Ci risiamo. Eccone un altro che vuole abolire la specialità di cinque regioni della Repubblica italiana. Questa volta è il ministro di centrodestra Renato Brunetta, ma prima di lui ci sono passati molti altri. L'ultimo che ricordo, nella passata legislatura è un ex deputato liberale. Brunetta, a quel che leggo, è un po' meno becero di altri che volevano abolire la specialità perché "costa".
Brunetta dice che le ragioni della specialità andranno a morire mano a mano che si affermerà il federalismo fiscale: tutte le regioni ricaveranno le tasse da quanto in quel territorio si produce e si tassa. Meno becero, ma anche lui malato di economicismo come un vetero-comunista, lui che si dichiara liberista. Per decenni, abbiamo dovuto sopportare l'idea (di matrice socialista e comunista) che la Sardegna era stata riconosciuta "speciale" per via della differenza di sviluppo fra la nostra terra e l'Italia e non per il fatto che fossimo una nazione diversa da quella italiana, al pari della Val d'Aosta, del Sud Tirolo, del Friuli. Il fatto che tutte queste nazionalità facciano parte della Repubblica italiana non cambia certo questo status.
La nostra specialità non è (o non è solo) un dato economico e geografico: è un dato prima di tutto linguistico (come lo è per vadostani, friulani, sudtirolesi), storico, culturale. Il federalismo fiscale potrà (personalmente ne sono sicuro) renderci più prosperi e creare le condizioni perché diventiamo una regione europea economicamente e socialmente progredita. Ma questo non renderà meno speciale la nostra lingua e la nostra cultura, la nostra storia e quella concezione della vita che ci è propria.
Perché, periodicamente, qualcuno si alza e si abbandona a sciocchezze come quelle dette da Brunetta? C'è, evidentemente, un deficit di cultura storica. E c'è, purtroppo, una deficienza strutturale delle nostre classi dirigenti, quella politica in primis. Se ci fosse, nelle nostre classi dirigenti, la capacità autonomista di affermare le ragioni della nostra specialità e unicità, certo non si potrebbe impedire ad alcuno di dire sciocchezze. Ma non ci sarebbe da preoccuparsene: ora sì. Ci sarà sempre qualcuno disposto a dar ragione a Brunetta.
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