Metà Sardegna è di nuovo furibonda
per colpa di altre omissioni italiane: uno dei quotidiani più
importanti della Repubblica, Il Sole-24 ore, si è dimenticato
di allegare l'isola alla penisola.
In una cartina geografica, l'organo
della Confindustria ha confuso la considerazione che l'Italia ha
della sua Matrice, che è notoriamente nulla, con la realtà delle
cose: la Sardegna appartiene – purtroppo – all'Italia. Come, del
resto, ha confermato qualche ora fa il Governo Monti che ha bocciato,
rinviandola alla Corte costituzionale, una legge regionale.
È quella cosiddetta del “Piano casa”
che, secondo le vestali che in quei ministeri allignano, avrebbe
diversi profili di incostituzionalità. A me non piace molto, quella
legge e, probabilmente, se ci fosse in Sardegna una battaglia
politica (non ideologica e isterica come quella scatenata nei mesi
scorsi) per abolirla o cambiarla, sarei della partita. Ma un conto è
combatterla qui, con argomenti che coinvolgono noi sardi, altro conto
è riconoscere ad un governo sempre più straniero il diritto di
ledere quel po' di autonomia che abbiamo e di comportarsi peggio
della Germania con l'Italia.
Quel che temo è che gli oppositori
ideologici e isterici brinderanno, magari con cannonau e nuragus, in
onore del Governo italiano e della Consulta per aver affossato una
legge dell'odiato nemico interno. E poi, naturalmente, si uniranno a
tutti gli altri sardi nella protesta contro la cartina geografica del
Sole-24 ore, il quale ha dimenticato l'esistenza della
Sardegna.
12 commenti:
E de ita si chesciaus? Ca si inci anta bogau foras de Italia? Assumancu fessidi!
“Quel che temo è che gli oppositori ideologici e isterici brinderanno, magari con cannonau e nuragus, in onore del Governo italiano e della Consulta per aver affossato una legge dell'odiato nemico interno.”
ello, tando comente cheres a fàchere, si no goi? a custa zente l’ana posta a cumandare pro infeudare su chi abarraiat de sa marina e a sos sardos pro lis mantènnere in su locu issoro: che a serbidores, camareris e lacajos, e nimancu custu ana arrenèschidu a fàchere!
tzertu, deo dio aer chèrfidu chi esseret sa zente etotu a lis picare a punta de pedes e a amparare sa terra sarda, ma pruscatotu dio aer chèrfidu chi mai sos sardos lis aerent dadu su votu issoro!!!
e duncas una cosa ti la cherzo dimandare, chin totu su respettu: comente faches ancora a cussiderare custu gubernu de casticados e de tirannos minores de sa matessi zenia che su de s’àttera legislatura?
La scomparsa della Sardegna dalle carte dell'Italia é vecchia come il cucco. Che dire ad esempio dei TG nazionali quando fanno carrellate sull'Italia per un qualsiasi argomento (vuole essere il traffico su porti e aeroporti, il tempo meteorologico etc)? Le carrellate si fermano sempre a Palermo. Ricordo che tanti anni fa (erano i tempi di craxi)ad un congresso nazionale socialista i delegati sardi si ritrovarono un enorme pannello che rappresentava l'Italia....senza la Sardegna.
Naturalmente, per salvare la faccia, i delegati sardi del congresso fecero una "vibrata protesta". Comunque ha ragione AB, citando Bartoloni: siamo noi stessi a contribuire in misura notevole a questo fenomeno di "rimozione". Il massimo dell'autocolonialismo.
E comunque mi associo al post di Elio: nessi fesset! Prendiamo il tutto come un augurio.
Ciao Zuanne
l'assenza della Sardegna dalle cartine geografiche mi ricorda quella pubblicata dai maggiori esperti mondiali di genetica umana. Solo che in quel caso l'assenza è dovuta al fatto che il DNA dei Sardi è talmente diverso da quello degli italiani e degli europei da non potere essere "mappato".
So bene che sarò accusato di razzismo, ma di fronte a queste situazioni, ti assicuro, sono orgoglioso di essere diverso.
(naturalmente Atry costituisce un'eccezione!)
Giuseppe Mura
Ispero chi sa Sardigna no istentet a si che essire dae s'italia a s'abberu.Cherio sinzalare custu articulu
http://www.lindipendenza.com/non-ce-indipendenza-senza-identita-linguistica/
Per fortuna oggi, prima del blog, ho aperto l'ANSA che parlava di terremoti, episodi stimolanti e imprevedibili.
Spero che non ci siano danni alle persone e alle cose. Altrimenti arriva un altro post-terremoto e addio novità!
Mi associo completamente a ciò che afferma il signor Giuseppe Mura e,in questo caso,sarò contenta di essere considerata razzista anche se non lo sono mai stata.
semus s'isula ki no b'est, no esistit aberu, comente no esistin sos sardos.
Como b'est puru su pedimentu po s'indipendentzia, ma a kie keren pedire sa frimma si sos sardos no b'esistini e poi sos italianos ana a faker comente sa s'urtimas eletziones de Sardinna, si pikan sa residentzia po botare contra a s'indipendentzia, jae amus a istare friscos, antzi astragaos.
Sa presse, ohi sa presse, kene cussentzia indipendentista aube andamus?, tzess tzess.
Aba tzitadina onoraria de securu.
No Giuseppe lei non pecca di razzismo perchè nella ricerca fatta da Sforza sul DNA delle popolazioni italiche dopo averle elencate tutte parla del popolo sardo rimandando la ricerca perchè ancora non si riusciva a stabilirne il DNA in quanto particolare e completamente diverso dal popolo italico ed europeo. Inoltre in un articolo letto qualche decennio fa su "L'Espresso" di un genetista italiano di cui non ricordo il nome che per ben 25 anni aveva dedicato i suoi studi allo studio della genetica mondiale fa risalire il DNA sardo e basco al ceppo indo-caucasico. Non siamo noi i razzisti.
Se da voi dovesse continuare cosi, cara Aba, con i traballamenti e le convulsioni, trasferiremo l'UNIPR a Portoscuso e l'Alcoa a Parma. Potreste chiudere la fabbrica e risparmiare sulla bonifica dei terreni. In più, con tutto quell'alluminio primario immagazzinato, ci potreste costruire ... quel che vorrete, perché resisterebbe comunque a tutti i nervosismi dell'Appennino.
L'assenza della sardegna ( non solo come Matrice) è su tanti fronti e quello principale è forse il fronte interno, come dalle parole sintetiche quanto efficaci di Atropa.
Invece speriamo abbia a cessare la paura dovuta alle scosse e non ci siano danni per alcuno.
Paradossalmente questo allarme anche all'Unipr mi ha riportato con la mente in sardegna,anzi proprio al mio paese di residenza.
Forse c'entra poco col tema ma lo voglio dire lo stesso: il prof. Michele Deriu,nostro conterraneo e compaesano, è stato docente a Parma di petrografia mineralogia giacimenti minerari e anche di geochimica, nonchè preside della facoltà di scienze e Prorettore
(1968-1973).Non mancano i riconoscimenti Ufficiali come benemerito della cultura e della scienza.Deve aver lasciato un buon ricordo vista l'intitolazione di una strada da parte della città di Parma.
Così come in Planargia, a Bosa soprattutto ma anche a Tresnuraghes e nel montiferru, resta indelebile il ricordo del pittore parmense emilio Scherer, che ci ha lasciato un'impronta profonda della sua opera.
Evidentemente ..... esiste un legame di "egregie cose" tra i rispettivi luoghi.
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