venerdì 21 agosto 2009

"Unità d'Italia", quante mistificazioni nel tuo nome

Cinquanta anni fa, nel 1961, il centenario della cosiddetta Unità d'Italia si svolse senza polemiche, a quel che ricordo e a quel che consta dai ricordi raccolti in Internet. Le celebrazioni del 150°, previste per l'anno venturo, no. E c'è qualche vestale, già in gramaglie anzitempo, che sta lanciando strilli per la sottovalutazione in cui si vorrebbero avvolgere le celebrazioni. Crisi del “sentimento nazionale”, dello “amor di patria”? Può darsi, come può darsi che la retorica europeista abbia fagocitato la retorica nazionalista.
Ma penso piuttosto ad un'altra spiegazione, che naturalmente non esclude l'altra. Il fatto è che intorno al 1961, l'indottrinamento nazionalista era, a scuola e altrove, totalizzante e che conoscere non dico la storia vera, ma altre possibili interpretazioni della storia, era possibile solo a un ristrettissimo numero di specialisti. Oggi non è più così. Internet, con tutte le sue contraddizioni e, a volte, approssimazioni, offre a chi voglia conoscere possibilità quasi illimitate. Della strage di Bronte da parte dei garibaldini, per dire, solo gli esperti sapevano. Così dei brogli incredibili che segnarono i plebisciti a Firenze e Modena. Così del fatto che il Regno di Sardegna conquistò manu militari gran parte del futuro stato “unitario”, col pretesto che i popoli erano ansiosi di essere annessi.
Solo un inutile revanscismo, va da sé, potrebbe utilizzare la storia nascosta per inficiare un fatto ormai consolidato dalla storia. Ma allora perché nasconderla o tentare di mistificarla? Perché, per esempio, si è costretti a leggere nel sito della Predidenza del Consiglio dedicato al 150° una ricostruzione degli avvenimenti del 1861 in cui non si accenna neppure al fatto che il Regno di Italia è nato dal cambio di nome del Regno di Sardegna? Di mistificazioni, alcune delle quali davvero offensive dell'altrui intelligenza, è denso il piagnisteo dei nazionalisti-giacobini (di ogni sponda, per altro) sulla “triste sorte” del 150° della cosiddetta unità d'Italia.
Difficile dire quale degli interventi di nazionalisti succedutisi in questa estate piagnona (in questo ambito) sia il più mistificante, quello che più di altri mostra i nervi più scoperti. Ma il più scandaloso è certo l'articolo di Vittorio Messori su Il Corriere del 19 agosto: “L’italiano, una lingua democratica”. Scrive, fra l'altro, lo scrittore vaticanista: “Due sole, grandi lingue, divenute ufficiali per uno Stato, non sono state imposte a popolazioni in parte riluttanti: il tedesco e l’italiano”. Se questa è serietà storica, immaginatevi il resto. L'italianizzazione forzata del sardo, quella del sudtirolese? Mai avvenute, per Messori. I maestri e professori che multavano gli alunni sardoparlanti (i più democratici, perché altri picchiavano)? Non ci sono mai stati.
Com'è che i parlanti lingue diverse dall'italiano e dialetti si sono convertiti alla lingua italiana? “Da noi, ancor più che in Germania, l’idioma comune fu una sorta di referendum, fu il frutto di una decisione pragmatica che si impose liberamente: poiché, divenuto sempre più arduo esprimersi in latino, occorreva una koiné italica, i gruppi culturalmente e politicamente dirigenti finirono coll’accordarsi (prima nei fatti, e poi nelle teorie dei dotti) sulla variante di volgare illustrato dalla triade sublime, Dante, Petrarca, Boccaccio. Così, fu il dialetto toscano, e in particolare fiorentino, che divenne la lingua franca per gli scambi, la letteratura e poi la cultura in generale.” È così che l'Italia – fantastica il nostro - “ebbe solo tardivamente uno Stato, ma fu precocemente una “nazione”.”
Diceva Gramsci: “Che i libri siano una nazione e non solamente un elemento di cultura, ci vuole molta retorica per sostenerlo”. E di retorica, in quest'articolo (e in molti altri che l'hanno preceduto) ce n'è in quantità industriale. Non voglio, però, togliervi il gusto di immergervi nella sesquipedale mistificazione del Messori, cliccate qui.
Interessante è capire perché intellettuali di grido, politici non privi di conoscenze culturali, a parte i patriottardi isterici, si riducono a mistificare la storia e la geografia al di là della decenza. Non si tratta, ovviamente, di punti di vista diversi, in grado di suscitare dibattiti anche accesi ma partendo da realtà di fatto incontrovertibili: sono furti dell'intelligenza. Il problema sta nella mistificazione, nell'occultamento della realtà, nel giocare alle tre carte con la storia. Perché? di che cosa si ha paura, tanta paura da mettere in forse la credibilità altrimenti conquistata pur di sostenere anche il falso?
Chi lo sa? Certo è che se sua la difesa deve essere affidata a mezzucci del genere, la cosiddetta unità d'Italia deve essere messa proprio maluccio.

54 commenti:

Roberto Bolognesi ha detto...

Molto bello!
E un'idea del perché certa gente dica stupidaggini così grandi io ce l'ho. È l'eterno problema dell'onestà: in questo caso intellettuale. Quando cominci a cedere su un punto-magari poco importante e solo per ottenere quel piccolo vantaggio poco importante, ché tanto cosa importa-poi non puoi più tornare indietro.
È già così difficile dire: "ho sbagliato, in buona fede, ma ho sbagliato".
Figuriamoci quanto è difficile dire: "ho detto una puttanata, perché mi conveniva".
E così le puttanate diventano sempre più grandi, perché la prima "innocente" puttanata non può essere scoperta.
È l'eterna storia de "re nudo" e dei suoi cortigiani.
E così l'Italia sta finendo a puttane, perché tanta gente non fa altro che dire puttanate.
A cominciare dal "più amato dalle Italiane".
Sarei anche contento, se non fosse che-appunto-l'Italia non è altro che il Regno di Sardegna al quale hanno cambiato nome.
Non ho più neanche una piccola illusione sulla diversità dei Sardi.
I Sardi "diversi" sono una minoranza rispetto ai Sardi puttani.

Giorgio Giovanni Gaias ha detto...

Io credo che il festeggiare l'unità d'Italia prima di tutto deve essere un dovere, la nostra patria prima di tutto...
Polemiche su polemiche in questi giorni sulla ormai famosa vicenda dei festeggiamenti in occasione dei 150 anni dell'unità della nostra Patria. Il governo che non trova i fondi, l'ex presidente della Repubblica Ciampi minaccia di uscire dal comitato, un ministro della Repubblica Umberto Bossi con il suo partito La Lega Nord che cavalca l'onda è spara a zero su unità d'Italia, inno e lingua italiana. Ieri il Presidente della Repubblica Napolitano ha sollecitato il governo a dare delle risposte chiare in materia di fondi da destinare ai festeggiamenti. Insomma tutto un gran polverone per festeggiare l'Unità della nostra Patria, secondo me è un dovere assoluto quello di festeggiare ma, se proprio non ci sono tutti i soldi perché non iniziare a diffondere lo spirito nazionale nella gente ad iniziare dalle scuole? E' più semplice di quanto possa apparire:


1) Insegnamento dell'Inno d'Italia obbligatorio nelle scuole.


2) Ripristino immediato del 4 novembre come festa della Patria e delle forze armate.


3) In ogni manifestazione pubblica si deve suonare l'Inno d'Italia.


4) In ogni casa e in ogni ufficio pubblico in occasione dell'anniversario va issato il tricolore.


5) Nei teatri, cinema e TV si lancino spot educativi che sensibilizzino l'amor patrio.


6) In ogni comune d'Italia venga celebrata la festa dell'unità d'Italia.




"Noi fummo da secoli calpesti, derisi, perché non siam popoli, perché siam divisi. Raccolgaci un'unica bandiera, una speme: di fonderci insieme già l'ora suonò" Inno d'Italia

zuannefrantziscu ha detto...

Credo si renda conto, caro Gaias, che se quel che lei chiama "spirito nazionale" ha bisogno di essere imposto per legge, sta confessando che "spirito nazionale" non c'è o riguarda una parte - piccola o grande - la quale vuol imporre. Ho grande rispetto di chi, come lei, pensa che l'Italia sia una nazione unica, dotata di "spirito nazionale". Il rispetto cala di molto per chi vuole imporre per legge (e dunque con pene per i non osservanti) un sentimento non condiviso.

Pro Roberto Bolognesi. Ita manera. Si su pòpulu sardu, su de gabale, so jeo, cumpare jeo e jeo e totu, non b'at su tantu de gherrare. O no?

Giorgio Giovanni Gaias ha detto...

Vede Pintore dopo la morte del fascismo l'identità nazionale italiana è stata patrimonio di pochi per anni quelli del MSI parlavano di patria e sembrava che questo termine fosse una bestemmia. Per anni i governi della repubblica se ne sono fregati della nostra idenità nazionale adesso bisogna cercarla di ricostruirla partendo dalle scuole e dalle famiglie vede ho 17 anni e faccio politica da 4 e per me il più grande valore è la patria la mia terra quella dei padri e dei nonni delle migliaia di sardi che hanno dato la vita per quel tricolore e che purtroppo non vengono ricordati qui le do ragione ma l'Italia e la patria di tutti noi..

Anonimo ha detto...

Signir Pintore, quanta fatica sprecata. GGGS, 17 anni, è stato ibernato in pieno fascismo e risvegliato nel 2009.

Giorgio Giovanni Gaias ha detto...

>Anonimo io non sono ibernato in nessu fascismo il fascismo è morto e sepolto e tale rimane però nessuno può negare che sia stato il fascismo a costruire l'identità nazionale italiana... è storia non me le invento le cose...

Giorgio Giovanni Gaias ha detto...

Anonimo ps... se sei venuto qui a fare con me il prof. 68' hai sbagliato persona... ibernato in pieno fascismo cose da matti...

Anonimo ha detto...

Condivido in pieno quello che hai scritto; non mi stupiscono, invece le sciocchezze di Messori, un maestro nel genere.
Però visto che comunque 150 anni sono e che le celebrazioni alla fine si faranno, con vomitevole patriottismo (tutti i patriottismi sono per me vomitevoli, non solo quello italiano) perché non cogliere l'occasione e organizzare un'iniziativa pubblica, magari come Comitadu pro sa limba, per un'analisi critica su cosa è stata questa Unità e su un nuovo patto tra la Sardegna e l'Italia / Europa (magari un po' di vero federalismo?)
Alfonso Stiglitz

Giorgio Giovanni Gaias ha detto...

Io sarò sicuramente all'altare della patria a cantare a più non posso il mio inno..
Fratelli d'Italia
L'Italia s'è desta,
Dell'elmo di Scipio
S'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.

Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l'ora suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.

Uniamoci, amiamoci,
l'Unione, e l'amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.

Dall'Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d'ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.

Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò

FIERO E ORGOGLIOSO DI ESSERE ITALIANO E QUESTO INSEGNERO' AI MIEI FIGLI.

Giorgio Giovanni Gaias ha detto...

Comunque ma il nove luglio del 2006 che avete fatto di bello??

Roberto Bolognesi ha detto...

O Gopai Giuannifrantzi', lassa-mi fai, ca tropu sardus custa chistioni de sa "diversidadi innata" dd'ant imperada po non tenni abbisongiu de cambiai. Sardus ddoi nd'at stetiu sempri de donnia manera: bonus e malus. Su de essi sardu non est unu balori in se.
Seus parti de cussa brigungia politicu-antropologica chi ddi nant Italia e iat essi bellu, ma non est de aici, chi su de essi Sardu bolíat nai a ndi tenni brigungia de essi Italianu.

Ma per fortuna che esiste Giorgio Giovanni Gaias, che da solo gioca al biliardo, non è di grande compagnia, ma è il Sardo più Italiano che ci sia!
Forza, che con gente come lei, l'Italia ha proprio i giorni contati!
Poi Potremo chiedere di essere annessi all
'Olanda!

Daniele Addis ha detto...

"
1) Insegnamento dell'Inno d'Italia obbligatorio nelle scuole.


2) Ripristino immediato del 4 novembre come festa della Patria e delle forze armate.


3) In ogni manifestazione pubblica si deve suonare l'Inno d'Italia.


4) In ogni casa e in ogni ufficio pubblico in occasione dell'anniversario va issato il tricolore.


5) Nei teatri, cinema e TV si lancino spot educativi che sensibilizzino l'amor patrio.


6) In ogni comune d'Italia venga celebrata la festa dell'unità d'Italia."

Questo programma dovrebbe essere inviato a Corrado Guzzanti, potebbe costituire la base del suo prossimo spettacolo o film "Fascisti su Marte 2".

Venendo alle cose serie, sono pienamente d'accordo con l'articolo del sig. Pintore e con gli interventi del Prof. Bolognesi.

Quello che sta emergendo è sotto gli occhi di tutti e non ci sono Gaias Scarpa o Messori che tengano: l'unitá d'Italia si basa su una montagna di menzogne e di ipocrisie che stanno crollando una ad una.

Giorgio Giovanni Gaias ha detto...

Sig. Pintore pensavo di venire a discuture seriamente e avere un confronto positivo con una realtà quella dell'indipendentismo sardo che riconosco esista e ha tutto il dovere di dire la propria ma mi dispiace qui non si può continuare a usare lo spauracchio del fascismo o presunto tale per identificare delle idee diverse dalle proprie mi dispiace per Lei perchè ha dimostrato di essere una persona seria spinta da valori importanti io ho 17 anni e faccio politica da quattro prima in AN adesso nella destra dove sono dirigente provinciale ed esponente regionale io ho i miei valori come ciascuno ha i propri ma il problema è che molte persone si riempiono la bocca della parola democrazia ma non sanno neache che cosa significhi veramente. Grazie per lo spazio concesso se vuole possiamo continuare a confrontarci su facebook. Saluti.

Roberto Bolognesi ha detto...

X Giorgio Giovanni Gaias: o frori, lo sai qual'è il tuo problema?
La vita è una cosa troppo seria per essere presa troppo sul serio da un ragazzino come te o da chiunque altro. Impara a ridere, invece di imparare a memoria le coglionate che ha scritto Goffredo Mameli. O fiat Efis Mameli su bixinu de domu. Mortu giovunu est: sciadau!

Giorgio Giovanni Gaias ha detto...

Caro Roberto sarà un male di famiglia allora fin che parte da molto lontano la passione per la politica... nonno prima pnf poi msi.. mamma fdg poi msi e allanza nazionale.. io alleanza nazionale poi la destra.. che ci vogliamo fare sarà come ha detto il mio amico On. Bruno Murgia che ho il sanguee sacro della politica nelle vene si da il caso che è sangue destriero...

Giorgio Giovanni Gaias ha detto...

http://giorgiogaias92.blogspot.com/ questo è il mio blog e qui trovi la mia pagina personale e tutto ciò che faccio..

Daniele Addis ha detto...

GGGS, nessuno ti vuole impedire di fare politica, ma almeno impara ad accettare le battute. Ironia ed autoironia sono doti importanti di molti bravi politici, lo stesso Bruno Murgia ti potrebbe insegnare molto.

zuannefrantziscu ha detto...

Caro Alfonso, sono d'accordo sulla necessità di programmare per l'anno venturo un qualcosa che legga le cerimonie per il 150° in modo meno cerimonioso e retorico.
Per la sua composizione, non mi pare che su Comitadu sia il soggetto più adatto a farlo, ma ci si può pur sempre inventare un comitato ad hoc. La mia idea sarebbe di coinvolgere la Regione obbligandola a ricordare che fino al 17 marzo 1861 lo stato oggi italiano portava il nome di Regno di Sardegna. "La fine del Regno di Sardegna" non sarebbe un titolo mica male né male sarebbe affidare a Francesco Cesare Casula, uno storico che ha qualcosa da dire in proposito, il compito di celebrare il 150°. Ho l'impressione che ne uscirebbe qualcosa di dirompente.

Roberto Bolognesi ha detto...

Dirompente? Così dirompente che sarebbe un miracolo se avvenisse!
La banalissima verità che ha F.C. Casula ha "rivelato" nel suo libro riesce a rendere isteriche perfino persone, ahimé, di sinistra che io stimo molto per la loro intelligenza e onestà. È incredibile come l'idea di ammettere che lo stato italiano derivi giuridicamente dal Regno Sardo riesca a far uscire fuori di testa la gente più insospettabile.
Secondo me-e qui in parte contraddico quello che ho scritto nel primo post-siamo di fronte a una specie di "vittorianesimo storico". Insomma, "i bambini li porta la cicogna, perché mia mamma quelle porcherie non le avrebbe mai fatte". O più modernamente, quell'ipocrisia urbana sull'origine della carne, che qui in Olanda ha assunto forme assolutamente isteriche: ai bambini si tace che la carne proviene dagli animali che vengono appositamente allevati e macellati! In certi ambienti non si può neppure dire che la carne, la polpa insomma, sono i muscoli di un animale!
Quando si pratica l'eutanasia su un animale, si dice, anche in televisione, che lo si fa "ADDORMENTARE". Il colmo è che questo non succede se la si pratica su un essere umano!
Tornando quello che ho detto nel primo post, è sempre scioccante-per gli sciocchi e i cialtroni-quando il bambino urla "IL RE È NUDO!!!"

Roberto Bolognesi ha detto...

X Giorgio Giovanni Gaias
Preoccupante la tua genealogia!
Tutti geneticamente predisposti al "CREDERE, OBBEDIRE, COMBATTERE"?
Non ce l'hai almeno uno zio che sa anche pensare?

giuseppe mulas ha detto...

Egregiu Pintore sa proposta sua iat'a essi de interessi mannu,su de Regno di Sardegna peri,chi parit una cosa de vantu e meda altisonante mi parit una mesu beridadi,in su significau politicu chi podit arribbai a is sardus.
O mellus su chi nau deu esti ca s'iat a deppi nai puru de innui 'nd'est bessiu a foras custu titulu " Regno di Sardegna",una regalia de sa Cresia de Roma prima a sa Corona de Aragona i pustis a su Duca Vittorio Amedeo II de Savoia.Unu uffitziali de sa flotta inglesa ca su 16 de argiolas de su 1720 c'adi lompiu a Sardinnia su primu vicere' Filippo Guglielmo Pallavicino baroni de Saint Remy de Palermo a Casteddu iat iscrittu in su diariu 'e cosa sua :" la Sardegna non presenta quasi nessun altro vantaggio per il principe (di Savoia) che quello di procurargli il titolo di re". (La storia di Sardegna di F.C.Casula).
E tando su chi nau est custu,bella sa proposta e s'iniziativa de scamuffai sas mistificazionis de s'unidadi de italia,ma su perigulu est de 'ndi ponni attras,no seu faeddendi de malafede siat craru custu,peri scieus ca est allega liscinosa che anguidha sa istoria,e tando s'iat a podi comentzai de is Giudicaus po tenni una proietzioni prus ampia.Chi 'ndi deppeus bogai sa manta mistificatoria 'ndi dda deppeus bogai tottu,no scetti un'arrogu pitticcheddeddu.Itta 'ndi pensada samartzei ?

zuannefrantziscu ha detto...

Mulas istimadu, penso chi tenes resone a nàrrere chi depimus cumintzare dae sos Rennos sardos comente sinnu de sogetividade natzionale. Ma s'una cosa non nche catzat s'àtera ca s'istòria de su Rennu de Arborea e de su Rennu de Sardigna s'intritzint a pare.
Ma in s'istòria càpitat chi sos unos binchent e sos àteros binchent, sardos a un'ala sardos a s'àtera. S'istòria de sos istados no est mai, o belle mai, s'istòria chi cheriamus. Su fatu istat, s'istadu chi b'at àpidu pro prus de chimbe sègulos teniat su nùmene de Sardigna. Giai sos àteros, in mala fide, si l'ismenticant, a su nessi a l'amentare nois siat.
A pustis, sena sa retòrica italianista ma finas sena sa retòrica sardesca, amus a andare a l'esaminare.

giuseppe mulas ha detto...

Seu de accordiu cun fustetti,mellus pagu e bonu, che nudda.
Po immoi iat'a essi giai una grandu conchista.
Cun amistade,Giuse'.

Giorgio Giovanni Gaias ha detto...

>Caro roberto il tuo spirito di patata poco mi tocca...
>Daniele non pretendo di essere maestro di politica a 17 anni ho tnt da imparare ma se sono dirigente di un partito a livello provinciale, esponente a livello regionale qualche merito lo avrò pure non ti pare..
PS. Bruno è un grande ;)

Roberto Bolognesi ha detto...

X GGGS

"a 17 anni ho tnt da imparare ma se sono dirigente di un partito a livello provinciale, esponente a livello regionale qualche merito lo avrò pure non ti pare.."

Ellus ca no!
Opuru, su partidu est su chi est...

giorgio giovanni gaias ha detto...

>Roberto non ti permetto di parlare così di una comunità come quella della destra e di gioventù italiana se qualcuno va avanti è perchè lavora e merita capito..

Roberto Bolognesi ha detto...

Signorsì, signor caporale!

Roberto Bolognesi ha detto...

P.S. e il rancio è ovviamente OTTIMO E ABBONDANTE!

Roberto Bolognesi ha detto...

del resto "che ci vogliamo fare sarà come ha detto il mio amico On. Bruno Murgia che ho il sanguee sacro della politica nelle vene si da il caso che è sangue destriero..."

Hihihihi

Olè! Furia il cavallo del west
che beve solo caffè
per mantenere il suo pelo
più nero che c'è!

Giorgio Giovanni Gaias ha detto...

Mi hai stancato capito... ma molto..

Roberto Bolognesi ha detto...

Ok, basta! La smetto e, ti faccio sinceramente i complimenti per essere rimasto corretto ed educato.

Giorgio Giovanni Gaias ha detto...

Grazie!!!

Daniele Addis ha detto...

Giorgio, ci sono moltissimi pezzi grossi della politica regionale e nazionale privi di ironia ed autoironia che, non ostante le loro alte cariche, sono pessimi. L'abilità di ricevere e dare stoccate, di ammettere i propri errori ed argomentare le proprie ragioni sono doti anzitutto umane che un buon politico dovrebbe avere ed il fatto che sia dirigente o semplice iscritto poco importa. Il tuo merito è la passione, ma senza capacità autocritica è ben poca cosa.

A dimostrazione di ciò consideriamo l'On. Murgia, di gran lunga più capace di molti suoi colleghi di partito che ricoprono cariche più importanti, ad iniziare da Cappellacci... eppure è in minoranza, una mosca bianca che, per quanto luminosa, può fare ben poco per indirizzare la politica regionale e nazionale.

Giorgio Giovanni Gaias ha detto...

>Daniele non pretendo come ho detto di insegnare niente a nessuno.. il problema e che ho le scattole piene di sentirmi tirare in ballo il fascismo e coloi che l'ha creato solo perchè una cosa che dico come quella di ieri riferendomi a storia cavoli non mi pare una novità dire che il fascismo creòl'identità nazionale italiana ma qui subito si grida al mostro nero.. io ho tanto da imparare e sbaglio come tutti e forse più di altri me sbagliando si impara ma caro Daniele non si può aprire un dibattito e sentire gente che dice ibernato in pieno fascismo ma dove siamo?? E' storia cavoli.. se adesso non si può neanche citare la storia forse c'è veramente odore di totalitarismo e non di certo di stampo fascista..

Daniele Addis ha detto...

Giorgio, il fatto stesso che il fascismo, ossia una dittatura, "creò" (tramite menzogne ed omissioni) l'idea di identità nazionale dimostra quanto tale identità sia fittizia. L'identità nazionale è un sentire, non una creazione o un'invenzione. Dici bene, è storia, come è anche storia quella che tu continui a rifiutare e che dice che il popolo sardo è cosa diversa dal popolo italiano.

Quello che vorrei che tu capissi è che non si può indottrinare all'identità nazionale obbligando ad issare il tricolore nelle case. Se proponi cose del genere poi non ti puoi lamentare se si tira in ballo il fascismo.

Ciao

giorgio giovanni gaias ha detto...

>Daniele non sono mi idee sono le idee del partito e di Storace in prima persona io le ho solo riportate per conto mio io il tricolore nella finestra nel 2011 lo meterò così come l'anno prossimo durante i mondiali di calcio...

giorgio giovanni gaias ha detto...

Daniele spiegami il motivo per cui il "popolo sardo" non appartiene alla categoria del popolo italiano?? Questo sono considerazioni filo legheste cavoli..

zfrantziscu ha detto...

Caro Gaias, solo la sua giovane età le consente di non conoscere la risposta alla domanda che pone ad Addis.
Le basta sapere che il popolo sardo è di un paio di migliaia di anni più antico del popolo italiano?
Le basta sapere che il popolo sardo è un soggetto riconosciuto dalla Costituzione italiana addirittura come titolare di proposta legislativa?
Potrei continuare, ma temo di turbare le sue certezze granitiche come il Duce che lei propone nella sua pagina su Facebook a man bassa. Si rassegni: esiste l'Italia e esiste la Sardegna, appartengono allo stesso stato, ma basta lì. Possono (me lo auguro) convivere in armonia e in pace, ma solo se l'una non nega l'altra.

giorgio giovanni gaias ha detto...

Ascolti esiste la sardegna esiste l'italia? e chi nega tutto ciò il fatto è che la sardegna è italia.. tutto qui.. per quanto riguarda il duce un po di sana revisione storica non fa mai male.. pansa insegna..

Roberto Bolognesi ha detto...

Caro GGG, non credo che tu ti renda conto del privilegio che ti viene concesso in questo blog.
Qui c'è gente adulta e competente che ti tratta alla pari e interloquisce con te, ragazzino di 17 anni, che non sai fare altro che sparare slogan e frasi fatte. Francamente io non ci riesco! Ho provato in vari modi a farti capire che stai giocando a un gioco molto più grande di te, ma a quanto pare il messaggio non è arrivato a destinazione.
Francamente: non riesco a prenderti sul serio, ma mi fai molta tenerezza.
Sei un ragazzo evidentemente idealista, non aggressivo, ambizioso (spero nel modo giusto) e che riesce a controllarsi: insomma, un bravo ragazzo!
Ma sei anche ignorante come una capra, visto che sei cresciuto in un ambiente monomaniaco, nel quale hai ricevuto soltanto un unico tipo di informazioni.
Non è il fatto che tu sia di destra che mi preoccupa: destra e sinistra riflettono semplicemente interessi sociali diversi e non verità assolute.
E si può essere gente per bene-o cialtroni-di destra o di sinistra.
Mi preoccupa il tuo orgoglio di essere semplicemente il riproduttore di idee altrui, perché questa cosa non dovrebbe esistere alla tua età.
La tua è l´età della trasgressione, della `follia´ creativa, della ribellione contro i ´vecchi`, mentre tu non fai altro che riprodurre idee e discorsi che, orgogliosamente, fai risalire a tuo nonno, senza soluzione di continuità.
Sei sicuro di esistere? Voglio dire, come individuo autonomo, capace di intendere e di volere?
C´è qualcosa di importante che tu vuoi perché la vuoi tu, e non perché qualcun altro, uno importante, pensa che quello vada bene per te?
Vivere senza certezze è molto difficile, ma vivere di sole certezze vuol dire essere già morti!

Anonimo ha detto...

Bolognesi sei un grande. Volevo scriverle io quelle cose a Gaias ma non trovavo le parole giuste. Ti nomino mio portavoce ufficiale. Ho quasi 60 anni e ne ho viste di tutti i colori, ma non posso prendermela con un ragazzo di 17. Tanto più che sono un ottimista e credo che si viva per cambiare. Basta avviare il proprio cervello, anzichè limitarsi a vivere nella luce altrui. Io credo che la Sardegna é da sempre così poco considerata perchè i cervelli sono quello che sono: la maggioranza dei sardi asserviti all'ideologia dominante, e la minoranza incapace di fare grandi voli.Basilio Floris

Giorgio Giovanni Gaias ha detto...

>Adesso tocca a me rispondervi per le rime a tutti... credete veramente che per un ragazzo di 17 anni sia un privilegio scrivere in questo blog?? Bene amici miei io a 17 anni scrivo nel sito nazionale della destra.. e poi perchè dovrebbe essere un privilegio? Le nuove generazioni secondo voi devono sempre rimanere distanti dalla politica... che governerà l'Italia del futuro o la Sardegna del futuro chi oggi ha 80 anni??? E' ora che tutti destra sinistra centro la finiate una volta per tutte di considerarei i giovani come bambocci.. se questo paese un giorno sarà migliore e lo spero saranno i giovani di oggi ad amministrarlo.. io ho le mie idee e nessuno dico nessuno me le ha imposte sono una persona libera come tutti voi non ho padroni ho idee di altri ho le mie e me le tengo.. per me la Patria è l'Italia e se vista bene o vi sta male sono problemi vostri.. io veramente mi chiedo cosa volete fare di questa nazione o di questa isola se non c'è un minimo spazio per i giovani.. io sono venuto qui da libero uomo della Repubblica Italiana non mi sono mai firmato dirigente di questo o dell'altro dove sta tutto questo privilegio di scrivere qui se non sembra che stiamo modificando la carta costituzionale.. boooo sinceramente non vi capisco..
saluti

Giorgio Giovanni Gaias ha detto...

I giovani non credono più nella politica, questa è la nuda e cruda verità. Sono fortemente convinto che la politica, se fatta in modo onesto, sia l'arte più nobile a cui una persona possa dedicarsi. Credo che non ci sia niente di meglio che mettersi al servizio degli altri. Ma chi è che fa politica? Uomini e donne certo, ma purtroppo in Italia questi uomini e queste donne si sono letteralmente impossessati di questa parola meravigliosa e non vogliono restituirla alle giovani generazioni cui l'hanno sottratta."In questo assurdo e bel paese", come cantava Guccini, i giovani non hanno più fiducia nella politica, non credono più nelle istituzioni e rinunciano all'impegno necessario nella società. Perché proprio questa società sembra non attenderli e ignorarli, perché da tutti i politici,nessuno escluso,hanno ricevuto solo incertezze. E sinceramente mi dispiace che gran parte dei miei coetanei rinuncino a credere in quegli ideali che hanno accompagnato le generazioni precedenti, che non frequentino più le sedi di partito in cui un tempo si cresceva, si formavano le idee e sopratutto si sceglievano i leader del futuro. Quindi di fronte a un deludente panorama di militanza politica giovanile che oggi sembra negarci ogni possibilità di crescita ed evoluzione non dobbiamo abbatterci ma ritrovare la speranza, eliminare questo pessimismo e ritrovare la forza per continuare a credere.E' ora di dire basta al menefreghismo, è ora di dire basta all'egoismo, è ora di dire basta all'indifferenza, è ora di dire basta ai baobab dei piani alti, è ora di dire basta alla frasi fatte del tipo "i politici sono tutti ladri e mafiosi", considerando la politica un qualcosa di cui ormai si può fare a meno. Sono pochi i leader di partito che ascoltano le nostre proposte ma questo non è sufficiente perché nella maggior parte dei casi trionfa quella maggioranza silenziosa che non ci vuole, che non vuole perdere uno solo dei suoi interessi, che non fa nulla per incentivare la nostra partecipazione. Ragazzi, SVEGLIAMOCI! C'è bisogno di una svolta, ma di una svolta come si deve. Dobbiamo essere consapevoli che c'è una battaglia da vincere. La battaglia più grande che ci spianerà una volta per tutte la strada che ci porta a un futuro solido e ricco di certezze. Quella battaglia in cui noi giovani tutti dobbiamo sentirci coinvolti. Noi giovani che siamo la risorsa più preziosa di cui questo meraviglioso paese dispone.
Grazie a tutti.

Roberto Bolognesi ha detto...

Complimenti GGG!
Ci hai fornito davvero un fulgido e turgido esempio di ottimismo della volontà, non frustrato dal pessimismo dell'intelligenza!

Giorgio Giovanni Gaias ha detto...

>Roberto spero che vi rendiate conto che ho ragione specialmente nell'ultimo post..

Roberto Bolognesi ha detto...

Mi hai di nuovo intenerito!
Nessuno del tuo partito ti ha ancora spiegato che i dibattiti non si fanno per convincere gli avversari e farsi dare ragione da loro, ma, eventualmente, per influenzare gli spettatori?
Noi siamo avversari politici, perché tu stai dalla parte del nazionalismo italiano e (che tu te ne renda conto o meno) di precisi interessi economici, culturali e sociali, che io invece combatto da una vita. La politica non è fatta di opinioni, ma di interessi diversi.diversi

Daniele Addis ha detto...

"Daniele spiegami il motivo per cui il "popolo sardo" non appartiene alla categoria del popolo italiano??"

Per lo stesso motivo per cui non vi appartengono i popolo tedesco, francese, inglese, spagnolo, ecc..., perché sono entitá culturalmente, linguisticamente, storicamente e geograficamente diverse; perché un popolo che "appartiene" ad un altro prefigura una situazione di inferioritá e assoggettamento di quel popolo; perché "appartengono" le cose e non le persone o i popoli; perché il sinonimo di libertá è indipendenza, non autonomia che al massimo puó essere sinonimo di mezza libertá o di libertá vigilata; perché lo stato italiano è un mostro che cerca di annullare le specificitá dei popoli che lo costituiscono; perché le fondamenta storiche su cui lo stato italiano si basa sono piene di menzogne e retorica nazionalista, quella dei vecchi cinegiornali dell'istituto Luce che tu riproduci benissimo.

Potrei continuare all'infinito nell'elenco dei motivi per cui il popolo sardo non dovrebbe "appartenere" al popolo italiano, ma ad una persona libera dovrebbe bastare "LA LIBERTÀ".

Anonimo ha detto...

Caro sig. Gaias,
mi permetta di consigliarle una lettura che a me aiutò parecchio, più o meno quando avevo la sua età, a mettere in discussione me stesso e tutto ciò che fino ad allora mi era sembrato ragionevolmente certo.
E comunque, a lettura ultimata, probabilmente, vista la sua giovane età, si ritroverà a conoscere un bel mucchio di parole in più da sfoderare all’occorrenza davanti ai suoi colleghi di partito.

Sommario di Decomposizione
Emil Cioran
Ed. Adelphi

Saluti
Pietro Murru

giorgio giovanni gaias ha detto...

>Roberto gli ideali e i valori non sono pericolosi sono le fondamente della vita delle persone migliaia di persone sono morte tra cui parenti miei per l'onore di questa Patria per questa bandiera che è bagnata da quel sangue... quel tricolore non è una semplice bandiera è una cosa sacra.. la nostra civiltà quella italica deriva da quella latina quella dei romani o dobbiamo discutere sulla grandezza dell'impero più grande della storia della civiltà.. la nostra patria è culla di civiltà e progresso.. i premi nobel.. i filosofi.. le grandi invenzioni.. la battaglia per l'unità d'Italia nooo non dimentico non tradisco.. penso a tutti quei ragazzi nella guerra civile uccisi da fratelli italiani solo perchè hanno creduto nella patria nell'onore e nella bandiera.. sai cosa ti dico mille volte maledetto che rinnegare la mia Patria e la mia bandiera.. l'Italia e la madre di tutti noi.. io credo nella forza dei valori, in un futuro migliore e nell'Italia nel paese più bello del mondo.. il pezzo sui giovani è fatto in collaborazione con un amico di Azione Studentesca giovani di destra..

giorgio giovanni gaias ha detto...

>Daniele siamo italiani come lo sono i siciliani, i laziali, ecc... basta distinzioni siamo un popolo unico riconosciamoci nel tricolore bagnato dal sangue dei nostri antenati.. GRAZIE A DIO SONO ITALIANO.. forse non avete mai provato a salire le scaline dell'altare della Patria e non potete neanche immaginare le sensazioni che si provano.. come quelle che io ho provato sia li che davanti alla tomba di Garibaldi e di Vittorio Emanuele II e quella di Benito Mussolini adesso riniziate con la canzoncina fascista o no... ME NE FREGO.. Mussolini è nella storia d'Italia e ha costruito l'identità nazionale quindi è l'Ultimo Padre della Patria... giudicate secondo le vostre coscienze queste mie parole..

giorgio giovanni gaias ha detto...

Caro Sig. Pintore non posso non farle i complimenti per questo suo blog così ben curato, gli argomenti che tratta sono belli stimolanti e anche per uno come me che non la pensa allo stesso mondo di tutti quelli che scrivono in questo blog è un piacere scrivere e confrontarmi con tutti. Grazie
Saluti Giorgio Giovanni Gaias

Daniele Addis ha detto...

Giorgio, il tuo problema è che non hai dubbi. Non ti passa nemmeno per la testa di andare a verificare le informazioni che ti si danno, valuti solo se queste combacino con le tue ferree certezze ed in base ad esse le promuovi o le bocci.
Non ti interessa imparare, tu vuoi solo imporre la tua visione del mondo e lo fai attraverso slogan, senza un briciolo di argomentazione. Non ti interessa minimamente il fatto che molti dei sardi morti al fronte per "la nazione italiana" fossero coscritti per nulla felici di combattere e morire per un qualcosa di lontano, sconosciuto e spesso nemico. Non ti interessa il fatto che i romani non riuscirono mai ad avere il pieno controllo dell'isola, probabilmente neanche lo sai perché la Sardegna scompare praticamente dai libri di storia da dopo l'etá nuragica e ricompare nel risorgimento italiano. Il sangue romano è probabilmente piú presente neelle vene di un francese, uno spagnolo o un tedesco che in quelle di un sardo, ma anche se fossimo i piú puri discendenti di Augusto stesso, questo non cambierebbe di una virgola la situazione... dillo agli spagnoli di salire orgogliosi sull'altare della patria, io ci sono salito e non ho provato assolutamente nulla, di Roma mi sono piaciute cose di gran lunga piú belle.
Del letto di Garibaldi mi ricordo che il cuscino era macchiato del suo sangue sul punto di morte... l'idea mi ha fatto un po' schifo. Dei crimini orrendi commessi da Garibaldi e dalle sue truppe non ti interessa sapere, ti interessano solo quelli dei partigiani. Sulla tomba di Vittorio Emanuele II non sono mai stato che io mi ricordi, ma nemmeno mi interessa andare a visitare il sepolcro della peggiore dinastia reale europea, derisa per inettitudine e giri di valzer.
Nemmeno mi interessa visitare il tuo caro Mussolini, fantasioso inventore dell'italico sentimento patrio, talmente sentito che lo ha dovuto imporre per legge. È stato un megalomane di discreto successo che ha fatto una brutta fine ed ha causato parecchi lutti nelle famiglie sarde, se mi recassi al suo sepolcro sarebbe per sincerarmi che è morto veramente, ma non credo che ve ne sia bisogno.

Studia Giorgio e non avere paura di mettere in discussione le tue granitiche certezze.

Roberto Bolognesi ha detto...

Caro GGG, permettimi (che non ha niente a che vedere con il "mi consenta"!): ho un figlio di 34 an ni, una figlia di 25 e ancora una di 11.
Lascio a te decidere se potrei essere tuo padre o tuo nonno.
Tu dici: "Roberto gli ideali e i valori non sono pericolosi sono le fondamente della vita delle persone migliaia di persone sono morte tra cui parenti miei per l'onore di questa Patria per questa bandiera che è bagnata da quel sangue."
Ti invito solo a riflettere su quello che hai scritto: se non è pericoloso quello che fa morire la gente (compresi i tuoi parenti), che cosa lo è?
"Chi per la Patria muor,
vissuto è assai!"
Chi l'ha scritto, secondo te? Un vivo o un morto ipocrita e figlio di puttana?
Io sono per la seconda soluzione: l'ha scritto uno di quei poveri scemi innamorati della morte, che, dopo il "matrimonio" con la sua amata, scoperto il trucco, è tornato per convincere altri poveri coglioni a farsi ammazzare: per non sentirsi solo.
Passo e chiudo.
P.S. meno male che, per puro caso, non sei nato in Arabia Saudita, altrimenti, invece che per te, dovremmop avere paura per noi stessi!

giorgio giovanni gaias ha detto...

>Roberto di nonno ne ho avuto uno e fidati era insuperabile mi tengo stretto il suo ricordo..
Gli ideali e i valori diventano pericolosi se come tale vengono considerati nel senso se delle persone vedono un valore come un pericolo e non mi pare che i miei tre pilatri lo siano cioè Dio Patria Famiglia lo siano.. comunque se questi vengono visti come un pericolo è logico che poi ci sono forzature e i valori degenerano in altro ed è vero ciò che di dici che per valori si è sparso tanto sangue ma ricorda che per certi valori purtroppo e non siamo noi a decidere ma gli eventi della storia si è costretti a versare sangue per conquistare tipo la libertà di una nazione o per unirla.. NON POSSO SENTIRE CERTE STRONZATE DEL FATTO GARIBALDI UCCISORE O COSE DEL GENERE.. ma qui scherziamo o cosa?? Stiamo parlando dell'eroe dei due mondi, di un pilastro della nostra patria di un padre supremo d'Italia io rimango a bocca aperta.. sui Savoia il giudizio non può essere quello che tu hai adesso di quei du burattini che sono rimasti fino a Umberto I tanto di capello.. amico mio so benissimo che i romani non sono mai riusciti a penetrare del tutto le zone interne della sardegna è un argomento che ho portato all'esame delle medie se ci tieni.. per il DUCE guarda l'argomento è talmento vasto ma allo stesso tempo affascinante non lo nego.. ti dico solo che Mussolini è stato uomo del suo tempo portatore di innovazione e cultura non a caso Grazia Deledda sardissima scrittrice disse di Mussolini il salvatore della Sardegna facendone il fiore all'occhiello d'Italia..e mi pare abbia avuto un nobel??? e lo stesso Mussolini nella visita a Sassari disse "le genti di sardegna hanno dimostrato più di chiunque altro il valore e il sacrificio per la Patria, l'onore e il rispetto l'avete meritato sul campo la Sardegna è un prezioso tesoro per lo stato italiano" lui ha recitato nel teatro dei secoli e lui è storia d'italia e nessuno può cancellarlo poichè nessuno può cancellare le opere che sembrano le ossa di un dio.. saluti e w l'Italia..