domenica 25 aprile 2010

La fine dell’Età del Bronzo in Sardegna

di Pierluigi Montalbano

Intorno al X a.C. i sardi cambiano organizzazione sociale passando dal sistema gestito da un sovrano a scelte concordate dall’assemblea della comunità. I nuraghe vengono abbandonati, le cinte esterne e le parti alte abbattute, e alcuni nuraghe importanti vengono trasformati in templi.
In questo periodo si assiste ad un sistematico spoglio dei materiali contenuti all’interno dei nuraghe. Il proliferare dei ripostigli (luoghi nei quali è conservato il “tesoretto” della comunità) segna la fine di un epoca (quella dei regni) e il passaggio ad una società aristocratica gestita dalle famiglie importanti della comunità che sostituiscono i capi tribali che avevano sede nel nuraghe. Il potere passa al villaggio con la comparsa di grandi sale, costruite sopra gli strati del X a.C., destinate all’elezione dei capi.
Una particolarità che inizia in questo periodo è la miniaturizzazione (anche i bronzetti sono espressione di ciò) delle torri che vengono divinizzate e riprodotte in pietra e bronzo. Il nuraghe perde la sua funzione originaria di sede del capo tribale, ma non quella sacra di luogo in cui c’è la divinità o il capostipite. Si riconosce nei costruttori dei primi nuraghe il ruolo di antenati da divinizzare. Evidentemente gli ultimi capi tribali non avevano più rispettato la comunità, o non avevano mantenuto il benessere sociale, e avevano perso il loro ruolo di guide della popolazione. Furono deposti e si cambiò tipologia di organizzazione, mantenendo comunque integro il rispetto nei confronti degli antichi padri della civiltà nuragica.
Il nuraghe è anche la sede di un capostipite e la divinizzazione dell’edificio riguarda sia l’antenato che la sua sede. In pratica si mescolò in un unico simbolo sia il capostipite (costruttore dell’edificio) che l’edificio stesso. Infatti anche nelle necropoli troviamo la rappresentazione dei nuraghe, come a Monte Prama.
Se in antichità ci fu effettivamente l’eroe Norax, come riportato da alcuni autori classici, possiamo spiegare sia il nome dei nuraghe, sia il nome della civiltà, sia il nome dei capostipite. In questo periodo si passa dall’aniconismo all’antropomorfismo delle statue. Il nuraghe rappresenta l’elemento che sta in mezzo: il betilo aniconico si trasforma nel betilo-nuraghe e, a sua volta, questo si trasformerà in sculture in pietra e bronzo a figura di eroi e dei. Gli strati più antichi dei nuraghe sono scavati o tagliati per sistemare vasche, altari e betili-nuraghe, e questo evidenzia una volontà di divinizzare gli edifici. Bisogna, come sempre consiglio, fare attenzione ai contesti stratigrafici perché gli strati non sono uniformi e si rischia di sbagliare le datazioni: l’elemento più recente data il contesto, ma nello stesso strato ci può essere una risistemazione di strutture ed è facile confondersi.
I modelli di nuraghe in pietra sono rovinati e presentano a volte dettagli di difficile lettura, ma quelli in bronzo sono integri e attraverso questi si può capire come era realizzata la parte terminale delle torri.
Un dato importante che invita ad una seria riflessione è che non esistono bronzetti attribuibili a fasi del Bronzo Finale e che gli animali e le figure antropomorfe rappresentate nelle sculture bronzee sono, a mio parere, da interpretare come divinità.
All’inizio dell’Età del Ferro ci fu l’introduzione della proprietà privata e nei villaggi ci si impadronì dei terreni, mentre prima c’era il capo tribù che decideva a chi darli e a chi toglierli. Si passa dai villaggi alle prime città: ci sono dicasteri, sale del consiglio, palestre e strutture idrauliche, che vanno letti in funzione di un processo di urbanizzazione simile a quello che avvenne nelle città greche. Le case iniziano a presentare molti ambienti, si tratta di case padronali con laboratori, bagni, strutture termali, magazzini e camere per dormire. I sardi in questo periodo erano in rapporto con levantini e greci e iniziarono ad organizzare delle vere e proprie città.

44 commenti:

Grazia Pintore ha detto...

Non ho mai imparato tante cose come da quando frequento il link di Pintore.Posso darvi un suggerimento? Perchè i commenti non li scrivete dae sa limba sarda?

Pierluigi Montalbano ha detto...

Sapessi quanto mi piacerebbe...ma non sono in grado.

Pierluigi Montalbano ha detto...

Cara Aba,
ti rispondo al volo perché fra un oretta ho un convegno a Mandas, ma la tua domanda è talmente invitante che bisogna dare una prima risposta.
I sardi in questo periodo sono molto vicini alla importante civiltà Villanoviana (ossia agli etruschi), pertanto assistiamo alle grandi famiglie aristocratiche di entrambi i territori che si uniscono con matrimoni misti. Ne sono testimoni le sepolture, anzi meglio dire i corredi funerari, che mostrano elementi sardi ed etruschi insieme.
Solo nell'epoca romana si assiste ad un ritorno ai re, quindi ipotizzo almeno tre secoli di aristocrazia.
E' l'epoca dei levantini e il Mediterraneo pullula di imbarcazioni che trasportano uomini, idee e merci (preziose e meno) dando luogo ad un mercato globale.
Tre sono le grandi potenze navali che si sviluppano in questo periodo e che si spartiscono più o meno pacificamente il mercato:

Sardo/Etruschi, Levantini (con supremazia di Cartagine) e Greci

La grande guerra del mare ad Alaria verso la metà del VI a.C. pone fine alle schermaglie e assistiamo ai più importanti trattati di non aggressione e spartizione delle zone di influenza fra cartaginesi e romani che sanciranno la storia futura.

In questo periodo è ben sviluppata la cartografia nautica (ovviamente diversa da quella odierna), con portolani che descrivono coste, approdi, fonti di acqua dolce, popolazioni e risorse dei vari luoghi. I levantini (filistei in testa nel gruppo dei fenici) da secoli hanno ormai diffuso il commercio e collaborano con le popolazioni costiere per sfruttare al meglio le risorse, introducendo tutte le innovazioni che le autostrade del mare hanno permesso di acquisire.
In oriente la situazione è, invece, bellicosa, ma tralascio di descrivere i dettagli perché i libri di storia sono abbastanza precisi per quelle zone.

Colgo l'occasione per scusarmi se nei prossimi tre giorni sarò assente dal blog ma gli impegni di lavoro all'estero non mi consentiranno di rispondere. Prometto che risponderò a tutti al mio rientro in Sardegna.

Pierluigi Montalbano ha detto...

Dimenticavo Tartesso nel Mare Sardo...ma è un discorso talmente complesso che sarebbe meglio preparare un apposito articolo. Sono menzionati nella Bibbia gli scambi fra i re orientali e Tartesso (mai trovata), ma gli archeologi cercano una città mentre, a mio parere, si tratta di un territorio con molti porti distribuito in varie isole (fra le quali la Sardegna).

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Il contenuto dell'articolo di Pierluigi (che sintetizza il pensiero di Giovanni Ugas) lo ritengo infondato, in altre parole letteralmente campato in aria!

Dove sarebebro le tracce di questi re, i re presuppongono troni adatti ad ospitarli, una cultura materiale che testimonio il loro status, tombe regali, di quti elemti non c'è traccia!
riguardo al cambio al passaggio alle supposte aristocrazie, dove sarebbero in ambito nuragico le tombe aristocratiche , dove le loro case aristocratiche, dove sarebebro le città?
non prendiamo ad esempio monti prama ed Antas, questi due luoghi non sono esempio valido rappresentano una sintesi figlia di rapporti tutti da studiare tra i nuragici e gli shardana che arrivarono nel XIII secolo a.C.
La società nuragica era egualitaria in tutte le sue fasi dai primordi sino alla fine (cfr Archeologia del Paesaggio Nuragico).
I nurgahi sono luoghi sacri frutto di un'opera collettiva.
Idem per pozzi sacri (costruiti in epoca successiva)e le offerte votive che in essi si ritrovano.
Il bronzetto non una offetrta dell'aristocratico, ma dell'intera comunità di un villaggio.

Gigi Sanna ha detto...

Devo essere sincero, molto sincero.Non condivido quasi nulla di quello che dici. Ma soprattutto non condivido il tuo metodo d'indagine. Ognuno così può crearsi una storia tutta sua sulla fine dell'età del bronzo in Sardegna. Dove stanno i dati 'scientifici'? Vedo solo dati archeologici che ognuno a piacimento può adoperare come crede. E questo è il motivo per cui da decenni e decenni si pesta sempre la stessa acqua. Non trovi? La citazione di Norax poi , anche se preceduta da un 'se' cautamente ipotetico, mi ha lasciato allibito. Quella dei nuraghi 'divinizzati' non ne parliamo. Pensavo che il tentativo fatto da qualcuno/a di salvare capra e cavoli circa la tesi di Lilliu fosse stato abbandonato. Vedo che così non è. E glissi completamente sulla questione shardan che è di fondamentale importanza così come importantissimi sono gli studi di Zedda per capire quei monumenti che non sono stati messi in correlazione con la volta celeste a partire dal X secolo ( come fai presumere con la tua assurda datazione0 di riutilizzo templare del monumento 'nuraghe') ma prima, molti secoli prima già quando il primo dei betili fu colocato in Sardegna.. Le ziqqurat e i nuraghi avevano una funzione pratica e simbolica che no ha niente a che fare con una concezione 'medioevale' di passato prossimo della civiltà occidentale... Storicizzare in questo modo non si può!
Anch'io (oggi è il giorno del riposo e cerco di godermelo anch'io) non ho tempo per articolare meglio il mio pensiero, Pertanto aspetterò il tuo ritorno. Nel frattempo leggiti durante il viaggio, se ne hai voglia, quanto dico circa la Stele di Nora su Tharros e Tartesso. Non prendere nessuno sottogamba, neanche il sottoscritto anche se è picccolo piccolo. Altrimenti quanto ho scritto sugli sforzi comuni per raggiungere un certo scopo ( che mi sembra che siano stati condivisi) non vale, come si dice da noi, neppure un 'arriali'.

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Ugas è dotato di grande fantasia quando vede i nuraghi come luogo in cui risiedevano guarnigioni, re e reucci.
non riesce a capire che il nuraghe è figlio di una comunità egualitaria dove il sacro gestito da donne non era strutturato a livello teocratico e dove i riti (incubazione, iniziazione , oracolo) sono da considerarsi come i riti che poi i sardi continueranno a esercitare (con modifiche ovviamente) nelle moderne cumbessias o muristenes.

maimone ha detto...

Andat bene chi sò unu pagu tontu ma una cosa propriu no la cumprendo. Duncas: sos sardos nd'ana curtu sos capos issoro e destruidu muros e puntas de nuraghe (chissà proite propriu sas puntas). In su matessi tempus, però, los an divinizados mudende sos nuraghes in cresias e rapresentende sos jaios issoro come santicheddos. Carchi cosa non mi torrat. Est beru chi fintzas a Tatari an destruidu su casteddu pro fagher una pratza e como an destruidu sa pratza pro sarbare sos fundagos de su casteddu. Mah!! Totu est possibili.

francu ha detto...

E io invece ci credo.
A tutto, tutto, tutto.
E tu, Gigi Sanna, ti ricrederai quando troverai un coccio nuragico e ci leggerai con sgomento la prima versione della famigerata legge delle chiudende.
Perché di questo si tratta e non di Norax, che sa tanto di antidepressivo.

DedaloNur ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
DedaloNur ha detto...

Ho letto in velocità l'articolo ed i vari commenti. scusatemi qualora non abbia compreso qualcosa.

Mi pare che Montalbano parli dei crismi della regalità, della guerra, del potere avendo in testa il paradigma della regalità classica (Grecia, roma, levante ecc): i Nuraghi sono la nostra "Micene".

Dall'altro lato Mauro confuta tali crismi usando lo stesso paradigma classico. Il nuragico non c'entra nulla con la "regalità" perchè nulla ha a che fare con "Micene".

non sto facendo ironia, sta andando proprio così.

E se ci sforzassimo di pensare in termini nuragici più che micenei?

Pierluigi Montalbano ha detto...

Di rientro dalla bella giornata culturale in quel di Mandas leggo le prime risposte all'argomento e vorrei precisare alcuni dettagli prima della partenza in Spagna.

Dedalo ha inquadrato il mio pensiero, d'altro canto come posso ignorare i crismi di ciò che avvenne per certo, di ciò che racconta la letteratura classica?
Parto da dati archeologici perché questo mi hanno insegnato a fare e perché questo è il metodo scientifico. Se dobbiamo ribaltare le concezioni e ricostruire la storia partendo da altri parametri sono pronto ad ascoltare, ma per favore non parlate di metodi scientifici perché altrimenti non ci capiamo.
Caro Gigi, tu stesso affermi:

Ognuno così può crearsi una storia tutta sua sulla fine del bronzo in Sardegna. Dove stanno i dati 'scientifici'? Vedo solo dati archeologici

...o hai espresso male ciò che intendevi dirmi, oppure stai affermando che i dati archeologici non sono scientifici. Ma forse sono io che ho capito male.
L'affermazione su Norax era interrogativa, non affermativa. Spiegherebbe alcune ipotesi ma è da verificare, da interpretare, da confutare e, infine, da commentare tutti insieme per decidere se accettarla come possibile o escluderla con scientificità. Non è sufficiente dire che è errata.
Allo stesso modo mi chiedo come tu possa definire assurda la mia cronologia sul cambio di società e sull'abbattimento delle cinte murarie e delle parti alte delle torri se non dimostri per quale motivo è errata. Io porto a dimostrazione dati archeologici, contesti, stratigrafie...cosa dovrei leggere allora? Non è certo perché Peppino scrive nel suo libro che la pensa diversamente che posso prendere atto di aver sbagliato, per favore, i problemi sono complessi e bisogna essere attenti ai vari passaggi.

A Peppino dico che i troni non sono esclusivo segnale di regalità! Non puoi escludere i re solo perché sei convinto di questo parametro.
Inoltre scrivi:

La società nuragica era egualitaria in tutte le sue fasi dai primordi sino alla fine (cfr Archeologia del Paesaggio Nuragico).
I nurgahi sono luoghi sacri frutto di un'opera collettiva.
Idem per pozzi sacri (costruiti in epoca successiva)e le offerte votive che in essi si ritrovano.
Il bronzetto non una offerta dell'aristocratico, ma dell'intera comunità di un villaggio.


In sostanza dovrei cambiare idea perchè lo hai scritto sul tuo libro? Fammi capire...

Mauro Peppino Zedda ha detto...

sui nuraghi esistono troppi luoghi comuni (completamente infondati) nurgahe fortezza, re , reucci , aristocrazie, ecc..

Per parlare di re i troni ( e altre apparecchiatture) sono fonadamentali, per parlare di aristocrazie quali sarebebro le case degli aristocratici e quali le loro tombe che si differenziano dal rsto della popolazione?
Monti prama vicino a Tharros, e Antas non possono essere presi a esempio del intero mondo nuragico, considerando che nei loro pressi vi erano gli insediamenti dei levantini Shardana.
Parla di Re e di aristocrazie nel mondo nuragico equivale a fare voli pindarici.
In archeologia del Paesaggio nuragico penso di averlo abbondantemente dimostrato, cose che comunque , seppur con minor vigore del mio, aveva evidenziato anche Ercole Contu.

Quali sarebebro le prove che attestano le mnigliaia di re di cui parla Ugas? quali sarebbero le prove dell'esistenza di una aristocrazia?

Mauro Peppino Zedda ha detto...

caro Dedalonur, so benissimo che quanto scritto in Archeologia del Paesaggio nuragico può essere confutato e superato da nuove ipotesi.
Ti assicuro che tra una idea a cui si pensa e tra un idea messa nero su bianco esiste una differenza fondamentale : dell'idea messa nera su bianco se ne vedono i limiti, di quella a cui si pensa è più difficile vederne le contraddizioni.
Sulla questione nuragici= shardana, penso di aver "chiuso" la questione quando nessuno dei sostenitori dell'equivalenza ha portato un qualche oggetto che attesterebbe che contatti tra l'egitto e la sardegna nel periodo tra il XV e il XIV secolo a.C.
Sulla questione dei re e delle aristocrazie ho una pretesa: penso che in Archeologia del Paesaggio Nuragico ho ampiamente dimostrato che l'ipotesi di una sardegna nuragica egualitaria sia alquanto più verosimile di quella elitaria tratteggiata da Giovanni Lilliu e da Giovanni Ugas (pedissequamente seguita da Montalabano e altri). Questo sulla base di quanto noto e scritto finora , poi se in futuro nuovi dati o nuove chiavi di lettura metteranno in luce che l'ipotesi elitaria sia più verosimile, vedremo, ma per ora i miei argomenti devono essere valutati e confrontati con quelli di Lilliu o di Ugas.
Lilliu applica un elitarismo (nuraghe castello) di tutti contro tutti che non sta nè il cielo nè in terra!
Ugas pensa ad un sistema feudale ante litteram, che applica con inusittata leggerezza al mondo nuragico. (ugas si dimentica di vedere (cioè non capisce) che le cattedrali, le chiese e la chiesa medievali sono assai più importanti dei castelli per il funzionamento di quel mondo!

Gigi Sanna ha detto...

'Vedo solo dati archeologici che ognuno a piacimento può adoperare come crede. E questo è il motivo per cui da decenni e decenni si pesta sempre la stessa acqua'.

Questo dico. Pierluigi,ti prego, estrapola e riporta bene quando intendi argomentare. Sei tu che non hai capito: io mi sono espresso chiaramente.
I 'parametri' che invochi? Bisogna avere la pazienza di rivederli continuamente, caro mio.'E tocat a essere sempere a origas paradas'. Ogni aspetto della ricerca interessa la 'scienza', ogni disciplina è da tenere nella massima considerazione, ogni 'voce', anche la più piccola che si sente, è da tenere nel massimo del rispetto. Questo lo si sbandiera ai quattro venti ma, putroppo, non lo si mette in pratica. E' il convergere delle forze che ci dà il massimo del risultato, la possibilità di ricostruire, tassello dopo tassello, con infinita pazienza, il passato sia nostro che di altri. Osservo che Peppino Zedda parla ancora di 'fantasie' per questo o per quel dato. Fa male.Sbaglia e non capisce che quello che afferma può ritorcersi contro di lui.Oltre il resto proprio lui, cultore di una disciplina difficile da accettare e che lascia molti (non me, sia chiaro)diffidentissimi, non diffidenti. Ora io non credo che un archeologo della levatura di Ugas vada da sempliciotto con le sue 'fantasie'. Nè che precedentemente Lilliu procedesse ingenuamente di 'fantasia' (ma per caso avete mai assistito ad una sua lezione all'università?). Nè prima di lui il Taramelli e ancor prima lo Spano 'fantasticavano'. Usavano semmai quella legittima e direi doverosa 'fantasia' scientifica, di gramsciana memoria, che è fondamentale nella ricerca, in ogni tipo di ricerca. Chi è grigio, passivo e desidera solo 'avere' ( nel senso che dà Fromm a questa modalità del sapere) ed è, come si dice, solo secchione se lo scordi di passare come 'scienziato'. E' uno studioso e basta.Farà molta strada magari e con meno fatica di altri raggiungerà i massimi livelli della carriera. Ma scriverà sempre lo stesso libro scritto da altri. E poco vale che lo imbelletti e ci metta della cipria bizantina. Ritengo invece che i 'dati' archeologici a loro disposizione ( mai scientifici perchè l'archeologia non è una scienza esatta: Pietro Murru, dove sei tu, perchè non vieni a rispiegarlo?) li facesse andare ora in questa 'fantasia' ora in 'quest'altra'. Tutto qui. E non bisogna mai dimenticare che un'antica e sempre respinta ( se non disprezzata) fantasia di ieri può essere la realtà matematicamente scientifica di domani.

DedaloNur ha detto...

Caro Mauro,

mi dispiace dover ri-farti presente che la questione reperti egiziani inficia sia la teoria nuragici-shardan ed ancor di più, quella shardana levantini.

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Caro Dedalo che la sardegna nuragica del II millennio a.C. non abbia avuto niente a che fare con l'egitto è lampante, mentre è chiaro che ha avuto a che fare con l'area levantina!
è siccome l'area levantina (in cui stavano gli shardana) ha avuto a che a fare con l'Egitto rende lecito pensare che gli shardana fossero levantini!
Che gli shardana che arrivarono in Sardegna fossero solo l'etnia dominante tra quelle levantine che arrivarono poi in Sardegna negli ultimi secoli del II millennio mi pare plausibile!

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Caro Gigi,
quando Lilliu dice che i nuragici erano divisi in una miriade di entità rivali immersi in una guerra di tutti contro tutti, non trovo di meglio da dire che la sua idea non stà nè in cielo nè in terra! é una assurdità teoretica.
Tarameli pensava che i nuraghi servivano per difendersi da nemici d'oltre mare (fenici, punici, romani) idea non meno sempliciotta! Ugas pensa ad un sistema feudale ante litteram, Come faccia a non capire che il sistema di re , (nuraghi con antemurali)vassalli,(nuraghi complessi) valvassori e valvasini (nuraghi semplici) con cui immagina fosse governata la sardegna nuragica

sia un assurdità mi lascia esterrefatto!

Gigi Sanna ha detto...

Cara Aba, la documentazione scritta di Tzricotu (tavolette A1 -A3-A4-A5) ci parla solo di Aba-y.Questa parola come sai è posta proprio al centro di ogni tavoletta ed è significativamente caratterizzata dalla lettera fallica (y) o divina o solare. Questi (padri eminenti) sono figli del cuore (lb w bn)della divinità in Stele di Nora (lettura a cornice). Inoltre l'epiteto di SRDN vuole, secondo me, significare non 'Re-Giudici' ma 'Signori Giudici', cioè menti illuminate da Dio in relazione al saggio governo e, soprattutto, all'esercizio della giustizia degli uomini in terra. Mi sembra cioè di capire che fossero dei principi, dei capi carismatici, delle guide, 'tori' (AG-OI/AG-US) di tribù. Tanto carismatici e guide che forse avevano l'appellativo di 'aba Sa'an' come quello del loro padre celeste.Ma non erano monarchi o soivrani assoluti, nè c'era una dinastia. Nel mio libro cerco di spiegare il perchè.
Forse la simbologia del 'bue- api' (che non credo possa essere contestata) mostra però che c'era un capo dei capi, un illuminato che forse sin da giovanissimo veniva scelto tra i 'principes' per le sue doti precoci e straordinarie. Come sia nata, come si sia evoluta nel corso della lunghissima storia 'nuragica' la particolare istituzione 'shardan'(cioè di Signori Giudici) è ancora prematuro il dirlo. Ci vorranno, se si avrà la fortuna di trovarli, altri documenti. E documenti che parlino più degli 'uomini' che della divinità ( questa sì monarchica che più monarchica non si può). Mi pare però abbastanza sicuro il fatto che i principi, una volta morti, venissero divinizzati. I bellissimi, simbolici, taurini mausolei (le tombe di 'Giganti': non certo tombe collettive), costruzioni più tarde ma non credo di molto rispetto ai nuraghi, mi pare che siano l'espressione del culto di questi 'padri' santi,dei cosiddetti 'eroi' delle fonti classiche.
Comunque il tutto cercherò di spiegarlo meglio, mettendo bene in fila le prove documentarie epigrafiche ed archeologiche (e anche storiche delle fonti classiche)in un prossimo articolo. Senza di esse non oso pronunciarmi perchè è arduo, se non impossibile, dire qualcosa che sia veramente sicuro e accettato da molti o dai più come dato cosiddetto 'scientifico'. Restano solo le 'fantasie', anche se, come ho già affermato, legittime 'fantasie. Rispettabili fantasie. Perchè generose umane 'fantasie'. Poi tu, o Peppino, chiamale pure come ti pare (magari 'assurdità teoretiche')ma rispettale, soprattutto se sono, come sono, d'altri tempi (oggi i decenni, stante il numero dei ricercatori e i mezzi della ricerca, sono i secoli di una volta). M'as cumpresu? O nono?

zuannefrantziscu ha detto...

Non entro, non per savoir faire ma per crassa ignoranza, nella discussione su re, principi, aristocrazie. Ma rilevo che, secondo me, c'è un vizio molto moderno nel definire le cose: quel di pensare che i nostri antichi ragionassero con le nostre categorie semantiche.
I nostri vecchi, ma anche io che non sono Matusalemme, hanno conosciuto l'autorità di sos omines (o maiorales) chiamati a governare rapporti e conflitti mica da niente. Si sarebbero potuti chiamare "re" perché il loro potere, pur derivato dalla comunità, era assoluto fin dal momento che era loro riconosciuto. Ma nessuno li considerava re. Non avevano scettro, né trono, né reggia. La loro giustizia veniva amministrata anche sotto un albero (come nel Paese basco che, non a caso, nel suo parlamento ha un intarsio dell'albero di Guernica, la quercia dei processi comunitari, famosa ben prima che i nazisti facessero quel che hanno fatto nella città basca).
I fueros, a cui credo ancora oggi giurano fedeltà i re di Spagna, sono l'istituto giuridico fondamentale dell'Euskadi. Così come in parte importante della Sardegna l'istituto di sos omines (o maiorales) ha un ruolo dominante nell'amministrazione della giustizia. E pazienza se non ne leggiamo nei giornali: questi parlano di una Sardegna che non c'è, fatta a immagine e somiglianza di un mondo tutto loro. Voglio dire: se invece di pensare a re, regine, troni e scettri, cominciassimo a ragionale in termini di omines? Nome collettivo per significare femmine e maschi.

zuannefrantziscu ha detto...

Il maiorale o maiore è tanto importante nella cultura giuridica (undeground) dei sardi che ne abbiamo recuperato la funzione, in chiave moderna, nella nostra proposta di Nuovo statuto:
"1) Il Maiore di Sardegna svolge funzioni di garanzia per il rispetto – da parte degli organi istituzionali della Regione – della Costituzione, della presente Carta Statutaria e della legislazione vigente, secondo il principio dell’equiordinazione e della sussidiarietà degli organismi di rappresentanza democratica del territorio della Sardegna.
2) Promulga le leggi regionali, qualora ravvisi la non regolarità delle procedure di approvazione, l’esistenza di norme che siano in contrasto con la Costituzione e con la presente Carta Statutaria, o non siano coordinate con la legislazione vigente o siano prive di adeguata copertura finanziaria, rinvia con formale motivazione, 15 giorni dalla data di ricevimento della relativa documentazione, le
leggi al Parlamento per il loro riesame. Le leggi sono comunque promulgate se riapprovate integralmente dal Parlamento".

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Major in inglese indica il nostro sindaco.
Si forse come propone Zuanne Franciscu al posto di primus inter pares, da me utilizzato (perchè lo utilizzo E. Contu ) sarebbe approppriato anche il concetto di Maiore.
Dunque la società nuragica credo che fosse una società egualitalia governata dai consigli degli anziani e dai Primus inter pares o Maiores.
Ogni villaggio aveva il suo Con. Anz. e Maiores (con funzioni più giuridiche che amministrattive), ogni Clan e ognuna della tre pan-tribù (ilienses balari Corsi).
L'uso pascolativo del territorio era libero a tutti i menbri della tribù , e ogni villaggio aveva nei suoi pressi uno spazio destinato alla coltivazione.
I termini re ed aristocrazie penso non rappresentino (per via del sottintendere una ereditarietà) dei termini confacenti alla natura delle figure che gestivano il potere nel mondo nuragico.

Mauro Peppino Zedda ha detto...

caro Gigi, io non sto criticando teoremi d'altri tempi sto criticando teorie che ancor oggi rappresentano (purtroppo) paradigmi teorici ancora in auge. IL teorema di Lilliu che vede i nuragici immersi in una interminabile guerra di tutti contro tutti. é un teorema ancora in auge, dunque mi sembra dunque opportuno mettere in luce che raprresenta dal punto di vista antropologico un'idea che non sta nè in cielo nè in terra!

DedaloNur ha detto...
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DedaloNur ha detto...

Caro Mauro,

secondo me, dovresti prendere più in considerazione cosa dicono le fonti a proposito dei shardana e delle loro divisioni.

non posso aggiungere altro,

in ogni caso se il rapporto con gli egiziani era così forte a Levante, sarebbe gradito un pallidissimo riflesso dell'influenza egizia sulla cultura dei popoli del mare in sardegna che non c'è.

chiedere prove egizie all'ipotesi nuragici-shardana e non chiederle all'ipotesi shardana-levantini, mi pare iniquo.

shardanaleo ha detto...

dire che in sardinia NON C'E' influenza egizia sulla cultura dei Popoli del mare è una cosa grave, caro Dedalo. le migliaia di reperti egizi:
- monili,
- statue in oro e in pietra,
- una MUMMIA,
- statue di faraoni e Dei egizi...
- 4000 scarabei con i cartigli di RAMESSU II, RAMESSU III, TOTHMOSE II, AMENOPHE IV...
- Tre sfingi 3,
- LE SPADE DI SANTU IROXI identiche a quelle di medinet abu
- Una festa unica nel mediterraneo identica a quella di Tebe (Luxor) praticata in un paese del sarcidano,
- I "bastoni ricurvi" dei bronzetti, identici ai "bastoni ricurvi/boomerang" trovati nella tomba di Toh...
- Il ciondolo con l'OCCHIO DI HORUS che veniva dato a chi si arruolava nell'esercito del faraone...
i misteri e le processioni dedicate in passato a Iside (e dedicate dalla chiesa a santi cristiani)
- i fassonis identici in sardinia e in egitto
- L'argul egizio (3000 a.C.) simile alle launeddas
ecc... non bastano?
Kum Salude
leonardo

Phoinix ha detto...

Se il ciondolo con l'occhio di Horus veniva dato a chi si arruolava nell'esercito del faraone...bé..sarà stata un'armata molto poco temibile.
Non si contano le donne e i bambini rinvenuti in contesto fenicio (e non egizio) di Sardegna con questo caratteristico amuleto. Caratteristico proprio della sfera della maternità e della fanciullezza.
E la MUMMIA quale sarebbe posso saperlo?
Le sfingi non saranno quelle studiate dal Pesce, una in grantito rosa proveniente dalla zona dell'orto botanico di Cagliari?Se così fosse sarebbero di età romana. Egizie si, ma di età romana, così come Piazza Navona e Piazza del Popolo sono anche oggi piazze romane e non piazze del Cairo.
Ma la mummia mi incuriosisce, non si riferirà a quello che penso?

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Caro Leo Melis,
le tue idee sono completamente erronee da un punto di vita stratigrafico. Uno studioso serio di fronte alle tue proposte ha due alternative: o inorridisce o si sganascia dalle risate!

Elio ha detto...

Caro Pierluigi,
ho letto il tuo post sulla fine dell'età del bronzo in Sardegna e i relativi commenti. Quelle poche e confuse idee che avevo sull'argomento, sono diventate di più, come numero, e più confuse ancora. Non mi resta che aspettare che Norace mi appaia nuovamente in sogno per darmi qualche delucidazione.Ho visto che sei in partenza per la Spagna e quindi sia io che Norace avremo un po' di tempo; l'antenato per dire la sua e io per riferirtela. Assicuro Grazia che se "su bisu" mi parlerà in sardo, riporterò in sardo. Il brutto sarebbe se mi dovesse parlare in nuragico che io non capisco. Dovrei far entrare nel sogno Gigi Sanna come interprete e le cose diventerebbero troppo complicate. Comunque, che Norace si farà vivo non ho alcun dubbio. Da quel che ho visto è uno che non si fa i fatti suoi.Pierluigi, a presto.

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Caro dedalonur, dopo aver "incassato" il fatto che non vi nessun rapporto tra i nuragici del II millennio a.C. e l'Egitto e che dunque i nuragici non possono essere gli shardana, ti vorrei far riflettere su alcune cose.
Come ben sai i germani invasero l'impero romano, ma non tutti i germani. Allo stsso modo una parte di shardana invasero l'Egitto ma non tutti credo! Dunque è possibile che gli shardana che giunsero in Sardegna nel XIII sec. a.C. in Egitto non ci erano già passati.
Insomma se l'idea dei nuragici = shardana è da scartare , l'idea del arrivo degli shardana nel XIII secolo è verosimile, in quanto da un nome a genti levantine che inequivocabilmente giunsero in Sardegna a partire dal XIII sec. a.C.

shardanaleo ha detto...

X PHOENIX: io non ho parlato di OCCHIO DI HORUS semplicemente, ma di CIONDOLO occhio di horus... che è altra cosa. So bene che di occhi di Horus (fenici per lei?)ce ne sono a decine.
X per ZEDDA: forse le mie teorie faranno sganasciare dalle risate i presuntuosi, ma sicuramente alle mie conferenze gli uditori non mi lanciano le sedie, come invece poare sia accaduto alla conferenza di Decimomannu ove parlava il PRESUNTUOSO e UNICO zedda. I commenti in proposito si sprecano sul web. E gli appellativi vanno dal "PRESUNTUOSO ALL' ENERGUMENO, ASTROFILO e MALEDUCATO". io non c'ero e non so... ma i commenti ci sono, anche da parte di ragazzi delle medie intervenuti a "sbeffeggiare un cafone che insultava LIlliu e sparlava dei shardana" questo ho letto e questo riporto. Oltre alle scuse PRESENTATE DAGLI ORGANIZZATORI per la magra figura fatta dl relatore e per la gazzarra nata tra lui e gli ascoltatori.
A me questo non capita... al massimo si sganasciano... :-)
Meditate gente, meditate...

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Caro Leo , ma se non riesci neppure a capire gli scritti degli archeologi inerenti la cronologia, come fai a entrare nel merito di una riunione doce von eri presente e c'era gente che ignorantemente e presuntuosamente metteva lo scarabeo di un pozzeto di monti Prama al 1600 a.C.
Li ho un pò sculacciatti come faccio con te !

shardanaleo ha detto...

Quindi è tutto vero!
Bonu Proe!
Io mileggerei i commenti di decine e decine di persone disgustate ... e... una cosa: io non sono entrato nel merito. Ho segnalato quanto sta accadendo nel web... Dove spesso è meglio leggere che scrivere insulti a destra e a manca.

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Caro Leo l'unico sito telematico che frequento è quello di Pintore, all'incontro erano presenti persone che asserivano "noi nell'età del bronzo eravano un impero che metteva a ferro e a fuoco il mediterraneo" almeno si fossero limitati a dire "i nuragici..." ma quel noi è assolutamente demenziale. A DecimoMannu vi erano dei creduloni che non capiscono che i tuoi libri sono fantascientifici.
Ma vedrai che piano piano lo capiranno tutti!

shardanaleo ha detto...

L'UNICO, IL GRANDE, L'IMMENSO zedda... tutto il resto è... NULLA.
Trattare da deficienti gli ascoltatori può essere pericoloso, mooooltooo pericoloso... alla lunga! Come dici... è solo questione di tempo.
ma so che a Decimo... qualcuno ha anticipato i tempi... :-)

Pierluigi Montalbano ha detto...

Per rientrare in tema vorrei segnalare che il titolo dell'argomento erano gli avvenimenti del X a.C., ossia i rilievi archeologici di strutture adibite a capanne per le riunioni che vanno a sovrapporsi ai crolli cronologicamente attestati (dai contesti stratigrafici) al X a.C., ossia ben posteriori all'epopea Shardana e decisamente precedenti all'avventura Cartaginese in Sardegna.
In queste capanne si assiste al proliferare di tesoretti ritrovati in ripostigli (favisse) e costituiti da meteriali provenienti dallo spoglio delle torri.
E' anche l'epoca della miniaturizzazione con la comparsa dei betili a forma di torre, dei bronzetti e delle navicelle, nonché alla comparsa delle grandi statue antropomorfe (Monte Prama) e al cambio di tipologia funeraria con l'abbandono delle tombe dei giganti a favore di pozzetti con inumazioni ancora prive di corredo (ciò si evince dai ritrovamenti in scavi di tombe ancora sigillate).
Queste novità sono frutto di cambiamenti e la mia proposta (che segue l'orientamento accademico) è la sostituzione dei re, anche se qualcuno preferisce chiamarli capi, o giudici o sovrani ma comunque sono i personaggi che decidono le sorti delle comunità.
A differenza di ciò che afferma Leo si tratta di una cinquantina di individui e non di migliaia di persone!
Ancora a Leo vorrei segnalare che la ricerca (proprio come insegnano all'Università e al liceo) inizia dall'ABC delle problematiche per arrivare fino alla Z, filtrando, sintetizzando, estrapolando dati, scartando ipotesi poco verosimili e richiudendo in un contenitore sempre più dettagliato che tende ad avvicinarsi alle soluzioni più logiche e pratiche per l'epoca in questione.
Il nocciolo del problema sta nell'esperienza, nella conoscenza e nel background culturale degli studiosi, pertanto ci sono quelli che scrivono basandosi su fonti verosimili (e non si deve escludere Google che se sapientemente utilizzato costituisce proprio l'ABC del lavoro) e ci sono quelli che, non avendo una cultura di base sufficiente ad elaborare una teoria valida, volano di palo in frasca, mischiano le cronologie, confondono le stratigrafie, ignorano le relazioni fra popoli ma...si ostinano a sparare a zero contro chi, a loro insindacabile giudizio, continua col vecchio metodo affidabile di verificare, verificare e continuare a verificare prima di proporre alternative al sistema vigente.
I minestroni sono sempre validi, funzionano nei convegni, nei libri e nelle chiacchierate con i non addetti ai lavori, ma il metodo scientifico (per quanto la scientificità in questo campo è alquanto difficile da riscontrare) è ben altra cosa.

shardanaleo ha detto...

Montalbano scrive: -""ci sono quelli che, non avendo una cultura di base sufficiente ad elaborare una teoria valida, volano di palo in frasca, mischiano le cronologie, confondono le stratigrafie, ignorano le relazioni fra popoli ma...si ostinano a sparare a zero contro chi, a loro insindacabile giudizio, continua col vecchio metodo affidabile di verificare, verificare e continuare a verificare prima di proporre alternative al sistema vigente.
I minestroni sono sempre validi, funzionano nei convegni, nei libri e nelle chiacchierate con i non addetti ai lavori, ma il metodo scientifico (per quanto la scientificità in questo campo è alquanto difficile da riscontrare) è ben altra cosa.""-

E tu a quale categoria appartieni (a parte le ricerche fatte con google nei siti di NON ADETTI AI LAVORI, dai quali hai preso a piene mani documenti e immagini? Senza citarne la fonte?)... devo riprendere questo discorso?
parli di NOn metodo, di NOn adetti ai lavori... ma tu ... ?
Kum Salude

Pierluigi Montalbano ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Pierluigi Montalbano ha detto...

Hai la coda di paglia? Perché ti senti tirato in ballo? Perché non entri nel merito della discussione invece di giocare al tiro al bersaglio con Zedda? La civiltà nuragica merita più rigore.

shardanaleo ha detto...

E il rigore sarebbe ricostruire (dal niente, perchè niente c'è sui "Nuragici" e la loro vita quotidiana) la civiltà nuragica immaginando un contesto che è preso dai tempi "moderni" del medioevo?
parli come un "adetto ai lavori" screditando gli altri che non sarebbero della cerchia ristretta dei cattedratici... ma TU... ? Oltre a copiare i lavori degli altri citando invece in bibliografia SOLO i tuoi amici archeotitolati... credi che andrai molto lontano?
Moltalbano, ti dò un consiglio. Io sono disposto (e con me gli altri da cui hai preso a piene mani e che potrei citare qui) a dimenticare e metterci una pietra sopra. Ma NON TIRARE TROPPO LA CORDA, con le tue insinuazioni. ma gari si può continuare a dialogare pacatamente.
EVITA dunque certi sottintesi e vanterie, che non sei in condizioni di permettertelo
la pazienza ha un limite.

Pierluigi Montalbano ha detto...

Non ho mai presuntuosamente sostenuto le mie opinioni, non ho mai screditato nessuno e, soprattutto, non mi interessa andare lontano in questo campo. La vita l'ho costruita in altri settori e oggi dedico il 5% del mio tempo all'argomento Sardegna Antica.
Mi gratifica tenere lezioni nei licei e nei corsi per le future guide turistiche, sono soddisfatto del mio lavoro di imprenditore (l'unico che mi fornisce la pagnotta), non ho alcuna velleità di elaborazione di nuovi scoop storici, non sono incuriosito dai tuoi discorsi (a meno di essere tirato in ballo) e ti lascio campo aperto a qualunque proposta vorrai fare in futuro ai tuoi lettori.
Ti seguo con simpatia ma evito accuratamente di partecipare attivamente ai progetti che tendono a screditare l'apparato istituzionale. Continua dunque per la tua strada, vedrai che non ci incroceremo.

Mauro Peppino Zedda ha detto...

caro Leo Melis non ho nessuna verità , ho una sola certezza che le tue proposte non stanno nè in cielo nè in terra! A Decimo c'era qualche credulone che crede alle tue fantisticherie (e si immedisima pure coi nuragici, sic!), mi è parso doveroso dirgli che i tuoi libri sono fantascientifici!

shardanaleo ha detto...

Grazie Zedda! Da parte mia e da parte di (almeno 30) coloro che hanno manifestato il loro disappunto nei tuoi confronti per gli Insulti rivolti a persone assenti... al gruppo partecipa anche uno degli organizzatori che chiede pubblicamente scusa per gli incidenti... Grazie da parte di ttta questa gente...
PS non sapevo di avere tanti estimatori che oltretutto mi difendono anche quando non sono presente. ma so che hanno difeso anche Lilliu, che pare tu abbia offeso maggiormente. grazie anche da parte sua. Io del resto ho gran rispetto per il nostro BABAI.

Mauro Peppino Zedda ha detto...

trenta estimatori? tre vorrai dire! gli altri 27 te li sei inventati tu! insulti? dire che le tue proposte sono pura fantascienza non mi pare che sia un insulto!