giovedì 27 agosto 2009

Pintaderas: il giallo è risolto

di Franco Laner

Grazie a tutti quelli che hanno risposto al mio articolo, perché la mia era una richiesta di aiuto!
Chi ha pazienza di leggere il capitolo 6 del mio libro in uscita fra qualche mese e che è pubblicato nel sito di Pintore, capirà l’importanza che rivestivano le vostre risposte. Per chi non ha tempo o voglia, cerco di rispondere sinteticamente.
La “Torralba”, trovata al Santu Antine ha 6 buchi in un ramo pentaradiale, 5 in tutti gli altri, e così è stata studiata e rappresentata.
L’anomalia, i 6 buchi, al posto dei prevedibili 5, ha consentito una serie di deduzioni, come quella che la pindadera fosse un calendario, un abaco, un pallottoliere.
E’ però l’unico 6 riscontrabile nelle 8 pintadere “geometriche” trovate in Sardegna (meglio quelle che conosco) e quasi tutte, o tutte, nei nuraghi complessi!
L’altra tipologia, “le decorative”, sono molte ed alcune ancora in uso (esempio Chiaramonti, notizia e foto di Mario Unali).
Come molti hanno osservato, la particolare e casuale luce del secondo scatto, fa vedere che i crateri sono 5. Dunque, 6 i buchi e 5 i crateri. I buchi sono fatti dopo i crateri, prima della cottura dell’argilla. In questa operazione è stato compiuto l’ “errore” il “refuso”, come ha magistralmente annotato Maurizio Feo e come mi aveva sempre detto la Roberta Cabiddu di Villanovaforru che realizza con tecniche antiche splendide pintadere.
E come ho scritto prima dell’indovinello, deducendolo dalla “Isili”, anche se incompleta e pur non avendo prove.
Ovvio che a coloro che hanno osservato che in una ci sono 6 buchi e che nell’altra sono o sembrano 5, spedirò come promesso il libro, appena sarà stampato.
Tutti coloro che hanno questo titolo (o si avvicinano molto!) dovrebbero mandare l’indirizzo completo cliccando qui in modo che possa spedire loro il libro!
Ma ripeto, si potrà, almeno spero, capire di più leggendo il capitolo sulle pintadere. Mancano le figure. Allego solo la foto di alcune pintadere per dare una idea della loro intrinseca bellezza, con la “Bella” in primo piano
Comunque sia affermo che le pintadere sono un tesoro prezioso, originale, altamente simbolico.
Ah, che peccato di non accorgersi di star seduti su un giacimento –il patrimonio archelogico dell’Isola- e non sfruttarlo, né culturalmente né economicamente! Anche un semplice oggetto, come la pintadera, se vivisezionato con amore e strumenti sprovincializzati (sconosciuti agli archelogi sardi ed anche ai pur numerosi politici) darebbe indicazioni non banali.
Come un frammento di uno specchio, la pintadera getta luce e riflessi per la conoscenza della società nuragica, condizione senza la quale i nuraghi continueranno ad essere pensati come fortezza (madre di ogni sciocchezza)!

22 commenti:

Anonimo ha detto...

Maura M ha scritto:
Caro Laner,
sono abbastanza d’accordo sul fatto che a volte, nell'ansia di fare uno scoop, si traggono conclusioni affrettate e forse prive di fondamento, come quelle di Zedda, Piscedda e Di Pasquale, ma anche certe sue affermazioni ad eeffetto come questa di aver risolto non so quale giallo non mi convincono del tutto. Lei dice che “la Torralba” è l’unica pintadera a riportare il n 6 in una sequenza di 5 (5+5+5+5+6=26) e che è estremamente fragile e pericoloso costruire teorie su oggetti unici, giusto, ma non sta per caso dimenticando che anche la pintadera di Villanovaforru presenta 26 buchi lungo la sua circonferenza? (e mi pare di aver contato questo numero anche in altri pezzi, ma ora non posso controllare dove) Perché il n° 26 dovrebbe essere casuale, in un’opera così ben definita dove prima sono stati modellati i “crateri” e poi praticati i fori? Anche io mi diletto a modellare pintadere e a differenza del”la Roberta” non mi pare che sia così facile fare per disattenzione sei fori invece di cinque, a meno che non pensiamo ad un bambino di cinque anni che gioca con torte di sabbia. Ma una pintadera è un utensile destinato ad essere utilizzato un numero innumerevole di volte, e quindi sarà stato fatto con una certa cura e senza "errori". Perché i “crateri” e non i fori dovrebbero indicare la serie corretta di una decorazione, laddove l’asimmetria dei fori è un particolare così evidente che non sembra immotivato, e che anzi ripete lo stesso numero della pintadera di Villanovaforru? I suoi criteri sono un po’ soggettivi, come quando chiama “la Bella” una pintadera regolare e simmetrica e la predilige ad un’altra irregolare (che, per inciso, non è il logo della banca di Sassari ma del Banco di Sardegna). Io aggiungo che secondo me questi numeri non sono casuali, come non è casuale il numero delle tacche che veniva inciso, con un coltello, dalle donne dei nostri paesi quando preparavano un certo tipo di pane mensile destinato ai pastori: le sezioni dividevano i pani in porzioni uguali, in modo che il consumo del pane fosse definito a priori e che ci si regolasse di conseguenza. Non mi stupirei se il concetto della divisione del tempo fosse stato ulteriormente elaborato dai nostri antichi. Saluti dalla Maura

Franco Laner ha detto...

cara Maura,
non vedo comparire la risposta che le ho scritto e sicuramente ho fatto casino nell'inviarla. Provo a riscriverla!
Intanto la ringrazio per le osservazioni (anche del Banco di Sardegna). Molto interessante l'annotazione delle tacche che potevano stabilire i giorni fuori sede. Ma non dice nulla sul calendario, perché non ci sono i giorni in sede, a meno che la lontananza non fosse annuale!Effettivamente una "decorativa" del Gennamaria ha 26 tacche. Ma se conto le tacche della "margherita", sempre di Villanovaforru, sono 22.
Due di Barumini, almeno da lì mi hanno detto che provengono, hanno rispettivamente 25 e 16 tacche. L'Oristano ne ha 24. Come nulla mi dicono queste tacche, nemmeno nulla mi dice la Torralba, che ha ben vedere ha 27 buchi con quello centrale!
La lezione che però ho imparato è che non ci si può fidare di una foto e che anche un reperto autentico, può contenere un errore! Comunque nulla, ripeto nulla, cambia del mio ragionamento, perché non dipende dal numero dei buchi o dei crateri della Torralba.
Non posso allegare le "decorative" citate. Gliele spedisco a Gianfranco Pintore.
Cari saluti
Laner

Anonimo ha detto...

Caro Laner,
neanch’io credo che le pintadere fossero dei calendari annuali. Secondo me si tratta semplicemente di un instrumentum domesticum, come si è sempre detto. Ma ribadisco che mi pare molto riduttivo parlare di un refuso per il 26° buco de “la Torralba”. A meno che non supponiamo che l’abile artigiano che plasmò con tanta cura i “crateri” ad un certo punto sia stato colpito da cecità, così da praticare un ventiseiesimo buco dove non l'aveva previsto. La panificazione era un progetto di lavoro che doveva coprire lunghi periodi e presupponeva un’attenta divisione del tempo in frazioni e un calcolo del fabbisogno alimentare di una o più persone. Ancora negli anni 50 i miei parenti facevano sa cota de su pane una volta al mese. E se, ad esempio, un’infornata di 15 pani tondi è uguale a 30 perras (metà) che potevano coprire genericamente il fabbisogno di un mese per un mio avo, altrove so che nella panificazione i pani venivano incisi col coltello in quattro parti. La Sardegna ha sempre avuto un sistema cantonale con tante tradizioni di lingua, di lavoro etc diverse da un luogo all’altro. Non escluderei che se, per un villaggio nuragico del Meilogu il mese di lavoro aveva 26 giorni, per uno della Marmilla potesse durare 25 eccetera, niente di strano, se pensa che nel Medioevo in Toscana esistevano calendari molto diversi come quello di stile pisano e quello fiorentino.
Aggiungo ancora che, con tutto il rispetto per “la Roberta”, lo spirito con cui si riproducono degli oggetti da vendere a dei turisti non può essere lo stesso di chi predispone uno strumento di lavoro che, se è giusto il nome che gli attribuiamo, aveva un ruolo essenziale per l’economia di un gruppo umano.

Anonimo ha detto...

La mia firma: Maura M.

Franco Laner ha detto...

cara Maura M.,
mi sta tutto bene. Ma dobbiamo metterci daccordo solo su di una cosa. Le deduzioni, le induzioni ed anche le abduzioni, più deboli quest'ultime, ma capaci di inferenze importanti, non devono partire da analogie, supposizioni, bensì da qualcosa di documentato, condiviso, evidente, insomma "vero"!
Chiedo allora: c'è notizia di calendario "nuragico" di 26 giorni?
Ci sono altri calendari nel mediterraneo che hanno base 26, o 25, o 27. Se fosse 28, comincerei a drizzare le orecchie. Invece gli chevron, i numeri 2,3,5 ricorrono su tutte le geometriche, ASSIEME!! Questa iterazione sulle pindadere nuragiche, medioevali e recenti mi permettono di avanzare la teoria che ho esposto. Le geometriche sono pindadere per marcare il pane di una particolare festa, come il matrimonio, un unione che sia fertile. Questa si che vorrei che mi venisse confutata, non con illazioni, ma con qualche ragionamento logico e consequenziale! Quando mi verrà evidenziato l'errore, sono il primo a ricominciare!
"La" Roberta -non mi sfugge l'ironia della sottolineatura del modo settentrionale di mettere l'articolo davanti al nome!- "la Roberta" appunto, ovvero la signora Roberta Cabiddu, come ho scritto nel capitolo 6, con nome e cognome, con grande capacità ha cercato di riprodurre pintadere da vendere ai turisti, me compreso. Ha studiato sia il tipo di argilla, sia il piccolo forno dove avviene la cottura. In ogni pezzo c'è, glielo assicuro, un pò di vero amore per una cosa che sente sarda, sua, anzi come si definisce "ultimanuragica"!Sinceramente mi sfugge cosa ci sia di male e mi creda, non mi ha costretto all'acquisto. Invece confesso una mia debolezza. Mal mi adatto ad avere un interlocutore che non so chi sia. Nel dire il mio nome e cognome ho orgoglio. E' la prima cosa che dico quando incontro una persona. Offro la mano destra, aperta, perché è un segno che non ho il coltello. Quando Gigi Sanna mi ha insegnato come si salutano i pastori sardi, avvicinando la mano destra al petto e mi ha detto se incontri qualcuno prova a salutare anche tu così. L'ho fatto e mi ha risposto con uguale gesto. Mi sono, mi creda commosso e la commozione si rinnova ogni volta che così saluto chi incrocio quando vado in giro a cercare qualche sito archeologico che non trovo mai con le indicazioni "ufficiali".
La parola anonimo mi annichilisce. Pensi che se uno studente chiama albero un albero, anziché faggio, abete, quercia, larice, olmo o carpino... o chiama tarlo un Hilotrupes, o una serpula, o un merulius,.. lo riprendo (ovviamente in sede di esame di tecnologia del legno!!) perché albero, tarlo..sono anonimi!
Facciamo così: il mio indirizzo lo conosce laner@iuav.it, mi scriva, con nome e cogname!
Un cordiale saluto
Franco Laner

Anonimo ha detto...

Maura M. ha scritto:
Orsù lei si commuove per poco, caro Laner… I sardi vanno temuti, compreso il Sanna, io le assicuro che sono appena uscita dalla mangiatoia di Gesù bambino, e sono sicura che alla mia partenza lei non era là. Quanto al fatto che il mio cognome sia Manca e non Mura, ora che lo sa poco l'è cambiàa. Me tapina, chi mi conosce? Se questo blog mi identifica come anonima è perché le credenziali con cui mi sono registrata la prima volta non fungono più e non tiengo la gana di registrarmi di nuovo. La mia ironia nei suoi confronti è benevola, io amo il Po non meno della mia isola e le ho detto che ho molta simpatia per lei. Quanto alla "ultimanuragica", non mi pare di aver detto niente di male, ma solo che le riproduzioni di un oggetto hanno una storia differente dagli originali. C’est vrai ou pas? Se io nel 2009 ricostruisco un moai nel mio giardino lei crede che dalla mia esperienza lei potrà dedurre qualcosa sul significato del moai? Purtroppo le pintadere sono degli enigmi, il tempo ce le ha rese opache e il loro significato ci sfugge. Si beva un buon bicchiere di vino alla nostra salute, caro!

Franco Laner ha detto...

Ripeto, bevo volentieri alla salute di chi conosco! Per ciò che riguarda le sue voglie (gana? lei ha capito già che non sono un poliglotta!) non credo che sia così faticoso aggiungere al nome il cognome.
A me fa piacere la sua benevolenza, ma ancor più mi piacerebbe che mi rispondesse sulla pintadera e mi aiutasse a capire dove il ragionamento non funziona.
Sui se si costruisce poco. "Se" lei costruisse nel suo giardino un moai...Ci provi! Così mi dirà di quanto legno ha bisogno e tutta la comunità scientifica capirebbe se la deforestazione dell'Isola di Pasqua sia dovuta allo scavo, trasporto ed erezione delle statue, che abbisognava di molto legno, anziché, come sembra, all'arrivo nell'isola di una specie di topo che si è mangiato i semi dell'unica specie arborea, un tipo di palma, fino a distruggerla. L'archeologia sperimentale aiuta a capire molto!
Infine, e poi chiudo, perché sto dando fastidio a me stesso!, ci mancava il luogo comunissimo che alla fine si accampa. Si può dire ciò che si vuole, tanto la verità ci sfuggirà sempre, perché il tempo l'ha resa opaca e manca il dato contestuale. Sarà una brava letterata, ma di scienza e di logica ha solo qualche vaga idea. Nessuno pensa alla verità, ma di ridurre i margini di aleatorietà si, anche se nel momento dell'accadimento del fenomeno non c'era o non ci sarà.
Ora capisco bene che le sfugge davvero l'essenza del mio entusiasmo: aver appurato che una cosa autentica, come la Torralba, potrebbe essere "falsa"! Purtroppo, come dice lei, mi commuovo con niente!
Franco Laner

zfrantziscu ha detto...

Cara Maura, questo proprio no. Al mio blog non ci si iscrive. E' completamente e irrimediabilmente a libero accesso, così che non so il suo cognome. Per me non fa differenza, ma altri gradirebbe sapere con chi, oltre che su che cosa, interloquisce.

shardanaleo ha detto...

X Zuanne. Non so se hai letto i post nel mio forum sui popolidelmare. Mi lamentavo di un fatto accaduto diverse volte nelgi ultimi tempi. I miei interventi sono CENSURATI. Meglio, ho inviato un nuovo 3D (discussione) sulla conferenza stampa della regione relativa al porogetto EGIZIANI e SHARDANA per la pace. e non è mai stata pubblicata. Da poco sono intervenuto nei commenti e il blog non mi accetta l'intervento. Voglio continuare a credere a un problema tecnico... ma sai... quando è ripetitivo... vediamo questo.
X franco laner: un piccolo aiuto su questa faccnda delle Pintadere e dei 26 buchi....
Non mi occuperò di quella dell'amico De Pasquale (lo preciso anche nel libro i calcolatori del tempo). mentre darò qualche notizia sulla "Pintadera di Villanovaforru. Intanto mi fa ancora meraviglia vleggere che i Sardi usassero questi gioielle per decorare il pane... Oh Franco! Ho visto qualcosa del genere nel museo mulino di Fluminimaggiore: si somilgiano, sono in bronzo e sono più piccole, queste forme per il pane. Il pane NON quello qutidiano, bada bene, ma i PANI SACRI. Oltre a non esserci traccia di pane comune decorato in tale maniera fra i tanti pani sardi, I PANI SACRI comportano anche il COLLEGAMENTO CON LA SCIENZA che da sempre è detenuta dai Religiosi. Ciò non esclude quindi un uso scientifico della "Pintadera". perosnalmente ho trovato COPIE della Pintadera da me studiata (la stella a OTTO punte) in tutto il mondo antico, chiamate RUOTE DEL TEMPO. Sono talmente simili tra loro che si pssono tranquillamente sovraporre. Ho sovraposto la Villanovaforru al calendario Maya e a quello Egizio di Dendera: perfetti. Vi è di più: quello di Dendera mi ha dato anche le sovraposizioni giuste per calcolare le FESTE DEL FUOCO e DEL SOLE, ancora in auge in sardinia e in tutto il mondo con nomi diversi. Feste che cadevano ogni 40 gg. (ancora oggi vedi la quaresima e l'avvento) con giorni di festa di 4gg ... Se fai un poco di conti vedrai che questo giustifica anche il famigerato n. 26 della Villanovaforru... Io non sono un matematico, ma qualche conto lo so fare... ma la mia specialità non è comunque la matematica e non ho certo basato i miei studi sui numeri. E' il fatto di aver incontrato la Pintadera in ogni parte e età del Mondo antico e attuale. Tu conosci otto pintadere, Giorgio ne ha trovate altre in... Anatolia? Io ne ho trovate a centinaia... tutte TIMBRI PER IL PANE? No sono chiamate con i loro nomi religiso/scietnfico: STELLA A OTTO PUNTE o RUOTE DEL TEMPO o CALENDARI!
Il fatto che poi in Sardinia, alcuni Nuraghi riportino gli ORIENTAMENTI ai solstizi ed equinozi e feste del fuoco (MAGGIO, mORTI, fUOCHI DI GENNAIO, INKUNGIA)... in modo analogo (e sempre numericamente identico) grazie alle FAMIGERATE FERITOIE, dove il sole entra alle albe e tramonti nei giorni indicati... Di nuraghi calcolatori, nonostante gli sfottò di qualche amico "archeoastronomo", ne abbiamo diversi in sardinia. E non solo nuraghi dimenticati come il S. barbara, ma anche nuraghi molto più noti. Noti per altre ragioni però.
Kum Salude. leo

Franco Laner ha detto...

Caro Leo,
non allargarti troppo, altrimenti non riesco a seguirti. Il tema sono le "geometriche" sarde, 8 che sono riuscito con grande sforzo e impegno a recuperare. Quelle decorative, per ora non mi suggeriscono abbastanza per sostenere una teoria. Le geometriche per me appartengono al "sacro". Prima di dire che marcano il pane, ho provato a farlo, con modestissimo esito. Poi Roberta mi ha detto di farlo su pane azimo ed il risultato è stato accettabile. La divisione geometrica, gli chevron, il 2, il 3 e il 5 ripetuti in varia forma su tutte le pintadere, mi suggeriscono per gli studi approfonditi e documentati, per esempio Campbell, che abbiano significato propiziatorio, augurale. Il pane marcato con le geometriche, è per così dire consacrato, benedetto. Stop! Non vado oltre!
Tutti i ragionamenti che tendono a dimostrare che sono abachi -non puoi immaginare quanto mi sia costato andare in rotta di collisione con Mauro Zedda su questo argomento!- cadono in passaggi illogici e forzati. Sui discorsi calendariali sulle pintadere sarde non riesco nemmeno a criticarli. Vanno al di là di ogni mia buona volontà!

Su ciò che affermi, cerca di far attenzione. Nessuno ha mai messo in dubbio l'esistenza di altre pintadere. La Gimbutas documenta la presenza di "pintadere" fin dal 6000! Le definisce sigilli per il loro uso.
Le pintadere hanno appunto usi diversi, timbri, sigilli, per decorare tessuti, per identificare merci e prodotti.Documenti. Molte assomigliano alle sarde, o viceversa, le sarde assomigliano a quelle. La somiglianza di oggetti -il morfema- non implica stessa funzione!
Può darsi che ci siano pintadere con funzione calendariale. Non quelle sarde. Meglio, nessuno ha dato finora dimostrazione attendibile, logica.
Che relazione c'è fra 40 e 26? Invece di alludere, spiegalo. Se, come dici, sai far di conto, come i nuragici. A meno di non voler attribuire loro conoscenze superiori. Ovviamente allora dobbiamo dimostrare che usavano serie di Fibonacci, calcolo differenziale e via dicendo!
E se hai fonti sulla matematica dei nuragici, comunicalo. Questo sarebbe davvero uno scoop, altrimenti continuaiamo a fare i cantastorie e ad esaltare conoscenze immaginifiche, riuscendo a farci deridere persino dagli archeologi, il che proprio, caro Leo, non mi va!
Mettiamocela tutta per non lasciare nemmeno una fessurina da cui possa penetrare il dubbio!
Un carissimo saluto
Franco

Anonimo ha detto...

Maura M.:
Spero di non annoiare nessuno, vorrei solo chiarire a Laner che l’entusiasmo è una buona cosa, non lo metto in dubbio, lo stupore è un presupposto per attingere alla conoscenza e cerco di insegnarlo ogni giorno ai miei allievi; soltanto non ci commuoviamo per le stesse cose, come quella dei sardi che mettono la mano sul cuore, tutto qui. Accetto di buon grado le sue critiche in merito alle mie conoscenze scientifiche e logiche: so di non sapere, l’umiltà è un’altra base fondamentale della conoscenza socratica. Peccato però quando in un incontro di fioretto qualcuno afferra la zappa. Già, perché è un’arma impropria, così si finisce per dire delle contraddizioni in termini, come quando dice che l'essenza del suo entusiasmo è di "aver appurato che una cosa autentica, come la Torralba, potrebbe essere 'falsa'": delle due l'una, o ha appurato che la pintadera è "falsa", per usare le sue parole, oppure sta ipotizzando che lo sia, e allora usa il condizionale "potrebbe", che esprime una situazione dubbia e subordinata a delle condizioni e significa che non ha appurato un bel nulla. Venga pure da me che le faccio qualche lezione di italiano e lei mi riverserà la sua scienza.
Da parte mia, non sono in grado di poter rispondere alle sue domande sul calendario dei nuragici, le ho portato solo alcune osservazioni basate su fatti recenti di cui ho esperienza.

Franco Laner ha detto...

Gentile M...Ho messo falso fra virgolette e usato potrebbe per significare che, nonostante la pintadera sia autentica, non mi consente di stabilire il vero.
Il sospetto che 6 buchi siano anomali è legittimo. Logicamente dovrebbero essere 5, ma effettivamente sono 6. Sia io, sia Roberta,sia alcuni blogger, v. Maurizio Feo, abbiamo pensato ad un errore. Prima di vedere la foto.
La foto,la B, ha introdotto una potentissima variante, evidenziando un pasticcio esecutivo. Rimane il dubbio: l'intenzione del ceramista è 5 o 6?
La mia propensione è per il 5. Che potrebbe essere non vero, quindi falso!
L'autenticità dunque è una cosa, la veridicità un'altra.
Sono ricorso all'indovinello, come dichiarato, per avere un aiuto. Non pensavo di caricarmi di una croce che viviseziona ogni vocabolo, la grammatica e la sintassi. Per di più una croce anonima.
Se conoscessi l'interlocutore, o l'interlocutrice, potrei magari dirgli, dirle, mi hai spappolato le palle!
Ma non lo conosco e perciò sto zitto.
Franco Laner

Anonimo ha detto...

Maura M. ha scritto:
Carissimo,
le sue parole si commentano da sole. bye
Maura Manca

shardanaleo ha detto...

Franco... oh Franco...! Spero tu non abbia colto vena polemica nei tuoi confronti all'interno del mio commento! Eh! Lo so è colpa mia, ma dovresti conoscere il mio carattere impulsivo (ricordi S. Cristina, l'attacco all'Archeobuono che voleva insegnarci cos'è l'archeologia?). Certo, non posso pretendere che tu abbia letto il mio "I Calcolatori del Tempo" in cui spiego ampiamente il fuonzionamento della "Pintadera" e del "Nuraghe calcolatore" studiato per anni da chi ci dormiva dentro in attesa di albe solstiziali ed equinoziali...
Sul numero delle pintadere sparse nel mondo, non volevo certo dire che io ne conosco più di altri... volevo sottolieneare che in ALTRE, TANTE parti del mondo queste "Ruote del Tempo" sono considerate CALENDARI e nessuno si stupisce. Forse ti sarà sfuggito il programma di Giacobbo (Voyager) a RAI2 la scorsa primavera. Annunciava che nell'apennino, non lontano da Bologna era stato travato un disco (Unico al mondo iniseme a quello trovato mi pare in israele o in siria!) che gli antichi popoli dell'ETA DEL BRONZO usavano come un MODERNO CALENDARIO!... sai cos'era? UN "PINTADERA". Ecco dove è il mio rammarico. Un sardo studia qualcosa di sardo antico e si becca del VISIONARIO... si scopre la stessa cosa in ambito "Continentale" ed è subito SCOOP!
Kum Salude a te franco.
Leo

Giuseppe Mulas ha detto...

Caro Laner riguardo alla successione di fibonacci e alla matematica(piu' geometria)dei nuragici,c'e' una ricerca moooolto interessante da parte dell'architetto Danilo Scintu, si intitola "Le torri del cielo" ed.PTM (prima tipografia mogorese) anno 2006.
L'analisi dello Scintu viene fatta appunto dal punto di vista architettonico,rileva le proporzioni e il simbolismo architettonico delle antiche torri,ne fa una comparazione e consta delle cose interessantissime,compresa la successione di fibonacci e la sezione aurea.
Dovrebbe essere il primo studio operato in questo senso,diversamente da tutti gli studi effettuati di tipo prettamente archeologico sui nuraghi.

Franco laner ha detto...

cari Leonardo e Giuseppe Mulas,
rispondo assieme anche se trattate argomenti diversi, per dirvi grazie delle segnalazioni. Ne prendo atto e dopo che le avrò studiate sarà mia cura rispondervi.
Sarebbe questa la strada ideale per chiudere elegantemente il discorso sul suo nascere, senza innescare discussioni, attriti e inamicizie.
Sarebbe il modo migliore per non iniziare un discorso infinito che non cambiarebbe nulla, perché ognuno di noi ha maturato, per i suoi studi, per la sua cultura, per i suoi obiettivi, convinzioni che vuol difendere, perché convinto!
Prendiamo il libro di Scintu. Embè?
Se trova la sezionbe aurea in un profilo di camera di nuraghe significa forse che i nuragici conoscessero tali rapporti? Molti risultati delle architetture realizzate con criteri empirici, partendo da un centro, un cerchio e regole pratiche con semplici strumenti, come appunto una corda generano figure geometriche che hanno proprietà geometriche. Un esempio. Nel pozzo di S. Cristina c'è il paraboloide iperbolico, conseguenza dell'isodomia dei corsi e del raccordo geometrico fra la scala ed il camino del pozzo. Che cretinata se dicessi che i suoi costruttori conoscevano questa figura geometrico-spaziale e dicessi che già nel 1000 a. Cr. le genti sarde manovravano equazioni, curve di 2° e 3° La cosa potrebbe diventare interessante qualora dimostrassi che chi così ha fatto conosceva le regole sottese o almeno che c'erano le condizioni scientifiche e la necessità per quelle conoscenze. Altrimenti non si invochi la scienza. Con pochi e qualsiasi numeri, anche di una pintadera, proprio perché sono numeri, li posso manipolare e dimostrare ciò che voglio, specie partendo da ciò che conosco ora. Ciò che ora conosco è qualcosa di straordinariamente elaborato, sedimentato, incommensurabilmente distante dalle conoscenze del nuragico. Attenzione, non parlo di intelligenza o conoscenze empiriche, bensì di scienza.Per scienza intendo spiegazione di fenomeni, accadimenti. Non fatemi dilungare su cosa significhi spiegazione. Leggetevi Popper o Khun.
Scusate, devo interrompere perché è troppo lungo. Chiedo scusa
Mando questo e poi il resto!

Franco laner ha detto...

continua

E' facile, ora parlo di Scintu, dire che la volta del nuraghe sta su perché il costruttore ha introdotto uno stato di coazione orizzontale e spiegarlo. Per arrivare a quella conclusione, v. pag. 92 del libro di Scintu, ho impiegato dieci anni di studi e memorie discusse in due Convegni internazionali. E siamo in un settore, quello costruttivo, ancor oggi verificabile, riproducibile. Empirico! Introdurre conoscenze matematiche nel secondo millennio a. Cr., che non siano semplici operazioni aritmetiche, mi sembra difficilino e comunque sono necessari riscontri. La matematica presume un corpus articolato, come lo presume la scrittura, condiviso da una comunità. Ma soprattutto bisognerebbe dimostrare la necessità di ricorrere a calcoli. Sensazionali attribuzioni, meraviglie, scoop, per me lasciano il tempo che trovano. Tutto ciò che sosteniamo ha bisogno di riscontro e tanto, tanto studio e capacità di spogliarsi di ogni nostra attuale, moderna categoria scientifica, tecnica, letteraria. Prima di dire che nella preistoria fosse nota la moltiplicazione, o la divisione, ovvero la capacità di rapportare quantità (lunghezze, aree, volumi, pesi, liquidi, tempo) ed introdurre conseguentemente unità di misura, bisogna ricostruire, documentare quel patrimonio di conoscenze che consente quel passaggio e all'orizzonte non c'è nulla di nulla! C'è la nozione, ovvio, del trascorrere del tempo. La sua misura ha bisogno di unità, ma non inventiamocele noi per attriburle a 3000 anni fa!
Sono già stanco ed ho appena iniziato un discorso, che andrebbe condiviso prima di confrontarci su tante cose, anche su un semplice oggetto, come la pintadera. Affermo che senza una base epistemologica comune non potremo mai capirci. Ognuno ha una propria welthanschaung (visione del mondo), esperienza. Forse, come dicevo all'inizio, bisognerebbe fare come i giapponesi: essere gentili fra noi, ossequiosi, inchinarsi nel bene e nel male. Ma siccome ipocriti non siamo, continueremo a scazzarci. Però, Leo, io ti ho chiesto che relazione ci sia fra 40, il mese nuragico , 26?, e i 4 giorni di festa. Con questi numeri, per favore, tirami fuori l'anno. Ho tentato da solo, non ce la faccio!
Saluti cari!
Franco

shardanaleo ha detto...

EH! Vedi a scrivere alle volte proprio nn ci si capisce... mi sono forse espresso male. Ho detto che tutto sommato il 26 non è prporio estraneo al conteggio calendariele. ma qui mi riferivo allo studio di De Pasquale. Il 40 e il 4 si riferiva alla "mia" Pintadera delle stagioni. Mentre il 40 era un numero fisso che divideva le Otto feste stagionali, come ancora accade ad esempio per la festa dei fuochi (carnevale) da quella della Pesah o danza di primavera (PASQA MANNA)... il 4 è indicativo. Perchè i giorni di festa effettivi variavano da 4 a 6 a seconda della festività. Mi spiego: le feste erano:
- PASQA MANNA,inizio anno, con l'equinozio di primavera alla prima Luna piena
- MAJU, la BELTANE dei celti, le feste di maggio oggi dedicate alla Vergine o ad altri santi con le identiche cerimnie di una volta (S. Efisio a cagliari ne è un esempio)
- LAMPADAS, FUOCHI, giugno, Santuanni (S. Giovanni), solstizio d'estate.
- INKUNJA (LUGHNASAD celtica), agosto Le festa dello stivaggio del raccolto
- AKKORDOS (MABON celtica) CAPUDANNI, inizio anno agricolo EQUINOZIO d'autunno
- SAS ANIMAS (SAMIN celtica) Fine ottobre, primi novembre, festa dei morti
- PASQIXEDHA (YULE celtica) SOLSTIZIO d'inverno, piccola pasqua (natale)
- FOGONES (INBOLCH celtica) i FUOCHI, inizio del carnevale (da metà/fine gennaio fino a marzo pasqa manna
... Ogniuna di queste feste si distanziava di quarata 40 gg dalla fine delle celebrazioni della prima all'iniziio della seguente. Il carnevale sappiamo durasse più di 4 gg, mentre Pasqa manna era più breve... aseguire, le celebrazioni di maggio più lunghe e il solstizio/Santuanni più corte... ecc.. Il tutto calcolato in 365 gg circa.
Lo so, lo spazio di un post non è sufficiente a fare una descrizione più dettalgiata. ma ti assicuro che NON sono calcoli matematici che si POSSONO ADATTARE. Sono TRADIZIONI documentate e presenti ancora oggi identiche (solo il nome è cmabiato con quello di qualche santo) In sardinia, nei paesi celtici e in molti paesi della BELLA ITALICA TERRA.
kum salude

Franco Laner ha detto...

Allora. 8 mesi di 40 giorni fanno 320 giorni. Aggiungo 8 intermezzi, feste, da 4 giorni e arrivo a 352. Ma tu dici che qualche festa è un pò più lunga ed allora aggiungo 3 ed arrivo a 355.
Mancano pèrò 10 giorni.
Vediamo. Pensa che rottura di palle lavorare 40 giorni di seguito.
Possiamo pensare che ogni 20 giorni si possa fare uno stacchetto di 1 giorno e così ne aggiungo altri 8. Me ne mancano altri 2 che possiamo aggiungere a casi locali particolari, una divinità locale non si nega a nessuno! La cosa mi pari funzioni bene, anche perché hai tenuto sempre a base il numero 4, che è un numero di grande equilibrio. Infatti gli animali più stabili hanno 4 zampe.
Qui però la cosa non è così certa, perché qualcuno considera zampa anche qualcos'altro! Il quaranta ritorna in tutta la grande tradizione, è il numero dell'attesa, altre all'Avvento e alla quaresima,, David regna 40 anni, Mosè rimane 40 giorni sul Sinai ed è morto a 40 anni. Gesù predica per 40 giorni, e gli ebrei sono condannati ad errare 40 anni nel deserto.
Me ne vado, caro Leo, anch'io in quarantena, a curarmi dal mal di testa!
Il nuragico, si colloca fra la protostoria e la preistoria. Non abbiamo quindi notizie di alcun genere, men che meno sui periodi e durata delle feste e non possiamo che fare supplenza, estendendo "su connotu a contr'a su connotu" (un pò di sardo, giusto o sbagliato, da maggior credibilità al discorso, anche se i nuragici non penso parlassero sardo!)
Ma quanta attenzione presume questa operazione di trasferimento di tradizione! Si rischiano ovvi sputtanamenti. Soprattutto da chi, gli archeologi, ci aspettano al varco considerate le nostre reiterate critiche!
Ora e non scherzo, me ne vado davvero in quarantena, perché 'sta pindadera mi ha esaurito!
Laner

shardanaleo ha detto...

Ricordo quando a S. Crisitina Franco fece vedere lo SCARICO DI UN LAVANDINO per parlare del calendario di De Pasquale. Rimasi molto deluso amico mio da quel tuo atteggiamento. Io ho già spiegato che in un bolgo non si possono spiegare cose che hanno richiesto anni di studio e un intero libro per spiegarle. Purtroppo delvo ammettere che certi tuoi atteggiamenti mi ricordano la CHIUSURA di certe persone che tu e io conosciamo molto bene. Come si può pretendere di CAPIRCI qulcosa in due righe di blog? Io non pretendo. ma ad esempio nel calendario di De pasquale NON ci ho capito niente nench'io, ma non uso il tuo atteggiamento di chiusura totale. Questo non ti fa onore.
E ti vorrei ricordare una cosa importante: IO NON PARLO DI NURAGICO né di NURAGICI. Proprio per questo il MIO calendario è documentato, perchè apparteneva a un PERIODO STORICO e DOCUMENTATO, dai Sumeri agli egizi, ai shardana ecc... e tutt'oogi sono consultabili DOCUMENTI scritti su questo, CARO FRANCO.
Davvero Mi sosrprendi e mi deludi. Comuqneu questo non coambierà la stima reciproca ... a una prossima volta con più calma... magari quando (e se, non è obbligatorio, si vive anche senza) avrai letto il mio libro sul calendario. Che NURAGICO non è.
Kum Salude.
Leo

Franco Laner ha detto...

Non menare il can per l'aia. Spiegami come fa 40x8 + 4x8 + 3 a fare 365.
Franco

shardanaleo ha detto...

benedetto.... 40x8 = 320 .. ogni festa aveva una durata da 4 a 6 gg... a differenza del carnevale e del'inkunja, molto più lunghi per ovvi motivi. Le feste invernali del fuoco duravano a lungo per l'OZIO invernale, mentre quelle estive duravano altretanto a lungo per via della FINE DEL LAVORO (Inkunja significa STIVAGGIO dei prodotti) e la gente si rilassava finalmente dopo le fatiche della messe e del raccolto. Ancora oggi, feste di santi sono spostate in questo periodo per comodità. L'esempio lo sto vivendo in questo momento al paesello dove vivo: LACONI. S.Ignazio, patrono dei sardi NON è nato, nè morto ad agosto eppure la fiesta finisce SOLO oggi (cominc9ata domenica scorsa.
Come hai detto tu NON si tratta di calcoli MATEMATICI. ma tutto si regolava con l'ASTRONOMIA. I Sardi cominciavano l'anno convenzionale con L'EQUINOZIO di primavera, primo PLENILUNIO. Su questo si regolavano i periodi con l'ausilio del QUARANTA. Non credere che la Chiesa faccia diversamente ... Cosi dicasi delgi Ebrei.
Ora, amico mio, se abbiamo un anno 365 gg e a noi mancano 45 gg da conteggiare come feste, credi che i loro SACERDOTI ASTRONOMI non sapessero come far tornare i conti? Ancora oggi lo fanno (isacerdoti cristiani) per far tornare i CONTI con la Pasqua che deve cadere di domenica...
QUINOZIO DI PRIMAVERA
PRIMO LENILUNIO
PRIMA DOMENICA
E allroa le date cambiano di anno in anno.
Idem per i nostri babais... qualche giorno veniva aggiunto o tolto dalle feste principali. Aggiungi a 40x8= 320 + 4-6x 8 (= 32-48) abbiamo 352-368... insomma siamo lì.
Se ti aspettavi un CONTO MATEMATICO non mi conosci. :-) Io odio la matematica fin da piccolo! (mi raccomando leggi i sorrisini, cjhe scrivendo non ci comprendiamo, magari). E comunque anche i nostri antichi ci andavano poco d'accordo con la matematica appunto. si trattava di sempli PERIODI ASTRALI o se preferisci ASTRONOMICI. aggiustati con qualche giorno che si spostava. COSA CHE ANCORA OGGI LA CHIESA deve fare per far tornare i conti con il CALENDARIO che pare basato sulla relgiione e sul capodanno... invece parte tutto DALL'EQUINOZIO DI PRIMAVERA, PRIMO PLENILUNIO, PRIMA DOMENICA... poi si conta ARITROSO per QUARANTA gg fino al MERCOLEDI DELLE CENRRI e abbiamo la QUARESIMA... indietro (martedi grasso il giorno prima abbiamo le feste di INBOLCH/FOGONES/CARNEVALE e indietro ecc... come vedi NON ho inventato hiente è tutto là ANCORA OGGI. Solo che noi non lo vedevamo. Come la stoira della CESTA DI MOSE nel Nilo per 850 KM CONTRO CORRENTE. Doveva arrivare leonardo Melis per accorgersi di questo dopo 3.300 anni!
KUm Salude.
leo