di Roberto Bolognesi (*)
Il Dott. Giuseppe Corongiu serve principalmente a Pepe Corongiu, poi a sua moglie e suo figlio (allevato in sardo e in italiano) e poi serve anche a noi. Ma a noi a cosa demonio ci serve?
A una cosa sola e semplice: a fare in modo che i pochi soldi destinati al sardo nel bilancio dell’Assessorato alla P.I. , Sport e Cultura della R.A.S. vengano effettivamente spesi per il sardo.
Cosa succedeva prima che Pepe Corongiu diventasse il direttore dell’Ufficio per la lingua sarda?
Succedeva per esempio che l’università di Sassari si cuccasse più di 3 milioni e mezzo di euro in 3 anni per organizzare corsi di “Storia delle religioni in Sardegna”, “Storia della filosofia morale in Sardegna”, “Lingua catalana”, “Ecologia vegetale della Sardegna”, “Ecologia e zootecnica della Sardegna”, “Flora medicinale regionale”.
Tutte queste amenità sassaresi–rigorosamente in italiano–venivano allegramente finanziate con i fondi della legge 26/97 sotto la voce “Cultura sarda”.
Una truffa bella e buona e mi chiedo cosa debba fare ancora per farmi denunciare da questi “galantuomini”!
Succedeva che l’Università di Cagliari–molto più onestamente, e vero, ma il risultato non cambia–lasciasse inutilizzati–bloccati, sequestrati–la metà dei fondi a disposizione, i quali, quindi, non potevano essere usati per altri scopi. Rileggetevi l’articolo qui sotto:
Succedeva che la R.A.S. delegasse la sua politica linguistica a istituzioni “al di sopra di ogni sospetto”.
Succedeva che i fondi destinati alla lingua e cultura della Sardegna venissero sperperati per finanziare proposte di imbalsamazione della cultura sarda vista sempre come un retaggio del passato.
Oggi non è più così: vi siete resi conto che gli articoli sul sardo, sulla stampa, non vengono più accompagnati dall’immancabile foto di un asinello, di una tziedda e del pane della feste dei bei tempi andati?
La lingua e la cultura sarda come folklorismo appartengono ormai a quella parte del nostro passato che è meglio dimenticare.
Con Corongiu, che svolgeva il suo lavoro di verifica, la R.A.S. ha cominciato ad acquisire il controllo sulla propria politica linguistica.
Sono finiti i giochi facili dei media e delle varie accademie, tutti interessati a spacciarci il messaggio del sardo come retaggio di un tempo andato.
Ecco perché il Dott. Corongiu da fastidio.
Non l’ha fatto da solo, ma ha comunque costretto diverse istituzioni a rendere conto ai Sardi della loro politica linguistica.
Come? Rifiutandosi di approvare lo sperpero dei pochi soldi a disposizione, tramite finanziamenti illeciti a iniziative non mirate alla rivitalizzazione del sardo.
Insomma, facendo applicare le leggi e i regolamenti della R.A.S.
Ecco perché l’obiettivo di varie istituzioni e individui, oggi, è quello di far fuori–estromettendolo dalla sua funzione–il Dott. Giuseppe Corongiu.
L’obiettivo è quello di tornare ai bei tempi in cui la non-politica linguistica della Regione Sardegna era dettata da soggetti estranei ai processi democratici e che non devono mai rendere conto ai Sardi del loro operato, visto che la loro legittimazione viene da oltre Tirreno.
Prendersi indebitamente i pochi soldi destinati alla nostra lingua: ecco il loro obiettivo.
(*) Dal blog Bolognesu