Nicchia, Virginia Oldoini |
Da quasi sette lustri nutro per la politica italiana lo stesso interesse che ho per quella spagnola o francese o tedesca: politiche da considerare per i riflessi che hanno nelle scelte europee coinvolgenti gli interessi della Sardegna e, nel caso di quella italiana, in quanto incide, più spesso male che bene, anche sulla vita di noi sardi. Per il resto, non mi appassiona affatto, anzi trovo noiosa e mal scritta la storia di contrapposti dossier per contrapposte trame, assai meno intrigante di altre, scritte in momenti di analoghi declini di stati.
Lo sgomento per la prorompente (e per ora presunta) attività sessuale di Berlusconi e, al contrario, la strenua difesa del suo diritto ad averla, al massimo spaventa chi vede affacciarsi, all'alba del III millennio, uno scontro fra sostenitori e avversari dello Stato etico. Intendiamoci, se davvero i magistrati dovessero provare che il presidente del Consiglio si è portato a letto una minorenne nessuna condanna potrebbe essere più meritata. Pensate, però, allo sbigottimento che avrebbero provato gli attuali censori politici di Berlusconi se avessero dubitato che Monica Lewinski potesse essere minorenne quando si intratteneva con Clinton, idolo di parte consistente dei catoni odierni. Certo non lo avrebbero indicato come leader del sognato centrosinistra mondiale. Se quella ragazza marocchina scivolò veramente fra le lenzuola dell'Orco e lo fece da minorenne, lo si condanni e non se ne parli più.
Eppure non mi pare questo sia, o lo sia ancora, il dato più rilevante della valanga di notizie che è rovesciata quotidianamente su di noi circa questa vicenda. Si insiste meno sull'aspetto penale della questione (sesso con una minorenne) e molto più sull'aspetto etico, l'andare a escort dell'anziano presidente, cosa, per altro, che egli nega di aver mai fatto. Centinaia di pagine di intercettazioni pare riguardino questo aspetto moralmente censurabile (oltre che deprimente) ma penalmente irrilevante. Né la prostituzione né la frequentazione di prostitute è reato. E, a quel che so, la legge punisce i reati non i comportamenti amorali o immorali.
Il Vaticano è nel suo diritto quando censura i comportamenti dei credenti se questi violano la legge divina. Che questa censura sia utilizzata strumentalmente da una parte del mondo laico, lo si può comprendere alla luce della piega barbara presa dalla politica. E sarebbe persino sopportabile se questo mezzo fosse giustificato da un fine ritenuto buono: la destituzione del Tiranno che non si riesce a vincere con il voto. Quel che temo è che una parte consistente della società italiana, nella politica, nella magistratura, nei media, sia attratta dalla sirena dello Stato etico. Troppe frasi, troppi ragionamenti, troppe indignazioni circolanti in questi giorni portano a temere che stiano tornando a galla le vecchie suggestioni comuniste circa la divisione dell'umanità fra i migliori, quelli che capiscono la verità perché moralmente integri, e i reietti corrotti e corruttibili, servi fin nell'anima. Un razzismo antropologico che si affaccia, per la verità più nel mondo intellettuale che in quello politico. Il quale mondo, però, in gravissima crisi di identità dipende sempre più dai suoi maitres à penser da una parte e dall'altra dal capo carismatico.
Ho sincera compassione per questa politica italiana e della sua proiezione sul popolo italiano e non ringrazierò mai abbastanza di appartenere ad un popolo diverso che vorrei immaginare lontano da quel verminaio. Non è che lo Stato a cui abbiamo dato il nome dal 1324 al 1861 sia vissuto immune da storie di commistione fra sesso e affari di stato. Nel 1859 il primo ministro sardo, Camillo Benso conte di Cavour fece scivolare fra le lenzuola dell'imperatore Napoleone III la bella e disponibile Nicchia, al secolo Virginia Oldoini contessa di Castiglione, detta anche “la vulva d'oro del Risorgimento”. Certo, la bellissima Nicchia è entrata nel Panteon delle eroine prima sarde e poi italiane, dando qualcosa di più in basso della vita per la patria. Nessuna delle fanciulle che vantano o millantano notti di passione con Berlusconi ambiscono a entrare nei libri di storia e si accontentano di quelle patinate dei rotocalchi. Chi se ne serve sta tentando di farcele entrare, loro malgrado, come definitivi colpi di maglio assestati al Tiranno. Dubito che ce la faranno. Non solo per questo, ma anche per questo trovo decisamente noiosa la politica italiana.
7 commenti:
a me pare evidente il modo obliquo di attaccare di certa sinistra, quella dei migliori. Berlusconi mi sembra sempre più un "Ercolino sempre in piedi". Più cercano di abbatterlo, più lo aiutano a drizzarsi di nuovo.
Intanto noi sardi continuiamo a trascurare la nostra sorte e i manutengoli locali della politica romana di destra e di sinistra ci aiutano a prenderla nel didietro.
Mi sa tanto che tutti gli italiani sono fregati non solo da Silvio(Ercolino sempre in piedi,che bella definizione!)ma anche da tutti gli altri politici.E' vero,mai la politica è caduta così in basso.Un mio amico mi ha detto che se i giornali e le televisioni smettessero improvvisamente di parlare di Lui,impazzirebbe perchè il suo io è così grande che non sopporterebbe di essere ignorato.L'ho sempre contrastato ma,a questo punto,mi fa quasi pena,i veri colpevoli sono gli italiani che si identificano in lui e continueranno a votarlo,anche perchè non si sa a chi dare il voto.
L'ho già scritto ma lo ripeto:ma i politici sardi, non si sa da chi eletti, siamo sicuri che amano la loro terra oppure agiscono solo contro?Che desiderio di ribellione!Norace torna da noi,non andare solo dal signor Elio a prendere il cafè
Caro GFP,
il mondo è bello perché è vario, usava dire una volta, più che altro per nascondere la voglia o l'incapacità di giudizio. Invece a te, e se permetti un poco anche a me, il mondo non dico che mi appaia brutto, ma un filino monotono certamente lo è.
Come vedi, sto provando a parlare come un leghista e dunque posso affermare che quando il Berlusconi dice che non è mai andato a puttane, dice la semplice verità: casomai sono le escort che vanno inequivocabilmente da lui!
Fra tutto però, mi ha colpito profondamente la condanna della CEI (l'associazione dei vescovi italiani) per bocca del suo presidente: ci sono stati qui sì vari approfonditi legittimi tentativi d'interpretarlo, puntando su spezzoni di discorso, su passaggi più o meno sprezzanti sul popolo dei potenti, ma nessuno, dico nessuno, neanche fra i vescovi, credo che abbia capito sino in fondo cosa abbia voluto dire, aldilà delle parole.
L'unica verità, o almeno la più importante, l'ha taciuta, anche se ce l'aveva ben presente nella mente: questo Berlusconi qua è un autentico dono della provvidenza.
E non nel senso che intese Pio XI per il Benito nazionale, ma più prosaicamente perché con i casini (veri o presunti) che il Berlusca mette in piedi, nessuno, dico nessuno più al mondo, parla più di pedofilia.
E se non è un dono divino questo, dimmene tu un altro altrettanto gradito.
"Ho sincera compassione per questa politica italiana e della sua proiezione sul popolo italiano e non ringrazierò mai abbastanza di appartenere ad un popolo diverso che vorrei immaginare lontano da quel verminaio."
Caro GFP,
se non fosse per quanto ho appena citato, condividerei un po tutto. Ma a me pare che la frase di sopra renda "migliori" i Sardi rispetto agli Italiani; cade nel male, che, Lei, intenderebbe evitare: l'arroganza della supremazia morale, solitamente radicata nei settori di estrema sinistra (ma non solo). Anche alcuni Sardi, credo siano affetti da "Migliorismo". Nel piccolo di questo e altri blog, mi pare che qualche venatura di "superiorità morale" scorra nei discorsi sui Shardana & Co, quando qualcuno definisce i sostenitori dell'identità shardana-nuragica, come razzisti, nazionalisti, squadristi, ecc.
Del resto, tale "arroganza" trova anche in Sardegna molti validi motivi per attecchire (ahimè).
Perchè siamo affetti da tutti i mali del Berlusconismo: consentiamo offese al nostro territorio in cambio di pochi posti di lavoro e di qualche baiocco (un po come le papi girl prostituiscono il loro corpo);
siamo riusciti a nominare il "figlio del commercialista di berlusconi" Almeno avessimo avuto un/a presidente carina come la Minetti, o un po più di peso, come Bossi Junior, (noto, Trota).
la nostra politica, mi pare, sia affetta dalle stesse caratteristiche del Berlusconismo nazionale: inconcludenza, rissosità da postribolo, mancanza di lungimiranza (per dirla alla Padoa Schioppa)
siamo anche introdotti con avveneente rappresentanza nell'harem del Bunga Bunga: 2 ragazze sono sarde (Faggioli e se non erro, Sorcinelli), un altra di probabile origine sarda (Loddo). Le veline sarde, del resto, sono molto apprezzate a Mediaset.
Questo magari dice qualcosa, sul "migliore" spessore morale dei sardi rispetto agli italiani, e sul fatto che, nonostante la Sardità, non si resista al peggior pericolo del Berlusconismo: non le punizioni (sotto forma di fango mediatico) ma i suoi "premi" come ebbe a dire, Indro Montanelli.
Ecco, che altri sardi (certo un po stupidi) in questo quadro, si sentano Migliori, è normale in un gioco di azione e reazione.
Ma se ne deduce, come in generale, i Sardi non sono affatto migliori( perchè lo devono almeno dimostrare in qualcosa), e che non ci si possa granchè ergere o a giudice degli italiani, o far spallucce, dicendo" sono sardo, non mi riguarda troppo" o peggio ancora "sono sardo: sono diverso".
Ovviamente non intendo esser bacchettone (e Migliore) con un discorso moralistico, ma solo ultra-realista.
Caro Dedalo
in quella frase non voleva esserci alcun giudizio valoriale, ma solo la constatazione che, per fortuna spero non contingente, che la politica in Sardegna non subisce quel processo di imbarbarimento che sembra senza ritorno.
Colpa mia se sono stato frainteso, ma ti assicuro che nel mio concetto di identità e di diversità non c'è posto per graduatorie e gerarchie morali.
Ne sono convinto caro Pintore;
Comunque meglio precisare che la Sardità non immunizza più di tanto ne dal Bunga Bunga, ne dal Migliorismo ma che avendo dato qualcosa ad entrambi, non possiamo vedere ciò che accade oltre Tirreno in modo distaccato, come se ci riguardasse poco.
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