Nuraghe Ruju di Torralba |
del Gruppo Ricerche Sardegna
Come
sappiamo i nuraghi sono considerati, dalla maggior parte degli
archeologi, delle strutture di carattere militare; eppure in questi
ultimi anni la loro unica funzione di fortezza è venuta meno, sostituita
gradualmente da altri ruoli, come quello di magazzini o residenze
reali.
Pochissimi
cattedratici hanno ipotizzato che fossero templi, il più noto fra
questi è sicuramente il Prof. Massimo Pittau. Sono ormai storici gli
studi di Carlo Maxia e Lello Fadda, tra i primi ad aver portato come
prova della funzione del Nuraghe-Tempio, i singolari eventi che accadono
periodicamente all’interno di questi monumenti. Furono proprio questi
due studiosi ad aver messo in evidenza il singolare evento da noi
chiamato “fenomeno della luce dal foro apicale”. Gli eventi all’interno
del nuraghe Aiga di Abbasanta, e del nuraghe Biriola di Dualchi furono
da loro scoperti. A questi due casi si sommarono quello del nuraghe Is
Paras di Isili (Zedda 1992) e altri due casi, l’Ola di Oniferi e il Nani
di Tresnuraghes. Quest’ultimo da noi studiato e reso noto, assieme ad
un accurato studio su altri eventi analoghi, nel libro “La luce del
toro” (G.R.S Gruppo Ricerche Sardegna, PTM 2011).
L’evento
in questione si verifica quando il sole, nei giorni del solstizio
d’estate, raggiunge una determinata altezza. In questo giorno così
particolare è possibile ammirare uno degli eventi più sbalorditivi che
animano queste antiche torri. Un sottile raggio di luce penetra
attraverso il foro ricavato dagli antichi costruttori all’apice della
cupola costruita all’interno del nuraghe. Tale raggio attraversa tutta
l’ampia volta e va ad illuminare (se presente) la nicchia in sala,
oppure la base della camera (Is Paras di Isili). [sighi a lèghere]
7 commenti:
Che dire? tante cose (troppe per un articolo in un blog, ma ognuno fa come crede) alcune buone (anche ottime), ma mischiate in un calderone di osservazioni pessime.
Da dove volete che inizi? dalle positive o dalle negative? o lasciamo stare?
Mauro Peppino Zedda
ps in tutti i casi non prima di domani sera
Signor Zedda.
Cosa rispondere a questa frase. Da dove volete che inizi? dalle positive o dalle negative? o lasciamo stare?
Guardi che il suo giudizio non'è indispensabile e allo stesso modo non è obbligato a lasciare un commento. Se deve fare una una critica ( per altro gradita ) la faccia pure ma senza fare preamboli da " Professori de S'acqua cotta " come l'esordio del suo post.Le rammento che non sta parlando a dei ragazzini. Se invece credete di voler più tempo per pensare ma in realtà state riorganizzando i vostri pregiudizi, consiglio vivamente di chiuderla così.
Caro Granitu, io non ho nessun pregiudizio, avete messo tanta carne sul fuoco buona e cattiva, vi ho detto da dove volete che inizi nelle critiche(positive e negative). La cosa peggiore che potevate chiedere e di lasciar stare, uno spirito scientifico (cosa che non alberga nel DNA di Granitu) avrebbe voluto sentire le negative, e un spirito narcisista avrebbe voluto sentire per prima cosa le positive!!
Buon post.
la Bipenne sull’architrave della nicchia mi sembra un ox hide.
Il range dai 122° ai 145° forse é eccessivo.
Interessantissimo associare i solstizi al primigenio simbolo della Bipenne.
Saluti.
ps Sono curioso di leggere le eventuali osservazioni di Mauro.
@ Signor Zedda.
Faccio nuovamente credito al mio post precedente.
@ Grazie rsroberto.
La forbice è provvisoria si stabilizzerà definitivamente man mano che altri dati verranno acquisiti.
Complimenti per il lavoro.
Odissea, libro VII
Odisseo (Ulisse) avvista da lontano la casa reale dell'isola di Scheria sicuro di non sbagliare: Nausicaa l'aveva informato sulla notevole differenza tra la casa del padre Alcinoo e quella comune degli abitanti del posto.
Il commento iniziale dell'eroe, nel vederla, riguarda lo "splendore di sole o di luna" cha la caratterizza.
In ogni caso, entrandovi, prima attraversa un cortile all'aperto, poi si inoltra in un in-gresso architravato che conduce ad un lungo corridoio e, finalmente, entra nella sala reale. dove lo attendono i sovrani.
Nella sala reale, di forma circolare, siedono i principi su sedili in pietra disposti in modo anulare e, di fronte e di lato rispetto all'ingresso, sono posti i "troni" di Alcinoo e Arete.
La sala è "alta", “buia” e dal "solido tetto" e per, illuminarla opportunamente, su alti "piedistalli" vi sono le lucerne.
Vuoi vedere che davvero Omero fa visitare ad Odisseo un nuraghe complesso dove le nicchie di camera fungono da troni e si prestano ad esse illuminate per incrementare il prestigio di chi vi siede?
Sintesi tratta da "Sardegna l'isola felice di Nausicaa", cap. V.
Giuseppe Mura
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