"Si tratta di falsi eccome! ... è stato trovato con le mani nella marmellata mentre le creava. Ci rendiamo conto dei danni che può aver fatto nella sua vita? Il bello che molti in buona fede ci hanno creduto ed ecco il risultato". Questo è il commento, pubblicato su questo blog stamani alle 8.53, da un franco tiratore protetto dal muretto a secco della sua vigliaccheria. Sono stato tentato di restituirlo alla spazzatura da cui proviene, ma forse è meglio che i lettori abbiano sentore di quale sia il livello di livore, ben avvolto nell'anonimato, che si sedimenta in alcuni ambienti della "cultura". Si parla dei reperti trovati nei pressi del nuraghe Crocores e che in questo spazio sono stati sinteticamente definiti degli "etruschi di Allai".
Confido, naturalmente, che la persona diffamata (e di cui nascondo il nome) tratti il post anonimo come si merita, con uno sberleffo. Qualsiasi avvocato, comunque, sa che la polizia è in grado di rintracciare l'autore di questa prova di coraggio. Della questione si sa che prossimamente ci sarà un processo per falso, che il rinvio a giudizio si avvale di un rapporto dei carabinieri e di una perizia di cui, una volta pubblica, varrà la pena di occuparsi. Tutto ciò fa parte dell'accusa, contro la quale saranno naturalmente prodotte testimonianze, altre perizie, documenti e, magari, lezioni di epigrafia. Poi toccherà a un giudice decidere se la verità sta dalla parte dell'accusa o dalla parte della difesa. Proprio come si confà a uno Stato di diritto.
A questo punto, credo sarebbe interessante sapere dall'anonimo da dove tragga certezza per la condanna pronunciata sommariamente contro chi, per legge e per costume democratico, non è colpevole fino a quando non sia stato condannato in tre gradi di dibattimento. L'unica cosa che si può pensare è che l'anonimo abbia letto la perizia consegnata al magistrato di Oristano e/o il rapporto di un carabiniere (evidentemente anche esso esperto epigrafista) e che abbia scambiato tutto ciò per la verità dei fatti. Una cosa è certa: l'anonimo dovrà riporre per un bel po' ancora la forca che ha già innalzato.
3 commenti:
Forse ho un rimprovero a Gianfranco Pintore.
Quando si tratta di accuse volte a diffamare emesse al riparo dell'anonimato, la controaccusa di vigliaccheria è troppo poco.
Probabilmente però è la lingua italiana, a non contenerne uno di abbastanza calzante (e insultante).
Anonimo Abrasivo
Non so di quale tono sia stato l'intervento, ma credo che - essendo ormai stato detto tutto, al riguardo - si tratti di un intervento fuori tempo, non richiesto e fuori luogo: specialmente in considerazione del fatto che è in corso un procedimento legale. Chi sa quale sia lo stato deplorevole delle cose nei tribunali italiani (magari per averne provato direttamente sulla propria carne la cieca pericolosità) capisce molto bene che cosa significhi questo e si guarda bene dall'essere ingeneroso. Dubito che gli altri ne abbiano un'idea sufficientemente precisa... E dubito che l'anonimo cui si riferisce Gianfranco ne possieda conoscenza. Non si tratta ormai più di uno scherzo, o di una goliardata. Si è andati molto oltre. Ora è il momento di tacere, piuttosto.
Maurizio feo
L'anonimato è tale, sia nelle buone sia nelle cattive azioni.
Anche se l'anonimato servisse a svelare il peggiore delle nefandezze, non lo accetterei. Perciò, senza scomodare le pieghe della lingua italiana, potrebbe essere sufficiente definirlo "abrasivo", ovviamente accanto ad anonimo.
Franco Laner
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