La notizia è di quelle che passano inosservate ai più: riguarda una assemblea di genitori ad Orgosolo e, normalmente, interesserebbe le famiglie che vi hanno partecipato e, al più, i cittadini di Orgosolo, così come la riunione della proloco di un qualsiasi paese. Il fatto è che quell'assemblea è rimasta ermeticamente chiusa ai giornalisti.
E allora c'è di che riflettere sia per chi fa quel mestiere sia, in generale, chi i giornali usano per essere informati. Essere informati significa conoscere i fatti accaduti, non conoscere i ricami intorno a qualcosa che con i fatti ha solo una vaga somiglianza. Tanto per dirne una e per restare ad Orgosolo: ieri (3 dicembre) le televisioni hanno dato per tutto il giorno "la notizia" che due consiglieri comunali erano stati bersaglio di un attentato. In realtà, "i" consiglieri erano "un" consigliere. E ancora oggi, un quotidiano insiste: "Orgosolo: fucilate contro le auto di due consiglieri dell'opposizione".
Dovere di un cronista è quello di verificare i fatti prima di scriverne: sarebbe bastato sentire i due consiglieri per conoscere la verità dei fatti e che, cioè, veri gli spari ma falso il coinvolgimento di entrambi. Il problema è che due bersagli sono più di uno e si prestano meglio a una drammatizzazione rispetto alla quale non conta tanto la qualità del fatto ma la sua quantità e, soprattutto, la possibilità di inquadrare il fatto stesso nello stereotipo. In questo caso il luogo comune è "Orgosolo violenta". (LEGGI TUTTO)
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