mercoledì 4 agosto 2010

Due o tre cose che gradirei sapere da iRS

di Efisio Loi

Siamo arrivati a quasi cento commenti sull'articolo di Gianfranco Pintore "Alla Festa dell'Unità di iRS: è di rigore l'Italiano" e le posizioni sono belle, chiare e definite. Sul perché, alla Festa manna, il Sardo come lingua sia stato trascurato, o almeno lo sia sembrato, ci sono pareri discordi.
Per sintetizzare: da un lato ci sono i sostenitori di IRS che in parte negano (che ciò sia avvenuto), in parte minimizzano, accusando la stampa di fraintendimenti vari (bisognava esserci e non parlare per sentito dire), e in parte contrattaccano, tacciando gli interlocutori di difesa strumentale di un Sardo mitizzato. Vedi il riferimento a Joyce e quant’altro; dall’altro ci sono i perplessi, i dubbiosi e i convinti che gatta ci covi.
A questi ultimi, la coda dell’IRS sembra proprio di paglia. In effetti può apparire cosa strana, in un momento particolare in cui per avversa congiuntura economica si è tentato di ridurre i già miseri stanziamenti a sostegno della lingua sarda, da parte della R.A.S., che un partito indipendentista non facesse sentire la sua voce in merito. Per di più, in un contesto come quello della loro Festa, aggettivata come “manna” e, per me, simbolicamente molto rilevante (se mi è permesso, da profano assoluto, rubare il mestiere ai semiologi).

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13 commenti:

Daniele Addis ha detto...

"si potrebbe recriminare sulla mancanza di congressi e sulla nomina dall’alto dei coordinatori locali, cosa da evitare come la peste, richiamando l’odiato Cavaliere."

O questa cosa è stata scritta un anno fa, oppure il sig. Loi mi sa che si è perso qualcosa visto che non c'è nessuna nomida dall'alto in quanto i coordinatori regionali vengono eletti dagli attivisti locali.

"Quando si affronta qualsiasi tema scottante posto sul tappeto, di attualità politica e sociale, tutto quanto sono riuscito a sentire, da IRS, è stato: “Quando saremo uno Stato indipendente questo ed altro, faremo tutti assieme, nel rispetto della democrazia, della non violenza e senza alcuno spirito nazionalistico.”"

Bha, va bene, mi sono rassegnato al fatto che i pregiudizi personali siano duri da estirpare. Avrò risposto decine di volte ad affermazioni pressapochiste come questa, ma nulla, si ripropongono. Le proposte del movimento in materia di Energia e crisi industriale sono divise in medio e lungo periodo, non parlano affatto di diventare indipendenti poi ci si pensa. Basta andare nel sito e guardare la sezione "Libera e Limpia", "Flotta sarda", "Abbalibera" e lo speciale eolico... non mi sembra che vi siano affermazioni del genere. Ci sono delle proposte a medio e lungo termine che sono state elaborate da attivisti e non del movimento. Sono perfette? Certo che no, ciascuna è criticabilissima e infatti i vari TzdE sono apertissimi a ricevere contributi. Nulla vieta di campbiarle di fronte a proposte migliori. Piu si partecipa e più la proposta che ne verrà fuori sarà il frutto di uno studio attento.

Poi vabbè, dalla cattedra, si può promuovere o bocciare un qualcosa, ma, con tutto il rispetto, il partecipare è un'altra cosa. Non dubito che questa risposta così come qualunque altra che verrà sarà giudicata insoddisfacente, ho imparato a farmene una ragione.

Saluti

Unknown ha detto...

Sono reduce poc'anzi da una sterile polemica (una delle tante) nella quale un attivista di IRS sosteneva (e non a torto) che il movimento ha sempre avuto il DNA per crescere, ma io gli ricordavo che questa crescita era inficiata da parecchie personalità conservatrici di IRS e che, per far passare degli elementi innovatori, io per primo ho dovuto utilizzare una comunicazione aggressiva e talvolta invadente, ma anche costante nel tempo. Altrimenti oggi anche la bandiera Europea per IRS sarebbe solo la "bandiera della Polizia"...testuali parole di un attivista proferitemi nel 2006. Insomma, da "venduto/infiltrato/imperialista" oggi mi si accetta come indipendentista (con malcelata diffidenza). Si vede che qualcuno mi ha dato una patente: di cui per la verità non ne avvertivo l'urgenza... Caro Efisio Loi, serve tempo. 5 anni fa nella propaganda indipendentista non c'era neppure "l'ala protrettrice dell'Unione Europea" di cui parli (che certamente com'è oggi non ci piace). Ma quando si vuole avere un progetto politico serio, coerente e coordinato, bisogna procedere per gradi. Io sono convinto che IRS non abbandonderà la lingua Sarda, come andrà oltre la generica promozione di alcuni temi. Il rischio certamente esiste, ma può essere fugato proprio dal nostro stesso parlarne, che costituisce un fattore di critica pubblica. Ogni tanto mi sento dire: "Ma perché non vi fate gli affari vostri?" E' presto detto: perché un movimento politico non è un club privato come i "figli dell'amore eterno" di Carlo Verdone, ed in ogni democrazia deve rispondere ai suoi elettori della linea politica che porta avanti (se ne ha una e se è un movimento più o meno democratico). Io sono ottimista, quindi, quando avete dei dubbi diteli pure e pubblicamente. E' un vostro/nostro diritto. Senza però pretendere che le cose cambino in due giorni. Perché in 2 giorni ci sarà solo nascondino e contrattacco. Solo così possiamo sperare che i temi intravisti nella linea dell'orizzonte non passino all'ORIZZONTE DEGLI EVENTI...e chi è appassionato di astronomia sà che cosa significa quest'ultima definizione...- Bomboi Adriano

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Nelle ultime tre elezioni ho votato indipendentista, nel 1999 (Sa Mesa de sos sardos liberos) e nel 2004 e 2009 iRS.
Sono uno di quei tanti o pochi (dipende dall'umore di chi osserva) che tengono accesa la fiammella.
Non credo caro Daniele Addis che iRS possa andare oltre la soglia del 6-7% se non chiarirà quale siano le prospettive economiche del futuro stato sardo.

Frequentando il blog di Pintore ho conosciuto il pensiero di uno studioso, Roberto Bolognesi, che oltre a studiare la lingua sarda cerca di fare della lingua uno strumento politico.

Credo che Bolognesi sia nel giusto qando afferma che il primo passo è l'indipendenza culturale, piuttosto che pensare ad una indipendenza statuale.

Avendo una forte indipendenza culturale non è importante che lo stato a cui si appartiene sia la repubblica italiana o quella francese o la monarchia spagnola.

Credo che la proposta di Bolognesi sia la più percorribile, penso che tutti i sardi la possano accettare perchè non presuppone nessun salto nel buio delle incertezze o nella luce delle speranze.

Dunque la lingua sarda come centro dell'identità culturale dei sardi, come con forza e intelligenza Pintore, Bolognesi e altri hanno cercato di spiegare in questi giorni in questo bellissimo blog.

PS: A Daniele vorrei chiedere se si trova ancora in Inghilterra?

elio ha detto...

Non mi rimane che chiedere venia per le mie cattive unformazioni sull'elezione dei coordinatori locali. Al sig. Addis? Eh sì, dovrò chiderla a lui, anche se non so a nome di chi parli.
E per il resto, sig, Addis? ci vorrebbe qualcosa di più preciso e rassicurante, non per me che valgo quel che valgo, ma per gli elettori. Stavo per scrivere "suoi elettori" ma, di preciso, non so chi Ella sia.

Daniele Addis ha detto...

Sig. Loi, non parlo a nome di qualcuno, sono un semplice sostenitore di iRS e riferisco semplicemente quello che stabilisce lo statuto di iRS, valido dalla fine del 2009: i coordinatori locali sono eletti dagli attivisti locali; gli attivisti della regione SS eleggono il coordinatore della regione SS e così via. Sta scritto nello statuto liberamente consultabile nel sito del movimento www.irsonline.net . Per quanto riguarda il suo dilemma (il non sapere chi io sia), più che qualificarmi con nome e cognome non posso fare, mi dispiace. O per essere qualcuno devo ricoprire qualche carica speciale… oppure mi dica Lei, cosa dovrei fare per essere qualcuno ai suoi occhi? E comunque non c’era bisogno nemmeno di scusarsi, basta prendere atto che si disponeva di un’informazione errata.
Di più preciso e rassicurante non saprei cosa dirle… se vuole avere rassicurazioni che tutto sta andando bene, liscio come l’olio e che di meglio non si può ottenere, chieda a Cappellacci il cui principale compito sembra quello di buttare acqua sul fuoco di una società sarda in crisi perenne… ovviamente se chiede a quelli del PD tutta va male che peggio non si può… il teatrino simpatico si inverte nel momento in cui il PD va al governo, in un simpatico ping pong in cui si scaricano le responsabilità e si attribuiscono i meriti. Questa è la cosa più rassicurante che al momento c’è in Sardegna, garantita al 100%.
Il percorso di iRS consiste principalmente nell’entrare nelle realtà locali per influirvi ed iniziare a dimostrare qualcosa sul lato pratico. Al momento più che fare proposte relative ai singoli problemi e cercare la partecipazione dei cittadini per far loro capire che senza una prospettiva di autodeterminazione i loro destini dipenderanno sempre da altri (che hanno anche altri pensieri per la testa) non credo che sia possibile. Perfugas credo che sia un ottimo punto di partenza e spero vivamente che il movimento se ne renda conto. Fare bene in quella realtà locale credo che sia fondamentale. Vi sono stati altri paesini di piccola e media grandezza dove iRS è risultato il partito con più voti… speriamo che pure là attecchiscano le radici.

Per quanto riguarda la proposta di Bolognesi, al momento l’adozione della LSC come lingua nazionale fa parte delle proposte di iRS. È vero che molti sono contrari, ma in assenza di altre proposte più convincenti quella è la posizione del movimento elaborata nel TZdE apposito. L’ho già linkata in passato, ma lo rifaccio volentieri: http://www.irsonline.net/2009/02/elezioni-2009-programma-elettorale-capitolo-lingua-nazionale/

Adriano ha detto...

Prendete la confusione ideologica ed intellettuale che troviamo tra i dettami e i dirigenti di IRS e, ad esempio, in due interviste di Ornella Demuru, una su una pubblicazione di Repubblica (D), l'altra su Sardinews. Su D, afferma: "La nostra storia non si identifica con quella italiana e la nostra cultura ha un’altra origine. I sardi hanno un’identità definita, che risale all’età nuragica." Ammesso e non concesso che sia sempre stato così, si tratta della tipica argomentazione tesa a ricercare nel passato il senso di un agire politico nel presente. Una formula inaugurata con successo dal nazionalismo romantico di matrice ottocentesca e ripreso con successo dagli autoritarismi europei del secolo scorso (che influenzarono anche il panarabismo e l'ex Impero Giapponese). Michela Murgia qualche tempo fa in difesa della sua visione della dottrina di IRS però argomentava in altra maniera la faccenda identitaria...Si mettano d'accordo. Però dicono di essere "non-nazionalisti"...Mah..invece, per la serie "Piove: Autonomismo ladro!" ecco una chicca da Sardinews, sulla durata di tempo per diventare indipendenti afferma: "Rifacendoci all’esempio scozzese, parliamo di 30 anni. Ma la storia ha i suoi percorsi, e non possiamo escludere che riusciremo a raggiungere il nostro obiettivo anche prima". Alla faccia del gradualismo!...fate un po i conti quindi -ogni 5 anni- di quanti voti dovrebbe crescere IRS...E se consideriamo che Gavino Sale da La Nuova nel 2002 parlava di 10 anni...direi che i programmi rischiano di saltare! Specie se si continua con frasi come questa, semopre da D di Repubblica: "nazione abortiva...che porta sul piano economico all’assistenzialismo". Orbene, l'assistenzialismo non è certo il prodotto dell'istituto dell'Autonomia, tantomeno un retaggio delle idee del defunto Bellieni. E' un fenomeno ampiamente diffuso in tutta Italia (anche in altri stati) ed in particolar modo nel mezzogiorno e nel meridione italiano. Le cause? Un sistema istituzionale ed una legislazione che consente ampi margini di manovra sul malgoverno a pratiche che trovano facile sfogo nel tessuto sociale. Il quale è indotto a considerare normale taluni comportamenti proprio per l'assenza di una coscienza del bene pubblico che in Italia (meno di altri paesi) non può esserci...proprio perché si tratta di una nazione artificiale sostenuta da diverse culture ed identità. La classe dirigente Sarda si sente italiana, ergo ne replica nel medesimo ambiente istituzionale e sociale del resto d'Italia le solite dinamiche. Ma l'autonomismo che c'azzeca? E' solo propaganda per giustificare l'esistenza di IRS, che senza certi dettami ideologici non avrebbe più motivo di dividersi da altri soggetti politici Sardi. - Bomboi Adriano

zuannefrantziscu ha detto...

da Efisio Loi
Sig. Addis’
La ringrazio per la cortesia di avermi messo a conoscenza della Sua identità. C’è stata, da parte mia, una incomprensione sulle Sue funzioni all’interno di iRS. Mi ero convinto, forse per quanto mostra di sapere sul movimento, se così lo posso chiamare, che Lei ne fosse un dirigente. Ecco il senso delle mie domande, che attendevano una risposta politica. Ma, se come mi dice, è un “semplice sostenitore”, io non ho alcun motivo di chiederLe risposte di quel tipo e Lei nessun dovere di darmele.
Per quanto riguarda i “titoli”, e qui l’incomprensione è da parte Sua, io non ho alcuna pretesa di parlare solo con chi ritengo che sia ad un livello tale da poterlo fare, si figuri, i titoli mi fanno venire l’orticaria. Mi considero di livello bassissimo, anche se, talvolta, a confrontarmi, la mia autostima sale di un tantino. Mi creda, non alludo.
Mi permetta di ringraziarLa ancora per una cosa: per essere venuto a sostenere quel che ebbi a scrivere, in Sardo mi pare, a proposito del comico,se spesso non finisse in tragedia, scambio delle parti fra maggioranze e opposizioni a tutti i livelli istituzionali.
Un’ultima cosa, con tutto il rispetto che Le è dovuto, non sia così sprezzante con i Suoi interlocutori, fa una brutta impressione. Ma questa è una richiesta politica e Lei è solo un sostenitore, quindi non è tenuto.

Omar Onnis ha detto...

Tando est pretzisu a bos ringratziare a beru! In custu zassu cada duas dies nd'essit a campu un'arrejonu nou supra de nois ateros (nois de iRS, cherjo narrer).

Est unu sinzale bonu, a perrer meu. E nos agradat meda.

S'unica duda chi mi ponet unu pistichinzu malu a l'acabare in su cherbeddu est chi de iRS totus nde faeddant ma nemos nd'ischit carchi cosa a beru.

Caru Efis Loi, non dias poder leghere sos comunicados e sos documentos nostros, innantis de bogare a fora sententzias de cundanna? No est chi ponendela che a una dimanda sa cosa cambiet meda. S'idea tua est crara e - custu ti lu poto narrer comente membru de s'Esecutivu Natzionale de iRS - est isballada e totu.

Pone mente a mie, gheta un'ograda a su zassu nostru: b'as a acatare tantas informatziones de cuddas chi ses chircande inoghe (no isco proite).

Un'atera cosa: Daniele Addis podet faeddare de iRS ca est unu sustenidore (e s'annu chi benit at a esser unu attivista). No est chi pro ischire carchi cosa de iRS b'at de esser unu de sos fundadores. Bastat de nos ponner fatu in su chi faghimus e de traballare cun nois, finas dae atesu (si podet fagher, a die de oe!).

Ah, su numene "Festa Manna" cheret narrer chi custa est sa festa prus de importu de iRS, ca nos piaghet a machine de fagher festa e nde faghimus a s'ispissu. No est pro barra, nen pro pacu sensu de sas proportziones.

Ispero cun custas pacas paraulas de t'aer cuntentadu (e, cun tegus, totus sos ateros amigos chi colant in custu zassu telematicu). Si nono, passentzia.

E pro como est totu su chi aio de narrer.

In bonora!

Omar Onnis

Mauro Peppino Zedda ha detto...

Caru Omar Onnis,

a propositu de festa de iRS, forsis est arribada s'ora de di fai prus de una!
In atras paraulas, firma abbarrendi sa Festa Manna (giustu a da fai itineranti) natzionali, sianta a podiri fai atras festas regionalis.
salludi e trigu

PS: in s'interisi arrespundi a a s'amigu Efisiu a issu, di praxidi a camminai in su connottu, e iada a bolli scidi ita dui siada a segusu de sa linea de s'orizzonti chi non si bidi!

elio ha detto...

In bonora, Omar. Perou nimancu tue naras e chie sese. Ses unu dirigente? e dirigente e attivista est sa matessi cosa? e sos sustenidores e ite sunu? Bos errispundiese: si 'oles ischire calchi cosa, bae e cumpuda in sos sitos nostros, ca b'at onzi cosa.
E deo lu poto facher puru. Ma a mie, e a ateros puru, sa zente mi piaghet a la bider in ocros candu faedhada o, a su mancu, a lizere su chi iscriede in libertate (candu faghet). Sos documentos ufitziales m'irvulan pagu.
M'est capitadu de faedhare, finase manu a manu, chin sa segretaria natzionale 'osta, Ornella, e chin Fransiscu Sedda (isse puru no isco chie siat, politicamente intesu, Presidente de iRS? O ite? Sicuru ca est su 'ideologo' a su livellu pius mannu). M'est partu de no arrenneschere a lis pompiare sos ocros. M'est partu chi giogaian a cualèpere. Mira comente no est fecile sa cosa, mescamente pro su chi pertocat sa cosa iscrita: apo leadu a giovunedhu s'amigu tuo Juliu, ca de sicuru seis amigo' bonos. Pro comente iscridiat de Fransiscu, pariat innamoradu (lontanu onzi pessamentu malu), mi narat isse ca tenet chimbant'annos e non tenet pius plos in conca. A gidissiu meu non nde giughiat pius de deghioto.
Menzus iat a esser a nos poder
abbaidare in sos ocros rejonende de custas cosas de importu mannu.
A mengiur biere.

DedaloNur ha detto...

"Non possiamo però aspettare di vedere le cose “a babbo morto”. Qualcosina, su come potranno mettersi le cose a indipendenza acquisita, ce la potrebbero anticipare i dirigenti di iRS. Che so? Sulla formazione professionale, sull’apprendistato, sulla scuola, sull’università, sulle attività produttive e sull’imprenditoria e il lavoro che le sorreggono."

Leggo solo adesso l'articolo di Efisio Loi. come non sottoscrivere queste santissime parole?
nessuno credo però voglia accusare IRS di alcunchè emettendo sentenze dall'alto e cerso una realtà di cui tutti parlano ma che non si conosce come IRS.

più che altro credo che lo scopo dell'articolo sia diretto ad evitare che le idee di IRS finiscano con l'essere equiparati ai gusci di noce vuoti degli altri partiti.

Per far sì che tanto entusiamso giovanile intorno ad IRs non si sprechi mi pare doveroso affiancare ai programmi irs sulle materie elencate dal Loi delle voci di bilancio...

Cetrto le cifre potrebbero spegnere i più facili entusiamsi, ma allo stesso tempo potrebbero accendere l'interesse delle persone più concrete e pragmatiche, e comunque distingueranno l'Irs per essere un partito concreto diversamente da molti altri partiti.

elio ha detto...

Tene passentzia, Omar, m'est fugidu dae ocros cha ses membru de s'Esecutivu Natzionale. Sa cosa cambiat pro sa forma ma, ite faghimus pro sa sustanssia?

Juliu ha detto...

Beni, apu cumprendiu ca E. Loi est "Elio", e no cumprendu custa cosa de dott. J & Mr H. E d'arringrattziu meda, e torra, po is dixiot'annus e sa conca prena de pilus ki mi pentzàt, ma tziù Zuanne ge m'adi connotu e du podit nai. Asua de cussu iscritu d'apu arrispundiu in s'atra patzina de custu blog ( https://www.blogger.com/comment.do ). Torru a nai ca a fueddai de foras est su spassiu de meda genti, ma a du fai ... fadendi, custu est prus traballosu, po meda genti.