sabato 28 giugno 2008

Macchè etruschi d'Egitto...

di Massimo Pittau

Caro Franco Laner ed Egregi Amici,
debbo confessare che io non sono riuscito a seguire completamente ed esattamente l’ampio e vicace dibattito che è stato fatto in queste ultimi mesi su iscrizioni, autentiche o false, trovate in Sardegna; non ci sono riuscito perché trovo molto difficile maneggiare a dovere questo strumento diabolico che è il computer e il connesso servizio internet. Ed è proprio per questo che non sono finora intervenuto sull’argomento, anche se, come molti sanno, ho una certa esperienza in fatto di studio di epigrafi antiche. Però, dato che il mio silenzio potrebbe essere interpretato male, intervengo sull’argomento, sia pure limitatamente a quanto mi è riuscito di vedere e di controllare.
Sono riuscito a vedere le fotografie – fatte bene – dei ciottoli che sarebbero stati trovati nel greto di un fiume dell’Oristanese e che portano i segni della scrittura etrusca. Ebbene, anche io ritengo che non si tratta d’altro che di “falsi”. Il falsario ha inciso quei ciottoli ricopiandovi vocaboli etruschi che ha preso da qualche pubblicazione che è in commercio, vocaboli che noi etruscologi conosciamo bene e da tempo. Però, dato che il falsario non conosce quasi nulla dell’alfabeto e della lingua etrusca, ha equivocato su certe lettere, scrivendole male.
D’altronde anche le circostanze in cui sarebbero stati rinvenuti quei ciottoli incisi spingevano a pensare immediatamente al “falso”: i ciottoli trovati tutti assieme e tutti da un solo rinvenitore….
Di certo il falsario appartiene alla categoria – purtroppo ancora molto numerosa – di individui che ritengono che “la lingua etrusca sia tutta un mistero”, mentre già io, modestamente, ho pubblicato anche l’opera La Lingua Etrusca – grammatica e lessico e addiritura il Dizionario della Lingua Etrusca (nel mio sito www.pittau.it si possono leggere le Prefazioni delle due opere).
Qualche anno fa una lettrice bolognese del mio sito mi mandò un fascicolo di una decina di pagine, le quali riportavano il testo di una supposta nuova e lunga iscrizione etrusca, che sarebbe stata incisa - niente di meno! - su lamine d’oro (quindi esattamente come quelle famose di Pirgi) e che sarebbe entrata nel patrimonio di un importante museo straniero. Controllai le prime pagine di quel fascicolo solamente per alcuni giorni, ma mi interruppi subito e scrissi alla mia lettrice che eravamo di fronte ad un grosso e ridicolo “falso”. Tutti i vocaboli che comparivano in quelle pagine erano effettivamente etruschi, ma erano stati presi da altri testi ampiamente conosciuti e poi messi insieme a casaccio…
Se effettivamente qualche Museo straniero ha comprato quelle lamine – chissà a quale altissimo prezzo! – i suoi dirigenti sono stati autentici gonzi.
Sempre dall’Oristanese mi è arrivata pure la fotografia di un’altra iscrizione etrusca che sarebbe incisa nella parete di una tomba. Purtroppo la fotografia era fatta molto male; però il primo vocabolo sono riuscito a leggerlo e anche a interpretarlo. È quindi probabile che questa iscrizione sia autentica, proprio come lo era quella che era stata rinvenuta ad Allai e che è ritornata alla ribalta in una breve ma vivace polemichetta di qualche giorno fa.
Cordiali saluti

Poscritti:
1) Anche io ritengo che Gigi Sanna abbia azzeccato bene la lettura e la interpretazione che ha fatto di una iscrizione che si trova sull’ingresso laterale della chiesetta di Santo Stefano di Oschiri. Rallegramenti all’Amico!
2) Non si tralasci di considerare quanti e quali meriti nei confronti della Sardegna si stia conquistando il “continentale” Franco Laner con la sua attività di promozione culturale e di raccordo operativo fra i cultori di cose sarde! Altro che certi “mostri sacri” che se ne stanno muti come santoni nelle loro nicchie!

Nella foto il "Dischetto di Crocores", una delle scritte cui si riferisce l'articolo.

Nessun commento: