martedì 26 gennaio 2010

Una colletta per far esaminare la tavoletta di Tzricotu?




Diversi lettori, nei loro commenti all'articolo firmato Su Componidori, sollevano giustamente un problema: perché non sottoporre la tavoletta di Tzicotu alle analisi opportune, in modo di stabilire definitivamente la loro datazione? Più che opportuno, io credo che sia urgente. Lo credo, e ne ho scritto, più di due anni fa, quando questo blog era letto da non moltissime persone. L'occasione fu data dalla notizia che l'ex soprintendente Giovanni Azzena aveva scritto al Comune di Cabras per annunciargli che la tavoletta di Tzricotu sarebbe stata di lì a poco restituita a quell'amministrazione.
Azzena prospettava l'idea di un esame da parte di “un esperto nel campo alto medioevale”, proponeva una manifestazione pubblica ben preparata e al riparo da “polemiche e rivendicazioni controproducenti”, prospettava l’esigenza di un’analisi chimico-fisica del reperto. Azzena non è più soprintendente, non so se la tavoletta sia stata restituita a Cabras, nessuna manifestazione di riconsegna è stata fatta e, soprattutto, quel bronzo non è stato sottoposti ad alcuna analisi chimico-fisica. Di qui, un dibattito a volte estenuante nel corso del quale alle cose dette a sostegno della tesi di Gigi Sanna si oppongono quasi sempre commenti di incredulità o negazioni supportate da una tesi secondo cui le tavolette di Tzricotu sarebbero non nuragiche ma medioevali.
Cosa che, del resto, lascia supporre l'ex soprintendente Azzena. Sottoporre l'unica tavoletta in carne e bronzo (delle altre si hanno solo fotografie) all'analisi chimico-fisica prospettata da Azzena sarebbe l'unica cosa saggia da fare. E solo la Soprintendenza la può decidere, se solo volesse. E, a quanto pare, non lo vuole. In prima persona non parla, con un atteggiamento di supponenza difficile da digerire. Da anni a questa parte tiene in non cale quanto vien fuori da quanto in materia di archeologia scrivono i non chierici; a che mi ricordi ha risposto solo a un quotidiano che riportava l'interrogazione di un parlamentare sardo. La figura, a quel che risulta dalla risposta del ministro Bondi al senatore Massidda, non è eccelsa. Ma non è questo che importa: importa che in quelle stanze si sente il dovere di rispondere solo a chi ha potere, non ai contribuenti.
Se non parla in prima persona, manda a dire. Manda a dire che non può star dietro a ogni stormir di fronde. Eccolo il punto: accertare che, intorno al XIV secolo, e comunque prima dell'arrivo dei fenici, i sardi scrivessero, avessero fatto ingresso nella storia, non è uno stormir di fronde: è una bufera di vento. Credo che ognuno di noi abbia consapevolezza di che significato abbia avere la prova provata che la vulgata finora raccontataci è infondata. C'è una certezza, a quel che si sa, in quelle stanze: la tavoletta di Tzricotu in possesso della Soprintendenza è un manufatto tardo-medioevale, come dire qualcosa fatto ventiquattro-ventisei secoli più tardi di quanto dica Gigi Sanna.
Ma se ci fosse una certezza tanto grande, cosa costerebbe fare le analisi chimico-fisiche annunciate dal professor Azzena e mettere a tacere per sempre la storia della tavoletta nuragica? Non ci sono soldi? Proporrei una sottoscrizione fra i lettori del blog, se non suonasse offensivo per la Soprintendenza e per il governo cui deve rispondere. Intanto ci si propone, in questo spazio, di confrontare matrici di fusione sicuramente medioevali con le tavolette di Tzricotu. Raccogliendo l'invito di un assiduo lettore e collezionando le foto pubblicate su Sardoa Grammata delle quattro tavolette, propongo un confronto fa esse e quattro delle immagini inviate da Mirko Zaru che, secondo un altro lettore, non sarebbero poi così incompatibili con quelle delle tavolette.

Nelle foto: l'assemblaggio delle quattro tavoletta da Sardoa Grammata e quattro delle immagini di matrici che sarebbero più compatibili con le prime. Le ho rovesciate per rendere più facile il confronto

115 commenti:

Anonimo ha detto...

Continuo a dubitare della possibilità che le tavolette contengano scrittura invece che semplici decorazioni. Tuttavia la datazione certa delle tavolette potrebbe comunque circoscrivere il dibattito. Qualcuno ha notizie sulle circostanze e i particolari del ritrovamento? Grazie

Andrea Brundu ha detto...

Caro anonimo,gradiremo tutti sapere quali sono i particolari,che le pongono il dubbio sul contenuto di scrittura.Io in particolare sono curioso di avere un suo parere,il quale sarà di sicuro un arricchimento culturale.
Grazie.

Andrea Brundu

Anonimo ha detto...

Penso siano decorazioni, tutto quì. Probabilmente per me non è poi così lampante che sia scrittura. La tesi del Sanna non mi convince, forse con maggiori elementi, forse con una datazione più precisa, potrei cambiar idea. Con questo non intendo dire che non rispetto le idee degli altri e le affermazioni del Sanna. Anzi, sarei felice di celebrare l'esistenza della scrittura nella sardegna antica (a tal avviso trovo più convincenti le analisi del Sanna su altri reperti scritti). Saluti

Anonimo ha detto...

x anonimo

se ha letto il libro di gigi sanna ha visto tutte le coincidenze dei caratteri della tavoletta,e quando le coincidenze arrivano a tre od oltre,non si possono considerare più coincidenze

Anonimo ha detto...

Caro Gianfranco
Solo una rapida notazione prima che parta l’ennesima campagna: le analisi chimico-fisiche non permettono alcuna datazione; ci piacerebbe molto e risolverebbe molti problemi, ma ancora è un miraggio.
Le “tavolette” di Tzricottu sono state esaminate (dal vero l’unica consegnata dai privati, su foto le altre ancora in mano di ignoti) da un esperto archeologo altomedievalista e sono state pubblicate in due congressi scientifici; la dimostrazione è ampia e argomentata e indirizzata all’ambito altomedievale (non tardomedievale), quell’ambito che fu la fucina del mondo giudicale.
Basta leggere, i titoli li postai già mesi fa in questo blog; mi rendo conto che leggere è un’attività faticosa, ma proficua e gratuita se si frequenta qualche biblioteca.
Poi ognuno è libero di credere quello che vuole, i mass media sono sempre molto generosi in questo.
Cordialmente
Alfonso Stiglitz

zuannefrantziscu ha detto...

Caro Alfonso,
a parlare di esami chimico-fisici come capaci di derimere la questione fu l'ex soprintendente Azzena in una lettera al Comune di Cabras. Nella mia ignoranza di queste cose, ho preso per buono quel che un sovrintendente ha detto.
Ho letto i due studi di Paolo Serra e ripeto che li ho trovati interessanti, pacati ma non convincenti e non per partito preso, credimi. La questione della scrittura dei sardi prima dell'arrivo dei fenici, con molte decine di reperti che andrebbero esaminati uno per uno, potrebbe fare a meno delle tavolette di Tzricotu.
Il fatto è che gli esempi prodotti (anche da Mirko Zaru, che ringrazio) hanno poco a che spartire con la complessità delle tavolette, quasi una filigrana a paragone con i rilievi e le incisioni un po' grossiers delle matrici. Se poi è vero, come dici, che non si possono datare i reperti, l'esame va fatto sul che cosa compare nelle une e nelle altre.
Non basta un archeologo pur bravo come Serra: ci vogliono anche epigrafisti che riescano a derimere la questione fondamentale: i segni sulle tavolette sono casuali abbellimenti o, come Gigi Sanna e Aba Losi dicono, anche cunei ugaritici? Perché se lo sono, bisognerebbe poi estendere l'esame a una équipe di psichiatri che ci spieghino perché in un'epoca imprecisata del Medioevo, qualcuno si sia divertito a imitare l'ugaritico.
E poi, scusa, ma non sarebbe possibile alla Soprintendenza e/o al Ministero convocare esperti epigrafisti e far loro esaminare la tavoletta reale e quelle solo fotografate?

Andrea Brundu ha detto...

@Stiglitz
Riguardo a quanto contenuto in queste immaggini cosa ci può dire,è scrittura,o solo decorazioni?
http://www.provincia.mediocampidano.it/ev_resources/cms/images/20090314_La_scrittura_nuragica_18_d0.JPG

http://www.provincia.mediocampidano.it/ev_resources/cms/images/20090314_La_scrittura_nuragica_19_d0.JPG

Mentre quel coccio,di Villanovafranca si sà dov'è?Anche quello si potrebbe analizzare?
http://www.provincia.mediocampidano.it/ev_resources/cms/images/20090314_La_scrittura_nuragica_31_d0.JPG

Infatti esiste(ma lei la conoscerà certamente),una tecnica poco costosa per datare i reperti di ceramica,""la datazione per re-idrossilazione"":
http://www.galileonet.it/primo-piano/11596/lacqua-svela-leta-dei-reperti?zem_contact_send_article=yes

Quindi,tutti i reperti in ceramica,in terracotta o argilla possono essere datati con margini di errore assai contenuti. Ovviamente anche con costi contenuti.
In definitiva penso che tutti i reperti in terracotta con scrittura,la barchetta di Teti,ultimamente descritta in questo forum,il coccio di Orani,sigillo in creta di Sant'Imbenia,il coccio di Villanovafranca etc.,possano essere datati con tale tecnica,con una spesa modica.
Cosa ne pensa?

Andrea Brundu

Anonimo ha detto...

@Aba Brundu ZF Ora che qualcuno ha portato argomentazioni sulla possibile datazione e riferibilità delle tavolette, sarebbe auspicabile da parte vostra qualche considerazione più attinente al discorso in questione. Cerchiamo di isolare il discorso scrittura dal discorso datazione. Ripeto: escludere che si tratti di reperti medievali già circoscriverebbe la discussione. Non possiamo pensare che qualche insano di mente, durante il medioevo, abbia casualmente decorato le tavolette inserendo caratteri cuneiformi e quant'altro. Quindi o il reperto è nuragico e allora le ipotesi del prof. Sanna sono plausibili, oppure sono medievali e si tratta di decorazioni floreali. Saluti

Anonimo ha detto...

Ci scommettete che se si dovesse dimostrare ineccepibilmente che le formelle sono altomedievali, ci sarebbe qualcuno che insorgerebbe a dire: "Scusate non potrebbe esser che nell'altomedioevo siano sopravvissute delle epigrafi antiche e che scopertele, degli abili incisori abbian voluto ritrasmettere quei segni a loro ignoti sulle tavolette ?". Riguardo ai soldi: non mi pare che il Prof. Sanna sia così povero da necessitare di qualche ausilio (i suoi libri sono ben distribuiti in librerie e biblioteche). Chi ama davvero la propria opera su di essa deve investirci, al limite anche la propria vita. Gli oboli mandiamoli ad Haiti

Anonimo ha detto...

Però, sapere con esattezza dove sono state trovate, potrebbe aiutare anche a capire molto sulla loro probabile datazione. Cioè, datare un reperto che si sa già nuragico perchè parte integrante di un nuraghe, è utile si, ma non farebbe altro che confermare ciò che già si suppone.

Se le tavolette sono state ritrovate in un nuraghe, o in un pozzo sacro, già allora si potrebbe capire che la loro provenienza è sicuramente nuragica, (esatta datazione a parte). Il mistero sulla loro datazione va di pari passo con il mistero sul luogo della loro scoperta. Se sono medioevali, di sicuro non sono state dissotterrate in un sito nuragico.

Se chi le ha trovate parlasse chiaramente, il mistero sarebbe quasi risolto.

Sisinniu

Anonimo ha detto...

Spero che Gigi ci fornisca altri dati sui luoghi e modalità dei ritrovamenti.

Anonimo ha detto...

Se sembra vero che non si possa
datare "con precisione" un reperto
bronzeo con la termoluminescenza,
è solo perché la tecnica impone
dei margini superiori a un secolo.
Che " is tauleddas de tzricotu"
siano del XV, XIV o XIII secolo, avrà senz'altro la sua importanza,
ma che sia prima o dopo cristo, questo si può sapere.

D.Perra

Anonimo ha detto...

Il pregiudizio sulla scrittura nuragica è talmente "radicato" e "radicale" che, se le tavolette fossero state "anche" ritrovate in lavori di scavo condotto nell'ufficialità e in modo scientifico, questi reperti sarebbero stati considerati comunque fibule o sigilli "decorati" per marchiare ceramica o altro. Il sigillo di Sant'Imbenia ne è un esempio emblematico. Nonostante il suo ritrovamento sia stato fatto in uno strato e in un contesto nuragico, durante lavori di scavo condotti nell'ufficialità.

Marco Pinna

Mirko Zaru ha detto...

A prescindere che a Cabras si vocifera che le "tavolette" (chiamate così per ricondurle alle tavole dei comandamenti) non siano di Tzricotu, bisogna inoltre capire che il fatto che vengano da un nuraghe non le rende nuragiche.

Cmq, speriamo che la cosa si risolva, poi, per quanto mi riguarda, potete continuare a parlare di "scrittura nuragica", ma sarebbe meglio capire cosa è e cosa non è nuragico!

Mirko Zaru ha detto...

Poi volevo chiedere alla signora Aba, che conoscenze ha lei di nuragico... a livello di monumenti, materiali, o semplicemente studi per poter affermare che siano nuragiche?

Cordialmente
Mirko Zaru

Mirko Zaru ha detto...

Per Marco Pinna...

Chiaramente il sigillo di Sant' Imbenia è nuragico giusto?
Quindi anche le anfore fenicie e tutti gli altri reperti trovati a Sant'Imbenia (non nuragici) sono nuragici?
Oppure quelli nuragici sono quelli che ci convengono?
Oppure quelli nuragici sono quelli che ci piacciono di più?

Oppure mi citi altri "sigilli" "nuragici" che possano confermare le ipotesi Sigillo di Sant'imbenia "nuragico autoctono"!
Quel sigillo è del periodo del ferro, come tutto l'insediamento che c'è attorno al nuraghe!

Andrea Brundu ha detto...

Certo se uscisse fuori quel coccio di Villanovafranca......

Andrea Brundu

Anonimo ha detto...

Cos'è il coccio di Villanovafranca???

Mirko Zaru ha detto...

La sig. Aba dice: Molte poche conoscenze. Ma so vedere i segni di scrittura e soprattutto so riconoscere un metodo di indagine che dá, alla fine, dei riscontri positivi e riproducibilitá. Non mi serve molto di piú mi pare, anzi questa ignoranza mi ripara da pregiudizi.

Ora le chiedo, come può ritenere un buon metodo d'indagine quello che non tiene conto delle stratigrafie e dei rinvenimenti clandestini fuori scavo scientifico/archeologico?
Lei dice di vedere dei segni di scrittura, io con tutta la mia buona fede potrei anche crederle, ma mi deve spiegare quali sono i presupposti per attribuirli al nuragico.
Al momento la vicenda (per le tavolette di Tzricotu) le rende solo un pugno di mosche... se vuole le posso elencare:
1 - reperti bronzei (inusuali in ambito nuragico e riconoscibili in ambito medievale come matrici per la fusione di guarnizioni da cintura o fibule) provenienti da scavi clandestini e fuori stratigrafia. (presumibilmente dal Nuraghe Tzricotu anche se si vocifera che non vengano neanche da lì)

2 - Sigillo di "Su Pallosu" anch' esso proveniente da contesti non stratigrafici e probabilmente da scavi clandestini. (chiaramente lei dovrebbe conoscere la realtà del contesto di Su pallosu per farsi meglio una idea di cosa potrebbe essere; e chiaramente ci si dovrebbe sempre fidare di un "te lo sto dicendo io" per la provenienza)

3 - Una iscrizione fasulla dal nuraghe Aiga... realizzata da ignoti non più di 5 anni fà!

4 - Il coccio di Orani, anch'esso fuori contesto, con chiare raffigurazioni di Tanit.

5 - Il sigillo di Sant' Imbenia proprio di una fase di frequentazione post-nuragica (prefenicia) e fenicia! Ovvero quando il nuraghe di Sant'imbenia veniva smantellato e non costruito ( quella fase che ha già visto la fine del nuragico)

6 - Il reperto di navicella fittile da s'Urbale - Teti... purtroppo anche questo fuori stratigrafia.
In comune di Teti esiste un'altra navicella fittile con iscrizione e remi (al museo di Teti)

7 - I ciottoli di Allai, analizzati e definiti falsi.

8 - Iscrizione sempre dall' Aiga in un contesto che vede il sovrapporsi di diverse frequentazioni di diversi periodi storici... ma chiaramente la scritta NURAGICA.

9 - Più interessante è l'iscrizione sulla navicella proposta da Montalbano che presenta delle bulinature (non realizzate in fusione)... mi piacerebbe sapere la provenienza del bronzo...
Non è da escludere che sia un rimaneggiamento di epoche successive (d'altronde alcuni bronzi sono rinvenuti anche in contesti funerari Etruschi e Fenici benchè di chiara tradizione sarda)

Per accontentare Andrea Brundu ci mettiamo anche in mezzo

10 - Coccio di Villanovafranca ...penso che sia un frammento di navicella fittile (stile Teti insomma) e, ripeto, sono tutti elementi di una popolazione post-nuragica e del periodo del ferro, quando i nuraghi non vengono più edificati, (il nuragico per dirla tutta è finito) che vede la presenza in sardegna di molte razze diverse alcune delle quali con una scrittura propria e quindi non sarda autoctona... quella nuragica, in teoria, dovrebbe appartenere al popolo che edificò i nuraghi (Sarda Autoctona) nel 2000 a.C. (se non prima) e della quale non si hanno quelle testimonianze certe di cui parlate!

Cordialmente
Mirko Zaru

gigi sanna ha detto...

(I)

Il metodo più certo per datare un documento è quello della scrittura. Chi propone di scindere il problema della datazione da quello della scrittura sa di dire qualcosa di assurdo e di improponibile. Perché davvero dimostra non solo di non saper nulla di epigrafia e di paleografia ma anche di come si datano gli oggetti antichi..
Si datano, anche fuori contesto, proprio se si ha la fortuna di trovarli epigrafici e cioè con la scrittura. Facciamo qualche esempio. Vi ricordate, in questo blog, della ormai nota coppa di Alessandria? Ci fu una certa polemica tra me e il prof. Sauren perchè il 'semitista' dimostrava, come poi si dimostrò, che non conosceva affatto le lettere greche del periodo alessandrino. Sbagliava in termini epigrafici e quindi sbagliava in termini di datazione. Tanto è vero che la coppa 'cristiana' (trovata fuori contesto) in ragione di quella precisa tipologia delle lettere e della lingua ( il greco di Alessandria) fu portata e ancor oggi si riporta con precisione all'inizio della prima metà del primo secolo d.C. Uno dei primi documenti di cultura rituale e cultuale cristiana, dunque.
La coppa fu datata dunque in base soprattutto alla tipologia dei segni che non potevano essere se 'non di quel periodo'. Tanto è vero che il ricorso alla termoluminescenza si è reso del tutto inutile. (Anche se andrebbe fatto, comunque).
L'iscrizione, ormai famosissima, dell'Osteria dell'Osa in greco molto arcaico, si sa che riesce più dello stesso contesto archeologico (il corredo funebre di una gentildonna della Campania di allora) a fornirci una data, perchè le lettere arcaiche di tipologia euboica sono quelle e non altre.
I cocci di El -Safi, di Beth-Shemesh, di Khirbet Qeyafa e così via non pochi altri della Palestina, alcuni trovati fuori contesto, sono tutti datati con una certa precisione perché scritti con segni alfabetici consonantici di tipologia protocananaica. Il protocananaico ha un ben preciso periodo di partenza e di fine. Tutti lo sanno.
Gli esempi possono continuare a volontà con la scrittura romana, con quella bizantina, con quella runica, con quella medioevale, con quella cirillica, ecc. ecc. Ogni scrittura, tranne quelle più arcaiche (il. protosinaitico e il gublitico) che hanno una forbice molto difficile da stabilire, ha la sua precisa collocazione temporale. Talvolta precisissima.
Ora, se nelle tavolette di Tzricotu ( trovate in Tzricotu sì, e in nessun altro luogo!) io mi trovo non solo i segni ugaritici di ben nota tipologia ma persino alcuni di essi che mi datano il secolo preciso in cui fu inventato il significante, delle due l'una: o i documenti del Sinis sono un falso (e bisogna dirlo e dimostrarlo), o non lo sono. E se non lo sono (come non lo sono anche per i più scettici ed ostili), accettare sportivamente e senza contorcimenti, il dato fondamentale di datazione: quello che ci dice che l'ugaritico, il sistema cuneiforme consonantico inventato nella città di Ugarit, con una ben precisa ed inconfondibile tipologia dei segni convenzionali del 'cuneo', si colloca tra il XV ed il XIII-XII secolo a.C. Periodo questo di pieno nuragico e non certo dell'età del ferro.
E' o non è così? Ve lo ha detto a chiare lettere ( e direi scandalizzata per doversi pronunciare in tal senso e dire delle cose lapalissiane) anche Aba Losi. Ma c'è di più. Il sottoscritto, con tanto di documentazione (offerta dal maggior esperto di fonetica ugaritica ovvero P. Fronzaroli) in Sardoa Grammata alla p. 119, nota 50, ha già affermato che la tavoletta A3 con il Samek posto alla fine della sequenza tutta ugaritica ( Zayn, Het, Thet, Samek) è della fine del XIII secolo, perchè nell'alfabeto ugaritico questo segno fu aggiunto tardi agli altri 27 per far fronte a dei suoni 'esteri' estranei alla fonetica della popolazione di Ugarit.

Mirko Zaru ha detto...

Quindi Sig. Sanna una iscrizione in cuneiforme consonantico su un vaso di plastica daterebbe il vaso al XV ed il XIII-XII secolo a.C.???

Mirko Zaru ha detto...

...non certo dell'età del ferro.

:D questo resta da vedere chiaramente!
Me lo dovrebbe dimostrare!

gigi sanna ha detto...

(II)

Ora, è da un certo tempo che qualcuno insiste sulla datazione delle tavolette ed io non posso che rispondere in questa maniera. Una maniera tanto chiara che mi sembra ridicolo non capirla e addirittura contrastarla. Certo, se si nega quello che nessuno mai si può permettere di negare , perché è -come si dice -'oggettivo', 'reale', 'esistente', niente si può dimostrare. Ai testardi e ai prevenuti neanche se li ammazzate a bastonate dimostrerete nulla. E' quello a cui stiamo assistendo, purtroppo, con una disputa che per tanti motivi (tanti altri motivi) non ha alcuna ragione di essere. Io altri sistemi per farlo capire non ne ho. Se non quello di portare, sino alla noia (presto ce ne sarà un altro!) documenti su documenti che proprio quelli di Tzricotu confermano nella loro peculiarità e straordinarietà , anche estetica.
Quanto a quel simpaticone che spera di vedermi nudo ( Addirittura! Perchè poi, alla mia età? Non conosce i magnifici versi di Simonide?) non ci speri per nulla. Se si vuol divertire è un conto, obolo o non obolo; se fa sul serio è un altro. Perchè allora bisogna dire chiaro chiaro quella che è ormai voce persino popolare: i bellissimi documenti di Tzricotu, i più bei documenti scritti della cultura scritta del Mediterraneo Occidentale, hanno lasciato nudi da tempo tutti coloro che negavano l'esistenza della scrittura nuragica. Tutti quelli, tantissimi ormai, che devono riscrivere i loro libri e affermare altro nelle loro più o meno prestigiose conferenze. Tanto nudi che non sappiamo se siano rimaste loro le mutande o il perizoma.

Mirko Zaru ha detto...

Si, signora Aba, io le ho chiesto di dimostrare l'appartenenza al nuragico...come sempre chiaramente lei svincola e delira in tedesco!
Potrebbe dunque rispondere a questa semplicissima domanda:

Come si fà ad atribuirle al nuragico!

...il Sig. Sanna ... come sempre, pensa che ce l'abbiano con lui, e a differenza di quanto crede io non ho proprio niente contro di lui.

Diverse sono le cose se parliamo di reperti e sopratutto di quelli di Tricotu!

Modani da impressione in bronzo
fuso con decorazione a rilievo (solo rare eccezioni erano
in ferro). Gli utensili erano destinati alla realizzazione di
manufatti di uso maschile, come guarnizioni di cintura e
parti di finimenti equini o di foderi per armi... ... Troviamo dunque pezzi a forma di “U” o doppia
“U” per le placche e i puntali delle cinture multiple, o più
allungati per lamine decorative dei bordi dei foderi di pugnale
e sagome circolari e cruciformi adatte per snodi e
applicazioni di briglie.

Cordialmente!
Mirko Zaru

piero ha detto...

@ zuannefranziscu

nel medioevo, che io sappia, gli unici depositari delle scritture erano i monaci benedettini, che ricopiavano instancabilmente antichi manoscritti greci,arabi, ecc., esempio? abbazia di montecassino, da me visitata, ma dubito che senza una chiave di lettura potessero comprenderne il significato, senza contare il protocananeo, perciò coniare le tavolette di tzricotu non aveva senso, a menochè trascrivendo un'antica scrittura si siano limitati ad imprimerla su bronzo, ma che senso avrebbe coniare una scritta di cui non si capisce il significato? secondo la teoria del rasoio di occam, la soluzione più semplice tende ad essere quella giusta, quindi, senza macchinazioni medioevali, io tenderei verso la soluzione più semplice, giusto aba?

Anonimo ha detto...

La soluzione più semplice? Sicuramente quella di Zaru! Tutt'altro che macchinosa! Dott. Aba mi stupisce quando afferma che essendo state trovate nei pressi di un nuraghe, le tavolette siano necessariamente nuragiche.

Anonimo ha detto...

@Mirko Zaru

Il Prof. Paolo Bernardini, nella sua "dispensa" di Archeologia Fenicia e Punica relativa al corso triennale di archeologia subacquea che si tiene all'Università di Oristano - sede staccata - Consorzio Uno - Marzo-Maggio 2009 - riguardo Sant'imbenia, dà una ricostruzione molto differente. Infatti ci dice che quei reperti "non nuragici" (vedi anfore per il trasporto del vino "prodotte" e "prodotto" in loco) sono fatti da nuragici nel contesto nuragico e le tracce di oggetti della cultura materiale attribuibile alla presenza di genti di altra cultura, "straniere", sono molto labili. Inoltre, che io sappia, non vi sono tracce di urbanizzazione o fondaci fenici.
Riguardo la definizione di "periodo nuragico", abbiamo già avuto modo di chiarire che quello da lei considerato "strettamente" tale, è solo un suo punto di vista. Convenzionalmente la suddivisione che gli studiosi fanno, è più complessa e articolata.

Marco Pinna

gigi sanna ha detto...

Cara Aba, sono nervosetti. La pacchia è finita. Hanno perso. Ma non illudiamoci, la testa del serpente non è nè Ztiglitz nè Zaru. Sta altrove e ad essa bisognerà arrivare. Si illudono, con la loro balbuzie e la loro tiritera, di dare l'idea di procedere per ragionamenti. Si illudono di contrastarmi con le loro insinuazioni e le loro piccinerie. Hai visto come procede Zaru (quello vero, bada!)?
Quindi ti ripropongo la sua 'scienza' argomentativa.
Tu hai notato già l'obbiezione sulla plastica. Quando l'ho letta ho provato compassione ed indignazione assieme. Ora osserva questa logica ferrea che tutti dovrebbero seguire:

Primo post: 'Sig. Sanna una iscrizione in cuneiforme consonantico su un vaso di plastica daterebbe il vaso al XV ed il XIII-XII secolo a.C.???

Secondo post ( a seguire): ...non certo dell'età del ferro. :D questo resta da vedere chiaramente!Me lo dovrebbe dimostrare!

'Non certo' che cosa???
'Resta da vedere chiaramente (!)' che cosa?
'Me lo dovrebbe dimostrare' che cosa?
Con chi parla costui? Con se stesso o con chi?

Eccole. Tre righe di risposta, più le altre propedeutiche, di autentica follia del nulla!

Quanto al fatto poi che tu... 'svincoli', questo sì che lo devi dimostrare, mia cara. Che vergogna! Che squallore!
O Zua', amici miei: agitoriu!

Anonimo ha detto...

@Mirko Zaru

Sarebbe molto più probabile trovare "oggi" un oggetto in plastica scritto con caratteri cuneiformi "ugaritici", (in quanto gli studi e l'interesse "moderno" sulle cose del passato hanno consentito una certa conoscenza della materia), che in oggetti in bronzo o ferro del medioevo, nel quale periodo dubito ci fosse interesse e fossero conosciuti e studiati i codici in questione.
Faccio notare che la forma a "centina", delle tavolette è comunissima nei documenti epigrafici del passato, arcaico e storico, da oriente a occidente. Il fatto che anche le fibule e modani citati a confronto condividano la stessa forma non dimostra affatto che siano medievali. Anche in epoca nuragica le fibule avevano grosso modo le stesse forme di quelle medioevali, tuttavia ancora oggi sono distinguibili.

Marco Pinna

Andrea Brundu ha detto...

@anonimo che chiede:
Cos'è il coccio di Villanovafranca???

Il coccio in questione sembrerebbe svanito nel nulla,cosa per cui nessuno degli oppositori della scrittura nuragica,spreca una parola su eventuali responsabilità.
Cos'è la morale del negare,negare, negare?Qual'è la morale del far sparire,dimenticare,nascondere?
E' più questo che bisogna chiedersi,questo si che sarebbe sana critica.Le statue di Monti Prama,per fortuna non erano cocci,e pertanto ci si è ricordati dove erano state appoggiate tanto tempo fa.
Comunque quel coccio,tanto per ritornare sulla questione, presentava caratteri cuneiformi,e non certo decorazioni per finimenti o altro.
Si può vedere un disegno del coccio quì:
http://www.provincia.mediocampidano.it/ev_resources/cms/images/20090314_La_scrittura_nuragica_31_d0.JPG

Per chi pensasse che la scrittura cuneiforme sia stata,una rara forma di arte astratta,consiglio sempre un giretto su:
http://www.proel.org/index.php?pagina=alfabetos/ugaritic

Andrea Brundu

Sisaia ha detto...

@ Marco Pinna
Vede, il Prof. Bernardini a proposito di Monti Prama, ancora due estati fa chiamava "Nuragici" chi stava in Sardegna nel VII a.C.
Ma se è vero che si è smesso di costruire nuraghi nel 1200 a.C. le genti del VII non possono essere definite "Nuragici", sono semplicemente coloro che abitano il luogo, indigeni, o meglio ancora, Sardi.
Stesso discorso per quelli di S'Imbenia. Evidentemente è sfuggito il fatto che il nuraghe fosse in fase di smantellamento. Niente nuraghe, niente nuragici.
Ma se le piace può seguire la scia di Lilliu secondo la quale i Nuragici esistono fino all'arrivo dei Romani, 238 a.C.
Quanto a Tzicotru, per sfizio ho fatto vedere le immagini a mia madre 74 anni, quinta elementare. Ha guardato la prima ed ha detto: "Quello è un sette di fiori a rovescio." E le altre? "Finiscila, e lasciami andare, altrimenti mangi coniglio bruciato per cena."
Sisaia

Mirko Zaru ha detto...

Giusto per accontentare il sig. Componidori ho chiesto un parere ad una esperta medievalista da lui citata, la quale ha visionato e studiato personalmente parecchi modani da fusione e linguelle da cintura!

Alla dott.ssa Giostra Caterina

Buongiorno dott.ssa Caterina,

Durante una discussione sul blog di un giornalista sardo,
Gianfranco Pintore, sulle presunte tavolette con iscrizioni
nuragiche di Tzricotu dei partecipanti hanno postato un suo
studio sulle linguelle da cintura per dimostrare che non si
tratta di modani da impressione.

Considerata la sua esperienza le chiedo cortesemente un
parere sulle immagini che le allego che io penso siano modani
da impressione in bronzo, con tanto di decorazioni a "punto
e virgola".

Spero che possa aiutarmi nell'interpretazione delle
"tavolette".

Cordialmente
Mirko Zaru

Gentilmente la dott.ssa Giostra ha tempestivamente risposto:

Gentile sig. Zaru,
i reperti sono molto interessanti (sono in bronzo?). Non so se il mio lavoro considerato sia l'articolo "L'impressione delle lamine in età longobarda..." negli atti del III Congresso nazionale di archeologia medievale 2003, comunque - pur non avendoli presi in mano e quindi senza averli esaminati per bene - anche a me sembrano modani da stampo per puntali in lamina di metallo prezioso di cinture multiple, con fessura lungo il lato breve superiore rettilineo per il fissaggio della linguetta e foro centrale per il chiodino (c'è qualche modano e semilavorato dalla Crypta Balbi a Roma, Museo Nazionale Romano della Crypta Balbi). (a meno che non siano matrici per fondere i modani da sbalzo, ma non se sono in bronzo) I modani noti in genere non hanno intorno la cornice liscia e inutile alla lavorazione, ma finiscono con il limite del puntale; tuttavia, c'è qualche eccezione con una porzione intorno al motivo da riprodurre (un paio nell'articolo). E' curioso che ce ne siano ben 4 delle stesse dimensioni e con lo stesso motivo. Aiuterebbe anche il contesto di rinvenimento, qualora fosse noto.
Spero di esserle stata di qualche aiuto.
Con i migliori saluti.
Caterina Giostra

quindi anche una esperta , con le dovute precauzioni (d'altronde non ha esaminato personalmente i modani) pensa si tratti di modani da fusione per metalli preziosi!
Linguelle multiple da cintura!

Adesso sono ancora un visionario?

Anonimo ha detto...

@sisaia

Perdoni la mia ignoranza, sono solo un vorace apassionato, prendo atto del nuovo periodo-fase nuragica detta: "smantellamento nuragico" (presumo si tratasse solo di quelli abusivi).

Marco Pinna

Anonimo ha detto...

Ogni tanto prendere atto delle critiche e cercare di discutere? Invece di sminuire sempre gli interventi di chi è contrario alle vostre tesi? Cari Aba e Sanna non è forse così? Se fossero dichiarati reperti medievali continuereste ad affermare che di scrittura nuragica trattasi?

Sisaia ha detto...

@ Marco Pinna
Lieta di sapere che lei è un vorace appassionato.
Provo ad indirizzare meglio la sua voracità. Veda un pò il punto 5 del post del Sig. Zaru o chi per lui, forse avrebbe dovuto utilizzare il termine "riuso" dei materiali lapidei, come è successo in tantissimi altri nuraghi, uno a caso Su Nuraxi. Guardi la guidetta disponibile on line sul sito della regione. Ma non si fossilizzi solo su quanto è scritto là. E' roba per la maggior parte datata. Cerchi anche altro.
Curioso che l'abbia colpita la parola "smantellamento" e non il fatto che si sia smesso di costruire nuraghi nel 1200, data (molto) convenzionale.

Sisaia

Katzinami ha detto...

Anche in epoca nuragica le fibule avevano grosso modo le stesse forme di quelle medioevali, (Marco Pinna)

:-)))))

Anonimo ha detto...

Protocananeo, ugaritico, scusi dott. Aba, ma se fosse dimostrato che la tavoletta è in realtà medievale, continuerebbe a considerare tali quei segni? Oppure aprirebbe alle decorazioni? Grazie.

Mirko Zaru ha detto...

Sig. Aba, il mio CTRL-C / CTRL-V è sicuramente il modo migliore per non mettere in bocca a nessuno, parole che non si volevano dire...
il "gusto dubbio" ci sarebbe stato se io avessi fatto il contrario!

Per il sig. Pintore...
questa è una interpretazione tutta sua delle cose: questo è un blog, non è sicuramente una rivista scientifica, dove ognuno può dire la sua (nei dovuti modi e anche in maniera anonima per di più) se non erro.
Bastava digitare Gianfrancopintore su Google per arrivare facilmente al blog, così la Dott.ssa ha letto con i suoi occhi, senza bisogno che io riportassi "il detto" da altri, magari anche sbagliando.

Insomma, aspettiamo ulteriori commenti dalla Dott.ssa Giostra.

Cordialmente
Mirko Zaru

Mirko Zaru ha detto...

Gianfranco... c'è scritto nella mia mail che sono in bronzo...

cmq!

gigi sanna ha detto...

No Aba, Zaru, non può essere un 'visionario'; lui non può esserlo perchè sin dall'inizio aveva visto bene e fatto calorosamente un applauso per il ritrovamento delle tavolette scritte. Ancora oggi circola in internet una bella sua entusiastica versione (gettonatissima con ricerca 'Glozel') che inneggia alle tavolette del Sinis. Visionari invece legittimamente, senza alcun dubbio, sono il dott. Serra e il dott. Stiglitz che hanno, letteralmente, inventato il paragone con le linguelle cavalleresche ed i puntali per spada. Dovevano negare a qualsiasi costo la scrittura nuragica e sono ricorsi a questa corbelleria, e Zaru - lo sanno tutti - è solo un tirapiedi che ha seguito l'uno e l'altro. Neanche il titolo di 'visionario' è legittimo per lui. Non lo può acquisire in modo truffaldino!
Quanto alla dott. Giostra credi che si sia reso conto in che modo pazzesco le ha formulato le domande? Perché non le ha mostrato le immagini delle tavolette e basta? Così si fa se si è onesti. E così doveva fare. Altrimenti si corre il rischio di mettere in bocca ad altri la risposta o una certa risposta che cerca solo di venire incontro all'interrogante. Io ho mostrato le fotografie delle tavolette a decine e decine di archeologi e di linguisti ma a nessuno mai (dico mai) ho detto quello che ne pensavo. Solo dopo il loro pronunciamento, poco o molto che fosse, ho aperto bocca e ho detto la mia ( e, tra parentesi, nessuno mi ha mai parlato di 'matrici' di nessun genere!).
Questo per il metodo.

Entrando nel merito, di che cosa deve vantarsi lo sbruffone, con i suoi doppi, tripli e quadrupli punti esclamativi! Che cosa ha messo davvero nel sacco? Niente. Perchè la dott. Giostra di fronte ad oggetti così straordinari ( o forse non li ha ritenuti tali? E allora perché fuori dell'ordinario?) si è espressa con encomiabile prudenza , affermando , tra l'altro, :


''1)...(a meno che non siano matrici per fondere i modani da sbalzo, ma non se sono in bronzo)
2) i modani noti in genere non hanno intorno la cornice liscia e inutile alla lavorazione, ma finiscono con il limite del puntale.'.

Avrà capito Zaru già un' obbiezione di importanza fondamentale o capitale? ...in genere non hanno la cornice liscia e inutile alla lavorazione' ....

gigi sanna ha detto...

(II)

Perché allora tutte e quattro le tavolette ce l'hanno? Noi lo sappiamo bene, molto bene: perchè la cornice liscia non è inutile invece ma necessaria ai 'sigilli' cerimoniali del Sinis per la fine corsa del campo di pressione.
Quali fotografie poi Zaru avrà mandato alla Giostra? Perché per tenerla un po' in allarme, lui che è così zelante ed esperto di alfabeti, non le ha fatto notare i segni ugaritici presenti nella tavoletta A3, nonché gli altri segni protocananaici e gublitici? Perchè non le ha parlato (almeno un po' ) di un certo matto che parla di antropomorfi, di tori, di bipenni, di strane Tanit che insistono sui documenti? Ma non perché lo sostenesse lui, Zaru (ci mancherebbe), ma almeno per onestà intellettuale, perché qui è la maggioranza delle persone che nota e vede certe cose, compreso il sottoscritto che per primo ha messo in agitazione la palude. Così , cara Aba, sarebbe stato giusto perché avrebbe offerto alla Giostra le ipotesi su di un piano di quasi parità ( dico 'quasi' perchè la maggioranza è dalla parte di questo piccolissimo sig.Sanna). La giostra poi, calcolato il tutto, avrebbe detto la sua (anepigrafica o epigrafica), che certo comunque non sarebbe stato mai vangelo.
Mi chiedo ancora perché non le ha fatto notare, se mi voleva bene, che le tavolette sono state messe erroneamente a testa in giù (per seguire le linguelle) e che quindi il forellino del chiodino andava in maniera anomala dalla parte opposta rispetto a dove si doveva trovare? Poteva farlo tranquillamente dal momento che Zaru in tutta serenità riesce a capovolgere anche i segni di scrittura ugaritica; e anche le Tanit, dato che c'è, le mette a testa in basso, così come fa con somma disinvoltura colui al quale devotamente s'ispira. Perché non li ha fatti notare gli altri due di punti, posti in alto, sopra i 'corni' del toro? Forse anche questi c'erano per creare dei forellini per ribadire i chiodini?
Ed infine perchè Zaru, galantuomo com'è, non ha risposto alla osservazione della specialista sul fatto 'curioso' (guarda un po'!) che di tavolette 'ce ne siano ben 4 delle stesse dimensioni e dello stesso motivo'? Perchè mai? Correggendola magari almeno un po', perchè i motivi, a parte lo schema formulare, NON SONO LO STESSO: SONO QUATTRO del tutto DIVERSI. E perchè mai quattro superfici in rilievo, con segni diversi in negativo, con quattro bordature lisce e del tutto inutili per il processo di ottenimento delle supposte linguelle?

E ora il fiorellino che dimostra come sempre (io sarò fissato e chiedo perdono) che Zaru non capisce mai un tubo. Osserva che la giostra dice: 'modani da stampo per puntali in lamina di metallo prezioso per cinture multiple'. Sono le cinture che sarebbero 'multiple' non le linguelle. Ci mancherebbe anche questa! O non è cosi, o Aba? Io ne capisco così poco, anzi un tubo, di cinture e linguelle longobarde! Altri invece... caspita!

Anonimo ha detto...

Al Sig.Katzinami
Crede che quella sulle tavolette non sia scrittura?
Guardi,se è un docente fa meglio a rimanere anonimo a vita,onde evitare dopo i c..eggio,di perdere la faccia davanti ad alunni e più.Se lei invece ha un nome,come presumo, qualunque,anche rivelandosi rimane sempre Katzinami,cioè nessuno.
Burandu

Katzinami ha detto...

"Crede che quella sulle tavolette non sia scrittura?"

SI ! Con certezza assoluta.

Anonimo ha detto...

Manco se risorgesse l'artigiano medievale che ha realizzato le tavolette, si ammetterebbe che non sono nuragiche!

Mirko Zaru ha detto...

Sig. Aba, sono proprio io quello che vantava le gesta del cavaliere Gigi Mannu!
Lo farei tutt'oggi se lui non avesse (a mio parere e non guidato da chi che sia) preso un abbaglio!
Lui e il suo maldestro cavallo che ha perso un ferro mi aveva colpito.
Il perchè?
IO CERCAVO LA SCRITTURA NURAGICA, e devo ammetterlo LA CERCO ANCORA e mi piacerebbe che venisse trovata!
Il problema è che per il momento non la vedo!
All'inizio, letto il libro dell' errante Gigi ero entusiasta!
Finalmente!!! anzi FINALMENTEEEE!!!! - Urlai -
Chiaramente la bolla di sapone che tanto mi coccolava è all'improvviso scoppiata e sono caduto lì, nella CACCA dei guastafeste, si di quei guastafeste che hanno aperto gli occhi e si sono accorti che, fino a prove certe che ne dimostrino l'esistenza, Babbo Natale non esiste, e pensate la mia sorpresa quando mi sono accorto che non esisteva neanche la Befana.
E pensare che mi è bastato leggere e documentarmi un pò di più su alcuni argomenti, girare qualche migliaio di nuraghi, qualche centinaio di tombe dei giganti e qualche centinaia di pozzi sacri (ecc) per accorgermi che le cose non tornavano poi tanto!
Ho studiato giorno e notte e ho sviluppato un pò di "occhio critico".
Cmq, non ci si può aspettare che tutti siano d'accordo, ma Voi non avete ancora dimostrato come le tavolette o qualsiasi altra scritta possa essere attribuita al nuragico!

Quando riuscirete a dimostrarlo, allora probabilmente riscriverò un bell'articolo sul mattone di Gigi Sanna... io e lui abbiamo anche avuto modo di parlarne faccia a faccia; purtroppo non è riuscito a convincermi sulle perplessità che avevo!

Sono inoltre stupito di come Sanna possa pensare che io abbia grandi capacità di persuasione.
Addirittura, a suo parere, sarei riuscito a inculcare nella Dott.ssa Giostra il mio pensiero. (le immagini sono quelle postate da voi in questo blog) d'altronde foto, calchi e statuette non sono mai state in mio possesso... e in vostro?

''1)...(a meno che non siano matrici per fondere i modani da sbalzo, ma non se sono in bronzo)
2) i modani noti in genere non hanno intorno la cornice liscia e inutile alla lavorazione, ma finiscono con il limite del puntale.'.


Certo che lei ci vedeva matrici per fondere modani, lei non sapeva dei calchi!

Cordialmente
con tutti i miei errori di battitura che lei sempre è pronto a correggere...
forse è il caso che lei faccia come me...ammetta che anche lei ha sbagliato, farebbe una bella figura!

Mirko Zaru ! !! !!! !!!!

Niente è più pericoloso di un uomo con un idea, quando questa è l'unica che riesce a concepire!

Mirko Zaru ha detto...

Questa cosa del copia e incolla mi piace :D Mi va benissimo, lei puó pensarla come vuole. Ma come la pensa, me lo dice? perché il problema si scinde in due aspetti:
1) tutti gli oltre 50 documenti presentati sono scritti?
a)si; b)no c)alcuni sí altri no?


la risposta è la D) alcuni si, altri no, altri sono dei falsi.

ci pensi bene prima di rispondere, perché qui davvero si giunge al ridicolo (vedi sigillo di pallosu vicino all´ ostracon di beth shemesh; o vedi l´alfabeto yemenita)

Chiaramente che ci sia un grosso insediamento prenuragico, nuragico, fenicio, punico e romano nell'area non fa testo giusto? E' sicuramente NURAGICO per lei!

2) se la risposta é a) o c): se non sono nuragici e/o Shardana cosa sono? vi sono scale temporali ben precise per quegli alfabeti, non c´é molto da sgarrare. Non puó raccontarci che sono fenici, perché i segni proto-sinaitici non sono certo compatibili e neppure quegli ugaritici. Quindi, cosa sono se sono documenti scritti non indigeni?
La risposta non è una di queste ma le rispondo ugualmente.
A mio parere o sono fenici o sono di popolazioni arrivate in Sardegna/venute a contatto con i post-nuragici (un periodo storico molto diverso, dove si evince la voglia di rimarcare una parentela con il passato, ma non più culturalmente coerente)...
Se nono fenici non è cosa strana... oppure mi vuole dire che gli scarabei egitizzanti sono egizi e non di interpretazione puramente stilistica dei Fenici?


Cordialmente
Big Boy Mirko Zaru ! !! !!! !V

Anonimo ha detto...

Scusate,

Avrei piacere che Pintore ritornasse sulla proposta iniziale. Si vuole o no finanziare un'expertise neutrale?

aldo

Katzinami ha detto...

Siamo di fronte ad una scrittura criptata ed anche numerica, dove il numero é espressione del divino, dove il numero é parola sacra e Dio stesso. Dove lo scriba non PUO`sbagliare perché sta toccando una materia che scotta, sta entrando in contatto col Serpente.

Dio mio !V

Anonimo ha detto...

Si si...infatti si evince senza problemi come i ridicoli siano quelli che sostengono sulla base degli studi rigorosi degli specialisti che sono medievali..mica quelli del Serpentello con la S maiscola..
To Dio si...ma anche mio.
Povera Sardegna, in mano ai fanatici...dove siamo arrivati. Meno male che ci crede solo qualche sprovveduto...

Katzinami ha detto...

Non mi fa ridere. Al contrario.

finis

Anonimo ha detto...

Mi sorprende parecchio che quello che nel resto del globo verrebbe subito accolto come prova incontrovertibile, qui da noi e' oggetto di continui attacchi e storielle sarcastiche.
Per l'idea che io me ne sono fatta (non sono un'esperta in nessuna delle materie di cui si discute, ma leggo parecchio), quello che si evince dal libro di Gigi Sanna e poi anche tutte le cose che ci ha illustrato la signora Losi, sono materiale sufficiente a concludere che siamo di fronte a scrittura nuragica e non a stampi di cinture medievali.
Aggiungo che tutte le storielle, i commenti tra il sarcastico e il compassionevole, i punti esclamativi del sig Zaru, e via dicendo sono alquanto deprimenti per qualcuno che legge con l'intento di capire.
Lisa M.

Anonimo ha detto...

@Lisa M.

Condivido. E'disarmante e deleleterio con questa dialettica, continuare il discorso: "Non c'è peggior cieco di quello che non vuole vedere".

Marco Pinna

Mirko Zaru ha detto...

Io penso esattamente il contrario.
Queste prove non sono poi tanto provanti.

Lisa C.

Mirko Zaru ha detto...

No invece si!

Lisa W.

HAUHAUHUAHUAH

Mirko Zaru ha detto...

Ma si rende conto che lei dà più importanza ai punti esclamativi piuttosto che al parere di una esperta???

Mirko Zaru ha detto...

Sig. Gigi ... o devo chiamarla LISA M. :D

Mirko Zaru ha detto...

X Marco Pinna...
Ma non era: non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire?

Lisa M ha detto...

@Wirko Z.
1) Io credo che la sua esperta si prendera' sia il tempo sia le informazioni necessarie, prima di dare un parere che si possa dire scientifico. Non vorremo forse considerare scientifico il parere chiesto da lei WirkoZ nei modi e nei termini che abbiamo visto!!!
2)La pianti per cortesia e rispetto dei lettori del blog (e di se stesso, anche) di chiamare Gigi Sanna col mio nome.

Anonimo ha detto...

Grande, grosso e grasso, sopratutto in testa,mostraci queste linguelle cavalleresche mongoliche longobarde a punti e virgole, che in Sardegna non sono mai esistite, sono solamente una tua invenzione.
n'di potas una de puntu e virgola in conca.

Anonimo ha detto...

Un TOPOS...un classico...
Arrivati a un certo punto, si denigra. Questo la dice lunga sulla fondatezza della scrittura nuragica, la quale non ha uno che sia un sostenitore che sia in grado di controbattere a dovere a TUTTE le critiche che sono state mosse. Ha ragione Sanna, dinque, la partita è chiusa. Chiusissima. E la scrittura nuragica ha perso.

Anonimo ha detto...

@Mirko Zaru

Come preferisce. Comunque sia, cambiando l'ordine dei fattori (udito o vista) "il prodotto non cambia".

Marco Pinna

Mirko Zaru ha detto...

Grande, grosso e grasso, sopratutto in testa,mostraci queste linguelle cavalleresche mongoliche longobarde a punti e virgole, che in Sardegna non sono mai esistite, sono solamente una tua invenzione.
n'di potas una de puntu e virgola in conca.


:D

Anonimo ha detto...

Tipico, quando non si sa cosa dire, si passa sempre alle offese e agli insulti.
Perchè attacate Mirko Zaru così?
Potete invece rispondere alle sue provocazioni in modo più maturo.

gigi sanna ha detto...

Caro Big Boy, sei solo un mascalzone. E quale parola dovrei usare? Non a caso ti ho reso celebre in un racconto che posseggono tutti gli Oschiresi. Lo hanno anche tradotto in sardo per perpetuare la tua nota ignoranza e la incapacità di argomentare. Al massimo sai mettere punti esclamativi ma con l'abbondanza che te li rende nulli perché tu rendi ridicoli anche quelli.
E già la seconda o la terza volta che qualcuno, come te, cerca di trascinarmi nel mondo degli anonimi che tutti sanno quanto io stimi. Per fortuna questa Lisa Marras si pronuncia, facendo vedere davvero quanto sei un soggetto maldicente e da dietrologia malata. O non è così? Questa non è una prova? Volete che la Marras, che io non so minimamente chi sia, vi dia l'indirizzo?
Il fatto è che non vi vanno i documenti, non vi vanno le prove e cercate di avere il sopravvento con l'arroganza e le le battute che lasciano sempre il tempo che trovano. Non...'svincolare' mio bel campione, e dimostrami che la Giostra ti ha detto cose su cui puoi contare. Ti ha comunicato un'impresione. Questo interessa a chi ci segue. Il resto è aria fritta. Frittissima.
Ripetiamo dunque, con pazienza. Con molta pazienza.
Le bordature lisce che non servono a niente, come dice la Giostra, perchè ci sono? E i segni in negativo ( non in positivo) perchè ci sono? E perchè c'è la scrittura ugaritica? E perchè in tre delle cinque tavolette ci sono le cosiddette Tanit? Perché c'è in tutti e quattro i documenti la scrittura protocananaica? Perchè c'è la scrittura agglutinata, quella a tratteggio e quella a 'insertion', scritture tipiche del 'modus scribendi' orientale? ? Perché la barchetta di Teti mostra gli zayn che sono proprio quelli che si trovano nelle tavolette A3 e A6 (nella prima addirittura in ugaritico: I DUE CUNEI VERTICALI SOVRAPPOSTI)? Perché la tavoletta A 5 mostra la sequenza alfabetica 'S'AN al di fuori del campo di pressione? A che cosa mai può servire una sequenza scritta che non si può utilizzare come 'matrice'? Perché i segni (alfabetici sempre), così come l'anello di Pallosu, sono tanto piccoli (0, 2 millimetri talvolta) da essere irrilevanti in un oggetto decorativo' che in quanto tale tende a rendere il tutto ben chiaro e manifesto? Perché, se sono matrici(?), non è stata mai (dico mai) trovata una linguella nella longobarda Sardegna? Perché, perché, perché.... all'infinito.
Non è con le vostre battute e con i vostri paracarri ( quante persone avete fatto smascellare con il confronto pazzesco Tzricotu-paccottiglia longobarda !) che riuscite, né riuscirete mai, ad essere convincenti. Forse voi non vi rendete conto quante Lisa Marras ci sono, seguono il Blog ormai da anni, che commentano o girano la faccia schifate dalle vostre stupidaggini. Stupidaggini che state già pagando care. Siete bollati peggio delle linguelle! Sempre i due o tre (Zaru /Stiglitz/ Stiglitz Zaru con sortite iniziali dell'Usai che si è elegantemente defilato ) poi che si firmano o i burloni anonimi. A meno che non spuntino 2500 firme dall'ombra. Coraggio, firmate, firmate!

gigi sanna ha detto...

(II)

Avete perso la partita, miei cari, e domani voi ipocritamente sarete i primi ad insegnare la scrittura nuragica al seguito di insegnanti che la insegnano già. E non parlo di me. Parlo dei tanti che hanno seguito e seguono le mie lezioni all'Università. I tanti che già da più di tre anni fanno un regolare corso monografico, approvato dalla Facoltà Pontificia, sulla scrittura sarda arcaica e che studiano le bellissime tavolette di Tzricotu. Andate e dite loro ( gli esami, quelli che contribuiscono a dare o meno il titolo universitario,si terranno fa un mese esatto, quindi a Giugno e poi a Settembre) che si tratta di linguelle medioevali cavalleresche. Provate a convincerli con le vostre battute e i vostri ferrei ragionamenti, se ci riuscite. Io credevo d'essere riuscito a rendere Big Boy ridicolo solo nella finzione ( la ormai nota novellina del cavaliere salvato da Santo Stefano). Vedo che lui, il protagonista, c'è riuscito nella realtà: anzi come sempre la fantasia si è dimostrata inferiore alla realtà.
Che situazione tragicomica, cara Aba. Ma ci divertiremo. Caspita se ci divertiremo. E coloro che ci seguono devono capire: alla guerra come alla guerra! Come si dice.
Useremo l'ironia o il sarcasmo, soprattutto quest'ultimo, perché altro mezzo, in certe circostanze, non abbiamo.

Dimenticavo. Al signore balente anonimo che mi ha citato Zucca (quello che io ho citato): gli dica, a colui che ha miseramente venduto il povero Gianni Atzori sulla questione 'tavolette' per un piatto di lenticchie, di salutarmi il signor Sestus Nipius di Roma. Anzi gli dica, dal momento che c'è, di creare dopo quello fenicio, un parco romano con il nome di Cornus al centro intitolato al leggendario legionario proprietario della barchetta arborense. Perchè forse Lei non lo sa. Il legionario Sestus Nipius con la Cornus ormai in fiamme e in preda al saccheggio arraffò una bella barchetta e perchè questa non gli fosse strappata da un suo collega di gentilezze e di galanteria provvide subito a punzonarla per il diritto di proprietà. Cosa che fecero anche tutti gli altri legionari con i bronzi sardi. Tutto questo sta scritto chiaramente nello PseudoLivio, un testo che si troverà negli scantinati longobardi. Ragion per cui ora siamo tutti tranquilli che la barchetta ha una scritta romana. Dello PseudoLivio imminente e della barchetta sardo-romana se ne parlerà al prossimo convegno isolano promosso dall'Istituto Italiano di Storia e Protostoria. E forse sappiamo già quale sarà il prossimo relatore ufficiale. E per l'evento sono già pronte due o tre riviste scientifiche. Crepa, Gigi Sanna!

Anonimo ha detto...

dopo aver letto i vostri interessantissimi discorsi (e preso atto del goal segnato da Zaru con una GIOSTRA-ta magistrale) vorrei tornare al tema della colletta, sono pronto a contribuire, però credo che non serva tanto un esame chimico quanto uno paleografico.
Gigi ci indichi due o tre autorità mondiali nel campo dell'epigrafia protocananea (ecc. ecc.) gli mandiamo gli studi di Gigi chiedendo a questi che tra qualche mese sono invitati a nostre spese in sardegna per sentire il loro parere.

Mauro Peppino

Mirko Zaru ha detto...

Guardi signor Sanna che a me delle prese in giro non mi interessa!
Sicuramente per buffone del villaggio, in ambito scientifico e non, non sono io che ci passo...
quindi lei dovrebbe tacere, sopratutto quando dice CREPA!
Intanto mi dò una strizzata alle palle... continuerà sempre a comportarsi così?
Intanto io continuo a dormire sonni tranquilli, in quanto ho la coscienza pulitissima!

"A paraulas maccas origas surdas"
direbbero i nostri anziani su questa sua vicenda!
Acquisterebbe facilmente "su pranomini di bucchimaccu" una persona "bamba che culu" come lei!

chiaramente Sig. Gigi lei è solo un abbolottosu!
Su chi tenes bendes!

Cordialmente
Mirko Zaru

Andrea Brundu ha detto...

Mi sembra chiaro ed evidente che non si abbia intenzione di datare il reperto,come propone l'articolo, neanche se si facesse la colletta famosa.Ne ricavo invece che vi sia un insistente,astio nei confronti di Sanna,e qui non si tratta di punti di vista,o differenti conclusioni di studi,ma semplice tiritera, vincolata ad un substrato inconsistente.Il negare la scrittura di quelle tavolette, nasce da dei motivi molto semplici.Le cose son due,o non si capisce niente di scrittura antica(ma allora ognuno, vista la carenza,farebbe meglio a tacere),oppure c'è la solita malafede(sempre lei di mezzo)che non da adito a nessuna discussione pacifica e seria,ma solo ad insistenza e accanimento.Abbiamo appurato che la questione fibule è improponibile,per le molte ragioni espresse da Sanna,da Su Componidori,ma anche perchè tecnicamente le tavolette,potevano imprimere solo sul morbido e dare solo caratteri in rilievo,classico dei sigilli.Ciò viene confermato dal fatto che la scrittura sia leggibile perfettamente,nel giusto verso,solo nei calchi.
Quindi,per far tacere,gli accaniti di sempre vedo giusta la proposta di dare una collocazione temporale precisa alle tavolette,con gli opportuni esami del caso.Non vedo invece ben disposti gli stessi accaniti,in merito alla proposta fatta.Gli esperti epigrafisti,nel caso,confermeranno,con ogni certezza,la presenza di scrittura sulle tavolette,pertanto anche questa è una buonissima idea.

Andrea Brundu

Andrea Brundu ha detto...

Dimenticavo.....se qualcuno si ricordasse dove stà il coccio di Villanovafranca,gli epigrafisti potrebbero dare conforto anche su quello.

Andrea Brundu

gigi sanna ha detto...

Guradte guardate, l'anonimo del sublime dell'intelligenza! Ho detto crepa Gigi Sanna! e lui ha capito crepa Zaru! e si è toccato le balle. Se le è toccate per me! Addirittura. Passi che non capisca un tubo di scrittura e di linguelle longonbarde. Ma che non capisca un tubo di un tubo questo è il colmo. Una volta un anonimo del Blog avefa consigliato a Stiglitz di non farsi rappresentare da un personaggio di infima qualità come Big Boy, giullare tra i giullari di tutti i forum. Qualcuno non mi crederà ma ero d'accordo con lui. Perchè si può essere testardi, si può essere cattivi, si può essere supponenti, si può essere di lingua biforcuta, tutto quello che si vuole; ma l'ignoranza crassa unita alla presunzione è quella che nessuno potrà mai tollerare. In più quando si legge come si legge, cioè a scavolo, a proposito dei cinturoni e delle linguelle citati dalla dott. Giostra, ditemi voi che termini si dovrebbero usare! Se fossi impulsivo Gianfranco non mi farebbe passare di certo questo spot! Mi sono chiesto quale sarebbe, o Aba, il giusto lessico parmense. Il dialetto di solito è più espressivo. Nturalmente Big Boy può usare prima il suo, ma stando attento che lo deve usare a proposito. Stavoltà dirò; crepa ( naturalmente per quel che vale questa parola nei bisticci) Zaru! Così capirà che ho detto: crepa Gigi Sanna. E le balle allora poverine, che non c'entrano nulla, non verranno neppure sfiorate!
Divertiamoci Aba, dal momento che non si argomenta e/o si usano gli argomenti altrui a pera, perlomeno lo spasso giornaliero è garantito. Naturlamente c'è la via d'uscita del lasciar perdere, del 'chi sene frega'. L'ho praticata e non è servita a nulla, purtroppo. Chi ci legge sa quel che dico. Purtroppo.


Al Superpeppus. Non ne hai altre di parole? No? Allora o rispondi a quello che ho detto a propsito delle dichiarazione della Giostra o statene alla finestra.Ma stacci davvero però! Mudu e abbaidande sos ateros. E chiama pure gli esperti di Cambridge, chè ho pronte le sardine e i gerri!

Sisaia ha detto...

@ Brundu
Eh sì, il problema della datazione è un punto nodale.
Non conoscendo il luogo di rinvenimento del reperto, perchè va trattato da reperto, mi pare più che lecito avanzare dei dubbi sulla sua attribuzione al "nuragico" addirittura del XV a.C.
In base a cosa? Le spiegazioni fornite pro scrittura mancano di una chiave di lettura.
Specie quelle a proposito del foro passante che sono bizzarramente simili(uguali!) a quelle fornite per i fori del brassard e del peso da telaio. Altro punto (o punti?)nodale. Eh già! Il peso da telaio, indimenticabile... ;)
Trovando un epigrafista, o un paleografo che volessero prendersi la briga di esaminare i pezzi, quelli veri, non le foto, sarò ben lieta di offrire loro un caffè o una birra, a scelta, qualsiasi sia il risultato del responso.
E visto che si è in ballo, trascinare in situ un geologo a visionare il masso con la protome taurina (?) e la serpentella gravida (?).
Birra o caffè pagati anche per lui.
Visto che la medievalista non è stata sufficiente.
Sisaia

gigi sanna ha detto...

Si, è bene che non li abbia cassati. E dal momento che è così e che le argomentazioni sono quelle che sono, non bisogna farne passare una. I lettori, al solito, giudicheranno. I duemila lettori al giorno, cara Aba, mica i tre o quattro amici del 'club dei punti e virgola' e dei 'punzoni' longobardi che, unici al mondo, punzano in negativo! I punzoni con 'centina' decorativa che non decora proprio nulla! I punzoni longobardi con alfabeti di 2500 anni prima! I punzoni della plastica! I punzoni del club dell'Oceano del ridicolo. Coraggio Usai, coraggio Serra, coraggio Stiglitz, coraggio Zedda e non so chi, occorrono le firme, tante firme!
Ma torniamo ai post sublimi per correttezza e rigore.
Post di Zaru
del 27 1.2010:
Così argomenta al punto 2:

Sigillo di "Su Pallosu" anch' esso proveniente da contesti non stratigrafici e probabilmente da scavi clandestini. (chiaramente lei dovrebbe conoscere la realtà del contesto di Su pallosu per farsi meglio una idea di cosa potrebbe essere; e chiaramente ci si dovrebbe sempre fidare di un "te lo sto dicendo io" per la provenienza.

Così si replica da parte nostra:

'E cosa c'entra l'intervento con la scrittura e l'autenticità del bellissimo sigillo? Questo venne visionato, in più riprese dall'allora dottore Raimondo Zucca che si pronunciò per un anello autenticissimo con caratteri fenici molto arcaici. Guarda un po! 'Molto arcaici' vuol dire solo protocananaici! Ora come la pensa? Non lo so, andate a chiederglielo voi, ché io sono offeso a morte con Momo, anche per il fasullo 'parco dei Fenici'. Non capì il caro Momo che l'anello era 'a rebus' (Sardoa Grammata p. 293 -298), e con simbologia numerica, tecnica di scrittura questa che usano quasi sempre gli scribi nuragici. Ma il mio caro Momo non si deve rattristare. Almeno lui ha avuto il pudore di non parlare mai (almeno credo) di tavolette medioevali. Chè i segni ugaritici ( quelli che a lui ho mostrato a casa mia)li conosce, eccome!
E quindi ecco l'insinuazione malevola o maldicenza (un po' attenuata rispetto a quello che dice sparlando nei forum amici)dello scavo clandestino! Garante del ritrovamento è proprio il prof. Zucca che sa bene chi ( la signora di Oristano), com'è stato trovato e dove è stato trovato fortuitamente l'oggetto. Perchè non ha provveduto lui a fare una relazione, andare sul posto preciso dove è stato trovato, e invitare gli archeologi a fare uno scavo, almeno di assaggio? E chi doveva farlo? Gigi Sanna o Gianni Atzori? Non è stato fatto semplicemente perchè tutto quello che era scrittura ( a meno che non fosse micenea o fenicia recente) doveva essere messo a tacere ( e si era nel 1995!).

Hai capito, caro Zaru, perchè ti tratto come ti tratto? Tu non sei un uomo. Tu queste cose le sai bene, ma le nascondi spudoratamente, confidando nel mio silenzio. Ma io mi sono stancato della tua cialtroneria! Tu non argomenti, tu sparli, tu insinui, tu fai uno sciocco fumo di sbarramento, tu dai pugni al vento perchè non sai ( o meglio non sa il tuo padrino) come replicare alle fitte e metodologicamente corrette sette pagine (mica sette righe!)del mio saggio. Dì al caro Stiglitz che posti un bell'articolo sull'anello di Pallosu sul Blog di Gianfranco, che almeno lui si comporti da uomo. E se dovesse smontarmi tutto con metodo e con rigore, io sarò il primo (cosa che lui sa bene) a tendergli la mano. Perchè così si fa se davvero teniamo a quella che chiamiamo ricerca scientifica.


Seguirà il mio commento al punto 3,4, 5, ecc.

Anonimo ha detto...

Cavolo, certo che aprire il blog alla mattina e leggere tutti i commenti...altro che caffè! E pensare che ieri mi sono addormentata pregando con Loro: tornate Avi, illuminateci in qualche modo, abbiamo bisogno di Voi. Che bello sarebbe se attraverso una linea spazio temporale Veniste a farci visita. Vedete quì, c'è qualcuno che di tutto quello che ci avete lasciato, non gliene può fregà de meno. Tornate Voi anche solo per un pò, magari una piccola rappresentanza, non credo ci sia bisogno che Vi disturbiate tutti, ma tornate. Salite su una delle tante navicelle che avete con Voi e cavalcate il mare che separa il vostro mondo dal nostro. Mi raccomando però, non dimenticateVi di indossare i vostri copricapi, di portare qualche Dea Madre. Se ancora ne avete, portate anche qualche documento che sò, ideazione e progettazione per costruzione tronco conica con vista panoramica sul cielo stellato, oppure qualche studio sulla progettazione di un complesso per raccolta acque sorgive. Ma soprattutto non dimenticateVi le penne o le matite, insoma quelle cose che usavate per scrivere. Potreste pensare che magari non c'è bisogno di portaVi dietro tutto l'armamentario, ma non è così. Se non portate le prove, QUALCUNO potrebbe non credere che siete Voi e allora inizierebbero a dire che magari siete egiziani, o celti o romani. Adesso poi, che stiamo entrando nel carnevale potrebbero addirittura pensare che siete fenici ubriachi di malvasia di ritorno da Bosa. Insoma non c'è pace, cari miei. Qui anche se dimostri che per incire un segno su un oggetto, tale segno deve essere in rilievo, non gliene importa niente. Continuano ad avere le loro idee. Queste tavolette, con i simboli non in rilievo, "mancari i su mundu si zirede a conca in zosso" servivano per decorare cinture medievali. E vai e scrivi fino alla nausea che quei simboli sono identici ad altri, gia riconosciuti come scrittura e che si collocano in un preciso intervallo storico. La nostra Terra non ha ancora una storia chiara, nonostante montagne di ritrovamenti, anni e anni di studi. I bambini studiano le grandi civiltà del mediterraneo e della storia Sarda non sanno praticamente niente. Io so, che ogni ipotesi prima di diventare una tesi deve essere dimostrata, ma so anche,nonostante la mia immensa ignoranza, che la storia non è scienza esatta e fino a prova contraria vale lo studio che, in quel momento può essere dimostrato. Fino a l'altro giorno le piramidi le avevano costruite gli schiavi, oggi qualche studioso ci dice che non è più vero niente. A chi dobbiamo credere? Dobbiamo pensare che fino ad oggi gli studiosi hanno voluto deliberatamente prenderci in giro, o che magari, continuando a studiare, hanno avuto indicazioni sufficenti da fargli cambiare idea? Torniamo a noi. Perchè, nonostante le prove e gli studi fatti, non si vuole accettare che i nuragici avessero un sistema di scrittura? Perchè è così difficile ammettere che si dilettavano e magari si divertivano pure, anche loro, ad incidere simboli e figure con un significato preciso, come tutti gli altri popoli che in quel momento condividevano la vita su questo pianeta? Carissimo Gigi, cara Aba e tutti quelli che come voi, dedicano la vita a studiare e a interprettare il passato, CONTINUATE!!!! Fino a che non avrete più fiato, diffendete i vostri studi con le unghie e con i denti. Le vostre ipotesi, le vostre teorie e quelle di tanti altri mi danno la forza di guardare avanti e di sperare che un giorno sarà fatta giustizia storica. Vorrei che i miei figli, aprendo i libri di storia dei miei nipoti, trovino la storia dei loro Avi, spiegata e illustrata con pari dignità delle altre. A per inciso non sono Gigi Sanna mascherato. Saluti a tutti
Federica

Mirko Zaru ha detto...

Guardi Sig. Sanna (GIGI) che io non ho detto che il "sigillo di su pallosu non sia autentico"
io ho detto che non è nuragico e proprio come lei riporta in questo blog Raimondo Zucca che si pronunciò per un anello autenticissimo con caratteri fenici molto arcaici
si tratta di caratteri FENICI ovvero protocananaici quindi di una popolazione ben precisa!
Lei, e chiunque in questo blog, dovrebbe chiaramente dimostrare perchè un anello con caratteri FENICI dovrebbe essere NURAGICO!
L'anello viene da un insediamento che vede la presenza FENICIA ed è inusualmente (come mai trovati prima in contesti stratigrafici nuragici) NURAGICO!

Poi lei tira in ballo Zucca come esperto che ha valutato l'autenticità dell'anello. Quindi lei è sicuro che sia così perchè l'ha detto il prof. Zucca, uno stimato esperto.
Però, quando Zucca si esprime sui modani da fusione dicendo "sono medievali o addirittura un falso" allora per lei Zucca non è più un esperto... per lei è uno che non conta!
Allora le cose stanno così:
Zucca è un esperto quando le fà comodo.
D'altronde lei ha scritto un libro su un oggetto periziato e dichiarato medievale o falso, definendolo NURAGICO!

L'anello fuori scavo archeologico e fuori stratigrafia (dire l'ho trovato qui non è prova scientifica) non può essere attribuito al nuragico perchè recante scrittura protocananaica, a maggior ragione lo si deve ricondurre allo strato di frequentazione Fenicio.

Per quanto riguarda i modani inoltre, lei sà bene che sono in positivo, e invece su questo blog lei dichiara che sono in negativo!
Io se vuole lo posso dimostrare!

Lei può dimostrare il contrario?

Mirko Zaru ha detto...

Federica scrive: "Vorrei che i miei figli, aprendo i libri di storia dei miei nipoti, trovino la storia dei loro Avi, spiegata e illustrata con pari dignità delle altre."

E chi non lo vorrebbe?
Cominciamo a cancellare tutti gli errori fatti dagli archeologi del passato (oggi abbiamo altre informazioni e altri mezzi ed è incomprensibile come si possa pensare che nel passato si sia azzeccato tutto... e gli errori si possono chiaramente dimostrare)
per avere dati più sicuri per il futuro.

Cosa abbiamo in mano sui Sardi del periodo nuragico?
N I E N T E !

Abbiamo teorie e rilevi... per il resto non abbiamo nulla!
Gigi Sanna, invece conosce la loro scrittura e i loro costumi.

però non conosce le loro architetture, ne tantomeno i loro luoghi di culto!
Scambia betili appartenenti a tombe dei giganti o a luoghi di culto per colonne di un tempio! Almeno per Monti prama così si è espresso!

Quindi, invece di chiamare i nostri Avi con le nAvi (i nostri avi nel periodo delle nAvi stavano già qui e quindi le loro nAvi al massimo saranno servite per andare altrove)
sarebbe meglio chiamare scienziati e magari pagargli anche il biglietto per quelle navi.
Di queste cose, chiaramente, sono io a doverne parlare un NON SCIENZIATO, gli scienziati, QUELLI VERI, usano la scienza per dimostrare le cose!

Mi auguro, quindi, che mio figlio sia più colto di me, e che sin da ragazzo impari a leggere in mezzo alle righe e a non prendere tutto per oro colato!
Ma la cosa che spero di più è che quel in quel libro di "storia" (se mai storia sarà per il nuragico) non si scriva della scrittura nuragica basandosi su gli elementi che oggi propone Sanna.
Se in futuro ci saranno gli elementi concreti, "scientificamente provati da CONTESTI, ANALISI SCIENTIFICHE, STRATIGRAFIE ecc" allora sarò il primo a urlare nuovamente quel FINALMENTEEEEEEEEEEEEE!
e se si dimostrasse che Sanna ha ragione sarei il primo a scusarmi!
ma oggi, dati alla mano, lo stufato che brucia dà solo fumo!

Cordialmente
Mirko Zaru

Mirko Zaru ha detto...

Ah bhe, certo, dobbiamo meglio credere alla Dott.ssa Losi, che è arrivata a parlarci di nuraghi e nuragici senza sapere neanche cosa sono!
Sarà per caso che il nuraghe LOSA è stato edificato in onore dei suoi antenati (quegli Avi con le nAvi) con l'auspicio che un giorno lei sarebbe nata e ci avesse potuto spiegare i loro segreti!
eh si, tutto torna, come il natale, la pasqua, e fortunatamente anche la Sartiglia ogni anno!
Viva Sugompomidori!

Cordialmente!
Mirko Zaru

Andrea Brundu ha detto...

@Sisaia
Apro dicendole che i buchi siano scrittura non è che lo ha inventato Sanna,sono proprio scrittura.
Veda quanti buchi ci sono qui:
http://ocw.unican.es/humanidades/historia-del-proximo-oriente/modulo-1/escritura-cuneiforme-en-formacion-1/skinless_view

qui:
http://www.parodos.it/scrittura/4.htm

e pure qui:
http://translate.google.com/translate?langpair=auto|it&u=http://www.proel.org/index.php?pagina=alfabetos/protosum
Nel sito ultimo potrà vedere che non solo i fori sono passanti ma vi venivano fatte passare delle cordicelle per unirvi altre tavolette,quindi passanti e pure scrittura.
Che lei poi continui a dire il contrario,questo non cambia che lei sia in torto sul foro passante come scrittura.
L'attribuzione di una data alle tavolette,basandosi sulla scrittura in esse contenute,è prassi consueta in oggetti simili,poichè si basa sul principio che alcuni caratteri venivano usati in un arco temporale preciso,pertanto questa attribuzione si fa per confronto della tipologia della scrittura edei caratteri.
Ne più e ne meno come si è fatto in molti altri casi,come per la statuina in bronzo del Nuraghe Flumenelongu di Alghero,la quale più che dalla stratigrafia è stata datata per comparazione co altre statue simili dell'area Siro-Palestinese (XI sec.a.C.).
Oppure del sigillo cilindrico della sepoltura collettiva nuragica de SU Fraigu(San Sperate Cagliari)riportato come "Cipriota",anche se in contesto funerario Nuragico,e se consimili da altre parti sono stati riportati come Ugaritici.
C'è qualcosa che non torna anche agli archeologi,secondo me,non sanno ancora cosa,ma sanno che non torna.Sarà che l'antica storia del mediterraneo Occidentale fu un pò differente da quella canonica già risaputa?Meglio non cambiare niente,far finta di non vedere,sorvolare,e molto spesso ostacolare.

Andrea Brundu

P.S.
Il coccio di Villanovafranca era in scrittura cuneiforme,non lo dico ne io ne Sanna,era così,sarà che fosse difficile attribuirlo a Cipro?E per questo sia ricoverato in qualche scaffale polveroso, magari negli stessi scantinati ove si trovavano le statue di Monti Prama?

zuannefrantziscu ha detto...

@ Aba
Marra e marrone vogliono dire proprio zappa e marras sono anche i denti incisivi.
Sull'etimologia, Wagner non si pronunzia

zuannefrantziscu ha detto...

@ Aba bis
Perché?

Pierluigi Montalbano ha detto...

Sono curiosissimo anche io...Sa Marra è la zappa!

batsumaru ha detto...

Cos'è questa storia che Wagner non si pronunzia sull'etimo di marra? Lo indica chiaramente nel latino MARRA (in Columella, ad es.).
Saluti, Batsumaru

batsumaru ha detto...

Riguardo alla voca latina marra, l'Erout-Meillet chiama in causa l'assiro marru.
Dunque, prestito nel latino e da qui continuato (ampiamente) nelle lingue romanze.
Arisaluti, Batsumaru

Anonimo ha detto...

''Marrare'', in sardo logudorese, significa letteralmente: zappare!
Bobore

batsumaru ha detto...

Lei ha chiesto, qualcuno ha detto che Wagner non indica l'etimo di marra, io ho semplicemente voluto precisare che Wagner lo indica chiaramente.
Non mi rivolgevo a lei, signora Aba, strano non lo abbia compreso.
Batsumaru

Sisaia ha detto...

@ Brundu
Cassate le tavolette cuneiformi: i fori non sono passanti.
Grazie per gli altri due link,non li conoscevo, li salvo e li leggerò con calma e le farò sapere.
Anche se non sono pertinenti nè per il foro passante, nè per epoca, nè per luogo, con Tzicotru, il peso da telaio, e il brassard.
Sisaia

Pierluigi Montalbano ha detto...

Caro Bobore,
mia nonna (logudorese centenaria) quando ero giovane mi diceva: -marrare, marrare...ma mai seminare-,
ma intendeva un altro verbo.

Andrea Brundu ha detto...

@Sisaia
Vedo che con la sua insistenza cade nel ridicolo(non lo volevo dire ma mi viene spontaneo).
Su:
http://translate.google.com/translate?langpair=auto|it&u=http://www.proel.org/index.php?pagina=alfabetos/protosum
terza foto dall'alto(dico foto e non disegno),può vedere le scanalature delle corde che hanno lasciato il segno.Corde che attraversavano i fori(passanti). Già che attraversavano il foro,significa che il medesimo andava da una parte all'altra(guardi neanche a mia nipotina lo spiego in questo modo).
Quindi il "Cassate",se lo può tenere.Da questa sua considerazione evinco come i giudizi sugli argomenti siano piuttosto superficiali,e partano dal classico,"tanto ho sempre ragione io",che andrebbe messo un pò "a banda",direi in sardo.
Saluti

Andrea Brundu

zuannefrantziscu ha detto...

@ Batsumaru
Ha ragione, ricordavo male e ho controllato. Grazie

Sisaia ha detto...

@ Brundu
Si prepari una camomilla, magari corretta con bromuro.
Il primo link è venuta fuori una tavoletta cuneiforme con fori chiusi, gli altri link li leggerò con calma, come già spiegato. Ora devo uscire...il dovere prima del piacere e del diletto.
Spero non le spiaccia troppo.
Il rigurgito di testosterone, lo riservi per altro. Questo sì che è ridicolo.
Sisaia

Andrea Brundu ha detto...

@Aba
Riferisco anche l'attrezzo MARRAPICCU,una sorta di bipenne,da una parte zappa e dall'altra scure.
MARRUDU,che ha denti accuminati.(vedi Attu Marruda=Gatto Selvatico).
Mentre in alcune zone "Sa Marronca" è sia il Gatto sia il nome con cui gli adulti indicano ai bambini maschi il loro attributo.
Marronca è pure toponimo(Arzana).
Maria Marronca è anche un demone.

Andrea Brundu

gigi sanna ha detto...

Cara Aba, io ne ce la faccio più con questo individuo che non capisce quello che legge e quello che scrive. Che cerca di opporsi in maniera così arruffona e sgangherata.
'Presenza fenicia? Inusualmente nuragico?'. Ma che dice?
Io citerei Zucca come esperto quando mi fa comodo? Ma che dice? Questo ignorante non ha ancora capito che il fenicio è stato preceduto da un atro alfabeto ancora (quello del mix).
E infine il solito fiorellino: le tavolette ( ritenute matrici 'modani' dagli squinternati) sono in negativo. Questo ho detto!
Quanto ai betili che io scambierei per colonne di un tempio, dove lo dico? Ma cosa dice, cosa mi fa dire, cialtrone! Nel capitolo di Sardoa Grammata sul tempio io mi esprimo (p. 399, nota 9) per delle colonne approvando in pieno l'ipotesi del Lilliu. Che c'entrano i betili? Ci sono rocchi di colonne, non betili. Se poi il prof. Zaru e il sign. Stiglitz non sono d'accordo e parlano di betili, la pensino come vogliono. Io so solo una cosa che nel mio libro ho messo una fotorografia di uno dei rocchi ancora rimasti a Monti Prama nel 1998 in sieme ad un pezzo di busto, grazie alla 'diligenza' di coloro che hanno effettuato gli scavi. Che va cianciando dunque?
Io non so nulla dei luoghi di culto nuragici? Se lo dice prof. Zaru, come non crederci!
Ma non è questo il motivo dell'intervento. Rispondo al secondo gioiello argomentativo del post del 27.1.2010.

Così argomenta (?!) il nostro:

Una iscrizione fasulla dal nuraghe Aiga... realizzata da ignoti non più di 5 anni fà!

Ora, se ha davvero le balle, e non è un volgare calunniatore, mi deve dimostrare con i fatti che quella iscrizione di squisitissima fattura protocananaica, trovata da me, da mia moglie e da Fausto Casula ( c'è un 'lamed' iniziale arcaicissimo, l'obliquità delle lettere, l'agglutinamento del beth finale con l'alberello di YHWH!)è stata fatta cinque anni fa. Addirittura la data precisa! Me lo dimostri. Mi dica chi e quando ha fatto quella scrittura che, se sapesse almeno un po' di alfabeti arcaici prefenici e dell'etàdel bronzo, avrebbe capito che era del tutto impossibile da realizzare da chicchessia !
Scriva, scriva cialtrone ( e come la devo chiamare con tutti quei fiori di correttezza e con quelle becere insinuazioni?). Scriva un articolo in proposito o lo faccia scrivere al suo padrino Stiglitz. Coraggio dimostri che quelle due righe di maldicenza sono vere! Fuori i falsari!

Alla prossima puntata i cocci di Orani con la sublime esegesi epigrafica del nostro!

Anonimo ha detto...

''Caro Bobore,
mia nonna (logudorese centenaria) quando ero giovane mi diceva: -marrare, marrare...ma mai seminare-, ma intendeva un altro verbo.''

''Minnannu'' mi dice: ‘’Marrare chi sa marratzedda’’, si intende coltivare una pianta, aiutarla a crescere bene: marrare fae, marrare trigu. Sicuramente non si puo ‘’marrarre chi su tzappu’’, in questo caso non sarebbe l’attrezzo giusto: su tzappu è quell’attrezzo che il sig Brundu chiama ''Marrapiccu''. L’utensile agricolo ideale per marrare è sicuramente ‘’sa marratzedda’’ , usata anche per seminare in un orto il cui terreno sia gia ‘’arato’’, cioè usata per fare i solchi in cui inserire i semi per poi ricoprirli.
Bobore

gigi sanna ha detto...

Caro Batsumaru, lei sicuramente saprà che della voce si è interessato anche il Sardella (1995, 306). Linguista da prendere con le pinze, come si sa.
Ecco cosa dice: ' Marra: v.s. 'zappa, vanga'; sum. MAR, voce accadica derivata: marru II, marra; voce entrata anche in latino, marra: AHw p.612...è quindi errato considerare la voce d'origine idg.o lat. . Anche l'Enc. Treccani considera la voce in oggetto sem. -accadica. Ora lei sa che Il Wagner ebbe a trovarsi di fronte alla parola 'zingorra' (anguilla giovane, lombrico per esca, ecc.) che ritenne proveniente dall'accadico 'zingorru'. In seguito ci fu un ripensamento e si ritenne la parola introdotta più recentemente dal fenicio o dal cartaginese.
Dopo la scoperta dei numerosi documenti protosinaitici( compresa la stele nuragica di Nora) e che offrono molto lessico semitico, io non sarei più così sicuro che la voce sia fenicia o addirittura punica : potrebbe tranquillamente essere stata introdotta da genti parlanti dialetti cananei e cioè semitici. E già nel XV -XIV secolo a.C.
Parlo di 'zingorra' perchè anche la voce semitica MARRA potrebbe essere stata introdotta da popolazioni cananee ( quelle che diedero origine alla cultura nuragica) e quindi l'potesi romanza verrebbe a cadere. Stessa discorso credo potrebbe farsi per la voce 'MER' (padrone) che è chiaramente semitica e non ha niente a che fare ( a mio giudizio)con il latino.
Cosa ne pensa?

gigi sanna ha detto...

Dopo protosinaitici manca la parola 'protocananaici'. Ma sicuramente lei avrà compreso.

Anonimo ha detto...

Dunque si parlava di parole supposte "semitiche". Credo che il mio collega Areddu abbia dimostrato convincentemente che sia Tzingorra che Merre (su di cui l'ultima volta che gli ho parlato m'ha detto esserci ulteriori sviluppi) abbiano un'origine indoeuropea. Riguardo invece marra, se poniamo la questione, se oltre al latino non sia sussistito anche nel lessico paleosardo è giusto ricordare che il Pittau ricollega la zona adatta al lavoro dei campi di Marreri, al detto marra (in chiave sostratica). Peraltro siccome si tratta del nome di uno strumento, frutto di un'evoluzione tecnologica, e quindi un ovvio "mot voyante" o "Wanderwort"(http://en.wikipedia.org/wiki/Wanderwort), nulla ci dice che in tempi remoti nome e strumento non sian stati ripresi dai paleosardi dai contatti con l'Oriente. L'uscita in -eri, frequente nel paleosardo farebbe presagire infatti un'integrazione nel lessico originario.

aldo

batsumaru ha detto...

Mi prendo qualche momento per riflettere e non essere frettoloso.
Saluti, Batsumaru

Anonimo ha detto...

@ gigi sanna

Non si preoccupi per le baggianate di zaru,malgrado il cospiquo materiale in suo possesso,non faccia l'errore di rispondere,non tanto tempo fà era presente in un forum dove prospettò una teoria secondo la quale i nuraghi avevano un soppalco ligneo esterno elicoidale per salire in cima, prese tante di quelle legnate che non postò più,è solo un poveretto che senza titoli accademici di nessun tipo pensa di avere tutte le verità in tasca, ma soprattutto, fatto ancor più grave, attacca senza remore gli studiosi le cui teorie le danno fastidio, visto il suo legame con un noto archeologo, avete capito tutti di chi si tratta, con il quale è anche imparentato

Sisaia ha detto...

@ Brundu
Sì, avevo già visto quella foto, anche se la definizione era molto migliore.Purtroppo non ho più il link.
Ma le ho trovato qualcosa di molto meglio sui "gettoni" (tokens).
Spero lei mastichi un pò di inglese:

http://www.ancientscripts.com/cuneiform.html
E poi :

http://en.finaly.org/index.php/The_earliest_precursor_of_writing

Guardi bene la fig.5 e più giù la tabella con i tipi di gettoni. alcuni hanno un foro, altri no.
Da nessuna parte si legge che i fori passanti rappresentino lettere.
E sono oggetti molto diversi da Tzicotru, brassard, peso da telaio.
Qundi non capisco il motivo per cui li abbia tirati in ballo, non hanno alcuna attinenza con l'argomento.
Ma apprezzo la buona volontà, per cui le suggerisco un bel trip: cerchi "tavolette enigmatiche".

Ma se vuole fori passanti, gliene trovo qualcuno più vicino :legga qualcosa su Monte d'Accoddi.
Si diverta.
Sisaia

Andrea Brundu ha detto...

Se zappiamo con questo:
http://www.ompisrl.it/dati/prodotti/rj_t1.jpg
dico che,zappiamo poco.
Si chiama Marrapiccu,in nuorese, e in campidanese,è piccozza da una parte,accetta dall'altra.Oppure marra da una parte e accetta dall'altra.A piacere.Serve per la legna e per scartare le radici(bocare cotzichina).
Per marrare,oltre che zappare oltre i doppi sensi,si intende ogni qualche azione che tenda a fare rumore(marrare per l'appunto).
Itte marras in cue?-Che combini li?
Marrande tres oras cun sa crae in sa tuppa,senza resesser a aperrer.

Andrea Brundu

Andrea Brundu ha detto...

@Sisaia
Quindi lei riscontra che il foro possa corrispondere ad un numero?
E' questo che mi pare di capire, numero e non lettera alfabetica?

Andrea Brundu

Sisaia ha detto...

@ Brundu
No, guardi con più attenzione. Nel link che le ho fornito , un pò più esauriente di quello in spagnolo, si parla di "gettoni", oggettini lontanissimi in termini di spazio-tempo da Tzicotru, brassard e peso da telaio.
Non faccia confusione, la prego.
Sisaia

Mirko Zaru ha detto...

@ gigi sanna

Non si preoccupi per le baggianate di zaru,malgrado il cospiquo materiale in suo possesso,non faccia l'errore di rispondere,non tanto tempo fà era presente in un forum dove prospettò una teoria secondo la quale i nuraghi avevano un soppalco ligneo esterno elicoidale per salire in cima, prese tante di quelle legnate che non postò più,è solo un poveretto che senza titoli accademici di nessun tipo pensa di avere tutte le verità in tasca, ma soprattutto, fatto ancor più grave, attacca senza remore gli studiosi le cui teorie le danno fastidio, visto il suo legame con un noto archeologo, avete capito tutti di chi si tratta, con il quale è anche imparentato.


Può farmi solo compassione questo commento... comunque, sono pronto a dimostrarle quando vuole la teoria sulle scale e ponteggi esterni!
Lei dice che ho preso legnate... un suo punto di vista!
Tra l'altro non sono imparentato con nessun archeologo... ho una parente archeologa e tra l'altro non l'ho mai conosciuta!

Cordilmente
Mirko Zaru

Andrea Brundu ha detto...

@Sisaia
La confusione è tutta sua,potrà rilevare in diverse fonti gli cito quella più semplice:
http://www.psicoprofili.it/sds.htm
dove dice:
"Secondo Denise Schmandt-Basserat, docente di arte mediorientale all'Università di Austin, Texas, il primo grande passo avanti rispetto ai pittogrammi si può individuare in alcuni gettoni ritrovati in Iran e Pakistan, databili intorno all'8500 a.C.. Questi gettoni, a metà tra le monete e i contratti commerciali, portano impressi simboli che rappresentano le merci scambiate.
I contratti venivano stipulati riempiendo vasi d'argilla con il corretto numero di gettoni (definiti bullae) e per conoscere il contenuto dei vasi veniva impresso sull'argilla fresca il simbolo del gettone. Con il tempo, ecco l'intuizione: perché non riportare i segni direttamente su tavolette d'argilla, saltando l'inutile complicazione dei vasi pieni di gettoni?.
Nacque così la scrittura cuneiforme, sviluppatasi in Mesopotania tra il 4000 e il 3500 a.C., che per la prima volta perdeva ogni traccia dell'oggetto che i segni rappresentavano".
Quindi esattamente quanto dicevo,e che su Proel sta scritto.
Il foro,anche quello passante è numero.
Il numero è lettera,così come la lettera è numero.
Nelle forme più antiche di scrittura,infatti,non esistono veri e propri numeri,ma i numeri sono espressi dalle stesse lettere alfabetiche.Pertanto Lettere=Numeri.Se il foro,anche passante,poco importa,è numero esso può essere,anzi è anche lettera.

Andrea Brundu

batsumaru ha detto...

Professor Sanna,
allora, per tsingorra non avrei molto da aggiungere: non sono riuscito a vedere un articolo di Paulis (Sopravvivenze della lingua punica in Sardegna). Mi sembra una voce sulla quale il discorso è aperto: io, purtroppo, non conosco la "cosa", sicché mi riesce molto difficile parlare della "parola". Il terreno mi sembra perciò insidioso: un domani potrebbe anche saltar fuori che il suffisso -orra (di cui discute Wagner nella Historische Wortbildungslehre des Sardischen; Paulis aggiunge qualcosa nel volume sui nomi popolari delle piante, a proposito di liporra) non è un suffisso... (Qualche volta ho l'impressione che per certe voci gli etimi proposti dai vari linguisti siano condizionati dalle lingue che questi conoscono: o forse da quelle che non conoscono)
Mere: mi rendo conto che l'ipotesi di Meiklejohn (lat. MI ERE) non è irresistibile, ma neppure da buttar via. Il discorso, in ogni caso, non è chiuso.
La voce sulla quale - dal mio punto di vista - avrei pochi dubbi è marra:
1) è presente in latino;
2) è presente nelle lingue romanze: (REW 5370), dove si spiega nel modo più economico come eredità comune del latino;
3) si inserisce in un lessico della vita rustica sarda che pullula di voci latine.
Penserei dunque che l'etimo prossimo di marra in sardo (e nelle lingue romanze) sia latino, l'etimo remoto semitico.
Forse si può approfondire il discorso su una glossa di Esichio: μαρρόν.
Saluti, Batsumaru

batsumaru ha detto...

Rileggendo mi accorgo che mi sono spiegato male a proposito del suffisso -orra: volevo dire che potrebbe saltar fuori che non è un suffisso in tsingorra.

gigi sanna ha detto...

Grazie Batsumaru( sperando che un giorno mi porga, anche per via privata, il suo nome)...'studentello'( sperando che il tale non se ne accorga e ci 'rompa'!) . Ha lasciato saggiamente la porta aperta per diverse soluzioni e non per una sola. E questo è quello che conta quando si discute. Se, come io sospetto dai documenti, in Sardegna arrivarono in più riprese le popolazioni semitiche, non è improbabile che il sardo abbia fatto proprio il termine, cosi' come lo fecero proprio anche altri. Anche pechè la voce è probabilmente da ricercarsi, come origine, nel momento dello sviluppo della civiltà agraria che, a quanto so, risale al neolitico. Mi interessa molto comunque la glossa esichiana. Come la interpreta il lessicografo? Io non ho la possibilità di ricorrere al Latte o ad altri repertori lessicali. Se mi fa il favore di postarmela mi farebbe cosa gradita.

zuannefrantziscu ha detto...

@ Anonimo delle 22.36
Zaru ha chiarito le sue parentele. Ma mi permetta di dirle che non è un granché legare quel che uno dice ai suoi gradi di parentela. Di regola chiunque di noi ragiona con la propria testa e non con quella di un parente.

batsumaru ha detto...

Cito la glossa come in Ernout e Meillet:
μαρρόν· ἐργαλεῖον σιδηροῦν
Si aggiunge anche - lo dico per completezza - che proviene forse dal latino.
Saluti

Sisaia ha detto...

@ Brundu

Non ha osservato bene come le avevo consigliato. Non tutti i fori significano qualcosa. Aguzzi la vista.
E comunque quegli oggetti appartengono a tempi molto, molto più ANTICHI di quelli in esame qui.
Se dovessi dar retta al suo modo di ragionare, dovrei chiedermi il significato intrinseco e misterico del messaggio contenuto nel foro del lavandino, dei due o tre delle prese di corrente. Se lei ha tempo e voglia di intripparsi, mi renda edotta del significato dei fori della trudda paltusata, del bruciacastagne, del colapasta.
Più ci si mette roba, più il minestrone riesce buono.
A me pare che lei ci abbia messo anche il lievito di birra e una inopportuna quantità di... spirito di patata.
Buon appetito e buon pro le faccia.
Fine OT.
Sisaia

gigi sanna ha detto...

Dunque, a proposito del coccio di Orani.

prof. Zaru dice:

4 - Il coccio di Orani, anch'esso fuori contesto, con chiare raffigurazioni di Tanit.



Replichiamo così:

1) le cosiddette Tanit sono i segni nuragici (variati ma comunissimi) della consonante semitica 'he' pronominale.

2) che agglutinate alla seconda Tanit ( lettera he) c'è prima un yod e poi un waw.

3) Nella Scritta quindi compare il nome di YHWH. Con l'interessantissima variante che il determinativo è preposto: HYHW. Aspetto straordinario questo per la questione etimologica del nome di YHWH (che parte quindi da YHW)

4) Sul 'fuori contesto' la solita menzogna. Il reperte venne consegnato al prof. Lilliu da una persona conosciutissima ( un consigliere provinciale appassionato di archeologia). Ma il prof Lilliu rimase incredulo. Fece esaminare i documenti dal dott. Zucca a Sassari ma poi non se ne seppe più nulla, Se non che erano stati consegnati al museo di Orani. Colui che aveva consegnato gli oggetti parlò del luogo preciso ( la vigna presso un nuraghe) ma la cosa non interessò, al fine di capire il contesto, nessuno del mondo archeologico. Ancora oggi sui cocci di Orani si potrebbe sapere molto di più se solo si volesse. Si potrebbero datare tranquillamente. Indovina un po' perchè non lo si fa!

Non capisce il protosinaitico prof. Zaru? Non sa come si scrive YHWh? Non crede il prof. Zaru a tutto ciò? E chi se ne frega!

Alla prossima puntata il punto 6: la navicella di Teti. Non perdetevelo! Non perdetevi la dialettica sublime del giullare prof. Zaru!

Andrea Brundu ha detto...

@Sisaia
Ogni individuo nella vita da quello che ha,lei da quello che ha.Per poter dare di più bisogna crescere,e per lei anche quello è ormai impossibile.Così continui a dare quello che ha,per lei è impossibile dare altro.

Andrea Brundu

Sisaia ha detto...

@ Brundu

Bel post di outing delle sue proiezioni.
Non infierirò se promette di leggere qui:

http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_della_pertinenza

E magari anche la bibliografia. In cartaceo è meglio.

Andrea Brundu ha detto...

@Aba
Relativamente a Marra rilevo ISMARRARE,relativo ad un arnese,in particolare tagliente (coltello, accetta),a cui facciamo perdere il filo(l'appo ismarradu=gli ho tolto il filo),cioè che va affilato.Quindi Marra si riferirebbe a qualcosa di tagliente,o aguzza. Infatti,ricapitolando,quanto detto da me e da altri,si può riferire ad una zappa(Marra),arnese metà ascia e metà zappa(Marrapiccu), denti affilati (Marra-Marras),da dove abbiamo Marrudu-da che porta denti affilati(attu Marruda-gatto selvatico),Attributo(Marra)(Marronca-Marronkedda) Marrare(azione della marra,ma anche cercare di eseguire un azione rumorosamente senza riuscirvi).

Andrea Brundu

Anonimo ha detto...

Molto singolare è il dire ‘’marranu’’ a qualcuno, perché è una provocazione vera e propria, un lanciare una sfida. Colui che riceve il ‘’Marranu’’, non può sottrarsi alla reazione, pena l’accusa di codardia, di mancanza di coraggio: ‘’ti happo ismarranadu’’, direbbe l’altro. Marranu ha il significato di sollecitare qualcuno a provare il suo valore. ‘’Non t’ismarranare’’ significa anche : non scoraggiarti! E una persona ‘’ismarranada’’ è una persona senza forza, che ha perso la voglia di battersi. Non so se ha qualche pertinenza con ‘’marra’’, mi è venuta in mente però questa associazione, forse perché perdere ‘’sa marra’’, significava - parlando di utensili agricoli – perdere di efficacia, per la troppa usura, ragion per cui occorreva l'intervento del fabbro in modo da ricostruire ‘’s’atta’’, ossia il filo tagliente.
Saluti
Gavinu M

DedaloNur ha detto...

iscrizione Aiga
per me l'iscrizione dell'Aiga è tra le più interessanti. daterebbe, se fsse autentica, come sostiene il Sanna, il nuraghe e l'introduzine della scrittura ad un tempo, e forse offrirebbe uno spunto prezioso per capire cosa fossero i nuraghi.

quindi mi chiedo se non esistano oto più vecchie di 5 anni per provare o confutare quel che dice Zaru.

ci sono queste foto?