Un lettore dalla memoria lunga mi ricorda gli articoli che nel 1992 scrissi contro l'invio dell'esercito in Sardegna. E chiede se io non veda un segno di "fascismo strisciante" nella decisione del governo Berlusconi di impiegare l'esercito con funzioni di ordine pubblico. Mi verrebbe di rispondere: se questo è "strisciante" che fascismo fu quello del governo Amato che decise di mandare in Sardegna cinquemila soldati - disse il ministro della Difesa Andò - "per contibuire a scovare i sequestratori di Faruk Kassam", rapito sei mesi prima?. Altro che funzioni di ordine pubblico, allora si trattava di pure e semplici funzioni di polizia.
Quando uno stato sente il bisogno di usare l'esercito al suo interno, le cose sono messe male per la democrazia. E lo sono sia che, come in questo caso, il provvedimento l'abbia preso un governo di centro destra sia che, come nell'altro, sia il parto di un governo di centro sinistra. Voglio dire che la fedeltà a uno schieramento non è mai una buona chiave di interpretazione della realtà e tanto meno aiuta a farsi un'opinione libera.
Detto questo, a me pare che l'inaccettabile decisione dell'attuale governo non è paragonabile con quella del governo Amato. Oggi, a quel che si legge, si tratta di mandare tremila soldati a fare la ronda nelle strade di alcune città; allora si trattava di presidiare in armi un territorio della Repubblica. Le critiche aspre al provvedimento di Salvo Andò, costrinsero quel ministro a cambiare in fretta e in furia l'obiettivo di "contribuire a scovare" i rapitori del piccolo Faruk Kassam e a derubricare la "Operazione Forza Paris" in normale esercitazione. Ciò che non cambia è la gravità dell'idea originale.
Un esperto di cose militari, Giovanni Marizza, nel suo sito “Analisi difesa” scrisse allora che il nome di operazione militare “non dovrà avere misteri e dovrà, nella sua semplicità, contenere un messaggio che arrivi immediatamente ai destinatari; come nel caso di “Testuggine” (sorveglianza e prevenzione di traffici illeciti alla nostra frontiera nordorientale dal 1993 al 1995) o come nei casi delle operazioni “Vespri Siciliani”, “Forza Paris”, “Salento” e “Riace” per il contrasto alla criminalità organizzata” e aggiunse che il motivo di Forza paris era la “ricerca del piccolo Faruk Kassam rapito dall’anonima sequestri sarda. Ufficialmente viene definita non operazione ma esercitazione".
Se qualcuno ha interesse a rivivere quei momenti, lo può fare scorrendo "Lula: trentanni di viaggio per un tempo che esiste" un saggio che scrissi nel 2005 per il Comune di Lula, insieme a Natalino Piras e Giulio Angioni. Una cosa mi pare assodata: la tentazione di usare l'esercito in funzione, più o meno mascherata, di polizia non ha colore. Ciò non toglie che sia una tentazione inaccettabile.
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