genere non troppo nitide , tanto che era molto difficile vedervi quei segni che poi, di persona e con dei testimoni, ho potuto vedere, esaminare nei più piccoli dettagli e, direi, ammirare nello stesso luogo deputato a tutelare e valorizzare, localmente, il patrimonio archeologico.

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58 commenti:

Franco Laner ha detto...

Prima che a tutti noi, il regalo di Natale, promesso, te lo sei fatto a te, poichè immagino la tua soddisfazione, più che legittima!
Di primo acchitto, mi pare sensazionale! Poi scattano subito le considerazioni La curiosità su cosa dice la scritta. Poi, visto che per me è la prima volta che sento che esistono navicelle fittili, avrei un pò di timore a ragionare su un unico reperto di questo tipo. Non tanto, un poco e soprattutto -vedi come sono ignorante- perché non mi pare che sulle navicelle bronzee ci siano scritte, anche se sono cariche di simboli. Poi, visto il tuo lucido ragionamento sulla "sottrazione" di reperti, penso che nei sotterranei delle soprintendenze ci sia dell'altro, molto altro!
Ancora la mia ignoranza. Quando dici di Teti, si intende la cittadina del Mandrolisai, non monte Teti che è vicino al mare? Meglio se è nel profondo della Sardegna!
Ora devo uscire, leggerò con maggior attenzione e tornerò alla carica. Inutile però dirti che la cosa mi fa molto felice. Ho solo bisogno di riflettere per giustificare questa vera soddisfazione!
Franco

Pierluigi Montalbano ha detto...

Caro Franco, Ugas a Villanovafranca ne ha portato alla luce un migliaio. Sono esposte al museo locale e puoi anche toccarle con mano perché c'è una sezione tattile dedicata ai non vedenti.

Anonimo ha detto...

secondo Ugas ( a su Mulinu di Villanovafranca) le si inizia a deporre dall'età del Ferro.
Sul punto 1) di Gigi, vorrei dire che se si riesce a datare quella navicella , la data vale solo per lei e non per tutte le altre.
Ovviamente datarla è importante, non tanto per capire l'arco cronologico complessivo (per capire il quale ci vuole una maggiore ampiezza di campionamento)ma il periodo a cui risalgono quei grafemi.
Aggiungo che secondo il quadro storico che ho delineato in Archeologia del Paesaggio Nuragico (e credo anche in quello che ha delineato Massimo Pittau) non ci sarebbe da stupirsi di ritrovare in Sardegna materiale epigrafico realizzati (secondo modelli scrittori presenti nel mediterraneo orientale) a partire dal 1340 a.C.
Una attestazione in tempi precedenti, comporterebbe la sua rivisitazione.
Aggiungo che non entro, perchè non ho gli strumenti per entrare nel merito delle interpretazioni di Gigi Sanna o di altri suoi critici (a favore o contro che siano).

Mauro Peppino


PS un mio amico antropologo pensa che il pozzo di Santa Cristina sia stato costruito da qualcuno che utilizzava un alfabeto di 22 lettere. ti torrada?

Mirko Zaru ha detto...

E si Gigi, la prossima volta che vai a Teti, chiedi in giro, Ti parleranno di una navicella con un'iscrizione, e, elemento straordinario, i remi.
Addirittura conosco un altra persona che ne trovò una terza, senza iscrizione, ma fatta proprio come le navicelle bronzee, a Nughedu Santa Vittoria... molto intelligentemente, la diede al figlio di 6 anni per giocare... immagina solo che fine ha fatto!
Segada e fulliada!

Si, le navicelle fittili esistono, e ce ne sono anche parecchie, come ti hanno anticipato.

Comunque, il problema è che queste navicelle non sono nuragiche, come non lo sono i bronzetti, i pozzi sacri, le capanne lustrali, ecc!
Sono tutti elementi del periodo del ferro. Propri, di una popolazione che vede scambi commerciali in tutto il mediterraneo e influenze stilistiche.
Continuo a pensare che chi ha costruito i nuraghi, i nuragici, non avessero scrittura e che esiste un errore di cronologia in generale, che viene dal "lilliano".
Da che scavo archeologico viene il reperto? Da S'urbale? Dove posso trovare riferimenti bibliografici?

Cordialmente
Big Boy Zaru!
:D

Pierluigi Montalbano ha detto...

Un paio di riflessioni per animare la discussione:

1) Ugas ha datato le navicelle di Villanovafranca a partire dal Bronzo Recente e non dal Ferro.

2) La navicella nella foto è databile attraverso il contesto?

3) I segni grafici in Sardegna sono precedenti il 1340! Nei lingotti ox-hide ritrovati (ad esempio quello a bracci corti di Nuragus) abbiamo i segni (forse ponderali oppure il marchio di fabbricazione) in lineare sillabico A cretese e B miceneo. Gigi è sulla buona strada, spero tanto che continui con successo le sue indagini: la scrittura nuragica quindi c'era!...si tratta di capirne l'evoluzione.

4) Almeno una navicella in bronzo (anche se probabilmente sono 2 una delle quali è misteriosamente sparita dopo essere stata pubblicata) riporta segni sul fondo e nel bordo. Gigi la conosce bene. L'abbiamo esaminata insieme (anche se solo dalla foto) ognuno nel proprio studio.

Pierluigi Montalbano ha detto...

Mentre scrivevo mi ha preceduto Mirko ma mi pare di aver capito (nello scambio di post avvenuto fra noi nei mesi precedenti) che la sua datazione di inizio Ferro sia abbastanza differente da quella tradizionale assegnata per l'occidente. Sbaglio Mirko? Mi pare di ricordare che la fai risalire di circa due secoli.

Anonimo ha detto...

Caro Montalbano,
considerato che Ugas come il suo Maestro Lilliu dicono tutto e poi anche il contrario di tutto, in che libro e a che pag. colloca le navicelle nel bronzo recente?
Io ero fermo al fatto che secondo Ugas l'antica fortezza di Su Mulinu viene trasformata in tempio nell'eta del ferro. e nel sacello votivo si iniziano a deporre navicelle ceramiche votive e poi lucerne sino in epoca romana.
Se in altra parte ha scritto che la costruzione delle navicelle votive inizia nel Bronzo recente va in contraddizione con il suo ragionamento della sacralizzazione del nuraghe nell'età del Ferro .
Ovviamente faccio parte di coloro che pensano che i nuraghi non sono mai stati fortezze.
Se mi puoi comunicare con esattezza dove Ugas parla delle navicelle nel Bronzo recente mi fai cosa gradita.

Mauro Peppino

Sui lingotti ox-hide di tutto il Mediterraneo lo sanno anche i bambini che li hanno fabbricati a Cipro.

Pierluigi Montalbano ha detto...

Le datazioni vanno a risalire, come ben sai, e il Ferro (come inizia a far notare qualcuno) era già conosciuto prima dei tempi canonici quindi, man mano che i ritrovamenti aprono nuove ipotesi, ci si avvia a retrodatare di un secolo il suo inizio anche in Occidente.
Mi pare che Ugas abbia scritto sulle navicelle di Su Mulinu intorno al 1989-90, quindi 20 anni fa. Recentemente ho partecipato a qualche convegno nel quale si è parlato delle navicelle (come sai mi interessano particolarmente) e la sua ipotesi di utilizzo come lucerne e non solo come oggetto votivo può ben farne retrodatare l'utilizzo. Diciamo intorno al XI a.C. così inizio ad indicarti qual è il pensiero attuale.

zuannefrantziscu ha detto...

Cara Aba
sono sull'orlo della crisi di nervi. Temo che ancora una volta finirà che piano piano si scivolerà verso discussioni su altro che non riguarda la straordinaria scoperta di Gigi Sanna.
Sull'età della e delle navicelle, sulla loro nuragicità o no, per esempio, e non sulla scoperta in sé. E dire che basterebbe così poco: basterebbe far esaminare questa navicella di Teti (Teti sui monti, non vicino al mare).
Così si scoprirebbe, ad esempio, che c'era chi in età del ferro si dilettava a scrivere in protosinaitico o, al contrario, che quella navicella è contemporanea all'uso del protosinaitico.
So che non finirebbe qui: qualcuno rimprovererà i tecnici del laboratorio di analisi di aver sbagliato; un altro dirà quelle non sono scritte ma decorazioni; altri ancora...
Tu lo sai, è stato deciso che i nuragici non scrivevano e, dunque, se quelle sono davvero iscrizioni, vuol dire che non sono nuragiche e se anche avessero trovato la navicella incastonata in un nuraghe, si direbbe che ce l'hanno messa di proposito per ingannare e se anche si dimostrasse di no, ci sarebbe ancora il principe degli argomenti: si vede che è falsa perché, si sa, i nuragici non scrivenano.
Tue nara semper chi nono, de su nono non si tinghet paperi.

Anonimo ha detto...

Montalbano non scivolare via!
Ho asserito che Ugas ha scritto quelle di Su mulinu le mette alleta del ferro,
Tu hai ribadito che le indica nel Bronzo Recente, non mi stupirebbe che Ugas si si sia contraddetto,
Prima ti ho chiesto di indicarmi il numero di pagina del libro in cui secondo te le mette al Bronzo Recente, sai dove l'ha scrtto o ti pare di averlo solo sentito?
Comunque la tua osservazione è una buona occasione per recarmi a rivisitare il museo di Villanovafranca che dista solo 20 minuti da casa!
Mauro Peppino

Anonimo ha detto...

Caro Zuanne Franciscu, cara Aba

e chi ha detto che quella di Teti non è un eccezionale riscontro?

Lo stesso Gigi mi pare sollecita una datazione, sono d'accordo col suo sollecito, per ora acontentiamoci della cronologia a cui gli archeologi fanno risalire la tipologia del reperto.
non chiedetemi cosa c'è scritto, perchè a malapena so scrivere l'italiano!
Mauro Peppino

Anonimo ha detto...

Parliamo della iscrizione che anche un bambino riconoscerebbe? sul fondo non si vede un bel nulla o meglio si vedo delle linee oblique, e la tentata ricostruzione con una lettera BETA è assolutamente inaccettabile, fatemi vedere un'altra qualsiasi foto dove si veda BENE la lettera Beta e non avrò difficoltà ad accettarla. Nella foto principale, mi spiace ammetterlo ma così, di primo acchitto, ci vedo lettere latine I B C. Però siccome sono corretto mi prendo un pò di tempo per leggere bene cosa ci vede Gigi Sanna e poi non mancherò di commentare.
Altri potranno fare lo stesso, naturalmente, anzi lo facciano!
PHOINIX

Anonimo ha detto...

NOooo Il pugnaletto ad elsa gammata no! Per favore Sanna...
Già iniziamo male...
PHOINIX

giorgio cannas ha detto...

Caro Zaru, è certo una cosa strana che a rispondere immediatamente sia lei. Con quali titoli poi di epigrafista o archeologo? Non sarebbe meglio che si pronunciassero di 'diritto' Stiglitz, Usai e gli altri egregi anonimi? E poi, non sarebbe bene che il coccio di cui sa il prof. Pettinato e il prof. Zucca, scritto in caratteri cuneiformi ( sicuramente ugaritici) vedesse finalmente la luce dopo oltre trent'anni? In quale cassaforte di quale museo si trova? Anche il coccio di Villanova Franca ( così si dice)potrebbe essere datato con la termoluminescenza e anche i cunei potrebbero permettere la datazione del reperto. Vorremmo una risposta, prego.

Pierluigi Montalbano ha detto...

Non si è contraddetto, mi sembra di aver spiegato chiaramente che le datazioni vengono arretrate man mano che gli scavi procedono e ci si trova davanti a nuove possibilità di comparazione. Nel 1800 i nuraghe erano 500 e qualcuno pensava fossero medievali, la ricerca consente di avere un quadro sempre più preciso. Ugas sostiene che le navicelle fittili precedono quelle bronzee, e che l'utilizzo cultuale si affianca a quello di lucerne. La bibliografia è Ugas-Paderi, 1990, Persistenze rituali e cultuali nel sacello del vano E di Su Mulinu, in l'Africa Romana, pp 475-786 e in Ugas. 1990, Il sacello del vano E nella fortezza di Su Mulinu, in scienze dell'antichità, N° 3-4, pp 551-573 Recentemente Ugas ha rialzato di un secolo le datazioni di quei testi ma non posso citarti bibliografia perché ignoro se l'abbia riportato negli atti di qualche convegno o in qualche pubblicazione che ho letto ma non ho più sottomano. Bisognerebbe chiedere direttamente a lui. Ti prometto che alla prima occasione di incontro glielo chiedo e te lo comunico. Al museo sostengopno che le navicelle sono circa 2000 mentre Ugas dice di averne scavate meno di un migliaio, evidentemente gli scavi sono continuati senza di lui, oppure ha scavato dopo il 1990 e non ha pubblicato.

Anonimo ha detto...

phoenix,inizia la provocazione alla rissa,metta da parte ogni cosa e commenti,se può quanto letto.

Andrea Brundu

Anonimo ha detto...

Caro Phoinix, Gigi Sanna non mi convince per nulla quando replica con toni accesi ( ma vedo che a ciò spesso lo trascinano per i capelli)e qualche volta qualche dubbio su quello che scrive ce l'ho anch'io. Però come si fa a non vedere quei segni! Lei è proprio prevenuto! E come potrebbero essere latini! C'è un pugnaletto nuragico ( evidentissimo) che messo com'è tra gli altri segni ha evidente valore fonetico. questo mi sembra lapalissiano. Mi ha deluso, Phoinix. E ho capito in fondo perchè Gigi Sanna con lei fa cli-clic.
Comunque resta un interrogativo che giro a tutti: perchè la navicella è stata riconosciuta scritta ed è stata 'imboscata'? Perchè prinma era esposta e poi è stata messa in cassaforte?

Anonimo ha detto...

Ho la netta sensazione che Gigi Sanna abbia, con questo articolo, messo davvero al muro i presuntuosi e gli scettici. Gli archeologi finalmente dovranno pronunciarsi! Certo anch'io vedo bene il pugnaletto. E lo Zain, che è lo zeta mi pare, è proprio quello delle tavolette di Zricotu e di Is Loccis Santus. Guardatevi il testo riportato dal prof. Atzeni!
Che cos'è questa questione del coccio nuragico scritto in cuneiforme? Qualcuno saprebbe dirmi qualcosa?
P.P.

Anonimo ha detto...

Mi pareva strano che Mirko Zaru non fosse ancora approdato in questo blog, dopo i suoi trascorsi in altri. Comunque Zaru forse non si intende di epigrafia, ma è sicuramente un esperto di graffiti che risalgono al 2000 d.c.
Nuragix

Mirko Zaru ha detto...

Parole Sante NURAGIX

Mirko Zaru ha detto...

Si crocifiggetemi...

"Perdonali padre perchè loro non sanno quel che dicono"

Mirko Zaru ha detto...

"proto-sinaitici e proto-cananei, e quei segni che invece non lo sono ma sono squisitamente "Sardi", bene lei cosa dice di quei segni? isoli il dato, pensi di non sapere nulla di Nuragici, Fenici o quanto altro "
Cioè signora Aba Losa dovrei fare come lei :D

piero ha detto...

x l'anonimo "P.P."

anch'io ho sentito tempo fà di questa storia, un coccio scritto in cuneiforme poi finito in mano della sopraintendenza, in seguito il silenzio totale, che perdura tutt'ora, la provenienza del coccio sembra essere Ozieri, lei ne era a conoscenza?

saluti e auguri,buone feste

Mirko Zaru ha detto...

Signor Cannas...
ma chi si crede di essere?
Per me potrebbe essere anche il più grande esperto di qualsiasi cosa...
Ma mi permetta di dire che non ho mai sentito una idea o un commento che dimostri un qualcosa firmato da lei.

Cordialmente
Mirko Zaru

Anonimo ha detto...

alberto areddu:

non mi pronuncio sul ritrovamento (che non pare neanche recentissimo), vorrei solo ribadire che fintantoché saranno ritrovamenti spaiati la scienza ufficiale resterà scettica non in ragione del fatto che ci possano esser stati tentativi di scrittura ma sia sulla loro interpretazione sia sulla bontà del reperto. Le grandi scoperte che testimoniano l'esistenza di una scrittura e quindi di un linguaggio scritto, sono spesso concentrate in pochi luoghi (o di culto o magazzini dove si accumulavano beni), qui siamo al contrario difronte a una scrittura (o scritture) epidermicamente diffuse e diversificate, a petto di nessun deposito-archivio di tavolette mai trovato. Per il versante linguistico, siamo poi alle acrobazie, la grafia sarebbe paleosemitica,i contenuti (ma ciò non sempre)indoeuropei. Se andiamo però a vedere se le interpretazioni date, rispettino i canoni riguardanti la ricostruzione di tale lingua indoeuropea, Sanna sbriga la questione invocando altre procedure rispetto a quelle tradizionali, e gigi-oneggia su parole che qualsiasi linguista mai potrebbe prendere seriamente a base o tipo ricostruttivo. Indi...

Anonimo ha detto...

Se si può chiedere, ci sono altre foto del reperto ? Si possono avere più informazioni sul ritrovamento ? Si può spiegare il titolo del post che immagino strettamente correlato ai segni incisi ? Ribadisco se si può chiedere, sennò va bene anche un al momento non si può chiedere. Un'ultima cosa, vista la presenza di molti nuragici qui, per Teti era sufficiente dire quel Teti di Abìni, si proprio quel villaggio con pozzo, e bronzi e spade, suvvìa non c'è neanche bisogno di dirlo.
anonimar
P.S. il reperto è mooolto interessante

zfrantziscu ha detto...

@ anonimar
Sul titolo le rispondo io: non so che cosa significhi la scritta e spero che l'autore dell'articolo ce lo dirà.
Perché Abini? Potrebbe essere S'Urbale che sempre a Teti è.

Anonimo ha detto...

sulle navicelle di su Mulinu di VillanovaFranca,

"Grazie" alle "devianti" informazioni di Montalbano , sono andato a rivisitarlo.
Confermo che risalgono (fino a prova contaria ) all'età del Ferro, in epoca punica e poi romana al posto di navicelle fittili depongono lucerne.

Mauro Peppino

PS: Caro Montalbano se nel tuo libro hai scritto che risalgono del Bronzo Recente ricordati di fare una errata corrige. Dal che avrai dedotto che il tuo non l'ho letto, in privato di dirò perchè la lettura del tuo libro non mi è riuscito di portarla a termine.

Anonimo ha detto...

Caro Z.F. e gli altri
Ma il cielo è sempre più blu, na.. na .. na….na chi gioca a Sanremo- chi vince un miliardo – chi và a porta pia- chi porta gli occhiali – chi ha scarsa memoria - chi scrive in fenicio- chi scrive in cannaneo- chi scrive in nuragico – chi ha scarsa memoria - chi nega e rinnega
e bravo Gigi Sanna - Ma il cielo è sempre più blu, na... na... na….

Anonimo ha detto...

Cara Aba,
condivido appieno quanto dici per il nascondimento di quel reperto.
Sai che vi è una legge (non so bene quale scusate, il mio è un sentito dire in ambito archeologico) che prevede che un archeologo possa conservare un reperto per tempi lunghissimi adducendo motivi di studio, proibendone lo studio agli altri!
Questa è l'Italia! Forse, sotto la spinta di questo sentimento di umiliazione potrebbe partire una proposta di legge che impone che gli oggetti rinvenuti in uno scavo siano messi a disposizione di chiunque abbia dato prova di avere passione per la ricerca.

Mauro Peppino

PS sulla decifrazione non pretendere risposte impossibili non esiste in Sardegna gente che conosce la scrittura a cui ti riferisci.
Se esistessero la querelle sarebbe già risolta

Marcello Lampis ha detto...

ma perchè non vengono esposte al pubblico tutte queste meraviglie?il periodo nuragico deve continuare ad esser considerato cavernicolo come vogliono in molti?
ua zaccada e zirogna a spabadura a ki cuada is cosasa!

Giorgio Cannas ha detto...

Ormai con tanti reperti sulla scrittura nuragica che vengono alla luce, per cui tutti li possono studiare, è facile farne la traduzione. Tanto più per come prof. Sanna li espone, con certosina precisione, commenti, riferimenti, tabelle comparative ed altro. Anche questa ripete la reiterata dicitura nuragica riferita alla sfera sacra della Loro divinità ternaria. Io l'ho già trdotta
Giorgio Cannas

Anonimo ha detto...

Francu Pilloni scrive:

Sono molto contento che Gigi abbia avuto l'opportunità di leggere ciò che fu scritto su qualcosa che è un reperto ufficiale il quale, almeno sino ad ora, falso non potrebbe essere dichiarato.
Falso no, ma neanche scritto, ha già detto qualcuno, o solo scribacchiato con qualche lettera latina come il famoso (o famigerato, visto che non si trova più) brassard di Locci Santus, datato dall'archeologo al XIV secolo a.C., ma scritto con evidenti lettere latine (sic!).
Chissà se questi segni, se non sono punti e virgole, qualcuno non li possa interpretare più prosaicamente come degli 1, X, 2, segni caratteristici di un gioco a pronostico per le giostre medioevali, o magari per le gare di istrumpas o della morra paesana?
Per me che sono maestro di scuola, memore degli inizi con le scuole popolari, i segni sono chiarissimi: Lui è luce; lui è toro; lui è babbai. E se così non fosse, di certo gli assomiglia.
Mi sono esposto come traduttore per fare una favore alla signora Losi, perché non creda che quel 'ABa finale, in qualche modo indichi lei, Aba: sbagliato, perché noi Babbai lo scriviamo oggi con due B ma da sempre lo pronunciamo con tre B!
Quanto a Ugas (seppure non sia sicuro che gradisca un avvocato difensore come me), a gennaio di quest'anno a Cagliari, in una conferenza in cui si parlò anche della Stele di Nora da parte di uno studioso francese, Giovanni Ugas appunto, dopo aver parlato dei vari segni impressi nei reperti trovati in Sardegna (fra i quali molti lingotti di piombo a pelle di bue), riassunse in un'ultima diapositiva tutti i segni esaminati, commentandola con una battuta che non voleva far ridere nessuno: A vederli così tutti questi segni, si potrebbe pensare ad un alfabeto. Io credo che non si andrebbe fuori strada di molto.
Naturalmente ho citato a memoria, ma la cosa mi impressionò moltissimo, visto che avevo seguito la polemica tra Ugas medesimo e il compianto Gianni Atzori a proposito delle tavolette di Tzricotu. Polemica espressa sulle pagine di Paraulas, la rivista che fa da sfondo al reperto nella prima foto, proprio nel numero in cui fu pubblicato l'articolo dello studioso corso sulla Stele di Nora.
Questo lo dico per mera curiosità.
E chi non avrà gradito gli auguri di Gigi Sanna, se ne faccia una ragione.
Io li contraccambio. Auguri Gigi.

Anonimo ha detto...

Il reperto potrebbe essere più antico,comunque,già con la sua datazione risulta assai arcaico.
La scritta è eccezionale,e si inquadra proprio in un contesto religioso.Potremo desumere,che,anche le navicelle bronzee fossero parimenti inquadrabili.Imbarcazioni sacre.Sicuramente,come ho accennato in altro post,vi è una simbologia sacra insita nella stessa imbarcazione.

Andrea Brundu

Giorgio Cannas ha detto...

Caro Areddu, anche lei si mette nell'oceano del ridicolo? Il prof.Sanna durante il corso di epigrafia nuragica di Oristano, tra l'altro, ci ha spiegato che i pochi documenti protosinaitici e quelli protocananei si caratterizzano per essere sparsi un po' qua e un po' la , spesso a centinaia, se non migliaia di chilometri, l'uno dall'altro. sa dove si trova Wadi -el Holl? E dove si trova Lachish? E har -Karkom? Può contestarlo questo? Nessun ripostiglio da noi in Sardegna, in quanto si tratta prevalentemente di iscrizioni legate al culto e al tempio nuraghe. Le tavolette di Tzricottu però, i sigilli cerimoniali dei 'Padri' sardi, studiati in Sardoa Grammata, sono stati trovati tutti assieme. E stando a quello che aveva detto il dott.R.Zucca in Ghilarza per la presentazione del libro di Gianni Atzori e di Gigi Sanna, dove sono stati in centinaia a sentirlo!, le quattro tavolette sicuramente dovevano essere molte, ma molte di più.
Sulla questione 'linguistica' non dico nulla, perchè poco ne so, se non quel poco che ho imparato durante il corso.Però con umiltà domando a lei. cosa ne pensa del 'dhe' indoeuropeo come complemento di specificazione che il prof.Sanna ci fa vedere anche nella barchetta di Teti? E' forse romano o medioevale? O albanese?

Mirko Zaru ha detto...

ma perchè non vengono esposte al pubblico tutte queste meraviglie?il periodo nuragico deve continuare ad esser considerato cavernicolo come vogliono in molti?
ua zaccada e zirogna a spabadura a ki cuada is cosasa!


Il periodo nuragico cavernicolo?
Io non so dove abbia letto una cosa del genere. Stia pur tranquillo signor Lampis, è un dato di fatto che i nuragici non fossero cavernicoli!
Io, mi sono sempre battuto affinché ci si renda conto che il nuragico, ad in un certo punto della storia, lo si voglia o no, finisce!
Io, nel mio piccolo, da Big Boy, come mi definisce il Sanna, continuerò a pensare che la fine del megalitismo, in Sardegna, sia avvenuta prima della padronanza della scrittura. E' tutto un gioco di cronologie e periodi storici,
che farsano lo scenario della Sardegna preistorica.
Basti pensare che quei villaggi addossati ai nuraghes sono edificati con i conci di spoglio dei medesimi.
E che i villaggi in cui si sono ritrovate tutte, vere o false che siano, le iscrizioni attribuite da Sanna al nuragico, sono del periodo del ferro. Una periodo in cui i nuraghes non si edificano più, e in Sardegna c'è gente di ogni dove.
La scrittura come "autoctona" e quindi NURAGICA per me, continua ancora a non esistere.

Spero, finalmente di aver chiarito il mio punto di vista in modo un pò più serio, i momenti sono maturi per esserne coscienti!

Anonimo ha detto...

Caro Zaru, dato l'indiscutibile reperto di Teti e tutti gli altri che conosciamo forse sarebbe meglio dire: 'i tempi sono maturi per essere meno incoscienti'. O, se vuoi,meno ridicoli.

Anonimo ha detto...

In un periodo storico si nota che molti nuraghi furono abbandonati, smantellati(Contu 1981),solo in alcuni casi si assiste a rimaneggiamenti(Lo Schiavo 1984; Lilliu 1982,1988).Questo sembra accadere al termine del Bronzo finale,prima Età del Ferro.In un periodo non precisamente definibile che oscilla tra inizio corso e termine dei secoli XIII-XII oppure XI-X a. C..Pressapoco in questo periodo varia anche le forma di sepoltura,le forme collettive sono sostituite da quelle individuali(Manca 1990-1991- 1995-1996;Badas 2001).Molti nuraghi vengono abbandonati (Lilliu-Zucca 1988;Ugas 1989;Santoni 2001;A.Usai 1988;M.L.Ferrarese Ceruti 1997;Tronchetti 1997).Alcuni crollarono (Tore 1984)o furono smantellati,con il recupero dei conci(Atzeni 2001).Solo in seguito avviene il ripopolamento(Acquaro e Finzi 1986).
Siccome questo avviene assai dopo,dell'era nuragica vera e propria,ci viene spontaneo domandarci chi fossero allora questi nuragici e perche "lasciarono"?Nuraghi templi di Ilu,Yahweh,Dio Padre?Torri della luce?In che occasioni la luce vi entrava?Ho visto quella bellissima foto dell'articolo di archeoastronomia,che dovrebbe farci riflettere.Intanto voglio invogliarvi a leggere questo passo biblico:"TORRE POSSENTE E'IL NOME DEL SIGNORE,IL GIUSTO VI SI RIFUGIA ED E'AL SICURO (Prov.18;10)".

Andrea Brundu

Marcello Lampis ha detto...

Anonimo Mirko Zaru ha detto...



Il periodo nuragico cavernicolo?
Io non so dove abbia letto una cosa del genere. Stia pur tranquillo signor Lampis, è un dato di fatto che i nuragici non fossero cavernicoli!
Io, mi sono sempre battuto affinché ci si renda conto che il nuragico, ad in un certo punto della storia, lo si voglia o no, finisce!
Io, nel mio piccolo, da Big Boy, come mi definisce il Sanna, continuerò a pensare che la fine del megalitismo, in Sardegna, sia avvenuta prima della padronanza della scrittura. E' tutto un gioco di cronologie e periodi storici,
che farsano lo scenario della Sardegna preistorica.
Basti pensare che quei villaggi addossati ai nuraghes sono edificati con i conci di spoglio dei medesimi.
E che i villaggi in cui si sono ritrovate tutte, vere o false che siano, le iscrizioni attribuite da Sanna al nuragico, sono del periodo del ferro. Una periodo in cui i nuraghes non si edificano più, e in Sardegna c'è gente di ogni dove.
La scrittura come "autoctona" e quindi NURAGICA per me, continua ancora a non esistere.

Spero, finalmente di aver chiarito il mio punto di vista in modo un pò più serio, i momenti sono maturi per esserne coscienti!

buon giorno signor Zaru,il mio cavernicolo era uno sfogo per dire che viene valutata da molti come una cultura arretrata di ammucchiatori di pietre,un popolo di pastori che si sgozzavano l'un l'altro a dirla in lilliuesco.
Sul fatto della separazione della cultura nuragica da un'altra cultura che ha invaso la sardegna possiamo discuterne dal campaniforme probabilmente si è passati all'edificare i nuraghi per circa 800-1000 anni,poi boh finito basta SPACCIAU!!!perchè?poi iniziano a comparire bronzetti pozzi sacri e compagnia bella,perchè?perchè in sardegna,nel mediterraneo occidentale quindi "attesu meda" nella lingua dei sardi è strapieno di termini arcaici sumero akkadici?perchè?
anche a me frulla nei neuroni da tempo l'idea che è arrivata altra gente da oriente a colonizzare la sardinia,gente che con il bronzo ci sapeva fare,sapeva piegare o farsi accettare da un'altra cultura,molto probabilmente integrandosi completamente in una terra che riteneva sacra
NuR Hē ’AK Hē ’ABa Hē
"Lui è luce; lui è toro; lui è babbai"
Marcello Lampis

Anonimo ha detto...

Signor Lampis non sarà forse il contrario?

Andrea Brundu

Anonimo ha detto...

Francu Pilloni scrive:

Per la signora Aba.
Qualcuno le ha detto che il suo nome Aba, pronunciato con la b debole, in sardo significa Ava?
Se la Gardner fosse vissuta in Sardegna, l'avremmo conosciuta come Aba Gardner. Ma non funziona allo stesso modo per tutti i nomi: per esempio, Eva non diventa Eba; per rispetto alla prima donna, visto che eba è troppo vicino a ebba che significa cavalla.
Ma è bello sapere che Nanna era il nome della divinità lunare presso Sumer, mentre da noi Nannai, in Marmilla significa nonno, ma in altre parti significa nonna. Nonna Luna, dunque, per i Sardi.
Credo che un giorno o l'altro sarà presa da curiosità e imparerà la nostra lingua. In fondo, per chi sa di sumerico e accadico, non risulterà neppure troppo difficile.
Con i miei auguri.

per Zaru.

Ho parlato qui del nuraghe Carcina di Orroli, un nuraghe con due torri e il villaggio intorno. Se uno sale in cima a ciò che rimane delle torri e vede la pianta delle capanne, mai crederebbe che le capanne siano costruite con i massi di spoglio delle torri: le capanne appaiono come un normale muro a secco, di quelli che ancora oggi si costruiscono senza lavorare minimamente le pietre, ma adattandole le une con le altre. Inoltre la differenza della grossezza delle pietre delle torri con quelle delle capanne la nota anche un cieco.
Io non sono un archeologo e neppure uno studioso dilettante, ma nessuno m'impringiat a fabas, quando ho occhi per vedere.

Anonimo ha detto...

[quote]zfrantziscu ha detto...
@ anonimar
Sul titolo le rispondo io: non so che cosa significhi la scritta e spero che l'autore dell'articolo ce lo dirà.
Perché Abini? Potrebbe essere S'Urbale che sempre a Teti è.[/quote]
Scusi Pintore, volevo solo rispondere alla richiesta del Prof.Laner. Senza nulla togliere a S'Urbàle ma Teti tra i nuragici fa pensare subito ad Abìni, visto quello che rappresentano i ritrovamenti bronzei e il pozzo (quello che ne rimane) di eccezionale fattura. Badi che pozzo e bronzi li metto nel nuragico così faccio capire che non sono compagna di merende di Zaru. Non volevo certo dire che il ritrovamento del reperto in discussione provenga da Abìni, sulla provenienza mi pare che anche il Prof.Sanna abbia posto un interrogativo.
anonimar

Anonimo ha detto...
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zuannefrantziscu ha detto...

All'autore cassato
non le posso consentire di usare quegli aggettivi e quegli avverbi. Mai

Anonimo ha detto...

Non c'è problema: "vanesio" è un'offesa in codesto blog: bene ho appreso qualche cosa di nuovo

Anonimo ha detto...

Aggiungerei un altro aggettivo "presenzialista"; bene: anche questo aggettivo da oggi sarà elinimato dal mio vocabolario

zuannefrantziscu ha detto...

Non faccia il furbetto. Non si tratta di aggettivare qualcuno vanesio o presidenzialista, ma dell'uso di avverbi come "mafiosamente" e dell'insulto portato a chi, nominato per nome e cognome, secondo lei interviene "semplicemente per farsi bello in pubblico, amando intervenire anche sulle non-scientificità altrui (ché questo lui pensa),giacché crede che comunque ne venga qualcosa di riflesso anche a lui". Questo non aggiungeva alcunché al suo intervento.

Anonimo ha detto...

il cesnurato:

scusi, non sarebbe meglio rimettere il pezzo e far giudicare ai lettori del blog?

zuannefrantziscu ha detto...

Già una volta ho dovuto ritirare un suo articolo e commenti annessi perché minacciato di denuncia per diffamazione. Lei pensa che le questioni penali siano sottoponibili a sondaggi in un blog?
E per cosa, poi, per una semplice incontinenza verbale?

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Unknown ha detto...

Ma per Carità! si può superare tutto: i toni astiosi, l'arroganza pseudo cattedratica, la politica malposta infiltrata nel culturalismo, gli intellettuali chic e gli adepti del Culto, i Trolls ed i Groupies.. Ma la bestemmia, no, Pintore!
Ora, davvero, Basta!

Maurizio Feo

Pierluigi Montalbano ha detto...

Mi associo, sono disgustato.

Mirko Zaru ha detto...

Io non sono religioso, ma questo è davvero troppo e sinceramente non mi sento neanche di continuare discussioni dove ci sono persone che arrivano a questi livelli di infantilismo.
Credevo che in questo Blog si parlasse di archeologia ecc.. mai mi sarei aspettato di far parte di un così basso livello di educazione.
Si può scherzare, usare toni accesi, ma questo è da carogne... si cerca di abbattere il livello della discussione...

Certo che la polizia, in questo ci vorrebbe proprio, poco ci metterebbe a trovare l'audace autore.
Se fossi in Pintore agirei di conseguenza.

zuannefrantziscu ha detto...

@ Zaeu
Purtroppo anche io dormo, mangio, frequento persone non virtuali e non sempre posso intervenire in tempo. Ma ha pienamente ragione ed ho agito di conseguenza: ci mancava solo il vilipendio della religione.
Se continua così, sarò costretto a moderare questo blog e vivrò questo come una sconfitta personale

zuannefrantziscu ha detto...

@ Maurizio
Chiedo scusa anche a te. Vedi la risposta a Zaru (e non Zaeu, naturalmente)

zuannefrantziscu ha detto...

@ Montalbano
Vedi sopra e chiedo scusa anche a te

Anonimo ha detto...

Ma è mai possibile che un reperto considerato e considerabile tanto importante è stato ripreso completamente sfuocato?! Insomma, uno vorrebbe andare a vedere quei segni sul serio, da vicino, vedere i solchi in maniera ravvicinata, osservare il tratto. le irregolarità della ceramica, alcune fratture, la profondità delle incisioni etc etc...e si mette a fuoco il libro sottostante? Era così difficile usare uno sfondo monocromo, e magari scattarne due di foto e magari vedere se sono a fuoco...
Ne risente il giudizio in ogni caso. Se ci sono altre foto, tiratele fuori.
PHOINIX

Anonimo ha detto...

Allora, so che scatenerò un putiferio di ingiurie nei miei riguardi per quello che dirò adesso, ma non mi interessa; come sempre in quel che dirò ci sarà la possibilità di smentirmi, spero che venga utilizzata perché non sono sicurissimo di quel che dirò, per cui ben venga una correzione.
Il segno che dovrebbe "riportare" un pugnaletto cd. ad elsa gammata, a mio avviso non esiste. La superficie della ceramica è caratterizzata da alcune incrostazioni nerastre ed effettivamente da alcuni solchi. Ma, limitatamente al supposto pugnaletto, dovete indicarmi, dopo aver ingrandito la foto, dove sarebbe il solco verticale, nella sua porzione superiore che dovrebbe corrispondere all'impugnatura. Le cose sono due, anzi, tre:
1) Si tira fuori una foto A FUOCO, possibilmente con luce radente e vedremo il tratto-solco, se c'è.
2)Non si tira fuori una foto decente e il dubbio rimarrà.
3)Non si tira fuori una foto decente ma il pugnaletto sarà considerato ugualmente autentico.

Per inciso ricordo ai lettori che questa non è chissà quale pretesa, l'ABC dell'epigrafia lo impone. Qulasiasi presunta iscrizione DEVE SEMPRE essere pubblicata in modo da dare la possibilità ad altri di vedere ciò che realmente vi è rappresentato.Quindi o si fanno le cose per bene, con rigore o non si fanno. Aspetto foducioso foto e smentita, anzi io stesso VE LO ASSICURO, non avrò nessun problema ad accettare la presenza del pugnaletto, ma ne vorrei essere convinto senza preconcetti, non perchéP ce lo vorrei vedere ma perché effettivamente è lì. La foto ingrandita non mostrerebbe alcun solco tra il primo trattino orizzontale in alto e il secondo più in basso.
Naturalmente, almeno per parte mia, se non arriva nessuna foto DECENTE quel pugnaletto è fantasia. Sbugiardatemi! c'è solo un modo: un'altra banalissima fotografia!
Ripeto:nessuna pretesa, si sarebbe dovuta pubblicare una foto a fuoco fin dall'inizio, per cui vi invito ad evitare improperi che io non utlizzo e se volete parliamo del solco. Per non cadere nella soggettività c'è solamente una via. Percorretela. Anzi, chi l'ha pubblicata? Percorrila Sanna, fuori un'altra foto se no acnhe su questo rimarrà il dubbio, non credo che lei voglia questo e neanche io. Mi sembra ragiuonevole, non insulto nessuno, dico solo i dubbi che ho.
Mi raccomando però, nessuna disquisizione di natura epigrafica o lessicale servirà al discorso, solo una foto ci vuole. Arrivera? bene. Non arrivera? Neanche questo documento allora sarà accettato, almeno a mio modo di vedere.
PHOINIX