Avrebbe compiuto 104 anni il prossimo 8 agosto. Emile Fradin è morto qualche giorno fa. Fu l'uomo la cui vita è stata attraversata da uno degli affaires archeologici più incredibili e, per responsabilità delle baronie soprattutto francesi, ma non solo, più scandalosi dell'ultimo secolo.
La storia comincia il primo marzo del 1924 a Glozel, un piccolo villaggio francese nei pressi di Vichy, nel campo di avena dei Fradin, dove nonno Claude e il nipote allora diciassettenne Emile, si imbattono in un giacimento archeologico straordinario. Protagonisti, oltre a Emile, sono il medico di Vichy, Antonin Morlet e un centinaio fra archeologi, antichisti, commissari di polizia, giudici, voltagabbana e persino una segretaria imbrogliona. Subito, i Fradin non si rendono conto di aver fatto una “scoperta impossibile”. Trovano uno scheletro in una tomba ovale e, pensando ad un tesoro, scavano a vanga e zappa scoprendo sotto terra urne, vasi, asce, ossa di renna istoriate e scritte e tavolette con “strani segni”.
Inutilmente alcuni reperti vengono spediti alla Conservatoria di Eyzies, retta da Louis Capitan, uno dei triumviri della preistoria francese. Li prenderà in considerazione, tredici mesi dopo, solo quando al ritrovamento si era interessato Antonin Morlet, eretico studioso di anatomia umana e appassionato archeologo dilettante. Si deve a lui il primo studio del sito di Glozel che gli suggerisce intuizioni fondamentali e qualche entusiasta esagerazione, soprattutto in materia di datazioni. Morlet pubblica i suoi primi studi e li firma insieme a Emile Fradin. La cosa manda su tutte le furie quel Capitan che prima aveva ignorato la scoperta, poi detto che si trattava di un “meraviglioso giacimento”, quindi, indignato perché come coautore dello studio, Morlet gli aveva preferito il giovane contadino e infine schierato fra i denigratori: “Glozel? Una bufala”.
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32 commenti:
Gigi Sanna dovrebbe prendersela di meno, visto che sa benissimo come va questo mondo e anche come andrà a finire.
Se in Francia, a Glozel, ci fu (ora si può usare il passato remoto) certo Fradin, in Sardegna, nel Sinis, c'è ancora Porcu, ad Allai c'è sempre Saba.
Piovvero accuse di falso su Fradin, grandinano altrettante accuse, sul blog e in tribunale, sui nostri.
Se mai dovessi scrivere un romanzo ripercorrendo questi fatti sardi (non sarebbe una cattiva idea, visto l'interesse, ma io ho già dato e i protagonisti non si scostano da quelli reali) lo terminerei con la vittoria della scienza archeologica ufficiale, perché farebbe scalpore, sarebbe, come dicono i francesi?, un coupe de theatre, che permetterebbe all'editore di aumentare il prezzo del 50%, potendo contare sui consigli per gli acquisti dell'intellighentzia.
Cosa aggiungere ancora, se non esprimere, come Mosè, il desiderio di vedere almeno da lontano la Terra Promessa?
Caro Pilloni,
mi pare che tra le due vicende vi siano delle sostanziali differenze, quelle di Glozel paiono essere un corpus ben definito, mentre le supposte iscrizioni nuragiche sono un vero e proprio guazzabuglio !
Trizcottu in un modo, brassard in un'altro, navicelle i cui dettagli decorativi (con valenza simbolica è verosimile) diventano scrittura, incisioni su pietre di nuraghe che paiono fatte da Pierini contemporanei invece che da scribi nuragici.
Infine di serio vi sono i segni di qualche anello levantino, di lingotti ox-hide forgiati a cipro, qualche lettera in pesi di sistemi ponderali levantini.
Che assieme agli Shardana, Filistei, Tirseni e altri nel XIII secolo siano arrivati anche sistemi di scrittura non deve essere scartato.
Direi che chi si diletta a teorizzare un sistema scrittorio nuragico dovrebbe perlomeno riconoscere che sul Brassard di Loccis santus ha esagerato, che su Tzircottu ha frainteso la natura del reperto, che i simboli che costellano le navicelle hanno un significato simbolico e non epigrafico, mettersi il dubbio che ci sia un Pierino o una Pierina che vanno in giro a incidere i massi dei nuraghi, ecc. ecc.
Cordialmente
Mauro
PS : colgo l'occasione per fare a Gigi Sanna i complimenti per la decifrazione delle tavolette di Glozel, autentiche o false che siano!
Cara Aba,
con te sono d'accordo quasi con tutto quanto hai scritto poco fa!
I am with all quelli che tengono duro! ivi compreso anche Gigi Sanna!
Su Teti penso che sia autentica, ma non credo possa andare oltre (nel senso di più antica) il 1100 a.C e molto probabilmente è del IX o VIII se non VII o VI! a voi decifrarla!
è un caso estremamente interessante in quanto la natura dell'alfabeto potrebbe essere raffrontato con la supposta età del reperto archeologico
Comunque quando mi riferivo alle navicelle non mi riferivo a Teti, ma al fatto che secondo Gigi Sanna la costellazione di segni che costellano simbolicamente le navicelle sono epigrafi!
Una idea che mi pare assai balzana (comunque ben sapendo che anche le idee balzane 1 volta su 10000000000 ci azzeccano!)
Su tzircottu, beh mi pare che allo stato attuale delle proposte al 99,9999...% è alto medievale e allo 0,00000.....% è di altra epoca!, Come vedi non ho certezze!
Per Loccis Santus, al 99,9999999999% è di epoca romana, e se non lo fosse non è certamente una epigrafe, ma fino a prova contraria un disegno , certamente significativo ma sempre disegno!
Mauro
PS Ora vado a Ghilarza a sentire una conferenza tenuta da Alessandro Usai
Cara Aba,
è anche la cronaca di un incubo, ma lo è, soprattutto, di un paradigma. Le vicende della scrittura nuragica dicono in sardo ciò che a Glozel si è svolto in francese. Il corpus glozeliano è tale perché gente tosta ha resistito al combinato disposto di baroni in malafede, loro supporters, gendarmi inviati dalle soprintendenze locali, urlatori "al falso al falso", personaggi che temevano di vedere messe in crisi loro certezze. E anche qualcuno che pretendeva di poter passare al setaccio i reperti (questo sì, questo no) senza alcuna competenza e con molta supponenza.
Proprio come da noi. Il nostro guaio è di non avere a disposizione uno Chiarac che, ad un certo punto, ha dato retta a studiosi indipendenti e ha detto basta al ciarpame interessato. Adesso Glozel ha un bellissimo museo, meta di appassionati e studiosi non prevenuti, che raccoglie ciò che per decenni fu dichiarato falso e/o oggetti fabbricati dai Fradin per "fini turistici". Quest'ultima cosa, è vero, ci manca. Ma non dispero
Ho mauru Zedda, non ti cumprendu propriu, o di deppu cumprendi!
G.Cannas
Carissima Aba,
pubblicizzazione di ARCHEOLOGIA DEL PAESAGGIO NURAGICO? Sono dei richiami a chi volesse approfondire le proposte che faccio in questo giornale (dove ovviamente non posso riscriverlo).
Perchè ho scelto il sito di Pintore invece che qualsiasi altro? Perchè la querelle sulla scrittura mi affascina.
Il modo di scrivere di Gigi è affascinante e convincente, quando non scalcia contro i critici la sua retorica è quasi divina!
Trasforma i fori di un brassard, la protome di una nave e le torrette dei nuraghi in segni alfabetici!
Strepitoso quando argomenta col piglio del grande epigrafista su incisioni fatte sui nuraghi da qualche Pierino contemporaneo.
Ovviamente sono pronto a chiedere umilmente scusa nel qual caso , Gigi Sanna riuscisse a coinvolgere non dico un epigrafista, ma almeno un geologo accademico che accerti che le incisioni che sta decifrando sono millenarie!!
Come vedi, sono sceso dalla finestra, non nutro più alcun dubbio sulle capacità di Gigi di avere il background necessario a decifrare una epigrafe scritta con alfabeto protocaneneo, ora i miei dubbi sono tutti in relazione all'autenticità dei reperti su cui verte la decifrazione!
Mauro
PS: a questo punto si potrebbe coinvolgere una equipe di geologi, e organizzare una giornata dove andiamo in gita per nuraghi supposti epigrafati.
Inoltre se l'equipe di geologi dovesse accertare che le incisioni sono millenarie, direi che il sottoscritto, Zaru, Phoinix e Sisaia dovremmo trasportare Gigi Sanna in trionfo su una portantina papale da Tzircottu sino a piazza Eleonora ad Aristanis.
Viceversa se i geologi decreteranno la non antichità, il trionfo spetterebbe al piccolo Mirco Zaru e a Gigi Sanna, Giorgio Cannas, Gianfranco Pintore e Andrea Brundu il trasporto della portantina!
Vista la mole di Mirco siete tenuti a munirvi anche di portantini di scorta!!
Oh Giorgio, giai mi paridi cati biu cun accoddu sa portantina cun Mircu Zaru Sezziu in pizzusu!
Ohiohiohi giai minci pigada s'arrisu!!!
cun simpatia
Mauro
PS ; comunque siada, non ci creu, ma miada a praxidi cantu a tie chi is scarrafius sianta antigus!
Cara Aba,
per quel che conosco di archeologia quella navicella (fino a prova contraria) dovrebbe risalire all'età del ferro o al massimo al Bronzo Finale. Ripeto sino a prova contraria, cioè sino a quando qualcuno non dimostri che è più antica.
Ho detto che è un caso interessante sia epirafico che archelogico (pare certo che non sia stata incisa da un Pierino).
Se gli archeologi sardi fossero seri dovrebbero mettere il reperto a disposizione di lo vuole studiare epigraficamente.
Purtroppo pare certo che gli archeologi sardi siano poco seri, lo dimostra l'incontestabile fatto che non hanno ancora preso atto dell'inequivocabile significato astronomico dei nuraghi!
Mauro
PS: la certezza che del fatto che l'archelogia accademica sarda sia poco seria, non è di per se sufficiente a prendere per buone tutte le proposte prodotte degli archeologi dilettanti.
Losi, lei somma troppo. Operi qualche sottrazione, visto che quello che ne sta venendo fuori non è propriamenbte una conferma dell'assunto iniziale. Se no, lei faccia i suoi conti addizionali, altri faranno le sottrazioni.
Gigi Sanna può anche dire che sono 3765 i documenti. Poi però bisogna vedere se è realmente così.
Buon computo, comunque!
Cordialmente.
Inizerei, in linea con quanto letto finora, ad escludere dal computo Tziricottu...mica un reperto da nulla. La base e l'impalcatura di tutto il resto.
Cara Aba
direi che possiamo pensare a cercare i geologi che valutino l'età dei graffietti fatti ai massi dei nuraghi!
Mauro
PS : cercate di allenare i vostri portantini!
" (...) gli altri documenti vivono anche da soli. Vedi, per esempio, Perdu Pes o Pallosu."
Resto in attesa di un breve scritto
dal quale siano assenti riferimenti a Tzicotru, Seneghe, architrave Aiga,fori passanti,peso da telaio,serpentelle gravide,Locci Santus.
Sisaia
HO Mauru, ge ddu scideus ca ocannu puru asi scuppau binu bellu, basta chi non ddu cumbisti ai geolugus prima de andai arreu po is nuraghes.
Saludi e bonu proi ti fezzada.
Tui ge ddu cumprendis poita.
G. Cannas
Oh Giogio,
fazzu binu bonu e du buffu cun cuscienzia!
Appoi chi is geologus anta a sentenziai eusu a cumenzai a buffai!
Appa a ingolli una carrada de Cannonnau!
Appoi chi tui cun is atrus portantinus eisi ad arribai ad Prazza Eleonora cun Mirco Zaru in trionfu, ti promittu ca cumbidu a tottus cussus chi anta a benni a biri su spettaculu!
Cumenza a t'allenai!
Mauro
@ Aba Losi
"Sisaia pure, ma questo devo dire che mi dà molto meno dispiacere."
Lieta di leggere che quanto scrivo le provochi un qualsiasi moto dell'animo.
Perchè, vede, a me basta questo:
"(dimostrare che quello è un falso secondo me sarà dura). "
Evidentemente, (finalmente!) si è resa conto che in questi casi:
"Tzicotru, Seneghe, architrave Aiga,fori passanti,peso da telaio,serpentelle gravide,Locci Santus.", c'è un bel pò di roba che non va.
E' un passo avanti.
That's all folks!
Sisaia
Qualche altra campana, anzi, raccolta di campane su Glozel:
http://www.badarchaeology.net/controversial/index.php
http://www.badarchaeology.net/controversial/glozel.php
http://www.badarchaeology.net/controversial/glozel_2.php
Sisaia
scusi se mi permetto Aba, ma cosa vuol dire "formattiamo tutto e via"?
Non stiamo mica sistemando un pc.
qua ctrl+alt+canc non funzionano, Tzicotru è la base di Sardoa Grammata, come si può azzerare qualcosa e ripartire da capo? Non sarebbe più facile ammettere di aver sbagliato?
Non capisco questo ragionamento.
Guardi, glielo dice uno che crede (ancora? non so quanto a lungo) in una possibile scrittura Nuragica...
@ Sisaia
Ma no! Davvero ci sono state controversie su Glozel? Tu ripeti lo stesso link del 2007 più volte per segnalarci che ci sono state una infinità di controversie? Sono state molte di più, come avrai letto - spero - nel mio articolo.
Quasi tutte, come quelle del tuo sito di riferimento, improntate allo scetticismo prevenuto. Si dà il caso che su Glozel sono stati scritte decine di libri, da quello del russo Gueorgui Tourtchaninov di prima della guerra all'ultimo dello statunitense Dean Clarke, agli studi dell'epigrafista tedesco Herbert Sauren e di Gigi Sanna. Interpretazioni diverse sul contenuto delle tavolette, ma tutti unanimi nel riconoscerle autentiche e nel definire "Bad archeology" proprio quella che pare entusiasmarti tanto.
E c'è poi il fatto che il presidente della Repubblica francese Chirac conferì le palme accademiche a Emile Fradin. Secondo te, Chirac avrebbe potuto premiare un falsario? Curioso: citi un sito no e non riesci a citarne uno solo sì.
Cara Losi,
non fuggo, ma le assicuro che in questo periodo concomitanti impegni mi assorbono totalmente e posso solo fare qualche piccola pausa di tanto in tanto su un computer che sta letteralmente bollendo. Mi vorrà perdonare se non sarò troppo assiduo. In ogni caso mentre ci sono post e argomenti che mi sento di commentare su due piedi, per diversi motivi, ammetto che altro genere di documentazione meriterebbe una più attenta disamina, e per questo non mi pronuncio. Non adesso e forse neanche più in là, dal momento che non ho alcuna difficoltà ad ammettere che non sono un epigrafista. Ciò non toglie che sappia riconoscere un'antica scrittura e gli eventuali caratteri impiegati pur senza poterne fare un'esegesi completa. Vedremo, leggerò con attenzione quanto avrà da dirci il Sanna e lei. Comunque, come rivendico dignità di "evidenza" per quei poveri licheni affettati, rivendico altrettanta dignità nello studio approfondito di altre evidenze. Poi vedremo dove ci porteranno, nel caso.
Saluti!
@Losi Senza nulla togliere agli altri reperti, per i quali non escluderei aprioristicamente rilevanza di scrittura, quello che mi sembra veramente infantile, per l'ostinazione e perseveranza che mostrate, sono proprio le tavole di Tzricotu. Non me ne voglia dott.ssa la mia stima nei suoi confronti non ne esce assolutamente ridimensionata, alla luce degli innumerevoli suoi interventi che condivido pienamente. Saluti :-)
@ Aba Losi
Malafede...
Si dice che chi primo la sente, l'ha sotto.
I miei, se non le spiace, sono legittimi dubbi.
E me li tengo.
Vede, per togliermi un dubbio stamani sono entrata in libreria.
Ho sfogliato la vostra ultima fatica, ho visto A1 paragonata alla stele di Nora e non so che altro. OK, ognuno scrive quello che crede meglio. Bibliografia, mancava il famigerato Serra, non fosse altro che per rispetto della citazione avuta. Il che priva chi andrà a comprare il libro del proprio diritto al libero arbitrio. Mi chiedo quanto è scientifico non citare studi recenti precedenti. Anche se sono contrari. Lei, cara Aba, nonostante ora ne sia informata, si è guardata bene dal cercarli.Il che denota, a mio parere, mancanza di curiosità, dote che dovrebbe essere se non innata, almeno acquisita in un ricercatore.
Si è limitata a sparare nel mucchio,scambiando una nota per un articolo, cadendo nella trappola tesale dall'Anonimo che ha trascritto il testo.
Trascrizione, nella quale comparivano almeno due (...).
E quel che è peggio, non ha visto le immagini, e tanto meno la bibliografia.
Ora la autorizzo ad incavolarsi.
Sarà sempre nulla in confronto all'incavolatura che prenderà quando si deciderà a consultare sa bene cosa.
Sisaia
@Losi L'infantile l'ho preso da un suo post precedente in cui lei si riferiva ai miscredenti riguardo Tzricotu. Mi sembrava di aver circoscritto le mie critiche alle tavolette in questione; se però pensa che il suo pensiero dovrebbe condividersi in toto o esser considerato ostinatamente infantile in toto, dovrei risponderle che propendo per la seconda. Se invece avesse capito il mio pensiero (probabilmente mi son spiegato male io a questo punto) avrebbe dovuto trarre la conclusione che apprezzo molto il suo impegno e la passione delle sue ricerche (Tzricotu invece proprio non riesco a metabolizzarlo)...tutto quì. Ps.: sono un uomo :-) cordiali saluti
@ ZFP
I
:)
Diciamo che digitando "Glozel" è il primo sito che esce.
Ho letto le TRE parti dell'articolo. Ecco il perchè dei TRE link.
Ho letto anche alcuni degli altri articoli per vedere se venivano seguite le regole metodologiche. E in che ordine.
Io non ho idea del suo livello di comprensione della lingua inglese, ma a me pare che le sia sfuggito il significato di quanto segue:
The Nature of the Assemblage
From Glyn Daniel’s observation (and many others) the nature of the material from the Glozel site is extremely confusing. Genuinely old pieces of clay and flint are combined with (what look like) outright modern forgeries. This jumble of old and new makes for an extremely confusing picture. There are the usual things one might expect from a medieval glass kiln. As for everything else, who knows?
The evidence for the forgery of inscribed stone tablets is as follows:
•That some inscriptions contain a jumble of modern Latin characters as well as assorted Phoenician characters.
•That the forger seemed to flatter the interests of the experts. According to Vayson De Pradenne (see below), as more information was given to Fradin about the Phoenician alphabet and the typical assemblage of a Neolithic site, the finds came to resemble those described to him.
•That E Bayle (head of Paris Police Lab), when undertaking forensic work on the finds during the 1920s, found some of the bricks were unbaked, that some had never been buried and that some contained modern impurities (like fresh plant material and dyed cotton).
•That a police raid after the publication of the International Commission’s report found unfinished tools and Glozelian objects at the Fradin’s farm.
The TL confusion
The scientific evidence from both Thermoluminescence and Carbon-14 dating (see glossary) of the bone and pottery from the site dates the finds at Glozel variously to both the Gallo-Roman period (roughly 200 BCE to 400 CE) and (predominantly) the medieval period (in this case c 1100-1300 CE).
The work was carried out in the mid 1970s by an international team consisting of Hugh McKerrell, Vagn Mejdahl, Henri Francois and Gut Portal. They published their results in Antiquity (see below). Understandably, this caused a great deal of consternation amongst archaeologists who had long dismissed the majority of the finds at Glozel as modern forgeries. They remain something of a mystery.
The TL and C14 dates have to be explained in the following ways:
1.Some or all of the results accurately reflect the age of those artefacts. These artefacts represent activity at the site. Therefore a Gallo-Roman pottery fragment was deposited in Gallo-Roman times.
2.Some or all of the results accurately reflect the age of those artefacts. These artefacts were introduced to the site at later dates and so do not age the site, only the artefacts themselves.
3.That some as yet unknown factor has skewed the results giving the artefacts a kind of fake age.
What becomes clear from the scientific dating is that neither of the predominant theories fitted the evidence. Ideas of modern forgery and Neolithic site could be dismissed – at least in terms of the artefacts tested. So where does that leave the investigator?
@ ZFP
II
Two ways to look at Glozel
Colin Renfrew, after reviewing the surprising Thermoluminescence dates from McKerrell et al. still had three very well-founded concerns. Since they are shared by all people seeking rational explanation of Glozel, they are reproduced in full here:
1.The finds as an assemblage, and the majority of the finds individually, are without significant parallels elsewhere, either in the same region or outside it.
2.The assemblage of finds, which is firmly dated by TL, contains no single object typical of the very well documented cultures of that region and period.
3.The assemblage shows serious chronological inconsistencies which, from the stylistic point of view, are difficult to reconcile with the authenticity of all the objects.
Renfrew in Antiquity 49 (207), 220
Who will be convinced by the evidence for a Neolithic or Phoenician connection at Glozel? Extraordinary claims require extraordinary evidence. Should Glozel be a Neolithic site with Phoenician tablets, then the entire prehistory of France needs to be re-written. It would mean all other known archaeological sites of the period and in the same region will require re-assessment. How likely is it that they would survive such an enquiry?
What is the best way to examine Glozel?
One has to imagine the motivations for engaging in the Glozel debate. What does the French (or world-wide) archaeological establishment gain from a conspiracy regarding Glozel? The answer is very little. The reputation of dead or ageing archaeologists stands for little in the minds of today’s academic community, many of whom would gain a great deal from the fame and kudos brought about by such a revelation. In general, archaeologists have little to fear from new discoveries and theories. Indeed, scientific progress depends upon the refutation of theories which no longer fit the evidence.
The motivations of petty conspiracy theorists are clear enough. Exposure in the media results directly in personal gain (financial or otherwise) for the protagonist. Stories are sexed-up or manufactured to prolong the careers of those who, without the scandal, would have nothing to write about. Such is the appetite amongst the general public for hidden agendas and scandal that their work continues to prosper.
Glozel continues to cause much head-scratching in archaeological circles. Were it not for the scientific dating in the mid 1970s, many would have dismissed the site as one big hoax. A great number still hold this view but it must be modified to accommodate many more twists and turns that previously thought.
To go after Garrod is a red herring, as is to wallow in the conduct of the French archaeological establishment in the 1920s. Should anyone wish to re-excavate the site and re-analyse the finds then L’Affaire Glozel might be brought to a close. As for Coppens and Nexus, no mysteries are solved by conspiracy theorists: if they were, then what would they do next?
Further Reading
The entire saga can be followed in English through the pages of Antiquity, a well-established archaeological journal. Those of you on a library or academic network may be able to view the full documents by clicking on the
L'altra possibilità è che lei si sia stancato di leggere ulteriori astrusità in inglese...
... molto prima dell'inizio di questa parte.
Ivi inclusa la bibliografia. ;)
Sisaia
@ ZFP
III
Per qualche strano motivo il blog non accetta alcuni caratteri presenti nella bibliografia.
Essa può essere comunque visionata cliccando il link e scrollando fin giù.
Paragrafo: Furter reading:
http://www.badarchaeology.net/controversial/glozel_2.php
Sisaia
@ Aba Losi
:)
Finalmente concordiamo su qualcosa.
Non discuta più di Tzicotru nè con me nè con altri (par condicio), e nemmeno di quanto ci vorrebbe collegare.
Quello che lei considera irrilevante,non lo è/sarà per altri.
Scripta manent.
Sisaia
@ Sisaia
Conosco quel sito da almeno due anni, così come conosco le sue insinuazioni che sono state spazzate via da sentenze dei tribunali francesi. E, lo ripeto, dal presidente della Repubblica francese oltre che da decine di studiosi e di epigrafisti. A me basta per guardare a Glozel con apertura mentale.
@ ZFP
Apra pure. Aria nuova. Apro anche io, ma se non le spiace, metto almeno una zanzariera, visto che esiste...
:)
Sisaia
@ Aba Losi
Molte grazie per le info. Stia sicura che non aspetterò il Big Crunch per controllare.
Nel frattempo, un archeo-esperimento: fare una fotocopia di A1 (o anche dei calchi),incollarla su cartoncino, ritagliarla e praticare un forellino nel lato rettilineo più corto, il punto esatto si evince dalle foto. Passare un filo o uno spillo nel foro: la gravità non mente.
Sisaia
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