sabato 20 giugno 2009

Partirà, la nave partirà, dove arriverà, questo già si sa

di Alberto Areddu

Presso quell’arsenale di talenti dell’Università turritana si sta approntando, dicono le cronache (L’Unione Sarda del 4 c.m.) una navicella nostrana (dal poetico nome sumerico di Nur ‘luce’) antichizzata all’età del bronzo, che dovrebbe veleggiare lungo le coste isolane e poi preso il largo giungere fino all’amato Epiro, dal quale proseguire fino a lambire le coste turche, onde, ripercorso l’Egeo, tornare alla base dopo aver cirmcumnavigato gran parte del Mediterraneo orientale, secondo rotte che i Ricostruttori del Nostro Magico Passato (o forse meglio l’iperbato: i Magici Ricostruttori del Nostro Passato?) dicono le nostre antiche navi aver percorso.
L’iniziativa non sarebbe una novità: già negli anni cinquanta Thor Heyerdahl mostrò come ricostruendo con attenzione filologica una zattera d’età preincaica, si poteva approdare con una certa facilità in Polinesia dal Perù, e quindi non era impossibile (ma non per questo sicuro) che alla base della civiltà polinesiana ci fosse stato un input delle civiltà precolombiane. Nel nostro caso però c’è una piccola differenza: che di navi sarde dell’età del bronzo non se n’è trovata neanche una, né esiste alcuna descrizione che ce le ricostruisca, i pochi indizi sono le statuette votive in bronzo, che sono ovviamente oltremodo schematiche, verosimilmente molto più tarde dell’età indicata (fino al 1200 a.C.) e dalle quali non si può apprendere di realizzativo, nulla.
L’operazione che quindi sarebbe meramente chimerica e velleitaria, è in aggiunta una contraffazione: facile prevedere che si prenderanno modelli di navicelle egee o fenicie e la nave, usando come tocco d’indigeno solo qualche legno del Gennargentu o del Limbara e la polena di un sirvone, come volevasi dimostrare, tornerà alla base. Altro che sfida verso l’ignoto, come vogliono far credere i Ricostruttori: è una mera applicazione del già noto sul nostro ignoto, insomma qualcosa di scientificamente assai poco confacente.
Ma anche fosse possibile ricostruire uno sfondo di fattibilità e di tecnicità applicate, ci sarebbe da porsi sempre la domanda: che ci andavano a fare i Paleosardi per mare così lontano se poi in tanti scavi pre- e nuragici mai si son trovati prodotti delle altre civiltà che i Paleosardi avrebbero potuto attingere e/o saccheggiare, quali tecniche, scritture, tesori, manufatti? Erano forse i primi turisti ecologisti della storia?
In filigrana parrebbe di sì, perché alla fin fine il messaggio della spedizione è questo, portare un segno di pace della nostra solare isola ad altre contrade mediterranee, sperando che da Rodi, Creta, Turchia ecc. ci vengano a trovare nelle nostre odierne ricettive strutture alberghiere. Insomma come sempre l’utile economico si mescola al messaggio buonista e a quanto serva a sublimare il desiderio di alcuni di dare lustro a un, oggettivamente non illustre, fantasmatico passato.

Per mia pura cusriosità, le consta che in qualche parte del mondo si siano trovati resti di navi lignee del XIV secolo avanti Cristo?[zfp]

34 commenti:

Gabriele Ainis ha detto...

Gentile sig Areddu, due note,
1) mi permetto di contestarLe che Heyerdahl non mostrò proprio nulla. Le sue ipotesi furono contestate ai tempi e definitivamente archiviate in seguito.
2) riguardo la domanda del sig Pintore, noto che non perde la sua verve polemica: messo di fronte all’affermazione che non si sono mai ritrovati manufatti che attesterebbero la frequentazione sarda di altri lidi, risponde (comicamente) chiedendosi se si siano mai ritrovate navi antecedenti il XIV sec. a.C.. Un buon modo per arrampicarsi sugli specchi e ragionare al contrario, come del resto sono soliti fare i fantarcheologi, per la serie: siccome non ci sono prove contrarie, allora è vero tutto, qualunque sciocchezza . Comunque rispondo volentieri. Ovviamente sì, le navi sono state trovate.
E, al contrario, non sono state trovate prove che i sardi andassero per mare, come giustamente afferma il sig Areddu (e non solo lui: leggasi “L’alba dei nuraghi”, in cui l’ineffabile professor Ugas dichiara candidamente che non ci sono reperti che mostrano come i sardi frequentassero l’Egitto, neppure uno – chissà come mai – e però non è detto che ulteriori scavi non lo dimostreranno; nel frattempo abbiate fede e comprate un’altra copia del mio libro che dice che i sardi andarono là spesso e volentieri, please; le prove sono un’optional).
Attenzione ai terribili troll: essi si annidano ovunque!
Cordialmente,
G. Ainis

Maurizio Feo ha detto...

Mi risulta che il più antico documento archeologico risalga addirittura al Paleolitico Superiore (prima di 8.000 a.C.), ma non è ligneo. E' una costa, intagliata in corno di renna, ideata per una barca di pelli e più adatta al piccolo cabotaggio (reperita presso la foce dell'Elba). Le navi recentemente rinvenute nel Kuwait erano di canne calafatate con bitume: forse erano le neve navi di Magan, usate per il commercio tra Mesopotamia e valle dell'Indo nel IV millennio. Tra VII e VI millennio sappiamo delle navi Monoxile (sostanzialmente tronchi scavati), usate per i primi commerci - quando gli agricoltori neolitici si sostituirono ai cacciatori raccoglitori nell'Egeo. Sappiamo che furono sostituite poco alla volta da navi composte di più pezzi: erano per intenderci, quelle che da tutto il Peloponneso andavano all'isola di Franchti per la sua ossidiana. Sappiamo che i cercatori (prima di ossidiana e di selce e poi di metalli), si spinsero ovunque nel Mediterraneo. Sappiamo che nel III millennio le rotte commerciali tra Egitto, libano ed Egeo erano ormai quasi consuetudine. Nell'Età del Bronzo, dato il frequente trasporto per nave di beni di lusso, comparve la prima Pirateria. Il reperto ligneo di Ulu Burun è testimonianza del XIV secolo a. C., abbastanza ben studiato, per rispondere finalmente alla domanda. Ma l'antichità della navigazione nel Mediterraneo è già comprovata nella distribuzione stessa del Megalitismo preistorico, che - oltre ad essere un grande movimento di pensiero ed una religione - aveva sicuramente una vocazione marinara, vista la sua distribuzione molteplice e transmarina.
Naturalmente, tutte queste navi sfruttavano le correnti di deriva, cioé erano praticamente in balia del mare e dei suoi capricci. Avevano tutte - salvo quella di Ulu Burun - il fondo piatto.
Quindi condivido i dubbi così garbatamente esposti sul significato e sul valore scientifico del test in preparazione, per il quale provo comunque una sorta di simpatia spontanea...
Vorrei aggiungere che la tesi di Thor Heyerdahl è stata dimostrata totalmente falsa dalla Genetica: le isole del Pacifico sono state popolate dall'Asia, assolutamente mai dal Sud America.

Francesco degi Innocenti ha detto...

Sono uno che voi chiamereste un continentale e sono approdato su questo blog seguendo le indicazioni di Google che mi hanno portato a una bella intervista con il professor Ugas. Da allora non l'ho più lasciato e lo seguo con grande godimento intellettuale.
In silenzio fino ad oggi quando leggo che l'immarcescibile Gabriele Ainis, dopo aver scomunicato Sergio Frau, gli studiosi sardi dell'ossidiana, Gigi Sanna, gli studiosi non certificati, Leonardo Melis e non ricordo più chi altri, tenta la scomunica del prof. Giovanni Ugas.
Non ho capito su quali basi lo faccia, ma non è questo che mi intriga. Mi interesserebbe capire com'è che in alcuni sardi ci sia una tanto forte cupio dissolvi della propria storia. Una risposta mi pare di averla trovata nell'opera di Frantz Fanon I dannati della terra: il colonialismo riesce a arruolare i propri maggiori propagandisti principalmente fra gli intellettuali colonizzati. Sbaglio?

Anonimo ha detto...

E' sufficiente essere pregni di quella cultura appresa nei libri di scuola, su quei testi nei quali con veemenza si afferma che i sardi sono arretrati e tutto ciò che sanno lo devono ad influenze esterne. Chi provoca è conscio di lanciare un sasso che fa male, sa di girare il coltello nella piaga della nostra memoria perduta, anzi strappata via. Questi personaggi non appartengono alla cultura sarda. Se uno è veneto difficilmente riesce a capire la sardità, l'orgoglio di appartenere ad una comunità che si distingue da secoli per lealtà, abnegazione, spontaneità, ricerca delle proprie radici storiche. Il signore (anzi meglio...la signora) in questione si nutre del nostro dolore, del nostro soffrire nel sentirci additati come incapaci. Ma così va il mondo...chi sa fa...chi non sa chiacchiera.

Pierluigi Montalbano ha detto...

Ho dimenticato la firma...

Gabriele Ainis ha detto...

La risposta è molto semplice: in tutto il mondo, isole comprese, ci sono degli individui che speculano sulle speranze altrui. In Sardegna il tema dell'archeologia misteriosa ha avuto molta presa e c'è chi ci campa, o ci prova. A volte per speculazione politica, a volte per un piatto di lenticchie, sempre per incapacità di essere considerati dall'esecrabile "scienza ufficiale", come ben sanno, per l'appunto, i signori citati dal saggio sig Francesco.
Il quale prenda nota che tra il prof Ugas e gli altri c'è una sostanziale differenza: il primo viene considerato e contestato dai colleghi, i secondi non vengono considerati da nessuno (categoria nella quale mi riconosco).
Si figuri, il sig Francesco, che talvolta i suddetti si dimenticano anche come si chiamano, tanto che si potrebbe sospettare che non si considerino neppure da sé.
Cordialmente,
G. Ainis
P.S. - Però devo dire che il sig F. ha assunto in fretta gli stessi comportamenti delle persone che cita, e infatti, avendo di fronte i fatti (nessuna prova dei viaggi avventurosi dei coraggiosi pirati sardi, e la risposta data alla domanda del sig ZFP) parla d'altro, e non per un OT, ma perché non ha altro da dire. Potrebbe entrare a pieno diritto nella categoria dei fantarcheologi.

shardanaleo ha detto...

al solito: RAGLIO D'AINIS NON SALE IN CIEL

Francesco Degli Innocenti ha detto...

Neppure mi piace la fantarcheologia, se non quella di Indiana Jones. Mi occupo di antropologia e confermo: il suo atteggiamento culturale nei confronti di quella che asserisce essere la sua terra, è quello dei colonizzati descritti da Frantz Fanon e, forse ancora meglio, da Sartre.
Con una aggravante: che lei non mi dà l'impressione di essere un dannato della terra. Nella scrittura (sinceri complimenti, davvero) è imbattibile, nella logica e nella spiegazione delle sue tesi no: è uno zio Tom alla ricerca di giustificazioni alte. Io so nulla di archeologia, mi affascina la discussione intorno ai suoi problemi, mi interessano di più i fenomeni e i processi di disistima delle comunità cui si afferma appartenere e che, in realtà, si odiano. Come capita ai giovani di paese, insofferenti della comunità in cui vivono, vogliosi di scappare e frenetici ricercatori di una regione plausibile per negarne la cultura.
Ho letto nei suoi articoli che i sardi si meritano di meglio, ma come quei diciotenni in fuga non dice cosa è per lei il "meglio" capace di trattenerla.
Tutto qui.

Gabriele Ainis ha detto...

Gentile sig Francesco,
che non si intende di archeologia l'avevamo capito, del resto le piacciono le belle interviste. Che fa, quando studia antropologia lo fa compulsando Novella 2000? Pubblica i suoi articoli su Chi?
Guardi come argomenta bene il cabarettista preferito del blog, il sig Leo Shardana: è uno di quelli che piace a Lei.
Lei si contenta? E allora goda pure. Ognuno si masturba come ritiene opportuno, quando poi deciderà di giudicare la storia sarda cone fa (spero) con l'antropologia, allora mi scriva pure, la delizierò con la mia scrittura. Se poi ha letto i libri dei fantarcheologi e le piacciono, potrebbe rivolgersi alla dottoressa amica del sig Sanna, con lui pare che funzioni: potrebbe dare una mano anche a Lei.
Cordialità,
G. Ainis

Unknown ha detto...

Po caridade. Mr ainis, o mrs ainis no isco, est torrande a bombitare gaddara. Comente si podet fagher unu cunfrontu cun zente chi offendet che a custa? Adiosu

shardanaleo ha detto...

ribatto il concetto: RAGLIO DI AINIS NON SALE IN CIEL!
Kum salude
LEO

Anonimo ha detto...

Ribadisco, non ribatto. E poi, in sardo si dice kun (o kin), non kum. Mica è latino...

shardanaleo ha detto...

Io invece RIBATTO, nel senso di battere con la tastiera... sig. MAESTRO... e in SARDO ANTICO e anche in lingue mesopotamiche (sumero, akkadiko, aramaico... ) KUN si dice anche KUM... come KARUM/KARUN, ULUBURUN/ULUBURUM... SIG. MAESTRO... anonimo!
KUM/N SALUDE

Gabriele Ainis ha detto...

Caro Giovanni Anonimo (mi scusi se mi permetto di battezzarla, ma un nome dovrà pur averlo), non cercherà mica di insegnare l'italiano (o una qualunque lingua) al Sig Leo Shardana, vero?
Il linguaggio sconnesso è l'anima dei suoi sketch, fa scompisciare dal ridere!
Ma si goda lo spettacolo senza intervenire, i cabarettisti si offendono facilmente (gli asini molto meno, e poi ha mai provato ad assaggiare una bistecca d'asino? Sono ottime! Quelle di cabarettista invece sono pessime, dure e con un saporaccio orrendo!)
Mi stia bene e, se può, si firmi.
Cordialmente,
G. Ainis

gigi sanna ha detto...

Vomita, vomita gaddaroballo. Sono monotono? No, essenziale direi. Poche parole bastano. Anzi una sola. Gaddaroballo. E te la porterai appresso, sempre. E a ragione. Si vuole ancora una prova, una delle tantissime? La bella locandina del Convegno archeologico di Tortolì (teatro), svoltosi qualche mese fa, reca proprio la foto del ciondolo di Solarussa. Ho colto l'occasione di quell'incontro per parlarne un po' dal momento che ho avuto la possibilità di esaminare e studiare in precedenza l'oggetto. Che è tanto nuragico che più nuragico non si può. Ma il gaddaroballo non lo sa e la spara. Tanto che monta? Per la crociata e contro l'infedele non allineato tutto fa brodo! A morte!A morte!
Righe e righe di retoricume, parole e parole per non dire nulla, proprio nulla. Come sempre, del resto. Restano però le ottime galle a decorazione. Che figuraccia, che acuto dolore per il narcisismo verboso messo alle corde! Forse non è così? Lo si ripeta, dunque, si ponga di nuovo in campo la bella argomentazione. Convincente argomentazione. Applauditissima argomentazione su chi studia da fesso le fotografie quando ci sono gli oggetti. Chi è dunque il pressapochista,chi è il titolare sovrano della leggerezza, che forza e credibilità può avere più un toro asinino sanguinante d'arena circense, che incorna l'aria? Tanto più che ora, a corto di fiato, svela un po' finalmente da dove proviene. Io sarò chiamato ( e con ragione) superbo interprete di 'fregi', ma il prof.Ainis solo 'gaddaroballo'. La chiudo qui. Forza ora con le supergalle, forza, forza! Le attendiamo con ansia. Anzi con trepidazione. Ci ripeta però,la prego, la sublime argomentazione sull'ermeneutica fotografica fasulla. La ribadisca. Anzi la 'ribatta' (ma a chi volete prendere per i fondelli sull'uso dell'italiano? Vergognatevi!Non avete proprio altro da fare Maestro Ainu e Discepolo?)perche 'ribadire' e 'ribattere' sono la stessa cosa. Ribattere significa, il più delle volte, proprio 'ripetere', 'ripetere con insistenza'. 'Ribatta', ribatta dunque il chiodo; ribatta, ribadisca il suo concetto -chiodo ormai tutto storto e contorto! Con la retorica si fanno miracoli, soprattutto se si è allievi orecchianti di una certa mai doma sofistica.

Anonimo ha detto...

Non si perda d'animo, professore. Lei decifri tutto, prima o poi la gloria arriva. E se non arriva, almeno si sarà divertito un po'.

gigi sanna ha detto...

Tanto, tantissimo, mi creda, il divertimento. Per la gloria ce l'ho già, grazie. Quella di aver dato del gaddaroballo ad Ainis. Anzi al prof. Ainis. Chiunque esso sia.

Anonimo ha detto...

A mio parere non è un gaddaroballo ma un semplice bugiardo e menzognero artefice della propria insicurezza. Chi si nasconde dietro uno pseudonimo per attaccare un leale iscritto che evidenzia nome e cognome merita solo disprezzo, che aumenta vista la sua considerevole capacità retorica. Potrebbe contribuire ad un dibattito proficuo e invece cerca la polemica ad ogni costo...perfino mettendo in bocca di altri i propri pensieri e rifiutando sdegnosamente di scusarsi per il suo deplorevole comportamento scorreto.

Pierluigi Montalbano ha detto...

...firmato...Pierluigi Montalbano.

Anonimo ha detto...

mi è rimasta una delle due t sulla tastiera...intendevo scorretto, accidenti alla mia mania di non rileggere prima di inviare.

Gabriele Ainis ha detto...

Gentile sig Sanna,
si calmi, suvvia, telefoni alla dottoressa e si faccia prescrivere un calmante.
Guardi che non ne vale la pena...

Stia bene

gigi sanna ha detto...

Caro Pierluigi, di che cosa ti devi scusare? Di una doppia 't', o di un 'cun' sardo magari scritto eventualmente con 'kum'? Quest'ultima grafia d'altronde sarebbe (e forse lo è) una bellissima presa sarda per il di dietro a chi nelle nostre scuole colonizzate ci fa scrivere ancora 'zio' invece che il giusto 'tzio', alla sarda maniera; quella che da tempo distingue bene nello scrivere i due suoni differenti. Del resto, la 'nazione' italiana della scuola e della normativa (delle cosiddette regole), ammmesso e non concesso che essa abbracciasse anche la 'natzione' Sardegna, aveva pronto, comodo comodo, in casa il doppio segno. Ma figurati un po'! La Sardegna, che schifo di lingua, di letteratura, e di scrittura soprattutto! Atzei, Atzori, Atza, Atzara, Simaxis, Nuxis, perdixi, foxi, puxi, nuraxi...Ci sarebbe poi, Dio non voglia, qualche losco catalanismo e sovversivo castiglianismo grafico. E la vocale d'appoggio usata negli scritti dei predicatori? Quella che usa con civetteria anche Cossiga? Portotorrese. Simaxixi. Fordongianusu. A Orrore, orrore! Africa, Africa! E anche la grafia conta - e quanto conta - nel rincoglionire i popoli. Basti osservare che c'è taluno che si compiace di vedere il suo nome scritto Perdisci o Mascia (possibilmente con l'accento sulla prima 'a'), quello storpiato da ignoranti (?)scrivani, sardi e non.
E allora, prenditela con grande filosofia! Kum salude e trigu, anche da parte di mio tzio Ignatzio 'su betzu betzu' degli Atza di Tzuri e di Atzara al quale non gliene frega proprio una matza se gli mostrano una ragatza bonatza quando esce nella piatza.

gigi sanna ha detto...

signor gabriele, pelo grigio asinino, credo proprio che lei non avrà il mio scalpo. Io invece avrò il suo. Senza calmanti, se non l'anticoproballonina, doverosa in certi casi dell'acutizzarsi dei lanci... Ma forse no, non lo avrò. Non ne sono del tutto sicuro. Sono davvero in ansia, perchè non sono solo solo.In questo Blog infatti c'è da tempo una divertentissima giornaliera giostra di mattacchioni per chi per primo avrà il trofeo delle orecchie e della criniera.
Se però 'ribadisce' o 'ribatte' o ancora fa il professore d'italiano, vuoi vedere che il trofeo ce l'ho assicurato? Tenzo pronta pronta s'arresorza.

Gabriele Ainis ha detto...

Gentile sig Sanna,
su, da bravo, si calmi, mostri tutto il Suo aplomb per il quale va giustamente famoso.
E soprattutto, se vuole farci ridere, pubblichi una delle Sue trascrizioni, sono assai più comiche delle sue battute precedenti.
Buona salute,
G. Ainis
P.S. - L'anticoproballonina ha effetti secondari spiacevoli, tra i quali quello di provocare l'erezione. Poichè Lei da decenni non sa più cosa sia, la adoperi con moderazione, potrebbe nuocerle alla salute. Ci raccomandiamo tutti, non potremmo fare a meno di Lei.

gigi sanna ha detto...

Non pensarci e non e non fidarti; non fidarti della mia vecchiaia. E in ogni caso non me lo farei mai uno come te, un asino gaddaroballo in continuazione. E come potrei con tutto quel flusso? Per il resto tutti qui stanno a giudicare chi sia il più comico ed il patetico dei due. Lasci a loro il verdetto. Vomita vomita, battuta dopo battuta, sterco dopo sterco, vigliaccata dopo vigliaccata. Non avrai il mio scalpo, per quanto bianco possa essere. Avrò io il tuo. Sta sicuro. Vigliacco anonimo che sfotti gli altri e dici di firmarsi. Ti dò un consiglio: non svelare mai, ti dico mai, chi sei veramente perchè c'è qualcuno che in questo Blog non scrive più perchè ha un solo desiderio. E puoi capire quale: sistemare un vigliacco come te, vigliacco su tutto e con tutto. Le parole e le offese hanno pur sempre un limite. E tu hai toccato un punto di non ritorno, che mostra tutta la tua irrefrenabile stupida malvagità. E io non potrò trattenerlo. Pensi proprio che puoi andare a ruota libera? Ti fidi tropppo dell'anonimato. Dio non voglia che ti scopra! Forza, forza dai lezioni d'italiano, giovane asino retore che sei! Op -là, op-là, animale vigliacco che insulti, perchè non hai altre risorse,persino l'età. Dai lezioni di storia, dai lezioni d'epigrafia, dai lezioni di antropologia, di pornofonia, dai lezioni, dai lezioni...Sei lo zimbello del Blog e questo ti dispiace da morire. Sei un bugiardo e un disonesto oltre ogni dire e questo invece non ti dispiace perchè ami solo la battaglia dello battuta allo sterco. Per questo sei e sarai sempre un coproballo, anzi un gaddaroballo. Sono una volta tanto d'accordo con te. Quello che scrivi rimane, rimane tutta la montagna di galle, compresa l'ultima. Dio ti conservi anonimo. Non è una mia minaccia, ci mancherebbe: è un mio consiglio da 'vecchio', credimi, per quanto farabutto tu possa essere.

Anonimo ha detto...

Caro Pintore,
sono un troll pentito. Mi sono pentito dopo aver letto l'intervento qui sopra. Anche un troll ha una sua dignità: se qualcuno mi sembra voglia cambiare la nostra (prei)storia con argomenti un po' leggerini, uso l'ironia. Ma se lo stesso, con un intervento del genere, si squalifica da sé, mi domando che ci sto a fare io.
Lo legga, la prego, lo legga: mi dica se c'è una ragione al mondo che possa giustificare un simile sbracamento da parte di chi si definisce studioso serio. La scienza è un'altra cosa.
Suo, troll

Anonimo ha detto...

Caro Pintore, anch'io sono un troll pentito. Che ci sto a fare anch'io? Ma non c'entra il professore, che replica compe può,c'entra chi ha scritto il penultimo post. Da non credere e mi stupisco come non l'abbia bannato. Io gi avrei cercato la madre e le sorelle! Altro che storie!

zfrantziscu ha detto...

Ai sig. Troll, vi debbo una spiegazione. Perché Gigi Sanna no e voi sì? Intanto perché Gigi Sanna è uno che firma, so che esiste e si assume la responsabilità di quanto scrive. In secondo luogo perché chi gli dice che è sessualmente impotente non può non aspettarsi pan per focaccia.
Chi lo descrive così, in più, formalmente firma con nome e cognome e da sempre faccio finta che si tratti di nome e cognome reali. Ma faccio solamente finta: né a Ivrea, né a Torino, né in Piemonte estiste un Ainis. L'elenco telefonico dà due Ainis in Lombardia, ma non Gabriele; 14 in Liguria, ma nessun Gabriele; 1 nelle Marche, ma non Gabriele; 1 nel Lazio, ma non Gabriele; 7 in Campania, ma nessun Gabriele; 1 in Calabria, ma non è Gabriele; 20 in Sicilia, ma nessun Gabriele; 4 in Abruzzo ma non Gabriele; nessun Ainis in Sardegna.
Continuo comunque a far finta che sia vero e che un intellettuale di tanta capacità culturale non abbia telefono né una citazione piccola piccola in Google. E continuerò a fingere che non sia un anonimo.

Pierluigi Montalbano ha detto...

Beh...il Sig. ainis ha nome e cognome, è una signora mezzo veneta che vive a Cagliari e si diverte a trascorrere il suo tempo a imperversare sui forum anzichè dedicarsi al marito e alla famiglia.
E' un ex insegnante di liceo e, al di fuori del suo deplorevole comportamento in questo e in altri forum è anche persona simpatica.
E' un peccato, e l'ho già scritto, che la sua grande capacità sia svilita da questa mania persecutoria.
Cara signora...io sono sempre quì, con i nostri sardi-shardana, a tentare di ricostruire le tracce del nostro passato. Se un giorno vorrai collaborare siamo pronti ad ascoltare ciò che proponi.
Pierluigi Montalbano

gigi sanna ha detto...

All'anonimo numero 1.Se ha scritto quello che ha scritto solo perchè mi vuol male ed è così cortese con me non gli rispondo. Se invece è un povero troll che non ha capito nulla, ma proprio nulla, cerco di farglielo capire con il notissimo racconto di frate Celestino di Donori (mi pare, ma forse sbaglio) e di don Atanasio di Potenza. Vedrà che non avrà da eccepire più riguardo alla difesa 'sbracata' della scienza e della conoscenza. Quella vera s'intende e non finta. E capirà ancora da che cosa tutto è partito. Dunque. Fra' Celestino era ( è morto da qualche anno)un frate predicatore di grande fama e veniva spesso invitato per tenere prediche di grande livello in tutti i paesi del circondario.Era anche un uomo giusto e saggio, pazientissimo sempre con tutti. Mai una parola scortese, mai un gesto di irritazione. Un santo no, ma con un po' di invidia in meno e un po' pubblicità in più avrebbe anche potuto esserlo . Seguace di Papa Luciani, un giorno, ormai decenni fa, teneva, in un luogo imprecisato, la sua predica in una chiesa affollatissima per la festa di San Girolamo. Durante un passaggio del sermone ebbe a dire: ' Mi raccomando figlioli, quando vi rivolgete a Dio non dite solo 'padre' ma dite anche 'madre' perchè Dio, il Creatore, è maschio e femmina nello stesso tempo...'. Avrebbe quindi continuato del tutto indisturbato con la sua logica razionale sulla sublime androginia se un tal don Atanasio di Potenza, un fanatico seguace di un certo vescovo reazionario, che per caso assisteva alla predica, non lo avessse così apostrofato: 'Pater noster, Pater noster! tu fratello sei davvero pazzo'! Fra' Celestino lo riconobbe e senza pensarci su gli rispose, tra lo stupore generale: 'no, sei tu che, come sempre, non capisci un cazzo!'. Ci fu un attimo di silenzio e di notevole imbarazzo, ma uno tra il pubblico capì e gridò: 'Bravo, quando ci vuole ci vuole!. E ci fu un applauso a lunghissima scadenza. Don Atanasio rimase come paralizzato, piccolo piccolo e stretto stretto tra gli 'iscurtantis' minacciosi e Fra' Celestino potè terminare quella predica;sempre memorabile, ma stavolta per un certo termine, francamente non da santo. E neppure da difensore della teologia di un grande Papa. Eppure si dice che non si sia mai pentito del suo gravissimo peccato. Ebbe in seguito qualche piccolo guaio tra i superiori perchè gli fu rimproverato di aver esagerato e di aver fatto scuola, allorchè un bambino (che era presente il giorno dell'insolita predica), gratificato da un buon maestro con il titolo di ' asino pazzo', si sentì in dovere anche lui di rispondere in rima. Ci fu anche lì l'applauso a lunga scadenza. E accadde altro ancora di movimentato.Ma questa è un'altra storia. Ma forse no, perchè c'era ancora la scienza (e la prepotenza) di mezzo.

Gabriele Ainis ha detto...

Gentile sig Pintore,
Le ho mandato la mail che riceverà prima di aver letto il Suo ultimo post, e ne sono sconcertato. Che Le capita?
Glielo chiedo in modo diverso: chi Le da il diritto di fare ricerche sul sottoscritto? (E di dirlo?)
Lei viola le regole del suo blog, perché, a quanto pare, ha svolto ricerche ( da dilettante) solo su di me. Tra l'altro senza neppure sapere come si fa!
Allora i casi sono due: o da lei si scrive (come fanno tutti) adoperando un nick; oppure ci si deve identificare, nel qual caso devono farlo tutti, non io solo perché a quanto pare Le da noia avere qualcuno che parla con argomenti e non per sentito dire.
Se la cosa non Le piace, cambi le regole del blog, però abbia la compiacenza (e il coraggio) di dirlo, senza sbandierare la presunta libertà di parola.
E invece le do una cattiva notizia: pare che io esista e mi chiami come mi firmo. E Lei farebbe bene a cambiare mestiere perché quello di investigatore privato Le calza male (e la rende vagamente ridicolo, assieme a quello di apprendista archeologo).
Se le riesce non scenda a questi livelli, prego, e prima di accusarmi di aver offeso qualcuno, si legga ciò che hanno scritto a me!
E di passaggio, se Le riesce, provi a rispondere ad argomenti seri, senza pregiudizi e con un minimo di apertura mentale!
La ringrazio.
Gabriele Ainis.

zuannefrantziscu ha detto...

Sig Ainis
Ha perso il suo aplomb insinuante e finalmente passa dai giri di parole alla villania diretta. “Si legga gli articoli pubblicati su rivista e non le interviste sui giornali” si trasforma nel più franco “apprendista archeologo”. E anche il “abile polemista” si svela essere non un complimento ma un elegante eufemismo che sta per “imbroglia carte” (“lei viola le regole del suo blog”). E poi “vagamente ridicolo”, afflitto da chiusura mentale, e altre insolenze che, nel corso della sua collaborazione, le sono, vogliamo dir così, scappate.
Lei sostiene che io non avrei il diritto di fare ricerche per sapere se ci fosse anche un volto dietro la maschera di uno che ha sbertucciato gran parte dei collaboratori di questo blog. Momentaneamente i servizi segreti shardana erano occupati e allora mi sono servito di illeciti strumenti, notoriamente molto riservati: gli elenchi telefonici e google. Se dietro la maschera c’è un volto, se un tale “abile polemista” ha lasciato tracce pubbliche, verranno fuori. Ma ha ragione lei, come investigatore privato valgo nulla.
In questo spazio c’è chi scrive sotto pseudonimo o come anonimo e se va al di là del lecito, io cancello i post. Non lo faccio con chi si firma con nome e cognome, perché si assume la sua parte di responsabilità. Prima che la sua prorompente campagna anti ciabattoni dell’archeologia degeneri (come da avvisaglie), volevo capire se davanti alla possibile rivolta giudiziaria dei cialtroni avrei potuto dire, magari in Procura, che mi ero assicurato, come si fa in un media responsabile, della identità del mio ipotetico correo. “Ma come” avrebbe potuto chiedere un pm “lei pubblica cose sul filo della diffamazione e neppure si assicura se dietro una maschera c’è un volto?” (Moltissimi magistrati sono colti, conoscono Luigi Chiarelli, Camillo Mastrocinque, Tommaso Toschi e altri che si sono cimentati col tema).
Lei mi assicura che dietro la maschera di Gabriele Ainis c’è il volto di Gabriele Ainis. Le credo e poiché questo spazio è libero, è a disposizione anche sua; mi tranquillizza la sua assicurazione, anche perché io sono un investigatore patetico, è vero, ma se mai dovesse arrivarmi una denuncia per diffamazione o per calunnia per cose scritte da lei, c’è chi ha l’autorità di utilizzare strumenti più sofisticati di un elenco telefonico e di un motore di ricerca.
PS – Chi mai la ha assicurata che una persona, sbertucciata, offesa, presa per il sedere, sia disposta ad abbozzare? C’è chi, basta leggere alcuni post di risposta alle sue intemperanze, si è ritirato dal “dibattito”, chi ha minacciato di farlo e c’è chi, forse più permaloso di altri, ha reagito. Sa come sono gli uomini: non tutti seguono il consiglio di porgere l’altra guancia. Io, che per carattere sono accomodante, ho pensato di ritirarmi. Poi mi sono detto: “No, che cavolo, questo blog l’ho inventato io”. Digerisco anche queste sue ultime insolenze.
Ah, mi sono informato sul rapporto fra la sua maschera e il suo volto, perché degli altri conosco volto, voce, corporatura.

Stefano Tatti ha detto...

1 - Gabriele Ainis io sono uno di quelli che non si occupa di archeologia ma che seguo la vicenda con molta curiosità ormai da anni. E non sono solito farlo su giornali di gossip.

Vorrei in primo luogo rispondere a quanto affermato da lei quando dice che le affermazioni di Frau non le considera discordanti ma inesistenti perchè lui non è un archeologo o uno del mestiere. Mi permetto di dire che la ritengo in errore e le spiego il perchè: nonostante si parla della "teoria della Sardegna/Atlantide" di Sergio Frau in realtà lui ha fatto un'inchiesta giornalistica (che è il suo mestiere essendo un giornalista di Repubblica, fatto che per me che sono un osservatore esterno è un riconoscimento di attendibilità professionale nel suo campo) sulla vera posizione delle Colonne d'Ercole ai tempi dei greci. Lui si è solo chiesto se per i greci che ce ne hanno parlato per la prima volta dalle nostre fonti storiche (che sono quelle attendibili che riconoscete pure voi) stavano veramente li dove all'epoca non erano ancora arrivati in quanto il loro limite storico era un altro? Da questa domanda, e dalla successiva osservazione delle fonti storiche, è stata formulata una teoria. Questo è un puro metodo scientifico, potete non condividere la sua teoria ma smettetela con questo comportamento altezzoso sembra che parlate ad un burino che spara vaneggi di bar. Quella di Atlantide è un corollario della sua teoria.

La sua teoria sulle Colonne d'Ercolè probabilmente è giusta: i confini dei greci erano quelli dopo di chè c'era il Mediterraneo Cartaginese, l'Accademia dei Lincei l'11 ottobre del 2006 discusse sulla validità dell'ipotesi e ricordò che già nel'78 si era affermato che Cartagine aveva eretto una cortina di ferro tra il loro mondo e quello greco. E chiudo dicendo che l'Unesco ha inserito la teoria di Sergio Frau su Atlantide tra quelle plausibili e Tozzi geologo del CNR ha dedicato una puntata della sua trasmissione appunto cercando di mettere in evidenza i punti di forza e lasciatemi dire che le tesi della contro parte erano ridicole, sostenevano che un villaggio nuragico sommerso da 6m di fango era la causa della sabbia portata dal vento negli anni. Come se ci fossero oggi città del centro Sardegna che piano piano si sommergono di sabbia nonostante la gente che ci vive. Scusate ma non sarò un archeologo ma sono convinto che per il rasoio di Occam sia più valida la loro.

Stefano Tatti ha detto...

2 - Voi che credete di stare dalla parte ufficiale commettete un grosso errore proprio nel metodo scientifico, che un giornalista ha saputo eseguire nella sua maniera più pura. Non ha fondato una legge ha solo formulato una teoria e dovreste sapere cosa vuol dire. Voi invece avete distorto il metodo scientifico perchè difendete le vostre teorie (perchè anche le vostre sono teorie) come fossero leggi scientifiche. Anche le vostre sono ipotesi, che ritenete più probabili di altre e invece voi non le guardate.

Ti faccio un esempio di quello di cui ti accuso. Sono state ritrovate le navicelle in bronzo. Io ho letto cosa dite voi: sostenete che siano lucernari ed ho letto le vostre argomentazioni. E sono limitate e peccate di prepotenza, anche per me che sostengo che i sardi fossero gli Shardana o che gli Shardana avessero abitato insieme alla popolazione sarda (poi mi spiega come interpreta lei la stele di Nora) le navicelle non sono navi ma oggetti d'artigianato, arredo etc... Sono piccole e di bronzo è OVVIO che nessuno pensa siano navi. E capire cosa sono quegli oggetti è giusto. Anche se poi chiunque può vedere le foto o i reperti e non tutti hanno il gancio con l'anello, non tutte hanno i piedi d'appoggio, sinceramente mi sembra stupido quando affermate che l'animale spropositato è un manico, essendo di bronzo ed essendo incandescente ma fa nulla.

Questa è un osservazione e capire se era un porta olio o un porta frutta è sicuramente un dato oggettivo. Irrilevante nella discussione se i sardi avessero una cultura marinaresca. Qual'è l'altro dato di fatto? Tutti questi oggetti assomigliano a navi quindi ci si può chiedere se è un caso o meno ma le due risposte sono teorie. Voi per difendere altre vostre teorie tenete la linea assurda che i nuragici non si siano spinti oltre la sardegna, nonostante le ancore nuragiche sparse per tutto il mediterraneo di massa anche pari a 100k, nonostante siano provate influenze della cultura micenea, nonostante siano state ritrovate ceramiche nuragiche in altri siti. E' vero qualcuno poteva prenderle dalla Sardegna ma perchè questa teoria? In questo caso sta a voi l'onere della prova.

Abbiamo ritrovato 150 oggetti che hanno funzioni diverse ed assomigliano a navi se per voi quella somiglianza è un caso o come afferma qualche folle tra i folli "la naturale evoluzione del lucernario" allora dovete trovare voi le prove della vostra teoria perchè è debole.

Voi dite di avere le prove e so che una coincidenza non è una prova ma probabilmente le colonne d'ercole stavano nello stretto di sicilia quando platone ne parlava (forse no) e ci descriveva un tratto di mare che era più simile a quello che a quello che conosciamo noi, e guarda caso dopo ci sta un'isola piena di torri una ogni tre km nel periodo di massima diffusione (e questi sono dati oggettivi) ma quale isola più della Sardegna è mai stata definibile "l'Isola delle Torri" o dei costruttori di torri?

Vi ribalto la domanda: se platone avesse detto che le colonne d'ercole stavano nello stretto di sicilia da subito qualche civiltà avrebbe mai dubitato che la Sardegna fosse l'Atlantide dei Greci? L'avrebbero dubitato i romani? Lo si sarebbe discusso nel rinascimento? Penso di no e penso che nei nostri libri di storia si parlerebbe del racconto mitologico di una catastrofe che spazzo una delle più grandi civiltà economiche e militari del Mediterraneo dell'età del bronzo. La pensa diversamente?

Guardi cos'abbiamo fatto credendo che fossero a Gibilterra, siamo andati sino alle coste americane a cercare Atlantide. Di tutte le teorie questa è la più sensata.