martedì 10 gennaio 2012

La micrografia di Gianni Atzori e l'inizio della storia. Microcronaca

Gianni Atzori

di Gigi Sanna

Caro Gianfranco,
stavo per completare un mio articolo (che nei prossimi giorni riceverai) sulla 'microscrittura' adoperata dai nuragici su supporto in bronzo e in ceramica, quando mi sono imbattuto in un piccolissimo taccuino (abbandonato, non so come, in un cassetto) appartenente al compianto Gianni Atzori. Ho riletto con fatica lo scritto di quelle poche paginette che, pur non essendo datate, mi hanno permesso comunque di risalire al giorno preciso in cui quegli appunti, 'pro memoria', furono stesi: il 19 giugno del 1998. Una giornata certamente importante, ma non allora: solo per come 'poi' sarebbero andate le cose di cui oggi trattiamo. Si può dire quasi senza soluzione di continuità.
Era il giorno in cui l'agricoltore Andrea Porcu di Cabras consegnò la nota tavoletta bronzea di Tzricotu al dott. Raimondo Zucca perché a sua volta la consegnasse alla Sovrintendenza di Cagliari. Ed era anche il giorno della Conferenza stampa circa il ritrovamento dell'oggetto (dichiarato da alcuni archeologi un 'falso lapideo') durante la quale il documento fu illustrato al pubblico e ai giornalisti nella sala dell'Associazione per lo Sport e la Cultura 'G. Pirina' di Oristano.
Ti mando, per associazione di idee, lo scritto con grafia così minuscola (era il modo abituale, 'nuragico' si direbbe oggi, di scrivere di Gianni) perché mi sembra di una qualche importanza, almeno per la curiosità di coloro che ormai, in questo Blog, ci seguono da tanto tempo: in essi si troverà l'inizio (con l'argomentazione 'in nuce') di quella 'storia' che in fondo continua ancora ai nostri giorni. L'annuncio della scoperta documentaria della scrittura nuragica: con i significanti e i significati spiegati (naturalmente per quanto allora era possibile) in quell'occasione rispettivamente da Gianni Atzori e dal sottoscritto. [sighi a lèghere]

4 commenti:

Gigi Sanna ha detto...

Saresti andata d'accordo perchè Gianni era una persona molto 'concreta'. Il suo interesse era per il dato 'empirico' e basta. La speculazione su di esso non la gradiva troppo.E poi: niente prove? Silenzio assoluto. Ma non era sempre così e spesso si faceva trascinare perchè amava tanto l'archeologia e capiva che questa non era solo sterile anche se necessaria descrizione di monumenti e di cocci. Era doveroso anche tentare di riportare il 'morto' alla vita. E in qualche modo, per pronunciarsi, bisognava rischiare.

giovanni ha detto...

C'è una notizia della quale non riesco a cogliere al momento le sue implicazioni e neanche l'interesse che potrebbe suscitare in chi è vicino alla tematica.
Bisognerà certamente attendere gli eventuali sviluppi.Si tratta delle parole, a seguire virgolettate, del prof. Maninchedda dal suo blog, http://www.sardegnaeliberta.it/?p=3218
" Per il prossimo numero proporrò a Giovanni e al Comitato scientifico di chiedere a Momo Zucca di scrivere un corposo articolo su quanto sta scrivendo in questi anni sulle epigrafi preistoriche, perché delle due l’una: o Sanna ha ragione e allora deve finire l’ostracismo accademico che lo colpisce; o ha torto e allora bisogna fare onestamente chiarezza. Ma far finta di niente è sbagliato".
Benissimo comunque se qualcosa si muove, al di là del rapporto tra politica/potere e cultura/ricerca.

Gigi Sanna ha detto...

Hai fatto bene Giovanni a citare quel passo. E' importantissimo perchè proviene da un linguista e, nello stesso tempo, da un uomo politico. Io qualche tempo fa me la presi molto con Maninchedda! Ma avevo capito di aver esagerato perchè era chiaro che scriveva perchè (pur non essendo al corrente della 'quaestio') qualcuno lo aveva 'spinto' a farlo (cosa questa comunque poco 'nobile', per quanto possa contare l'amicizia con certi colleghi). Io ho fatto subito le mie rimostranze 'politiche' al Direttivo Nazionale del Partito Sardo facendo vedere loro quali erano le 'bufale' di cui mi si accusava. E ho notato che il Direttivo ha preso (un po' indignato posso dire) le distanze dall'on. Maninchedda che si era dimostrato, a dir poco, alquanto precipitoso in quella sua dichiarazione. Ben venga dunque l'articolo ('corposo': evidentemente allude al pericolo che si possa dire qualcosa di 'sbrigativo') del dott. Zucca. Articolo nel quale lui, che è a conoscenza di tanti fatti che evidentemente non intende rivelare, se è un uomo (ripeto se è un uomo') dovrà finalmente confrontarsi con il sottoscritto (e non solo!). Cominci ad dire però ( non c'è bisogno di un articolo corposo) se è vero o non è vero che ha presentato a Ghilarza le tavolette di Tzricotu non solo come autentiche ma con segni di scrittura 'micenei'(così gli aveva detto un suo collega linguista ed epigrfaista: altro che documenti longobardi!). C'erano per l'occasione più di cento persone che l'hanno sentito!). Cominci a dire se ha visto ed analizzato per primo l'anello con scrittura 'cananaica' di Pallosu di San Vero Milis senza dire nulla mai a nessuno. Comincia dire se ha esaminato (senza dire ancora nulla di nulla) i cocci di Orani. Cominci a dire se ha detto o non ha detto al sottoscritto (nel mio studio) e a Gianni Atzori che il coccio con i segni cuneiformi tenuto 'fantasma' dalla Sovrintendenza, nonostante l'interessamento del prof. Pettinato, fu trovato non a Puisteris ( come dice più tardi, mentendo, il Minoja!), sito neolitico, ma a Sa Serra e sa Fruca, sito nuragico. E se è un 'uomo' dica se è vero che, il suo successivo pronunciamento sulle tavolette di Tzricotu, ci fu perchè purtroppo era 'amico di tutti e due'. E dica chi erano questi 'due'.
Sono perfettamente d'accordo con Maninchedda: 'far finta di niente è sbagliato'. Io dico però a Maninchedda, che è un linguista e sa navigare anche in acque non sue. Può farsi anche una sua opinione come se la è fatta il direttivo del Partito sardo! Ha visto, come gli hanno consigliato i membri, suoi amici, dell'Associazione Melchiorre Murenu, la mostra di Macomer? In quella mostra indirettamente si parla anche del dott. Zucca e di quanti hanno letto, con scarsissimo rispetto dell'epigrafia, i documenti che per comodità chiamiamo 'nuragici'.

alberto areddu ha detto...

Scusate se mi intrometto, ma se non capisco male Momo Zucca dovrebbe corrispondere al Raimondo Zucca,archeologo ed epigrafista il quale ha già vidimato negativamente le cose del Sanna. Che senso allora ha quel che dice il Maninchedda? Meglio avrebbe fatto a dire chiedo a due altri esperti di validare o meno il giudizio "orale" dello Zucca. Invece ora, tanto per fare un esempio, sarebbe come se chiedessimo al cardinale Bellarmino di validare da esterno il pensiero di tale Galilei, da Pisa. O che qualcun altro (mi ci infilo) venisse giudicato da tale Paulis Giulio da Cagliari. Ma un po' di vergogna non ce l'hanno 'sti "maitres à ne pas penser"?