Una delle scoperte archeologiche più importanti del secolo appena trascorso, quella delle tavolette iscritte di Glozel, si arricchisce di una nuova autorevole conferma di autenticità. E, di più, di una altrettanto autorevole traslitterazione / traduzione delle scritte trovate a partire dal 1924. Conferma di autenticità e decifrazione sono di Herbert Sauren, professore emerito dell'Università di Louvain in Belgio. La fatica di Sauren va ad aggiungersi ad altri tentativi, fra i quali è quello fatto da Gigi Sanna, anche esso accolto nell'ormai imponente archivio del Museo di Glozel.
Per chi l'avesse persa di vista, la scoperta del giacimento archeologico di Glozel, villaggio francese nei pressi di Vichy, è stata contestata per molti decenni dalla Sacra corona unita dei poltroni, dei baroni dell'archeologia francese e non solo, dei pregiudiziali denunciatori di falsi e, persino, di chi pur di svillaneggiare il ritrovamento di una "cosa non possibile", di chi non si peritò di nascondere un oggetto dichiaratamente falso come mela marcia capace di far marcire tutto.
Herbert Sauren, studioso di lingue orientali in Germania, ha insegnato le lingue scritte in cuneiforme, sumerico, babilonese, assiro, hittita anatolico e ugaritico. Il suo curriculum di studioso di lingue del Medio Oriente non consente di mettere in dubbio la sua autorevolezza che ha conservato da professore emerito in Portogallo, dove ha scelto di installarsi.
E dunque, Glozel. Secondo lo studio di Sauren (che è possibile scaricare dal sito del Museo di Glozel), nelle iscrizioni di Glozel (due delle quali, su un osso di renna e su terracotta, sono qui pubblicate) si identificano una scrittura semitica. Ha impiegato circa sei mesi per operare, sulla base di questa identificazione, la traslitterazione e la traduzione complete del Corpus des inscriptions, opera del medico e appassionato di archeologia Antonin Morlet.
Chi volesse può vedere un servizio televisivo di France3 su Glozel cliccando qui.
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