di Gabriele Ainis
Gentile sig Pintore,
a proposito di troll, credo opportuno inviarLe due parole in merito, non per il timore che Lei mi consideri tale (nel caso avvenisse, sarebbe suo diritto farlo e mio infischiarmene), quanto per segnalarLe che potrebbe anche trattarsi d’altro (intendo i messaggi ironici che lei ha spostato in un’area opportuna del Suo blog).
Parto dal presupposto che Lei sia seriamente interessato a ricevere opinioni diverse dalle Sue, eventualmente a contestarle, come vorrebbe uno scambio dialettico di idee che non ha senso senza contrasto. Sono altrettanto convinto che Lei sia seriamente affetto da pre-giudizi in merito a molte questioni (leggi ad esempio archeologia), cosa della quale, da parte Sua, mi ha più volte accusato. Glielo dico per il solo motivo di rendere chiaro quello che dirò in seguito: credo sia ovvio che Lei non sarà d’accordo.
Ciò detto, Le chiedo lo sforzo di uscire dai Suoi panni, e porsi in quelli di un’ipotetica persona che legge il suo blog e cade su un post come quello del sig Pilloni.
Può essere una persona che condivide il Suo modo di vedere le cose, e converrà che la Sardegna è ricca di epigrafi, che gli epigrafisti accademici si rifiutano di considerare, ignorando persone come il sig Sanna. Scriverà un commento appropriato sui soliti professori universitari ignoranti, sullo scandalo di chi nasconde le prove evidenti e tutto ciò che segue. Tutto bene e a posto. Lei sarà soddisfatto, immagino, e anche il sig Pilloni, il sig Sanna, insomma tutti coloro che la pensano come loro.
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Gentile sig. Ainis
Mi pare ovvio che sono interessato a ricevere opinioni diverse dalle mie. Altrimenti non pubblicherei articoli come i suoi e di Areddu, ma neppure quelli di Pilloni, Sanna, Bomboi, Atzori e di molti altri che mi contestano politicamente. E altrettanto ovvio mi pare che non sono d’accordo con lei, per il semplice motivo che le sue critiche (quasi) mai vanno al di là della condanna apodittica e della considerazione che i soggetti veementemente criticati sono isolati nella e dalla “comunità scientifica”.
La lista dei condannati dal suo disprezzo, intanto si è allargata: a Frau, Melis e Sanna, recentemente si sono aggiunti Ugas, Montalbano, Piras e Pilloni (a proposito, chi le ha detto che il prof. Sanna non ha avuto in mano e toccato i due ciondoli di cui Francu Pilloni parla nella sua segnalazione?). Non dispero di vedere appeso al suo carniere anche un altro buon amico, Alfonso Stiglitz, il giorno che, puta caso, dovesse trovare le prove che Shardana e sardi erano la stessa cosa. Mi perdonerà, ma non mi va di seguirla in questa opera di scomunica degli infedeli. Mi interessa di più la questione da lei sollevata sulla “accusa di una gravità inaudita” rivolta, anche da me e più volte, a chi nasconde prove archeologiche.
Premetto che non penso si tratti di farabutti, di ladri o chi sa cos’altro. Semmai penso a persone che, avendo fondato carriere e stipendi su certezze scambiate per graniti, mal sopportano che queste carriere possano essere messe in discussione da ritrovamenti non contemplati come possibili. Anche gli archeologi, gli epigrafisti, gli storici sono essere umani, disposti a far valere il loro piccolo o grande potere per difendersi dalle novità imbarazzanti. Che infatti o vengono nascoste o dileggiate. Pretendere da questo establishment che prenda in considerazione studi provenienti da fuori di esso è come pensare che un gregge di capretti manifesti a favore della Pasqua o del Natale.
Qualche anno fa, la Harvard university e la Cornell university scoprirono che Sardis, capitale della Lydia fu fondata intorno al 1185 aC. Misero in discussione la certezza che gli shardana da lì provenissero, visto che di loro si parla almeno dal XIV secolo, da più di due secoli che la capitale da cui prendevano il nome fosse costruita. Silenzio.
Adam Zertal, uno dei massimi archeologi israeliani, scavando il sito di El-Ahwat ritenne di trovarsi di fronte a “architecture influenced by the western Mediterranean 'Nuraghic' style”. Forse perché nel 12° secolo aC lì erano arrivati nuragici, come sostiene Zertal? “Historically, it connected the place with the Shardana, one of the well-known ‘Sea peoples’ tribes. The Shardnan were famous warriors and mercenaries. Originated at Sardinia, they said to be settled in Canaan together with the Philistines by pharaoh Ramesses 3rd following his victory over the ‘Sea-peoples’ (ca. 1180 BCE).” Fantasie, naturalmente, perché i sardi non sapevano navigare e, al massimo, le navicelle che potrebbero testimoniare del contrario sono ex voto solo casualmente somiglianti a navi d’alto mare.
Ma qui si tratta ancora di “nascondimenti” dovuti all’incertezza che la comunità scientifica ha di fronte alle tesi contrapposte di Adam Zertal e di Alberto Areddu, da lei appoggiato.
Ma come spiegare la scomparsa del coccio con scrittura cuneiforme di cui parlano i professori Zucca e Pettinato? E quella del cosiddetto Brassard di Is Loccis Santus? E dei ciottoli iscritti trovati presso il nuraghe Crocores?
Esistono spiegazioni per queste scomparse? Forse sì, ma non se ne hanno. Chi sa non parla e dunque nasconde. Perché? Perché non hanno alcuna importanza? Basta dirlo. O sono in grado di intaccare certezze date per assolute? Lei per quale di queste due tesi propende, signor Ainis? O ne ha una sua originale?
Intorno a questo groviglio, ho scritto un romanzo in lingua sarda (ma ne esiste un’edizione anche in italiano) che sta per essere stampato. Mi sono divertito a scriverlo, come fa qualunque scrittore che sa come di vendite non camperà. Ma giorno dopo giorno, mi accorgo che – spesso accade – la fantasia riceve poderose sberle dalla realtà. [zfp]
45 commenti:
Gentile sig Pintore,
Le rispondo volentieri, ma non senza notare che, come Suo solito, scantona dal tema che Le propongo (come ha fatto con la domanda sulle navi del xiv secolo, proposto da Lei e poi fatto passare sotto silenzio assieme gli altri ameni frequentatori del blog che ovviamente hanno girato il discorso sui cattivoni antisardi come me, tanto per parlare di mie pretese affermazioni apodittiche). Evidentemente Le volevo sottolineare come Lei abbia considerato disturbatori coloro che hanno espresso (a mio avviso correttamente) il dubbio che i due ciondoli potessero essere rilevanti, e non ha considerato disturbatore (troll) un imbecille che si permette (da balente anonimo) di fare il nome di qualcuno nascondendosi sotto un paio di mutande sporche.
Questo era il senso della mia mail: non condivido questo tipo strisciante di discriminazione (anche se a Lei non piacerà il termine, me ne scuso, però lo penso), anche se lo ritengo lecito trattandosi del Suo blog (sarà ben padrone di fare ciò che ritiene opportuno!) e ho voluto dirglielo. Aggiungo che avrei preferito una Sua risposta che mi dicesse: Nel mio blog faccio quello che mi pare!, oppure, Ti sbagli, magari seguito da due parole di spiegazione. Lei evita, e va bene anche questo, ma glielo ripeto: mi permetto di dirLe che non ha aumentato il tasso di libertà del blog, né dato maggiore rilevanza alle parole del sig Sanna (glielo avevo rimproverato, se posso usare il termine, anche per la dottoressa: secondo me non ha molto senso proporsi come difensori di ufficio, forse che non sanno difendersi da sé?).
Riguardo ciò che mi scrive (con poca attinenza alla mia mail)
La lista dei condannati dal suo disprezzo
No, mi scusi, ma il disprezzo lo lasci stare. Non fa parte del mio lessico né di ciò che penso: io non disprezzo nessuno. Del resto non ho il piacere di conoscere le persone di cui lei fa il nome, dunque non ne avrei neppure il motivo. Se può, eviti di scendere a questo livello. Ho parlato di rilevanza scientifica e lo ripeto: se lei vuole può contestarlo, però non lo fa. Mi mandi un elenco delle citazioni dei signori che a Lei piacciono in un qualunque lavoro comparso su una rivista specializzata dotata di peer review (quelle che fanno ‘scienza’) e mi ricrederò, nel frattempo potrà continuare a dirmi che le mie sono affermazioni apodittiche (senza dimostrarlo) oppure, come fanno gli altri del club, insultarmi. Il che va benissimo, visto che non hanno altro da dire, e coloro che leggono il Suo blog (non pochi) possono giudicare chi straparla e chi no.
Ad esempio, per quanto riguarda il prof Ugas, ho citato il suo libro e una sua affermazione (naturalmente facendolo seguire da una battuta; che vuole, io – e lei so sa bene – non sono una persona seria). Forse che Lei contesta la mia affermazione? No: lei (apoditticamente) afferma che io disprezzo Il prof Ugas. c.v.d.
-segue -
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Premetto che non penso si tratti di farabutti, di ladri o chi sa cos’altro
Finalmente! Sa che dal tono del Suo blog non si capisce? (per cortesia si rilegga qualche post del sig Sanna). Per il resto ripete le solite sciocchezze sull’establishment, e il prendere in considerazione gli studi provenienti dall’esterno, nella migliore iconografia dell’Archeologia Misteriosa e perseguitata da tutti. Lei ci crede? Faccia pure. Posso permettermi di non essere d’accordo? Abbia la pazienza di rileggere ciò che le ho scritto: che il sig Sanna (e gli altri) non hanno la statura scientifica per essere presi in considerazione, e infatti non li considera nessuno. Lei ha una Sua opinione in merito, io una differente. Il dato oggettivo è che nessuno li considera, se lei vuole pensare a un complotto: chi glielo impedisce?
Adam Zertal, uno dei massimi archeologi israeliani, scavando il sito di El-Ahwat
Non trovò nulla, e lo disse, caro sig Pintore, si legga gli articoli pubblicati su rivista e non le interviste sui giornali. Quelle di Zertal sono opinioni prive di riscontri, ed infatti, dice esplicitamente:
1) a proposito delle ceramiche ritrovate: “ The pottery of El-Ahwat is simple and local, a mixture of the hill country Iron Age I ’rough ware’ (Finkestein 1988; Zertal 1986-87) and the plains Canaanite ware. No imported sherds (Mycenenan or Cypriot were discerned), nor any Philistine or painted local LBA wares.”
2) a proposito di architettura: “It should be remembered, however, that no nuraghe or protonuraghe were found in El-Ahwat, but rather some of their architectural elements. The ansebce of pottery or other small finds originating il LBA Sardinia calls again for prudence.”
Caro sig Pintore, che le piaccia o meno, a El Ahwat di sardo non c’è nulla. E Le rammento che quando si cita qualcuno, si scrive la sorgente della citazione, come faccio adesso: Defensive settlements of the aegean and the eastern mediterranenan after c. 1200 B.C. (atti del congresso tenuto al Trinity college di Dublino nel 2001). Si legga un articolo di Zertal, uno qualunque e vedrà che tutto il gran ragionamento è basato su un corridoio dentro una muraglia a secco, che a lui ricorda un corridoio dei nostri protonuraghi (senza sapere un fico né di nuraghi né di protonuraghi)
Quanto a dire di Zertal che è uno dei massimi archeologi israeliani, si legga la sua posizione e pubblicazioni sul sito dell’università di Haifa (come può fare chiunque) poi ne riparliamo.
Riguardo Harvard e la Cornell, me lo risparmi: ma cosa c’entra? Che fa, il minestrone come il suo Leo Shardana? Siccome Sardis data al 1185, allora l’hanno fondata i sardi? Ma andiamo! Ma provi a leggersi il curioso libro di Garbini (I Filistei) poi, se vuole, possiamo riparlarne, e comunque, prego: se cita la Cornell o Harvard, sarebbe così gentile da dare i riferimenti precisi? (Sa, come ho fatto io con Zertal, in ambito scientifico si usa così, come ha fatto il dr Stiglitz quando ha suggerito al sig Montalbanio di studiarsi un po’ di storia prima di dire tante e tali fesserie).
Quanto ai suoi nascondimenti: ha mai pensato che se gli archeologi dovessero rispondere a tutti i pazzoidi che perdono il tempo ad elaborare strane teorie non farebbero altro? Crede che abbiano nascosto i reperti? Bene: è un reato, sia nasconderli che perderli! Prenda carta e penna (o tastiera e dita) e scriva un esposto alla procura della repubblica.
E, se mai avrà tempo, mi risponda nel merito, e non con battute sulle mie affermazioni apodittiche, ad esempio sull’Alba dei Nuraghi, in cui di shardana non c’è traccia, se non nelle pie illusioni del prof Ugas.
Il Suo libro? Gliene chiederò una copia firmata in originale, e gliene offrirò una dei miei (si tratta di pessimi racconti noir, di taglio surreale, e il Suo blog è una bella fonte di ispirazione, non perché sia pessimo - i racconti sì - ma surreale, e tanto).
Cordialmente,
G. Ainis
Ainis wrote:
(Sa, come ho fatto io con Zertal, in ambito scientifico si usa così, come ha fatto Stiglitz quando ha suggerito a Montalbano di studiarsi un po’ di storia prima di dire tante e tali fesserie).
Attenzione!!! Stigliz non ha mai scritto questo, non le permetto di fare simili insinuazioni!!! E' frutto di anonimo!!!! Lei con queste parole mi insulta e non glielo consento! E' pregato di scusarsi e di leggere bene gli scritti prima di emettere tali giudizi.
Ho trovato l'articolo che dimostra che lei è un bugiardo e i suoi commenti da questo momento in poi non avranno mie risposte.
Eccolo:
Anonimo
Anonimo ha detto...
Ma perché non ti studi un po' di storia? Il professor Stigliloz ti ha pure dato dato dei buoni consigli. E invece continui a sparare cazzate.
Ma vai a lavorare!
15 giugno 2009 22.27
Ma come, proprio ora che il dibattito si faceva interessante? Ainis avrà anche ricordato male ciò che aveva letto (in buona fede, penserei io), ma mi pare che le sue osservazioni - lungi dall'essere condanne apodittiche - entrino terribilmente nel merito delle cose, con tanto di bibliografia dottamente citata.
Io penso che una persona dotata di preparazione non comune (sta uscendo pian piano allo scoperto) stia interloquendo da par suo coi frequentatori del blog e, nonostante sia in chiara minoranza, stia continuamente portando argomenti di pregevolissima qualità, con grande lucidità. Non è questo che si vuole, in nome della ricerca della "verità"?
Di questi argomenti ne sottolineo solo uno, di passaggio, perché a me sta caro: una teoria scientifica, per essere etichettata come tale e magari essere accettata, di quale tipo di consenso ha bisogno? Basta il consenso dei frequentatori di un blog? O non è forse necessario un consenso più qualificato, offerto da persone che quotidianamente si occupano per mestiere, con le necessarie risorse di cultura, tempo e finanze, di quei problemi?
Si dirà e si è detto che gli studiosi sardi hanno paura di perdere posizioni di privilegio: ammesso e non concesso (perché è troppo comodo: si potrebbe facilmente obiettare, allora, che i frequentatori di questo blog, spesso, sovrappongono la bella e grandiosa immagine della Sardegna che hanno in mente con quella, né brutta né bella, che la storia ci consegna). Ammesso e non concesso, dicevo. Perché, allora, non spedire le proprie argomentazioni a una qualunque rivista europea, dotata di un comitato scientifico e riconosciuta a livello internazionale? Se qualcuno esprime teorie e pretende di scegliersi le persone da cui farle giudicare, magari andandosene in giro per la Sardegna a fare i propri corsi e corsetti a ignari e sfortunati discenti dal facile applauso... come minimo mi si lasci pensare che non è una cosa seria.
E poi, per favore, lasciate stare gli innocui commenti ironici, che sono un modo pur sempre lecito di esprimere dissenso: molto peggio quel commento segnalato da Ainis, riguardo al quale nessuno ha espresso una parola di dissenso, chissà perché.
Andrea Lai
Coraggio Signor Ainis, se non scantona può anche continuare a fare la parte dell'avvocato del diavolo nella causa della sacrosanta autodeterminazione del nostro Popolo, dopo tutto il tempo della rinuncia. Va riscritto tutto della nostra storia, senza vecchi sciovinismi. Lei continui pure a difendere le sue ragioni.
Mi trovo pienamente daccordo con il pensiero espresso dal sig. Lai e, di conseguenza, col pensiero del Sig. Ainis. I nostri discorsi dovrebbero esser sempre accompagnati da riscontri bibliografici seri; come biasimare il sig. Ainis quando contesta questo??? Non costruiamo castelli in aria solo perchè quel toponimo potrebbe significare questo o quello : ciò che proprio non ci serve è la fantarcheologia.
Saluti
X andrea lai e il sig. ETIAM. Se non sono la CONTROFIGURA dell'AINU: le citazioni sono TUTTE stravolte, a cominciare da quella su ZERTAL che conosco di persona. tranquilli che ZERTAL asserisce tutt'oggi che AL AWHAT è SHARDANA, ma mi confidò di conoscere bene chi abitava tale sito e persino il nome (sardo secondo lui) delo comandante della piazzaforte in questione.
L'AINU può giocare a citare fonti autorevoli AGGIUSTATE a suo piacere, ma lo faccia con chi NON è informato, altrimenti viene sbugiardato. del resto è sufficiente cercare il sito di ZERTAL sul web per scoprire le falsità dell'AINU... questo vale anche per le altre citazioni su UGAS ecc... In quanto al "commento segnalato da ainis" se vi riferita al "RAGLIO DI AINIS non sale in CIEL"... non posso fare che ribatterlo. Infatti le falsità gratuite non hanno mai raggiunto il Cielo. Sono sempre ricadute su chi le scaglia...
kum salude.
Io sono stupefatto che si arrivi a simili polemiche... B. Adriano
I bugiardi dovrebbero tacere, sono uno dei mali della società, un inquinamento sociale e Ainis che insulta ed è menzognero ne è un degno rappresentante. Si è anche concesso il lusso di mettere nella bocca di Stigliz che io dovrei studiare prima di sparare fesserie. Quando Ainis proporrà dati di fatto (non menzogneri e falsi) o proprie ipotesi sarà benvenuto...ma fino a quel momento dovrebbe tacere.
Caro Lai, forse abbiamo di apoditticità definizioni diverse. Secondo il mio dizionario di lingua italiana, dicesi apoditticità della "validità assoluta, che non ha bisogno di dimostrazione". E secondo il tuo?
Scrive Ainis che nel sito di El-Ahwat, Zertal "non trovò nulla". E ribadisce, giocando alle tre carte, e negando ciò che nessuno, non io almeno, ha affermato e che cioè lì si sono trovati manufatti sardi: "a El Ahwat di sardo non c’è nulla".
Ma siccome anche lui, come me, ha letto nel sito dell'Università di Haifa che Zertal pensa ad influssi nuragici nella costruzione, ecco la sentenza apodittica: lo dice, l'archeologo israeliano, "senza sapere un fico né di nuraghi né di protonuraghi". E anche Zertal è sistemato
Se questo è il tuo modello di ragionamento non apodittico, o cambi dizionario tu o lo cambio io.
Per tua curiosità, perché penso impresa disperata convincere il sig Ainis a leggere quel che è scritto e non quel che pensa sia scritto, vedi che cosa ho scritto delle due università americane e delle loro ricerche a Sardis. Ti pago da bere, se vedi scritto che, secondo me, Sardis è stata fondata dai sardi.
E, intanto, se ancora non lo conosci, fai un salto a vedere http://archlgy.haifa.ac.il/egyptology/images/abstracts.pdf, tutto se vuoi, ma particolarmente il capitolo "The excavations at el-Ahwat and the Shardana".
Ma non ti scappi che lo hai preso in considerazione: il carniere del sig. Ainis ha ancora molti posti vuoti.
Gentile sig Pintore,
assodato che di sardo a El Ahwat non c'è nulla (come conferma anche lei che parla di influssi architettonici) mi sono permesso di mandarLe l'articolo originale, così vedrà cosa sarebbero questi influssi, e cioè alcune tholos (conosciute a Cipro fin dal 3500 a.C), e un corridoio dentro una muraglia (di una tipologia che si riscontra in tutto il mediterraneo). Questo è tutto ciò che ha trovato Zertal (cioè nulla!)
Dopo che lo ha letto ci risentiamo.
E almeno legga bene quel che trova. Noto inolte che finalmente (era ora) ha guardato il sito dell'università di Haifa. Potrebbe ringraziarmi per il consiglio: pensa ancora che Zertal sia un mostro sacro? Avanti, ci illustri!
Cordialmente,
G. Ainis
P.S - E su Ugas? Nulla? E sulle navi niente? Che fa non riscalda più il minestrone? Lo lascia freddo o lo abbandona al cabarettista? E non mi indica le sue fonti di Harvard e della Cornell? Si è dimenticato? E perchè non mi indica le sue fonti sulle affermazioni di Zertal? E' questo sarebbe il suo modo di contestare il putrescente mondo accademico? E se ha nominato Sardis allora: perché l'ha fatto?
Sa cosa avrebbe detto Totò? Ma mi faccia il piacere, mi faccia! E ci pensi prima di parlare di affermazioni apodittiche, e soprattutto legga gli articoli originali, e non le opinioni: dentro gli articoli ci trova i motivi alle basi delle affermazioni, sa, in ambito accademico si usa così: che schifo eh? Si figuri che per capire le cose bisogna faticare! Mica cone Leo, che studia la storia sull'Unione Sarda (solo gli articoli in limba, ovviamente!)
Caro signor Ainis,
la "ipotetica persona che legge [questo] blog e cade su un post come quello del sig Pilloni" non è tanto ipotetica quanto presume. E certamente io non sono l'unica persona di questa categoria che guarda alla Sardegna da lontano e che lascia ogni speranza vedendo la lotta disperata dei "archeobuoni" come il menzionato Alfonso Stiglitz, o anche Emerenziana Usai, Raimondo Zucca, Piero Bartoloni ed altri.
L'archeologia sarda già da alcuni anni non si gode più della riputazione che dopo decenni troppo lunghi di isolamento accademico si collegava all'estero con le pubblicazioni di (e.g.) una Maria Luisa Ferrarese-Ceruti o una Fulvia LoSchiavo: pubblicazioni che valevano (e valgono!) di essere letti al microscopio e che tanto spesso proponevano ipotesi affascinanti senza di slittare nei terreni paludosi di fantasiosità. Guardo con grande rammarico alla polverizzazione dell'ultimo resto di credibilità - polverizzazione esercitata da una crescente schiera di persone e istituzioni, che come la Lincei e certi dei suoi "accademici" si dovrebbe contare tra le massime autorità scientifiche.
Questo degrado di presenza sarda a livello scientifico internazionale coincide con una nuova ondata di nazionalismo sardo che ricorda vicende di 150 anni fà. Erano le Carte d'Arborea a distruggere la credibilità sarda a livello scientifico per più di cent'anni. Ma oggi un Mommsen non sprecherebbe il suo tempo a insaponare l'asino sardo.
Ancora peggio: Da un lato sto notando con perplessità una agressività assolutamnete inaccettabile di certi nazionalisti sardi contro le ultime persone rinomate all'estero. Spero che quest'agressività contro gli "archeobuoni" diffamati si limita alla dizione. Dall'altro lato vedo una certa sintonia tra la ridicolàggine di certe discussioni pseudoscientifici ed il morbus italicus, cioè la ridicolàggine dell'altissimo potere politico. I sardi di nuovo rischiano di essere derisi a livello scientifico internazionale tanto quanto l'Italia a livello politico.
Gentile sig Lai,
vorrei ringraziarLa perché Lei è stato l'unico che ha stigmatizzato il commento di cui parlavo anch'io.
Questo blog è effettivamente molto carino, perché resta tutto ciò che si scrive, e anche se (come si vede) sono di rado d'accordo con il sig Pintore, ci scrivo molto volentieri.
Però la cattiveria di quel commento, l'astio e il livore, mi hanno davvero colpito (almeno quanto la vigliaccheria).
Cordialmente,
G. Ainis
Sig. Ainis, oltre che apodittico, anche prenu de barra posta, che detto in italiano, sarebbe come dire insopportabilmente presuntuoso. Ho conosciuto e intervistato Adam Zertal un'estate di otto-nove anni fa a Tertenia, dove era in campeggio, e da allora ho seguito, naturalmente sul sito dell'Università di Haifa, tutti i suoi studi. Non mi ha suggerito una bella conca de chipudda.
Per il resto, mi scusi, tutto discende da questa sua prosopopea, altrettanto insopportabile, come la pretesa che io debba seguirla in un dibattito senza senso e nel quale lei è imprendibile. Ha già altri estimatori, come lei convinti che la Sardegna si meriti di meglio che vedere se la sua storia possa essere diversa da quella codificata da generazioni di colonialisti e di compradores.
Sa?, posso sopportare, e anzi mi piace, che si contestino le cose che faticosamente riesco a dire. Ma che mi si dia dell'ignoranta, che mi si dica che ho bisogno di un Ainis qualunque per sapere dell'Università di Haifa, beh, questo non lo sopporto. E non lo sopporterò.
Se un giorno avrò voglia di parlare di navicelle nuragiche o altro, lo leggerà, se vuole, su questo blog.
Zfrantziscu, girando intorno al lume come diciamo dalle nostre parti, ho cercato di dire quel che lei ha detto con una frase. Anche io penso che la questione ridotta all'osso è quella del rapporto fra compradores e coloni, questi ultimi vittime di colonialisti (qui per fortuna solo culturali) e di loro intellettuali "organici". Pensavo fossero questioni africane e mi sbagliavo. Bravo
Adesso sono spuntate persino le carte d'Arborea, come se lo sciovinismo sia nato in Sardegna. Se c'è un nazionalismo sardo, forse è perché ce n'è uno peggiore che ha pasticciato la nostra Storia e che lo rende necessario. Quale danni ha provocato la rinuncia all'antica autonomia! Carte di Arborea o no, fantarcheologia o Archeologia con tutti i crismi, la Storia sarda è tutta da riscrivere.
Caro Gianfranco,
non è una questione di dizionari, ma questo già lo sapevi. (Anche se, per la verità, il mio è migliore del tuo: insegna ad usare apodittico, conformemente ad apodissi, nel significato proprio della logica aristotelica. Impropriamente, mi suggerisce, è usato per "dogmatico").
Come pure avrai capito che Ainis è persona di ragguardevole preparazione, oltreché un osso duro: che sia un professore universitario dell'odiosa schiatta filo-italiana?
Quello che volevo dire, semplicemente, è che Ainis argomenta con lucidità e cultura (e ancora non ci ha fatto vedere tutto). Secondo me, anche su Zertal ha argomentato. Tutto qui. Prendi atto che non siamo d'accordo.
Cordialità, Andrea
All'anonimo riesumatore delle Carte di Arborea.
Sono d'accordo con lei sul rischio che un certo nazionalismo vulgaris, fondato su un disperato sciovinismo ("noi sardi siamo i migliori in tutto") prenda il sopravvento sul nazionalismo critico. Ma questo è nettamente in testa nella classifica, come anche Piero Atzori suggerisce.
Dei rischi parla anche il mio amico Stiglitz e con lui sono d'accordo che non abbiamo bisogno di inventare nulla per mostrare la grandezza della civiltà nuragica. Con lui e con lei sono in disaccordo che tutto il nuovo sia programmaticamente inattendibile. Non siamo l'ombelico del mondo, come vorrebbe il nazionalismo vulgaris, ma non siamo neppure la chiavica del mondo, come vogliono i prevenuti negatori della possibilità che in Sardegna si sia sviluppata una civiltà originale.
Quando leggo che a Monti Prama si sono trovati quattro sassi, che mura megalitiche nuragiche trovate in Israele significano nulla, sento tanfo di nazionalismo granditaliano e puzza di disprezzo.
Non so se davvero l'archeologia sarda viva la crisi di credibilità di cui lei parla, ma se sì, la colpa non può non essere di chi di fronte a fatti nuovi (40-45 scritte su nuraghi e dintorni lo sono) semplicemente gira la testa per non vedere. E preferisce esaltare un busto romano del I secolo (frutto di una civiltà di cui tutto è stato scritto) piuttosto che affrontare le cose sconosciute.
Come stupirsi se di fronte a questa insultante e insulsa attitudine di negazione sempre e comunque ci sia chi reagisce con il nazionalismo vulgaris? Fa danni, non ho dubbi. Ma sempre minori di quelli che fanno coloro che, per pavidità, per quieto vivere, per non dispiacere a li superiori o semplicemente per pregiudizi ideologici, neppure si cimenta con quanto potrebbe disturbare il sonno del conosciuto.
Ripeto: che cosa sono le 40-45 iscrizioni di cui parla Gigi Sanna? Sono tutte placchette longobarde, punzoni per selle, ghirigori imitativi di scritture altre? Sono falsi più o meno clamorosi? Disposti a tutto, tranne che all'insultante silenzio di chi si schiera come le tre scimmie e ci segnala che del diritto dei cittadini e dei contribuenti a sapere se ne sbatte.
I parte
Il problema alla base di tutto sta nel fatto che l’archeologia, come tutte le “scienze umanistiche” è scienza solo approssimativamente. Troppi tasselli dei tracciati storici, specie per periodi così remoti come quelli di cui si sta dibattendo, dipendono dalle sovrastrutture scolastiche e dalla brillantezza delle menti che si occupano di archeologia: le prime piuttosto pesanti e la seconda, in questo campo, piuttosto rara tra i professoroni delle università sarde. I numerosi congressi archeologici in terra di Spagna su una Tartesso di cui non è stata mai trovata alcuna traccia, mostra che il problema non è soltanto sardo: vorrei proprio vederla la scientificità degli atti di quei convegni nei quali archeologi si ritrovano per parlare del niente. Ma del resto non si può pretendere che gente venuta fuori dalla facoltà di lettere sappia bene di che cosa parla quando parla di scienza. Il fatto è che per buona parte dei nostri archeologi le teorie sono scientifiche solo quando non dicono nulla di nuovo, solo quando non mettono in discussione troppe certezze granitiche. Per il resto si può spaziare liberamente tra steli di pietra con “nasini”, sigilli con scrittura copiata male e quindi è ovvio che non si capisca cosa c’è scritto: che scienza ragazzi! Che scienza! Che dire poi dei soldati armati di tutto punto per sputarsi in faccia con il vicino per decidere a chi tocca sollevare il muro di confine, bisogna essere soldati preparati per affrontare scontri di questo genere... Una volta, a un convegno, ho sentito dire da un’archeologa nostrana, affermata accademica, che i nuragici navigavano, si, ma per andare di caletta in caletta, e che non c’erano prove(!) che i soldati salissero sulle imbarcazioni. “Accidenti! Se si trovassero le prove si potrebbe affermare che i sardi navigavano da una caletta all’altra trasportando soldati?” Le ho chiesto. “Si!” Mi ha risposto decisa e con gli occhi imbevuti di scienza, e un brivido mi ha percorso la schiena. Sarà stato un brivido scientifico?
Pietro Murru
II parte
Molti nostri archeologi sono scienziati un po’ schizofrenici. Se tutto si incastra nelle loro teorie, quando tutto funziona scivolano via leggeri e leggiadri. Per certi argomenti, invece, mostrano una sorta di fondamentalismo empirico quasi inaspettato, quando qualcosa non quadra dentro i loro edifici teorici, allora l’urlo della loro “scienza” è implacabile! Il pozzo di Garlo? I nostri archeologi piuttosto che prendere in considerazione che possa essere nuragico, o in qualche modo correlato ai nuragici, che stia li così lontano dai suoi cuginetti sardi, piuttosto sarebbero disposti a credere a una anomalia spaziotemporale. Che serve per cominciare a chiedersi che cosa ci fa li un pozzo che somiglia tanto ai nostri? Perlomeno per cominciare a ragionarci su? E la stele di Nora? Nella sua didascalia, al museo, c’è riportata la traduzione, è tutto certo(!), tranne le prime due righe. Per le prime due righe niente traduzione! C’è scritto solo che sono “controverse”. Ma guarda i casi della vita! Non è che nelle prime due righe c’è qualcosa che manda di traverso la scienza ai nostri archeologi? E gli Shardana? Come si può a dire che non ci sono prove per poter affermare: Shardana=Nuragici? Al limite si potrebbe dire che ci sono soltanto prove indiziarie, e magari adoperarsi per trovarne delle altre, la strada parrebbe quella giusta visto che quasi tutto quel che si conosce su quel popolo porta alla Sardegna antica. Invece no! Non se ne parla proprio. Ci vogliono le “prove”... E qui viene portata da qualcuno la bandiera di questi eroi della scienza un po’ alla “come mi conviene”, e invece viene dileggiato chi è andato a vedersi il pozzo di Garlo, chi andato a scavare in Israele insieme a Zertal, chi non ha firmato appelli pieni di scemenze... ma guarda un po’ che strano!
Saluti
Pietro Murru
Caro Sardopator,
La ringrazio per l'attenzione e brevemente Le rispondo che intendo dire che le falsificazioni storiche, come quelle geografiche, operate da sardi e non sardi, in ogni caso da italianisti, sono semplicemente ignorate in questo blog dai vari Ainis, Lai e altri, anonimi o no. Premesso che in fatto di storia sarda sono autodidatta, Le dico che recentemente, dal testo "I Parlamenti di Sardegna nella Storia e nel Diritto Pubblico Comparato" di Antonio Marongiu, ho potuto apprendere che la Sardegna non è quella che ancora l'italianismo servile dei più propaganda. Gli Stamenti funzionavano non meno bene del coevo Parlamento inglese. La Sardegna era molto meno isolata di quanto cìè sempre stato detto. Alludo al periodo del Regnum Sardiniae. Averli sminuiti i nostri Stamenti e fatti dimenticare ai sardi è merito dell'italianismo servile dei sardi innanzitutto. Tra questi c'è pure direi una quota di rinnegati, che non solo dimenticano ma operano perché si dimentichi. Il rigore scientifico del Marongiu che certamente non era nazionalista sardo ha restituito questa verità storica negata, che ha radici in Francesco Sulis, deputato al Parlamento italiano di fine '800.
Questo per rispondere a chi rievoca solo i falsi di Arborea.
Per quanto riguarda la preistoria sarda so che le conoscenze sono in continua evoluzione. Ricordo di aver letto che Lilliu faceva iniziare l'insediamento umano in Sardegna 8000 anni orsono, dal Neolitico, mentre poi si è dovuto retrodatare di molto.
Di sicuro dunque va riscritto tutto della nostra storia e preistoria e soprattutto va insegnata a scuola. Senza sciovinismi sardi di sorta, ma anche senza stupidi sciovinismi italioti. De Amicis ha proprio rotto. Il tamburino sardo deve svegliarsi e non fare più il fesso.
Termino dicendo che le critiche sarebbero utili se accompagnate dalla pars construens. E' questa che manca qui.
Gentile sig Pintore,
come al solito, quando si arriva a parlare di fatti, Lei scappa.
Guardi che el-Ahwat l'ha tirato fuori Lei, e io le ho risposto, nei fatti, che di sardo laggiù non c'è nulla. Me lo contesta oppure vogliamo parlare di quelle "influenze architettoniche" di cui parla Lei?
Ovviamente no. Quando si arriva al dunque, Lei scompare, fa l’offeso.
Sa perché le ho mandato l’articolo di Zertal? Affinché non ci fossero equivoci, come si usa nel tanto vituperato mondo accademico (di cui non faccio parte).
Io le mostro dei fatti, Lei fa l’offeso.
Posso riassumere?
1) La Sua domanda sulle navi del xiv secolo? Argomento scomparso.
2) I miei commenti su Ugas? Argomento scomparso.
3) Sardis? Non si capisce perché Lei l’ha citato.
4) El-Ahwat? Sparito.
Prosopopea? Sì, per una volta sono d’accordo con lei, ma non da parte mia.
Le ripeto, lasci stare le interviste (che rappresentano le opinioni di chi viene intervistato) e parliamo di cosa c’è alla base delle opinioni.
Lei ha letto i lavori di Zertal? Bene, anch’io. Ne vuol parlare oppure è offeso?
Lei ha letto i lavori di Ugas? Bene, anch’io. Ne vuol parlare?
E invece no: Lei pretende di parlare delle interviste di Ugas e Zertal.
Vede la differenza? Lei si forma un’opinione basandosi sulle opinioni altrui, io sui fatti.
Sa, io, e tantissimi altri come me, crediamo opportuno decidere in base ai fatti e non ai sogni, o alle belle speranze.
Cordialmente,
G. Ainis
P.S. – Spero di non averle intasato la posta con un pacchetto da quasi 5 Mega, però dica la verità: leggere dalla penna di Zertal che a El-Ahwat di sardo non c’è un fico, fa una bella impressione, eh? Poi uno si chiede: ma se non c’è niente di sardo e lo dice, come mai cambia idea quando rilascia le interviste?
Questo me lo spieghi Lei, quando le passa l’incazzatura, ho visto che sa spiegare benissimo la sparizione dei reperti, spieghi l’apparizione delle opinioni di Zertal.
Mi scuso per la dimenticanza. Rimane un ultimo punto: e la rilevanza di Zertal? Mi spiegna come fa a definirlo uno dei massimi archeologi Israeliani?
Lei mi dice di averne seguito il curriculum, e allora?
Argomento sparito anche questo?
Cordialmente
Caro Sardopator, Le rispondo semplicemente che se Lei dà valore agli Studi archeologici, quelli che lei ritiene condotti con rigore scientifico, dovrebbe contemporanemente essere favorevole all'insegnamento a scuola della preistoria sarda, oltreché della Storia. A me questo interessa rimarcare. Si deve insieme convenire che non si può continuare con la pratica di azzeramento della nostra cultura, con la sindrome di autocastrazione che continua a colpire molti sardi.
Se questo blog serve a molti cultori di archeologia, fanta- o no, solo per scambiarsi picculadas come i capponi di Renzo(non intendo Lei), allora ne prenderò atto e mi defilerò. A me interessa intraprendere un cammino di riscatto per la Sardegna. Cordialmente, Piero Atzori
Per Sardopator, c'è una bella differenza fra il suo "non ci sono prove" dell'uguaglianza Shardana=Sardi e il negare che questa uguaglianza ci sia o ci possa essere.
Il suo approccio consente di chiedere:
1. Che tipo di prove ci vogliono, visto che gli indizi ci sono?
2. Queste prove si son volute cercare?
Quanto alla questione nazionale, certo è insopportabile lo sciovinismo, ma non si può negare a un popolo il diritto di conoscere le proprie radici, disposto ad attendere ma non disposta ad accettare che tutti abbiano una storia conoscibile, tranne il proprio.
Ridotta all'osso, la questione è tutta qui. Uno sciovinista vorrebbe una storia esaltante, un nazionalista, come me ed altri, non vuole conoscere una storia qualunque purché mitica, vuole sapere la propria storia. Il fatto è che ce la negano. Lo dico senza vittimismo, ma, se mi permette, con rabbia.
Ma sig Pintore,
se allora vuole che non ci venga negata la nostra storia, che fa: legge i libri comici?
Andiamo! Il punto è tutto qua, che Lei (e altri), andate ad incazzarvi per difendere l'indifendibile, e quando vi si becca sul merito lanciate quattro urla e sparite. Certo che la nostra storia deve essere difesa, e allora difendiamola,accidenti, non rendiamola merce per quattro poveracci in cerca di visibilità!
Se davvero c'è qualcuno che ci nega la storia, cosa c'è di meglio (per lui) che contrastarlo con un libro comico? Vorrebbe insegnare all'università con i libri di Leo Shardana? l'Atlantide di Frau?
Ma mi dice chi sarebbe disposto a seguirla su una scemenza come questa?
Cordialmente,
G. Ainis
Per rispondere al signor Sardopator, pur chiamandomi fuori dalla rissa verbale innescata dal fantomatico signor Ainis, vorrei anche puntualizzare che è da un po' che non argomento in termini di colonialismo subìto dai sardi. Per quanto mi riguarda preferisco parlare in termini di autocastrazione, incentrando i discorsi del nostro riscatto su noi stessi, sulla nostra coscenza e sul nostro senso di responsabilità. A me il presente dibattito non fa venire in mente le Carte di Arborea, bensì solo un segno di irresponsabilità.
RIBATTO (e ribadisco, contento maestro?) il concetto: "RAGIO DI AINIS NON SALE IN CIEL.
Intanto oggi la Regione sarda e alcuni comuni sardi hanno firmato un protocoloo d'intesa con il governo egiziano in cui si dichiara che i SARDI SONO DISCENDENTI DEGLI ANTICHI SHARDANA" Vedere VIDEOLINA, varie TV nostrane, i giornali Unione e Nuova Sard...
Una nota: com'è che l'AINU si offendep perchè rispondo in modo quasi ironico al MAESTRO SAPIENTONE ANONIMO? la sua impeccabile arte della trasformazione e mimetizzazione in altri nik sta facendo acqua?
Leo
Gentile sig leo Shardana,
si dice nick, e non nik. Anche se effettivamente in antico sumero-acheo-accadico è nota anche la variante nik.
Signor Sardopator, Le potrei rispondere che saremmo più contenti se il patrimonio archeologico fosse gestito da personale altamente qualificato per conto della Sardegna, non del Ministero. Invece è spesso accantonato da qualche parte, anche da 30 anni. Si ricorda che per il G8 si volevano trasferire i Bronzi di Riace a La Maddalena? Le pare giusto con tutto quello che esiste in Sardegna?
La rinuncia ad affermarci in quanto Sardi è durata fin troppo. Dagli anni del fascismo fino agli anni settanta del secolo scorso i sardi si vergognavano persino della loro lingua, la credevano e ancora c'è chi la crede rozza e povera. Pensavano di non avere storia, né preistoria. Lo sciovinismo italico ha determinato nefaste conseguenze: i nostri centri storici storpiati, le coste chiuse, l'autonomia sarda nata all'insegna della rinuncia e perciò abortita.
Se non lo ha fatto, legga "Studenti di Lione in Sardegna" di Le Lannou Ichnusa, n.4, 1950 e capirà cosa intendo dire.
A me Frau spostando le colonne d'Ercole non toglie nulla, Melis non toglie nulla. Direi che se sentono l’esigenza di coprire dei vuoti e forse perché l’Università italiana perde colpi (per nepotismo e altro).
Il punto è che pochi ancora intendono assumersi la responsabilità del cambiamento in nome dell'avvenire dei nostri ragazzi e si attardano in inutili polemiche. Alcuni eccellono addirittura, anch'essi colpiti dal morbo, che peccato! Grazie della Sua attenzione. Cordialmente, Piero Atzori
Sig. Ainis...
Perché “no nuraghe or protonuraghe were found in El-Ahwat, but rather some of their architectural elements” non è abbastanza notevole? Non mi pare che “some architectural elements” sia niente. Dunque? Ah!È vero... Perché Zertal non capisce un fico secco di architettura nuragica! E perché si sarà lanciato a sostenere una cosa simile? Ah! É vero... Perché è un archeologo scarso. Queste sarebbero argomentazioni scientifiche, sig. Ainis? E c’è pure qualcuno qui, come il sig. Lai, che dice di essere d’accordo con lei, ma d’accordo su cosa? Sul fatto che Zertal sia un archeologo scarso o sul fatto che non capisca un fico secco di architettura nuragica? Si rende conto, sig. Ainis, che lei tira fuori soltanto argomentazioni di questo genere? E magari lei è pure convinto di volare alto...
Pietro Murru
Caro Murru, nella relazione di Zertal all'incontro internazionale di Dublino da cui ha tratto quella frase, ci sono fotografie che danno meglio delle parole conto di quello che l'archeologhetto piccolo piccolo di Haifa afferma. Non le ha potute qui riprodurre, naturalmente, cercherò di farlo io.
Ma ricordo anche quel che mi disse Giovanni Ugas in una intervista per questo blog: "A giudicare da alcune caratteristiche dell’architettura della cittadella e da alcuni manufatti ivi rinvenuti, gli Shardana possono aver contribuito alla costruzione e poi alla difesa delle mura per un cinquantennio (circa 1230- 1170a.C.). E Ugas era lì, insieme a Zertal, a scavare el-Ahwat.
A parte Ugas e Zertal...ciò che parla, romanticamente senza voce, sono le ceramiche! Chi conosce le decorazioni e la tipologia di quelle sarde non avrà problemi a riconoscerle...cercate, cercate. Vi consiglio di frugare nei musei di quei luoghi, così vi divertite senza disturbare i maestri dell'archeologia sarda ed egizia. Zig-zag, cerchi etc. L'archeologia dei ritrovamenti non dice bugie, gli uomini possono mentire o sbagliarsi...e anche gli ainis.
Pierluigi Montalbano
Gentile sig Pintore,
e lasciar perdere le opinioni e guardare i fatti? Vuole sapere cosa sono gli elementi architettonici (come suggerisce il sig Murru) o no?
Glielo dico in altro modo: vuole ragionare con la Sua testa sulla base dei ritrovamenti o accetta le opinioni dei professori universitari??
Rilegga ciò che ha scritto: lei riferisce le opinioni di Zertal e Ugas, e allora perché non quelle di Stiglitz?
Il fatto è che Lei prende solo le opinioni che le piacciono, e parla per pre-giudizio.
Provi a rispondere nel merito, giusto per una volta, se Le riesce, e non scelga tra i cattivoni accademici solo quelli che fanno piacere a Lei.
Riguardo alla statura scientifica di Zertal, se la cava con una battuta (fiacca), e al solito non risponde (come sul resto).
Arriverà mai a pensare con la sua pesta e non con quella altrui?
Cordialmente,
G. Ainis
Naturalmente dovrebbe pensare con la Sua testa; dev'essere stato un lapsus freudiano, Lei è talmente testardo che si meriterebbe di essere (metaforicamente) pestato
saluti
Caro, anzi cara..., ainis, ma hai letto cosa ti ho scritto? Le ceramiche trovate a El Awatt sono nuragiche!!!!! Che altre dimostrazioni vuoi?
Sig Montalbano,
accolgo con molta gratitudine le Sue opinioni. Quando avrà qualcosa di serio da dire, ad esempio pubblicato in una rivista cui si acceda per peer reviewing, le risponderò volentieri contrapponendo (se del caso) altre citazioni (ma non aveva detto che non mi avrebbe più risposto?)
Nel frattempo le Sue affermazioni sono (ovviamente) prive di qualunque valore scientifico e valide quanto le opinioni di chiunque altro. Ad esempio le mie (e guarda caso di Zertal, che nelle sue pubblicazioni afferma chiaramente che le ceramiche sono tutte locali e non hanno nulla di sardo) Naturalmente si tratta di lavori sottoposti a peer reviewing (quelli di Zertal) mentre le Sue affermazioni (di Montalbano) sono chiacchiere da blog.
Cordialmente
Guardi...le ho preparato una foto scattata al museo dove espongono qualche ceramica del sito, scavata da Zertal. Se non è nuragica, visto che la sua preparazione è indubbiamente di buon livello, mi dica a chi la assegnerebbe. Come vede non sono interessato alla sua opinione su ciò che dico...ma a quella su ciò che lei conosce dei nuragici.
http://img142.imageshack.us/img142/6029/ceramicheelawatt.jpg
Caro sig. Pintore
Andai a sentire Zertal e Ugas qualche anno fa. Tennero una conferenza a Cagliari sullo stato di avanzamento degli scavi a El-Ahwat. Ricordo che alla vista delle foto che passavano sullo schermo rimasi stupito: se non avessi saputo che si trattava di foto scattate in Israele avrei certamente pensato si trattasse di un luogo qualunque in Sardegna. Fu una conferenza molto interessante.
Non sarebbe affatto male rivedere quelle foto e altre qui sul suo blog e magari poter leggere anche quella sua intervista a Zertal...
Saluti
Pietro Murru
Sig. Ainis...
Perché continua a sbraitare dicendo che a El-Ahwat di sardo non c’è nulla? “some architectural elements” le pare nulla? Non le solletica un dubbio? A me non pare poco...
Dato, poi, che lei mi ha attribuito suggerimenti che non ho dato, me ne gioco uno ora: mi permetto di suggerirle di non leggere soltanto i suoi post, legga bene anche quelli degli altri.
Saluti
Pietro Murru
Per Gabry:
Onzi manzanu unu preideru passaiada sutta a su carcere de Santu Buscianu, de nieddu bestidu
e intendiada da una ventana de su carcere: CRA! CRA! CRA!
Una die su preideru s'esti scallonadu e girendesi a s'ala de sa ventana ha respondidu: "In bellu logu asa fattu su nidu!!!
Gabry, così fai tu con tutte le persone che non condividono le tue idee. Le offendi. Dici di non disprezzare nessuno, e cos'è se non disprezzo? Invidia? Gelosia? Da quando hai iniziato a scrivere su questo blog non ne hai azzeccata una. Se i Sardi ti stanno sugli zibidei (ammesso che tu ne sia fornito/a)cambia forum perchè hai fatto il nido in un posto sbagliato.
Cordialmente
Pier Paolo Olla
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