Un caro amico mi ha inviato un link “a rebus” che porta a una pagina del Ministero dei beni culturali e ad una iniziativa della Soprintendenza archeologica di Cagliari. Ho dovuto penare per capire perché me lo avesse inviato e alla fine, forse, ho capito. Tutto credo stia in questa frase: “In chiusura conferenza del dott. Alessandro Usai 'Nuraghi, magazzini e altro'”.
E ho ricordato. Nel gennaio di quest'anno avevo pubblicato su questo blog un articolo dal titolo: “I silos nuragici di Silvio Berlusconi” che si riferiva ad una castroneria detta a proposito di nuraghi dal presidente del Consiglio in visita al Losa: “A mio parere erano edifici fatti per custodire prodotti, soprattutto prodotti importanti per evitare furti. Erano una sorta di forziere della comunità”. Dicevo anche di aver saputo come quella frase infelice non fosse tutta farina del suo sacco e che qualcuno gli aveva detto come quella dei magazzini era la loro destinazione. Qualcuno cercò anche di corrompermi, con un irresistibile invito a panzare con le lumache di Gesico, per sapere il nome dell'informatore archeologico di Berlusconi. Resistetti e resisto, segnalando solo che non si tratta, per quel che seppi, del dottor Usai, ma di qualcuno gerarchicamente più in alto.
Si era in piena campagna elettorale per le regionali e l'uscita del premier fu grasso che colava sui concorrenti politici e mediatici del candidato Ugo Cappellacci. Renato Soru lo sbeffeggiò dicendo che aveva parlato di nuraghi “in maniera grottesca” e citando quanto Lilliu rispose a Berlusconi: “Sono impressionato dalle dichiarazioni del presidente del Consiglio... mi obbliga a precisare che si tratta di case-fortezza di un grande complesso insediativo”. L'assessore della Cultura restò “perplessa e impressionata, più nella veste di archeologa che in quella di assessore” di quanto detto. Alcune centinaia di articoli e commenti in siti Internet contribuirono a ridicolizzare il “presidente archeologo”.
Eppure, come si legge nel libro di Mauro Peppino Zedda “Archeologia del paesaggio nuragico”, la tesi dei nuraghi anche magazzini girava da molti anni, almeno dal 1995, quando il dottor Alessandro Usai ne scrisse. “Mi sembra chiaro” riporta Mauro Zedda da un saggio di Usai “che molti vani sia principali (camere) sia secondari (nicchie, garritte, cellette, diverticoli, pozzi, cesterne ecc.) potevano essere adoperati come depositi di beni di vario genere (alimentari, materie prime, armi, strumenti, oggetti di prestigio, altri manufatti, ecc.”.
Naturalmente né mi scandalizzo né saprei cosa obiettare. Quel che mi pare doveroso sottolineare è l'uso politico dell'archeologia, alimentato dalla crassa ignoranza degli uomini politici (e dei miei colleghi giornalisti). Ad una parte non è parso vero di servirsi di quella frase per chiamare a raccolta l'indignazione dei sardi; nell'altra parte ha regnato l'imbarazzato silenzio per la “gaffe del Cavaliere sui nuraghi”. L'una parte ha sposato, anche per ragioni di schieramento, le certezze di Giovanni Lilliu sui “nuraghi fortezza”. L'altra parte, ignorando non solo che le certezze di Lilliu sono messe in discussione da altri archeologi ma anche che Usai legittimava quella frase di Silvio, non ha potuto difendere il proprio leader.
È proprio vero: l'utilizzo politico dell'archeologia è una brutta bestia. Anche perché, per farlo, bisognerebbe quanto meno mettere il sedere sulla sedia e studiare. L'utilizzo sarebbe comunque riprovevole, ma almeno si risparmierebbero pessime figure, dall'una parte e dall'altra.
PS – Al mio amico che mi ha spedito il link a rebus: l'ho sciolto?
18 commenti:
Pintore vada a sentire la conferenza piuttosto che cercare tasselli qui e là, così potrà parlare con cognizione di causa delle idee del Dott. Usai.
Mi pare doveroso visto quel che scrive, oltre che istruttivo.
Dunque sfogliano il Blog?
mi fa molto molto piacere, se si firmassero me ne farebbe ancor di più!
all'anonimo delle 13.45
perchè "a sentire la conferenza"? una conferenza risente di questioni legate anche ad impressioni momentanee e passeggere gli scritti mi paiono più attendibili.
Se poi Usai volesse chiarire il suo pensiero in questa sede non sarebbe poi tanto male!
Salvatore Secchi
@ Anonimo sul binario delle 13.45
Che cosa op debba fare o non fare non è suo diritto dirlo. Suo diritto è, semmai, dirmi se ho citato male e pretendere, nel caso, una rettifica
Sono perfettamente d'accordo con te, ZFP: la "politica" ed i suoi esponenti (qualunque essi siano e anche se di Governo) non dovrebbero assolutamente mai tentare di servirsi dell'Archeologia - come anche di altre Scienze ed Arti - a scopi elettorali o comunque strumentali.
Altrimenti si è portati a giudicarli come mezze figure, persone meschine che ricorrono a mezzucci ed espedienti.
A prescindere in ogni modo dal fatto che poi, nella fattispecie, Silvio abbia avuto ragione, oppure torto. Questo in realtà non conta nulla!
La sua è stata sicuramente un'ingerenza indebita in un campo che non gli compete, che non conosce e per cui non ha mai mostrato e non mostra alcun interesse. Ergo, il motivo era - neanche troppo nascostamente - elettorale, come hai fatto notare.
E' vero: la tesi del deposito esisteva ed esiste ancora...
A maggiore ragione la gazzarra che su di essa si è fatta, gli imbarazzi e le prese di posizione sono state quasi altrettanto fuori luogo ed inutili (e preconcette).
Faccio notare "en passant" che non è solo l'Archeologia a subire maltrattamenti ed ignoranza da parte dei nostri rappresentanti di Governo: anche la Medicina subisce il medesimo destino (con la differenza che la Medicina possiede un immediato impatto sociale e presenta istanze di pubblica necessità ed utilità che l'Archeologia non può vantare) .
Tralasciando tutto il resto, quanto sopra dimostra ancora una volta - se ce ne fosse bisogno - che lo "scrigno" con le conoscenze della storia passata resta ancora chiuso, custode ostinato di tutti i suoi splendidi contenuti.
Buon Natale a tutti,
MF
Ma, non farei troppa dietrologia. Quando Berlusconi visitò il Losa, rispose ad una domanda, quasi ovvia, dicendo che per lui erano magazzini. E' una risposta che estende il suo modo di concepire il potere e la ricchezza. Avrebbe risposto così anche Paperone...Ognuno vede ciò che la sua visione del mondo gli concede di vedere. Se si seguono i turisti e si sentono le ipotesi di destinazione, vien fuori di tutto!
Ho spesso detto alle guide di raccogliere le risposte, sarebbe un libro di successo!
Lilliu aveva in mente una società feudataria, elitaria, e da lì è partito. Se pensassimo alla nuragica come società egualitaria, anche i nuraghi prenderebbero un'altra destinazione. E comunque oggi ci accorgiamo, nel processo di globalizzazione, che l'archeologia russa aveva una visione che si basava molto sulle questioni utilitaristiche e materialiste, quella tedesca di tipo idealista, l'americana pragmatica, sperimentale. Queste differenti impostazioni, oggi, stanno producendo forte sinergia in alcuni lavori comuni. Comunque sia la visione del mondo dominante, sia la politica, ha rapporti stretti con molte discipline dello spirito e anche della natura. Oppure qualcuno pensa che la scienza, e soprattutto l'uso della scienza, sia neutro?
Nemmeno l'archeologia si sottrae alla strumentalizzazione. Penso all'uso che il Taramelli, senatore del regno, fece dell'archeologia sarda. Al fascino della contaminazione è difficile, molto difficile sottrarsi e l'archeologia è concubina del passato di un popolo, quindi molto vulnerabile.
Insomma Berlusconi ha fatto un'uscita estemporanea. La meraviglia per me, ma mi pare che di ciò già discutemmo, che nessun sardo presente protestò, ma tutti applaudirono, sia in quel momento, che dopo. Tolto qualche sparuto caso. Il problema vero è che la destinazione del nuraghe non è semplice. Altrimenti sarebbe stata in qualche modo data ed accettata. Dire che è una fortezza, dire che è un forziere, dire che è una reggia, una torre di luce, una tomba, un crematorio ecc. ecc. è totalmente riduttivo, proprio perché ancora non si è capito che tipo di società li abbia espressi. Qui c'è la chiave dell'enigma e l'importanza del libro di Mauro Zedda che non è un libro di archeoastronomia, ma che si interroga soprattutto sulla struttura della società nuragica.
Di questo discuteremo la prossima settimana a Borore!
Un carissimo saluto
Franco
@ Franco Laner
Nessuna dietrologia, ma semplice conoscenza di come funziona la comunicazione di un potente, da Obama al sindaco di una grande città passado dal presidente di un governo. Tutti hanno uno staff che è pagato non solo per dare risposte, ma anche per prevedere le domande.
Sapendo che andava a visitare Losa, è chiaro che Berlusconi abbia chiesto al suo staff di simulare domande possibili e possibili risposte ed è chiaro che lo staff si sia informato di quali fossero le tesi in voga sui nuraghi. Che poi Silvio, fra le tante, abbia ritenuto più congeniale a lui quella merantile, è possibile.
Fatto sta che la tesi dei nuraghi-magazzini è nata qui, in Sardegna. Vista da fuori, la tesi dei nuraghi-fortezza, dei nuraghi-tempio, dei nuraghi-case, dei nuraghi-avamposto di tribù litigiose, l'una vale l'altra.
Essendomi indifferente chi è l'occupante pro tempore di Palazzo Chigi, non trovo particolarmente scandaloso che la scelta sia caduta sui nuraghi-magazzini. Nè che qualcuno lo pensi. Trovo scandaloso che sulla questione si sia montato un pezzo di campagna elettorale, ignorante e bolsa. Che poi una parte dei sardi abbia bevuto la sciocchezza è assolutamente naturale: prova a leggere i libri di testo delle scuole sarde, per capirlo. Ripeto: per me è indifferente che a dire la "castroneria informata" sia stato Berlusconi. Poteva farlo Prodi, D'Alema, Dini e chiunque altro, per avere un'idea avesse avuto gli stessi informatori.
D'accordo: ne parleremo a Borore.
Daccordo! Sto facendo mente locale appunto per il 30.Di una cosa sono convinto. Fin che ci facciamo la domanda: cos'erano i nuraghi o a cosa servissero i nuraghi, non ne verremo mai fuori.
Non voglio competere con chi, molto, molto più informato di me, sia ora, sia nel passato, ha cercato di dare risposta. Sta di fatto che nessuna risposta è tutt'ora interamente soddisfacente.
Io suggerisco di cambiare la domanda e formularla più o meno così: Cosa ha spinto il nuragico a costruire i nuraghi? Un'esigenza materiale o spirituale, o entrambe? In che modo il nuraghe ha soddisfatto questa esigenza?
La domanda è quasi la stessa, ma riformulata potrebbe offrire novità. Novità che voglio sostenere perché mi pare ricca di inferenze e ricadute per la ricostruzione di una società di cui cominciamo a vederne delineati i contorni grazie ai diversi apporti interdisciplinari che iteratamente appaiono in questo forum
A presto
Franco
Riporto una notizia (ANSA) - ROMA, 30 GEN - Abbiamo evidenze di traffici di organi di minori che sono presenti e sono stati rintracciati in Italia, afferma il ministro dell'Interno. Per contrastare il fenomeno, spiega Roberto Maroni intervenendo all'assemblea annuale dell'Unicef, anche in Italia ci sara' la banca dati del Dna prevista da un accordo internazionale. Ma la rete dei trapianti, assicura il direttore del centro Nanni Costa, e' sicura, estranea al fenomeno 'ma e' stata allertata'.
Questa è la notizia. La riporto solamente per dimostrare la pessima informazione del nostro staff di Governo (altrimenti non sarebbe assolutamente pertinente).
Non è scientificamente credibile. Vorrei che fossero chaire alcune cose:
1) Un organo di un bimbo è troppo piccolo ed insufficiente per un adulto e - una volta che fosse trapiantato nel corpo dell'adulto - smette di crescere. Perché? trapiantarlo, allora? (Infatti, non si fa, perché non serve a nessuno).
2) Per operare un trapianto, non basta quello che si vede nei film di fantascienza. Serve un Centro Trapianti valido e munito di bravi professionisti (i trapianti sono interventi difficili), tra cui anestesisti (almeno un paio), infermieri (fuori sala due, in sala due) portantini (vogliamo dire un paio?) e non una, ma due equipes chirurgiche (una che prelevi ed una che trapianti l'organo, otto persone in tutto, più un paio di tecnici per "preparare" l'organo al trapianto) e due sale operatorie ben attrezzate, con strumentari al completo, letti di sala, respiratori, scialitiche, medicinali e via dicendo. Qualche volta servono anche macchine per la Circolazione Extracorporea del sangue, con altri tecnici ed infermieri.
3) Serve un Reparto di Rianimazione, per ogni evenienza: ed è bene che anche quello sia munito di medici, infermieri e macchinari, che mi esimo dal descrivere.
4) Serve un Centro di Tipizzazione, con altri medici, tecnici specializzati, strumenti e materiali, perché l'organo deve essere immunologicamente "compatibile" con il "ricevente", altrimenti l'organo muore sicuramente per la reazione di rigetto ed il paziente, spesso, pure.
5) se si tratta di un organo doppio (come il rene), può trattarsi di un donatore vivente. Allora sono necessarie autorizzazioni e certificazioni legali multiple . Ma in caso d'organo singolo (polmone, cuore, fegato) il donatore è un paziente in coma irreversibile accertato, con morte cerebrale. E' un morto! (continua)
Procurare la morte artificialmente, oppure effettuare un trapianto d'organo singolo da donatore vivente è - tra le molte cose - un assassinio. Come si vede, dovrebbe esistere almeno una struttura, del costo di svariati milioni di euro, dedicata soltanto ad attività illegali, per effettuare questi trapianti "clandestini". A meno che non si ipotizzi che quest'attività illegale si svolga negli Ospedali Civili ed Universitari! Senza contare che circa 30 - 40 buoni professionisti non mettono certo a repentaglio la loro fama, la loro carriera e l'unica loro possibilità di guadagno nella vita (c'è la radiazione dall'albo!!!) per fare una difficile attività clandestina e rischiare anche la galera per omicidio. Cattivi professionisti non sarebbero all'altezza dell'opera, in ogni caso. E tutto questo, senza ovviamente contare l'attività segreta di reperimento e trasporto dei presunti piccoli pazienti, che probabilmente sarebbe svolta da criminali veri di strada: è questa l'opinione che abbiamo dei nostri Centri medici, signori?
Tutto questo rende assolutamente impossibile il trapianto clandestino.
Questa teoria è di fatto ignobile ed offensiva, ovviamente viene da chi non è medico e non conosce di Medicina e Chirurgia. Questa notizia è semplicemente un genere letterario scervellato, da rivista per parrucchieri. Vogliamo che il Ministro della Sanità apra eventualmente un'inchiesta e diffidi chiunque dal diffondere falsità. Vogliamo che l'Ordine dei Medici si faccia sentire in difesa dei medici, che pagano profumatamente l'iscrizione ad un Ordine troppo spesso latitante. Vogliamo le scuse e le smentite formali, attraverso tutti i mezzi di comunicazione. Perché qualche imbecille potrebbe crederci.
Le scuse non ci sono state, naturalmente: ma credo che il Ministro Maroni abbia smesso di leggere riviste per parrucchieri.
Saluti ed auguri
Maurizio Feo
Concordo con Franco sul fatto (e chi ha dei dubbi si legga un trattato di filosofia della scienza) che le risposte che ci possiamo dare sui nuraghi ( e su qualsiasi altro argomento) dipendono dal tipo di domanda.
Per quanto riguarda l'utilizzo dell'archeologia in politica , esiste da quando esiste l'archeologia! nessuna archeologia si è sottratta ad un uso da parte dei politici di turno!
aggiungo che il modo di fare archeologia dipende dal tipo di società che la pratica!
Ho provato (su grandi linee) a spiegare queste cose nel 1° cap di Archeologia del Paessagio Nuragico, e chi volesse approfondire l'argomento può consultare lo splendido libro di Bruce Trigger (docente di storia dell'archeologia in Canada), come diceva Franco, l'interazione tra diversi modi di fare archeologia (figli di diversi modelli sociali) sta attualmente pruducendo meravigliosi risultati.
Purtroppo gli archeologi accademici "preistorici" sardi(Moravetti e Tanda in Primis) sono indietro di qualche generazione rispetto ai loro colleghi europei.
Mauro Peppino
Grazie Maurizio,
la tua info è molto interessante,
e ne approfitto per ribadire che l'informazione è una cosa delicata e che l'anonimato in un settore come una discussione archeologica non dovrebbe essere permesso.
Non è in gioco la libertà personale e mi sembra che taluni anomini contribuiscano ad avvelenare il dialogo.
Penso che chi non ancora capito cosa fossero i nuraghi,o meglio,che fa finta di non aver capito,abbia i suoi buoni motivi.Non per questo,chi invece cosa essi fossero l'ha compreso bene,non debba proseguire per la sua strada.Alla fine si tireranno le somme.Forse un domani, non tanto lontano,si studierà con più chiarezza,anche la storia e l'archeologia,chiarezza che oggi non c'è.Avanzare,retrodatare,sono termini d'accomodamento,atti solo a dare le basi alle proprie idee.
Chi li costruì quei nuraghi ci da l'idea di forza,e certamente questo il messaggio relativo al dio cui essi erano dedicati e di cui erano la dimora.Dio della luce,Yahweh,il cui tetragramma,con tutti i suoi significati,compare in più iscrizioni rinvenute nell' isola.
Andrea Brundu
Lei ha studiato archeolggia? evidentemente no.
Come può dire allora che non ci sia chiarezza su argomenti che non conosce?
Non bisognerebbe informarsi bene prima?
Saludos
@anonimo
Che non abbia studiato archeologia, questo lo dice lei.Ma le chiedo chi studia l'archeologia,non dovrebbe per cercare di capire cosa gli capita tra le mani,studiare molte altre cose?Dopotutto si parla di uomo,di manufatti umani,di storia dell'umanità,di lingua e scrittura dell'uomo,di simbologia dell'uomo,di conoscenze umane,di religione degli uomini,di evoluzione umana,di mitologia umana,di scienza degli uomini,etc.etc..
Non credo che lo studio di cui lei parla sia così completo,da poter sviscerare i segreti dell'uomo, poichè se lo fosse,le discussioni di questo blog,non avrebbero ragione di essere fatte.
Andrea Brundu
no, chi studia studia, non critica prima di studiare..e tanto pure
@anonimo
Bene,quando si studierà abbastanza si potrà criticare,a patto di aver capito ciò che si è studiato.A volte infatti si studia a memoria e senza criterio,tanto poi....si fa una bella partita al calcio;due calci e via.
Andrea Brundu
Come dire che la mamma è sempre la mamma
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