domenica 22 novembre 2009

Diario di viaggio di un ambasciatore della pittura sarda

di Diegu Asproni

Quando Antonella Riem Natale, preside della facoltà di lingue e letterature straniere dell’Università di Udine, ai primi di luglio mi invitò a presentare i miei dipinti e il mio documentario Sa terra e su chelu alla Conferenza Internazionale Id-Entities del 9-10-11 novembre, provai un sentimento di gioia grande perché il mio lavoro veniva così chiaramente valorizzato.
Sentivo anche l’onore e la responsabilità di rappresentare culturalmente la Sardegna in un luogo dove avrei incontrato artisti Friulani, Turchi, Cheyenne, Siciliani, Aborigeni Australiani.
Pensai subito a Tomasella Calvisi che con le sue voci e suoni aveva curato in modo egregio la colonna sonora di Sa terra e su chelu; così eravamo in due a con-dividere questo onore portando in Friuli tradizione e creatività.
A settembre misi da parte affreschi, encausti e disegni. Poi selezionai i colori che avevo raccolto negli ultimi tre anni: le ocre gialle degli altopiani, le terre rosse delle pianure, i verdi del Logudoro, le ematiti delle zone minerarie, i neri delle isole. Il 25 settembre con l’aiuto degli amici minatori avevo trovato il bianco...
Nella foto: Djalu Gurruwiwi con Diego Asproni

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venerdì 20 novembre 2009

Onore al nostro grande Maestro

di Francesco Casula

Giovedì pomeriggio, in un ospedale cagliaritano, Eliseo Spiga ci ha lasciato.
Se n’è andato in silenzio, senza clamore. Sofferente. Negli ultimi mesi soprattutto, quando le sue fibre fisiche hanno iniziato a cedere. Ma la sua testa continuava, lucida, a produrre. Ha continuato fino agli ultimi giorni a studiare e a scrivere. Stava lavorando per un nuovo romanzo. E stava scrivendo poesie in sardo. Dieci giorni prima di morire è venuto nella mia casa di Flumini di Quartu –abitava a qualche chilometro di distanza, nelle campagne di sant’Isidoro- per ritirare il bando di Concorso del Premio Ozieri, cui voleva partecipare. Negli ultimi due anni infatti si era dedicato anche alla poesia in limba: aveva persino vinto premi nei Concorsi di Escalaplano e Iglesias.
Con Eliseo Spiga scompare un grande combattente, uno degli intellettuali più lucidi e creativi della Sardegna: un intellettuale sanguigno, irregolare e disorganico a Partiti e camarille, renitente e utopistico. Spiga si ribellava infatti allo sfacelo e alla società alienata della apparente razionalità capitalistica del sistema economico e sociale occidentale. In altre parole non si conformava e non si arrendeva alle logiche e alle ragioni della modernizzazione tecnicista, al mito dello Stato e del mercato, al dio moneta
Ci lascia costernati. Abbiamo perso un amico e un maestro. “Un uomo storto” si definiva fra il serio e il faceto: per me, per noi militanti etnicisti, per noi della Confederazione sindacale sarda, era una guida intellettuale e morale, un combattente, fino all’ultimo respiro, perché questa malfatata nostra Isola, si liberasse dalle catene che la inchiodavano alla dipendenza e alla marginalità.

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Eliseo Spiga se n'è andato per sempre

Eliseo Spiga se ne è andato senza poter compiere il suo ottantesimo compleanno. È stato uno degli intellettuali sardi più importanti della nostra contemporaneità autonomista. Dire che fu scomodo, e per questo mai molto amato dal potere con cui entrò in contatto, può sembrare frase fatta, ma non lo è. Basta vedere come sui quotidiani sardi si parla e non si parla della sua morte.
Per chi lo conobbe, questo ricordo può apparire minimalista, chi non lo ha conosciuto penserà impossibile che in una società della comunicazione come la nostra, Eliseo sia passato tanto leggero da non lasciare se non scarse tracce nella coscienza dei nostri contemporanei.
I ricordi, nella immediatezza della sua scomparsa, fanno salti di tempo e di spazio e si comprimono affastellati l'uno sull'altro. La sua militanza nel Pci, l'amicizia con Feltrinelli, il suo “Sardegna, rivolta contro la colonizzazione” scritto sotto lo pseudonimo Giuliano Cabitza, la proposta di legge popolare sul bilinguismo, il Circolo Città-campagna, la nascita di Nazione sarda, la militanza nel Partito sardo d'azione, la fondazione della Confederazione sindacale sarda, le decine di interventi con articoli, opuscoli, manifesti di alta cultura politica come quello “della gioventù eretica”. E quindi, da grande, lo splendido romanzo “Capezzoli di pietra” e lo straordinario “La sardità come utopia. Note di un cospiratore”.
Uno legge questo libro e s'immagina un saggio etnologico, antropologico e politico, quasi un dossier sulla Sardegna e si trova davanti a un grande romanzo sul nuragismo e non solo. Non capita spesso leggere e riflettere su un libro, in questi anni in cui troppi sono gli scrittori che narrano non la Sardegna che c'è, quanto piuttosto quella che fuori di essa si immagina reale. Guide indiane, mescaleros che prendono per mano i soldati del re lungo i sentieri dei salti sardi. Per compensare questo servizio, i soldati del re, a volta mascherati da sindaci, a volta da partito di riferimento, li portano in giro per paesi e per città a raccontare ai sardi quanto arcaica sia la sardità, quanto obsoleta sia e inutile la lingua sarda, come sia giusto che il progresso l'abbia vinta sull'identità.
Eliseo, in questo romanzo-saggio e saggio-romanzo, parte dal contrario. Dalla sardità come valore grande della Sardegna, dalla balentia come concetto del mondo e della vita. Naturalmente, i soldati del re non hanno mai portato libro e autore a sedere nei salotti buoni della "Cultura che conta".
Secondo quanto scrive, le classi dirigenti sarde hanno una “percezione autonoma” assai scarsa. E cita come esempi l’opposizione fatta, quando era segretario della Confederazione sindacale sarda, alla contrattazione regionale dei dipendenti dell’Arst da un lato e al bilinguismo dall'altro.
“M’indispettiva la loro insofferenza per quanto era sardo come la lingua o le usanze, ma non il porcetto e l’agnello arrostiti” confida. E poi: “La Regione ha cambiato molte cose. Ha deteriorato l’esistenza dei sardi. Ha stravolto il cielo della Sardegna, un tempo popolato di molte stelle comunitarie e oggi occupato da opachi astri istituzionali. Riuscirà a scampare all’assalto delle sempre più fameliche oligarchie, e a dare l’avvio ad una potente organizzazione di autogoverno popolare o esploderà come una pecora gonfia?”
Nelle sue note di un cospiratore, Eliseo descrive quale sia il fulcro della sua utopia. I nuragici, scrive, ci sono apparsi già divergenti rispetto alla Storia, ma la prova principale del loro antagonismo assoluto ce la porta il fatto che non costruirono città. Neppure una. Fatto inconfutabile, ma occultato o tenuto in pochissima considerazione, perché scandalosa testimonianza del rifiuto della civiltà, tutta imperniata sulle città. Con il rifiuto della città, c’è la resistenza strenua ad uscire dalla preistoria per entrare nella storia,il rifiuto della gerarchia, l’opposizione alla monarchia sotto qualsiasi forma. Pressoché tutte le città – si legge nel suo libro – sono riferite ad un monarca o a una divinità. Per scampare al pericolo del comando unico, bisognava, insomma, scampare alla città. Quale monarca, quale divinità si scomoderebbe per dedicarsi a un villaggio?
Un giovanotto di quasi ottanta anni, contento del fatto che la senilità non comporta in persone come lui l'obbligo della maturità e della “saggezza”, ha scritto molto e bene di utopia (la Sardegna come “l'isola di Utopia”) ed è questo che lo fa scomparire giovanissimo dai nostri occhi ma non dalla mente.

giovedì 19 novembre 2009

"Jude" pro bortare dae italianu a friulanu est prontu

"Preseadis e Preseâts,
o vin il plasê di fâus il nestri invît ae presentazion dal program “Jude”, tradutôr automatic dal talian al furlan, realizât de Serling Soc. Coop. di Remanzâs (Ud)
che e sarà martars al 1 di Dicembar dal 2009 aes 18.00 li de Fondazion CRUP in v. Manin 15 a Udin". Est custu su cùmbidu chi compret dae Ùdine pro sa presentara de su tradutore automàticu dae italianu a friulanu "Jude". Su tradutore est istadu contivigiadu dae sa Cooperativa de Remanzâs (Ùdine) Serling e at a èssere presentadu prima die de Nadale.
Comente si podet cumprèndere, su programma at a bortare s'italianu in su friulanu in sa grafia ùnica ufitziale chi est lege dae su 1996.
Ditzosos duas bias sos friulanos: sa prima ca ant tentu su bonu sentidu de si dare cun lege una grafia ufitziale, sa segunda, chi rughet dae sa prima, ca gasi podent tènner un'istrumentu de modernidade che a su tradutore automàticu. In intro b'at belle 45 miza lemmas chi si còniugant in 2.500.000 formas diferentes. Sa cooperativa Serling - cheret annantu - at fatu totu sena finantziamentos pùblicos, unu sinzale custu de comente sa limba natzionale de sos friulanos est pro issos cosa normale.

mercoledì 18 novembre 2009

"Gràtzias a su Comitadu". Cor. Casadidio de sa Finàntzia

Su Comitadu pro sa limba sarda at mandadu a sos giornales unu comunicadu pro si nde cuntentare cun sa Bàrdia de Finàntzia de Tàtari pro su pessu leadu de mandare sos comunicados suos in limba sarda. Su mèdiu pro fàghere connòschere sos comunicados est su giassu telemàticu in duas limbas "Sardies" chi cun unu post in custu blog avertit chi, su beru, no est petzi sa Finàntzia a comunicare in sardu ma finas sos carabineris e sa politzia.
Comente at ischidu da s'Ansa de su comunicadu, su coronellu Casadidio ha torradu gràtzias a su Comitadu cun custas paràulas:
"Cordiali saluti, Buona serata da Sassari, Grazie di cuore per le graditissime parole di apprezzamento per la nostra iniziativa a Tutela della Cultura sarda e sempre... "Fortza Paris, Salude e Trigu!".Colonnello Giovanni Casadidio".
Su chi sighit est su comunicadu mandadu a sos giornales:

Sa limba sarda, impreada pro sos comunicados de sa Bàrdia de Finàntzia de Tàtari e de àteras fortzas de politzia, at dadu proa de una normalidade possìbile, chi est s'obietivu de su Comitadu pro sa limba sarda. De custu su Comitadu si nde cuntentat meda e torrat gràtzias a su coronellu Casadidio e a sos àteros militares e politziotos chi ant cumpresu comente s'impreu de sa limba sarda in sas relatas cun sos tzitadinos de Sardigna non siat unu fatu folclorìsticu ma una cosa normale in una sotziedade moderna e rispetosa de sos valores de fundamentu suo. Su chi est, de àteru, in sa lege 482.
Su Comitadu pro sa Limba Sarda torrat gràtzias a totu sos chi ant cunsentidu totu custu e mescamente a sa redatzione de su giassu Internet in duas limbas “SARDIES” chi s'incurat cun sapiesa e cumpetèntzia de ispàrghere sas noas de sas Fortzas de politzia in Sardigna.
Su Comitadu inditat sas atziones de sa Finàntzia de Tàtari che a assempru de sighire a sas seas de custu e de sos àteros òrganos de s'Istadu chi òperant in Gaddura, in L'Alguer, in sa minoria tabarchina de Carloforte
.

PS - S'Ansa, sa prus agentzia manna de Itàlia, at publicadu eris sero e totu sa noa cun custu artìculu:
COMUNICATI GDF IN SARDO, COMITADU PRO SA LIMBA RINGRAZIA
(ANSA) - CAGLIARI, 17 NOV - ''La lingua sarda, usata per i
comunicati della Guardia di Finanza di Sassari e di altre forze
di polizia, ha dato prova di una normalita' possibile, cio' che
e' l'obiettivo del Comitadu pro sa limba sarda''. In una nota il
Comitato ha voluto ringraziare il comandante provinciale di
Sassari della Guardia di Finanza, col. Giovanni Casadidio, e
tutti i colleghi che hanno compreso come l'impiego della lingua
sarda nelle loro relazioni con i cittadini della Sardegna non
sia un fatto folclorisitico ma una normalita' in una societa'
moderna e rispettosa dei suoi valori fondamentali.
''Cio' che, del resto - continua la nota - e' nello spirito
della 482. Il Comitadu pro sa limba sarda ringrazia coloro che
hanno consentito tutto questo e, soprattutto, la redazione del
sito Internet bilingue ''Sardies'' che cura con abilita' e
competenza la diffusione delle news di Forze di polizia in
Sardegna. Su Comitadu addita le azioni della Finanza di Sassari
come esempio da seguire nelle sedi di questo e di altri organi
dello Stato che operano in Gallura, ad Alghero e nella minoranza
tabarchina di Carloforte''. (ANSA).
VA
17-NOV-09 18:17 NNNN

L'ais a chircare de badas siat su comunicadu, siat sa lìtera de Casadidio, siat s'artìculu de s'Ansa in sos giornales sardos. Non bi sunt. [zfp]

martedì 17 novembre 2009

Costituente o no, l'importante è discutere del Nuovo Statuto

Il Partito sardo, che ha tenuto negli ultimi due giorni il suo Congresso nazionale, ha molto insistito sulla Costituente come strumento per la redazione di una proposta di nuovo Statuto da inviare al Parlamento sardo. La elezione della Costituente è regolata da una sua proposta di legge presentata nel giugno di quest'anno ed è parte del programma elettorale di Cappellacci che però, nel saluto portato al Congresso, ha chiesto al Psd'az un ripensamento.
È un organo, pare di capire dalla proposta sardista, di cui la Regione si può dotare senza eccedere dalle sue competenze. In realtà, secondo lo Statuto sardo, “il Consiglio regionale ha facoltà di istituire organi di consulenza tecnica”. Se questo fosse, è possibile (ma non certo) che lo Stato non eccepisca e non rinvii alla Corte costituzionale la legge che il nostro Parlamento, come sostengono i sardisti, potrebbe davvero rapidamente approvare in modo che l'elezione della Costituente possa avvenire insieme a quelle amministrative della prossima primavera e dopo una campagna di informazione e di dibattiti popolari.
La proposta di legge così come è stata presentata è, nella parte che indica i principi a cui si dovrebbe conformarsi lo Statuto, del tutto arretrata, prevedendo, per esempio, “potestà legislative, da esercitare in via esclusiva ovvero in concorso con lo Stato”, anziché una netta distinzione fra le competenze della Regione e quelle dello Stato, come prevede la proposta del Comitato per lo Statuto. Ma a questo si potrebbe ovviare nella discussione che avverrebbe in Consiglio regionale, se il centrodestra tenesse fede sia all'appoggio dato alla proposta del Comitato per lo Statuto sia a quanto lo stesso presidente della Regione ha detto ai congressisti sardisti. E se, va da sé, l'opposizione di centrosinistra fosse d'accordo per varare la Costituente.
Probabilmente gli stessi consiglieri regionali reduci dal Congresso, in cui si è ribadita la scelta indipendentista del Psd'az ,valuteranno quanta distanza corra tra una prospettiva di indipendenza e i principi minimalisti che si vorrebbero indicare ai membri della Costituente.
Ma il problema di fondo non è tanto questo, quanto il rischio di un avvitarsi del dibattito intorno ad uno strumento, la Costituente, che è pur sempre un organo tecnico sia pure eletto sulla base di liste preparate dai partiti. Il desiderio del Partito sardo di coinvolgere il popolo sardo nella scrittura dello Statuto è lo stesso che ha animato il Comitato per lo Statuto e i gruppi consiliari che si sono proposti a garanti del processo di elaborazione della Carta de Logu noa de Sardigna. L'idea di base – per ora persa per strada dal centrodestra – fu quella di aprire nella società sarda un grande dibattito sulla proposta per arrivare alla sottoscrizione di una legge di iniziativa popolare. Questo per dire che la necessità avvertita dal Psd'az è assolutamente condivisa.
Il Partito sardo non ha partecipato per sua scelta alla elaborazione della proposta del Comitato e, quindi, capisco che non la possa sentire propria, anche se non c'è alcun dubbio che essa sia figlia della cultura politica sardista. Personalmente sono dell'idea che l'Assemblea costituente rischi di impantanare la questione del Nuovo Statuto nelle secche della burocrazia governativa, occhiuta vestale della Costituzione. Questo confermerebbe sì, se dovesse accadere, la natura centralista e accentatrice dello Stato e rafforzerebbe richiesta di indipendenza avanzata dal Psd'az. Ma bloccherà il cammino dello Statuto. A meno che, insieme alla battaglia per la Costituente, il Partito sardo e insieme ad esso i partiti che ci stanno, non si attrezzino per aprire nella società sarda un importante dibattito su come i sardi vogliono essere autonomi e sovrani nella loro Terra. Per fare questo, credo, sia venuta l'ora di discutere non più solo di strumenti ma di contenuti e di partecipazione popolare.
Chi non è d'accordo, parzialmente o radicalmente, con la proposta del Comitato per lo Statuto produca un articolato alternativo o anche una lista di principi cui la nuova carta dovrebbe conformarsi e si apra un confronto con il popolo sardo. A pensare agli strumenti con cui mandarla avanti ci si penserà dopo.

lunedì 16 novembre 2009

Contrordine: il piano per la lingua è una cosa buona. Pare

Un primo sospiro di sollievo (ma è meglio trattenere il respiro): le perplessità nate da una frase ambigua negli impegni del presidente della Regione sulla lingua sarda sono (forse) solo frutto di diffidenza. Ve la ricordo: “La lingua non puo’ nascere da uno studio a tavolino ma dalla condivisione e della valorizzazione di tutte la varianti”. Pubblicato oggi sul sito della Regione il Piano triennale per la lingua, quella frase diventa meno ambigua e acquista il valore di una affermazione assolutamente condivisibile. Non c'è, almeno apparentemente, alcuna presa di distanza dalle “norme linguistiche di riferimento a carattere sperimentale per la lingua sarda scritta in uscita dell’Amministrazione regionale e per la traduzione di propri atti e documenti ufficiali”.
La limba sarda comuna, del resto, non è frutto di uno “studio a tavolino” e rispetta tutte le varianti, notoriamente, ma non si sa mai. La delibera N. 50/48 del 10 novembre (resa disponibile oggi) adegua il Piano triennale varato dal governo Soru “limitatamente all'aspetto finanziario” e vedremo presto come. Fa salva, quindi, la continuazione della sperimentazione delle norme di riferimento per la lingua sarda in uscita dalla Regione.
Cosa che sarebbe confermata anche dallo stanziamento di 50 mila euro per quest'anno per il correttore automatico “al fine di agevolare l'utilizzo nella stesura di atti, documenti e scritti di natura ufficiale”, correttore che, continua la delibera, “deve essere necessariamente omogeneo nei contenuti tecnici e linguistici, nonché adeguato al patrimonio lessicale e tecnologico del codice di riferimento”. Interessante anche la previsione secondo cui il correttore deve servire al “maggior numero possibile di varietà, al fine di migliorare e implementare l'appicazione con la necessaria caratteristica di uno strumento aggiornabile in progress”.
Spero davvero che abbia vinto, nella nuova maggioranza che governa la Sardegna, la responsabile considerazione che le norme in materia di lingua non possono cambiare con i cambi di governo, ma, questo sì, aggiornate proprio nello spirito della “sperimentazione” che ha informato la nascita della Lsc. Ma l'adeguamento del Piano triennale riguarda, come si diceva, questioni economiche, di denari messi al servizio della promozione e della valorizzazione della lingua.
Vediamo gli stanziamenti previsti proprio per adeguare il “vecchio” piano e le sue previsioni di spesa alle necessità di oggi.
I soldi per gli interventi per la promozione, valorizzazione e documentazione sono 150 mila euro come nel passato.
Per il censimento del repertorio linguistico sono stanziati 100 mila euro, mentre nel passato esisteva un impegno a reperire fondi.
La promozione dell'informazione e comunicazione in lingua sarda e nelle varietà alloglotte vede lo stanziamento di 300 mila euro, mentre nel passato era 500 mila.
Implementazione dello sportello linguistico: stanziati 60 mila euro, mentre per il 2008 esisteva l'impegno del governo regionale a reperire i finanziamenti.
Per quest'anno sono stanziati 50 mila euro per il correttore automatico, per il quale nel 2008 esisteva l'impegno della Giunta.
Gli interventi a favore della cultura sarda fuori dalla Sardegna per cui nulla c'era nel passato, sono stanziati 300 mila euro a favore di interventi per cui “dovranno avere priorità quegli organismi che avranno utilizzato la lingua sarda nel materiale promozionale”.
Per la Conferenza annuale e monitoraggio degli interventi saranno spesi 30 mila euro invece dei 25 mila del 2008.
Trenta mila euro, come nel 2008, saranno spesi per il catalano d'Alghero.
Per l'istruzione in lingua sarda nell'orario curruculare saranno spesi 50 mila euro, mentre nel 2008 c'era l'impegno della Giunta a trovarli.
Centomila euro come nel passato saranno spesi per borse di studio destinate a studenti che si occupano di lingua e letteratura della Sardegna (7), di storia, di storia dell'arte e di diritto consuetudinario (una per ciascuna branca).
Infine 500 mila euro come nel 2008 sono destinati alle università per l'espletamento di corsi universitari sia sul versante linguistico sia su quello didattico.