martedì 16 settembre 2008

Col fango lo tzunami non c'entra

di Mirko Zaru

Finalmente ho modo di poter rivolgermi direttamente al Sig. Frau.
Finalmente si è accorto che nel Sinis esistono siti unici, e soprattutto si è accorto che potrebbero sparire, ma forse si sarebbe dovuto svegliare qualche tempo fa, in quanto tanti siti unici sono già spariti!
Fortunatamente a “spiegar davvero la Sardegna” non ci sono solo persone come lei, che offrono “le verità” ma anche persone che operano ricerca sistematica da anni, basata su metodo scientifico (che ha bisogno ancora di tempo e discipline differenti di contorno perché arrivi ad essere un ottimo sistema di ricerca, ma sembra che ci si stia avvicinando) e non su un ipotetico “saggio storico”.
Per quanto mi riguarda ho dei dubbi nei suoi confronti, in quanto a conoscenza degli argomenti di cui parla (Sinis e Nuraghi per intenderci), e i miei dubbi sono d’obbligo se leggo, nel suo scritto, frasi come questa:
Ma l’ha mai fatto un passo fuori dal suo Comune, Stiglitz? Non si è reso conto che su tutta la “sua” costa i nuraghi che, peraltro, dovrebbe conoscere a menadito, hanno crolli verso l’interno dell’isola, tranne quello davanti all’Isola di Malu Entu, unico intatto.
Da questa frase si può capire quanto il suo “schiaffo di Poseidone” le stia a cuore, purtroppo, lo schiaffo morale delle sue lacune in ambito nuragico riecheggerà per anni, decenni, o forse secoli, perché la motivazione di quei crolli è un'altra e poco ha a che vedere con la sua Atlantide e il suo Tzunami; inoltre il fango che ricopre i nuraghi del Sinis ha altra motivazione per esistere.
In quanto al prof. Stiglitz non sbaglia (mi sa che conosce la zona meglio di lei) quando parla dello straripamento del Tirso che fino a qualche decennio fa (a dispetto degli Oristanesi) allagava le abitazioni, tanto che, in periodo medievale, la cattedrale fu costruita nel punto più alto della città per evitarne l’allagamento.
Ma passiamo alle motivazioni che abbattono le sue teorie enunciate nella frase suddetta:
1. I nuraghi del Sinis non hanno crolli verso l’interno dell’isola, hanno crolli, che sono dati dal tipo di architettura dei monumenti, infatti se si prende in considerazione il gran numero di nuraghi a ogiva e scala elicoidale oraria nel Sinis si potrà notare come i crolli si verificano dove il monumento ha più carenze strutturali, ovvero dove i paramenti murari risultano meno solidi: vani scala e piani di mezzo (Sa cos’è un piano di mezzo vero?).
Nel caso di nuraghi con sedimenti di terra il fenomeno è ancora più frequente, ed è dato dalle radici della vegetazione che si insidiano all’interno delle murature a doppi filari lacerando i conci e provocando instabilità e crolli.
2. Per quanto riguarda S’Uracheddu Piudu proprio di fronte all’isola di Maluentu è tutt’altro che intatto, ma è colmo di detriti, detriti dovuti all’azione delle macchine agricole che hanno spietrato i campi, come d’altronde la maggior parte dei nuraghi del Sinis. Di fronte a Maluentu (nella quale esiste il nuraghe Maluentu) ci sono altri due nuraghi conosciuti (più qualche altra decina inediti) tutti nelle medesime condizioni. I detriti non sono opera dello Tzunami , bensì opera dell’uomo dall’antichità ad oggi!
3. Volevo, inoltre, invitarla a prendere visione di nuraghi del Sinis ancora “intatti” come il “Cannevadosu” adiacente ad un nuraghe completamente interrato il “Archeddu e su proccu” o del Straderi adiacente al Tradori e al Zoddias completamente fuori terra.
Nuraghi come il Sale Porcus – Medade – Gutturu diegu e Sorighis (sono ancora intatti benché sotto sedimentazione dovuta al vento che tira a 120 Km orari) Ma posso citargliene qualche altra decina come il Civas – Omu – Su Conventu – Spinarba – Abilis – Zoddias – Procus – Accas – De is Benas – Lilloi – Zerrei – Melas – e Benas de Marchi e Su archeddu de su Cani (proprio di Fronte all’isola di Maluentu.
“Un tempo in Sardegna c’erano regole d’onore e di pulizia anche in scontri più duri di questo, cerchiamo di riscoprirle”. Pensa un po’ cosa sarebbe successo a chi questo onore ha cercato di infangarlo con un’onda d’acqua per i suoi interessi economici!

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