Normalmente, i ceti politici italiani (e a cascata quelli sardi) non sentono la coerenza e la logica come impegno morale. Figurarsi se da coerenza e logica possano essere contagiati in campagna elettorale. Le parole raramente servono a catturare il consenso delle menti, più spesso quello delle emozioni che, come si sa, vanno poco per il sottile.
Chi non si emozionerebbe, fra i sardi coscienti del loro essere sardi, sentendo Renato Soru dire: alla Sardegna ci pensiamo noi? E fare appello: “I sardi dicano no al colonizzatore”? Il mio vecchio cuore di militante di Su pòpulu sardu (ricordate le mille scritte: “Sardigna colonia” sui muri dell’isola?) si è emozionato. La mente no, sentendo che Soru indicava come colonizzatore solo Berlusconi, comente su boe chi narat corrudu a s’àinu.
Ed ecco la coerenza e la logica. Non è la segretaria del suo partito (Soru fa ancora parte del Pd?) che è andata a Roma a consegnare le sue dimissioni nelle mani del capo del partito italiano? Non è questo stesso leader che ha mandato in Sardegna un suo proconsole per imporre al centro sinistra la candidatura di Soru? Non è questo stesso proconsole che presiede alle decisioni sulle candidature in Sardegna?
Almeno, dall’altra parte si è scomodato il capo in persona. Colonizzatori per colonizzatori, almeno in Sardegna è venuto il Principe non un qualsiasi valvassino. Cosa pessima l’una, insultante l’altra. C’è anche chi, come gli ex sardisti che hanno preferito l’Aventino allo scontro politico con gli ormai ex compagni di partito, grida contro “is meris istrangius de Arcore” e si allea con “is meris istrangius de Roma”. Sposta la questione sul terreno delle latitudini, inventando per il Psd’az un passato di limpida coerenza di sinistra e dimenticando i governi che ha fatto con la Democrazia cristiana, definita di destra dagli attuali alleati.
Purtroppo per la nostra terra, nessuno dei due grandi schieramenti può dire de custa aba non bibo, nessuno è immune dalla dipendenza dall’esterno. E allora, se vogliamo scegliere fra i due, dobbiamo fondare la nostra scelta sulla maggiore aderenza dei programmi alla nostra idea di Sardegna.
Su Facebook ho lanciato questa dichiarazione di principi:
“Siamo certi che ogni partito prometterà agli elettori di:
a) combattere la disoccupazione;
b) sconfiggere la povertà;
c) aiutare la famiglia;
d) battere la dipendenza della Sardegna;
e) salvaguardare l’ambiente;
f) diminuire le servitù militari;
g) migliorare la sanità pubblica;
h) tutelate il diritto allo studio;
i)...
Tutto ciò non ci consente di scegliere e votare un partito piuttosto che un altro. Sceglieremo un partito che nel suo programma si impegni, entro un anno, a:
- proporre una legge di politica linguistica che: renda il sardo coufficiale all’italiano; faccia obbligatorio l’insegnamento del e in sardo nelle scuole di ogni ordine e grado; renda il sardo visibile nei media, nelle strade, nelle istituzioni, nelle insegne pubbliche e private; punti alla standardizzazione della lingua sarda;
- proporre una legge organica che trasformi i Lavoratori socialmente utili in collaboratori in un programma pluriennale di scavi archeologici tesi a restituire alla civiltà sarda tutta la sua importanza culturale ed economica;
- proporre la redazione di una Carta fondamentale dell’autogoverno della Sardegna fondata sul massimo di elementi di sovranità possibili."
In questo momento la dichiarazione “Sceglieremo un partito che promuova la lingua sarda” è stato sottoscritto da 80 persone. Poche per preoccupare seriamente i partiti, ma sufficienti a segnalare che anche di queste questioni vogliamo ci si occupi. E che comunque in base a queste scelte decideremo.
Certo, più saremo e più ascolto avremo.
7 commenti:
Mai sentito parlare di iRS???
Vagamente. Scherzo, naturalmente. Ma io stavo parlando dei due schieramenti italiani che sono destinati a vincere, visto che il mondo dell'indipendenza continua a farsi la guerra
Caro Gianfranco,
sulle colpe della sinistra filonazionale e della destra ultranazionale, non discuto. Già sai del mio orientamento pro Renateddu nostu! Non ti annoio nemmeno sulla questione salvacoste e sulla tassa sull'ambiente (molti la chiamavano tassa sul lusso)! Sulla questione del colonialismo avrei molto, ma molto da dire. Soru è riuscito laddove Psd'az, Sardinia Natzione ed Irs, hanno fallito! Vedi le basi ed il demanio militare. Tutto questo è agli atti! Come sono una realtà le oltre 20000 assistenze domiciliari integrate! Caro Gianfranco, chi ti conosce dice che sei una persona sobria e corretta. Personalmente non ho difficoltà a condividere i punti da te elencati. Così altrettanto correttamente ti invito ad intervistare almeno una di queste famiglie che beneficiano di questo servizio offerto dalla Regione. Credimi in questi 4 anni ho visto e parlato i cosiddetti "ultimi",malati mentali prima totalmente emarginati ed abbandonati. Alcuni non li vedevo da almeno 30 anni! Di uno in particolare ho un ricordo che non cancellerò mai più: avevo 7 anni ed insieme a questo mio coetaneo, giocavamo in strada. All'improvviso un urlo lacerante, un dolore forte alla testa, disse di sentire forti delle voci. Scappò a casa. Da quel giorno non l'ho visto più. Una esistenza la sua, tra ricoveri e casa, rinchiuso, al buio, rifiutando tutto e tutti.
In questi anni il recupero grazia agli interventi regionali. E' bastata l'amore e la pazienza di ragazzi e ragazze seriamente preparati, per far uscire dal buio migliaia di queste persone. Il sorriso ritrovato di questo mio amico, vale più di cento, mille, milioni di sorrisi falsi a 34 denti. Manichedda, Cappellacci, La Spisa, Berlusconi, non possono cancellare queste conquiste. Non possono restituire queste risorse ai vari Randazzo, Floris, ecc ecc. Molti di questi ragazzi lavorano oggi nelle biblioteche, in alcuni laboratori teatrali, musicali...sono Vivi! Il colonialismo ha come prezzo da pagare anche queste cose e voi, persone sensibili e giuste, non dovete permettere a questi figuri di far risprofondare i Sardi e la Sardegna nel buio più profondo.
Saludi e trigu a tottus
Carlo Carta
Carissimo Carlo, intorno agli atti di fede non sono in grado di discutere e nemmeno sulle capacità taumaturgiche di alcuno.
Qui si stava ragionando intorno alla denuncia di Renato Soru del colonialismo altrui senza vedere quello che affligge il suo schieramento. Ancora oggi, sulla Nuova, un titolo annuncia: "A Passoni la decisione definitiva" sulle candidature. Che a decidere in Sardegna sia il Principe di Arcore o il Valvassino di Roma non cambia la sostanza delle cose.
caru zfrantziscu, in custos ultimos tempos sa coerenzia est cosa semper' pius rara, ma cando unu s'agatat a fagher' su chi s'est giai fattu mi paret chi de coerentzia bi nde risultet paga.
So' po s'UNIDADE INDIPENDENTISTA (folzis po torrare su puntu a IRS, o folzis po cunfrimmare sa gherra chi su mundu indipendentista sighit a si fagher') chi si diat a poder' mustrare sensibile a sos puntos chi sezis proponinde (si no bistat chi sos votos bostros andan' a sos duos bloccos italianos)). A custu propositu ti dia cherrer' fagher' osservare chi si est beru chi niunu est immune da dipendentzia, no podet esser' faula chi fetat a rier' sa idea de unu milanesu (o unu romanu) chi calen' in Sardigna po proponner' una legge po su "guvernu autonomu" de s'isula fundadu subras sos elementos de sa soverania (o sovranidade) chi sighit a esser' de sos romanos o de sos milanesos a sos cales avanzamos "sa petizione" (o, diretamente, "pedimus"). Folzis tenet rejone Soru a bi ponner' finas sos dzingaros in su DDL de sa politica linguistica noa, tra sardos e issos, oramai, pagas risultan' sas diferentzias. Alluvionados, atendados, albergados e isfollados, mancat ancora chi, postu a banda su tzapu, nos agatemas in sos incrocios de sas istrada cun sa manu parada o s'iscovulu po samunare sos bidros.
Hapo legidu sos puntos de sa "soberania dipendente" e, si mi lu permitis, ti dia cherrer' fagher' osservare duos puntos chi mi paren' unu pagheddu adzardados.
Iscries chi "hazis a seberare unu partidu chi intr''e ss'annu s'impigned' a proponner' una legge de politica linguistica chi rendat su sardu couficiale cun s'italianu", ma, istimadu, ite sensu tenet a dimandare su chi già si tenet (cussizo de torrar' a legger' s'Art. 2 de sa L.R. 26/1997) o su chi no si podet tenner'?
Sa cosa chi m'hat fattu unu pagheddu indignare (m'has a iscusare ma arrivo a mi dimandare ite ateru hep'ischidu fagher'!) est su chi arrivades a dimandare cun s'inserimentu de su Sardu obrigatoriu in sas iscolas. Deo su Sardu in iscola lu dia 'ier' "solu facoltativu" (chi diat a esser' cosa de bi fagher' festa manna. A mie in iscola m'han' bociadu ca hapo dadu su benennidu in sardu a sa professoressa de filosofia e de istoria!). Su sardu (e unu sardu no podet fagher' a mancu 'e l'ischire) male si prestat a sos obrigos e a sas imposiziones e sa limba si faghet sighire po amore, po delizia e po dilettu (no b'hat logu po sos elementos de disturbu chi poi si deven' rimproverare, redarguire, espeller' o suspender', creende sa rottura de s'armonia unitaria in "sa classe". Ti naro custu po esperientzia in su campu. "Su sardu" est una facoltade chi no si lassat imbrigliare e, mancari l'imbolighes o l'istringas, risultat semper a s'isolbere.
VOTO UNIDADE (si risultan' a depositare sas frimmas cun su simbulu in tempus utile)ca in sa mesa chi hamus allestidu in Piazza Azuni in tathari, hap'ischidu chi sos de "A Manca Po S'Indipendentzia" si cheren' difender' in limba in su dibatimentu chi los biet accusados de delitos infames. Hamus faeddadu e m'han' ispiegadu su tribagliu de istudiu e ricerca chi sun' faghinde in sa interiorizatzione de sa limba e no solu, invitendemi a lis dare una manu (no t'immaginas comente mi sia potidu intender' in cussu momentu, ite totu mi siat potidu passare in conca). M'hat toccadu su coro, hap'abertu S'ISCOLA SARDA e bi lis hapo posta tota a disposizione, cumpletamente.
Torrende a nois, tocat de sutraer' s'isula a sa solidariedade de s'alga 'e sos muntonarzos, tocat de la serrare a sas miras de istockaggiu nucleare (sa bandela "SCORIE NO GRAZIE" podet esser' ancora utile, comintzade a fagher' mente inue l'hazis riposta!), tocat de la liberare da totu custos "bilancios falsados". Sa Regione est oramai in fallimentu (chie 'inchet hat a dever' aprovare sa finantziaria cun sos fundos de s'Istadu de su 2056, si poi si dimandat de aprovare una legge chi b'est giai o chi no podet fagher' sa difficoltade aumentat!), e tocat de nde traer' ragas.
Sa proposta chi so' avanzende "po contu meu" est de una "riforma de sa legge elettorale in campagna elettorale".
Osservo chi sa Carta fundamentale de s'"autogoverno" (da: reggersi,governarsi da soli) no si podet fagher' in sa Regione, tocat de nd''essire, de isolber' sos nodos.
Mi dia a poder' illonghiare ma, sa campagna est longa, curro su rischiu de risultare pius longu de "sa campagna elettorale"(e no est pagu).
Hap'intesu chi finas sos "mamuthones e thurpos, boes, merdules e sa filondzana" (dadu su tempus uficiale) sien' in titulu de richieder' su certificadu po poder' votare. Paret chi sian' orientados a votare su Re a President''e sa Regione, però minetan' chi chie si siat chi siat su chi bi risultat, su Martis de carrasegare a palt''e sero "lu brujan'", lu faghen' a una chisina, po lu fagher' nascher' nou (comente cussu pudzone arabu) s'in cras manzanu!
Aberit sa campagna elettorale su fogu comunitariu de Sant'Antoni (cando tocat sa compana e, in sas biddas, s'atzendet "sa tuva"), si serrat in maschera po isetare su Presidente mascheradu.
Ringraziende infinidamente a prof. Gigi Sanna po sa magistrale lezione, ponzo sos saludos pius sentidos e mi ritiro in "su Chizone web", inue mi so' preparende unu "chizoneddu" propriu po sa Campagna.
Cuncordo e cumprovo subra sa "legge organica chi trasformat sos tribagliadores socialmente utiles in collaboradores a progetu (bastat chi siat su tratamentu economicu che sas condiziones de cuntratu sian' basados subra regulas diferentes da sos cuntratos po sa limba sarda. Una tassazione a su 75% po chentu, in Sardigna, in italia e in Europa, no la ragiunghet niunu e si podet definire in termines de "isfrutamentu". Mi cuntento chi caligunu tenzat in bidea de promover unu programma pluriennale de iscavos po torrare a sa civiltad''e sos Sardos (chi est primigenia, hap'istabilidu su puntu principiale) tota s'importanzia sua, siat da su puntu culturale che economicu (podinde dare risposta finas a sa gherra ch'est in s'istriscia 'e Gaza tra Israelianos e Palestinesos!).
Ciao, Giulio!!!
Sardus filius istimadu, ite ti podo nàrrere, si non chi so cuntentu de istranzare in custu blog a tie puru?
Tue pessas de botare a Unidade indipendentista e naras chi s'autoguvernu sa Rezone no lu podet pesare. E pessas chi s'indipendèntzia si pedat in carta bullada?
La campagna elettorale per il governo della Terra Sarda e del suo Popolo dal 2009 al 2014 è cominciata, e ci sarà da giurare che tra i due principali e potenti poli che si contenderanno la leadership non vi sarà alcuna esclusione di colpi e noi, poveri indigeni, resteremo a guardare commentando dal bar, dall’ovile, dalla scuola o dal focolare di turno i pregi od i difetti degli uni o degli altri, salvo poi restare delusi, come sempre, dopo poco più di un anno di Governo regionale, qualunque esso sia. Ci renderemo conto che la situazione della nostra Isola continua inesorabilmente a peggiorare e che la soluzione ai problemi secolari è sempre più un utopia. Chiunque entri a Governare, renderà conto ai suoi “superiori” di Roma, e come al solito l’impressione sarà quella che i problemi che stanno più a cuore agli Amministratori Sardi sono più quelli nazionali ed Europei che Regionali. Oppure si creerà la situazione inversa nel quale, un “super-uomo” vorrà a se tutti i poteri e, alla faccia della collegialità, pretenderà di “comandare” a suo piacere. Cosa votare quindi? C’è da scommettere che mai come questa volta, buona parte dei Sardi si troverà di fronte a un enigma senza precedenti, il non sapere veramente da che parte andare! Infatti, se da un lato l’ex Presidente Soru ormai lo conosciamo già e, dopo un breve periodo nel quale gli abbiamo anche creduto e ci è pure diventato simpatico grazie al suo carattere “prettamente Sardo” ed abbiamo sperato che qualcosa cambiasse veramente, dopo un paio d’anni di mandato ci siamo dovuti ricredere, visto il suo innato istinto a dire NO a quasi tutto, a vincolare coste e terreni agricoli (senza distinzione tra le due cose e gettando l’agro-pastorizia in una situazione sempre più drammatica) salvo derogare dove e quando gli pare, monopolizzare e privatizzare l’acqua, portare l’immondezza dal continente scavalcando anche una legge dell’Autonomia Sarda che vieta lo sbarco di rifiuti non prodotti nell’Isola, dando più l’impressione di avere a cuore il togliere dai guai l’allora Presidente del Consiglio e non, come ci ha fatto credere, il dovere di essere solidali e dare una mano agli altri, che tra l’altro di noi se ne fregano altamente ( vedi soprattutto i napoletani che con le navi della “Tirrenia” hanno dimostrato e tuttora dimostrano quanto a cuore gli stiano i Sardi), oppure fondere ed omogeneizzare il suo partito che alle elezioni si era presentato come “Autonomista Sardo”, con il nascente “PD” nazionale, per la gioia di Veltroni & C. per poi pretenderne la Segreteria Regionale che gli è stata negata perché rischiava di ridicolizzare un partito politico che poneva alle basi stesse della sua fondazione la piena democrazia ed il rinnovamento, nonché la divisione e l’incompatibilità dei diversi ruoli, ma recuperando e “vendicando” in un secondo momento lo sgarro subìto acquistando il quotidiano “l’Unità” e togliendo nuovamente dai guai e da un clamoroso imbarazzo non solo la redazione ma i vertici della sinistra nazionale, evitando che proprio il giornale che da sempre ha fatto della lotta, la tutela e della difesa degli operai il suo cavallo di battaglia potesse cominciare a licenziare i suoi dipendenti travolto anche lui non si sa bene se dalla crisi economica o dalla perdita di popolarità e simpatia da parte dei suoi lettori, mossa questa che gli ha permesso di “imporre” come Segretario Regionale del PD la bella Francesca Barracciu, già sua fedelissima consigliera Regionale e Sindaco di Sorgono che in questo modo percepisce tre bei e lauti stipendi, alla faccia del proletariato. Inoltre, questa è la mossa che gli permette di scavalcare anche un’altra regola cardine della “Costituzione” del Partito Democratico, e cioè le primarie! Il nostro caro Presidente quindi, correrà da solo, senza alcuna concorrenza “amica”, ma solo con gli avversari degli altri poli, per la gioia della democrazia e dei Sardi come noi! Potremo continuare con la ridicola storia del “digitale terrestre”, presentatoci come forma di modernizzazione della nostra Isola addirittura la prima in Europa, facendoci apparire come una terra moderna e telematica, propaganda che nasconde invece l’amara realtà che vuole ancora una volta noi Sardi le “cavie” della situazione, ogni qualvolta vi sia la necessità di un luogo dove “provare” un qualcosa, sia questa materiale che morale, organica o tecnologica. Il digitale tanto acclamato e reclamizzato, altro non ha fatto se non obbligare tante famiglie che già non riescono ad arrivare a fine mese, a fare una spesa aggiuntiva e non preventivata per potersi almeno permettersi il “lusso” di mantenersi aggiornati con i “gazzettinos” ed i telegiornali. Alla fine, ancora non funziona bene e molte famiglie ricorrono all’aiuto dei tecnici che non lavorano per la gloria! Forse sarebbe stato meglio ad essere la prima Regione in Europa che stava riuscendo ad uscire dalla crisi! Al contrario, si è opposto alla creazione di un polo Universitario a Nuoro, progetto che non solo avrebbe realmente permesso svariate possibilità occupazionali, ma avrebbe concorso in maniera concreta al cambiamento anche sociale del territorio Barbaricino, sempre più abbandonato al suo misero e tragico destino! Per non parlare poi del conflitto di interessi mai risolto (ha ragione Dipietro) ed il vergognoso fatto di “Funtanazza” dove una sua società ha presentato il progetto preliminare per un mega impianto alberghiero a due passi dal mare, in deroga ed in barba ai vincoli ed ai divieti da lui stesso imposti! Comunque, del Presidente Soru, conosciamo tante altre cose, ma sarebbe inutile e noioso dilungarsi troppo.
Dal canto suo il centrodestra non se la passa meglio e non solo non ci soddisfa di per se, ma la scelta dell’attuale candidato, ci è apparsa strana e misteriosa in quanto, se Soru lo conosciamo bene, Cappellacci non sappiamo chi sia! Non lo abbiamo mai sentito nominare, per questo motivo non possiamo amarlo, non possiamo volerlo come nostro Presidente! Con tutti i nomi illustri che il centrodestra Sardo aveva a disposizione (Pisanu, Delogu, Nizzi) si viene a proporci uno che ha tutta l’aria di essere un fedelissimo di Berlusconi, uno che non andrebbe neanche a pranzare senza aver chiesto il permesso al “padrone”! La scelta, sembrerebbe al primo momento priva di ogni qualsiasi logica, e siamo anche tentati ed autorizzati a sospettare che gli alti vertici nazionali dei due poli abbiano stretto un patto per spartirsi i territori e che per la Sardegna si sia deciso che debba restare al potere la sinistra con Soru. E’ però motivata anche l’impressione che Berlusconi voglia iniziare proprio dalla Sardegna ad attuare il suo piano di “Presidenzialismo-Dittatoriale” per il quale ha già iniziato la campagna promozionale, opponendosi alle preferenze nella nuova legge elettorale affinchè il cittadino non possa scegliere da chi essere amministrato riservando tale scelta ai Presidenti, Segretari e capi di partito, andando contro tutte le più basilari regole della democrazia e della libertà!! Con Cappellacci al potere in Sardegna, sarà Berlusconi a comandare ed a tirare i fili dei suoi burattini! La cosa che ci scandalizza di più, è che neanche una voce si è levata dal centrodestra Sardo, neanche uno straccio di parola di protesta all’imposizione dettata, protesta spinta se non altro da un senso di dignità ed orgoglio, protesta dettata dal fatto che la Sardegna non è solo Autonoma in quanto dotata di uno Statuto Speciale ma che anche i Partiti devono essere rispettati e conservare una loro Autonomia in ambito locale!! Alleandosi con loro, i Sardisti hanno confermato di aver perso da tempo la bussola ed i valori ed i motivi più importanti della nascita della Partito Sardo d’Azione, e cioè l’Autonomia piena della Sardegna e del suo Popolo, ma ci avrebbero nauseato anche coalizzandosi con il centro sinistra come hanno già tragicamente fatto perché ormai hanno distrutto il Movimento voluto da Emilio Lussu e tutta la fiducia conquistata fino all’acquisizione della dottrina di Mario Melis. Anche loro sono fuori. Degna di nota è a nostro avviso, è la coalizzazione che finalmente gli Indipendentisti sono riusciti a formare, ma il movimento “A Manca pro s’Indipendentzia” ci sembra ancora troppo legato ad ideali di estrema sinistra che nulla hanno a che vedere con l’Indipendenza di un Popolo, visto che il Comunismo tende a centralizzare e non a dare spazi Autonomi! L’unico partito (anche se non prettamente Sardo) che ha dimostrato coerenza, lealtà, coraggio e rifiuto di questa vergognosa situazione venutasi a creare nell’Isola è stato il Partito Socialista, che grazie all’onestà personale e politica e la trasparenza che da sempre contraddistingue il suo Segretario, Peppino Balia, ha mandato tutti al diavolo e, mettendo a serio rischio la struttura e l’esistenza stessa del Partito nel caso di una clamorosa disfatta elettorale, ha preferito correre da solo, svincolandosi da pesanti complicità dovute alla sicura mala gestione di chi andrà a Governare! I Socialisti, hanno non solo il nostro consenso, ma anche tutta la nostra ammirazione per ciò che è stato sopra riportato e, inoltre, chi voterà loro manderà un chiaro segnale di protesta e non sarà responsabile della nuova tragedia Amministrativa che si prevede in Sardegna!
Chi votare quindi? Vincerà quasi sicuramente uno dei due “big”, o Soru o Cappellacci, su questo vi sono pochi dubbi ma, non spetta a noi, per il momento, suggerire il voto. Noi ci limitiamo a fare una breve sintesi illustrativa della situazione politica attuale della nostra Terra e denunciare quelle che per noi sono delle autentiche buffonate! Dal canto nostro, continueremo ad impegnarci concretamente all’interno della società civile nel cercare consensi per formare un movimento sempre più forte e destinato a diventare un vero e proprio partito politico, che abbia caratteristiche Sardiste più profonde, motivate, sentite ed ideologiche del Partito Sardo d’Azione attuale, ma anche più moderate, razionali, aperte al dialogo ed al mondo di quelle degli Indipendentisti! Un partito che sappia confrontarsi con tutti, ma che abbia a cuore e come unica missione solo ed esclusivamente i problemi della Sardegna, fino a quando questi non saranno risolti! Una visione moderna e concreta dell’Autonomia, quella forte e reale, senza utopistiche visioni e con il concetto che tutto si crea da una base che, se solida, permetterebbe la costruzione ed il sostegno di un progetto ben più ampio e importante!
Documento Politico a cura della Direzione Provvisoria del “Movimento Nazionalista SARDO”
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