sabato 24 aprile 2010

Ecco l'alfabeto nuragico nell'albero della scrittura


di Gigi Sanna

Dal 2004 ad oggi, i documenti nuragici rinvenuti in diverse località della Sardegna, ma soprattutto nell'area centro occidentale (Paulilatino, Abbasanta, Seneghe, Norbello) si sono quasi quadruplicati confermando 'ad abundantiam' le caratteristiche della scrittura arcaica sarda della seconda metà del secondo Millennio a.C.; codice che, per quanto originale sotto diversi aspetti (notazione varia della lettera 'b', riporto del segno 'commentatore', legame stretto tra scritta e 'numero', ecc.), prendeva chiaramente spunti (principio dell'acrofonia, scrittura 'a rebus', direzione della lettura varia) dalle elaborazioni formali delle scuole degli scribi delle città (di Ugarit, di Tiro e di Biblo in particolare) dell'attuale territorio compreso tra la Siria, il Libano e la Palestina.
Ricordo l'osservazione del Naveh circa il documento di Nora come spia di rapporti culturali EST-OVEST: oggi può essere tranquillamente non solo fatta propria ma anche consolidata ed ampliata sulla base della più che vivace documentazione scritta sarda che, come si è già detto in questo Blog, quanto a tipologia 'protocananaica', ha superato addirittura la stessa documentazione della lontana 'patria' d'origine che risulta composta da una trentina di documenti circa.
Rapporti culturali Est-Ovest che però - lo ribadiamo ancora una volta - non hanno consentito, stando almeno alle nostre ricerche (di 15 anni e più), di rinvenire documenti di scrittura di tipologia 'cretese' o greca ( lineare A, lineare B, cipriota).
Da ciò possiamo ricavare che il codice 'protosinaitico-protocananaico' giunse in Sardegna, con ogni probabilità intorno al 1600-1500 a.C., cioè già all'alba della costruzione dei Nuraghi, delle Tombe di Giganti e dei Pozzi sacri, in alcuni dei quali monumenti le scritte (pittografiche e/o lineari) consonantiche ritrovate denunciano la presenza del Sardus pater ('ab šrdn) o della divinità ('el -yh), per il quale il codice fu espressamente inventato, nonché la presenza dei 'figli tori' di quella stessa divinità .

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Ho come l'impressione che batti e ribatti, la questione della scrittura antica registri una lenta marcia di avvicinamento, oltre che una prudente battuta d'arresto del "no" a priori, da parte di settori più avvertiti dell'archeologia sarda. A Serri, il mio caro amico Giovanni Ugas ha detto che, oltre che nei lingotti oxhide, vi sono dei caratteri alfabetici "levantini" impressi nelle ceramiche nuragiche a partire dal bronzo finale o dall'età del Ferro; e, parlando a Senorbì, il professor Bernadini ha detto di ceramiche nuragiche dell'età del ferro che mostrano segni dell'alfabeto fenicio, e di uno spillone bronzeo nuragico con 4 lettere fenice. Sono informazioni che ci ha dato Mauro Peppino Zedda in suoi post su questo blog. Per ora sono levantine e/o fenice. E se lo fossero, fenice intendo, come le iscrizioni della Stele di Nora? L'importante è, comunque, che la cappa di silenzio cominci a mostrare crepe. [zfp]

12 commenti:

Mauro Peppino Zedda ha detto...

il titolo della bellissima relazione di Paolo Bernardini era: " Segni Potenti: la scrittura nella Sardegna Protostorica" , ieri l'ho sentito ora ho in mano l'abstract, dove inzia col dire che i primi segni scrittori che appiono in sardegna sono quelli del lineare A impressi nei lingotti ox-hide (che lui (anch'io e tanti altri sulla scia della Sandars) vede connessi con l'arrivo in sardegna degli Sherden.
cita dunque il sigillo di Sant'imbenia, la stele di nora, altre iscrizioni fenicie , dunque alcune lettere impresse in ceramiche nuragiche e conclude con lo spillone dell'età del ferro (una "novità" appena uscita da un magazzino in cui era conservato 20 anni!!) mostra una iscrizione con segni fenici corrispondenti a K, R (?), M, K. Per Bernadini si tratta di un nome indigeno scritto con alfabeto fenicio.

Gigi Sanna ha detto...

Bene Bernardini. E già un passino in avanti quello di parlare di scrittura nuragica. Ma a parte l'uso del termine 'fenicio' (addirittura per il sigillo di S.Imbenia!) i segni 'potentissimi' prefenici dove li ha lasciati? Dal momento che 'relazionava' a Senorbì perchè non ha tirato fuori, assieme allo 'spillone' nuragico con i quattro segni di scrittura (ma allora i nuragici scrivevano! O no?), il coccio con caratteri ugaritici trovato proprio in quel territorio? Se è vero che lo spillone nuragico è stato trovato più di vent'anni fa come mai non si parla affatto del coccio nuragico in ugaritico trovato più di trent'anni fa e mai esposto al pubblico?
E dato che Bernardini non vive su Marte ma in Sardegna, come mai non parla della barchetta scritta fittile trovata in agro di Teti? Come mai non parla della scritta di Barumini? Come mai non parla dei cocci scritti di Orani? Come mai non parla di Is Locci -Santus? Come mai non parla della scritta di Losa di Abbasanta? Come mai non parla di Perdu Pes di Paulilatino? Come mai non parla di Pitzinnu di Abbasanta'? Come mai ...sino al documento sessanta.
Ti sembra allora una bellissima 'relazione', caro Peppino? A me non pare proprio. Mi sembra invece un notevole arroccamento su posizioni che speravo in parte superate.
E ancora. Credi davvero (lascia perdere la solita Sandars che citi) che i semitici Shardan (Signori Giudici)abbiano davvero portato con se i segni di tipologia cipriota? Abbiano tralasciato la scrittura di un dio 'geloso' per usare quella di invenzione greca? Li hai poi guardati bene quei segni? Uno per uno?
Potresti farmi la cortesia di mandarmi per posta elettronica lo spillone nuragico con i quattro segni? Desidero tanto metterci i miei occhi. Perchè spesso i segni alfabetici sembrano di tipologia fenicia mentre non lo sono affatto. Inoltre dubito molto che i nuragici scrivessero 'laicamente' i loro nomi senza riportare la loro precisa funzione ( in genere sacerdotale). E il supporto cosa dice? E' neutro rispetto alla scritta? In quale contesto è stato trovato? In seguito a quale scavo autorizzato e riportato in un apposito registro? Questo lo si chiede sempre a me, sino alla noia. Non sarebbe il caso di chiederlo anche a Bernardini? Potrebbe essere un falso... Anzi un falso 'a priori'. I nuragici infatti come scrive autorevolmente il D'Oriano per il sigillo di S.Imbenia erano analfabeti ed imitavano maldestramente, in guisa di scimmie, gli alfabeti altrui. Questo lo ha detto al pubblico, per onestà intellettuale, il dott. Bernardini durante la ....'bellissima relazione'?

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Lo spillone nuragico viene da Antas, da un contesto che Bernardini, Ugas, Zucca considerano età del Ferro.
Nel abstract non vi è l'immagine dello spillone.
Non ho uno scanner, oggi non posso muovermi (presento il libro nella biblioteca di Decimomannu alle 18)ma la prossima settimana ti prometto che ti manderò copia dell'abstract.

Grazia Pintore ha detto...

Leggo,affascinata,tutti i vostri commenti,e mai,come ora,mi interesso alla studio dell'origine dei nuraghi e del popolo sardo.Non riesco però a capire come mai ci sia tanta riluttanza ad accettare che ci sia un alfabeto nuragico;qualcuno di voi,che è tanto esperto,riesce a darmi una risposta? Grazie

francu ha detto...

Gentile Grazia,
sarebbe bene sapere se il Paradiso ci sarà davvero, dopo.
Così ci potremmo rilassare tutti quanti e in ogni caso, e muoverci di conseguenza.
Purtroppo c'è chi giura che c'è, chi è convinto del contrario. Parlo del Paradiso, naturalmente.
Per la scrittura nuragica, nessuno giura che ci sia, qualcuno invece giura da anni che non ci sia.
Le prove però, e non potrebbe essere diversamente, si possono portare esclsivamente a favore della sua esistenza.
E' quanto sta facendo Gigi Sanna che non chiede a nessuno un atto di fede, ma solo di guardare e di prendere in esame quanto esiste, perché ciò che esiste, gentile Grazia, esiste di per sé, anche se è rimasto nascosto, ignorato, temuto, per anni e per decenni.
I dogmi, come vede, sono nella chiesa dell'archeologia sarda e i suoi ministri hanno timore, anzi una fottuta paura, che nuovi tasselli possano scombinare il puzzle della preistoria sarda che hanno costruito in decenni di scientifiche quanto democratiche riverenze a 360 gradi. Si può dire, una vita di inchini e prostrazioni, poiché questo è il rito d'ammissione alla corte della Scienza.
Dopo tanta fatica, non è da escludere che i sacerdoti del dogma "nuragic=no script" siano alquanto irritabili, oltre che inclini a infliggere scomuniche con occhio truce: Il loro inno somiglia alla Caselli dell'esordio: nessuno mi può giudicare!
Queste cose gliele dico perché le penso. Ma sappia che, avendo anch'io la passione per la Sardegna più alta della pressione sanguigna per la quale prendo la pastiglia, non sono assolutamente una voce autorevole in materia, né in nessun altro campo.
Una voce libera, questo sì.

Gigi Sanna ha detto...

Cara Aba, se hai notato la scritta di Zuras io non l'ho riportata (è nota ormai da un po' di tempo) con un commento perché volevo che altri fossero in grado di notare le analogie tra i tre segni e quelli della barchetta di Teti.
Vedo che, al solito, sei tu la prima che 'scatti' per osservazioni analogiche e per somiglianze più o meno evidenti. Ma se osservi bene anche la scritta di Pozzomaggiore riporta ( senza lo 'zayn' che non è necessario per la circostanza) la stessa sequenza. Questo fatto è molto importante (anzi direi importantissimo) perché dopo la scritta formulare e le 'sequenze'organiche di Tzricotu ( i 'tria nomina' ad es.), possediamo oggi ben tre documenti dai quali possiamo ricavare un'identica espressione: quella di HY/YH che è da leggersi palindromo. Della divinità androgina (YH) si dice 'prima' (dico 'prima' perché la lettura va prima dall'alto verso il basso) in lingua semitica 'colui che è' o 'colui che fa essere'. Se ricordi di questo HY ne ho parlato in un articolo di qualche mese fa. Ora, secondo me, questa nuova acquisizione (dico nuova perché prima Yh, con questo valore non lo si era compreso) consente di capire il 'dhe' sia della barchetta di Teti sia quello di Zuras. Nel primo caso la 'barchetta' è il 'toro' del padre (ovvero la barca solare della potenza della rinascita), nel secondo caso il nuraghe, cioè l'edificio solare,appartiene, è (toro) 'di (dhe) colui che è/yh'. In altre parole, a mio parere, oggetto e monumento riportano in maniera esplicita, sintatticamente con il 'dhe', l'appartenenza di entrambi alla divinità.
Mentre scrivo queste due righe penso nello stesso tempo a due cose: come si fa a interessarsi con meraviglia 'scientifica' alla 'potenza' di quattro segni 'fenici' di uno spillone nuragico quando c'è ben altro in mostra; o a baloccarsi ancora sulla funzione del nuraghe come 'reggia' o 'fortezza' con delle prove scritte che ne fanno vedere la natura esclusivamente religiosa già prima del XIII secolo a.C.? Alla fine cioè dell'età del bronzo. La scrittura con le date, si sa, non sbaglia o sbaglia pochissimo.
Cara Aba, io evidentemente non ci riesco come vorrei.Riesci tu a far capire a Montalbano che il nuraghe (dato archeologico) è sostanzialmente muto mentre le scritte (di Zuras, di Barumini, di Aiga, di Littu,di Aidu Entos) parlano. Mica ci sono scritti nomi di sovrani o altro che attenga alla supposta reggia! Faglielo capire che un dato archeologico di per sé non è un dato 'scientifico'. E' solo un dato per l'indagine, da interpretare, per fare il più possibile 'scienza' ovvero per conoscere e avvicinarsi il più possibile alla 'cosiddetta' verità. Così è anche per la scrittura. Ma -bisogna metterselo questo in testa - la scrittura possiede una marcia in più. Anzi due o tre.

shardanaleo ha detto...

Ho notato che anche rispetto alla scrittura, fra le diverse tesi e interventi non si riesce a fare a meno dei fenici. ad esempio:
- TEORIA NURAGICA: non si esclude la presenza dei fenici già dal IX sec... fino al... (boh? ma quando finirono i fenici e dove?). O sparirrono i nuragici?

- TEORIA NURAGICI/SHARDANA: non si riesce a escludere i fenici che arrivarono nel IX sec. pur con la presenza di un popolo guerriero che stava in sardinia da secoli o millenni prima... ci fu guerra? chi vinse? i fenici? allora noi siamo fenici? Vinsero i Nuragici/shardana?.. e i fenici dove finirono?

- TEORIA SHARDANA arrivati nel XIII sec. a.C... i fenici arrivarono 400 anni dopo e ... ci fu guerra? chi vinse? I fenici? e i nuragici dove erano finiti? E come mai si continua a parlare ancora di cultura nuragica nonostante l'arrivo di shardana nel XIII sec. e l'arrivo dei fenici nel IX sec... tutta questa gente si fuse o cosa?
...
Un lettore che legge queste tre teorie si chiede: "in sardinia vi erano tre etnie che convivevano? perchè questo risulta dalle confuse teorie precedentemente esposte!"
...
leo

Gigi Sanna ha detto...

Cara Aba,stavo per non intervenire più perchè, per quanto rispetti al massimo (l'ho detto a chiare lettere e lo ripeto)quello che altri sostengono, vedo che gli altri non mi seguono, nè intendono seguirmi (anche i più rigorosi e ferrati metodologicamente) su di un terreno che io giudico irrinunciabile. Non oso fare storia, ma neppure un po', su dati ed indizi che si prestano a tutto e al contrario di quel tutto. Solo su documenti scritti, esclusivamente su documenti scritti. In questi ci sono parole: queste contano per ricostruire il passato con una certa sicurezza. E siamo molto amici perchè lo fai anche tu, perchè anche tu da scienziata applichi lo stesso metodo. Senza documenti chiacchiere, solo chiacchiere. E non c'entra per nulla quel 'sardismo' del 'mazzo' che vogliono appiccicarmi a tutti i costi, compreso lo sciagurato, stupido, arrogante quantoignorante articolista del 'Manifesto Sardo' . E neppure il sardismo 'ideologico' sul mito comunitario eco-pacifista di Eliseo Spiga (al quale personalmente in tema avevo risposto in una mia Conferenza in quel di Sinnai). Sto preparando un articolo (molto difficile da sintetizzare e racchiudere in poche cartelle) sulla 'caratura' dei Shardan sardi 'nuragici' dal momento che, come si è visto, sulla base della loro identità si cerca (legittimamente) di capire in qualche modo come fosse strutturata la società nuragica nel periodo della civiltà del bronzo. Se non avessi però un po' di dati linguistici (soggetti ovviamente anche questi a 'critica' e a discussione) preferirei la realtà tangibile di un saraghetto imprudente dietro il mio'bibi' succulento. Tu conosci bene questa mia passione che tra l'altro permette senza rimbrotti di antagonisti le più scatenate fantasie.
Sul nuraghetto tempo fa mi sono espresso con qualche aggiunta rispetto a ciò che ho affermato ( con estrema cautela come avrai potuto vedere) nel 2004. In primo luogo ho riparato, pubblicando una fotografia, al fatto che nel libro avevo cercato di far leva sulla 'fiducia', cioè presentando un oggetto scritto solo con un disegno(perchè il 'nuraghetto' era stato sul momento smarrito)e in secondo luogo (appurato il fatto che dei segni dell'oggetto 6 o 7 sono di tipologia 'gublitica', facenti parte del solito mix)ho ritenuto di poter affermare con pochissimi margini di dubbio che essendo utti, ma proprio tutti, i sessanta e più documenti nuragici rinvenuti di tipologia alfabetica consonantica, ugualmente consonantici si debbano ritenere quelli 'gublitici'. Questo l'ho detto ad Aix en Provence, questo dico nelle conferenze, questo dico nel Blog di Gianfranco. Ma la convinzione che i 'numerosi' segni possano dare solo valori sillabici è dura a morire. Ci sarebbero invece numerosi segni 'omofoni', tutto qui. D'altro canto documenti come quelli di Pitzinnu di Abbasanta, le tavolette di Tzricotu e, di recente Littu, sembrano confermare il dato. Dovrei far breccia su Mendenhall, su Garbini, su Sznycer, che stanno su altre galassie. Figurati un po!
Per ora abbiamo questa tipologia di segni che, anche con il valore presunto del 'kaf' e del 'he', ovvero di due segni ( ci sarebbe anche quello 'fenicio' ugualmente con valore 'he') poco o niente ci dicono. Per ora. Ci vorrebbe un altro bel documento con più segni gublitici, magari uno con la formula ternaria nuragica e possibilmente...messa in fila.

Gigi Sanna ha detto...

Sì, mi devo prendeere un Norax. ma per un altro fatto. In un documento egizio dove si parla del Toro Api 'araldo di Ptah', si dice di esso che è il 'vivificante'. Quindi abbiamo un aspetto religioso della qualità del Bue Api che il semitico fa proprio ( ma potrebbe essere anche il contrario), tanto che finisce in Sardegna nella scritta di Pozzomaggiore, in quella di Littu e in quella della barchetta di Teti. Se ne deduce che la voce o espressione verbale 'il vivificante (HY)' si trova scritta in tutti i pugnaletti cosiddetti 'votivi': HY 'Ak Abi. In decina e decine di documenti, quindi. Altro che sessanta!

Gigi Sanna ha detto...

Occhio! In quella di 'Zuras' (non di 'Littu')

Grazia Pintore ha detto...

Signor Pilloni allora le dico meglio "liberi nel pensiero" che troppo"saputi" ma chiusi a nuove scoperte.In questo momento mi sento un'azzicu ottusa perchè continuo a chiedermi: ma questi studiosi luminari della civiltà nuragica come mai rifiutano,a me pare,l'evidenza che è stata trovata questa benedetta scrittura nuragica?Cosa ci rimettono di prestigio? Sono sardi anche loro o no?Qualcuno può rispondermi?Grazie

Sisaia ha detto...

@Grazia Pintore

Un così accorato appello merita senz'altro una risposta.
Se avrà la pazienza di rileggere le vecchie discussioni e relativi commenti troverà ciò che cerca.
Saluti
Sisaia