sabato 20 settembre 2008

Stele funeraria o per viandanti assetati?

di Hebert Sauren

Ringrazio il collega Stiglitz per l’informazione che J. Untermann (autore del Monumenta Linguarum Hispanicarum III. 1: Die Iberische Inschriftennon, da cui Sauren ha tratto il disegno accanto, NdR) non aveva annotato. Jürgen Untermann affermava che la stele di calcare non è stata trovata nel museo di Cagliari. Si trova, dunque, nel museo del sito archeologico?
Non so se la falsa trascrizione di Untermann è in tutto o in parte una copia di quella di Massimo Pallottino; in ogni caso non è comprensibile.
La descrizione della necropoli e la datazione date da Stiglitz è in ogni caso un buon contributo. Non ho una biblioteca a mia disposizione. La mia stima, secondo l’evoluzione della scrittura, è che la stele sia stata fatta fra la metà e la fine del primo secolo aC. Comprendo bene la sorpresa che potrebbe far sorgere una scritta con frasi che porterebbero a credere ad una iscrizione nei pressi di una fonte, ma che si trova in una necropoli.
La tarda epoca punica, attestata largamente dalla moneta, utilizza lettere del sistema iberico e la datazione è compatibile con l’epigrafia. La fine della necropoli in era imperiale permette di fare una comparazione. Nella regione del sud del Portogallo, tutte le iscrizioni ritrovate sono state classificate come steli funerarie da J. Untermann e i suoi successori.
Molte sono state trovate in necropoli. Ma un buon 20% è di steli di distribuzione di terre donate a genti semite dai signori proprietari dei terreni stessi. (Vedi: Sauren, H., 2006, Distribuir a terra. Mapas e marcos de terreno. Xelb 6, Vol. II Posters, Silves, 45-58).
Sembra che in era imperiale l’oppressione romana abbia difeso la scrittura e che tutte le pietre non funerarie siano state trasportate verso le necropoli per essere protette. O, almeno, questa mi pare una spiegazione accettabile.
La scrittura e la translitterazione che utilizzo hanno permesso di leggere tutte le iscrizioni con l’aiuto di dizionari. La lista alfabetica è conosciuta, la grammatica è compatibile. Trasformare il testo (della iscrizione qui riprodotta, NdR) in una iscrizione funeraria è impossibile. (Confronta su Google anche la voce: Herbert Sauren).
Infine, se i vasi di ceramica di Sardegna possiedono lettere scritte, bisogne leggerle.

Il professor Sauren ha tradotto così la scritta della stele riprodotta qui in alto:
Colui che beve dalle sue mani
ci guadagna due volte
di fretta sulla strada
e attraverso lunghi sorsi (gfp)

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