di Gigi Sanna
Abbiamo già detto in un altro articolo che la Sardegna, in virtù della documentazione scritta del periodo della civiltà del bronzo, è passata ormai dalla preistoria alla storia. È questo il passo fondamentale e obbligato della vicenda di un popolo antico quando ha la grande fortuna di veder emergere dalle rovine i 'grammata', ovvero i segni o i significanti fonetici, soprattutto quando essi, per comparazione e per evidenti testimonianze parallele, sono facilmente decifrabili e non possono essere soggetti ad interpretazioni arbitrarie.
Si pensi solo a tutte le ipotesi che erano state fatte, con i soli strumenti archeologici e con i muti dati da essi forniti, sulla natura della/le divinità nuragica/che ed il suo/loro nome, sulla religione, sulla società, sulla lingua o sulle lingue adoperate in Sardegna nel Secondo Millennio a.C. , sull'identità delle popolazioni del periodo, sul nome di esse e così via.
Oggi invece noi possiamo permetterci di dire, in assoluta sicurezza (perché affermazione fondata sulla base di decine e decine di documenti scritti) che le popolazioni della Sardegna dell'età del bronzo adoravano una divinità unica ('El -Yh), adoperavano almeno due lingue (una di tipo semitico e una di tipo indoeuropeo del 'ramo occidentale'), possedevano dei codici di scrittura esclusivamente semitici (protocananaico, ugaritico, gublitico, 'fenicio').
Riusciamo però anche a sapere molto di un aspetto della cultura nuragica o 'sardiana' (come la chiamano Massimo Pittau e anche Mikkely Tzoroddu) che toccava non solo la sfera materiale, quella della quotidianità e della praticità, ma anche e soprattutto la sfera spirituale e religiosa: l'uso del sistema numerale. Infatti, contrariamente a quanto successo per quanto attiene alla documentazione protocananaica (che paradossalmente oggi è meno ricca di quella sarda) dove, da quanto sappiamo, i segni specificamente numerali (4 + 4) si ottengono praticamente dalla sola scritta di Serabit el Khadem (nel disegno) e da quella della coppa di Lachish, nella documentazione sarda si riesce a vedere e comprendere buona parte del codice simbolico.
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26 commenti:
Grazie Gigi,
questo lungo articolo è proprio ciò che speravo. Un piccolo manuale da studiare per interpretare il tuo codice. Non sono d'accordo sulla tua proposta che riguarda la sfera religiosa e spirituale perché ritengo che abbiamo pochi elementi concreti per ipotizzare un culto dedicato ad una divinità unica, soprattutto perché i segni nuragici sono, a mio avviso, indicatori forti verso almeno 3 divinità: il toro, la dea madre e l'acqua. Considerato che anche pugnali e asce sono raffigurati nei vari reperti (in forma scultorea o materialmente), oltre naturalmente alle grandi strutture che riconducono alla simbologia del toro o dell'utero(nuraghe, tombe e pozzi), mi pare di poter concludere che un Dio unico non sia così certo. Devo comunque considerare che i metodi di analisi degli studiosi sono differenti e, pur riconoscendo le basi scientifiche della tua indagine, sono del parere che per proporre un Dio unico bisogna indicare la motivazione che ti farebbe escludere dal culto tutti gli altri elementi che ti ho segnalato. Visto che il periodo da te considerato (ma correggimi se sbaglio) è inquadrabile fra XIV e X a.C., e che le tue ipotesi suggeriscono una derivazione culturale dall'oriente, cosa accadeva in quelle zone? C'era un Dio unico?
Vorrei, inoltre, chiederti se posso inserire questo bell'articolo anche nel mio blog.
O Zuà, l'impostazione non è riuscita bene. Ti ho mandato per posta la traccia delle correzioni.Effettivamente non era facile da impostare. Hai fatto anche troppo.
Aba e Pierluigi. Vi risponderò una volta modificato l'articolo che, così com'è, non si capisce se non in parte.
'Agevolmente' intendevo dire, o Aba, una volta che si capisce, attraverso il resto della documentazione, che il sistema è soprattutto attestato a tacche verticali o a puntini. Ma anche il sistema 'base' interno alla tavolette (v. tab. 15, p. 153 di SAGRA)con le tre 'tacche' verticali reiterate (di queste una in sequenza perfettamente orizzontale) suggerisce il valore delle 'tre' lineette reiterate per tre volte' (per dare così il n.12). V. tab. 22, p.162.
Anche i cunei replicati per 'tre' volte danno lo stesso valore, ma il cuneo non è numero: è lettera triangolare (gimel) che può essere 'anche' numero (il tre nella sequenza alfabetica ugaritica). Per questo entra a far parte, in modo spettacolare, della generale sofisticatissima composizione, con il rispetto continuo del numero del Dio. Per questo ancora, per fare qualche altro esempio, i triangoli della barca rupestre di S.Stefano di Oschiri vengono usati per dare il numero 'tre' reiterato per 'tre' volte. Ma non sono certo numeri, cioè i simboli schematici del sistema. E così si può dire ancora dei tre quadrati dello stesso sito(che 'alludono' ai numeri 1, 3, 4 e 12), ma non sono numeri.
Pierluigi. Tu affermi:
'Non sono d'accordo sulla tua proposta che riguarda la sfera religiosa e spirituale perché ritengo che abbiamo pochi elementi concreti per ipotizzare un culto dedicato ad una divinità unica, soprattutto perché i segni nuragici sono, a mio avviso, indicatori forti verso almeno 3 divinità: il toro, la dea madre e l'acqua'.
1) Come fai a giudicare di elementi 'concreti' se non conosci i documenti e li studi? E' come se tu cercassi elementi 'concreti' nella religione maja se non ne sai (ancora) un fico secco. Una faticaccia, lo so, saperne almeno un po',ma dovrai prima o poi rassegnarti. Per ora la divinità, in 65 documenti di natura esclusivamente religiosa, mi danno solo 'El-Yh con i suoi rigidi appellativi. Di altri dei neanche traccia. C'è però attestata da più un documento nuragico (tutti anepigrafici) la presenza certa del dio di origine egiziana Bes ( mi senti Mauro Peppino? 'Egiziana', capito?) Come può spiegarsi? Può spiegarsi con il fatto che (come sanno bene gli studiosi di Yhwh) anche nel periodo delle più grandi crociate deuteronomistiche il tempio di Yhwh accoglieva (subordinate) altre divinità radicate nella cultura religiosa popolare. Anche il magnifico Tempio di Gerusalemme aveva divinità straniere in qualche modo tollerate.
2) Le tue presunte divinità' toro, acqua, la dea madre' (cioè la bipenne) sono tutti simboli appartenenti a Yh che (proprio non mi stai ad ascoltare) è androgina persino com'è graficamente scritta. C'è nei documenti la sola parola 'Ab per indicare il dio androgino perche 'AB, secondo il giochino acrofonico che fanno anche gli ebrei, non significa solo e semplicemente 'padre' ma significa 'casa (beth) del toro ('Aleph). Puoi ben capire che il 'toro', la forza creativa immensa dellla divinità, si riferisce sia al maschio che alla femmina. Lo diceva Papa Luciani di pregare per il Padre e per la Madre assieme nel... 'PADRE' ('AB) NOSTRO.
Quanto all'acqua (lascia perdere Lilliu ed il suo strambo politeismo)perchè la giudichi una divinità? E' elemento della natura della divinità, non 'la' divinità. Hai presente l'invocazione MAIM-O', MAIM-O', abba cheret su lao(re)...etc. Ebbene è yh/yhw/yhwh il dio dell'acqua,delle tempeste e dei fulmini (acqua, tempeste e fulmini non sono dei nella religione 'nuragica). Invocando l'acqua si prega il Dio perchè mandi l'acqua.
Così la penso. detta frettolosamente. Ma devo chiederti alcune cose. Quindi, a più tardi.
Quindi toro, dea madre, acqua...riuniti in una divinità (Yhwh) posta al cuspide della piramide spirituale ed espressi graficamente con un simbolo ben preciso?
Se l'acqua non è divinità...perché edificare i pozzi? Perché le offerte votive si trovano prevalentemente nei pozzi? Perché le strutture hanno il temenos? Che senso avrebbe edificare con tanta perizia?
Scusa la raffica di domande, ma a mio parere l'acqua era (insieme a Toro e Dea Madre) la divinità principale.
Sarò più preciso.
Per me la tomba dei giganti riporta la forma dell'utero, le corna del toro riportano la stessa forma e il pozzo è la rappresentazione del ventre materno e del ciclo di rinascita. Non riesco proprio a convincermi della presenza (e quindi di un culto unico) di una divinità che racchiudesse tutti questi elementi. Nei nuraghe non c'è il simbolo del toro (o dell'utero...che è uguale). Nelle Tombe dei Giganti non c'è l'acqua. Nei pozzi (quelli sacri), invece, ci sono tutti questi elementi e sono accompagnati dalle offerte votive, sempre assenti nei nuraghe e nelle tombe!
P.S. Vorrei che mi autorizzassi ad inserire l'argomento anche nel mio blog.
Ho letto su "Paradisola" che l'approccio del Prof. Sanna con la platea olbiense non pare esser stato uno dei più felici. Dice il sig. Saba, che a seguito della contestazione dell'autenticità di una tavoletta :
"Lo scontro é stato violento ed incontenibile, perlomeno da parte mia, ma necessario.
Il vedersi "smontato" nella versione fornita, convinto di aver allucinato la platea, certamente non l'ha digerita di buon grado, é diventato paonazzo. Già, questo perché la Verità fa male e, lui, si é sentito ferito e svilito dall' alto dello scranno dove si é assiso.
La platea si é congelata. ed ha continuato a seguire con estrema attenzione l'accesa diatriba... seguendomi, poi, fuori dal Museo e tempestandomi di domande che, in loro, hanno scosso violentemente le coscienze, aprendoli a possibilismi mai valutati e mai presi in considerazione.
E' stata la mia rivalsa contro le menzogne gratuite che anch'esso, il prof., come tanti altri, continuano imperterriti ed impuniti a propinarci."
Mi pare che "imperterrito" il Prof. continui nella sua opera di sostenimento delle sue idee. Già. Ma su cosa si basa l'idea che ci sarebbero state due lingue una indoeuropea "occidentale" e una semitica in Sardegna, temo che non l'ho mai capito oggi, né mai forse lo capirò. Forse bisognerbbe interrogare anche Brundu, che pare ne sappia molto, in proposito.
@ Illiricheddu
Avrei preferito non postare mai queste cose, ma visto che solleva la questione dando un minimo di credito a quanto scrive Saba, è bene che lei sappia un paio di cosette:
1. Ero presente all'ingresso del Museo di Olbia, quando il giorno dopo l'episodio raccontato, Saba si è avvicinato a Gigi Sanna, a me e ad altri, con il capello in mano chiedendo scusa a Sanna delle sue intemperanze;
2. Ho chiesto ad un gruppo di persone, presenti al "violento ed incontenibile", scontro che cosa fosse successo e questa è la risposta: "Quando la presentazione era finita, Saba si è alzato gridando: Queste sono baggianate" e senza dire altro è uscito dalla sala, solo".
Questo per la verità dei fatti.
Caro Pierluigi pensare all'acqua come divinità è una delle teoria più ridicole che gli archeologi sardi abbiano mai teorizzato!
Forse che l'acqua battesimale sia una divinità?
Quello che certo è che nel mondo nuragico l'acqua serviva per i riti, che fosse una divinità è tutt'altro che certo.
Caro Gigi, io nel merito delle tue proposte linguistiche non riesco ad entrare, dunque aspetto... non devi convincere noi , ma gli specialisti del tema che tratti, convinti loro convinti tutti! è così che funziona.
Caro Peppino,
sorvolo sull'utilizzo che fai di alcuni termini della lingua italiana perché non posso fartene una colpa, ma entro nel merito del tuo post perché ritengo che sia importante puntualizzare alcuni dettagli.
La mia ipotesi dell'acqua come divinità della Sardegna del Bronzo (insieme a toro, dea madre e altre) non può certo essere definita ridicola da chi propone l'esclusivo scopo templare ai nuraghe (cioè da te) e che afferma che l'isola fu invasa dagli Shardana nel XIII a.C., epoca nella quale tu ipotizzi che distrussero le parti sommitali dei nuraghe.
L'acqua serviva solo per i riti? E chi l'ha detto? Hai trovato il manuale delle istruzioni dei pozzi sacri?
Fai del bene a te stesso e limitati a proporre i tuoi pensieri o a confutare quelli degli altri con prove, non con affermazioni prive di supporti scientifici o con quei termini che utilizzi a sproposito senza, suppongo, renderti conto di che cosa significano letteralmente.
Visto che sei certo di ciò che affermi...saresti così cortese da spiegare il rito che si svolgeva? Chi lo celebrava? Chi lo subìva? C'erano sacrifici? e se rispondi affermativamente potresti dirmi chi era sacrificato?
Direi che ben poco sappiamo su questo argomento e bisogna volare bassi, senza proporre verità che...si sciolgono come neve al sole.
A Pierluigi.
E' inutile che ti dica che sono solidale con te per la solita irruenza di Zedda. Ma quando riusciamo a farglielo capire che ognuno può esprimere le proprie idee senza essere offeso verbalmente? Certo è però che la tua replica: 'Se l'acqua non è divinità...perché edificare i pozzi?' è molto ingenua. Riflettici un po'. Ti dico solo questo. Quanto alle simbologie del nuraghe, della tomba dei giganti e del pozzo sacro io ho cercato nel mio libro di spiegarle. Addirittura sostengo che, come per i monumenti egiziani, i nuragici scrivevano edificando e edificavano scrivendo. Anche quelli sardi - questa è una mia ferma convinzione - sono geroglifici monumentali. Bisogna solo decifrarli. E credimi, non sono un matto. Vedi, caro Peppino Zedda, quanto di 'egiziano' c'è (o ci sarebbe) nella cultura sarda del secondo millennio a.C.! Quanto poi alle simbologie , tutti e 'tre' ('tre' bada bene e non quattro) i monumenti sono espressione del 'toro' androgino, cioè di Yh, del padre e della madre assieme. Le prove? Nella scrittura. Vuoi capire o non che i tuoi studi sugli oggetti e i monumenti non ti danno affatto 'scienza'? Non te la possono dare. La scrittura sì, l'archeologia poco o per nulla. Puoi ipotizzare o intuire, l'intuizione può essere grandissima, ma non hai prove. Per questo ci sono infinite e defatiganti diatribe. Per questo tu e Peppino siete come due galletti (anche se la sua cresta non ci piace)e non ci sarà nessuno, mettendosi nel mezzo, che potrà mai far capire se ha ragione l'uno o l'altro. Il tempio nuraghe lo si può vedere 'anche' per via indiretta ma è la scrittura che afferma (perchè ha tutta l'autorevolezza per affermarlo) che esso è stato da sempre (capisci? Da sempre! non prima fortezza e poi tempio!) un edificio templare. La via indiretta è per esempio quella di Mauro Peppino sull' orientamento astronomico, la via diretta quella della scrittura: per es. quella del nuraghe Zuras dove c'è scritto in chiare lettere protocananaiche: ' di lui il vivificante ( dh hyh)'. Cioè nei penetrali del nuraghe qualcuno ha scritto, 3500 anni fa circa che [il nuraghe] è di colui che dà la vita. Caro Pierluigi, se così non è, se questo non è il significato (quindi anche il significato taurino del nuraghe) fallico della costruzione qualcuno cerchi di smentirmi. Se c'è scritto dell'altro lo dica. Sarò contento di fare un passone indietro. Ma tieni presente, cosa che ho ripetuto sino alla noia, che io non vado senza consultarmi il più possibile con i migliori esperti sia di alfabeti semitici sia di lingua semitica.
Però non sta qui il punto della discussione. Vedo infatti che, al solito, non mi si risponde a tono e non si entra nel merito. Ogni argomento è preso per partire per la tangente e parlare d'altro, con delusione, credo, di chi ci legge. Io parlo di sistemi di numerazione e mi si parla di Dei e di acqua. Io cerco di restare sempre nel concreto (il sistema di numerazione che si comincia a vedere bene nel nuragico) e mi si parla di utero e di quant'altro. Addirittura mi si chiede cosa ne penso degli accadimenti in certe zone dell'oriente. Caro Pierluigi, approfitto dell'occasione per dire una volta per tutte questo: io cerco, da epigrafista (naturalmente modesto epigrafista) di capire cosa c'è scritto e che 'dati' mi offrono i documenti che andiamo scoprendo. Questi (e solo questi) cerco di porre con relativa 'certezza' sul tavolo della discussione. Non chiedermi di fare l'archeologo, lo storico, il sociologo o altro ancora. Certo, come da scuola tengo conto di queste e di altre discipline ( in particolare della linguistica) ma resto fortemente ancorato alla mia. Ora, io ti ho offerto il dato paleografico e linguistico di Zuras: agli archeologi e agli storici della religione spetta (naturalmente se mi crederanno) di arricchire quel dato 'sicuro' che mi offrono i segni scritti. Speriamo ora di aver spiegato in qualche modo quello che spiego infinite volte (soprattutto nelle conferenze, nei corsi all'Università, nei corsi che ho tenuto all'UNITRE e nei Licei e dovunque mi invitano a esporrre gli esiti delle mie ricerche ).
Dimenticavo.Inserisci pure, se vuoi, l'articolo nel Blog. Tieni presente però che esso costituisce una sintesi di quanto ho scritto per altra destinazione (Quaderni Oristanesi).
Per Illiricheddu.
Così l'incipit.
'Ho letto su "Paradisola" che l'approccio del Prof. Sanna con la platea olbiense non pare esser stato uno dei più felici. Dice il sig. Saba, che a seguito della contestazione dell'autenticità di una tavoletta':
Ha già replicato Gianfranco Pintore al 'pare'. Anche un suo caro amico chiedeva, emozionato e felice come lei (non ti dico!) come e in che modo le cose mi fossero andate storte, cosa fosse avvenuto. Ora si sa. Io non replico a chi farnetica.Aggiungo però: quale tavoletta contestata? Dove e quando mai si è parlato di tavolette? Nella sua fertile immaginazione? Quella delle sue molte angosce e paure?
Scrivo però per dirle che lei si comporta, come da sempre, in questo Blog. Non cambia mai, a parte le sue solite litanie sull'illirico che pare non faccia proprio seguaci. O mi sbaglio?
Non è capace di entrare mai nel merito di quello che propongo (che ne pensa dell'arte del sigillo nuragico? E del Bue Api nuragico che troviamo centinaia e centinaia di volte? E del 'pochino' che ora sappiamo sul sistema di numerazione dodicesimale nuragico?).
Io 'imperterrito'? Questa è bella! Ma lei capisce bene questa parola? Non è Lei che dovrebbe convincermi a non essere 'imperterrito' ovvero indifferente e inensibile alle critiche?. E da momento che nè lei nè altri ci riescono con il 'CRINEIN' io continuo, senza obbiezioni di sorta.Come è giusto che sia. O la critica per cui dovrei riflettere riguarda forse le tavolette di Tzricotu messe a testa in giù, i folli modani -anzi prima linguelle belle pronte per l'uso -di due archeologi scelleratamente e vergognosamente pasticcioni come Paolo Benito Serra e Alfonso stiglitz?). Io non sono indifferente, caro il mio Illiricheddeddu. E la prego, anzi non le permetto, piccolo com'è, di trinciare giudizi su chi non conosce e su di una tematica di cui non sa neppure gli aspetti più banali. O non sarà forse lei che continua 'imperterrito', con tutta la carica immensa di indisponenza e di malanimo che possiede.
Glielo ho detto altre volte, con me la critica balorda, fatta come la fa lei, basata sul niente (proprio il niente) non funziona. E non funziona il fatto che lei, portandomi su di un suo presunto terreno, mi dica che non 'capisce' della presenza della lingua semitica e di quella indoeuropea. Lei putroppo non segue e non legge e io non dovrei rispondere ad un supponente di tal fatta. Ma voglio avere pazienza ancora una volta. Stavolta la scrivo solo per lei questa cosina, una sola: pensa davvero che il 'dh(e) con lo zayn che troviamo scritto così numerose volte con il valore di 'di' (di specificazione e di provenienza) in documenti che sono del XIV secolo a.C. sia della lingua semitica? 'yh' o 'hyh' sono semitici, 'dhe' indoeuropeo (poi - ma dopo il sardo -latino). Ci lavori un po' su e poi mi dica. Ma non lavori come ha fatto per 'su santu doxi', mi raccomando. I pseudosofisti con me non hanno vita facile. Naturalmente deve leggersi bene i documenti nuragici e deve convincersi se quel lessico c'è o non c'è. E se non si dovesse convincere che non c'è mi dica il perchè. Sono stato chiaro?
Una domanda ora: perchè ha firmato la petizione? Crede che in quei documenti imboscati o introvabili ci siano parole illiriche? Illiriche di Illiricheddu? Crede che nel cuneiforme del coccio di Santadi (o di Villanovafranca) troveremo qualcosa di diverso dal cuneiforme rinvenuto nelle tavolette di Tzricotu? E' disposto a scommetterci qualcosa? Magari l'abbandono una volta per tutte dell'atteggiamento bilioso?
E lasci perdere Brundu, e le frecciatine di superiorità perchè, come vede, anche dei poveracci non 'superiori' come me sanno costruirle. E forse più pertinenti.
M'as cumpresu, o nono, o ILLIRICCHE'
Egregio Sanna.
Mi scuso per la "tavoletta" che non esiste. Non ha colto però lo spirito che non era né è bilioso, bensì derisivo, di quanto sarebbe accaduto. Ho firmato poi la petizione, perché sono libero di farlo: anche a dispetto di qualcuno che fa l'estremista contrario. Guardi che io rido anche delle mie cose, non mi conosce, so prendere le distanze anche dalle mie stupidaggini. L'ipotesi illirica non fa breccia? E non si chiede il perché? eserciti anche solo per un attimo lo PSUCHEIN: "perché i Sardi dovrebbero avere piacere di sentirsi associati a gente che passa solitamente per delinquenti, mentre qualcuno gli insula l'idea che discendano per lontani lombi da qualche lontano civilizzatore orientale che introdusse quivi nelle locali comunità indoeuropee (mai chiarite) l'ars della scrittura e del parlare tramite essa con Dio? Vuole mettere il paragone tra Lei e me? Lei mi schianta 100 a 1 !!! Peraltro gli albanesi quel saggetto me lo stanno traducendo nela loro mirabile lingua, e in inglese. Nemo propheta... Riguardo le altre obiezioni, che dire? Aspettiamo che trovino riscontri, e se ce ne fossero di positivi io per primo la omaggerei con tutto il rispetto che Le si dovrebbe, ma fino a quando non c'è risposta mi consenta di esercitare pervicacemente la sacra arte del riso, che travalica nei secoli le nostre piccole umane esistenze.
Con simpatia
Caro Gigi, so bene che il tuo approccio metodologico è serio, responsabile e completo, quindi non è in discussione il tuo lavoro di ricercatore. Mi fido dei tuoi sistemi e non discuto i risultati che hai raggiunto. Il mio "deviare" dalla scrittura e avviarmi verso i segni archeologici delle strutture è dovuto alla mia scarsa dimestichezza con la tua materia. Cerco punti di contatto per poi approfondire.
Se il tuo sistema porta ad affermare che Toro, Acqua, Nuraghe, Tombe dei giganti...sono espressione di un unico Dio e di un culto verso una divinità che comprende l'universo mi va benissimo, racchiude i miei pensieri sul ciclo di rinascita, sempre ricercato dai sardi e, a mio parere, evidenziato in maniera forte dall'archeologia.
Un po' meno ti seguo quando affermi con certezza che i nuraghe non erano fortezze. Sono un accanito sostenitore della teoria che vede i nuraghe cinti da mura esempi evidenti di palazzi nei quali il potere spirituale, quello civile e quello militare erano gestiti da un capo (con funzioni politiche e sacerdotali insieme). Diverso il discorso per le altre migliaia di edifici sparsi in tutta l'isola: torri singole, torri costiere, torri di confine...si prestano ad un utilizzo templare, non voglio neanche discutere su questo punto, ma ritengo che il nostro modo di vivere (e quindi di pensare rivolti al passato) ci priva di qualche ipotesi di funzione.
Non escludo la funzione di deposito di risorse della comunità (alimentari, metallurgiche o di oggetti preziosi) ma preferisco rimanere sul vago perché non ho il libretto delle istruzioni della casa costruttrice.
Grazie per il consenso alla pubblicazione del tuo argomento.
Bene. Anche con il preziosismo delle parole('derisivo': pazzesco!).Bene. Anche con la retorica di rimando (PSUCHEIN contrapposto a KRINEIN). Bene. Anche con i 'lontani' lombi ( quindi è d'accordo anche lei con il mio razzismo, quello che rimprovera Stiglitz. Non lo sapevamo). Bene. Con la traduzione del suo saggio in albanese ( e se leggesse il mio saggettino la Stele di Nora tradotto da quella ingenua di Aba in inglese? E ne parlasse anche in antico illirico?)Bene. Con il riso ( ma sia cortese ed educato: non rida delle mie stupidaggini. Si accontenti di ridere delle sue). Bene. Con la 'sacra arte del riso' (ma esiste anche la sacra arte del sorriso, sa: Orazio è proprio quello che ci serve se davvero calcola 'le nostre piccole umane esistenze'. Impari a sorridere, almeno per non entrare in contraddizione.
Quanto allo svicolare, o ILLIRICHEDDEDDU: clap, clap, clap! Una volta si diceva tra ragazzi: poco 'togo' che sei! (dal sardo campidanese: 'pagu togu' chi sesi)? Semitico, indoeuropeo, sardo autoctono? E l'antifrasi poi? Informiamo Alinei anche per la sintassi del paleolitico superiore. E ora...un sorriso, prego!
O ILLIRICHE', o ILLIRICHE'.
Caro Pierluigi. Io credo che con il tempo capiremo. Lascia solo che da 65 documenti si passi a 165 o anche di più. Allora saremo in grado di illuminare meglio la preistoria (che però incomincia ad essere storia). Con le 'parole' faremo 'scienza'; il grosso almento riusciremo a capirlo bene. Sapremo sicuramente e diremo anche la parola definitiva sul 'nuraghe' e sugli altri monumenti. L'avventura è appena iniziata. Io nutro molta fiducia a tal proposito, anche perchè proprio stamane ho saputo di un altro documento (forse due). Speriamo, a questo punto, che non sia la solita formula, più o meno variata. Toccherei il cielo con un dito se ci fosse qualche parola o qualche espressione non attinente alla sfera religiosa. Che so? Un nome di qualche derrata alimentare, del vino o della birra; il riferimento ad un elenco di oggetti, pelli, lana o quant'altro. Magari in ugaritico o in protocananaico.
Anche perchè qualcuno così non insinuerebbe che sono un docente sospetto di storia della Chiesa maniaco di uno Yhwh che sta solo nel mio cervello. Sciagurati, che non sanno quanto 'laico' io sia.
Caro prof.,
alle sue domande non so rispondere, non mi costringa a aggiungere delle sciocchezze oltre a quelle che mi può capitare di dire.
Ignoravo del Sig. Saba, ho visto ravanando qui e là, che ha scritto almeno un saggio "postfrauiano", stampato presso ptm, distribuito dalla Fozzi (http://www.librisardi.it/docs/collana.php?col=3).
Curiosità:ha forse visto mica il mio lì? Si è chiesto perché non c'è? Forse che io autore non ho piacere a esser letto dai miei connazionali? O qualcuno, lassù in alto, non ha voluto? Sichieda , se vuole, chi è più pericoloso, perché di pericolo nelle alte implumi e paludose vette , si tratta.
Caro Illiricheddu. Non lo so e non m'interessa il saperlo 'chi' è. Quello che devo constatare è che non è questioni di tematica. Di illirico o di panfilico. Non importa quello che si dice perchè ognuno può dire e scrivere quel che cavolo vuole (ben s'intende rispettando le cosiddette 'regole' della convivenza). E' anche questione di carattere (non trova?) se uno non riceve udienza.Provi a sorridere, qualche volta. E lasci perdere le zanne e le panne.
Il Saba? Non lo conoscevo, ma l'ho conosciuto bene. In pochi secondi. Un record.
Ma non è il caso di parlare di altri ...numeri? Magari di calendari solari e lunari. Possibile che gli Illiri non avessero un sistema numerico scritto ed un calendario? Lo dico senza riso nè sorriso.
Cara 'atropa' ecc. Non chiedere perchè non ti sarà dato. Qui ci sono le elezioni e tu non sei candidata.
Quanto al 'tacca 1' di Tzricotu guarda un po' tu... dove si trova, unico davvero unico, in tutto il contesto. Il babbino umile non ce l'ha perchè è una testa... normale, un S.Giuseppe qualsiasi. Mica è figlio del Sole! Quell'uno, come sai, è molto più naturalistico nelle iscrizioni protosinaitiche; ed ha volore di 'y'. Passa ora a Zuras (numeri, pittogrammi, lettere schematiche (he): il solito giochino). Solo che in questo nuraghe lo scriba, secondo me, tocca il vertice della perfezione, con tre 'grammata' tutti così polisemici. Non trovi? Dall'alto: 2 = dh; 3 = h; 1= yod. Ricaverai poi facilmente, immagino, il 'commentatore'. Sai chi mi ha suggerito queste corbellerie? LUI CHE DA' LA VITA (e ti pareva!). Il serpentone, il canuto serpentone. Puoi chiamarlo però come vuoi: IT (egiziano)IL, ILU, ILI, El (cananaico, ebraico e sardo), YHWH (cananaico, ebraico e sardo).
Mah sui numerali le potrei dire che partendo dal fatto che a Dualchi scorrono due fiumi (dati Pittau) ne ho dedotto che nella parola possa nascondersi l'albanese dy 'due'. Gran parte del sistema numerale albanese è indigeno. Le aggiungo per 'stella, dio' hanno hyl, il, uj, che viene considerato ie. (<*SULIS), e che gli Illiri adoravano pure un monte detto Baba Tomorri 'Babbo Tomorri'. http://www.youtube.com/watch?v=IUul6QPvKtE&feature=related
Atropaecc. Hai ragione. A dar credito totale alla simbologia di Zuras la forma mista lineetta orizzontale e tre tacche verticali andrebbe tenuta presente. Ovviamente l'ipotesi doppia lineetta per il 6 è più credibile perchè attestata (e bene) in Tzricotu.
Non prendertela. Ciao Atry. Anche perchè va bene con il sardo 'atrivia, atrivida'. Una stupenda abbreviazione. Per una scienziata vera, che ha coraggio, molto coraggio, va bene. Nella ricerca -si sa - chi non risica non rosica.E non vede simmetrie. Cercati il preciso significato in Puddu, perchè con il sumerico mi hai rotto da tempo e in qualche modo mi voglio vendicare!
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