lunedì 12 ottobre 2009

Storia e geografia sarde a scuola? Basta volerlo

de Paulu Pisu

Fatzu parti, in calidadi de babbu, de su consillu de istitutu de sa scola cumprensiva de Sàrdara. Apu aprontau unu documentu chi iat a depi serbiri a "ispirai" su collègiu de is docentis in su sterrimentu de su POF. Custu documentu est cumpartziu de is collegas de parti genitoriali. Mi parit importanti.


Il Piano Offerta Formativa è il documento fondamentale della scuola, in esso si delineano gli indirizzi educativi che essa propone: … la scuola intende aprirsi al territorio… gli interventi volti ad ampliare l’offerta formativa sono stati definiti in relazione alle peculiarità culturali, sociali ed economici del territorio...
Crediamo che tutto questo non possa essere possibile se si continua ad ignorare la cultura sarda. I libri di testo per nostra disgrazia non sono fatti in Sardegna. In essi la nostra presenza è sempre marginale. Nei libri di storia siamo ignorati (al massimo cenni sui nuraghi).

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8 commenti:

p.atzori ha detto...

Molto bene Paulu,
questo documento è un messaggio forte rivolto a tutto il mondo della scuola. Va diffuso, migliorato, approfondito.
Un appunto. Trovo scritto:
"Se la nostra cultura trova chiusa la porta di scuola significa solo una cosa: che non vale la pena di essere conosciuta! Cioè i sardi, noi, non abbiamo prodotto una cultura degna della scuola, ma sono stati gli altri ad averlo deciso per noi.".
La frase è da rovesciare completamente. Si voleva evidentemente dire:
Se la nostra cultura trova chiusa la porta di scuola significa solo una cosa: che la scuola non è di alcuna utilità allo sviluppo umano e sociale della Sardegna e che pertanto deve essere totalmente ripensata.
Così il messaggio diventa del tutto coerente. Noi sardi dobbiamo continuamente liberarci del complesso d'inferiorità che c'è cresciuto dentro. Il cammino di liberazione mi pare finalmente intrapreso.
Piero

Anonimo ha detto...

Assolutamente d'accordo, proprio questi giorni inoltre si è ricordato al PSD'AZ -prossimo alla fase congressuale- di non scordare la memoria della Nazione quale elemento fondante dell'agire di Popolo nel suo statuto. In merito ai giovani, riporto che cosa ad esempio nella manualistica si dovrebbe contemplare (ovviamente con testi commisurati ai diversi livelli d'istruzione e d'età): Nel nostro caso lo studente deve sapere che sono esistite avanzate civiltà antiche; deve sapere che ruolo ha avuto lo Stato Pontificio nella cessione dell'isola a potenze esterne; deve sapere perché sono esistiti i giudicati e perché quello arborense ha fallito nel rapportarsi agli altri giudicati; deve sapere che abbiamo avuto una Costituzione (tra le più avanzate d'Europa dell'epoca), che abbiamo avuto una Lingua di Stato; deve sapere l'opera storica dei Parlamenti Sardi nei confronti della Corona di Spagna e quindi l'opera del Marchese di Laconi; deve sapere con quali presupposti geopolitici si è passati al Piemonte, chi era la monarchia Sabauda e come (successivamente è nata l'Italia politica); deve sapere la differenza tra un sistema istituzionale centralizzato ed autonomista; deve conoscere i presupposti che dal 600 hanno portato alle rivoluzioni del 700 d'epoca illuminista e come a cavallo dell'800 le rivolte sono state domate; deve capire quando nasce il concetto moderno di nazione; deve capire perché nel '700 si è fatta una battaglia e perché e come la battaglia è finita e con quali conseguenze sia per gli insorti, sia a livello storico sociale e con la prosecuzione del feudalesimo che si stava cercando di distruggere. Ecc, ecc. - Bomboi Adriano

shardanaleo ha detto...

BASTA VOLERLO... Belle parole... ma metterle in opera? Non è che dobbiamo semtre pretendere che ALTRI lo facciano. Conosco diversi istituti che si sono dati da fare con proggetti per conferenze sulla cultura sarda, per iniziative di singoli prof. consigliati da genitori. Io stesso sono spesso chiamato come DOCENTE ESTERNO per relazionare sulla STORIA ANTICA DEI SARDI. So che Gigi fa lo stesso. Personalmente ho un claendario ceh va sempre più colmato da richieste di ISTITUTI SUPERIORI, MEDIE e persino ELEMENTARI. Oltre agli amici della UNITRE di ogni zona della Sardinia.
Cosa aspettate? naturlamente non ci sono solo GIGI SANNA e LEONARDO melis, anche se ultimamente sono i più attivi... BRUNO VACCA, XINTU, PISU, OLIANAS.. in passato hanno esordito con me in alcuni istituti superiori della ogliastra, marghine, planargia... marmilla... kasteddu... ecc..
Si tratta di una realtà consolidata e che INCREDIBILE! Fa felici persino , anzi sopratutto, gli ALUNNI. E che dibattiti nelle superiori!
Ecco, basta uno di quei proggetti finanziati da Regioen e provincia e chiamare le persone giuste, che non raccontino le solite panzane dell'ORIGINE FENICIA DELLA SARDINIA o di una SARDINIA PUINICA, ROMANA, GRECA, PISANA... senza la presenza dei... SARDI!
Kum Salude!
Shar

Anonimo ha detto...

Il problema di fondo credo sia quello di passare da un sistema facoltativo ad uno obbligatorio in ogni ordine e grado. L'insegnamento di una storia territoriale non può essere demandato alla singola volontà degli istituti o di gruppi di professori volenterosi, serve un piano regionale. Il problema è che forse non si ha l'intenzione di individuare i termini, da parte della politica, entro i quali attivare questa necessità per poi dargli un quadro di operatività. - Bomboi Adriano

Anonimo ha detto...

Apu cumpréndiu mi tocat a scriri in italianu.
Per la questione posta da Atzori sul rovesciamento della affermazione: "Se la nostra cultura trova chiusa la porta di scuola significa solo una cosa: che non vale la pena di essere conosciuta! Cioè i sardi, noi, non abbiamo prodotto una cultura degna della scuola, ma sono stati gli altri ad averlo deciso per noi." in:
"Se la nostra cultura trova chiusa la porta di scuola significa solo una cosa: che la scuola non è di alcuna utilità allo sviluppo umano e sociale della Sardegna e che pertanto deve essere totalmente ripensata.", per liberarci del complesso d'inferiorità, per chi ha pazienza invito a leggere un mio modesto pensiero su questo argomento ed è come dire propedeutico alla proposta del POF quì allegata:
http://novasdisardara.blogspot.com/2009/08/scuola-e-territorio.html
L'ho tradotto anche in sardo e lo trovate a questo indirizzo:
http://www.ivomurgia.splinder.com/?from=30
Lo trovate alla fine della pagina

Riguardo alla pubblicità sempre di questa proposta l'ho fatta in questi siti:
http://www.ivomurgia.splinder.com/
http://www.novasdisardara.it/
http://www.sardegnademocratica.it/j/x/105?s=4&v=9&c=418&va=x&id=8793&b=

Ddu apu mandau puru a calincunu giornali chi bessit dònnia duas cidas.

Ddu sciu ca ddu at genti che Melis e àterus chi girant s'ìsula fadendi letzionis de stòria nosta. Il fatto è che bisogna passare, come dice Bomboi, da un sistema facoltativo, legato alla buona volontà di qualche docente o dirigente scolastico ad un sistema nel quale queste discipline vengono inserite nel curriculare, al pari di tutte le altre. Al momento dell'iscrizione alla scuola non è che si chiede al genitore se vuole che il figlio studi francese o musica, queste sono discipline che l'alunno si trova nel normale orario scolastico. Lo stesso deve avvenire per lingua, storia della Sardegna, etc. Lingua prima di storia perchè quest'ultima disciplina uno la può studiare a qualunque età mentre la lingua in generale se non la si apprende da bambini/ragazzi diventa molto difficile (non impossibile, ma vi deve essere una forte motivazione) che la si apprenda da grandi.
Boleus una scola sarda po is sardus e no sceti italiana!
Saludus.

Pàulu Pisu

Anonimo ha detto...

sinceramente mi spaventa, dall'intervento di Shardanaleo, che lui possa esser chiamato come referente esterno a illustrare la preistoria della sardegna. Non perché non sia preparato ma perché le testi che sostiene non sono corroborate da alcuna validità scientifica. Per questo temerei altrettanto altri progetti similari che invitassero a parlare della storia e preistoria sarda: perché si finirebbe per creare un santino del tutto falso e immaginario di ciò che non fummo. Il rischio, lo dico a degli studiosi freelance (e io stesso lo sono, ma diversamente da loro non ho pubblico) è che dal nulla si passi al tutto, con la creazione di madrasse sardislamiche; e a ciò sinceramente non vorrei proprio si arrivasse.

alberto areddu

Salvatore Fadda ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
shardanaleo ha detto...

Caro Areddu, il problema della nostra arretrattezza è proprio nella tua paura che Melis possa fare il docente in storia del II millennio nelle scuole sarde. E che ci vuoi fare? NON trovando altri più docuemntati di melis evitiamo di parlare di quel capitolo importantissimo della nostra storia? Forse è per questo atteggiamento di chiusura che siam0 in queste condizioni. Per le tue perplessità: consolati, il libro di melis è studiato in qualche UNIVERSITà all'estero (Texas) e adesso è tradotto anche in francese, proprio per esigenze di studio, oltre che di divulgazione. ma già... Melis NOn ha la laurea in ARCHOBUONERIA! Il suo sapere è dovuto solo ALLA SUA istruzione CLASSICA e al suo continuo viaggiare nei siti che riguardano la storia dei P.d.M. .. per fortuna ospitato dalle AUTORITA locali e richiesto dalle università estere. le autorità egiziane hanno riconosciuto questa pagina di storia che unisce i Sardi agli Egizi secondo te per merito di chi? Come mai ad altri studiosi titolati è negato l'accesso in siti egizi, mentre Melis vi si reca scortato da soldati dell'esercito egiziano? Questo non ti spaventa di più?
Kum Salude.
Leo