giovedì 21 maggio 2009

E il Psd'az pone la questione dell'indipendenza

"Il Consiglio Regionale della Sardegna impegna la Giunta Regionale a guidare la Sardegna verso una piena e compiuta indipendenza, avviando con lo Stato italiano una procedura di disimpegno istituzionale che preveda un quadro articolato di indennizzi per la Nazione sarda, in ragione di tutte le omissioni, i danni e le sperequazioni che la Sardegna ha subito prima dal Regno e poi dalla Repubblica italiana."
E' il dispositivo della mozione presentata oggi dai consiglieri regionali sardisti Paolo Maninchedda, Giacomo Sanna, Efisio Planetta, Paolo Dessì e Christian Solinas.
(Leggi il testo integrale come pubblicato nel sito di Maninchedda)

Che dire? E' un coup de theatre di grandissimo impatto emotivo e culturale, soprattutto per chi, come me, ritiene l'indipendenza un diritto inalienabile del popolo sardo, popolo che, al pari degli altri, ne è titolare per effetto del Patto internazionale dell'Onu sui diritti politici e civili. Ho detto e scritto molte volte che è nella potestà del popolo sardo esercitare questo diritto o sopenderne l'esercizio considerando una serie di fattori non ininfluenti, sempre che tutti siamo d'accordo per agire nel rispetto del diritto internazionale.
Il primo fattore è: l'Atto unico di Helsinki, sottoscritto nel 1975, stabilisce sì il diritto dei popoli all'autodeterminazione ma anche quello degli stati alla loro integrità territoriale.
Il secondo è: conviene alla Sardegna l'indipendenza o la sovranità, per altro già dichiarata solennemente dal Consiglio regionale nel 1999?
Il terzo è: proprio ora che l'ottocentesco Stato-nazionale è in crisi, davvero è una buona idea costruire in Europa un altro Stato-nazionale?
Con tutto l'affetto per il Partito sardo, io temo che questa mossa risponda più ad esigenze di lotta politica che ad una strategia per la conquista dell'indipendenza. Anche perché, mi pare, una mozione in Consiglio regionale ha con la conquista dell'indipendenza lo stesso rapporto che può esistere fra un topo ed un elefante.
E una domanda rimane comunque sospesa nell'aria: il giorno che, approvata dal Consiglio la mozione del Psd'az, il governo italiano avvierà le procedure per lo scioglimento del nostro Parlamento, cosa faremo? Ritireremo il provvedimento o solleveremo uno scandalo internazionale, richiamdando l'Onu al rispetto del suo Patto del 1966?
Comunque sia, è vero: il Psd'az ha aperto una bella questione e un bel dibattito. Chi vuole intervenire, si faccia avanti

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutto tace... - Adriano

zuannefrantziscu ha detto...

A quanto pare, anche tu

Anonimo ha detto...

In che senso?

Anonimo ha detto...

Io sto pensando che in giro c'è molta gente che non gliene frega nulla del PSD'AZ. Non so se sia un bene o un male.

Anonimo ha detto...

Nel topic su Sardegna e Libertà in merito alla fine dell'Unidade Indipendentista ho lasciato ieri, tra le varie, le seguenti affermazioni: "Nel sardismo si parla di indipendentismo ma poi si tace quando -con l’enorme debito maturato dallo Stato verso la Regione- lo stesso Stato ci indica l’accensione di nuovi mutui per coprire un disavanzo…" La finanziaria è stata approvata di recente: vedo dunque un PSD'AZ che si muove a due velocità discordanti e che sul profilo amministrativo pare dunque poco propenso ad una strategia indipendentista. Quindi concordo con ciò che hai detto. Se un Partito governa e poi acconsente nel momento in cui lo Stato ci chiede di accendere un debito per coprire un'altro debito a cui lo stesso Stato ha concorso...si vede che i dirigenti sardisti hanno le idee poco chiare (o forse nò) e le uscite "indipendentiste" le si spiega con un'altra affermazione che ho lasciato:"Mi pare tutto dettato dalle istanze del momento nelle quali si riversa la solita retorica con qualche occasionale exploit a fini demagogici interni alla propria base". Spero non ne abbiano a male gli amici Sardisti ma le perplessità sono d'obbligo in questa situazione. Ho detto la mia, speriamo che altri dicano la loro. Naturalmente tornerò sul tema del PSD'AZ a due velocità...- Adriano

Gigi Sanna ha detto...

Vorrei sapere da Maninchedda e dagli altri 'saggi' se l'appello del sardista DOC Giorgio Cannas circa il raduno di Monti Prama è stato raccolto. Se sì, battano un colpo e forte, possibilmente,perchè altrimenti lo lasceranno solo proprio sul fianco che in teoria dovrebbe essere il più consistente e il più determinato.Solitudine che Cannas non merita per la generosità dell'iniziativa. I siti e i blog per la moltiplicazione del consenso non mancano. E neppure i giornali.Ho parlato più volte di 'calumet' della pace tra le tribù e di un incontro solenne di penne multicolori, importantissime tutte proprio per le leggi 'indipendentiste' che renderebbero questa nazione davvero una nazione e non quella piccolissima e irrilevante 'regione' che è, meta di conquista di tutti gli affaristi di tutto il mondo . L'indipendentismo si raggiunge con i fatti e con i simboli forti e non con gli appelli (per non dire chiacchiere): uno di questi fatti è la seria minaccia elettorale che il sardismo attuale, con i suoi bei numeri (ne ha parlato Gianfranco Pintore qualche mese fa), può arrecare 'in nuce' al comodo binomio (in sostanza nuova spartizione con nuova DC e nuovo PCI) che ormai in maniera gattopardesca si propone nella politica italiana e, di riflesso, in quella isolana.

p.atzori ha detto...

Occorre estendere a tutti l'invito lanciato da Giorgio Cannas. Se il pasd'az non dovesse accoglierlo con sollecitudine sarebbe la riprova che la mozione di Maninchedda è solo di Maninchedda.

p.atzori ha detto...

personalmente l'invito l'ho esteso a iRS il 20 maggio, nel suo blog, ma solo un simpatizzante, che però si trova a Rostock, ha approvato il raduno di Monti Prama. Come non trovare la rilevanza di una iniziativa simile?
A Monti Pramma possiamo immaginare di abbattere gli steccati, per l'inizio di una nuova epoca, quella in cui i Sardi riprendono in mano il loro destino. Li potremo capire che anche il pasd'az, con tutta la sua storia, è del tutto insufficiente come strumento di riscatto. Gli altri movimenti sono ancor più insufficienti, sebbene iRS si riveli promettente in relazione alla valida gioventù che lo anima. Ominiga 7 de lampadas apo a essere zeo puru a Monti Prama. Naraemi si s'atobiu este prima 'e prandere o apustis. Saludos a totus, Piero Atzori

Gigi Sanna ha detto...

Cari amici dell'IRS, ho detto pubblicamente che meritavate il voto nelle elezioni scorse e che la stessa bandiera (sa matighedda) doveva andare accanto a quella dei quattro mori.
Non esito a dire che se questo non avverrà a Monti Prama, anche per causa vostra, faremo uno scivolone terribile che coinvolgerà tutti.Spingerete i Sardi alla disperazione più totale, tanto che, in mancanza di alternative, faranno quello che sempre hanno fatto. Ovvero dare il voto a questo o a quello, senza speranze di mutamenti. E diranno, giustamente (purtroppo): 'che ce ne frega di due o tre capitribù incapaci di vedere oltre il proprio naso, con il coltello tra i denti, avversari irriducibili dei loro simili,che non intendono abbandonare la prigione della riserva?'
Medidate, meditate sulle vostre e sulle altrui percentuali di consenso. Se si sommano sono una bella cosa e c'è speranza se si dividono sono niente e ci può essere solo la rassegnazione. Per decenni e decenni. Forse per sempre.

Anonimo ha detto...

intanto e' positivo che finalmente il PSD'Az renda onore per la prima volta all'articolo 1 del suo statuto; per quanto riguarda lo stato italiano oltre al cnsiglio sardo dovrebbe sciogliere anche quello siciliano e, a breve, penso anche altri. Ormai lo stato centrale e' allo sfascio ... prometti oggi e gabba domani non si puo' ottenere altro.