venerdì 11 maggio 2012

Doddori: come mandare in vacca una ottima idea


Grazie alle firme raccolte dal movimento di Salvatore Meloni, Doddori, è possibile che entro l'anno i sardi siano chiamati a referendum per rispondere a questo quesito: “Sei d'accordo, in base al diritto internazionale delle Nazioni unite, al raggiungimento della libertà del popolo sardo, con l'indipendenza?” Si tratta, chiaramente di un referendum consultivo (la procedura per quello di autodeterminazione è più complicata), ma non c'è dubbio che sarebbe dirompente sia che l'amministrazione dello Stato rinvii alla Consulta la indizione del referendum sia che, invece, non lo faccia e noi possiamo dire la nostra. In ogni caso un percorso è cominciato, grazie a Doddori Meloni e al movimento Repubblica di Malu Entu.
Ma... c'è quasi sempre un ma, quando a dire e a fare sono i movimenti indipendentisti, con il loro morbo della divisione e con la loro propensione a fare còrdulas de musca. Il movimento di Meloni, parole del fondatore, ha raccolto 23.347 firme per chiedere il referendum, ma ne ha consegnate 12.999, scelte evidentemente sulla base di un criterio proprio di purezza indipendentista. Tra le 12.999 firme “neanche una delle 541 autenticate da Gavino Sale nel suo ruolo di consigliere provinciale. Visto che lui non ha aderito personalmente, non parteciperà all'attuazione del referendum. È – dice ancora Meloni in una intervista con L'Unione sarda – una questione di coerenza.” Anche le altre quasi dieci mila firme epurate, pare di capire, sono state sottoposte ad un esame del loro DNA indipendentista.
Doddori, ovvero come sputtanare una idea mica male.
Qual è il crimine di Gavino Sale? Quello di aver fatta una considerazione nient affatto banale: “Non son pronti gli scozzesi al referendum per l'autodeterminazione, pur avendo vinto le elezioni, figurarsi se siamo pronti noi”. C'è forse anche quel virus del retro pensiero proprio a partiti e movimenti di ogni sorta, quello della gelosia per una iniziativa non propria, ma la risposta è più che inaccettabile assolutamente masochista. Anche chi, come me, da anni sostiene il buon diritto dei sardi all'autodeterminazione, avrebbe non poche perplessità ad appoggiare una iniziativa tanto malata di settarismo. Comunque sarebbe portato a dubitare che ci sia un comune sentire sui contenuti di libertà e di democrazia dell'indipendenza.

PS – Le questioni legate all'indipendenza e/o alla sovranità della Sardegna sono sempre di più all'ordine del giorno. Apparentemente interessano più lo schieramento di centrodestra e della sinistra radicale (bacchettato il primo dai suoi settori nazionalisti granditaliani e aspramente criticata la seconda da un Pd sempre più unitarista). Di rilevare questo dato di fatto, si fa carico Andrea Raggio nel sito Democrazia oggi, per altro spronando il Pd a comportarsi da partito della Sardegna. Accusa il centrodestra di voler sfuggire alle proprie responsabilità cavalcando l'indipendentismo. A parte l'orticante prosopopea di chi ritiene il nemico sempre in mala fede e dedito al doppio gioco, la critica non è fuori luogo: il centrodestra governa da anni la Sardegna e ancora non ha messo sul tavolo della discussione un progetto – che pure aveva fatto proprio negli anni di opposizione – che approvato farebbe fare ai sardi uno straordinario balzo in avanti verso la sovranità. Certo, ci sarebbe pur sempre da chiedersi che cosa abbia fatto il centrosinistra in merito, oltre a votare contro un ordine del giorno che di questo parlava.

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