martedì 12 maggio 2009

Il consenso scientifico non si cerca su un blog

di Gabriele Ainis

Gentile sig Pintore,
Le dovevo una risposta. Per almeno due buoni (per me) motivi. Il primo, un fatto di cortesia: visto che Lei è stato così gentile da indirizzarmi un post. Il secondo che, nonostante l’evidente distanza nelle rispettive posizioni, siamo oggettivamente interessati all’argomento della nostra identità nazionale e, considerato che Lei ha deciso di aprire un blog per parlare (anche) di questo, credo valga la pena confrontarsi in merito.
La mia insistenza nel sollecitare una Sua motivata presa di posizione (di cui non mi scuso, ne avevo bisogno) dipende dal fatto che trovandoLa così manifestamente incline alla salvaguardia dell’identità nazionale sarda, mi chiedevo per quale motivo difendesse atteggiamenti che, a mio avviso, portano nella direzione opposta, e precisamente a un indebolimento della possibilità (remota) della sua affermazione.
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Egregio sig. Ainis
Nella mia casella di posta elettronica, c’è una simpatica gara per scoprire chi si celi dietro “Gabriele Ainis”. Tutto muove da una considerazione che viene male a dire infondata: “Uno che scrive così, con tanto background culturale e simile capacità di organizzare il pensiero, non può essere sconosciuto ai motori di ricerca. E invece lo è”. E allora chi suggerisce di anagrammare nome e cognome, chi di leggere il suo cognome all’incontrario (Ainis = Sinia, a genus of butterfly in the family Lycaenidae, o Sini A., Antonio, Alessando…, tutti ben presenti in Google); e chi propone: e se invece dell’arcangelo Gabriele, si trattasse dell’arcangelo Michele. In quest’ultimo caso, molte cose tornerebbero: proprietà di linguaggio nella scrittura, crudezza polemica, etc.
Insomma, il suo irrompere in questo blog non è passato inosservato. Peccato che, dal mio punto di vista, il dialogo fra lei e me qui si debba interrompere (può continuare con gli altri, naturalmente). Sa? Quando ho letto: “… nonostante Lei sia un simpatizzante dell’archeologia misteriosa (ne fa fede il banner di Forgione)…”, ho capito che non c’è futuro in questo dialogo.
Lo dico per gli altri lettori, perché credo che i suoi pre-giudizi siano tanto amorevolmente coltivati che mi spiacerebbe intaccarli: personalmente non credo alla “archeologia misteriosa”; credo invece che troppi, e spesso ingiustificati, siano i misteri intorno alla archeologia. In questo blog, 173 articoli (e relativi commenti) si occupano di archeologia, e misteriosi comportamenti in questo campo sono spesso denunciati. Uno dei primissimi post (Come cancellare la civiltà nuragica, del dicembre 2007) chiedeva chi avesse autorizzato la costruzione di un complesso residenziale e produttivo nella vallata di Locoe (Orgosolo) a ridosso delle splendide domos de jana di Calavriche.
Se il sig. Ainis non riesce a distinguere fra “archeologia misteriosa” e misteri nella gestione archeologica non so che farci. Ma c’è, nel mio blog, un link al sito di Forgione, dice. Sì, come ce ne sono a blog che personalmente ritengo stimolanti di associazioni di emigrati, di un movimento di sinistra, di un senatore di centrodestra, di un assessore sardista e così via dicendo. Questo fatto dovrebbe far fede che io sono simpatizzante della sinistra, della destra, del Psd’az e di chi sa che altro? Non solo amante degli Ufo, ma anche dissociato, se non proprio mentalmente e politicamente confuso. Via, è un po’ troppo. [gfp]

28 commenti:

Anonimo ha detto...

O piccioccus, lassaiddu perdi. Non c'esti su tantu. Dd'eus cumprendiu de diora totus: esti unu limbudu e unu barrosu e bastat. Custu anonimu a prus de su restu, esti ignoranti meda e non cumprendit su sardu. E narat chi issu est sardu e oidi difendi sa 'cultura sarda'nazionalli autentica! A bellu puntu seus! Cultura, cultura. E sa lingua sarda it'esti? Ohi, ohi! Non eisi biu chi no hat cumprendiu po nudda mancu s'espressioni ' ponni spudu in su nasu'. Totus in Sardigna scinti chi non oidi nai 'ispudai' ma oidi nai 'sfidai a battalla, a fueddus o a bucciconis, calicunu'; ddu naranta e ddu nanta oi puru is piccioccheddus totus a ingiriu intzullendi is gherradoris, pagu arriscaus, narendi 'poniddi, poniddi spudu in su nasu'!.
Est issu chi cun sa conca totu prena de musconis e espis pensat chi is atrus dda tengiant egualli a issu! Lassai perdi, piccioccus, custu, comenti hat nau un'atru anonimu, in su comodu non si setzit comenti si spettada. Ma est berus chi ddi nanta Sini Alessandro? Is trassas de mraxani de ponni unu nomini po un'ateru funti is suas po essiri invisibili. I est berus chi est unu de is 'partigianus' arrubius cun 'Diego' cumandanti? Ma Gabrielli non at a essi un'atru nomi de batalla contra is blogus sardistas? S'attaccu parit contra a is sardistas in is domus sardistas.

Anonimo ha detto...

Si custu est s'arresonamentu de su limbudu e de su barrosu, neppuru su cunsensu contra de su cunsensu populare si podet chircare e agatare in dunu blog. O non er gasi?

Anonimo ha detto...

In effetti la logorrea è peculiare dei Giuristi. Se fosse così bisognerebbe rispondere a due domande: M. Ainis ha il diritto di attaccare autori e libri attrraverso il nickname "Grabiele Ainis"? No, poichè non attacca altri nickname ma nomi reali e registrati all'anagrafe. Bisogna confrontarsi alla pari. Con un nickname si attacca da dietro ad una sorta di scudo (o muretti di banditesca memoria) chi invece è allo scoperto, ovvero i Pittau, Frau, Melis, Sanna, che argomentano e titolano libri usando il proprio nome.
Seconda domanda: perchè il signor Ainis scrive sotto le mentite spoglie dell'arcangelo Gabriele Ainis? Forse perchè, essendo Egli un giurista, e non uno storico, un archeologo, un linguista,qual'ora si smascherasse non potrebbe può usare la clava dei mancati studi storico-archeologici, contro i Frau, i Melis, i Pittau. Non si capisce invece il capo d'imputazione verso il Sig. Sanna: viene assiduamente messo in mezzo malgrado sia laureato in archeologia. Il punto comunque è che se Ella si smascherasse dovrebbe parlare da "non archeologo" a "non archeologo", ed a quel punto, se volesse ancora deliziarci con i suoi interventi, dovrebbe per forza di cose, entrare nel merito dei problemi. Cosa non le garba.
Caro sig. Ainis, a fronte di queste umili considerazioni non attendo la benchè minima replica come del resto, non ne diede sull'insediamento di professori Universitari in cattedre di linguistica accadico sumera, o sulla questione popoli del mare ed altro. Ho tuttavia il diritto e il piacere di scrivere da anonimo, per coloro che mi voglian leggere, poichè sono un anonimo anche nella vita. O meglio ancora, io sono solo un anonimo senza nickname altisonanti.

Anonimo ha detto...

Come gli altri, intendo esprimere un parere circa quanto appena accaduto. Da un lato mi dissocio dagli anonimi, ma dall'altro non mi sento di bollare chi scrive sotto pseudonimo. A patto che non venga a mancare il buon senso e che questo esercizio non sia finalizzato a nascondere la mano dopo aver lanciato il sasso. Detto questo, le 'logorroiche' argomentazioni, come gia' accaduto in precedenza non portano nulla di nuovo all'interno del dibattito, se non un piglio arrogante spacciato per 'forte', ed una critica dall'alto dei palazzi dell'Accademia. E come non mi feci intimidire tempo addietro quando mi confrontai dal basso dei miei scarsi titoli accademici, non intendo farlo nemmeno adesso. Perche' la buona favella non deve essere fine a se stessa e putroppo in questo caso, alla luce dei numerosi post e commenti ivi apparsi, lo e'. Al di la' delle prese di posizione e della critica, per carita', non solo legittima ma anche foriera di confronto leale volto all'acquisizione di nuova conoscenza,non c'e' nulla. Solo critiche (stupefacenti oserei dire, fatte di categorizzazioni generiche e infondate, nonche' di argomentazioni che in alcun caso si sono basate su fonti e/o documenti, fatte di sineddochi o metonimie, i Sanna, i Pittau, gli Stiglitz) e basta puru. Nessun cenno alla lingua, forse anche quella invenzione dei 'fantalinguisti' di Sardegna, gazzarra come dissi un tempo, questo e' quanto. E se venisse provata l'identita' del Nostro, la contraddizione sarebbe la parola chiave del suo ultimo intervento nel quale critica i non specialisti che prendono parte al dibattito.
Come disse mio nonno, accidenti al troppo sapere.

Andrea Crisponi

Anonimo ha detto...

E se Ainis non foss'altro che...Crisponi?

Anonimo ha detto...

Mi lusinga questo sospetto, ma com'e' ben visibile dai contenuti e dall'utilizzo del materiale verbale, questa supposizione scherzosa non puo' che essere sbagliata. Chene narrere chi Ainis si podet intender offesu ca no tengo sa matessi "cultura" sua.

Andrea Crisponi

Anonimo ha detto...

Sa logorrea andat beni meda cun su 'comodu' e cun sa brenti sua totu sciumbullada. Ma nosu naraus bassa a su comodu, ca non seus casteddaius de 'is de nosu'. E biddaius biddaius comenti seus nimancu si setzeus, ca totu su sartu è comodu po fai certas cosas. Abbastat sceti a si cabai is cratzonis de orroda.

Anonimo ha detto...

Why sardinian buzzur language? Putzi putzi.

Anonimo ha detto...

Canta, canta, Ainu, ca ti passada
ca su su pudesciori solu fragu lassada.

Canta canta Gabrieli velenosu
primu tocat a tui e pois a nosu.

Canta canta o animali spizzuadori
ancu ti cabidi lestru su p...

Gabriele Ainis ha detto...

Gentile sig Pintore,
una premesse: è stato Lei a sollecitare una mia risposta (e se non sbaglio alcuni altri fruitori del blog che mi imputavano scarsa consistenza e troppa animosità).
Nel merito. Per tapparmi la bocca e non rispondere alle mie argomentazioni, non c’è bisogno di considerazioni surreali sul fatto che io possa esistere o meno, o che mi celi dietro uno pseudonimo: basta che lei mi dica di non scrivere, fa parte del gioco (non)democratico di qualunque blog e lo accetto volentieri.
Prendo comunque atto che Lei non ha (troppa) voglia di rispondere alle mie osservazioni, e da par suo trova un buon motivo di polemica che io non ho sollecitato, avvertendo che il nostro dialogo si interrompe.
Va bene anche questo, io non avevo altri fini se non quello di chiederLe di interrogarsi sulla validità di alcuni personaggi che (stra)parlano di cultura e se abbia senso considerarli elementi di supporto alla rivendicazione della nostra identità. Evidentemente non è un tema di Suo gradimento, oppure non reputa che io sia persona con cui valga la pena scambiare idee, o non ne ha voglia e basta. E che sarà mai di diverso da un suo diritto?
Una sola osservazione: cosa sarebbero questi “misteri nella gestione archeologica?”
Glielo dico: un altro modo per celarsi dietro l’archeologia misteriosa e le teorie dei complotti e dei sospetti, che mi sono preso la libertà di sottoporre alla Sua attenzione come buon esempio di come si possa sbagliare metodo e merito nel riaffermare noi stessi (da punto di vista del nostro essere sardi)
A dirla tutta, mi spiace parecchio, perché dà noia vedere tanta energia, abnegazione e cervello (senza contare la buona vis polemica di cui i sardi non mancano) portati a difesa di persone che non se lo meritano (non mi permetto di sindacare sulla buona fede, ma sul merito sì) ed in evidente contrasto con le idee che lei afferma di voler propugnare.
Cordialmente,
Gabriele Ainis
A proposito due cosette rapidissime: 1) ma non si era parlato di abolire gli insulti anonimi? 2) se offende così tanto che possa firmare col mio nome, mi usi la cortesia di cambiarlo. Quanto a scherzarci sopra, provi a riflettere su quanto si incazzerebbe Lei se lo facessero con il Suo. Sa, a volte ridiano della faccia altrui senza guardare la nostra: ha uno specchio a portata di mano?
Rinnovo i saluti.

Anonimo ha detto...

La ragione per cui Bertrand Russell è considerato, nel panorama della filosofia, “un grande marginale” risiede nel fatto che i filosofi vogliono continuare a chiacchierare in libertà su questioni non molto dissimili da quelle di cui si occupavano i loro colleghi duemila anni fa. Questi ultimi, peraltro, antenati dei fisici moderni, non certo dei moderni filosofi. L’estensione del proprio lessico sembra essere per i filosofi più importante della coerenza logica del quadro all’interno del quale ne fanno uso. Nell’essenza del suo attacco agli “infiltrati” c’è proprio questo spirito, tipico di certa spocchia da disciplina umanistica: tutto si riduce ad una questione di lessico e, in seconda battuta, di canali attraverso i quali esprimere le proprie tesi. I canali non possono essere altri, come se gli studiosi non potessero acquistare un libro e leggerselo esattamente come leggerebbero un articolo su una rivista specializzata; il lessico deve essere quello, se poi lo si usa per dire che il personaggio rappresentato da un famoso bronzetto, custodito al museo di Cagliari, passava il tempo a dare martellate su un tamburo che aveva legato sulla testa, o altre castronerie simili, che problema c’è? Quanto al suo esempio sul buon tubista-pessimo calzolaio, ci sono tante persone che hanno un hobby che portano avanti con grande passione e, spesso, producendo ottimi lavori. Suvvia, signor Ainis, dilettarsi di storia antica e raggiungere un ottimo livello di formazione non è così complicato, occorre studiare tanto, certo, ma non si sta mica parlando di fisica teorica.
Chi all’università affronta studi umanistici, nella maggior parte dei casi, è guidato in quella scelta dal fatto che alle superiori si è scottato con la matematica. Non so se lei sia fra questi, signor Ainis, certo la baldanza con cui affronta problemi di carattere sostanzialmente epistemologico lo lascerebbe pensare. Lei ha un bell’ardire ad addentrarsi in un terreno tanto insidioso, non oso seguirla più oltre. Però voglio farla una domanda: quanti di quegli articoli, atti di convegni o seminari, di cui lei parla, pensa che passerebbero indenni il vaglio del rigore logico da scienza“dura”, lo stesso rigore che si richiede in fisica ad esempio? Io dico neanche uno, e lei?

Pietro Murru

Anonimo ha detto...

O Pietru, s'arresonamentu, comente s'ateru, est bellu e galanu. Ma Fromm e Pigliaru(Sanna), Russel (Murru), Gramsci (Carta) e sos ateros tottus postos in campu, sos chi nos azuant in carchi modu a bivere e a pensare, a ite balene? A nudda. Mancu Socrate, chi de libros mancu nde cheriat intendere,podet esse de importu contra a sos barrosos.
E cust'ainu est su primu barrosu de su mundu. Ma fortzis non nde tenet crupa ca sa barra est una maladia leza meda e nessunu a faeddos tenet meighina po dda poder curare.

Anonimo ha detto...

Cantu m'iat a praxi a biri totu custus bellus cumentus scritus in sardu! Paiscí cantu fueddus nous nd'iant a bessiri a pillu. Iat a essi puru una manera de s'agiudai a scerai, distinghi, is sardus berus de is sardus stràngius e custus de is sardus stràngius furisteris. Apu scritu "agiudai" ca ddu scideus ca a fueddai e scriri in sardu no bastat po acertai e averiguai su gradu de "strangesa" ca gràtzias a Deus ge ndi teneus de "stràngius de sentidu e cusciéntzia" chi fueddant sa língua nosta puru.
Pàulu Pisu

p.atzori ha detto...

a mimmi mi paret ca tenent arresone sos chi pensant chi Ainis est unu barrosu ebbia e chi est cosa sabia de ddu lassare perdere. Donnia isforzu de ddu cumprendere e de rispondere a su chi narat est ozu perdiu. Si a sa critica non sighit perunu arrejonu po cambiare in menzus, a ite servit criticare si non a segare sos buttones, o sos callonis, a sa campidanesa?

Gabriele Ainis ha detto...

Gentile sig. Murru,
premesso che non ho intenzione di scendere in dettagli riguardo il suo (ahimé) zoppicante ragionamento - ma se lo ritiene utile se ne può discutere - io pongo una questione affatto differente. Se anche chiunque (giustamente) è padrone di proclamare e scrivere le peggiori sciocchezze – pur nei limiti del buongusto e del codice penale – non vedo per quale motivo sia necessario (o peggio opportuno) inseguirlo come alfiere della storia sarda. Si ottiene l’unico e pessimo risultato di portare la nostra storia al livello infimo di questi signori. Le pare una cosa ragionevole? Utile? Auspicabile?
Cordialmente,
G. Ainis

Anonimo ha detto...

O Andre', s''ischire' este una cosa e sa 'cultura' un'atera. S'unu este 'normale',amos a narrere, s'atera nono. Totus ischint ca po ischire bi cheret solu voluntade, passienzia, suore, lezinde e istudiande. Medas dottores e professores 'nd'ischiant' (ne sapevano)meda de latinu, de grecu, de matematica, de inglesu ma (a ti nd'ammentas'?)in s'ora issoro fuit totu unu bolare de botzas de paperi oppuru unu mudore de presone po sas minetas e su fuste de su votu.'Toh, uno meno meno!' Sa cultura est massimamente su ischire chi andat paris cun s'umanidade e sa sabidoria, cun su 'cumprendere' chi sempere sos ateros tenent abisonzu de rispettu e de azudu. E si unu non azuada assumancu rispettede! Non bies chi como calicunu ancora 'faet sa lezione' (e forzis est preparande s'atera) e mancu si nd'acatada de totu su casinu chi b'est. Ma su Preside de custa iscola bella, inue medas persones faeddant puru in limba sarda(fintzas in poesia), manch'issu si nd'acatada de su casinu?

Anonimo ha detto...

Why Sardinian philosophical Language? Putzi putzi.

Anonimo ha detto...

Zoppicante?! Il mio ragionamento fa i 100m in 9s netti! Forse lei non ne ha ben compreso il senso.
Lei ha sciorinato un post chilometrico spiegando come si fa scienza, io le ho fatto rispettosamente notare come da certo ambiente di disciplina (non scienza!) umanistica, difficilmente può venire una lezione di questo genere. Vogliamo fare l’elenco delle idiozie (parole e opere!) che sono state profuse in ambito accademico archeologico-storico sardo negli ultimi cinquanta anni? Sarebbe una ricerca molto interessante! E non venga a parlarmi di correzioni successive dovute al progresso scientifico perché sarebbe un’ipocrisia inaccettabile. Vogliamo, che so, discutere di quell’appello contro un libro (abominio impareggiabile) in difesa della scienza e pieno di scemenze, firmato da comprimari, ma anche da qualche cattedratico, che non hanno la minima idea di cosa sia metodo scientifico. Magari potremo discutere il punto di quell’appello in cui si dice che l’epopea dei Fenici verrebbe svilita se riportata ad un unico centro propulsore in Sardegna: verrebbe svilita? (Questo dice molto sul pregiudizio nei confronti dei sardi antichi, conseguenza di quello sui sardi d’oggi, che obnubila chi in Sardegna si occupa di storia antica.) La storia è li, ferma, non può essere svilita. Sarebbe come se ai tempi in cui si cominciava a capire il fenomeno dell’elettricità, ad un congresso, un fisico si fosse alzato in piedi a dire che il fenomeno della conduzione elettrica sarebbe stato svilito se riportato al solo movimento di elettroni!Gli astanti avrebbero certamente pensato a una battuta divertente! Pecato che invece questi dell'appello fossero serissimi.
Quali sono i suoi alfieri della sardità signor Ainis? Questi di quell’appello? Quelli dei giganti di pietra seppelliti per 30 anni nel magazzino di in un museo? Quelli per i quali i sardi non navigavano e non scrivevano perché...non navigavano e non scrivevano(!)? Forse sono quelli per i quali siccome dei Fenici nel X o XI secolo non vi erano tracce, arrivarono ad ipotizzare il ritrovamento futuro di queste per far quadrare un po’ di cose: certo, e come no, una teoria che si rispetti deve saper fare delle previsioni, se no che teoria scientifica é! Sono questi signori che ci fanno ben figurare, signor Ainis?


Pietro Murru

Anonimo ha detto...

D'accordo con Lei caro Ainis, pressoché su tutto. Provi a mettere un post di elettronica, di fisica, di matematica di medicina: quanti non specialisti interverranno? Di archeologia, di linguistica, di storia tutti si intendono, come che queste non siano discipline specialistiche e non sia necessario leggersi ben bene tutta la bibliografia precedente!

Anonimo ha detto...

Vorrei allegare alcune precisazione al post di cui sopra. Ho grande rispetto per il lavoro degli archeologi, richiede grande impegno, pazienza e passione. Ritengo che l’archeologia non sia, però, una scienza ma, al limite, una “disciplina analitica” limitatamente allo scavo e alle successive fasi ad esso legate. È anche innegabile come tante energie siano state spese e tuttora si spendano per rendere questa disciplina sempre più vicina, nei metodi di lavoro e nell’analisi dei dati raccolti, alle scienze “dure”.
Quando, però, si passa a tracciare i quadri storici l’archeologia perde ogni parvenza di pseudo-scienza per approdare a una sorta di “giornalismo di tesi”. L’ampiezza della deviazione è legata in modo stretto alla capacità dell’archeologo di affrancarsi (quando è il caso) dalle sovrastrutture scolastiche. È in questa fase che ad un occhio attento possono apparire salti logici e deduzioni a partire da premesse indimostrate. Questa fase debole, quasi abbandonata alle oscillazioni ideologiche dell’archeologo e alla sua levatura intellettuale, che quindi ha poco di scienza, può essere usata contro chi dall’interno del mondo degli “addetti ai lavori”, lancia anatemi e accuse di non-scientificità verso l’esterno (o anche verso alcuni al proprio interno). Esterno, peraltro, piuttosto variegato, composto da “dilettanti”(e non) in tutto diversi l’uno dall’altro per statura culturale, capacità di indagine, acutezza di ragionamento ecc. Questo esterno così vario e movimentato ha suscitato l’interesse dei sardi. Oggi le conferenze e i convegni su questi temi sono affollate, se non si arriva un’ora prima si sta in piedi, e questo accade sempre, sia che tra i relatori ci siano i Melis, i Frau o i Sanna, sia che ci siano gli Zucca, gli Ugas, gli Stiglitz. Sia che si parli di Shardana, sia che si parli di Pill’e Matta, di Pintadere o di quant’altro. Chi oggi legge quelli “alla Frau” (e forse proprio grazie a loro) legge anche Lilliu, Liverani, Canfora, Carandini, Godart... Tutto questo non può essere negativo. Sa cosa non va giù a quelli come lei, caro signor Ainis? (Perché io penso che lei sia molto addentro al mondo archeologico sardo e che con quel suo pseudonimo ci stia dando a tutti degli asini). Non vi va giù il fatto che i sardi vi abbiano messo gli occhi addosso e abbiano turbato il vostro piacevole sonno. Non va giù, a quelli come lei, di dover smettere di trattare il mondo esterno come un mondo di zotici, non digerite il fatto che il vostro lessico non sia più incomprensibile per moltissimi, la informo infatti, signor Ainis, che anche i sardi, da qualche decennio a questa parte, studiano. Ed è infatti da qualche decennio a questa parte che sempre più numerosi si interrogano su quanto è stato raccontato su di loro e sulla loro storia antica e recente.

Saluti
Pietro Murru


PS
Caro anonimo di cui sopra,
ha detto bene, disciplina non scienza, certamente più accessibile ai dilettanti della fisica (di cui l’elettronica è una piccola branca, cosi ora lo sa anche lei!) o della matematica. O no? Ovvia la necessità, quando si fa una ricerca, di leggere tutta la bibliografia precedente. Anche su un blog bisognerebbe aver letto attentamente tutti i post precedenti circa l’argomento su cui si è deciso di intervenire.

Gabriele Ainis ha detto...

Gentile sig. Murru,
contrariamente a molti (troppi), non ho bisogno di alfieri della sardità, né in genere di alfieri. Mi faccio bastare le persone che lavorano seriamente (in Sardegna, come altrove, non mancano!).
Coloro che prendono la scorciatoia delle fantasciocchezze mi piacciono meno (o per nulla): padrone Lei di apprezzarli, io di pensare che la sardità di cui parla anche Lei (e che mi sta a cuore) ne venga danneggiata.
Veda, si tratta di capire se accontentarsi o meno. Secondo me meritiamo altro, secondo lei no, vanno bene i fantastorici, fantarcheologi, macchiette varie (e mi fermo per non causare i crampi alle dita di coloro che sono felici di leggere la fantascienza ed insultare me sul web, beati loro).
Riguardo le Sue osservazioni sul senso di discipline quali storia o archeologia, preferirei che Le rispondesse un addetto ai lavori, e comunque non le condivido, continuo a trovarle confuse e infarcite di contraddizioni (trattasi ovviamente di un mio personale giudizio, non della verità rivelata o di un’offesa). Tuttavia Le ripeto che se ne vuole parlare, possiamo farlo: pubblichi un ragionamento sul perché non vada bene il sistema del peer reviewing (cioè la necessità di sottoporre i propri scritti alla comunità scientifica) e le risponderò volentieri. Oppure provi a leggere un qualunque saggio introduttivo alla metodologia della ricerca storica: troverà indicazioni assai più pertinenti delle mie (assai modeste).
Cordialmente.
G. Ainis

Anonimo ha detto...

Caro signor Ainis,
in corsivo le sue osservazioni, in caratteri normali le mie risposte:

Coloro che prendono la scorciatoia delle fantasciocchezze mi piacciono meno (o per nulla): padrone Lei di apprezzarli, io di pensare che la sardità di cui parla anche Lei (e che mi sta a cuore) ne venga danneggiata.

Ne apprezzo alcuni. Di altri condivido meno, certo non penso siano un danno per qualcuno, o per la sardità.

Riguardo le Sue osservazioni sul senso di discipline quali storia o archeologia [...] non le condivido, continuo a trovarle confuse e infarcite di contraddizioni

Le mie osservazioni non riguardavano il senso di quelle discipline ma, più semplicemente, quanto esse siano distanti dal poter essere considerate scienze nel senso in cui lo sono la fisica o la matematica. Non so quali contraddizioni lei trovi nel mio ragionamento, a me pare piuttosto semplice e lineare.

pubblichi un ragionamento sul perché non vada bene il sistema del peer reviewing (cioè la necessità di sottoporre i propri scritti alla comunità scientifica) e le risponderò volentieri.

Non ho mai sostenuto che non vada bene, ritengo che il sistema della revisione paritetica sia fondamentale per il progresso scientifico. Occorre fare però dei distinguo: il rigore logico richiesto per la pubblicazione di un articolo su Physical Review non può essere richiesto per la pubblicazione di un articolo su una rivista di archeologia o di economia, pena non pubblicare la rivista per assenza di articoli accettati. Per questo ritengo che si possa elaborare una tesi storica o economica e sottoporla alla comunità scientifica anche con la pubblicazione di questa attraverso un libro. Mi pare, peraltro, sia cosa non rara nell’ambito di certe discipline.

Per il resto credo di essermi dilungato fin troppo nei precedenti post.

Saluti
Pietro Murru

Ainis ha detto...

Bene, allora il rigore logico va bene per certe discipline, per la storia invece no, si può dire qualunque bestialità.
Complimenti: un vero capolavoro! E soprattutto nessuna contraddizione!
G Ainis

Anonimo ha detto...

Non ti ndi sesi accattau, o Ainu professori di 'barba e capelli'? 'Il sipario è calato'!Ti d'anti nau is spettadoris de 'sa corrida' cun trumbittas,matraccas e tumborrus, arriendi a iscracagliu e tuppendusì is origas. S'operetta est acabada. De diora. Sa genti comuna hat sententziau chi non ballis a logu, si non po barra manna, e is criticus puru. Seus e funti arroscius e meda e depis andai a fai sa braba in atrus logus de spettaculu de iscientzia scientifica de 'sardidadi italiana coment'est sa chi praxit a tui. No ammancant e ddu scideus.Nosu me innoi de tomatiga, de appiu e de xibudda non di teneus prus.
E tui Pedru, tenis ora de du cumbatti cun is fueddus e cun is arresonus. Lassa perdi ca is barrosus ointi sempiri s'urtimu fueddu e bivinti e esistinti sceti po sa barra.Deghinou tui puru passas po barrosu. Lassa perdi!

Etiam ha detto...

Non riesco a capire coloro che ritengono inaccettabili i ragionamenti del sig. Ainis. Condivido le sue affermazioni ed osservazioni. Leggendo gli autori più disparati anch'io ho tratto le mie considerazioni, fino a giungere ad un pensiero che corre decisamente parallelo al pensiero Ainiano. Pensiero distante dai soliti sospetti di congiure, non antiaccademico a priori, non antiromano, non ultranazionalista. Non abbiamo bisogno di tripli salti mortali per glorificare la storia sarda, essa è già grande!

Anonimo ha detto...

I iad a essi prus manna custa storia si nci stuppas tui puru, topixeddu. Non ti andant is criticas a is criticas? Non ti andant is matraccas e is tumborrus contra de is palleris e is barrosus? Non ti andant su sardismu e sa sardidadi nosta?
Bai, bai stuppanci e impressi!
Topixeddu.

ETIAM ha detto...

...anonimo...perchè non argomenti il tuo pensiero invece di rivolgerti in quel modo? Ti sono sembrato sgarbato? Ciao topixeddu

Pino Puddu ha detto...

Salve, devo overclockare un vecchio P55 con frequenza nominale 233 mhz. dalla Bios Ami del 95 non mi è permesso, dalla MoBo coi jumper faccio poco e niente. Affermo che il moltiplicatore è bloccato, il front side bus è oscillante fra i 50 e i 66. Se saldo un smd da 0.1A, potrei raggiungere i 500 mhz? Devo per caso overvoltare? Aspetto risposte, garzie!
Pino Puddu