All'articolo di Massimo Pittau, risponde in forma misteriosamente anonima qualcuno che ne sa: “Il prof. Lidio Gasperini è scomparso qualche giorno fa. Chiunque volesse farsi un'idea di chi fosse scientificamente, può guardare qui:
http://antichita.uniroma2.it/gasperin.htm
E' consigliabile pure dare uno sguardo agli atti del Convegno "L'Africa romana": ognuno potrà farsi un'idea da sé, senza filtri. Aggiungo anche - per avere un dato in più - che non esistono in Italia, a quanto mi consta, cattedre di linguistica etrusca o di epigrafia etrusca, ma solo di etruscologia. Lo stesso Pittau è stato un docente di linguistica sarda, non di etruscologia”.
Provo sincero dispiacere per la morte del professor Gasperini, di cui, su suggerimento dell'anonimo, sono andato a vedere l'imponente mole di pubblicazioni. Docente di Epigrafia greca e latina nell'Università Tor Vergata di Roma, ha scritto anche di etruscologia e nell'elenco è anche riportato il dibattito sulla comunicazione del Prof. Massimo Pittau (Intervento, e Nuovo intervento, in Atti del IX Conv. di Studio su «L'Africa romana», Nuoro, 13-15 dic. 1991). Nessuno può negare il valore di Lidio Gasperini, ma nessuno, tanto meno l'anonimo, può far finta che un grande studioso di epigrafia greca e latina lo sia anche di epigrafia etrusca.
Ma, dice l'anonimo, non esistono cattedre di epigrafia etrusca in Italia. Lo stesso Pittau è stato docente di linguistica sarda. (L'amico Massimo ha però fatto cose che altri non hanno fatto, scrivendo libri di linguistica etrusca, ma non è questo il punto). Esistono in Europa studiosi esperti specificamente di epigrafia etrusca? Non vorrei si dimenticasse, infatti, che si sta parlando di gravi accuse, mosse a una persona, di essere un falsario incallito, stando al rapporto del Nucleo dei carabinieri di Sassari specializzato in beni culturali. Accuse che comportano non buffetti sulle guance, ma galera, se fossero ben cercate e ben trovate.
A parte i reperti iscritti, trovati da Armando Saba nei pressi del nuraghe Crocores lasciato scoperto dall'acqua della diga sul Tirso, la supposta recidiva dell'indagato tiene conto anche della pietra tombale di Allai, certificata autentica da Massimo Pittau e falsa dallo scomparso professor Gasperini. Riporto dal documento dei carabinieri di Sassari: “Risulterà falso anche lo stesso blocco ritrovato in loc. Monte Onnariu … e viene sottolineato dalla Soprintendenza nella lettera nr. 5213/1 del 19.04.2000 sempre indirizzata al Saba, che “il manufatto in esame richiama la presunta iscrizione etrusca di Allai, riconosciuta falsa dall'autorevole studioso prof. Lidio Gasperini...”.
Dunque fu la Soprintendenza ad accogliere ad occhi chiusi la tesi di Gasperini e a bocciare quella di Pittau. Giusta la tesi di un importante esperto di epigrafia greca e latina, sbagliata la tesi di un esperto in epigrafia etrusca, autore di testi a riguardo. Non sarà, per caso, che la tesi di Gasperini fu accolta perché congeniale alla vulgata accettata dalla Soprintendenza? Nel rapporto dei carabinieri si dice che la tesi di Pittau “viene aspramente smentita da altri studiosi”. Da chi, oltre che da Gasperini? La Soprintendenza e i carabinieri hanno perizie diverse dal parere di uno studioso espresso in contraddittorio in un convegno. Nel rapporto dei carabinieri alla Procura di Oristano non c'è, in realtà, alcun cenno ad altre analisi per cui sembra che la scelta fatta fra le due tesi sia fondata su quella lettera della Soprintendenza del 2000 che, val la pena di ripetere, optò, senza alcuna perizia, per quanto detto dal professor Gasperini.
Così come, nello stesso rapporto, si da senz'altro come fondata senza alcun dubbio la perizia fatta sui dieci reperti di Crocores (fra cui il bel dischetto più volte pubblicato su questo blog) dal dr. Marco Rendelli, professore di Etruscologia e antichità italiche che non può, in mezzo ai suoi numerosi studi pubblicati, esibirne uno di epigrafia etrusca. “Neanche il tempo di presentarli, che i reperti sono stati bollati in tutta fretta come falsi dalla Sovrintendenza” scriveva il 13 gennaio 2008 Enrico Carta su La Nuova Sardegna. Chi sia il funzionario della Sovrintendenza che così si era pronunciato non si sa. Quel che si sa è che i due giudizi, quello prevenuto del funzionario e quello meditato del dr Rendelli coincidono. Tanto da consentirmi di dare un modesto suggerimento: la Soprintendenza si affidi da qui in su all'occhio clinico del suo funzionario e, soprattutto, alla sua preveggenza. Sai quanti soldi pubblici si risparmierebbero...
14 commenti:
Caro "luminare" Pistore,
così come, a suo dire, il rapporto dipinge la persona in oggetto in un ottica "colpevolista", non mi pare che lei sia completamente neutro e, forse, esprime una posizione "innocentista". Quando poi però mira a mettere in dubbio la professionalità di chi ha analizzato i reperti, mi pare che si schieri apertamente.
E visto che lo chiama in causa, ha visto il curriculum e in qualche modo ironizza sul "luminare", lo faccia almeno bene...il cognome è Rendeli, con una L non due...
Il curriculum andava letto meglio e per avanzare riserve occorre averne uno pari o superiore.
Molto cordialmente
Un non etruscologo
Touché. La scrittura errata del cognome del dr Rendeli è assoltamente non voluta. E me ne scuso.
Non mi schiero affatto né ironizzo sul'etruscologo, constato e pongo domande. "Luminare" è l'aggettivo usato dall'autore del rapporto, non da me.
Da quando in qua per avanzare riserve su un uovo bisogna saperlo fare?
Beh, se la mettiamo su questo piano, è lei che merita davvero una tiratina d'orecchi mio caro. Tanti anonimi e non potrebbero rimproverargli ad es. che l'apostrofo non è opinabile e bisogna metterlo quando la grammatica lo impone ( in un ottica 'colpevolista'!??)e che anche gli aggettivi vanno usati come Dio comanda( 'neutrale' e non 'neutro', chè Pintore tutto sarà tranne... 'neutro'. Chi lo dice potrebbe rischiare la denuncia). E anche la sintassi è traballante e, direi, al limite della decenza;come ognuno può vedere, senza sforzo.
Quanto alla posizione del sign. Pintore/Pistore mi pare che sia piuttosto quella di un garantista, non di un 'innocentista'. Il fegato nelle discussioni va messo da parte. Altrimenti si rischia e molto.
La mia vuol essere una risposta da anonimo ad anonimo, che però si vergogna un po' della categoria (legittima) degli anonimi: perchè in fondo il direttore di questo Blog con la sua firma ha reso decenti, in qualche modo, le due 'elle',mentre uno che non si firma la fa franca sul fatto d'essere così sciatto e sgrammaticato. Ma rassicura tutti:non è un etruscologo. Per fortuna.
forse voleva dire "un'ottica colpevolista", con l'apostrofo. ;)
Caro Professorino anonimo, nessuno mi aveva avvertito che ci sono i correttori di scritti altrui...
comunque, poco importa, mi adeguo. Ed è perché mi adeguo a quanto da lei avanzato che desidero, a mia volta correggerLE un errore che, forse troppo impeganto a stigmatizzare i miei, LE è sfuggito. Se, come giustamente fa, si rivolge a me usando del LEI, la stessa grammatica che vorrebbe insegnarmi, LE imporrebbe di iniziare a dare il buon esempio. "...tanti anonimi e non potrebbero rimproverargli..." A chi? rimproverare a chi esattamente?
Un conto è un accento, caro professorino mio...la pagina su GLI=A LUI e LE=A LEI non c'è nella grammatica che LE è di grande ispirazione?
Tutto ciò mi ricorda un'antica trave in un occhio di biblica memoria...o se preferisce quella storiella su chi è pronto a scagliare la prima pietra.
Grazie per il consiglio comunque. Ripassi anche lei la grammatica, dunque, che potrebbe servirLE in futuro. Questo si che io lo vedo senza sforzo!
Si rallegra che non sono un etruscologo, e anche io; ma mi rallegro anche che lei non è un grammatico....o forse si? ahi ahi magra figura davvero...il censore censurato...ma io non provo vergogna per lei, ben altro...
;-)
Anonimo moderatore ha detto.....
Bravi!!!!!!!Clap,clap,clap.....
Così la scienza va avanti.
A chi le tira più forti....le randellate ovviamente.
E così,randella randella,nuove pagine di grammatica furono finalmente chiare.
Per favore,siamo uomini o caporali?
Un pò di calma e sangue freddo, stringetevi la mano e fate pace.
Anonimo Moderatore
Seguo questa vicenda con interesse, quasi esclusivamente nel suo blog, grazie al suo personale interessamento(i mezzi di informazione convenzionali non informano sulle singole vicende dettagliatamente fase a fase). Il vantaggio è che ci si può fare un'opinione personale della vicenda, avvalendosi anche dei diversi punti di vista che, anche se anonimi e spesso polemici, vengono comunque pubblicati. Credo di poter dire che, nello stesso contesto, si possono ascoltare più campane.
Se non ho capito male, per il procedimento penale a carico del Sig. Saba, avviato, presumo, in seguito a un'ipotesi di reato denunciata o segnalata dalla sovrintendenza al nucleo specializzato nella tutela dei beni artistici storici ......ecc. dei carabinieri, è conclusa la fase delle indagini preliminari ed è stato chiesto il rinvio a giudizio?
Del resto se già si conoscono aspetti degli atti stessi dell'indagine dovrebbe essere così. E se l'ipotesi del reato di falso si fonda solo su gli elementi da lei citati appare alquanto debole. Rimane comunque l'amarezza di chi (se innocente) si è deve difendere.
Pongo una domanda: esiste un'analisi di laboratorio attendibile che possa essere usata per attestare l'età delle incisioni su questi reperti?
Premesso che la conoscenza in campo scientifico e tecnologico viene usata in ausilio ai procedimenti penali (sia di accusa che di difesa), ma anche nel campo della ricerca archeologica, credo sia possibile che analisi specifiche che studiano i materiali, possano essere adattate per valutare datazioni di reperti archeologici litici come in questo caso. Forse la ricerca e le università possono dare un contributo e creare un precedente.
Pongo un'altra domanda, se qualcuno mi può rispondere, ho letto qualcosa circa il termine "termoluminescenza" in relazione a datazioni di reperti archeologici, di cosa si tratta? può esser utilizzata in questo caso?
Cordialmente Marco Pinna
A quel che so, la termoluminescenza può servire per datare la terracotta.
Ci sono quattro reperti fra quelli sequestrati nel comune di Allai:
un frammento di mattone con iscrizione su una riga; un altro con iscrizione su una riga ed iscrizioni all'interno di un disegno geometrico; un terzo con iscrizione su almeno tre righe; un frammento di terracotta, fondo piano, con 6 righe di iscrizione.
Non so se il perito dei carabinieri abbia fatto l'esame che lei dice; a quel che so, non è possibile farlo in Sardegna,
Mah...credo che misure di termoluminescenza possano effettuarsi in qualunque facoltà di fisica che abbia un laboratorio di fisica della materia che si rispetti, quindi, credo, anche a Cagliari.
Pietro Murru
Ma la termoluminescenza (che comunque è in grado di datare non proprio precisamente e perciò usata più spesso in preistoria piuttosto che per fasi più recenti) nel caso potrebbe datare la ceramica, non le iscrizioni...
Il fatto è, caro Murru, che a quanto mi dicono amici archeologi, in Sardegna non si fanno né analisi con la termoluminiscenza né più banali test al C14.
Sarei felice, se l'anonimo informato dei fatti mi smentisse, magari fornendo dettagli.
Ma la termoluminescenza (che comunque è in grado di datare non proprio precisamente e perciò usata più spesso in preistoria piuttosto che per fasi più recenti) nel caso potrebbe datare la ceramica, non le iscrizioni...
In ogni caso verificare se le incisioni sono state fatte prima della cottura, è possibile con una semplice, attenta ispezione visiva e, in tal caso avrebbero la stessa età della ceramica stessa. Se invece fatte sucessivamente alla cottura (verificabile anche questo visivamente e/o con l'ausilio di semplici strumenti di ingrandimento), è chiaro la questione sarebbe più complessa.
Marco Pinna
Caro Pinna,
con tutto il rispetto non credo che lei sia un genio e il resto del mondo brancoli nel buio. Per questo le dico che, anche se non li ho mai visti, posso facilmente immaginare che i segni siano post cottura. Come la maggior parte delle iscrizioni su ceramica del resto.
Azz.... il mio sogno svanito per sempre!
Il fatto che la diagnosi la fa lei, "anonimo intellighiotto" mi toglie definitivamente ogni speranza. Anche se brucia molto la ringrazio per avermi "aperto finalmente" gli occhi sulla triste realtà.
p.s
L'immaginazione non è "indizio probante",
sono abituato a non dare niente per "scontato" e non si evince che quanto "immagina" sia "agli atti documentato".
Cordialmente
Marco Pinna
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