sabato 25 luglio 2009

L'arte nuragica non è in Italia. Firmato: Bondi

I fenici e i punici sono le star di questa estate sarda. Grandi scoperte si annunciano a Sant’Antioco e a Sirai, la Soprintendenza annulla il blocco delle costruzioni intorno alla necropoli punica di Tuvixeddu, tombe fenice del IV secolo sono nascoste nella tenuta di Berlusconi in Costa Smeralda. Dico “sono” e non sarebbero perché giornali e politica hanno deciso così. Le prime due notizie dimostrano almeno una cosa: non sono i soldi che mancano per scoprire che cavolo facevano i sardi prima dell’arrivo dei fenici, è la volontà che manca. Anche la terza mostra che soldi ce ne sono, tant’è che la Soprintendenza è disposta a metterli in una causa davanti al Tar che sicuramente ci sarà.
Ma, mentre le prime tre notizie sono riservate ad una parte dei sardi (il giornale che ne parla lo fa solo nelle cronache destinate a su capu de giosso), l’altra ha fatto il giro d’Italia e del mondo. Naturalmente non è il presunto ritrovamento di tombe fenice del IV secolo aC (davvero eccezionale, visto che i fenici non c’erano da almeno due secoli) ad interessare, ma il protagonista del presunto ritrovamento, Silvio Berlusconi. È tanto ininfluente la cosa in sé, l’esistenza delle tombe, che un giornale normalmente serio ed informato come Il Corriere della Sera si abbandona a questo strafalcione storico: “I fenici, popolo di mercanti provenienti dal Libano, furono in Sardegna dal IX al III secolo a.C. Inumavano i morti in tome chiamate tophet”.
Non penso manchi al più diffuso giornale italiano la possibilità di chiedere ad uno storico come stessero davvero le cose. È che non gliene può importare di meno. La notizia non è il presunto ritrovamento, è che sarebbe avvenuto in casa Berlusconi. In più tutto si svolge in Sardegna, terra misteriosa su cui poco si sa e dove, vicino a Portorotondo, può essere che i fenici siano rimasti fino al III secolo avanti Cristo, costruendo tophlet e, chi sa?, forse anche quelle curiose torri che gli indigeni chiamano nuraghi. “Non lo escluderei al cento per cento” come ha detto l’archeologo Rubens D’Oriano quando ha saputo delle tombe fenice del 300 avanti Cristo.
Ma vorrei tornare alla questione dei soldi che, in Sardegna, sbucano fuori quando si tratta di occuparsi di civiltà importate e si nascondono quando c’è da occuparsi della civiltà autoctona. I soldi, sia chiaro, li mette il Ministero, ma anche la Regione, benché questa sopporti che quasi tutto si faccia a sua insaputa. Non mi è ancora andato giù il fatto che la Soprintendenza abbia prestato ad un museo parigino la nostra Stele di Nora, senza chiedere il permesso al Governo sardo. Il quale paga un sacco di soldi per la tutela dei beni culturali che è di competenza dello Stato. Lo scorso anno, per dire, la Sardegna è andata in aiuto ai Beni culturali dello Stato con ben 155.621.000 euro, 130 volte quando ha speso per la lingua sarda, tanto per dare un’idea.
I governi italiani (tutti, anche questo) hanno un’idea davvero separatista dei beni culturali della Sardegna e, soprattutto, di quelli che riguardano la preistoria e la protostoria. Immagino sia sfuggita ai più la notizia che il ministro Bondi ha fatto “finire nel cassetto” una serie di opere, “alcune davvero singolari, altre del tutte aliene dalla celebrazione” del 150° dell’Unità d’Italia. La prima ad essere citata è “il Museo mediterraneo dell’arte nuragica e dell’arte contemporanea” di Cagliari.
Con grande soddisfazione di chi, come me, pensa che infatti l’arte nuragica con l’Italia c’entri come il cavolo a merenda e che lo stesso capiti per la Sardegna in rapporto all’Unità d’Italia. Il Centro congressi e il Palacinema di Venezia sì, sarà finanziato, il museo dell’arte nuragica no. Evviva la chiarezza.

Nella foto: il progetto del Museo d'arte nuragica

10 commenti:

giovanni ha detto...

Veramente credo che l'arte nuragica non esista da sempre neanche per noi sardi,per la politica sarda subalterna,anche o forse soprattutto per quella di sinistra,buon ultima quella Soriana;Bondi e Berlusconi si sono accodati appena adesso.Sono innanzitutto le Soprintendenze statali a vedere la civiltà nuragica o dei sardi attraverso il filtro, per usare un eufemismo,della storia ufficiale,fenicio-punico-romana;e poi l'Università,l'Accademia sarda,istituzionalmente preposta a fare ricerca sulla materia.Mi auguro che dal silenzio delle istituzioni su citate sul lavoro straordinario del prof. Gigi Sanna,che nessuno è riuscito a contrastare scientificamente,non si passi ad azioni tese a distruggere le prove:cito solo ad esempio,ma anche per l'importanza,il concio di Bosa.Preoccupiamoci da subito della conservazione e tutela di queste prove prima che sia troppo tardi.

Anonimo ha detto...

Ha scritto Maura M.:
A proposito del museo "Betile": io non ho mai visto dei sardi non dico entusiasti ma lieti per un bel progetto da farsi in Sardegna: e dire che era un museo, mica il ponte sullo stretto! Io ero contenta perché era la prima volta che si è fatto un concorso internazionale, vinto per di più da una star dell'architettura mondiale, per un'opera all'avanguardia (in Sardegna, dopo i nuraghi, non ne abbiamo più costruito). Maninchedda ha detto subito che sarebbe stato uno spreco di denato pubblico, Pintore ora se n'esce dicendo che "l’arte nuragica con l’Italia c’entra come il cavolo a merenda". E dove ha letto che il "Betile" c'entri con l'arte italiana? Se si informa correttamente vedrà che il museo "si propone di valorizzare...la ricchezza delle testimonianze dell'età nuragica, la loro varietà di forme, la forza e l'originalità di espressione artistica che le caratterizzano... l'apertura e il dinamismo che l'hanno portata a proiettarsi all'esterno, a intrecciare e sviluppare intensi contatti culturali con gli altri popoli del Mediterraneo". Il museo doveva "restituire le testimonianze e le opere nuragiche all'orizzonte dell'esperienza estetica, farle scoprire al pubblico più largo, e innanzi tutto agli stessi sardi, contribuendo a rafforzarne il senso di appartenenza e la consapevolezza dei valori della loro storia e della loro cultura facendole interagire con le ricerche artistiche contemporanee". Tra chi ha pensato questo progetto ci sono menti brillanti come quella di Placido Cherchi, forse il maggiore storico dell'arte sarda, che lei conosce, se non altro per i convegni della Fondazione Sardinia. Ha mai letto le opere di Cherchi, in particolare i suoi scritti relativi alla cultura sarda? Quello di vedere l'arte sarda come una roba da archeologi, chiusa e priva di rapporti con l'esterno è un grosso errore di ingenuità. Quello di gioire perché un'opera importante non si fa mi ricorda la barzelletta del marito che si taglia i co....ni per fare un dispetto alla moglie.

Anonimo ha detto...

Maura M. ha scritto:
Ops, ho riletto meglio il suo post e mi sono accorta di averlo frainteso! Mi scusi molto, dunque mi pare di capire che siamo d'accordo.
Cordialmente,
Maura

Anonimo ha detto...

Concordo con quanto detto da Pintore. troppi soldi per la civiltà fenicia in Sardeghna e troppo pochi per quella nuragica. Questo dislivello i bilancio poi finisce anche col fassare la lettura degli avvenimenti. I fenici sembran onnipresenti. i nuragici ...non tanto

Pierluigi Montalbano ha detto...

Dal mio punto di vista fenici e nuragici sono assimilati dalla certezza che ambedue sono sardi. Pertanto i finanziamenti pro-fenici mi stanno bene. Entro qualche anno tutti si convinceranno che la presenza fenicia nel Mediterraneo è spiegabile solo se si accetta che non esiste un "popolo fenicio" ma esiste una "civiltà fenicia". La differenza di interpretazione apparentemente è piccola ma ad un più attento esame si scopre che tutti i problemi sorti negli scavi sarebbero velocemente risolti con l'equazione civiltà fenicia=mix di etnie derivate dai popoli del mare.

Anonimo ha detto...

Su tombe, fenici e compagnia bella nulla da commentare, Pintore mi ha levato le parole di bocca. In merito al Betile menzionato di striscio nei commenti però...pure io quel progetto non l'ho reputato così scandaloso... Anche i Parigini nel 1889 giudicavano mostruosa la Tour Eiffel in rapporto alla storia ed all'architettura circostante...proprio per questo nel tempo ne è divenuta il simbolo: Un popolo deve anche saper mettere insieme cose nuove. - Bomboi Adriano

Anonimo ha detto...

Purtroppo il progetto è stato ostacolato e bocciato in patria dai tanti che, o non ne hanno colto significato e potenzialità, o hanno preferito porre davanti all'interesse collettivo le solite autodistruttive ragioni di bottega.
E pensare che il progetto ebbe la benedizione del premier «Opera di primaria importanza», ebbe a dire. Ma i suoi incauti entusiasmi furono prontamente raggelati da chi si affrettò ad avvisarlo che aveva preso una cantonata, che in seno alla sua parte politica il vento pro-Betile, un tempo trasversale, era irrimediabilmente cambiato. Chissà se la promessa di finanziamento dell'opera con i fondi per le celebrazioni dei 150 anni dell'unità di italia, sarebbe stata mantenuta.
Di certo se i finanziamenti non li si vuole, non arriveranno mai. marco p.

Anonimo ha detto...

Tutte le grandi capitali europee oggi stanno disegnando lo skyline che i nostri figli vedranno nei prossimi decenni. Ad esempio, copiate e incollate l'indirizzo del video sul progetto del nuovo Hermitage Plaza di Parigi: http://www.youtube.com/watch?v=yE0IpLGL_0s Ma lo stesso vanno progettando Berlino, la Spagna, l'Inghilterra, ecc. Da Nazionalisti Sardi credo che nel futuro dovremo dare un nuovo rinascimento all'architettura Sarda. Certo, oggi è fantascienza...infatti facciamo di tutto anche per perdere quei pochi soldi che per carità mettono in programma...- Bomboi Adriano

Anonimo ha detto...

Cagliari nell'ultimo lustro ha perso tanti treni importanti. Numerosi progetti, grandi firme dell'architettura che avrebbero potuto ridisegnare aree degradate della città e avviare un processo di riqualificazione e rilancio internazionale, anche in chiave turistica. Ci si è persi in beghe tra istituzioni contrapposte, divise su tutte e dico tutte le ipotesi di intervento, intralci burocratici, sentenze, ritardi, incapacità politiche e amministative. Son andati persi cospicui finanziamenti, milioni di fondi europei restituiti al mittente per inconcludenza. Abbiamo assistito a pessimi esempi di collaborazione tra istituzioni. A rimetterci è stata ancora una volta la città delle molteplici potenzialità inespresse, lasciata in un miserevole stallo, e i Sardi. Tutto questo quando intorno a noi altre realtà importanti non stanno certo a guardare, ma crescono e si attrezzano.

Più capaci, e c'è da compiacersene, pare essersi dimostrati i Sassaresi, cui va dato merito di aver realizzato interventi importanti come la linea metrotramviaria, il tribunale dei minori, la nuova questura, e il bellissimo complesso polo universitario/orto botanico.
http://www.ennesys.it/english/settori/SchedeProgetto/edilizia/italiani/P003_UNI%20SASSARI%20ORTOBOTANICO.pdf
Interventi anchitettonici di pregio che hanno riscosso molteplici apprezzamenti.
Marco P.

Daniele Addis ha detto...

Vi piace l'idea del museo di arte nuragica Betile? Lo vorreste, come me, vedere realizzato al piú presto?
Non vi preoccupate amici, abbiamo trovato il nostro paladino! Volete sapere chi è? Ma che domande, è Mauro Pili, il coraggioso che ha osato ribellarsi al suo partito ed al suo "governo amico" per la presa in giro dei 18 milioni destinati alla Sardegna nel dpef!
Egli non si fa intimorire e va dritto a chiedere ció che ci è dovuto e che tutti vogliamo e quindi, oltre alla solita Sassari-Olbia oggetto di promesse che si rinnovano ogni mese, spunta fuori anche il Betile... e cosa chiede Mauro Pili?

"la riprogrammazione delle risorse finanziarie inutilizzate per oltre 30 milioni di euro destinate inizialmente alla realizzazione del cosiddetto Betile per concorrere alla realizzazione, invece, del tunnel sotterraneo nella centrale via Roma a Cagliari"

Va bene, il Betile sará pure importante per tutti i sardi, ma viene comunque dopo la realizzazione del tunnel sotterraneo a Cagliari, ecchecacchio!