sabato 7 novembre 2009

Vandali in Sos furrighesos di Anela. Solo degli idioti?


di Piero Zenoni

4 ottobre scorso, escursione del G.R.S (Gruppo Ricerche Sardegna) alle Domus de jana di Anela-Ittireddu, dette ‘sos furrighesos’. Esaminando la cosiddetta “tomba del re”, ricca di scritture antichissime, di simboli taurini, di navicelle, di ‘alberelli’, forse d’iscrizioni, abbiamo potuto constatare con nostro disappunto che vi erano delle scalpellature recenti che avevano lo scopo di cancellare alcune delle figure incise; la scena si presentava come se fossero passati dei vandali un attimo prima, persino con tracce di fuliggine causata dal fuoco, forse nell’intento di fare sparire definitivamente i pittogrammi. La cosa venne accuratamente documentata e l’escursione proseguì nella zona.
Però una ragazza del gruppo, Romina, fece in seguito una accurata ricerca nella biblioteca di Sorgono, e in un libro trovò una fotografia dove era ritratta la stessa parete fotografata dal GRS subito dopo lo scempio. Come si può vedere dalle foto allegate, siamo riusciti a ridare un volto a ciò che vi era prima del vandalismo, certamente ‘mirato’ di qualche scellerato: erano spariti, infatti, un bellissimo pittogramma di cervo e un secondo pittogramma raffigurante un toro. In un’altra tomba abbiamo trovato un altro scempio, ovvero una figura scalpellata da vandali: restano solo di essa due corna caprine. Tenteremo di trovare una foto della situazione precedente sperando di essere fortunati.
Questa denuncia ha lo scopo di informare l’opinione pubblica, oltre agli Enti preposti, che in Sardegna c’è qualcuno intento ad operare indisturbato con lo scalpello, al fine evidente di cancellare i segni ‘forti’ del nostro passato e della nostra storia.
Nelle foto: in alto la parete dopo il trattamento dei vandali, a sinistra della firma la foto della stessa parete prima del vandalismo

Che dire di questa denuncia, se non che ci auguriamo una pronta azione della Soprintendenza e del nucleo dei carabinieri preposto alla salvaguardia dei beni culturali? Questo prezioso patrimonio culturale della Sardegna, così come altri beni, è stato forse irrimediabilmente danneggiato sicuramente da teppisti. I sospetti che si intravedono nella segnalazione di Zenoni mi paiono esagerati. Certo saremmo tutti più tranquilli se fosse una indagine dei carabinieri a fugarli con le loro indagini.
E dato che ci siamo, non sarebbe male che si accertasse come andò con la concessione data a costruire intorno alla splendida Domo de jana di Calavrighe, fra Orgosolo e Nuoro. Ne parlò questo blog quando era ai suoi primi vagiti, il 10 dicembre 2007, senza alcun risultato.
[zfp]

20 commenti:

ETIAM ha detto...

Oddio che scempio!!! Che vergogna!!!

Anonimo ha detto...

bruttu fizz' e bagassa!

Anonimo ha detto...

Ma cosa state dicendo?? Per favore non si scada nella dietrologia anche questa volta... Ma che c... gliene fregava a 'sti vandali di "cancellare le tracce della nostra storia"...quella è gente SENZA storia...non ne hanno una loro e non gliene frega nulla di qualsiasi altra... E' solo vandalismo puro, certamente fatto per "noia" come tante volte, purtroppo, abbiamo dovuto sentire... E' esattamente come chi distrugge una cabina del telefono o incendia un cassonetto... è solo vandalismo non rabbia verso le telecomunicazioni o il riciclaggio dei rifiuti...
Sarà stato qualche pezzente della zona... peccato non trovarli... ma non si faranno schifo da soli??

gigi sanna ha detto...

Potrei sbagliarmi ma vedo dei pittogrammi, come dice Piero Zenoni; forse un'antica scrittura, certo un piccolo capolavoro espressivo, irrimediabilmente persi per l'atto da vigliacchissimi. Tre simboli taurini (due tori e un simbolo taurino a 'forcella'), un cervo e gli 'alberi della vita'( sas mattigheddas) della divinità. Non ho parole. Non posso che fare miei i commenti dei tre anonimi.

zfrantziscu ha detto...

Credo anch'io, come il II anonimo che si tratti di teppisti allo stato puro. Ma hanno commesso un grave reato, perseguibile per legge. La tristezza è rivelare che se avessero sfregiato, che so?, un dipinto famoso o le pitture rupestri di Lascaux non solo ne sarebbero pieni i giornali, ma sicuramente le polizie di mezzo mondo sarebbero in allerta.
Ancora più triste è che Anonimo II non si sia unito nella richiesta ai carabinieri di scatenarsi alla ricerca dei vandali. Eppure, a quel che si sa, quei graffiti non sono dei falsi. Mettiamo abbia ragione Gigi Sanna, si tenterà almeno il restauro?

Anonimo ha detto...

Maura M scrive:
Apprendere questa notizia da un blog lascia una grande amarezza. Il fatto che un fatto così grave non abbia rilievo sui media neppure a livello regionale è solo colpa nostra.
Eppure dovremo chiederci da dove nasca questa volontà cieca di auto-distruzione. E' solo l'ennesimo episodio di uno stillicidio. Per il villaggio di Nurdole hanno usato le ruspe, come per il pozzo sacro di Monte Sant'Antonio di Siligo. A ciò che è stato fatto a Sa Sedda 'e sos carros non riesco neppure a crederci. Non creo sia soltanto noia, per me c'è dietro il conflitto di un singolo verso un organismo (una cooperativa, la S.B.A, il suo comune).
Per di più dispiace vedere che mentre i nostri più preziosi siti archeologici sono abbandonati alla mercé dei vandali, i fondi dell'assessorato alla cultura vanno alle chiese e ai musei della diocesi di Cagliari (quanto è costato adesso far venire le pale dei pittori lombardi al museo diocesano di Cagliari, che nessuno andrà a vedere?)
Ahimè

Davide Casu ha detto...

Il problema fonadamentale è: come possiamo poterci permettere di pensare che le autorità si muovano in questo senso se: lo fanno solo de c'è un processo guiridico volto a diffamare parte della nostra storia, se i comuni autorizzano, per esempio, a mettere un palo dell'enelcon base cementizia sopra il nuraghe di monte Sixeri, tral'altro enorme e lasciato a se stesso... e potete pensare che questi si muovano per cose che per loro non sono altro che scarabocchi? Non sará il caso che cussos fizzos 'e bagassa debbano essere butatti a calci nel sedere fuori dall'isola...
Piero, ciao sono elcerdea, non so se la cosa sia dovuta ad una atto intimidatorio contro la ricerca... però ve lo assicuro, che da molte cose che ho visto non lo escluderei del tutto.
fizzos e bagassa!!!

zuannefrantziscu ha detto...

Maura, non butti così giù questo povero blog. In fondo, se non ci fosse stato, la notizia non sarebbe un fatto.
Quanto alla Regione e alla sua politica a favore della lobby del restauro sono d'accordo con lei. E' una costante dei governi regionali. Però, visto che i beni culturali sono bene dello Stato, anzi "patrimonio nazionale" (Costituzione), non si può dare responsabilità alla Regione: a tutelare questi e altri beni devono pensarci lo Stato e i suoi organismi. Altrimenti se ne spogli e così sarà legittimo maledire la Regione, se non tutelerà i nostri beni culturali.

Unknown ha detto...

Non è possibile che si tratti, invece, di un tentativo di FURTO di quelle immagini, allo scopo di LUCRO, cioé per asportarle (eventualmente ricomponendole) e poi rivenderle clandestinamente?
In questo caso, si deve prevedere l'onerosa protezione di tutto ciò che sia in qualche modo appetibile e proponibile sul mercato clandestino.
Non solo perseguire i colpevoli, quindi, ma prevenire le azioni di questi dissennati egoisti vandali ladri interessati.
Un crimine veramente sporco.
MF

sardus filius ha detto...

no mi sento de iscusare unu simile attu vile in sos cunfrontos de su patrimoniu culturale incustodidu de su populu sardu ma, si permitides, no mi sento mancu 'e cundennare sos chi, pervasos da s'ignoranzia chi los acumpagnat, han' operadu s'iscempiu. Foras de sos apassionados e de sos espertos, so' in bonu 'e creer' chi ch' hepat ancora zente meda chi po fagher' proas de forza si ch' 'essin' a troulare pedras de nuraghe ...... poi li naran' chi b'est passadu su tsunami. In sas campagnas su patrimoniu archeologicu est censidu cun grande circuspezione, si dian' a ischire pius cosas de sas chi si deven' ischire, si dian' a poder' finamentas cumintzare a veicolare ma ..... a lu 'idides? No han' violadu furrighesos calesisiat, han' deturpadu unu de sos benes pius pretziosos de sa civiltade principiale, est cosa chi gridat vendetta e giustizia, reclamat, cun totu sa violèra sua, su perdonu e sa cumprensione. Che diat a cherrer' unu pagu 'e rieducazione ma, lu podimos apurare dogni die, dogni momentu e, oramai in dogni logu, semus inghiriados da "s'iscuru" e da viltade a bortas finas inconsapevole. Finas a oe, Gianfrà..., so' intervennidu subra sos argumentos chi interessan' sa limba ma a s'Archeologia no est chi sia insensibile, si puru profanu. In sos istudios e in sa chilca chi hapo sighidu in custos annos de "aplicatzione volontaria" m'est dadu de m'imbater' in chimbe sitos archeo-naturalisticos de primaria importanzia in s'istoria de totu sas civiltades e, connoschinde s'istadu de abandonu e de ignavia inu' est lassadu "su patrimoniu", hapo semper' preferidu a mi los tenner' po me.
Comente hat a esser' a lis presentare sas pedras sacras de su fundamentu 'e su mundu? A mie mi paret chi in custos casos, pius che sos carabineris, si depat allertare sa sensibilidade de sas iscolas, de sas associaziones e de sas istituziones locales. Gira, gira, custu puru est e diventat unu problema politicu ... e bi podet nascher' unu progetu de rieducazione e riapropriazione de sa cultura nostra .... chi cheret esser' difesa!!!

Anonimo ha detto...

Maura M:
L'osservazione di M. Feo è giusta, a guardare bene le due immagini si vede che le scalpellature non sono state date a casaccio ma ritagliano con attenzione la superficie di due pittogrammi, quindi ad occhio è più probabile che si tratti di un furto su commissione. Con uno scalpello ricordo che alcuni individui tentarono di asportare anche un rilievo di Tanit nell'area del tophet di Sant'Antioco. Questi furti continuano ad accadere molto più frequentemente di quanto si pensi, e non mi stupirei se si ripetessero in modo particolare intorno ad alcune località dove risiedono dei tombaroli o dove hanno i loro basisti. Solo pochi giorni fa, il 27 ottobre, nelle campagne di Mara i carabinieri ne hanno arrestato in flagranza di reato due (residenti in questo caso a Teramo e Savona)che avevano numerosi precedenti. Se ne è parlato solo perché il bottino era ingente (c'erano 24 bracciali altomedievali d'argento) ed è stato trovato nell'agriturismo dove alloggiavano.
ZFrantziscu, credo sia chiaro il mio apprezzamento per questo blog, altrimenti non scriverei qui, sottolineavo che una notizia così i quotidiani avrebbero dovuto riprenderla sia pure dopo la comparsa di questo post, ma non ne ho visto l'ombra.

Anonimo ha detto...

Maura M:
Rettifico, vedo ora che il post ha la data di oggi, mi pareva di averlo visto almeno da ieri. Vediamo se nei prossimi giorni gli ignavi quotidiani sardi ne parleranno.

Anonimo ha detto...

Purtroppo gran parte dei siti di interesse antropologico-culturale-archeologico-storico sparsi nel territorio, sono esposti alla pubblica fede, privi anche di un minimo di struttura di protezione. Inoltre la vunerabilità di questi siti non viene solo dalle male intenzioni di oppotrunisti senza scrupoli e imbeccilli vari, ma anche dagli agenti atmosferici che inesorabilmente deteriorano il materiale di cui sono costituiti. Fa rabbia appendere notizie come questa, non soltanto per ciò che è stato irrimediabilmente dannegiato, ma anche perchè i siti con queste cratteristiche e vunerabilità meriterebbero attenzioni particolari dalle istituzioni che ai vari livelli di responsabilità se ne dovrebbero occupare.
Che dire .... agli imbecilli e ai malintenzionati: "sas manos che filighe naschende"!
Per le istituzioni competenti: "....... ........." bah, non conosco formule magiche adeguate. Gli rimbalza tutto.

Marco Pinna

Pierluigi Montalbano ha detto...

La Sardegna è un museo a cielo aperto e questo comporta rischi notevoli per la ignoranza di pochi teppisti che non si rendono conto di ciò che fanno. La casta politica non riesce a valorizzare i siti (grave pecca del sistema regionale) e purtroppo devo ammettere che il colore della bandiera è ininfluente: destra, sinistra e centro sono indaffarati in altri investimenti. A mio modesto parere in Sardegna siamo 4 gatti e potremmo gestire risorse immense dall'Europa se solo ci decidessimo ad affrontare il turismo in maniera professionale. Ma si sa...ogni comunità ha la classe politica che si merita pertanto continueremo con l'andazzo e ci vedremo costretti a sobbalzare sulla sedia quando leggiamo di pale eoliche sul mare, strade non fattibili per non disturbare i fenicotteri, cemento nelle necropoli, infrastrutture ostacolate dagli ecologisti! Non esiste una linea intelligente e tutti vogliono curare il giardinetto privato. Con la scarsezza di posti di lavoro che patisce la Sardegna c'è da sorprendersi che i siti siano abbandonati a se stessi e che la stagione turistica non si possa allungare mostrando le bellezze culturali che caratterizzano tutto il nostro paesaggio. Sono stato qualche giorno fa a Dorgali. La tomba dei giganti S'Ena e Tormes è protetta da un cancelletto senza nessuna scritta, non si capisce se l'ingresso è libero, non c'è un percorso didattico, niente di niente. Mi viene il dubbio che il cancello sia stato posto per non far uscire gli animali e non per salvaguardare il sito.
Ho dovuto far la guida ad un gruppo di turisti tedeschi che si meravigliavano che un luogo tanto incantevole fosse senza controllo!!!!

gigi sanna ha detto...

Sarei d'accordo con Maurizio e Maura. Si tratta quasi certamente di un furto; di propria iniziativa o 'su commissione' che sia. Casi del genere d'altronde sono già successi.Si pensi che persino certe iscrizioni rinvenute a Tharros nella roccia furono asportate (come ben sanno gli epigrafisti di fenicio e di romano) con lo scalpello. Ad avvalorare quest'ipotesi credo sia sufficiente il fatto che siano state asportate le incisioni più belle e che la salpellatura risulti ben circoscritta, abbracciando solo la figura da asportare. Lo sfregio, a mio parere, avrebbe dovuto lasciare una traccia molto scomposta e, soprattutto, qualche tratto delle figure danneggiate. Che fare? Io suggerirei un rapido censimento delle situazioni 'archeologiche' documentarie (arcaiche e non) più a rischio per poi agire di conseguenza (con finanziamenti di tutela regionali, statali, comunitari). Per quanto particolarmente mi riguarda e a cui, come forse si sa, sono molto attento, vedo il rischio che corrono ad es. le scritte della capanna rurale di Perdu Pes di Paulilatino e di Pitzinnu di Abbasanta. Sin dalla prima scoperta, dietro mio suggerimento, è stato allertato il Corpo forestale dello Stato con la stazione di Ghilarza. Ma ci vuole ben altro che il controllo di una camionetta in qualche giorno della settimana. Penso che, oltre alla Sovrintendenza per conto dello Stato, la pronta denuncia (encomiabile) dei giovani del GRS, debba riguardare la Regione Sarda, le Provincie e i Comuni, ovvero tutti noi. Sarebbe bene che la questione, stampa o non stampa disattenta, rimbalzasse subito nei banchi del parlamento sardo. Abbiamo tutti tanti amici che contano per certe occasioni...
Per quanto mi riguarda farò la mia (piccola)parte. Il 21 di questo mese ad Abbasanta parlerò proprio dei reperti scritti 'arcaici' della zona e una parte dell'intervento la dedicherò al rischio immenso che essi corrono, letteralmente abbandonati come sono alla mercè di vandali (o di 'asportatori' scalpellini).

Anonimo ha detto...

Che si tratti di vandali o ladri poco cambia, siamo un popolo ignorante, nichilista, corrotto e decadente e, sono anche sicuro che non siamo i discendenti di quel popolo che diede vita alla civiltà nuragica, ma i pronipoti di quei barbari nordafricani e non che a più riprese invasero la sardegna causandone il declino. I nostri tratti (in) culturali e somatici parlano chiaro.

piero ha detto...

Io, come membro del GRS, continuerò in futuro in questa opera intrapresa dal febbraio di quest'anno,come penso faranno altrettanto gli altri membri del gruppo, es.sul servizio già postato sui simboli fallici del nuraghe s'uraki

Anonimo ha detto...

Bravo anonimo,finalmente si ragiona!

Franco Laner ha detto...

Biasimo gli autori del furto. Se così non fosse chi ha documentato il luogo avrebbe visto in terra i frammenti.
Di solito i furti del patrimonio culturale fanno scattare indagini...Ma ancor di più va biasimato chi non ha capito nulla dei petroglifi sardi, che non li ha mai valorizzati. Se l'istituzione se ne frega, pretendiamo che l'ignoranza li rispetti? Sos Furrighesos di Anela non è facile da trovare. Nemmeno gente del posto conosce il sito e si può agire indisturbati. Anche a Cheremule, o a Sas Concas si stanno cancellando le tracce degli antropomorfi, per colpa di chi non solo non protegge i siti dai vandali, ma nemmeno dall'ingiuria del tempo.
Se si conosce si valorizza, soprattutto culturalmente. E la cultura ha lucchetti molto più sicuri delle sbarre!
Franco Laner

Anonimo ha detto...

Mi (ci) consigliano di consultare il libro ....
Arte e religione della sardegna preistorica nella necropoli di Sos furrighesos di g. tanda. volume primo, fig. 52/1, che risale al 1983
.... e che gli atti vandalici sono precedenti al 1979, per cui, ora abbiamo anche gli strumenti per una verifica (almeno fino al 1983)