di Massimo Pittau
Sono ormai parecchi gli amici e conoscenti, sardi e anche forestieri, che mi hanno chiesto o mi stanno chiedendo, a voce o per iscritto, il mio parere riguardo alle scoperte – vere o presunte – di iscrizioni antiche che si starebbero effettuando in Sardegna e riguardo alle loro interpretazioni. Mi sento pertanto in dovere di esprimere oggi pubblicamente il mio meditato parere sull’argomento, precisando però che intendo condurre un discorso generale sulla «epigrafia» o “scienza ed arte della interpretazione delle iscrizioni”; discorso generale che deliberatamente vuole prescindere dai casi specifici che si sono verificati di recente in Sardegna e che hanno aperto numerose e anche vivaci discussioni. Il mio pertanto è un discorso condotto molto più sui “principi metodologici” generali e molto meno sui “fatti od eventi reali”. Ho deciso di assumere questo atteggiamento per una precisa ragione: in alcuni casi sono stati coinvolti alcuni miei conoscenti e amici, per i quali sento lo stretto dovere di non affermare alcunché che possa mettere in dubbio la loro preparazione scientifica e la loro probità professionale, che anzi anche io intendo qui affermare e sottolineare.
Orbene, in base agli insegnamenti che mi sono stati dati già durante i miei studi universitari e in base a una mia pratica della materia epigrafica che va avanti ormai da una trentina d’anni, io sono convinto che siano queste seguenti le condizioni necessarie e sufficienti perché una interpretazione epigrafica abbia i caratteri della scientificità:
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38 commenti:
Complimenti professore,io ritengo che quanto da lei proposto nelle sue varie pubblicazioni,con toponimi e relitti linguistici, debbano assolatemente essere tenuti in considerazione,per integrazioni e corrette valutazioni.Certo,tanto ancora c'è da fare,ma le sue valutazioni e regole espresse,sono di fondamentale importanza per uno studio della materia epigrafica.
Mi trova favorevolmente in accordo,anche se ho delle mie particolari considerazioni in merito,che non ricalcano in toto le sue considerazioni.
Comunque nel complesso,molto meglio di altri.
Andrea Brundu
Ho la sensazione che Brundu non sia una sola persona, ma un nome collettivo. A meno che il tuo blog non abbia l'onore di ospitare lo spirito di Leonardo.
Sa di tutto: dall'antropometria alla epigrafia alla fisica all'archeologia fino a bacchettare una neuropsichiatra come la Piras. Con questo post di appoggio a Pittau, indica a tutti noi quale sia la giusta strada da seguire.
Aspetto che venga in mente di scrivere un articolo sulla teoria della relatività. Ne sentiremmo delle belle.
No caro Pittau tu non usi toni pacati usi solo toni elegantemente acuminati. E hai un unico bersaglio che non citi anche se lo citi continuamente. Ti ho già risposto proprio su questo Blog sulla 'specularità' che non c'è, sull'esistenza dei logogrammi, dei logopittogrammi, dei segni alfabetici protosinaitici, protocananei gublitici, fenici arcaici esistenti nei documenti. Ti ho già risposto sul concetto di 'lusus' che tu interpreti banalmente come 'scherzo' quando tu sai bene che, epigraficamente parlando, 'lusus' significa ben altro, ovvero tutta la serietà e l'intelligenza che uno scriba mette in atto nella gara grafica di rendere un testo bello, pregnante, ammiccante,ecc. ecc. Ho pubblicato un saggio intero sulla Stele di Nora per far capire questo, per far capire quanto sia bella ed intrigante la scrittura nuragica 'scribale', evidentissima ormai dalla cospicua documentazione che possediamo. Ho replicato, argomentando sempre, alle tue asserzioni dicendo che non avevi capito nulla (come del resto Gasperini), ma proprio nulla, sulla scritta di Aidu Entos di Bortigali. Ti ho fatto vedere alcuni lessemi che naturalmente non ti vanno perchè non rientrano nei tuoi schemi linguistici della 'sfinge' wagneriana e della nomenclatura (in cui pomposamente ti inserisci) della glottologia e della linguistica sarda. Ho cercato anche di farti capire ed aprirti gli occhi sulla radice della voce composita NulaK/Nurak che non è 'laica' ma 'religiosa' cosa che avresti dovuto subito accogliere perchè capisci bene dai tuoi studi classici greci chi sono in Omero gli 'AGOI' ( i capi, i tori, i capibranco) e dai tuoi studi sul sardo che cosa mai possono essere gli 'AGUS' nostrani. Ti ho già risposto sulla scrittura (di Rampinu) etrusca: che scrittura etrusca di Rampinu non è ma greca.Attendi e vedrai un'altra scrittura etrusca da sinistra verso destra ma in caratteri latini; attendi, sii prudente e paziente, e vedrai che hai ragione tu e non Gasperini a proposito della lastra di Allai di Giorre Utu Urridu. Quanto all'epigrafia ( tu puoi vantare i tuoi molti anni d'insegnamento ed io i miei, non credi? Ma che c'entrano le medaglie? I bei ragionamenti e le belle argomentazioni per me sono uguali sia che a me li faccia tu sia che me li proponga l'ultimo degli alunni dove attualmente insegno); quanto all'epigrafia dicevo, ovvero sul tuo concetto 'astratto' e non aggiornato di epigrafia ti risponderò, eccome! Nel frattempo fanmmi pubblicare un po' di materiale epigrafico nuragico. Si tratta di nuovo della pietra del Nuraghe Losa di Abbasanta, di un gioiello dell'arte dello scrivere 'a rebus' (non da 'settimana enigmistica': e tu saresti pacato? E poi, alludendo ironicamente a Champollion e a Gigi Sanna, tu argomenteresti pacato? ) dei nuragici shardani.
@anonimo,posso dire solo,che il professor Pittau è stato il primo che ha messo dei ragionevoli dubbi,su studi ormai fossilizzati che fuorviavano una sana e corretta interpretazione di monumenti,eventi storici e ritrovamenti.Credo che per questo vada lodato e non criticato, ammettendo pure che alcune sue considerazione possano andare riprese e migliorate,da chi reputa saperne di più.Sinora ho visto solo malragionamenti,e tendenza a far avanzare studi,presi e fatti propri senza un senso minimo di critica e di miglioramento.Quindi diamo a Cesare quel che di Cesare è.In quanto agli altri....beh vedano un pò loro.
In quanto a lei sig.r anonimo,le devo sussurrare una cosa,perchè non utilizza il suo nome?Tutto questo senso critico va premiato.
Solitamente,un anonimo pur firmandosi,non con pseudonimi intendo,rimane pur sempre anonimo.
O debbo dedurre che il suo nome,quello vero intendo,proprio anonimo non sia.
Andrea Brundu
Solo un appunto banale e senza intenzioni polemiche (sono apassionatamente interessato,da profano, a questo e agli altri argomenti che si discutono in questo bolg).
Nel mio portatile convivono 3 sistemi operativi: XP windows; ubuntu - linux (con desktop gnome); suse - linux (con desktop KDE), ognuno installato nella propria partizione allocata nel disco rigido interno. Con un semplice riavvio passo da un sistema operativo all'altro e posso scrivere e prelevare dati in modo semplice nelle partizioni ove sono alloggiati gli altri sistemi operativi. Specifico che queste operazioni non le posso effetuere mentre uso il sistema windows, per scelta della casa produttrice.
Ciò che intendo dire è che "forse", (permettetemi lo dico con il massimo rispetto di tutti), sarebbero da evitare le affermazioni "assolute" e usare più spesso quelle al condizionale.
Cordialmente
Marco Pinna
Cioè???
Molto bene, prof. Pittau: nel suo intervento vedo tutta la consapevolezza di chi sa di ricoprire un ruolo che dà anche dei doveri, primo fra tutti quello di mettere dei paletti. Occorre delimitare il terreno di ciò che è scienza da ciò che tale non è. Altrimenti non è lontano il giorno in cui qualcuno si alzerà dal letto e dirà che il sardo è una lingua sino-tibetana.
Saluti, Batsumaru
Cara Aba
a chi invoca la insuperabilità dei paletti fissati per sempre a distinguere la scienza da ciò che non è, avrei ricordato quell'anonimo professore svizzero, citato dall’ingegnere aeronautico John McMastes. Fece non facili calcoli, lo svizzero, e trasse conclusioni sorprendenti: in base ai suoi calcoli, i calabroni non erano in grado di sostenersi nell’aria. Stupidi come sono, i calabroni non immaginano neppure che la scienza abbia posto paletti alla loro possibilità di volare e volano.
@ Gigi Sanna,
per la discussione che abbiamo intrapreso mi permetto di ricordare a te, uomo di cultura classica, la frase che Ammonio attribuisce ad Aristotele: Amicus Plato, sed magis amica veritas «(Per me) Platone è un amico, ma più amica è la verità». Aristotele l’avrebbe pronunziata – ovviamente in greco – quando alcuni condiscepoli gli avevano rimproverato di avere contraddetto il loro comune Maestro.
Rallegriamoci tutti del fatto che la Sardegna stia vivendo un periodo di autentica e profonda “rinascita culturale”, come dimostra chiaranente l’interesse vivissmo e appassionato che tutti i Sardi di una certa cultura stanno dimostrando per la “civiltà nuragica”. E questo avviene perché tutti sanno o almeno “sentono” che la “civiltà nuragica” è stata la splendida “primavera” della nostra nazione sarda, alla quale purtroppo fino al presente non ha fatto seguito una corrispondente splendida “estate” di maturità sociale, politica, culturale e artistica della nostra gente.
Per questa esatta ragione noi che abbiamo fatto studi specialistici sulla lingua nuragica o protosarda, abbiamo il preciso dovere di essere pacati e sereni fra di noi e inoltre di impegnarci per rendere comprensibili a tutti (o a quasi tutti) i risultati delle nostre ricerche e soprattutto le nostre scoperte effettive. E per essere chiari e convincenti coi nostri corregionali abbiamo l’interesse a trattare un argomento per volta, a cominciare dal primo per passare dopo, sempre singolarmente, agli altri.
Io ti invito a cominciare da quello che è stato il tuo iniziale avvio a queste nostre ricerche, le tavolette di Tzricottu. Per parte mia comincio col dirti che sono d’accordo con chi ha già detto e dimostrato che esse non riportano affatto i segni di alcun alfabeto, ma riportano solamente fregi ornamentali o decorativi di un oggetto di uso comune. Tocca pertanto a te l’onere di provare che essi invece, al di là della prima apparenza, riportano effettivamente i segni di un alfabeto e addirittura frasi in lingua nuragica o protosarda.
(continua)
(2)
Per predisporti nel migliore dei modi alla tua dimostrazione io ti chiedo di effettuare queste semplici ma necessarie operazioni che sono obbligatoriamente previste dai canoni della epigrafia scientifica: 1) Devi indicare i “raggruppamenti grafici” che si ritrovano in quelle tavolette, mostrando che essi si ripetono in differenti punti delle tavolette stesse. Questa dimostrazione per te sarà del tutto facile, dato che tutti abbiamo constatato che maneggi alla perfezione il computer e il servizio internet. 2) Devi trasformare e trascrivere quei “raggruppamenti grafici” in “raggruppamenti fonetici” facendo uso dell’”Alfabeto Fonetico Internazionel” o almeno di quello latino, arricchito dei noti gruppi grafici ch, ph, th; e ciò al fine di mostrare come essi venivano effettivamente pronunziati. 3) Devi indicare e soprattutto dimostrare quale era il “valore semantico” o il “significato” di ciascun “raggruppamento grafo-fonematico”. 4) Devi mostrare e dimostrare la “compatibilità logica” esistente fra tutti i significati di quei “raggruppamenti”. 5) Devi mostrare e dimostrare quali connessioni esistono tra quei “raggruppamenti grafo-fonematici” delle tavolette coi fenomeni fonetici e morfo-sintattici e con gli appellativi e toponimi che 80 anni di studi effettuati dai linguisti di professione hanno sicuramente acquisito intorno alla lingua nuragica e protosarda (basterebbero pochi esempi chiari e sicuri). 6) Siccome altri e anche io abbiamo detto che la “perfetta simmetria bilaterale” che si riscontra tra i segni presenti nelle due metà delle tavolette è prova certa che non si tratta affatto di segni alfabetici che si leggerebbero da sinistra a destra e da destra a sinistra, io ti sfido a trovare fra le 300 mila iscrizioni latine, destrorse, del Corpus inscriptionum latinarum e le 11 mila, sinistrorse, del Corpus inscriptionum etruscarum, una sola che si possa leggere anche al contrario, cioè da sinistra a destra e da destra a sinistra.
Attendo, anzi attendiamo la tua risposta a queste precise richieste, che non sono tanto io a proporti, quanto è la stessa epigrafia scientifica ad importi. Fatto tutto questo, in vista della necessaria opera di divulgazione, passeremo dopo a ciascuna delle altre numerose questioni che tu hai aperto e trattato.
@ Aba
Perché altri non fraintenda malignamente. Quelli di Pittau non sono paletti, ma protocolli. Del resto, sono amico di Massimo soprattutto perché lui i paletti li salta, non li mette
Chiamiamoli pure "protocolli", il senso non cambia e mi piace restare alla sostanza delle cose. Quanto a Batsumaru, piaccia o non piaccia a lei, cara Aba, è un nome giapponese. Con la linguistica fa un po' a botte, mi pare di capire.
Saluti, Batsumaru
Sig.ra Aba,le faccio presente che, quella legge,come anche le altre due formulate da Newton,che lo portarono alla "Legge della Gravitazione Universale",lei la cita impropriamente,nel senso che esse sono dei veri e propri "paletti",che lo stesso scienziato pose dentro la Fisica in un periodo in cui si brucava,cioè non si avanzava di un millimetro dai tempi di Galileo e Keplero.Si sognerebbe,qualsivoglia Fisico odierno di levare quei paletti,o solamente di spostarli,prima di averne dato certissimi motivi comprovati matematicamente,alla comunità scientifica internazionale.Perchè vede quelle sono leggi sono riconosciute a livello mondiale e non locale.Questo per essere precisi.
Andrea Brundu
Caro Badtz-Maru
che s'ha da fare per aver ragione costi quel che costi. Mettiamola così: la Stele funeraria di Allai (studiata da Massimo Pittau, Lidio Gasperini, Gigi Sanna) è un paletto, nel senso che esiste.
I tre hanno applicato un protocollo per definire che cos'è, con risultati del tutto diversi fra di loro.
Continua a dire che "paletto" o "protocollo", il senso è lo stesso?
@ Brundu
Cerchi di applicare questa semplice distinzione anche al suo ragionamento.
Riguardo le tavolette di Tzricotu, anch'io sollevo gli stessi dubbi del prof. Pittau; con ciò non intendo affermare che la tesi del Sanna non possa essere verosimile...tuttavia vorrei che l'autore della tesi mi desse una convincente spiegazione.
Cordiali saluti a tutti.
Grazie
Glielo spiego volentieri cosa intendevo per "paletti", così potrà trarre lei le conclusioni.
Intendevo dire che per poter parlare di certi argomenti, non ci si improvvisa: occorre essere formati adeguatamente in certe discipline, avere delle pubblicazioni in sedi adeguate, sottoporsi ai comitati scientifici, senza mettere le mani avanti dicendo che questi non accetterebbero mai certe teorie per partito preso.
Questo vale sia che si vada a Ierzu a fare conferenze sulle lingue antiche della Sardegna, a mietere facili applausi (indovini perché), sia che si pretenda di dare un giudizio sulle tesi di linguisti di professione come Pittau.
Alcuni blog come questo lasciano passare l'idea che in certe discipline - come l'archeologia, l'epigrafia, la linguistica - sia più semplice disquisire che non in altre: io penso che non ci sia niente di più falso. Non basta aversi leggiucchiato l'Alinei (che, per giunta, non è che incontri un grande apprezzamento dal mondo dei linguisti per certe sue tesi recenti) o il saggio di Fracc... da Velletri su internet + due pizzichi di epigrafia per poter dare giudizi sensati su argomenti tanto difficili.
Vuole un esempio concreto di quello che dico? Da poco leggevo su questo blog della tesi della costante resistenziale, e qualcuno - facendo riferimento a vecchie tesi di Antonio Sanna ormai superate del tutto - sosteneva che i romani sono arrivati tardi nella Sardegna centrale.
Bene, se lo sono letti questi signori tutto quello che ha scritto Massimo Pittau sull'argomento? OK, non piace Massimo Pittau. Allora se lo sono letti questi signori quello che ha scritto Giulio Paulis nella introduzione alla Fonetica storica del sardo, a pp. 40-41 (sul betacismo)?
Questi sono i paletti di cui parlo (o i protocolli da seguire per poter parlare): prima acquisire le competenze e le conoscenze delle persone che per professione fanno un certo lavoro, poi ambire a interloquire con loro.
Altrimenti si continui a andare a Ierzu, a Ulassai, a Giave e a Romana a parlare di agglutinazioni e di teoria delle glottali. Certamente la scienza ne trarrà giovamento.
Saluti, Batsumaru
p.s.: signor Pintore, quanto a "quello che non si fa per avere ragione", la considero un autentico maestro.
Sig.r Pintore,quella distinzione che lei dice io non applichi,è lei il primo a non applicarla.Per quanto riguarda la legge scientifica,intendo,e tutti intendono,che è qualcosa di provato con metodi sperimentali rigorosi,e soprattutto ripetibili da chiunque,quindi non chiacchiere.Non dobbiamo infatti dimenticare, scrittura e linguaggio sono prodotti della psiche umana,che a quelle regole della natura che tanto la scienza indaga sono soggette.
In più bisogna considerare,i fondamenti storici già definiti,ed eventualmente,rivederli,con rigore e con dati alla mano,dati verificabili da chiunque.
Se lei e altri trascurano queste cose,i cui paletti sono si stati già fissati,in senso cronologico- storico ed evoluzionistico in particolare, allora si decontestualizzano i risultati di qualsiasi studio.
Frantumandolo e spezzettandolo anzichè unirlo,proponendo soluzioni
differenti spacciandole ognuna per vera e fondamentale.
Questo è tanto.
Andrea Brundu
Sig.ra Aba,aver letto dalla fretta,Dinamica,anzichè Termodinamica,lo ammetto,è imperdonabile.Nulla toglie comunque a quanto detto su Newton,paletto inestirpabile,nella fisica.Dopotutto anche lei dice delle cose,e non per errore di lettura cui tanti avrebbero che ridire,come ad esempio quando mi risponde così:
""Signor Brundu
come l' intero quadro andrà insieme - intendo archetipi + concetti scientifici- è troppo presto per dirlo. Io lavoro, accumulo dati ed evidenze e poi si vedrà. Se lavorassi con preconcetti a questo livello, cercando di inserire ogni dato in una quadro storico, sociale o politico sarebbe la fine: vorrebbe dire lasciarmi fermare da ciò che già so, che potrebbe essere l' 1% della realtà.
Quanto paragonare un cervello alzheimeriano-o comunque un cervello affetto da una qualche patologia psichiatrica ad un cervello primordiale- penso che sia una sovrasemplificazione; ma non mi addentro in questi meandri, perchè non ne so nulla. Ma i dati esistono: la scrittura è fatta di archetipi e di metodi altamente matematici,logici, scientifici. Cosa dovremmo fare, mettere da parte questi dati (che lei giudica discordanti) solo perchè non vanno d' accordo con i nostri pregiudizi? lei è libero di fare ciò che vuole, ma io non lavoro così
saluti""
Vede quanto lei dice vuole tendere a levare certi paletti,ma per metterli dove,poi non lo sa neanche lei.
Non credo,infine,che lei,applichi lo stesso poco rigore,nella fisica,poichè,come ha avuto da obbiettarmi,li non sono concessi fraintendimenti,o mancato rispetto di regole prefissate.
Andrea Brundu
@ Batsumaru
Datto fra noi amici sardo-italo-nippo-catalani, quel che non le fa difetto è una aristocratica supponenza che le fa mettere da una parte noi "leggiucchiatori" di Alinei e fans di Fracazzo da Velletri e dall'altra lei con tutte le sue certezze. Noi, i fracazzari, a raccogliere applausi dal popolo bue che si beve qualsiasi cosa; lei, e quelli come lei, a sudare sui libri e, nei pochi minuti liberi, a far capolino in "blog come questo" a svillaneggiare chi scrive senza "essere formati adeguatamente in certe discipline, avere delle pubblicazioni in sedi adeguate, sottoporsi ai comitati scientifici".
Mario Alinei l'ha fatto e finché non è uscito dal seminato tutto bene; oggi la sua "teoria della continuità" è in alcune università - quella di Cagliari, per esempio - come le caviglie muliebri nell'Inghilterra vittoriana: si sa che esistono, ma non si possono nominare. In un clima simile, dubito che i "comitati scientifici" daranno mai cittadinanza alla sua teoria. E quindi il professore emerito della Università di Utrecht dovrà starsene buono e zitto nella sua casa del Chianti a fracazzeggiare, al pari di chi, come noi, l'abbiamo leggiucchiato.
E zitto anche Massimo Pittau che non mi pare abbia ricevuto dai "comitati scientifici" il via libera a scrivere di parentela fra sardo e etrusco e di talemoni posti a reggere il tempio del Sardus Pater e della pietra tombale di Allai e di tante altre cose scoperte e scritte in sedi nientaffatto "adeguate".
Sono davvero felice di ospitare i suoi interventi, a dimostrazione che non ho alcuna pretesa di aver ragione, per lo più su cose non scritte da me. Mi piacerebbe, questo sì, che abbassasse la cresta e, almeno qui, si comportasse da ricercatore di possibili verità e non da dispensatore di certezze. Possibilmente pensando che non si trova in mezzo a tanti Fracazzi da Velletri.
Caro Pittau, non ti ho detto forse (poco fa) di 'farmi pubblicare un po' di documentazione sul nuragico? Poi ti risponderò. Capito? Ti risponderò. Domani (o dopodomani, non so) ti mostrerò con i fatti e non con le parole (o con le chiacchiere sui 'massimi sistemi')che cos'è l'epigrafia e anche la filologia. Quella che consente, attraverso i più minuziosi passaggi logici (direi certosini), di capire i documenti e di interpretarli 'foneticamente',attraverso un preciso 'sistema' o codice di scrittura e di lettura. Io poi non metterei la simbologia latina quando parlo di alfabeti?Ma che vai dicendo? Dell'alfabeto, metto persino quella semitica! Nel frattempo leggiti ad 'hoc' il mio saggio sulla Stele di Nora e, se proprio non vuoi affaticarti troppo, l'articolo di qualche giorno fa di risposta alle obbiezioni ( quelle sì vere obbiezioni) di Antonio Pinna. Ti sembra proprio un articolo che vaneggi sull'epigrafia? Per un solo 'lamed' posto in dubbio e in discussione ho scritto un articolo di due pagine!O non è così. Leggiteli però, porca miseria, quegli articoli perchè altrimenti continui a ripetermi, come un disco rotto, quello che mi hai già chiesto da mesi e a cui da mesi (mica da giorni!) ti ho risposto. O no? Fai una cosa se vuoi avere di forza la 'verità': scrivi che non ti ho risposto. E non parlarmi di 'lusus',mi raccomando, perchè anche a quello (senza peraltro che ce ne fosse bisogno) ho risposto.
Guardi, ammettiamo che io abbia la cresta, lei però ha bisogno di leggere molto. Dice che l'università di Cagliari snobba Alinei. Si legga:
E. Blasco Ferrer, Etimologia ed etnolinguistica: zoonimi parentali e totemismo in Sardegna.
Poi magari, se ne ha voglia, ne riparliamo.
Saluti, Batsumaru
@ Batsumaru
La prosopopea purtroppo per lei non è una ammissione per paradosso: è una condizione umana. Potrei dirle che sicuramente ho letto molto più di lei, ma questo non abbasserebbe di un ette la sua cresta.
Chi le dice che non abbia letto Blasco Ferrer? E che, avendolo letto, lo abbia capito? O che mi fidi di quanto dice? Fatto sta che, non essendo Blasco Ferrero l'Università di Cagliari né questa Blasco Ferrer, molti linguisti di quell'ateneo, adoratori per un po' di Alinei, saputo che egli rischiava di mettere in forse le certezze sul sardo neo-latino e i loro stipendo, agli studenti oggi dicano: sono tutte cianfrusaglie.
Non so chi lei sia, lei sa chi sono io: a parte la bella differenza etica, non le pare che, se non altro per ragioni di età, possa aver letto qualche cosa più di lei? Da amico, riconoscente per i suoi interventi, faccia a tutti un grosso favore: sia meno supponente.
Intanto che attendiamo il materiale di sanna,così tanto per discutere,vorrei fare alcune considerazioni.Si parla di obbiezioni relative all' interpretazione della stele norense poste da un esperto,per le quali sanna dice "quelle si vere obbiezioni".Dimenticandosi di sottolineare che trattasi del medesimo esperto che ha presentato,insieme alla sig.ra aba il libro del sanna sulla stele,ad Oristano.Come possiamo vedere nell'articolo di questo blog http://gianfrancopintore.blogspot.com/2009/11/quindi-tornammo-riveder-la-stele-di.html,
viene a ragione evidenziato questo non trascurabile particolare: ""Chentu concas e chentu berritas, secondo la scherzosa metafora di Antonio Pinna, vice direttore dell’Università Pontificia di Cagliari, che ieri ha presentato l'ultima fatica di Gigi Sanna insieme ad Aba Losi, traduttrice di “La stele di Nora – Il Dio, il dono, il santo”"".
Non mi risulta che ne uno ne l'altra siano oppositori del sanna ma,come ho avuto modo di accennare in altro post,siano piuttosto propensi verso la validità di dette interpretazioni.
Nell'articolo dell'Unione Sarda relativo alla presentazione della stele di nora http://giornaleonline.unionesarda.ilsole24ore.com/Articolo.aspx?Data=20091031&Categ=10&Voce=1&IdArticolo=2395341,
si afferma testualmente:
""Questa volta dalla sua (sanna)ha altri due studiosi di spicco quali Aba Losi, docente di fisica dell'università di Parma e il vice rettore dell'università Pontificia di Cagliari, Antonio Pinna, noto biblista ed esperto di antico ebraico. Entrambi da tempo seguono gli sviluppi degli studi sulla stele e oggi ne discuteranno durante l'incontro in Comune...."".
Oppure viene sottolineato da egli stesso in un seminario tenutosi a Sassari nel 2006, http://www.museedeglozel.com/Documents/Sassari.pdf,
alla pag. 9,viene testè riportato quanto detto dal sanna stesso: ""....Questo lo sottolinea uno dei più autorevoli biblisti della Sardegna,Antonio Pinna,docente della Facoltà Pontificia di Cagliari,che da tempo ha seguito ed incoraggiato le mie ricerche e i miei studi. ...."".
il Pinna presenta poi,altri testi del sanna come: http://www.sufueddu.org/fueddus/biblioteca/sanna_gigi/gigisanna_predica.htm.
Comprendiamo quindi,che le opposizioni in questione siano poco attendibili,nel senso di efficacia.
Mentre lo sarebbero di più quelle di semitisti,estranei allo stesso,
per eventualmente confermare quanto da lui scoperto.
Andrea Brundu
Tre puntualizzazioni.
1)Almeno ce ne trovassero in Sardegna linguisti 'pensatori' innovatori del calibro di Mario Alinei! E ce ne fossero di più studiosi, garbati, prudentissimi e lavoratori, come G.Paulis (attaccato spesso in maniera assurda, per non dire scellerata - persino sul piano etico e familiare - in questo stesso Blog!). Caspita quanto mi sono serviti! Quanto sono stati e sono importanti per il microbo o sottomicrobo che è il sottoscritto!Importantissimi, con qualche frac...delle Università di Cagliari, di Sassari, di Roma (La Sapienza e Tor Vergata), di Genova, di Torino, di Lyon, di Parigi, di Berlino, di Gerusalemme, ecc.ecc. con cui mi sono anche trovato, frac..quale sono,a discutere, fianco a fianco. Importantissimi, con l'aggiunta di qualche altro frac..mio ex alunno che pare che sappia bene che cosa sono l'epigrafia e la linguistica. Importantissimi dico e mai 'idoli' scientifici di discipline che mai possono essere 'scientifiche' (cosa questa che purtroppo ai cocciuti non vuole proprio entrare in testa). E per capirlo basta trascorrere su alcune delle cosucce che scrivo,su qualche paginetta nella quale non spargo 'sevi encomi' ma parlo di bizzarria a proposito di una certa 'casa della nuora' monumentale sarda. O forse non è così?
2) Io non mi sono pronunciato ancora (se non privatamente)sulla lapide mortuaria in lingua e alfabeto etrusco di Giorre Utu Urridu sulla quale, tempo fa si sono pronunciati invece Pittau e Gasperini. Interverrò fra qualche giorno. Certo, come sempre, da microbo dell'epigrafia e della linguistica, ma interverrò perchè a me piace un Blog dove ognuno può dire la sua, ma entrando possibilmente nel merito di ciò di cui si discute o proponendo qualcosa di nuovo e stimolante.
3) I paletti? Quali 'paletti'? Quelli forse del Pittau eternamente scomunicato che si rifugia in 'Sodalizi' al di fuori dell'Isola? Ma di che si ciancia? Solo in questa discussione glieli concedete, con ipocrisia inaudita. 'Paletti'? Non si conosce neanche un minimo della storia indecorosa (fitta fitta anche allora di palle enormi al piede e di gaddaroballi anonimi e non) dei funesti paletti posti in essere dai pseudoscienziati, grottescamente crestuti e medagliuti, di ogni tempo? Devo scrivere qualche robusta pagina per ricordare questo? Devo passare alla bibliografia? E non si sa proprio nulla su di una specifica filosofia della scienza? Non si legge Popper e qualche altro ancora, sempre frac.. che qualcosina pare che la insegni sulle 'certezze', sui presunti tutti 'cigni bianchi'?
Buongiorno,
sono un frequentatore appassionato di questo blog, e mi appassionano anche le teorie dell'Alinei, sulle quali sto cercando da un po' di tempo di capire qualcosa in più, proprio per capire se c'è qualcosa di vero o se si tratta di cose indimostrabili. Forse sapete che Alinei ha tentato di dimostrare che l'etrusco sarebbe una forma antica di ungherese. Guardate cosa ne pensa una studiosa di lingue ugrofinniche: penso possa essere utile a molti che come me non sanno granché o niente né di etrusco né di lingue ugrofinniche
http://www.osservatorioletterario.net/
enigmaetrusco3.pdf
Grazie e buon lavoro. Antonio Maria Bellu
Signor Aba,che riconosca Newton come genio mi fa piacere,e ne condivido appieno la sua considerazione. Proprio perchè genio, però,i paletti li ha messi,tra lui e noi,lei compresa,e molti altri fisici e non.
Paletti invalicabili e inestirpabili,data l'elevata intelligenza e naturalezza con cui egli ha proposto al mondo le sue scoperte,e con le quali ha fatto progredire il mondo.
Tra noi e lui,c'è un abisso incolmabile.Perchè noi abbiamo preso e usato,cio che lui,e altri come lui(einstein),hanno PENSATO CAPITO e DATO.
"Non so come il mondo potrà giudicarmi ma a me sembra soltanto di essere un bambino che gioca sulla spiaggia, e di essermi divertito a trovare ogni tanto un sasso o una conchiglia più bella del solito, mentre l'oceano della verità giaceva insondato davanti a me".
Isaac Newton
Andrea Brundu
@ Gigi Sanna
Una sola domanda a Gigi Sanna,
due premesse: I) io ed altri obiettori possiamo discutere soltanto le tesi che tu hai già scritto, mentre evidentemente non possiamo discutere le altre tesi che tu intendi scrivere. II) Tutti dobbiamo prendere atto che non hai voluto rispondere ai quesiti che l’abbiccì della epigrafia ti impone circa la tua interpretazione delle tavolette di Tzricottu.
Ma almeno rispondi a questa sola ma sostanziale domanda: «In quale alfabeto risultano scritte le iscrizioni che tu vedi in quelle tavolette?»
Da quanto mi hai scritto nel tuo penultimo intervento, sembrerebbe che esse siano costituite di “logogrammi”, “logopittogrammi” e siano scritte con “segni alfabetici protosinaitici, protocananei, gublitici, fenici arcaici”. Ma io non ci voglio affatto credere e ritengo che tu sia stato soltanto impreciso, dato che certamente avresti visto subito che correvi il rischio di suscitare il riso degli specialisti. Ed allora torno alla domanda unica e cruciale: «In quale alfabeto risultano scritte le iscrizioni che tu vedi nelle tavolette di Tzricottu?»
E devi sapere che in Sardegna siamo in molti ad attendere la tua risposta a questa domanda.
Caro Pittau, non dovrei risponderti perchè della tua ironia da quattro soldi non ce ne facciamo proprio niente. Hai capito? Non te lo permetto! Non te lo permetto soprattutto perchè per l'occasione quello che si configura come spirito di patata ( non ne puoi proprio fare a meno?)serve solo a quelli che per tutta una vita ti hanno detestato, che non ti hanno mai voluto e che mai ti vorranno con loro. Tuttora ridono di te perchè per loro tutto, compreso il tuo ultimo Sardus Pater, è un inno alla risata. O vorrai che te li citi?
Perchè quei tutti che sono con te non ti hanno dedicato uno straccio di commento? Chieditelo. Pensi davvero di conquistarteli grazie all'attacco gratuito contro di me? Ti squalificheresti definitivamente, senza scampo, perchè io, e altri due o tre, in qualche modo un po' ti consideriamo.
Chi sarebbero poi questi 'tutti'? Ai tuoi tutti si contrappongono i miei 'tutti'. Non trovi? Non leggi il Blog? Non leggi i giornali? Non leggi le riviste? Ah, già già: c'è rivista e rivista. C'è scienza e scienza! E come no?
Solo che i miei 'tutti' sono visibili, i tuoi sono tutti imboscati dietro l'anonimato di cui sei rimasto vittima in questo stesso Blog: mandano te allo sbaraglio. E ridono anche di questo. E poi: quando parli di 'tutti' mi ricordi quei politici che a mala pena possono parlare di se stessi e per rendersi autorevoli aggiungono 'la gente', invocando una 'gente' che non c'è ed è solo nel loro cervello.
Veniamo alla domanda e alla risposta (anche se non te la meriti): io qui non ti posso postare le tabelle e quindi rimando al mio libro. O cosa devo fare? Prego i volenterosi di aprirlo e vedere ben bene.
1) Sardoa Grammata, 2004: pagg. 23 - 26: metodologia epigrafica e linguistica nella decodificazione della tavolette di Tzricotu ( entrare nel merito, prego).
2) SaGra, pp. 85 - 93: tabelle sui logogrammi, logopittogrammi, segni lineari, direzione della scrittura e della lettura (entrare nel merito, prego)
3) Sagra, pp.94 -95:Tavoletta A 3 di Tzricotu: segni e traslitterazione: segni protocananei, protosinaitici, ugaritici, gublitici. Segni agglutinati:in alto, in basso a destra e in basso a sinistra. Presenza di due cosiddette Tanit, in alto al centro, in basso a destra( entrare nel merito, prego).
4) SaGra, pp. 96 -97. Tavoletta di Tzricotu A 4. Segni e traslitterazione, Segni protosinaitici, protocananei, ecc. Agglutinamenti: in alto al centro, a sinistra nel mezzo, in basso a destra. Due cosiddette Tanit, in alto al centro e in basso a destra. Tre agglutinamenti: in alto al centro, al centro a sinistra, in basso a destra (entrae nel merito, prego)
5) SaGra, pp. 98 -99. Segni e traslitterazione. Segni protosinaitici, protocananei, ecc. Segni agglutinati in alto a sinistra, al centro, a destra e a sinistra, in basso e a destra e a sinistra.
SaGRA, pp. 99 -179. Commento di e lettura di tutte le tavolette
(Segue)...
...
Il commento riguarda:
a) la prima chiave di lettura
b) la relazione ternaria 'padre, figlio, padre (Per questa oggi si può vedere anche quella della Stele di Nora (2009, IV, p. 122, fig.5). (entrare nel merito, prego)
c) L'ipotesi sul significato del documento. Le lettere sacre. Il Sardus Pater (guarda, guarda, caro Pittau!) (entrare nel merito, prego)
d) Il nove ed il tre. I numeri sacri della divinità. Il numero 12 nei documenti ( per questa si veda oggi la Stele di Nora,III, pp.107 -116)( entr. n. mer. pr.!)
e) La lettura completa della tavoletta A1. I tre livelli di lettura. (entr. n. mer. pr.!)
f) La lettura della tavoletta A4. I 'tria' nomina' del figlio del Dio e del padre terreno di questi(E:M:P.)
g) Lettura delle tavolette A4 e A5. Gli appellativi della divinità. (E:M:P.)
h) I caratteri generali dei documenti di Tzricotu. Funzioni ed ipotesi di datazione (E:M:P.)
Per ora penso che ti basti, caro Pittau, leggi quello che non hai, dico mai, letto. Non ripetere quello che io dico in sintesi. Vai alla fonte, perchè la scienza richiede questo piccolo sacrificio!Per dire tutto questo bisogna che ci siano i segni e i suoni ( me lo vuoi proprio insegnare? Ora, i casi sono due: o non hai davvero letto il libro, come ritengo o non hai un minimo di conoscenza degli alfabeti storici semitici consonantici. Te li ripeto: protosinaitico, protocananeo, gublitico, ugaritico. Non li vedi?
Se fossi venuto al corso di epigrafia nuragica (dove c'erano 50 persone 'normali', desiderose di apprendere, non spocchiose, come te, non affette da specularismo, da linguellismo o da punzonismo scellerato)te li avrei fatti vedere, uno per uno, con pazienza. Ti avrei anche fatto vedere dove c'è scritto e spiegato perchè c'è scritto GGHLOY, GWHlO, HGYNO, S'N, YH, YHH, YAGO,
Ze, Hath(o)S, ecc. ecc. I segni, i segni e i suoni tu invochi (mi dispiace, ma non sognarteli nè etruschi, nè greci, nè latini. Sono del secondo Millennio a.C.). Vediteli alle pp. 419 (tab. 2), 420 (tab. 3), 422 (tab.4), 423 (tab.5), p. 427 (tab. 6), p. 429 -435 (tabb. 7.8.9.10.11.12.13), pp. 451 - 454 , tabb. 14.15.16. Ma soprattutto vediti le pp. 454 - 461. Entra nel merito caro paleografo, che fai finta di voler discorrere pacato; e se lo sei davvero paleografo e credi davvero in questa disciplina con tanto di decalogo , cerca di chiedermi scusa per questa... faticaccia. Entra nel merito circa l'alfabeto che presento alle pp. 23 e 24. Ci sono i segni con i suoni. Precisi, precisi. Sono quelli stessi che si trovano ( tutti di ispirazione semitica)negli altri documenti epigrafici di cui parlo nel libro del 2004 e nei rimanenti 35 scoperti tra il 2004 ed il 2009. Vuoi qualche altra delucidazione? Sempre pronto, purchè ora (mi dispiace dirtelo) ti metta il cappello in mano. Perchè io tante volte, il più delle volte, davanti a te così mi sono presentato. Puoi negarla forse questa mia umiltà?
Caro prof. Pittau, io ho sempre apprezzato le sue battaglie contro il 'nuraghe' fortezza, le sue pagine sulla presenza di un sardo etrusco nella lingua sarda. Queste cose gliele ho dette, come ricorderà, durante la lunga chiacchierata a pranzo di Serri. Ora ritengo ancora di più che Lei abbia sbagliato e di grosso, non leggendo bene il libro Sardoa Grammata del prof.Sanna.
Gigi Sanna ci ha spiegato, durante il corso di epigrafia nuragica (davanti a persone qualificatissime) , terminato la settimana scorsa, che i segni con i suoni esistono nella tavolette di Tzricotu. L'abbiamo capito tutti. Spetta ora a Lei mostrarceli uno per uno e dire che non corrispondono a quelli Protosinaitici, protocananei, ugaritici e gublitici. Ci dica che cosa sono.
Giorgio Cannas
PS.
Come mai questa discussione,che desideravano davvero molto pacata, non è avvenuta, come Franco Laner ci aveva scritto, all'interno del gruppo ASNUR? A molti infatti non interessa, purtroppo, la discussione scientifica, ma interessa solo sa briga e s'istrumpa.
@ Aba Losi
Gentile Dott.a Aba Losi,
dai Suoi interventi e dal Suo sito dell’internet ho visto che Lei è una brava biologa, una persona intellettualmente spigliata ed anche una bella donna (ho visto con interesse la Sua foto); però faccia il Suo mestiere e non entri nel campo della epigrafia, che è distante un oceano da quello Suo e nel quale ha ormai ampiamente dimostrato di non capire proprio nulla.
E’ evidente che la lettura del mio articolo relativo ai «Principi della Epigrafia» La ha colta con le mani nel sacco e L’ha anche notevolmente frastornata. Tanto è vero che ha pensato di salvarsi balbettando dubbi sulla epigrafia stessa come “scienza”; poi ha allargato questi dubbi anche alla sua “biologia” e pure alle “scienze cosiddette esatte”, finendo col buttarsi in un “Discorso sui Massimi Sistemi”. Insomma, ha agito proprio come Sansone: «Muoia la biologa Aba Losi con tutti gli epigrafisti, i linguisti, archeologi, biologi, fisici, astronomi, matematici ecc.!»
Gentile Dottoressa, se ne stia nei Suoi panni, nei quali sta veramente bene.
Con l’augurio di poterLa presto chiamare Professoressa, La saluto con cordialità e simpatia (se passa a Sassari, venga a trovarmi)
Massimo Pittau
briga (rissa?) e istrumpas (spintoni?) Si, i toni sono accesi, c'è tanto sudore, fatica, intelligenza e credibilità in ballo, ma non siamo alla degenerazione! Assnur non è decollato e sicuramente la colpa è mia, ma anche di qualche sardo che ha remato contro! è importante però che qui o lì le cose vengano fuori! C'è stato un convegno di protostoria in Sardegna che è durato tutta la scorsa settimana, con professori, intellettuali e tant'altro, ma non credo che tutti assieme abbiano raggiunto i livelli di discussione di questo blog! Almeno leggendo gli abstract delle decine di relazioni presentate.
Vorrei dire ancora che se si ride di Pittau, si deve ridere anche di me, perché ho sposato in pieno le sue intuizioni a proposito di Monte Prama e di altre molte ancora! Non mi è mai capitato, in questi ultimi cinquant'anni (giusti da quando ho finito il liceo) di citare il latino, ma mi viene facile dire 'risus abundat in ore stultorum'.
Vale!
Franco
@giorgio cannas
caro Giorgio,
io ho letto il Sardoa Grammata, tuttavia non ho tutta la sua sicurezza su Tzricotu; magari sapere a che epoca appartengono ci toglierebbe qualche dubbio.
Cordiali saluti
Chi decide di criticare il recente convegno di Preistoria e Protostoria, pensa di poterlo fare leggendo gli abstract?Ritiene che non sarebbe stato utile andare a vedere ceramica, stratigrafie, scavi, analisi di nuraghi? Di fronte alla continua umiltà degli studiosi che periodicamente danno la possibilità a tutti di verificare e anche contrastare le proprie teorie, incontrandosi ed esponendo pubblicamente i loro lavori, crede davvero che siano usciti più contenuti sui quali riflettere in questo Blog? I contenuti ci sono, eccome, io stesso non ne leggerei una virgola altrimenti...ma un Convegno di Studi Nazionale, mi scusi, è ben altra cosa. Come mai Gigi Sanna non ha presentato qualcosa in quella sede?
Sui suoi insulti a Pittau, si dovrebbe vergognare!Poi dice vipera cornuta a me...grazie a Dio (uno ce n'è...e non è né ugaritico, né gublita né tantomeno nuragico)il Prof. Massimo Pittau si è guadagnato la stima di tutta la comunità scientifica internazionale (a prescindere dall'accettazine delle teorie), non come Lei che se la cerca col lumicino. Risponda Risponda Risponda Risponda!!!Dimostri a tutti la sua immensa sapienza e ci spieghi come mai l'alfabeto punico di quella stele è diventato altro!Ci spieghi come è stato possibile che centinaia di epigrafisti qualificati (almeno un paio si concede che lo saranno stati?O solo Gigi Sanna è preparato?) abbiano per tanti anni confuso epigrafi puniche e neo-puniche senza capire che erano di fronte ad agglutinamenti nuragici e serpentelli.
Comunque visto che il suo modo di procedere nella ricerca è quantomeno irritante e presupponente, accolgo volentieri il suo INVITO AD ENTRARE NEL MERITO.
Vedrà che nel mio piccolo non mi mancheranno i quesiti! Leggerò ogni virgola di Sardoa Grammata ed entrerò nel merito!! Se poi anche lì non risponderà come la metteremo?Lei che dice di rispondere a tutti?
PHOINIX
P.S. Caro Sanna tenga a mente che su questo blog ci passano migliaia di lettori...anche se lei non risponde le domande rimangono lo stesso ed anche i suoi silenzi...
Mi è venuto in mente un passaggio di un libro che ho letto qualche tempo fa, in cui il prof. Pittau attribuiva la “romanizzazione” dell’interno della Sardegna al fatto che le donne sarde si concedessero volentieri ai soldati di Roma a causa di una innata tendenza (quasi animalesca) femminile: il fascino per la divisa militare! Accidenti, pensai, devo aver sbagliato mestiere! Un’opinione, certo, forse una battuta. Quel passo, spesso, mi viene in mente quando mi imbatto in uno scritto di Pittau.
Leggendo l’ultimo commento del professore, mi sono sentito, di rimbalzo, intimato a tacere su questioni che non siano quelle di cui mi occupo per professione. Credo che chi si occupa di “scienze umane”, come l’archeologia, la storia antica, l’epigrafia, spesso dimentichi che queste sono essenzialmente costruite su tendenze scolastiche, le teorie che all’interno di esse vengono accettate come vere, lo sono sulla base del fatto che su di esse convergono favorevolmente la maggioranza degli studiosi: quanti più studiosi hanno un’opinione su una certa questione, quanto più quella opinione assurge a “verità scientifica” su quella certa questione. Bene, questa sorta di “scienza delle opinioni” necessiterebbe di essere trattata, dagli addetti ai lavori, con la grande umiltà del dubbio, quell’atroce dubbio che ti ritrovi ad avere sulla schiena dopo aver passato gli anni a romperti la testa dietro una “scienza dura” come la fisica, che ti insegna, prima di tutto, a non avere neanche una certezza.
Poi, magari, capita pure che qualcuno, all’interno di una di quelle “scienze delle opinioni” si metta di buzzo buono a cercar riscontri, con un approccio quanto più empirico possibile, e magari proprio di lui capita che si fan beffe quelli che portano le “certezze”!
Pietro Murru
Cari Phoinix e Gigi Sanna
Consentitemi di moderare le vostre reciproche irritazioni. A te, Phoinix, che hai deciso di leggere Sardoa Grammata, consiglio di criticare Sanna sulle cosa che scrive, a te, Gigi, consiglio di aspettare le critiche che saranno, credo, puntuali. Dialogate, o se volete bisticciate, ma su questo.
Capisco che sia difficilmente digeribile la scomunica pronunciata contro Sergio Frau dall'Istituto di protostoria e preistoria, ma forse Phoinix ha, sul recente congresso di Cagliari, informazioni su una inversione di tendenza. E, nella espressa volontà di leggere il complesso saggio di Sanna, segnali la sua decisione di ragionare sulle cose, abbandonando pre-giudizi.
Datevi tregua.
@ Aba Losi
Gent. Dott.a Losi, purtroppo nella lettera che Le ho inviato ieri è avvenuto uno spiacevole lapsus: io credevo di avere scritto «non entri nel campo della epigrafia, che è distante un oceano da quello Suo e nel quale ha ormai ampiamente dimostrato di capire quasi nulla» ed invece mi sono accorto di avere scritto «proprio nulla». Mi dispiace molto e Le chiedo vive scuse, assicurandoLe però che non è avvenuto alcun lapsus quando ho scritto che Lei è «anche una bella donna».
Chiarito questo incidente, Le chiedo adesso un grande favore, quello di rispondere a questa mia semplice domanda: «Con la Sua specializzazione in un ramo della biologia, mi dica, ovviamente in forma sintetica, che cosa ha detto Lei quando di recente ha presentato un libro che tratta della famosa stele di Nora, scritta in alfabeto fenicio e letta dalla destra alla sinistra e pure al contrario, dall’alto al basso e pure al contrario?» Sono del tutto sicuro che la Sua risposta a questa mia domanda farà molto piacere anche a molti altri frequentatori di questo blog.
Mentre resto in attesa della Sua risposta, La saluto con cordialità e con simpatia
Massimo Pittau
Caro Murru,
mi limito a farle notare che lei ha una visione quantomeno distorta di cosa sia la ricerca scientifica. Quando dice che una cosa viene accettata solo perché un maggior numero di studiosi la appoggia, dimostra senza fraintendimenti di non essere uomo di scienza. Le faccio notare che il procedimento scientifico e il ragionare è esattamente il contrario di quello che lei sostiene. Tanto più una cosa è convincente, perchè VIENE SPIEGATA, tanto più incontra i favori di altri ricercatori, che la sottopongono a critica etc. O secondo lei il grande numero di studiosi si muove come un gregge?
Sapesse le battaglie che si combattono per DIFENDERE le proprie teorie. Lei sminuisce parecchio le menti altrui.
Cordialmente
PHOINIX
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