sabato 6 giugno 2009

Indipendentismo: dietro le parole senza fatti, solo delusioni

di Michele Pinna

La Costituzione italiana nel suo nascere prese atto che nel Paese di Cavour, di Mazzini e di Garibaldi vi erano delle regioni che, per la loro storia diversa, per le loro condizioni geografiche e per una certa situazione sociale e culturale, avevano bisogno di una sussidiarietà particolare che potesse integrare ed equilibrare i loro differenziali negativi che, altrimenti, le avrebbe messe al di fuori dei processi di ricostruzione che all’indomani del fascismo si rendevano necessari per lo sviluppo della nazione. Con un articolo preciso la legge generale del nuovo Stato democratico codificò “le regioni autonome a statuto speciale“, nonchè l’esigenza di tutelare le lingue minoritarie presenti in alcune regioni che altrimenti sarebbero scomparse dinanzi al prestigio e all’uso ufficiale dell’italiano.
L’autonomismo della Costituzione italiana servì a stemperare le spinte separatiste provenienti dalla Sicilia, placò l’esigenza delle popolazioni tedesche e franco provenzali che inglobate nello Stato italiano scalpitavano perché venisse riconosciuto loro lo status di regioni culturalmente “altre”, servì in Sardegna a mitigare l’anelito di un popolo-nazione che non aveva saputo o potuto farsi Stato e a soddisfare le ambizioni di una classe dirigente con pochi progetti, ma ambiziosa e facilmente adattabile alle nuove esigenze atlantiste della democrazia cristiana degasperiana. Un autonomismo voluto dall’alto, come più volte è stato detto, corruttore, compradore, un autonomismo che anziché dare autonomia ha creato...

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3 commenti:

Anonimo ha detto...

alberto areddu scrive:
Gentile prof. pinna, quando riapre Sesuja?

Anonimo ha detto...

Non posso che essere d'accordo con quanto esposto da Pinna sul chiedere conto ai nostri rappresentanti che cosa stanno facendo, al di là delle chiacchiere: E' anche il senso di un recente intervento pubblicato in questo spazio che ha come oggetto non tanto il generico indipendentismo ma il PSD'AZ (unica forza territoriale indipendentista oggi al governo della Regione) e la tutela della nostra identità (oltre che del riassetto istituzionale), finalità che spesso vengono sacrificate (dietro le chiacchiere) sull'altare della normale amministrazione: http://www.gianfrancopintore.net/index.php?option=com_content&view=article&id=133:caro-psdaz-la-nazione-non-e-unopinione&catid=25:generale&Itemid=27 Ma questo non toglie nulla al fatto che magari dentro al PSD'AZ serva più dialogo tra dirigenti...Bomboi Adriano

Anonimo ha detto...

bah bah, maretta...