"Errore marchiano". Tradurre il croato Rijeka nell'italiano fiume, va bene, tradurlo nel sardo ribu non solo non va bene ma è un errore marchiano e concettuale. Parola del sindaco di Nuoro, in risposta a un cronista della Nuova che lo aveva bacchettato in un articolo di qualche giorno fa. Altri, anche questo blog, avevano fatto rimarcare un errore davvero marchiano nella sistemazione delle targhe bilingui a Nuoro: il nome italiano delle vie è a grandi caratteri, quello sardo è non solo di dimensioni dimezzate ma anche tra virgolette.
Il nome sardo, insomma, una innocente bizzarria folcloristica, una azione da demi vièrge cui piacerebbe smettere di esserlo, ma non osa: il babbo e la mamma non vogliono. Al più, appunto, chiudono un occhio su un flirt. Del resto che ci si può aspettare se, alle rimostranze di qualcuno per tale insulto alla lingua sarda, l'assessore competente (parola grossa) si dice abbia risposto che così si attira di più l'attenzione del turista? Salvo cambiare discorso infastidito quando l'interlocutore pare l'abbia preso sul serio: "Se così è, perché non invertire le proporzioni, piccolo l'italiano, più grande il sardo"?
Che tristezza vedere un cronista sardofobo dettare la politica linguistica al sindaco di una città come Nuoro.
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