

Per chi l'avesse persa di vista, la scoperta del giacimento archeologico di Glozel, villaggio francese nei pressi di Vichy, è stata contestata per molti decenni dalla Sacra corona unita dei poltroni, dei baroni dell'archeologia francese e non solo, dei pregiudiziali denunciatori di falsi e, persino, di chi pur di svillaneggiare il ritrovamento di una "cosa non possibile", di chi non si peritò di nascondere un oggetto dichiaratamente falso come mela marcia capace di far marcire tutto.
Herbert Sauren, studioso di lingue orientali in Germania, ha insegnato le lingue scritte in cuneiforme, sumerico, babilonese, assiro, hittita anatolico e ugaritico. Il suo curriculum di studioso di lingue del Medio Oriente non consente di mettere in dubbio la sua autorevolezza che ha conservato da professore emerito in Portogallo, dove ha scelto di installarsi.
E dunque, Glozel. Secondo lo studio di Sauren (che è possibile scaricare dal sito del Museo di Glozel), nelle iscrizioni di Glozel (due delle quali, su un osso di renna e su terracotta, sono qui pubblicate) si identificano una scrittura semitica. Ha impiegato circa sei mesi per operare, sulla base di questa identificazione, la traslitterazione e la traduzione complete del Corpus des inscriptions, opera del medico e appassionato di archeologia Antonin Morlet.
Chi volesse può vedere un servizio televisivo di France3 su Glozel cliccando qui.
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