lunedì 27 settembre 2010

Miracolo: ecco a voi il bronzetto vegetale

Questo reperto è un pezzo vegetale. Parola di un responsabile di museo archeologico a cui, speranzoso, un cittadino del Cagliaritano aveva consegnato il bronzo. Già, perché di bronzo si tratta e anche decisamente antico, a stare al contesto in cui fu trovato sedici anni fa. Gli fu restituito, dopo uno sguardo neppure curioso, come oggetto di nessun interesse: ne facesse quel che voleva.
E il cittadino, sconcertato ma tignoso, ha fatto fare a sue spese l'analisi del reperto da un laboratorio esperto in assistenza e consulenza chimico analitica. Il “referto” è chiaro, il metallo consegnato è composto per il 65 per cento di rame, per il 18 per cento di zinco, per il 5,5% di argento, per il 3,4% di silicio, per il 2,1% di piombo, per l'1,1% di stagno. Seguono in quantità minori altri metalli. Insomma tutto quel che ci vuole per fare il bronzo, come si può leggere a pag. 32 (nota 116) di “Sculture della Sardegna nuragica” di Giovanni Lilliu (anche nella Libreria digitale della Regione).
L'infastidita superficialità del funzionario museale poteva indurre il cittadino a gettare il “vegetale” nel sacchetto dell'umido della spazzatura e invece l'ha conservato e ci ha fatto anche un piccolo video. Un caso isolato di ordinaria supponenza? Mica tanto isolato: non risulta che gli organi preposti alla tutela e alla conservazione abbiano ritirato e protetto reperti come quelli di cui spesso ha parlato in questo blog Gigi Sanna, né che lo stesso abbiano fatto con quelli segnalati da Francu Pilloni.
Massimo Pittau nel suo “Ulisse e Nausica in Sardegna” denunciò nel 1994 che la Soprintendenza, pur informata, non volle saperne di una stele etrusca trovata ad Allai (la “sequestrò” solo un paio di anni or sono nella retata fatta nel Comune del piccolo centro, insieme alle altre iscrizioni etrusche di cui spesso ci siamo occupati).
Il bronzetto vegetale
In un suo commento, l'amico Giandaniele Castangia, obietta: “Basterebbe che il nostro oscuro e zelante personaggio prima la documentasse, fotografasse e ne facesse quello che gli pare con la foto, e poi consegnasse il pezzo ai carabinieri. Se qualcuno lo ha trovato per terra non c`è nulla di più facile e soprattutto nulla da temere. Tenendo il pezzo conservato in casa e non potendolo mostrare se non in foto, cosa cambia? al massimo che tanti non si potranno mai fidare veramente...”. Non c'è dubbio che così dovrebbe accadere e non solo in punta di legge. Ma tale e tanto fondata è la sfiducia nei confronti di chi se ne sbatte della nostra storia, inseguendo le ben protette sue certezze, che viene male fare del moralismo su chi trova qualcosa e preferisce non gettarlo all'ammasso nei magazzini chiusi. Lo so, la legge è legge e va rispettata. E se cominciassero le Soprintendenze a rispettarla, magari dando conto ai contribuenti del perché un loro funzionario definisce un “vegetale” quel che ha tutta l'aria, invece, di un bronzetto? Tanto per instaurare un clima di fiducia.

3 commenti:

Gigi Sanna ha detto...

O Zuà, devi dire ora al 'legittimo' proprietario del reperto ( non gli è stato detto forse di 'farne ciò che volesse'?) che per ora (dico per ora) non lo consegni. Perchè avrebbe dei guai serissimi con la severissima e sciagurata legge Urbani. Pensa che ci sono sentenze (anche se non sempre seguite) che dicono che uno deve consegnare il pezzo ritrovato entro 24 ore e lo deve consegnare subito indipendentemente dal fatto che possa sospettare o meno che esso rivesta importanza archeologica. Paradossalmente se adesso andasse da galantuomo dai carabinieri a consegnarlo a passare da colpevole di reato non sarebbe certamente un funzionario cialtrone ed incapace di fare il suo mestiere, ma colui che ti ha fornito la fotografia ( caspita! sempre fotografie!)dello scandalo del 'vegetale'. Per consegnarlo ora dovrebbe far sottoscrivere al funzionario statale che le cose sono andate come sono andate. Ma dubito assai che lo farà.

Daniela ha detto...

il fatto che sia fatto di bronzo non lo colloca automaticamente nel periodo dei bronzetti.
io stessa ho trovato un pezzo simile semplicemente giocando con la sabbia di Nora (avevo 8 anni)
nessuno nega le negligenza ma dove sono gli elementi per dire che e' un "bronzetto" e non un "manufatto in bronzo" che veniva comunque lavorato anche dopo il periodo nuragico?

zuannefrantziscu ha detto...

@ Daniela
Infatti. Non si parla di bronzetto nuragico, ma di bronzo antico perché tale è. Comunque non è un vegetale.