di Alfonso Stiglitz
Caro Gianfranco,
finalmente Gigi Sanna ci dà una trascrizione interessante, anche se avrei avuto piacere di vedere anche la foto, sebbene non dubiti della correttezza del disegno; ben diverso dalla fantasiosa trascrizione [di cui non conosco l’autore, così come non so chi abbia identificato la pietra con un improbabile “altare sacrificale nuragico” perché di forma quadrata] dell’altra iscrizione, come si può ben notare, nel tuo sito, dal confronto tra disegno (piuttosto grossolano) e foto; ancora per inciso, serpentelli, alberelli ecc. sono perfettamente compatibili con le chiare lettere latine, essendo dei segni presenti in ambito tardoromano e tardoantico (periodo interessantissimo della nostra storia).
Ma veniamo alla trascrizione che è molto interessante per me misero archeologo orientalista, specialista (evidentemente immeritatamente) in Fenici e sul cui rapporto con il mondo nuragico mi sto da anni occupando. Mi colpisce, intanto, permettimi di dirlo, che su 49 righe dell’intervento solo sei siano dedicate all’analisi e ben 43 alle accuse, recriminazioni, allusioni, alcune delle quali francamente mi sfuggono.
Indubbiamente la trascrizione ci dà lettere fenicie, vicine a quelle di Nora, sebbene per la prima lettera sia portato a vedere più un Pe che non un Lamed, stando appunto alle tavole di Garbini, nel suo testo del 2006, e alla trascrizione del frammento di Nora data dall’Amadasi. Ed è indubbiamente interessante lo He piegato a destra invece che a sinistra. Ma questo penso sarà definito dagli epigrafisti, così come l’eventuale apporto protocananaico, su cui Garbini non mi sembra molto entusiasta.
Purtroppo il problema cronologico rimane più complesso e, se non capisco male, pare sia da risolvere solo con metodologie paleografiche, ancora molto lontane dalla capacità di definire basi certe, in tal senso il drastico giudizio, sebbene in toni pacati, che ne dà Garbini mi sembra indicativo: “Molto meno soddisfacente è invece la situazione degli studi paleografici”, criticando, nel 2006, i più importanti (decisamente pochi) studi sull’argomento.
Qualcosa di più potrebbe venirci dalla documentazione completa, comprensiva cioè del supporto sul quale è posta l’iscrizione, stante il mal vezzo degli epigrafisti (parlo della quasi totalità di loro) di isolare lo scritto dal supporto. E ancor di più sarebbe importante analizzare il contesto storico e geografico del rinvenimento; la base del metodo storico è quello che per ogni fonte deve essere accertato se è vera o falsa e, se vera, ne va verificata l’attendibilità; ciò significa inserirla nel suo contesto. Il che, evidentemente, è un processo non rapido.
Nell’oristanese sta emergendo un complesso sistema di rapporti, veicolato tra mare e monti, nel quale i nuragici del Bronzo finale e dell’Età del Ferro (tra XII-VIII sec. a.C.) e i levantini della costa siro-palestinese, Fenici ma non solo, si incontrano determinando reciproche influenze. Purtroppo molti dei dati che ci servono per analizzare questi fatti sono fuori contesto o perché vecchi rinvenimenti o perché rinvenuti da appassionati (nel migliore dei casi) senza alcuna attenzione appunto alle condizioni di giacitura. I rinvenimenti da scavo o da prospezioni, fortunatamente, anche se ovviamente in modo lento (sono i tempi della ricerca, non eludibili se si è ricercatori corretti) ci stanno permettendo di inserire quei reperti in contesti più concreti. E questo grazie anche al certosino e faticoso lavoro dei colleghi della Soprintendenza come Alessandro Usai e altri, per i quali è raro l'interesse sui giornali.
Da questo punto di vista mi interesserebbe capire perché l’iscrizione che è palesemente fenicia venga definita nuragica. Qualche dato sarebbe gradito.
Per cui l’invito è quello appunto di documentare più dettagliatamente i rinvenimenti e dedicare qualche riga in meno alle recriminazioni e qualcuna di più alla dimostrazione e ai confronti e, poi, presentarlo al mondo scientifico sottoponendosi al vaglio e alle critiche dello stesso, come facciamo tutti quelli che ci muoviamo in quello ambito.
Così come mi auguro che tutti i ritrovamenti, tutti egualmente interessanti, come anche nel caso (importantissimo) delle tavolette altomedievali di Tziricottu (perché ci ostiniamo a cancellare questo periodo della nostra storia al quale tanto dobbiamo?) siano assicurati alla tutela e alla conservazione, per noi stessi e, soprattutto, per chi verrà dopo di noi.
P.S. - A proposito di Atlantide. Quando parlo di Tzunami mi viene detto che la parte veramente importante è quella dello spostamento delle Colonne d’Ercole (dato peraltro vecchio di qualche decennio), quando parlo di Colonne mi vengono contestati i dati dello Tzunami. Decidetevi. Comunque è Frau stesso a insistere sullo Tzunami come parte centrale della sua tesi, tanto che i finanziamenti li sta cercando per quello e non per le Colonne: infatti lo spostamento delle Colonne è funzionale a dimostrare che Atlantide è la Sardegna. Comunque di Colonne ne esistevano tante e se accetterai il mio invito te le farò vedere; comprese quelle più importanti in Occidente, oltre Gibilterra e presso i fondali fangosi. Parola di archeologo.
6 commenti:
e la montagna andò da Maometto!
Nello scritto di Stiglitz c'è un tentativo di entrare nella comunità scientifica, che si serve di logica, consequenzialità, di confronto, di discussione, piuttosto che di firme! Ovvio che mi riferisco ad una delle pagine più nere dell'archeologia nazionale e sarda in particolare, contro gli studi ed ipotesi di Frau. In un convegno di due anni fa a Nuoro, organizzato dall'Ordine degli Architetti, Frau presente,ho espresso le mie perplessità sull'ipotesi dello tsunami, ne abbiamo discusso, e la mia stima nei confronti di Frau è accresciuta, nonostante la divergenza su questo punto. Forse Frau ha mosso le calme acque della palude dell'archeologia sarda che ancora pensa ai nuraghi come fortezza! Ma ancor oggi mi chiedo cosa abbia mosso la modesta comunità archeologica sarda -non tutti hanno firmato- a questo oscurantistico gesto!
Franco Laner
...sig. Laner, sembra quasi che lei con le parole "tentativo di entrare nella comunità scientifica" voglia sminuire la po
sizione del sig. Stiglitz come archeologo.
Con che diritto lo fà?
Pensa che la sua competenza sia superiore o in qualche modo più scientifica di quella di Stiglitz?
Se ho frainteso mi scuso, ma mi piacerebbe sentire la sua risposta.
Mirko Zaru
Non conosco il sig. Stigliz (anzi non so nemmeo comesi pronunci esattamente il suo cognome)ma via via mi sto facendo un'opnione sul sig. Zaru.
Se posso darle un consiglio, sig. Stigliz, diffidi il sig. Zaru di parlare a suo favore, in ogni luogo e in ogni circostanza.
Credo che ne guadegnarà in prestigio.
Con rispetto.
Secondo me invece è una persona capace.
Sopratutto non ha peli sulla lingua e non è un buonista.
Forse qualcuno sta provando ad affossarlo di proposito!
Staremo a vedere gli sviluppi.
Premesso che l'importante è ciò che si dice, non tanto la firma di chi dice, forse sarebbe interessante sapere almeno chi fa apprezzamenti (o critiche) personali. O no?
Io accetto tutto, però solitamente mi piacerebbe sapere da chi mi vengono fatte delle critiche o (apprezzamenti)!
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