mercoledì 25 novembre 2009

Soliloquio sul ritorno i la Sarditat mia

di Davide Casu

Non ricordo quando fu il giorno che vidi le opere di Amedeo Modigliani la prima volta, rammento però che del suo genio non compresi nulla, tanto che per molti anni buttai quelle poche immagini serbate in uno dei miei magazzini bui della memoria dicciottenne... e me ne dimenticai sin quando, giá nel proseguo degli studi, cominciai a prendere in mano i testi di "Derrida”. Può essere che non vi sia relazione alcuna “mì”, forse, apparentemente magari!
Ho sempre avuto, però, una speciale predilezione per infischiarmene di ció che leggo e farlo suonare dalle mie corde e Derrida quindi giá non c'era... Però, non so spiegarlo in altra maniera, ora vedevo davvero Modigliani, e lo guardavo faccia a faccia. Immagino fosse per quella sua irrepetibile facoltá di individuare, in quelle sue linee sintetiche, gli archetipi di ciò che è umano, o come la chiamava lui: “della razza”; Derrida che aveva decostruito le mie certezze me ne fece dono.
Cominciavo, a pari passo, a fare mente sul bimbo che fui, l'unico sardo che sono stato in vita mia. Stavo giá a Torino e risuonava nella mia testa una frase martellante che supponeva, quando in me c’era ancora il verde e oro di campi, che non avessi mai pensato che avrei potuto credere nella sinuositá del pensiero né in quella della cittá... ma lo stavo facendo e, grazie a Modigliani, si faceva spazio il bimbo “gitat” a Surigheddu, “lluny de l’Alguer” ma vicino alla terra, la terra quella materiale, lei tra le mie mani, mio padre col suo sguardo limpido che solo a chi sta in pace puó appartenere.
Non ero stato capace, negli anni, di comprendere il perchè “mon pare” fosse un uomo sereno; me ne avvidi solo quando lasciai sa Sardinnia e col tempo, tra le letture e lo schifo della cittá, mi ero contaminato anch'io, e ancora quel bimbo, l'unico sardo che fui, l'animale che avevo ucciso per creare l'uomo che sono diventato, cominciò a puntare il dito verso la terra sarda. Strana cosa: di solito gli adulti sono avvezzi ad immaginare se stessi accompagnando il loro alterego infante per le strade della vita, mentre per me era il contrario...
Cos'era ciò che mi chiamava? Istinto, radici, lingua, storia?... Non solo: era la terra, quella che zappava mio padre e tutto quanto da essa generava: la primordialitá dell'esistenza in quelle azioni sistematiche di babbo, l'animalitá insita in quella purezza che straripava abbondante dai suoi occhi... ed il bimbo, quell'animale che ora pretendeva tornare “en casa”, lui che aveva pisciato tutto il suo territorio e dal quale io lo avevo strappato... a su mere sou.
Manca un mese al ritorno e mi chiedo dove sia la sarditá se non v'è terra, la terra sarda, con la sua chimica, la sua materia organica… Me lo chiedo ora che mi accingo a “torrare”..... Dov'è la sarditá se non c'è quella realtá, non il concetto che è cosa artificiosa, ma se non c'è quella realtá rudimentale dello svolgersi della vita, se non sussiste quell'azione atavica e tribale del vivere vero, ossia legato all'esistenza e non all'abitare. Se così non stanno le cose, starei ritornando in Sardegna? O posso anche rimanere in “terra anzena”?... Forse sospetto od avverto che sono la, sull'orlo tra vivere e definitivamente destinarmi ad abitare soltanto, in una Sardegna qualsiasi, che puó stare di qua come in qualsiasi altra cordinata di questo globo...

25 commenti:

Pierluigi Montalbano ha detto...

La sardità è nel cuore, nelle emozioni che provi quando senti un profumo familiare...quello che rende visibile l'immagine della Sardegna che hai nel serbatoio delle registrazioni mentali. L'infanzia è una continua sedimentazione di sensazioni che i sardi riconoscono e rivivono durante il corso della vita. Caro Davide, oggi sei cittadino sardo in terra oltremare, ma le tue emozioni sono espressione di sardità, senza confini spaziali e temporali. Si è sardi dentro, non importa dove si risiede.

Anonimo ha detto...

Nel bene e nel male è la nostra terra promessa!

¡Cerdeña!
¡Solo hay una!

Marco Pinna

Davide Casu ha detto...

Ho scritto questo testo 4 o 5 giorni fa... è ovvio che sono sardo dentro, non scriverei queste cose altrimenti...
Il problema su cui ho cercato, forse male, non sono un gran scrittore, è quello della residenza dello spirito nella materia, la rottura di quella dicotomia platonica e neoplatonica su cui tutto il nostro sistema culturale si è fondato ed al quale derrida sgambettò i piedi... Quando penso alla mia sarditá, la mia forse e non quella di tutti penso a mio padre, a txiu buxanu, al Iaiu... gente di campagna, io in mezzo all'oro, ossia in mezzo a loro, in quel luogo ero sardo... mi è salito in mente dai piedi, che la terra la calpestano, se forse l'essere sardo sta nel legame con la terra di per sè, alla sua energia, al suo campomagnetico, alla memoria enrgetica per dirla così che la terra ti passa via USB (i sensi)...
che la sarditá sia in quelle zolle tracciate dalla siccitá salata, tra isochi che scriveva babbo, nella qualitá della terra che permette il nostro frutto? C'è forse un archetipo chimico ed energetico che la terra stessa ti passa, informazioni sentimentali, che entrano in te e ti fanno "sardico", ossia di lei (la sardegna)... Pensate alla frase di Feuerbach (anche se non vorrei che la interpretasse con un ottica razzista)"l'uomo è ciò che mangia",
cioè: io sono ciò che mi da la terra... e noi oggi siamo veramente questo, o siamo quello che ci danno i laboratori, la chimica farmaceutica... siamo naturali quindi? possiamo essere ancora sardi, campani, siculi, veneti? o meglio stiamo diventando un surrogato, siamo una fotocopia malriuscita di un uomo della terra... siamo quindi forse solamente un barattolo uscito dalla fabbrica anonima?

P.S. non vorrei che si pensasse che partecipo solo ai dibattiti che mi interessano. No, solamente parlo quando so di cos parlo...
gli ultimi articoli sono per me pura informazione...

davide casu

Gigi Sanna ha detto...

Bravo Davide, le mie idee su di te le ho già esposte. E anche sul tuo nobile e soprattutto riflettuto sardismo 'indipendentista', cosa rara di questi tempi (dove ognuno, sciaguratamente, pensa di avere la 'bandiera' giusta), ho detto nella mia corrispondenza con Gianfranco. Continua con questa tua arte 'filosofica', dettata dalla sofferenza di capire a fondo, criticamente e dialetticamente, la cosiddetta 'sardità', magari ( mi permetto questo consiglio) tenendo presente l'ormai antico, ma direi decisivo, insegnamento di Pigliaru.
E poi? Che fai tu, se non cercare la poesia? La grande poesia che è 'bambina' ed 'adulta' nello stesso tempo? Che fai se non cercare 'l'entusiasmo' divino che è nelle cose? La musica, estremamente varia, ma che sorge sempre da un particolare vissuto, da una porzione di terra, spesso piccola piccola, una cellula o un atomo o un atomo dell'atomo, ma che, come la nostra Sardegna,
appartiene all'Universo?
'It'est sa poesia? Est sa lontana bell'immagine bida e non toccada/ unu vanu disizu, una mirada,/ unu raggiu 'e sole in sa ventana/ sas armonias de una serenada o sa 'oghe, penosa e disperada/ de su 'entu tirende a tramuntana...sa poesia est totu/ si nos animat cudd'impetu sinceru/ e nos faghet cun s'anima cantare'.
Così 'canta' Montanaru. E allora? Che tu sia lì o tu sia qui, ha ragione Montalbano,che importa? Ricordi il famoso passo del 'laico' Seneca, quand'era esiliato, della stessa distanza che separa gli uomini dalle stelle? Quella distanza che ci fa tutti partecipi del divino (le stelle), che ci fa stupire, in qualunque zona del mondo?
Certo si soffre un po'. Tutti gli uomini hanno il male della pernice sarda. Appena volano un po' già fanno la curva per rientrare. Là dove la nidiata emette il primo canto per il mondo, là vuole morire.
Ciao.

Davide Casu ha detto...

Noto che certi discorsi meno poltici sulla sarditá hanno qualche seguito, e questo è solo un piacere per uno che non vede risoluzione del problema solo nella questione politica...
Chiaramente il sardo che si ha dentro supera le frontiere ed i sensi, ma forse il sardo che si ha fuori no...
Montalbano, Pinna e Sanna, sicuramente tutto ciò che dite ha senso, profonditá e amore per la sardegna vero, genuino... trasparente. Io, non per superioritá intellettuale, per caritá, diciamo per le contingenze che l'esistenza mi ha imposto, ho dovuto a forza passare per l'analisi che mi obbliga a domandarmi di cosa sia fatta questa trasparenza, questa genuinitá, questo sentimento. Ha materia tutto ciò? per questi dove cammina la mia ricerca e fa tesoro delle vostre parole... come potrei non badare alle parole esperite, le parole tratte dalla freschezza di Pinna, conciso ma vero, di Montalbano immerso nell'antico cs¡ come quelle di Sanna tratte dalla biblioteca interiore, evidentemente una letteratura vasta ed estesa che puntualmente riporta nei suoi commenti dedicatimi nelle mie sporadiiche apparizioni in queste pagine sospese nella rete. Alcuni diranno che io offro le mie lodi a Sanna o a Pintore spinto da quelle pulsioni purtroppo comuni, pulsioni che spingono a leccare i sederi di chi nella cultura ha voce od importa... Direi di no, direi che fa piacere essere compreso non da Sanna o Pintore bensì dai loro contenuti tanto quanto fa piacere la comprensione di Babbo il cui appoggio rende, per la stima che nutro per lui, rende piccolissime quelle di qualsiasi altro... è una stima ereditaria, antica, di generazione in generazione, un regalo per chi si perde in questo porco mondo...
Ma fanno piacere queste piccole lusinghe... perchè vuol dire non che arriverò lontano, ma che servo a qualcosa... il mio nome è una cosa che si estingue, poco importa quindi, quello della mia terra è il nome che identifica qualcosa senza che tra gli umani è senza termine alcuno

Gigi Sanna ha detto...

Bae trancuillu, fizu meu. Sos cumplimentos, ursu e sirbone cale seo, non ddos apo fattos nimancu a s'amigu (e azumai frade) Antoni Corriga. M'as cumpresu?

Anonimo ha detto...

Credo che il sentimento che ci lega alla nostra isola, sia lo stesso che lega altri uomini di altri popoli alla loro terra. Siamo una piccola porzione di un "un'insieme" più ampio (largo y ancho) "un'isola globale" che vaga nell'universo (arreu che cane sena mere), siamo tutti nella stessa barca alla deriva in un infinito oceano (per usare una metafora).
"Sa pregunta est":
"la pregunta es";
"la domanda è";
Riusciremo "noi" (umanità)a non affondare questo gioiello meraviglioso, affascinante, spettaccolare, entusiasmante, .....ecc.?

Marco Pinna

Davide Casu ha detto...

Bae trancuillu, fizu meu. Sos cumplimentos, ursu e sirbone cale seo, non ddos apo fattos nimancu a s'amigu (e azumai frade) Antoni Corriga. M'as cumpresu?

forse da correggere complimento con leggero apprezzamento???
così va bene???


Purtroppo Pinna, devo dire che siamo entrati ormai a pieno in cosmopolis:
lasciate ogni speranza voi che entrate...

Daniele Addis ha detto...

Sembra solo ieri che nelle scuole di Alghero si sentivano "simpatici" ragazzetti dire a voce alta e con orgoglio "Io non sono sardo, sono algherese", a sottolineare una sostanziale differenza nei confronti dei seconodo loro arretrati "montagnini"... una sorta di modo per allontanarci dalla Sardegna per gettarci nelle braccia dell'adorata Italia.
Quando sono diventato indipendentista quelle parole riecheggiavano ancora dentro di me e mi mettevano un po' di tristezza perché mi facevano credere di essere una sorta di mosca bianca o pecora nera nella mia cittá (anche perché non conoscevo ancora grandi personaggi come Simon Mossa e Rafael Caria)... invece ogni giorno scopro miei concittadini che la pensano come me (con le dovute differenze dovute ai diversi percorsi personali) e questo mi fa sentire meno solo. È bello perché sono giovani che hanno piú o meno la mia etá e oltretutto non sono nemmeno cosí pochi come credevo all'inizio.
Sono quindi ancora piú contento di leggere parole come quelle di Davide, chissá che non abbia l'occasione di scambiarci due chiacchiere durante le vacanze di natale.

Davide Casu ha detto...

Daniè Perdona-me si no me recort de tu, es possible qui mos sem coneixuts no??? es que desprès de nou anys já no faix ment a la gent que m'he entopat en la minyonia... En nadal sigarè a l'Alguer, me pots escrivir una e-mail deixent-me lu numuru tou i quant me devall ja t'aquirr... te pareix bè???
I pe'cò tu l' sabis, auqella minyonia desardizada está arribant
a la fí sua, no sem pocs, n'hi ha gent que se senteix algueresa i sarda... aqueixa historia de l'alguer catalana ulora a porrit, pero hi ha gent, al forum de l'alghuer per ne diure una, que encara pensen que la salut de l'alguere estigui en catalunya...
ma ony está l'alguer, com parlem mosaltros, los conyoms nostros qual son... ajooooooo!!!!

Anonimo ha detto...

Addis e Casu,due cognomi nell'essenzialità,molto Sardi e Poco Catalani.Certo non come Martinez,Lopez,Caria,Diez o Diaz,che spagnoli lo sono.Siete sicuri di avere antenati Catalani e non Sardi?
Perchè quando ci andavo io ad Alghero,Sentivo parlare di catalanità,a discendenti di persone provenienti da vicini paesi e città.Come ad es.Sassari,Olmedo,Uri,Usini,Ossi,
Ittiri,Villanova,Putifigari.
E' cambiato tutto,o ancora vi definite Un Isola nell'Isola?Come si sente ancora proclamare in certi percorsi turistici dalle guide.
G.Corbia

Davide Casu ha detto...

Sig. Corbia, sinceramente non riesco a carpire il tono del suo discorso... perchè se pone una domanda si nota che non ha letto o non sa leggere (strano, sa scivere però!!!), per questo le sfugge il senso del discorso. Oppure fa dell'ironia, che proprio per non avere letto tutto (neanche articoli precdenti), danno rumore alle sue parole, una sorta di troddiu verbale inutile e irrispettoso proprio per il fatto di proferirsi nei nostri confronti senza leggere...

INFINE, se invece mi sto sbagliando le chiedo scusa per i toni ma domande come: Siete sicuri di avere antenati Catalani e non Sardi?
o
E' cambiato tutto,o ancora vi definite Un Isola nell'Isola?

mi lasciano perplesso perchè sembra che lei per questo blog, in particolare questa discussione, ci sia passato solo per fare una pisciata, ha sbirciato e se ne è andato lasciando la zeta di zorro...

Anonimo ha detto...

Egregio Davide Casu,il muttu o mutteto,di cui le dicevo,cioè Alghero:isola nell'isola,è il coronamento di un prologo,in cui si evince chiaramente l'estraneità della città con la Sardegna.Questo ancora in pieno 2009.Lei è certo, risulta fuori da questi concetti e preconcetti,ma tanti altri no.
Molti sardi che emigrano in germania,francia,australia etc.imparano l'idioma corrispondente,
il cognome tradisce però la loro origine.Se lei questo mio dire lo prende come troddiu,o troddia è sintomo che sardo del tutto ancora non si sente,e vede quanto detto come un offesa.
"La cosa es ascì".
Non so se l'ho scritto bene.
Cordiali Saluti
G.Corbia

Davide Casu ha detto...

troppo tardi per leggere il resto dei post, le domande che lei pone sono poste a me ed addis, non mi venga a dire che siamo stati noi a non capire... sul fatto che sia d'accordo con lei è un altra questione... il troddio verbale le sta didicato in merito al suo commento fatto senza leggere nulla dimostrato dai suoi commenti

Daniele Addis ha detto...

Davide, jo tampoc me record de tu... (e qui finisce la parte in algherese o pseudo tale... purtroppo non lo parlo, peró non ho difficoltá a capirlo, quindi tu fai pure), per questo mi fa ancora piú piacere sapere che sei indipendentista e sei di Alghero e soprattutto sentirti dire che "no sem pocs, n'hi ha gent que se senteix algueresa i sarda". Ti faró avere il mio numero , piú tardi passo sul tuo blog ;)

Il discorso del sig. Corbia invece proprio non l'ho capito. I miei sono entrambi di Villanova Monteleone, ma purtroppo mi hanno sempre parlato in italiano, quindi non parlo nè sardo nè algherese. Non ne vado certo fiero, ma è cosí.

Davide Casu ha detto...

Caro Daniele non sciverò in algherese affichè sia leggibile per tutti...
neanch'io, come hai visto (forse ho esagerato con i termini), capisco l'intervento di Corbia... mi pare che sia passato sul forum ha letto che parlvano degli algheresi e ha pensato chissá cosa... Inspiegabile davvero...
Per quanto riguarda alghero, su questo blog, pagine addietro troverai un mio articolo sull'algherese, e su alghero eco uno sull'incontro di Ollolai tra iRS e sardegna democratica...
comunque anche a me fa piacere che gli algheresi stiano uscendo dalla truffa editoriale della catalanitá, perchè effettivamente si trattava solo di soldi... malaitta la moneda..

Anonimo ha detto...

Davide custodisci con cura l'antico idioma Algherese (vive in quel di Alghero da più di 6 secoli), contribuisci a diffonderlo è un elemento oggettivamente inequivocabile e integrante che testimonia ciò che è accaduto in Sardegna in una precisa epoca. Appartiene a tutti i sardi.
Daniele, impossessatene, appartiene anche te, come anche il sardo, il sassarese, il gallurese e il tabarchino.
Ho già espresso a Davide il mio desiderio ad apprenderlo (lo comprendo in buona parte e in questo mi aiuta molto la conoscenza del sardo, ma anche del "castellano"). Purtroppo i limiti che le questioni dell'esistere impongono (a tutti), mi lasciano poco tempo a disposizione. Inoltre (confesso la mia impulsività) "curru chentu lepiris e no n'di cassu manc'unu".

Marco Pinna

Davide Casu ha detto...

Marco Pinna Istimadu, come avrai intuito da precedenti interventi in questo blog, come è parere diffuso, l'idioma è parte della struttura del nostro Dna, si trascina nella sua evoluzione tutto quanto si sia avvicendato nella terra che la esprime... L'Algherese è una lingua chiaramente di struttura catalana ma solo in quello, nel resto della sua vita l'algherese parla con Alghero, parla con la Sardegna... l'Algherese è creatura sarda perchè da essa "se fa tocar, i gosar". Io spero che Daniele capisca che l'algherese quanto il sardo ce li ha dentro e deve solo tirarli fuori.
Io sono Algherese, e l'algherese è la mia lingua, ma come potrei io da buon algherese esserlo davvero senza apprendere il Sardo, questa limba che ha disegnato una delle sue figlie con i suoi timbri, nella forma di ostentare i nostri pensieri, nelle parole che ci ha fornito come se avesse lasciato metá dei suoi cromosomi insieme all'altra metá catalana. Ma siamo stati piú tempo con sa Mama Sardinnia e su babbu catalanu nos at lassadu, biende chi sa Biddha fizza sua diat essere istada mezus cun sa Mama sua. Così anche tu Daniele o Pinna potete apprendere questa dolcissima lingua perchè realmente vi appartiene molto di piú che ha molti algheresi che la maltrattano, la violentano di razzismo e purezze utopiche, reati gravi di stupro verso se stessi, gesti di stupiditá conditi di poco amore per se stessi. poverini!!!
pensano che i catalani li salveranno dalla miseria e la deterioro culturale... quale cultura poi... la veritat es que no'l comprenc, catalunya no te arrès que veure ama l'alguer, gent diversa, son morts en cosmopolis... i ellos se volen morir amb aquells...

saluts

Davide Casu ha detto...

P.S. per Pinna... tampoc esisteva prima in algherese, è rientrato in uso con il purismo scellerato di qualche deficente... quella parola l'algherese la prende dal sardo: si dice infatti nimancu. perchè si dirá col sardo? perchè siamo sardi...

Anonimo ha detto...

Io credo che la catalanità rivendicata dai vari Porcu, Sanna, Cuccuru ecc. che risiedono ad Alghero sia un modo per slegare la propria appartenenza ad un popolo che non ha mai combinato niente di buono e del quale non ci si sente fieri, un modo per scappare idealmente da una società ottusa, arrettrata e perdente.
Queste sono osservazioni facili da cogliere nella psicologia del sardo medio: la rivendicazione più o meno latente di non sardità è osservabile anche nei sassaresi, nei galluresi e nei cagliaritani per non parlare degli abitanti delle isole minori. Tutti accomunati dalla smania di liberarsi da questa trappola concettuale che è l'essere sardo.
Damiano Anedda

Davide Casu ha detto...

Il problema del non essere sardo è un problema di educazione di massa democraticissima portata avanti e a vanti dalla riprovevole Repubblica Italiana... Dalla pedagogia di asilo fino all'universitá popolare: LA TELEVISIONE... Molti personaggi illustri, Carta (si creditelo), MARCO CARTA, LA CANALIS, hanno dimostrato che per essere sardi accettati basta essere dei mediocri come del resto succede nel continente... Quella di Alghero duole, perchè gli alghersi sardi si sentirono, arrivò una testa di cazzo catalano a promettere a qualche imbecille, qualche mediocre ed una manciatina di gente seria ori ed allori letterari... ecco qua l'inganno di quel furbone... Quello che non capiscono è che L'algherese, la lingua, non la penna, Giá non è piú catalana... chi ci senta parlare ci dirá... avete lo stesso accento della gente di montiferru...
La catalanitá... non posso avere pace dicendomi che appartengo a quella gentaglia catalana... figli dell'omologazione... hanno solo la lingua diversa, venduti a satana del commercio, senza un senso minimo del rispetto della diversitá, loro che sono uguali a tutti i figli dela baby modernitá,loro che non sanno cosa voglia dire la gnerositá e l'amore per l'ospite...
Io di alghero, con le porte di casa aperte, con la cucina povera, innamorati del genuino, io sarei catalano??? ma pe'l player, pro paghere...
Alghero non sará certo paragonabile ad una biddha, come ogni cittá ha i suoi problemi di omologazione etc etc... ma ai livelli loro??? No...

zuannefrantziscu ha detto...

Dissento con tutto il cuore e la mente dall'amico Anedda il quale confonde quel che ripete a se stesso e agli amici con quei maledetti numeri delle ricerche sociolinguistiche e sociologiche. Per l'89,9 per cento dei sardi la lingua "deve essere promossa e sostenuta perché è parte della nostra identità".
Lo dicono le università di Sassari e di Cagliari. Anedda si trova in compagnia del 10,1 per cento dei sardi, non della maggioranza.
Ma dissento, con dispiacere, da Davide Casu il quale, mi pare, vorrebbe che i sardi di oggi considerassero i catalani come avrebbero magari dovuto fare 600 anni fa.
Il catalano di Alghero è una lingua non sarda ovviamente contaminata dal sardo, e continua ad essere una ricchezza anche per questo. Mi dici che cosa ne guadagneremmo se fingessimo che, oramai, è una variante del sardo? O che siano una variante del sardo il sassarese, il gallurese, il tabarchino? La Sardegna dovrebbe comportarsi come i glottofagi italiani che considerano un dialetto italiano il friulano e il sardo?

Davide Casu ha detto...

Sig Pintore, non dico che l'algherese sia una variante del sardo, assolutamente... sottolineo, forse male una differenza tra ciò che è scritto e ciò che è parlato...
scritta la lingua algherese è indubbiamente, dott sanna lo chiariva perfettamente, una lingua di chiara impronta catalana...
Ma passiamo alla lingua parlata...
che io conosco... Chi ci sente parlare può dire che sia una lingua di catalan? la pronuncia,i timbri, le intonazioni sono chiaramente sarde... In questo senso come si può dire che l'algherese sia una lingua catalana, come si puó dire che sia una lingua di catalani...
il catalano di alghero, e questa dicitura lo dice tutto, è chiaramente catalano ma nella sua evoluzione pare evidente che giá non sia una lingua di catalunya...
questo è il mio pènsiero, evidentemente mi sono espresso male... ma cosa volete, io rimango pur sempre un ignorante ventiseienne, la linguistica non è il mio campo... sonbo un pseudoartista ed esprimo i miei punti di vista sulla collina dell'artem sulla montagna della stessa lascio ci sta chi se lo merita...

Davide Casu ha detto...

CORREZIONE:

Sig Pintore, innazitutto come sempre la cusa di ciò che ho scritto è
la demenza giovanile. Non dico che l'algherese sia una variante del
sardo, assolutamente... del resto, se ricorda l'articolo
sull'algherese, parlo di cinque lingue minoritarie presenti in
sardegna. In quegli stessi interventi troverá che definisco babbo il
catalano e mamma la sardegna. Sottolineo dopo, forse male, una
differenza tra ciò che è scritto e ciò che è parlato...
Scritta la lingua algherese è indubbiamente, dott Sanna lo chiariva
perfettamente, una lingua di chiara impronta catalana...
Ma passiamo alla lingua parlata...
che io conosco... Chi ci sente parlare può dire che sia una lingua di
catalani? la pronuncia,i timbri, le intonazioni sono chiaramente
sarde... In questo senso come si può dire che l'algherese sia una
lingua catalana, o meglio parlata, come si puó dire che sia una lingua
di catalani...
il catalano di alghero, e questa dicitura lo dice tutto, è chiaramente
catalano ma nella sua evoluzione pare evidente che giá non sia una
lingua di catalunya...
questo è il mio pènsiero, evidentemente mi sono espresso male... ma
cosa volete, io rimango pur sempre un ignorante ventiseienne, la
linguistica non è il mio campo... sono un pseudoartista ed esprimo i
miei punti di vista sulla collina dell'arte, sulla montagna della
stessa ci sta chi se lo merita...

Davide Casu ha detto...

Su come considero i catalani oggi,presumo di poter dire quello che penso in quanto ci ho vissuto assieme... Le mie precisazioni sono fatte nella considerazione della diversitá che esiste tra due popolazioni completamente differenti... lo dico con sinceritá:
non mi piacciono,non sono come loro nonostante questi, solo adesso, dopo600 anni, per motivi subdolamente relazionati al tornaconto politico, cominciano a cagarci per dimostare la grandezza ed estensione della nazione catalana... Ed io appoggio i catalani nella loro causa, appoggio i baschi i fiulani etc etc... ma non vendendo alghero quanto fanno gli algheresi o comprandola con qualche promessa come hanno fatto loro... Vedo le ultime pubblicazioni, le ultime manifestazioni, le ultime palle lanciate aredenti ed infuocate contro una popolazione alla sprovvista...
Infine, Sig Pintore, senza Animo di Polemica, reiterando quanto giá scritto da me tempo fa, Alghero è Alghero e basta, non è catalana e Sarda,poco in certi aspetti, ma sarda; Non sono, ne voglio essere un venduto alla scellerata contemporaneitá come loro, non voglio nel nome dell'Euro sacrificare le mie coste, essere promotore di una omologazione fetente mascherata dal desiderio di ingrassarmi le tasche solamente... loro sono liberi di farlo, è la loro terra, i motivi per cui desiderino l'indipendenza sono cosa loro... ma proprio per non far ricadere gli algheresi ne nella trappola italiana ne in quella catalana dico quello che dico elo affermo con ragione... non sono come loro e gli algheresi neanche, ma forse cadranno nuovamente nella trappola delle favole catalane, vittima di qualche promessa, condannati invece che dalla omologazione di stampo Italiano a quella di stam`po Catalano...
Siete stati mai vivendo con dei catalani, andando a manfgiare con loro, entrando nelle loro case, per loro strade, compartendo con loro la quotidianitá???
Sará maleducazione, ma io non sono come loro, i miei amici non soo come loro, la gente di alghero potrá essere anche stupida, profondamente pure (picchiatemi, vi aspetto) ma lo sono alla loro maniera... Si io vedo i catlani come altri approfittatori di un piccolo appezzamento in terra sarda... politica editoriale, propaganda per la loro nazione, e violenza silenziosa con una popolazione abbastanza martoriata dalla incudine, loro martellando ogni tanto, senza farsi notare troppo...
Lasciatemelo dire: a casa loro stanno bene, con i loro affari, investendo di qua e di lá, senza nessun rigore etico verso la terra che li ospita ( aprte i pannelli solari, glielo riconosco, ma anche quello è risparmio :) ). certo oppressi anche loro dallo stato spagnolo... che lottino, che si facciano indipendenti,ma con le loro mani e sulla loro terra... ad alghero la lascino in pace, abbiamo giá i nostri problemi in casa, quanti schiaffi dobbiamo ricevere ancora,o desideriamo che catalunya, quella di oggi, il passato è passato (mio nonno era fascista, lo dovrei essere anch'io??) metta ancora il suo zampino in cerca di qualche altro tornaconto ad alghero???