mercoledì 14 aprile 2010

Caro Stiglitz, quando si predica bisogna saper predicare

di Gigi Sanna

E bravo il nostro Stiglitz! Una bella predica 'religiosa' in periodo di 'Pasca manna' e per di più - vedi malizia – 'pesce' laico' d'Aprile. In qualche modo anche tentativo rabbioso di replica per smorzare il ridicolo suscitato con un/una MRD da palcoscenico mondiale.
Un 'Sermone - si direbbe - per la 'resipiscenza' dei Sardi rincoglioniti perché suggestionati da noti stregoni straccioni, 'gaurros', e/o da più 'gentili' pifferai 'mitomani'. Però, però: un pulpito lì ed ora un pulpito qui, anche se questo mio intervento non vuole certo essere una predica che si aggiunge ad un'altra predica, ma un modesto e doveroso ('perchè - ce lo siamo dimenticato - anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano') commento, con qualche leggero appunto, alla predica con appello alla 'resistenza', manifestamente quest'ultimo più che dichiarato. Perché pare che la Sardegna ora, colpevole soprattutto l'archeologia irresponsabilmente fantasiosa, sia il pericoloso brodo dei micidiali batteri d'infezione per nuove stagioni di insurrezioni, di incendi di Parlamenti, di marce su Roma o su Cagliari, di dittature e di stermini di massa.
Il Padre Stiglitz, noto forumista di rango popolare, ci ha già abituato ai suoi interventi oratori estemporanei su certe tematiche e quindi, da questo punto di vista, niente o quasi niente di nuovo e di strano. In questo Blog avevamo già sottolineato e commentato il tenore di un suo intervento a mitraglia, da elefante africano tra cristalli, in una sua conferenza (Bonorva, mi pare) dove praticamente tutto o quasi tutto, passato al suo vaglio (a tutti è noto di quale riconosciuto magistrale spessore!), era 'spazzatura' o quasi; intervento tanto aggressivo che aveva travolto, con una certa accusa scellerata perché di supponenza inaudita, archeologi del calibro di Lilliu e di Giovanni Ugas (che, come si sa, gli aveva risposto con il tono che meritava).
Ora però la nuova 'predica' va esaminata quasi punto per punto perché mi pare che il concionatore abbia superato di molte misure la decenza. E anche la stessa detta tolleranza delle formiche. Vediamo dove:

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Nei giorni scorsi, il manifesto sardo ha pubblicato un articolo di Alfonso Stiglitz dal titolo "Sardi e cavalieri" in cui si fa un incauto accostamento tra nazismo e razzismo e le ricerche su Atlandide, Shardana e il dio unico dei nuragici. Il sito ha rifiutato la pubblicazione di alcuni commenti all'articolo dell'archeologo sardo. Qui gli risponde Gigi Sanna, pesantemente tirato in ballo. [zfp]

56 commenti:

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Vorrei esprimere tutto il mio disprezzo per la redazione stalinista de IL MANIFESTO SARDO, che hanno cassato per motivi che attendo di conoscere un mio commento all'articolo di Alfonso Stiglitz.
Il mio Archeologia del Paesaggio Nuragico , è un libro in parte figlio della cosidetta "archeologia marxista". Noto con dispiacere assoluto che IL MANIFESTO SARDO è spudoratamente stalinista, cara REDAZIONE de IL MANIFESTO SARDO mi fate ORRORE!

alberto areddu ha detto...

Scusate Sanna e M:Peppino, ma non vi pare che la stiate facendo un po' grossa? Fino alla volta che Stiglitz non si autocitò, io manco sapevo dell'esistenza di tale fanzine, ed essendo verosimilmente una fanzine, ci sarà un caporedattore, un redattore e due o tre sfigati in tutto che vi scrivono. Avessi capito vi avessero cassato il "Manifesto" o l'Unità, ma il manifesto sardo,ma che d'è 'sta robba? Mi sa tanto che sia un clone malriuscito, tipo "IL Male" anni '70.

Anonimo ha detto...

Il parere dell'impiegato comunale Stiglitz non merita tanta risonanza, questo è certo,
e pur vero che essere pubblicamente, ripetutamente calugnati e diffamati, da chi che sia,a lungo andare provoca, di riflesso sfoghi comprensibilmente rabbiosi e dolorosi.

E quanto le sarà costato,
prof. Sanna !!
ADG

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Vorrei chiedere al Dr Stiglitz (o preferisce compagno commissario) se non gli da fastidio pubblicare un articolo (dove evoca dittature) in un luogo dove non si da diritto di replica alle persone che attacca!

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Caro Alberto,
la cosa è più seria di quanto sembra.
é esistita una archeologia razzista nel XIX secolo, nacque in Inghilterra e poi arrivò anche in Germania.
Per quanto ti possa sembrare strano anche la teoria dell'invasione degli indoeuropei era una teoria che giustificava l'invasione del mondo degli Europei del XIX.
I fascismi del XX erano figli del secolo precedente.
Nel XIX secolo gli archeologi razzisti erano accademici, persone ai vertici della cultura dei loro stati.
Mi fa sorridere (per non dire sganasciare dalle risate) il buon Stiglitz quanto "arguisce" che i Poddighe e i Melis siano portatori di un archeologia razzista!

Non ha ancora capito il buon Stiglitz che la gran parte dei sardi che s'interroga sui nuraghi ha compreso che le proposte di Taramelli e di Lilliu sono superate!
Il buon Stiglitz non ha ancora capito che la teoria del nuraghe fortezza fu confutata dall'ottimo Massimo Pittau nel 1977 (cfr La Sardegna Nuragica).
Il buon Stiglitz non ha ancora capito che l'emergere di tanti dilettanti è il segno, la spia , il termometro che gli attuali archeologi professionisti non sono all'altezza del loro compito è che stanno affondando (scientificamente) nella palude di un paradigma teorico che ha fatto il suo tempo?

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Cara Aba,
i modi di fare archeologia sono figli delle società che la fanno. Sull'argomento vi è un bellissimo libro (storia del pensiero archeologico) di Bruce Trigger.
L'archeologia marxista ha caratterizzato il novecento (in Italia e Germania è arrivata dopo), la stessa New Archaeology (nata negli anni sessanta), la successiva archeologia cosidetta post-processuale e infine l'attuale approccio cognitivo-processuale, conservano importanti dettami dell'approccio marxista.
Per quanto mi riguarda, nei miei sforzi di capire l'organizzazione sociale del mondo nuragico, le mie analisi hanno sempre cercato di tenere in conto dell'intimo rapporto che vi è tra struttura e sovrastruttura.

Mauro Peppino Zedda ha detto...
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DedaloNur ha detto...

@ Mauro

quei porci del Manifesto sardo, non sono certo nuovi a questi bei gesti stalinisti.
del resto il fatto che un intervento ideologico come quello di Stiglitz compaia su quelle colonne, e che contenga un attacco al presunto Nazisardismo (se volete lo teniamo come neologismo) dovrebbe dire tutto ....sia sul senso dell'operazione, sia sull'ideologia che lo anima.

hai la mia solidarietà, se ti serve.
Su Paradisola appena ho scritto critiche all'articolo di Stiglitz, ed averne ricevuto qualche elogio, come si può leggere, son stato repentinamente offeso dalla persona che agisce sotto il nick Desi Satta.

forse una groupie di Alfonso, visto il modo con cui agisce.
anche questo credo sia segno preoccupante dei tempi.

grazie per l'indicazione del libro, non lo conoscevo. ti chiedo, se al fine d'evitare gli errori e gli orrori ideologici che stiam leggendo possa costituire un buon antidoto.
ciao

zuannefrantziscu ha detto...

Qui e nel post precedente Mauro Peppino e Leonardo lamentano di esser stati censurati dal Manifesto sardo. Ma mi segnalano che certa Desi ha così scritto in una apologia dell'articolo di Stiglitz: "Ti faccio notare che l’articolo di Stiglitz è pubblicato sul web ed il Manifesto Sardo consente di postare commenti (che al contrario di altri blog non vengono censurati qualora siano contrari alle tesi dell’estensore degli articoli).".
Conoscendo la correttezza della signora e conoscendo le pulsioni indipendentiste degli altri due, non ho alcun dubbio nel credere alla Desi.

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Ecco il commento che la redazione del Manifesto Sardo mi ha censurato: "Mi pare che il buon Stiglitz esageri nelle sue “paure”, l’archeologia misteriosa che cerca il luogo a cui si riferiva Platone quando parlava di Atlantide esiste prima dell’Archeologia scientifica e continuirà ad esistere in futuro. Se poi oltre alle centinaia di luoghi ove viene collocata l’Atlantide, qualcuno vi aggiunge anche la Sardegna , che c’è di male? Forse che Stiglitz vuole impedirea qualcuno di sognare?
A me sinceramente i sogni di Frau, Poddighe, Melis, Mura, Pisu, Vacca, ecc. ecc. ispirano simpatia piuttosto che disprezzo!
Il vero problema dell’archeologia preistorica isolana e che il paradigma teoretico taramel-lilliano (cfr Archeologia del Paesaggio nuragico ) è arrivato al capolinea!
I discepoli del Lilliu sanno che il loro Principe e nudo e hanno paura a dirlo chiaro e tondo.
I miei studi archeoastronomici sul significato astronomico dei nuraghi sono stati pubblicati in prestigiose riviste accademiche internazionali, sono stati controllati e verificati dai maggiori archeoastronomi accademici europei, eppure gli archeologi sardi (il buon Stiglitz compreso) continuano a far finta di nulla. Si preoccuppino di prendere atto del significato astronomico dei nuraghi, invece di perdere tempo sul fatto che qualche fantasioso scrittore ha inserito la Sardegna tra le migliaia di luoghi indiziati di essere la mitica Atlantide!"
A Stiglitz vorrei dire se non si vergogna di scrivere in un luogo che non concede diritto di replica sui suoi articoli!
Io ho semplicemente fatto notare che le sue accuse di nazirazzismo verso certi autori sono letteralmente fuori luogo.
Che c'è di male se alcuni scrittori pensano che la Sardegna nuragica fosse la mitica Atlantide?Mentre c'è molto di male (nel senso di marcio) in una scuola archeologica sarda che non riesce a prendere atto che la teoria del nuraghe fortezza venen scientificamente confutata da Massimo Pittau nel 1977 e che il significato astronomico dei nuraghi è stato riconusciuto dall'insieme degli studiosi accademici mondiali!
A Stiglitz oltre ad invitarlo ad osservare quali siano i veri problemi dell'archeologia sarda, lo inviterei a stare alla larga dal Manifesto Sardo, se non vuole che gli si appioppi l'epiteto di "lo stalinista Stiglitz!"

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Sulla "The Sanna Question", non ho le competenze per entrare nel merito, ma, ben conosco l'ottusità degli archeologi sardi! é evidente a tutti che non fanno quello che dovebbero fare, cioè attivarsi per mettere in atto il controllo scientifico (con studiosi competenti della materia) delle proposte di Gigi Sanna!

Caro Alfonso Stiglitz, riconosco che tra gli archeologi sardi sei uno dei più bravi, e lo saresti ancor di più se invece di preoccuparti dell'influenza sociale delle proposte dei Melis e dei Poddighe, ti preoccupassi della inettitudine di archeologi quali Giuseppa Tanda e Alberto Moravetti!

sardopator ha detto...
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sardopator ha detto...

Mauro peppino scrive:

"... c'è molto di male (nel senso di marcio) in una scuola archeologica sarda che non riesce a prendere atto che la teoria del nuraghe fortezza venen scientificamente confutata da Massimo Pittau nel 1977 e che il significato astronomico dei nuraghi è stato riconusciuto dall'insieme degli studiosi accademici mondiali!"

Non mi ricordo di averti mai visto (a tacere degli altri protagonisti di questa discussione) su un convegno internazionale vero e proprio. Non parlo di uno di quei convegni organizzati in Sardegna a livello comunale. Conosci il giudizio di archeologi a livello internazionale?

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Caro dedalonur,
non c'è scampo al fatto che le interpretazioni risentano della mentalità dell'interpretante! TRigger lo chiarisce benissimo e io nel 1° cap. di archeologia del Paesaggio Nuragico lo spiego su grandi linee.
Però vi è da dire che se è vero che le interpretazioni (le cosiddette conclusioni) (anche la stessa raccolta dei dati) risentano della mentalità dell'interpretante (il quale per avere il consenso deve essere in sintonia con lo spirito dei tempi) è altrettanto vero che l'accumulo progressivo dei dati oggettivi (vedi orientamento astronomico dei nuraghi) rappresentano dei parametri che comunque fanno in modo che le ipotesi pur non prescindendo dallo spirito dell'interpretante siano più sempre più verosimili.
La teoria militare dei nuraghi ancora risente delleo spirito bellicista che attraverso l'Europa a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Taramelli ha esperesso una teoria completamente figlia del suo tempo, Lilliu è nato nel 1913 , quando Pittau ha confutato la sua teoria nel 1977, aveva la bellezza di 64 anni, ha capito allora che i nurgahi trappola , le porte in pietra, l'olio bollente, le catapulte , ecc. ecc. erano enormi sciocchezze ma non ha avuto abbastanza intelligenza per capire che non bastava buttare via le sciocchezze ma anche la teoria basata su quelle sciocchezze!
Sulle capacità dei discepoli del Lilliu è meglio stedere un velo pietoso!

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Caro Sardopator, una (oltre a quella dell'archeologo Roberto Sirigu , e un'altra dall'architetto Laner) delle presentazioni al mio ultimo libro (Archeologia del paesaggio nuragico) è stata fatta da Michael Hoskin, uno dei padri dell'archeoastronomia, , direttore del Journal for the History of Astronomy (nella cui redazione è passato anche un certo Colin Renfrew), già direttore del dipartimento di storia della Scienza a Cambridge, ampiamente riconosciuto come uno dei maggiori storici dell'astronomia del Novecento mondiale.
Nello specifico della tua domanda, nella mia introduzione riporto un passo di Clive Ruggles (sulla valenza astromica dei nuraghi) , presidente della The Prehistoric Society.

La SEAC (società europea per l'astronomia Culturale), dopo aver constatato la bonta dei miei studi, nel 2002 mi ha affidato l'onore di essere organizzatore chairmen di un congresso mondiale a cui hanno partecipato astronomi e archeologi di tutta Europa. controlla su internet "digitando Lughts and Shadows in Cultural Astronomy , troverai anche qualche biblioteca dove c'è il libro degli atti del convegno.

Caro SardoPator, i maggiori esperti al mondo di archeoastronomia hanno riconosciuto il significa astronomico dei nuraghi, gli archeologi sardi ancora dormono , alcuni non sanno come uscire da una situazione imbarazzante, senza capire che ogni anno che passa diventa sempre più imbarazzante (per loro ovviamente)!

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Caro Sardopator, vedi io nel 1992 ho scritto il mio primo libro dove presentavo le mie prime scoperte nel campo dell'archeoastronomia, lo diedi personalmente a Lilliu. Atzeni, Moravetti,Lo Schiavo e altri. Nel 1993 capii che non erano in grado di entrare nel merito, andai nel luogo dove l'archeoastronomia è nata, ho seguito le regole del gioco scientifico , ho pubblicato in prestigiose riviste accademiche.
Le regole del gioco scientifico viceversa non le seguono gli archeologi sardi. Il significato astronomico dei nuraghi è stato confermato da quegli stessi archeolastronomi che studiano Stonehenge perchè gli archeologi sardi non ne prendo atto?
Recentemente ho avuto la sensazione che tra gli archeologi sardi ve ne siano anche di masochisti, a questi, nei tempi che verranno li renderò felici!

sardopator ha detto...

@Mauro Peppino:

Ah sí, Belmonte, Hoskins, Pittau, Ruggles, ... insomma, la risposta alla mia domanda è NO.

Anonimo ha detto...
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Mauro Peppino Zedda ha detto...

Caro SardoPatorSinceramente io penso che Ruggles, Hoskin, Belmonte, ecc. bastano e avanzano! sopra di loro dal punto di vista archeoastronomico c'è solo il cielo!

Mi dica lei, mi faccia un nome di un archeoastronomo di fama mondiale di cui si fida, le assicuro che mi presterò al suo giudizio!

Se lei è un homine e non un quaraquaqua o un azzagarbugli, mi comunichi la sua mail e le faccio avere anche quella di Maurizio Tosi (cioè uno tra i maggiori archeologi italiani).

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Caro ADG,
lei ha il suo modo di partecipare al blog, io il mio e se non ci fosse il libro che lei ha citato sinceramente non ci sarei neanche io. Su quel libro aspetto critiche, anche le sue! coraggio saranno graditissime!

Phoinix ha detto...

Ha ragione Zedda a dire che esista o che sia esistita un'archeologia marxista. La sua evoluzione ha portato verso l'archeologia cosiddetta "post-processuale", maturata in area britannica ma anche italiana. Si tratta di grandi passi avanti nel campo speculativo e di interpretazione dei correlati archeologici, i quali vanno letti in prospettive ampie che tengano conto del rapporto tra oggetto materiale e sovrastruttura ideologica che l'ha prodotto. Sembrano concetti un pò astratti, ma soprattutto nello studio delle necropoli e delle fasi pre-protostoriche, aiutano molto nella ricostruzione delle dinamiche sociali. L'oggetto finito è solo il frutto di queste dinamiche. La bibliografia sull'argomento è enorme, ma se vuole le farò avere qualche testo in pdf per meglio capire la questione.
Saluti.

Gigi Sanna ha detto...

Cara Aba, scovare la barchetta di Teti e farla vedere come prova a tutto il mondo, in un momento particolare (natalizio) del dibattito, è stata azione così rivoluzionaria sardista e con ideologia così spinta che non ammette discussioni. Poi il fatto che io proponga la lettura che ho proposto, con il pugnaletto scritto, con il Toro celeste yh aba Padre, può tranquillamente essere preso dalla scuola neo-neomarxista come ottima base d'indagine sovrastrutturale. Anche e soprattutto i sogni e le fantasie sono sovrastruttura. Basta poi collegare il Natale, il dato che il sottoscritto insegna all'Università Storia della Chiesa antica e fa corsi monografici sul passaggio tra lo Yhwh arcaico sardo e lo Yhwh dell'avvento della cristianizzazione, per comprendere il fenomeno e ottenerne una maggiore focalizzazione con griglia storiografica leniniana - lukacsiana -gramsciana nonchè tardo lussiana. L'ideologia sardista indipendentista del Sanna non risulta infatti esente, in virtù di dati estremamente oggettivi, da evidenti venature cattosemitofasciste dato il simbolo forte del gagliardetto e l'iterazione continua dell'immaginario nome di Yhwh.
Forza Peppus fai ora tu un altro esempio, ma non esagerare perchè il buon Stiglitz, come lo chiami tu, poi ci ricama alla sua maniera, scrive ancora e ci costringe agli straordinari.

zuannefrantziscu ha detto...

@ Phoinix
Intanto un caloroso e sincero bentornato.
Fin da ragazzo sono stato allevato a pane, Capitale, Grundrisse e materialismo storico. Strumenti formidabili per capire l'evoluzione dell'economia e delle società, metodi, non schemi interpretativi, come purtroppo sono stati spacciati da chi ha reso un pessimo servizio a Marx.
Il quale, raccontava una vecchia barzelletta dei dissidenti sovietici, ottenuto dal buon Dio di poter rivolgere un appello al mondo, gridò: "Proletari di tutto il mondo... SCUSATEMI. E' dagli schemi marxisti che Marx avrebbe aborrito, che sono nate rigidità interpretative che tutti ci portiamo appresso per pigrizia: la lotta di classe come storia dell'umanità, il rapporto di subordinazione fra sovrastruttura e struttura, la definizione della lingua come epifenomeno della cultura a sua volta sovrasttuttura, etc etc.
E, anche se non direttamente attribuito a Marx, il fatto che solo l'economia della città avesse prodotto la scrittura, di cui l'economia aveva bisogno per archiviare beni materiali. La scrittura per invocarsi a Dio è, così, un epifenomeno della scrittura funzionale ai beni materiali. Anche di qui, credo, la resistenza ad accettare che i sardi antichi usassero la scrittura solo per invocarsi al Dio e marginalmente, a quel che risulta ad alcuni archeologi, per segnare lingotti o altra merce di scambio.

Mauro Peppino Zedda ha detto...
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Mauro Peppino Zedda ha detto...

Zuanne Franciscu , ha ben collegato la questione scrittura con , il pensiero della totalità degli archeologi sardi e mondiali.

La scrittura vista come fenomeno culturale legato a società urbane o meglio ancora statuali.
Ma vorrei essere provocatorio, se anche Sanna avesse ragione (glielo auguro di cuore) la scrittura che Sanna dice di aver riscontrato ha tutti i connottati di una importazione (adozione)da società urbane-statuali vicino orientali!
Da un punto di vista storiografico conseguentemente anche al fatto che un un archeologo accademico sardo (Paolo Bernardini) ha sposato la tesi dell'arrivo nell'Isola di popolazioni levantine shardana nel XIII.

Nulla osta a che assieme a qulle genti siano arrivati dei codici scrittori poi adottati anche dagli indigeni nuragici.

Quando dico indigeni nuragici, non date alla mia definizione una connotazione denigrativa, era gente che cavava, lavorava, spostava, sollevava, costruiva con massi pesanti tonnellate, affini alle genti che costruirono Stonehenge(anch'esse analfabete)


Mauro Peppino


PS spero che a Gigi non dispiacia se me ne resto alla finestra (in attesa...), anche sapendo che le sue proposte sarebbero in linea con la cultura materiale della Sardegna del XIII secolo a.C.!

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Ritengo doveroso segnalare che ho ricevuto una mail da Alfonso Stiglitz che si dice dispiaciuto del fatto che Marco Ligas non ha pubblicato i commenti miei e di Melis.
Aggiungo che ho grande stima dell'Archeologo Stiglitz e ancor di più dell'Uomo, che vive la sua professione anche come impegno civile.

Ciò non vuol dire che si debba essere d'accordo su tutto, interpretiamo i nuraghi in modo diverso e nello specifico degli scrittori sardo-atlantidei, a mio parere non rappresentano nessun pericolo sociale.

Certo talvolta Leonardo Melis gli da ingiustamente dell'austriaco, ma il buon Alfonso dovrebbe tenere in conto che Leonardo è un comico! Dopotutto meglio essere definito Austriaco che cani de istrexiu!
Alfonso si rassegni anche al fatto che Melis pubblichi un best seller all'anno, per le migliaia di sardi che considerano demenziale la teoria del nuraghe fortezza i libri di Melis sono sicuramente immensamente più affascinati di quelli degli archeologi sardi ancora impantanati nella archeologia fascista di Taramelli!!

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Cara Aba che l'archeologia di una nazione (anche se sarebbe meglio dire di un blocco di nazioni) sia figlia della visione del mondo di quella nazione non c'è scampo (semplifico ovviamnete i condizionamenti sono molteplici).
Non siano nel campo delle scienze esatte (o per meglio dire fisiche), l'archeologia è una scienza che con la "scusa" di di parlare del passato serve a cementare le politiche del presente.

Con questo non voglio dire che gli archeologi sono coscienti di questo stato di cose, la questione è che il potere politico decide cosa finanzianziare ed ovviamentefinanzia le "robe" che gli stanno a cuore.

é ovviamente una questione sociale molto complessa (che va vista in tempi lunghi) e se la vuoi approfondire leggi il libro di Trigger che ho consigliato.
Su Stiglitz certo non ha capito nè le cause nè gli effetti del seguito che hanno i dilettanti, (DOVREBBE CAPIRE CHE TRA I SARDI INTELLIGENTI L'IDEA DEL NURAGHE FORTEZZA è MORTA NEL 1977, MAGISTRALMENTE CONFUTATA DA MASSIMO PITTAU, è CHE DI CONSEGUENZA LE STORIE DEGLI ARCHEOALOGI ACCADEMICI SONO MOLTO PIù SCIOCCHE DELLE STORIE DI MELIS!),

ma il mio giudizio su Stiglitz è complessivamente positivo, valutandono contestualmente ai suoi colleghi accademici. Quando conoscerai la Tanda o Moravetti ordinari di preistoria sarda di renderai conto della loro assoluta nullezza. Gente che ha ripetuto per filo e per segno le proposte di Lilliu senza neppure accorgersi delle contraddizioni teoriche che caratterizzano il pensiero del loro maestro.

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Cara Aba, non mi piacce ma non ci sono alternative. Studiare biofisica non è nè di destra nè di sinistra.
decidere quale sia la storia di un popolo non è una scelta imparziale, ed è figlia di diversi condizionamenti.
Poi chi studia la storia della disciplina da il nome (se non l'avevano già) alle diverse scuole di pensiero.

Gigi Sanna ha detto...

Così ho scritto per la presentazione del nuovo libro di Leo. Qui lo ripeto:

''Spero tanto che vadano a sentirti in tanti, non solo quelli che ti apprezzano come studioso libero e al di fuori degli schemi ma anche quelli che non ti accettano perchè non si sforzano di capire da quale entusiasmo, da quale bagaglio di conoscenze e, soprattutto da quanta fatica, nascano i tuoi libri. I libri sono libri, pur sempre creature. Sempre bellissime creature.Sempre."

Hai capito o no, Zedda Peppino? 'Creature. Bellissime creature. Sempre'. Viceversa i post, gli articoli e i pronunciamenti in genere sui libri, o per spirito polemico 'contro' o, viceversa, per 'servo encomio' a favore, sono quasi sempre pessimo parto. Aspetti meschini, mostruosi e repellenti dell'animo umano che hanno la tendenza ad aggravarsi e a moltiplicarsi:a creare anche situazioni patologiche di polemica. Difficilissimo trovare 'critici' gentiluomini e super partes. Quando poi ci si mette di mezzo la 'parte' e la 'partitica' (non la politica 'civile' che, si sa, è altra cosa) ciò che si scrive di solito o suscita una fragorosa risata o fa venire il voltastomaco. Spesso poi fa spuntare l'indignazione bestia impossibile da calmare e da domare.
Quanto poi alla scrittura, stai davvero alla finestra ( ma quante volte te lo devo dire?), non permetterti (almeno questo) di avanzare ipotesi sul periodo di arrivo di questa in Sardegna e di attribuirle a chi proprio non le formula (XIII secolo?). C'è chi è proprio fissato, fino alla paranoia, con le datazioni e talvolta anche ci sguazza, il sottoscritto le evita il più possibile. Perchè so bene quando mi pronuncio di fare dei bei salti spettacolari con il trapezio ma senza rete alcuna.
Quanto poi alla 'civiltà' e alla bravura da 'studioso' di Stiglitz lo si vede dagli articoli, al veleno, storico -archeologici che scrive e dai magistrali 'parallelismi' che è in grado di costruire. E lascio perdere i suoi 'puntali' per spade, i 'modani' medioevali per linguelle cavalleresche, la MRD romana cosparsa nei documenti, le insinuazioni a ruota libera, la vigliaccheria di procedere facendo di tutto e di tutti un mazzo, le bugie, la dissimulazione e l'ipocrisia scientifica,...
Questa la chiami civiltà? Questa la chiami capacità? Il suo è soltanto quanto di più volgare e di pessimo concentrati che può dare un uomo di se stesso. E non è tanto il contenitore, 'il Manifesto', che si deve accusare di Orrore, come fai tu, quanto chi ORRENDAMENTE in esso ci riversa le cavolate più sublimi per pensiero e il frutto indecente delle sue frustrazioni.

Mauro Peppino Zedda ha detto...

L'articolo di Alfonso Stiglitz nel blog stalinista di Ligas, ha avuto un commento positivo dell'Antropologo (ordinario a Cagliari) e romanziere Giulio Angioni, che scrive:

"C’è una parte della cultura umanistica e scientifica sarda che è in piena sintonia con i discorsi come questo, sacrosanto, di Stiglitz. Bisognerebbe poter misurare quanto questa parte della cultura sarda è esile. Temo sia molto filiforme, se mi lascio suggestionare dalle varie e ricorrenti ondate di interesse quasi di massa (e sempre editorialmente fortunato) per scempiaggini come Shardana, Atlantide, da ultimo acabbadoras e altre affabulazioni mitizzanti e autoesotizzanti. Ma bisogna insistere, pagando tutti i prezzi all’impopolarità del momento. Del resto non è un fenomeno solo sardo o particolarmente sardo, questo del bisogno di credenze su passati onorevoli e cose simili, compresa la rivalutazione anche razzistica della “barbarie sarda”. Resistere, resistere, resistere. O, lussianamente, resistere per esistere. Piuttosto, consiglierei a Stiglitz e agli altri studiosi seri della preistoria e protostoria o semplicemente della storia di dedicarsi di più alla divulgazione scientifica delle conoscenze sul nostro passato, visto l’interesse quasi di massa, che diventa ben presto morboso se mal indirizzato, e poi politicamente sfruttabile dalle solite canaglie, oltre che editorialmente da editori bisognosi di stare nel mercato con narrazioni consolatorie sulle nostre origini e passati in cui riconoscerci in positivo e secondo moduli altrove da tempo scaduti."
Gli rispondo , caro professore se non le aggrada che in giro ci sono tante punbblicazioni di antropologi dilettanti, lei invece di scrivere romanzi perche non si dedica a tempo pieno all'antropologia?
Invece di stare in trincea a resistere sollazzandosi coi suoi romanzi, esca fuori e divulghi divulghi divulghi!
Caro Angioni se lei si da alla letteratura non si lamenti che altri si occupino di ciò di cui dovrebbe occuparsi lei!

PS: Ovviamente, non ho nulla da dire sulla sua vocazione letteraria, ma sinceramente le dico che lei non ha le carte in regola per poter predicare, e mettere all'indice la pagliuzza altrui!

Pierluigi Montalbano ha detto...

Ogni giorno spero si sia raggiunto il fondo per iniziare la risalita, ma noto che purtroppo non c'è limite alcuno e si precipita senza paracadute nell'abisso del "polemizziamo in maniera irriverente perché così qualcosa rimarrà nella mente di chi legge".
Ora viene messo in ballo anche Angioni, uno dei mostri sacri del mondo intellettuale. Ma dove si vuole arrivare?
Continuerò silenziosamente a leggere, se dovessi commentare qualche scritto di questi giorni dovrei forzare i miei valori. Ho letto anche che c'è chi si vanta di alimentare le polemiche per migliorare il dibattito. Buon proseguimento allora...

maimone ha detto...

Angioni non mi é mai piaciuto, né come scrittore né come antropologo. Mi piacerebbe sapere chi lo ha eletto "mostro sacro". Forse i suoi colleghi di "intellighenzia" , quelli con i quali da una vita si scambiano elogi e citazioni, quasi all'interno di un club per soli geni sputasentenze.
Domani esce un volume sulle tradizioni pastorali associato al giornale La Nuova. Indovinate chi sono gli esperti/autori: Angioni, Milanese, Murru Corriga etc etc. Bè, mi sono stancato di leggere questi "esperti" di minestra riscaldata, che non perdono occasione di sputare sul piatto in cui mangiano. Ho deciso che non lo comprerò.

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Caro Pierluigi, non ho ancora ben capito dove si attesta il tuo QI, però ti faccio notare che il tuo libro SRDN rientra sicuramente nella archeologia spazzatura citata da Angioni.
Se hai dei dubbi possiamo provare a fare un esperimento mandagli il libro e chiedegli un parere sincero!

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Caro Maimone,
Angioni è un buon antropologo (non certamente un mostro sacro), una persona normale che si è trovata al posto giusto nel momento giusto. Comunque un buon antropologo (ovviamente ben lontano dai Pira o dai Pigliaru!).
Milanese (Marco intendo, quello di archeologia medievale) ritengo invece che sia un ottimo archeologo.
Il loro libro, è da leggere senz'altro, non credo che esistano libri che non si debbano leggere!
Purtroppo non si può leggere tutto!

maimone ha detto...

Non sono d'accordo. Non vedo perché Angioni si debba considerare un esperto del mondo pastorale. Al massimo può conoscere il lavoro a cottimo dei contadini della Marmilla. Milanese poi! E' proprio vero che in Sardegna gli ultimi arrivati dettano legge.
Di questo passo diventerò razzista.

Mauro Peppino Zedda ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Mauro Peppino Zedda ha detto...

Caro Maimone,
Milanese è di lunga più bravo della quasi totalità degli archeologi indigeni, quando arriva uno da fuori che alza il livello della nostra accademia penso che dobbiamo essere contenti, viceversa quell' Alberto Moravetti che ha avuto solo la furbizia di ripetere a menadito quanto diceva Lilliu, avremmo fatto meglio a rispedirlo al mittente!

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Caro Gigi Sanna, Stiglitz si è detto dispiaciuto per il fatto che lo stalinista Ligas abbia censurato sia me che Leo Melis.
Io di Stiglitz ho il massimo rispetto e secondo me anche tu dovresti apprezzare che critica le tue proposte alla luce del Sole da Homine. Tu potrai non essere contento delle sue idee ma dovresti avere il massimo rispetto per l'Homine che mette se stesso in dialogo con te.
Ti assicuro che quelli che dovresti criticare sono quelli che ti criticano da dietro un muretto a secco, e coi quali magari ti bevi anche un caffè al bar!
Io ho il massimo rispetto comunque la pensino per coloro che si mettono in gioco! Alfonso Stiglitz mi pare uno di questi, possiamo dissentire ma non mettere in dubbio la sua integrità morale.

Certo non ha ancora capito che la sciocchezza più demenziale che circola nel panorama editoriale sardo è la teoria del nuraghe fortezza, ma lo capirà, penso proprio che lo capirà!

maimone ha detto...

A me devono spiegare che centra Milanese con le tradizioni pastorali della Sardegna. Lasciamolo ai suoi studi mediovali. E più diventerà bravo e prima se ne tornerà in Terramanna. Speriamo. Nel frattempo, almeno in questo campo, i sardi dovranno rinviare la propria emancipazione di un'altra generazione. Sempre che il posto di Milanese, quando se ne andrà non venga ereditato da un altro terramannese. Così ci toccherà aspettare ancora, prima che un sardo possa dirigere in casa sua. Si, sento che diventerò razzista (ma per costrizione)

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Caro Gigi,
delle proposte di Leo Melis cosa condividi, lascia perdere il fatto che i suoi libri hanno il merito di sollevare il livello di attenzione della gente sulle antichità della Sardegna.
Lascia perdere l'influsso socio culturale (per Stiglitz Venefico, per altri Benefico) che i best seller di Leo producono!
DIMMI (se vuoi, anche se penso che non me lo dirai) quali proposte scientifiche di Leo Melis condividi. Parlo di quelle sue originali beninteso le altre che lui adotta da altri non contano!
Condividi il fatto che mette i nurgahi nel Mesolitico? che mette la cultura di Ozieri con la Ziggurat dopo i nuraghi? Che in sardegna arrivano gli shardana nel 2300 a.C. e che trovano un'Isola disabitatacostellata da nuraghi costruiti migliaia d'anni prima?

DedaloNur ha detto...
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DedaloNur ha detto...

io condivido praticamente tutte le affermazioni di Mauro in questo topic, anche su Stiglitz. Lui almeno si espone e si mette in gioco.

l'unica cosa che mi lascia molto perplesso è lo spunto ideologico del suo articolo, come pure lo schierarsi, in guerre civili, le peggiori, tra le guerre.

Certo non ero tanto ingenuo da pensare che i costrutti degli archeologi non avessero una loro armatura ideologica;

tuttavia speravo che qualcuno avesse voglia di fare l'arbitro , speranza costantemente infranta dai tempi del calcetto, infatti Stiglitz non ne ha voglia.

accetto la sua posizione ma spero che qualcuno, prima o poi, mi persuada d'udire parole il più possibile scevre d'ideologia. ora però mi rendo conto che sogno un messia e pure questo non è bene.

saluti a tutti.

Gigi Sanna ha detto...

Hai capito o no, Zedda Peppino? 'Creature. Bellissime creature. Sempre'. Viceversa i post, gli articoli e i pronunciamenti in genere sui libri, o per spirito polemico 'contro' o, viceversa, per 'servo encomio' a favore, sono quasi sempre pessimo parto. Aspetti meschini, mostruosi e repellenti dell'animo umano che hanno la tendenza ad aggravarsi e a moltiplicarsi:a creare anche situazioni patologiche di polemica. Difficilissimo trovare 'critici' gentiluomini e super partes.

Hai capito, o no. Devo fare ancora copia e incolla?

Quanto poi alla 'civiltà' e alla bravura da 'studioso' di Stiglitz lo si vede dagli articoli, al veleno, storico -archeologici che scrive e dai magistrali 'parallelismi' che è in grado di costruire. E lascio perdere i suoi 'puntali' per spade, i 'modani' medioevali per linguelle cavalleresche, la MRD romana cosparsa nei documenti, le insinuazioni a ruota libera, la vigliaccheria di procedere facendo di tutto e di tutti un mazzo, le bugie, la dissimulazione e l'ipocrisia scientifica,...
Questa la chiami civiltà? Questa la chiami capacità? Il suo è soltanto quanto di più volgare e di pessimo concentrati che può dare un uomo di se stesso. E non è tanto il contenitore, 'il Manifesto', che si deve accusare di Orrore, come fai tu, quanto chi ORRENDAMENTE in esso ci riversa le cavolate più sublimi per pensiero e il frutto indecente delle sue frustrazioni.

Se questo è un ...omine (perchè homine?)che dialoga! Vedi tu e giudichino gli altri.

Capito o no? O devo fare ancora 'copia incolla'?

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Si caro Gigi, forse hai ragione sul fatto che il vero problema non è fare le pulci ai best seller di Leo Melis, ma abbattere la demenziale teoria del nuraghe fortezza madre di ogni sciocchezza!
Chissà se Alfonso Stiglitz e Giulio Angioni lo capiranno!

alberto areddu ha detto...

@ Zuannefranziscu

Intanto un caloroso e sincero bentornato


Perché se ne era andato? Non mi dica che il di lui IP non coincide con quello di Phoiniz, che non ci credo proprio

Gigi Sanna ha detto...

O Areddu, ti d'apo nau: prus pagu figau e crebeddu sanu. Tenes asiu! jesuset est nomene catalanu. E IPSUM puru est IPSUM! Ma su malu est chi non as cumpresu nudda nudda de 'su' in s'espressione 'Su santu doxi'. In nuragicu b'est su pronome 'commentadore' chi sos scribas, a parre meu, ponent innantis o apustis de su nomene:'Ab(a) Sa'an he (Padre santo Lui), Sa'an Yhw he (Santo Yahw Lui), he yhw (lui Yhw), Nul he (splendore, luce, sole Lui), 'Ak he (toro Lui), ecc.

E nel 'sardo' indoeuropeo del secondo Millennio a.C.? Provi a pensarci? Io ho provato a dare una risposta. Lo so molto ardita, ma comunque una risposta e non fatta e data a 'sa maconatza' e senza briglie alla fantasia. Non credo di aver parlato dell'Angius solo perchè mi è simpatico perchè dialogava con lo Spano in lingua sarda.
Il tempo? Si prenda tutto quello che vuole. Chè io sono sempre capace di un sorriso e di darmi anche colpetti sulla zucca e non mi ritengo mai sicuro del mio modesto 'intelligere'. Lei non ci crederà, ma ho sorriso proprio per l'indovinello di Batsumaru e la divertente, perchè semplicissima, soluzione. Bisogna essere sempre disposti ad esprimere la parte migliore di noi stessi e mettere da parte la peggiore. Soprattutto la sindrome 'scolastica' di primi della classe. 'Anche' per questo detesto un gradasso come Stiglitz.
L'indirizzo di Batsumaru? Ma lei proprio non capisce o fa finta di non capire. A me non interessa tanto il suo nome; interessa il fatto che possa esternare meglio e a mio agio a qualcuno, spesso molto più preparato di me, lontani dai fischi e dagli applausi, i miei dubbi e le mie molte, moltissime perplessità su quello che io forse sembro dire con eccessiva sicurezza.

alberto areddu ha detto...

@ Sanna

abbà chi ipsud pro ipsum è attestadu bene. Secondariamnte guardi che doxi ho timore che farà una figura non dissimile da sette, semplicemente il gatto sta giocando col topo, ci ripensi prima che glielo dica LUI...

shardanaleo ha detto...

C'era una volta un prode cavaliere in groppa al suo ronzino... nessuno gli dava importanza, poichè le sue imprese non erano degne di nota oppure non ne aveva affatto. Un giorno giunse in piazza di un borgo affollato e cominciò a urlare SFIDANDO DIO a scendere per affrontarlo. Dicendo anche che Dio non avrebbe avuto il coraggio di farlo. ... e continuava tutto il giorno e i giorni seguenti con la STESSA SOLFA cercando di STUZZICARE Dio.
passò da quelle parti un fraticello. lo udì e rabbrividì. ma non si scompose... lanciò in aria dei foglietti che ricaddero ai piedi del PRODE CAVALIERE SENZA PAURA. Il cavaliere, pensando fosse la risposta di Dio, li raccolse ansioso. vi era scritto. "RAGLIO D'ASINO NON SALE IN CIEL"
Ecco kustu est unu kontu.. non ha un grande significato... ma chi lo vuole interpretare è libero di farlo...
Kum Salude
leonardo

francu ha detto...

Gentile Areddu,
io ho preso per complimento il fatto che lei abbia liquidato la mia testimonianza come "suggestioni".
Mio diritto farlo.
Però aggiungo che ricordo bene le parole di mia zia quando disse appunto a qualcuno "Su santu chi dd'hiat criau!", in gesto di sfida.
Ero fresco fresco di "dottrina", quella che bisognava sapere se si voleva essere cresimati: la domanda più popolare fra i ragazzi era "Chi ci ha creato?"; risposta semplice semplice "Ci ha creato Dio".
Mi colpì il fatto che quel tale l'avesse creato un santo e ne chiesi la ragione a mia zia che mi guardò, girò di spalle e disse: "Su santu de su babbu".
Non compresi nulla e non m'azzardai a investigare oltre, a causa del tono scoraggiante della risposta.
Poi, molto poi, compresi che santu significava qualche altra cosa, sebbene detto in "crobetanza".
Tutto qui.

alberto areddu ha detto...

Guardi ho chiesto in famiglia, stimolato dalla Sua osservazione, "come mai si dice su santu, posto che non sono i santi che ci generano?"La risposta è stata, ci si appella ai santi nel momento del bisogno (gravidanza difficile o figlio che non viene), e come si sa i santi elargiscono dei benefici, se interpellati. Indi se ne può dedurre che il verbo "criare" va qui interpretato come un verbo causativo "fagher naschere, o fagher contzepire". Lei mi insegna che l'uso di verbi con valore causativo è frequentissimo in sardo. Tralaltro qua, da una verifica sommaria, su santu non ha il valore che Lei mi attesta, di "pene e/o vagina".

francu ha detto...

Ho scritto qua qualcosa che riguardava un altro argomento.
Gentile Areddu, forse dalle tue parti certe espressioni non sono in voga, come da noi quel Gesù Sette di cui hai parlato.
Ma non arrabattarti troppo, perché in un momento di stizza mi pare improbabile che uno se la prenda col santo che ha interceduto per l'eventuale procreazione. Mi sembra eccessivo.

alberto areddu ha detto...

Allora Pilloni,

l'espressione "su santu..." l'ho verificata su Coddabolario (on line), http://www.linguasarda.com/htm/linguista/ebraismo_sardegna.html (propone accostamento cunnu= accadico KUKUNNU 'tempio elevato'), inoltre il Puddu riporta "santu" come 'parte centrale, migliore' (ad es. dell'anguria che notoriamente è detta anche 'taglio'), e poi 'sesso femminile'.Orbene la copertura iniziale potrebbe essere stata giocata su: vagina come 'luogo santo inviolabile, nicchia del santo, nicchia' (cfr. agios), indi 'nicchia tagliata' (quindi non più santa, ma la "ex santa") al momento della congiunzione (nel gergo "nicchia" vuol dire 'vagina'). La "fica" etimologicamente è "il taglio" che si presenta sul frutto del "fico" (e in gr sukon vale 'fico, fica'). L'espressione sarda potrebbe essere indigena, ma ho timore che risalga al genovese: "rompì a santiscima" 'rompere la vagina, la potta' (E parolle do gatto, 138). D'altra parte "i santissimi" sono gergalmente "i coglioni".

Ci può essere un'altra via, colgo dal Belli, cit. in Diz. storico del lessico erotico italiano, che in romanesco santo valeva anche 'culo' (inteso come rovescio di una medaglia,l'effigie di un santo, mentre sul dritto riportava un'arma):

"a proposito della Santaccia/che diventa fica da ogni parte/ e coll'arma e cor zanto e co le braccia/t'ingabbiava l'ucelli a quarte a quarte".

Nel qual caso indicando il "culo" si indicherebbe un buco di scarto da cui si è usciti, e non dal buco naturale.

Insomma "santu" ha poco di cananeo, e molto delle circonlocuzioni interdittive del linguaggio

alberto areddu ha detto...

Aggiungerei i sillogismi:
1) io non sono paziente
2)"la pazienza è dei santi"
3)i santi indicano organi sessuali inviolabili
4) non rompermi il santo

francu ha detto...

Areddu,
ti ringrazio per l'impegno e per le molteplici spiegazioni che metti in campo le quali, per il fatto che sono tante, aleatorie e non troppo coerenti fra loro, non sono per nulla produttive se non di un lieve senso di fastidio.
Non riesco a capire cosa c'entri il Belli o il dialetto genovese con la parlata antica della Marmilla; inoltre ti ricordo che io ho mai fatto riferimenti al cananeo o ad altre derivazioni possibili, se non che il termine è usato in crobetanza (metafora).
Né riesco a capire come tu, pur di contraddire uno che è testimone di un modo di dire, continui a divagare per mari, città e continenti.
Non è più semplice prenderne atto, con esplicita riserva se vuoi, per poi, la prima volta che passi fra il Monte Arci e la Giara, verificare l'attendibilità?
Affacciati dal finestrino e chiedi al primo che incontri quale santo lo ha creato e vedi se pensa, immediatamente se non in modo esclusivo, al cuore dell'anguria.
Provaci e poi ci riferisci.

alberto areddu ha detto...

Mah c'è certa gente che invece che aiutarla è meglio mandarcela santamente a quel paese. La Marmilla è il centro del mondo abbiam capito questo. E tanto ci basta

francu ha detto...

Ti sbagli.
Il centro del mondo non è la Marmilla, ma l'Albania; il cuore dell'Albania è la tua presunzione.
Qualcuno ha chiesto il tuo aiuto?
Verifica e poi ci dici.
Se invece cerchi solo gli applausi, facci un segno, cuore d'anguria.