Eccola la stele di Nora nella sua nuova casa fuori Sardegna. Ben sistemata all'ingresso del Museo parigino che la ospita, in una mostra sui fenici, fa un bell'effetto. Come molte delle cose sarde, anch'essa dà il meglio di sé quando è in ambienti stranieri, lontana, insomma, dalla disistima che la circonda in casa.
Se un domani, finito lo scandaloso gioco di occultamenti che le circonda, le statue di Monte Prama dovessero prendere a viaggiare prima in Sardegna e poi nel mondo, farebbero anche essa la loro bella figura. Magari si chiederebbero, nel mondo, perché una civiltà capace di produrre, intorno al Mille avanti Cristo, tanta bellezza sia stata sostanzialmente nascosta. Non è per il gusto di malignare, ma chi sa che non sia proprio per questo che le statue di Monte Prama sono ancora nei magazzini o, al massimo, nel Museo Archeologico di Cagliari, poveri militi ignoti di una civiltà che - dice qualche feniciomane - sentì il bisogno di scolpire quelle statue per segnalare ai dirimpettai fenici che anche essa, la civiltà nuragica, sapeva fare cose.
Contentissimo della bella figura che la nostra stele sta facendo oltralpe. Rimane inevasa la domanda di sempre: la Soprintendenza ha mai avvertito il governo sardo che aveva intenzione di spostare dei beni culturali dei sardi all'estero?
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