mercoledì 20 luglio 2011

I bronzetti dell´etá del bronzo

di Atropa Belladonna

Mi son sempre chiesta come va questa cosa che i bronzetti sardi risalgano all´etá del ferro, secondo molti con assolutezza incontrovertibile. Il che li rende, secondo gli stessi (o quasi) molti di prima, assolutamente non nuragici, perché i nuragici sono quelli che costruirono i nuraghi e che mai e poi mai produssero bronzetti. Ma, chiese una volta un ingenuo utente di un noto forum sulla Sardegna, l´etá del bronzo non viene prima di quella del ferro? Franco Campus, Valentina Leonelli, Fulvia Lo Schiavo si sono occupati di recente di questo argomento (1), portando nuovi dati-certi in almeno tre casi- e facendo una lista dei reperti che danno importanti indizi in quel senso. In quale senso, mi si chiederá? Nel senso che i bronzetti iniziarono ad essere prodotti ben prima di quanto si credesse finora e cioè almeno tra il bronzo recente e quello finale. La stratigrafia del pozzo sacro di Funtana Coberta (Ballao), pubblicata da Maria Rosaria Manunza (2), aveva già parlato chiaro: i frammenti di bronzi figurati, tra cui un piedino di bronzo e la testa magnifica qua a lato, risalgono al bronzo recente/bronzo finale.  Altre due recenti testimonianze, certe, provengono dal santuario di Matzanni e dal nuraghe Cuccurada di Mogoro: nel primo un frammento di bronzetto pertinente al bronzo finale (il sito non fu frequentato dopo quell’ epoca); nel secondo un bottone figurato in bronzo rappresentante una scena di caccia, attribuile secondo la stratigrafia ed i materiali associati al bronzo finale. A fianco di queste tre testimonianze, definite sicure e recenti, una serie di indizi che puntato nella stessa direzione: i bronzetti del sacello del nuraghe Pitzinnu di Posada; il busto di un bronzetto nel ripostiglio di Monte Sa Idda di Decimoputzu ; il frammento di bronzetto nel ripostiglio di Badde Ulumu di Usini; il bronzetto di capotribù dal sacello della torre centrale del
nuraghe Sa Mandra ’e sa Giua di Ossi. “In sintesi, dai dati a nostra disposizione l’attività fusoria in Sardegna può considerarsi dominante fra l’età del Bronzo recente e finale, quando i nuragici appresero le diverse tecniche e le applicarono immediatamente (anche di ciò vi sono le prove stratigrafiche e di contesto) nella produzione di manufatti originali, d’uso e cultuali” Segue una interessantissima disquisizione sui rapporti tra Sardi ed Etruschi e tra Sardi e resto del Mediterraneo, nella stessa epoca ed in quella immediatamente successiva. Tanto da far concludere agli autori “Dal quadro delineato sembra che nel momento di maggior crisi interna nel Bronzo finale gli interessi commerciali dei nuragici si siano rivolti preferibilmente verso la parte occidentale del Mediterraneo dove hanno avuto l’importante ruolo di impulso nella trasmissione di idee e tecniche che essi stessi avevano potuto apprendere alcune centinaia di anni prima, divenendo così parte attiva nelle trasformazioni politiche e sociali del periodo successivo”.
(1) Franco Campus, Valentina Leonelli, Fulvia Lo Schiavo, 2010, La transizione culturale dall'età del bronzo all'età del ferro nella Sardegna nuragica in relazione con l'Italia tirrenica, Bollettino di Archeologia on line I 2010/ Volume speciale F / F2 / 6,
(2) M.R. Manunza, 2008, La stratigrafia del vano a di Funtana Coberta (Ballao - CA), in www.fastionline.org/docs/FOLDER-it-2008-120.pdf.