di Alberto Areddu
Il giornalista e grafico di “Repubblica” Sergio Frau ha un bel dolersi contro la mediocrità di certi archeologi iperconservatori più che attivi scavatori come si esigerebbe dalla loro professione. Il suo continuo esser chiamato in ballo e il suo continuo tamponare e replicare alle sfide loro, d’altra parte rientra in quel gioco di specchi (a cui peraltro egli si presta), perché essendo classificatissimo su Google, stuzzicandolo, tu roso dall'invidia, finisci per riceverne un po’ di fama riflessa.
Orbene, io credo esistano due Frau. Il Frau1 è colui che si è fatto un libro da solo, si è creato all’uopo con abile iniziativa una casa editrice, se lo è propagandato bene (mica è colpa sua se ha buoni uffici con la RAI e se lavora presso il maggior quotidiano da Roma in giù), inoltre in questo para-saggio usando una tecnica ammiccante, belle foto e grafici evocativi, è riuscito a coinvolgere alla lettura quanti assai spesso ne stanno distanti. Questi sono suoi meriti.
C’è però poi il Frau2, quello che al netto dei costi di stampa del libro e della distribuzione, facendo i conti della serva non dovrebbe avere intascato dalla vendita di questo solo primo libro, meno di trecentomila euri (300.000), che son fior di palanche, e che invece di esser felice di ciò, mostrandosi sovrairritato difronte alle critiche, spesso con poca autoironia, e con lo spirito vittimista der mejo de’ Sardi, non fa quello che dovrebbe fare.
Io credo che a tutti sarebbe balzata l’idea, una volta venduto quanto si è venduto, di pagarsi da sé un'equipe di archeologi, geologi, biologi, climatologi non schierati, o chesso di metter su una Fondazione, per approfondire le ricerche, anche perché il diaframma, credo di aver intuito, che separa le sue intuizioni dalle contestazioni degli archeologi riguarda il reale accadimento in epoca nuragica di uno tzunami che avrebbe eclissato la civiltà sarda: non troppo distante per non aver lasciato tracce durature.
Il metodo scientifico esige la verifica sperimentale; uno può avere tutte le intuizioni di questo mondo ma devono esser vidimate da persone oneste e competenti (e ce ne sono in quasi tutti i campi). Se dunque Frau vuole assurgere a persona comune che, sul modello (peraltro inviso agli archeologi mainstream) di Schliemann, ha trovato contro i soliti parrrucconi dell’Accademia, alcunché di nuovo, faccia questo: investa il ricavato dalle vendite in spedizioni e ricerche, vada a fondo in quanto crede giusto aver trovato.
Mostri che se anche si dimostrasse che non ha trovato, come gli imputano, l’Atlantide, avendo sicuramente trovato l’Eldorado, ha saputo farne gemmare frutti per l’amore della scienza e del progresso, e vedrà che risulterà più simpatico a tutti.
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