di Francesco Casula
Giovedì pomeriggio, in un ospedale cagliaritano, Eliseo Spiga ci ha lasciato.
Se n’è andato in silenzio, senza clamore. Sofferente. Negli ultimi mesi soprattutto, quando le sue fibre fisiche hanno iniziato a cedere. Ma la sua testa continuava, lucida, a produrre. Ha continuato fino agli ultimi giorni a studiare e a scrivere. Stava lavorando per un nuovo romanzo. E stava scrivendo poesie in sardo. Dieci giorni prima di morire è venuto nella mia casa di Flumini di Quartu –abitava a qualche chilometro di distanza, nelle campagne di sant’Isidoro- per ritirare il bando di Concorso del Premio Ozieri, cui voleva partecipare. Negli ultimi due anni infatti si era dedicato anche alla poesia in limba: aveva persino vinto premi nei Concorsi di Escalaplano e Iglesias.
Con Eliseo Spiga scompare un grande combattente, uno degli intellettuali più lucidi e creativi della Sardegna: un intellettuale sanguigno, irregolare e disorganico a Partiti e camarille, renitente e utopistico. Spiga si ribellava infatti allo sfacelo e alla società alienata della apparente razionalità capitalistica del sistema economico e sociale occidentale. In altre parole non si conformava e non si arrendeva alle logiche e alle ragioni della modernizzazione tecnicista, al mito dello Stato e del mercato, al dio moneta
Ci lascia costernati. Abbiamo perso un amico e un maestro. “Un uomo storto” si definiva fra il serio e il faceto: per me, per noi militanti etnicisti, per noi della Confederazione sindacale sarda, era una guida intellettuale e morale, un combattente, fino all’ultimo respiro, perché questa malfatata nostra Isola, si liberasse dalle catene che la inchiodavano alla dipendenza e alla marginalità.
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3 commenti:
Onore e gloria al grande 'combattente'. A si bi' Elisè! Sarai nei nostri cuori e nella nostra mente. Sempre.
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Ciao Eliseo, Con te abbiamo creato la CSS,insieme abbiamo "battagliato" per la regionalizzazione dell'ARST con oltre un mese di sciopero. Eravamo soli contro tutti gli altri sindacati e partiti italiani super organizzati, che alla fine hanno prevalso (ma gli operai erano TUTTI con noi). Tu ci guidavi in quella battaglia che non era solo sindacale ma era anche IDEALE perchè aveva, nel suo spirito il principio dell'autonomia ed avrebbe avuto l'effetto domino, per questo motivo non potevno lasciarci vincere. Questa tua battaglia, sarà ricordata e con essa sicuramente tu.
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