Ma guarda tu che s'ha da fare per vendere qualche copia in più del giornale. Questa locandina dell'Unione sarda, esposta ad Orosei, ha creato, come si può comprendere, un bel po' di panico. Leggendola, chiunque capirebbe che un'ondata alta 18 metri stava per abbattersi sulla cittadina baroniese. Orosei, come si saprà dai giornali e dalla televisione, ha avuto recentemente a che fare con l'acqua: un disastro che ancora oggi è ancora negli incubi di chi ha avuto case semidistrutte, mobilia resa inservibile, campagne allagate e rese per ora improduttive.
Due mesi fa fu un uragano a combinare il disastro. Immaginarsi che cosa c'era da temere da un'onda di 18 metri. Si trattava di una notizia in parte esagerata e in parte completamente falsa. Esagerata perché l'allarme tsunami, dato da un istituto veneziano, è stato ridimensionato sia dal servizio metereologico della Sardegna sia dalla protezione civile italiana. Falsa (con punte di mala fede al limite del reato, quello di procurato allarme), perché in ogni caso lo tsunami o lo tsunameto riguardava un altro mare: quello occidentale, non l'orientale.
Qualcuno si appellerà poi alla libertà di stampa.
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