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di DedaloNur
Su invito di
rsroberto nella discussione Dalle
stalle alle stelle: l’upgrade dello scarabeo di Monti Prama ripropongo il
mio invito a riflettere sul frammento di scarto di lavorazione delle statue.
Questa è la notizia riportata da Rendeli, in La Profezia sul Passato p. 243-244 nota 4, da cui estrapolo il
brano seguente:
“Esiste poi una seconda via che lega il
gruppo statuario a uno spazio consacrato di carattere civile piuttosto che
funerario, più precisamente un edificio che potrebbe essere un tempio a megaron
situato a qualche centinaio di metri di distanza o, in alternativa, da
ricostruire nell’area delle tombe. Massimo Pittau, in un suo recente lavoro,
propone la ricostruzione di una aedes nella quale i cosiddetti “pugilatori”
potrebbero avere la funzione di “colonne-telamoni” (Pittau, 2008, pp. 27-30). Nel
primo caso si scioglierebbe il legame fra area funeraria e complesso statuario,
legame che C. Tronchetti e P. Bernardini ritengono molto forte e che viene
avvalorato dal rinvenimento nella tomba 6 di un frammento di scarto di
lavorazione di uno scudo: dunque appare difficile sciogliere questo nesso (4). (4):
Questa notizia, presente nel diario di scavo redatto da Carlo Tronchetti, mi è
stata ricordata da Paolo Bernardini in una sua comunicazione personale.
Ringrazio entrambi: il primo per avermi concesso, con la consueta disponibilità
e amicizia, la lettura del diario; il secondo per avermi ricordato questo fatto
e per essere stato sottoposto a una lettura di questo testo con successiva,
stimolante discussione di alcuni punti chiave del discorso.”
Difficilmente
potrò prender parte alla discussione. Quindi ribadisco preventivamente alcune
mie considerazioni.
Credo si possa dire al di là di ogni ragionevole dubbio che
nelle vicinanze della necropoli sorgesse un altro edificio cultuale: lo
indicano i conci a T trovati in un luogo non distante dalla necropoli. I conci
a T sono, come si sa, impiegati nei pozzi sacri, entro i quali, è presente
l'iconografia raffigurata nella necropoli (modelli di nuraghe, guerrieri, ecc).
Dunque se anche un altro tempio fosse stato presente, questo doveva avere un
legame ideologico fortissimo con la necropoli. Se anche le statue in arenaria
adornarono un tempio, questo mi pare non escluda il fatto che le statue furono
prevalentemente costruite per la necropoli, e la necropoli stessa, fu concepita
adornata e monumentalizzata da delle statue.
Si perora ancora
la concezione di Monte prama come qualcosa di alieno dal mondo nuragico
ma, questa concezione – che per inciso mi sembra a dir poco antiquata - si
scontra coi dati in nostro possesso, quindi riporto, dal su citato link, quanto già detto in un altro mio post:
1) le tombe sono nuragiche o comunque,
autoctone e sarde. Sono nuragiche perché i pochi frammenti di cultura materiale
ceramici sono indubbiamente nuragici (Ugas et alii);
2) perché le statue sono identiche ai
bronzetti, i quali a loro volta sono sempre associati a contesti nuragici. Le
associazioni di contesto sparse nell'intera Sardegna sono inoppugnabili e vanno
tenute in considerazione, altrimenti non si può neppure discutere seriamente. I
bronzetti non sono mai associati in contesti chiusi a ceramica micenea,
filistea o fenicia, ma sempre a ceramica e monumenti nuragici;
3) perché ci sono i modellini di
nuraghe a chiarire a quale cultura, ethnos,
i membri del clan di Monte Prama facessero riferimento, e a cui al di là di
ogni ragionevole dubbio, essi stessi, ritenessero di appartenere. Il sito di Monte
Prama è quello che ha restituito più modelli di nuraghi in tutta la
Sardegna. So che alcuni opporranno varie obiezioni all'identificare le
sculture predette a modelli di nuraghe, ma anche in questo caso le obiezioni
sono tutte superabili tramite l'iconografia (modelli di edificio di Ittireddu)
e tramite i reperti archeologici quali i mensoloni: raffigurati nei modelli di
bronzo e ritrovati in quantità, o ancora inseriti nei nuraghi stessi, o nei
crolli (es. Arrubiu), riutilizzati (Prigjona), o inglobati nel rifascio (Su
nuraxi).
4) nel mondo nuragico Monte Prama non
è un caso isolato di statuaria. Abbiamo altri evidenti esempi di arte scultorea
nei pozzi sacri, e anche altre possibili necropoli con statue o indizi di esse:
Carbonia e Narbolia. Infatti presso Narbolia, v'era un pozzo che non era sacro
(cosa che spinge a ritenere le statue non allocate presso i templi) ed un altra
necropoli a pozzetto del tipo della terza fase di Monte Prama (questo indizia
il fatto che le statue fossero sempre associate a necropoli);
5) le etnie, o se il termine sta
antipatico, i popoli, possono mutare i loro costumi funerari o adoperarne di
diversi contemporaneamente. Non si possono definire i signori di Monte Prama
non-nuragici solo perché non costruirono più le tombe dei giganti, tanto più
che oltre al legame ideologico, simbolizzato dai modelli dei nuraghi, tra
necropoli di M.P. e tombe dei giganti v'è persino un legame rituale e cultuale
evidente: l'assenza di corredo, le fossette ai lati dei lastroni, come si
osservano in alcune tombe dei giganti, e i misconosciutissimi betili. A
Monte prama i betili presentano delle peculiarità; si ritiene pertanto che
anche tali manufatti furono appositamente scolpiti per la necropoli di monte
Prama, come le statue. Cos'altro dobbiamo attendere o provare per ritenere
che riti e culto, nella necropoli di
Monte Prama erano i medesimi di quelli osservati nelle tombe dei giganti, sia
pure, in un contesto ideologico apparentemente differente? E se tali
signori osservavano riti e culti risalenti alla media età del bronzo nuragica,
perché mai non dovremmo definirli nuragici a tutti gli effetti, piuttosto che
qualcos'altro, come ad esempio: nuragico-fenici meticciati, pseudo-micenei, signori
filistei distruttori di nuraghi, o qualsiasi altra definizione la nostra
fantasia suggerisca per loro?
6) il tipo di tombe Monte Prama non ha
paragoni nel resto del mediterraneo. Per poter parlare di modelli estranei al
mondo nuragico, dovremmo avere paragoni similari con altre zone del
mediterraneo: non ne abbiamo manco uno. Mentre invece, tombe a fossa
sono presenti in altre zone dell'oristanese;
7) tutti questi dati, non si possono
più ignorare. Non si può più considerare la scultura estranea al mondo
nuragico, e da qui, considerare l'esempio di Monte Prama come qualcosa di
alieno al nuragico, perorando per di più la tesi di una presunta estraneità
delle sculture alle tombe, quando, se anche qualcuna di esse fu adoperata come
telamone, senz'altro adornava un tempio di fattura comunque nuragica, megaron o
tempio a pozzo che sia. Di questi v'è almeno qualche sparuto indizio nella
tipologia dei conci erratici rinvenuti sparsi qua e là. Di presunti templi in
stile ellenico, con annessi telamoni, invece, non v'è traccia alcuna. È vero
dunque che l'assenza di evidenze non è l'evidenza della assenza di un tempio
“ellenico”, ma, la presenza di alcune evidenze, nel caso di Monte Prama, parla solo
di templi nuragici.
3 commenti:
E' il "tempio nuragico" che mi dà da pensare: sono pochi "i templi" in tutta l'isola. Eppure, con le pietre, i nuragici ma più in generale i sardi, non sono mai andati al risparmio. Pensate un po' ai nuraghi. Siamo ricchi di pietre. Solo da qualche parte su "ladiri" ne ha preso il posto.
Un altro pensierino: i morti sono morti e gli dei sono dei. Talvolta qualcuno non si rassegna, una volta morto si fa dio e visto che c'è, anche in vita, vedi Faraoni (parlo dei tempi andati, non dell' oggi). Ai morti si deve rispetto e anche culto (specialmente se sono stati pezzi importanti in vita),avvicinarli alla divinità, metterli sotto la sua protezione, è una aspirazione più che legittima, per chi sa di essere un futuro morto; non preghiamo ancora oggi "po is animas santas de su prugadoriu"?. Templi e necropoli in qualche modo vanno assieme.
Ulteriore pensierino: quante sono le necropoli con "tempio" associato?
Ultimo (per ora) pensierino: quante sono le necropoli che non abbiano almeno un nuraghe nelle vicinanze?
Elio, la risposta potrebbe essere semplice: Il Tempio nuragico per eccellenza é il Nuraghe e la Tomba dei giganti é quasi sempre nei pressi.
Io son contento del fatto che Rendeli abbia scoperchiato l'arca delle confidenze tra colleghi ed abbia svelato uno dei contenuti del diario di Tronchetti, potenzialmente cruciali.
In effetti, senza questo particolare, molta della insistenza sulla unitarietà di necropoli e statue appare o incomprensibile o arbitraria.
Perchè, fino a Rendeli, nessuno ne ha - pubblicamente -parlato?
Altri diari, invece, come quelli dell'Atzeni sul pozzo di Santa Cristina, o come quello (mi dicono altrove) del Contu sul nuraghe Pizzinnu, rimangono più chiusi di quella famosa archetta nuragica su ruote; dei veri e propri arcana imperii direbbe Tacito.
mi spiace che uno degli ultimi post pubblicati da GFP, sia stato fatto dal sottoscritto con contenuti così modesti. avrebbe meritato di più e di meglio.
spero che al mio seguano altri di ben altra caratura, come omaggio.
adiosu GFP.
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